Da Vinci - Il leone non dorme mai
“Il leone non dorme mai” è un manga di un solo volume, scritto e disegnato da Noboru Rokuda, autore noto principalmente per “Dash Kappei”, conosciuto in Italia come “Gigi la trottola”.
Ispirato molto liberamente alla vita e alle opere dell’artista italiano Leonardo Da Vinci, il fumetto ha per protagonista per l’appunto, il geniale pittore e inventore, che alla soglia dei sessant’anni, decide di intraprendere un viaggio in compagnia del suo assistente Salai, verso il suo paese natale, Vinci, alla ricerca della sua musa ispiratrice, ovvero una bambina che aveva conosciuto durante la sua infanzia.
Durante il viaggio, Leonardo e Salai s’imbattono in mercenari, malati di peste, e altri artisti famosi del periodo, come Michelangelo, che sfida Leonardo in un’assurda gara.
Va subito detto che l’opera realizzata da Rokuda non è fedele alla storia vera né alle figure dei personaggi rappresentati, basta pensare alle tante gag dove Leonardo sembra più una sorta di maestro Muten, l’arzillo insegnante di arti marziali di Goku in “Dragon Ball”, che il genio al quale siamo abituati tramite documenti storici, mostre o quant’altro sappiamo di lui.
Il fumetto alterna dunque momenti seri e anche drammatici, come la parte dove Salai incontra una ragazza malata di peste, ad altri infarciti di gag e scene nonsense, come la gara tra Leonardo e Michelangelo, che forse sviliscono un po’ la figura di Leonardo, e sembrano decisamente forzate all’interno della storia.
Quest’alternanza tra gag e momenti seri influisce purtroppo negativamente sulla lettura, perché così il fumetto non riesce a essere mai troppo avvincente o interessante, e mai completamente divertente e leggero.
I disegni dell’autore sono invece di buona qualità, e Rokuda dimostra di saper spaziare dal disegnare personaggi in stile deformed ad altri disegnati normalmente, nonché di saper riprodurre opere rinascimentali (a meno che non ci abbia appiccicato le foto dei quadri con Photoshop) e l’architettura e i paesaggi delle città rinascimentali.
L’edizione italiana curata da Ronin Manga è in linea con il resto delle loro produzioni. Il volume è dotato di sovracoppertina, ma presenta la solita e orribile grafica di copertina con cover di colore marrone. Il volume ha poi all’interno diversi refusi, persino in quarta di copertina, che fanno sembrare il tutto come un lavoro poco curato.
In poche parole quindi, “Il leone non dorme mai” è un fumetto sufficientemente gradevole per i fan dell’autore e dei suoi disegni, e che sono abituati al suo tipo di umorismo. Chi invece cerca un manga che parla di Leonardo Da Vinci e delle sue opere, rischia di rimanere parecchio deluso perché c’è davvero molto poco di storico all’interno di questo fumetto.
Ispirato molto liberamente alla vita e alle opere dell’artista italiano Leonardo Da Vinci, il fumetto ha per protagonista per l’appunto, il geniale pittore e inventore, che alla soglia dei sessant’anni, decide di intraprendere un viaggio in compagnia del suo assistente Salai, verso il suo paese natale, Vinci, alla ricerca della sua musa ispiratrice, ovvero una bambina che aveva conosciuto durante la sua infanzia.
Durante il viaggio, Leonardo e Salai s’imbattono in mercenari, malati di peste, e altri artisti famosi del periodo, come Michelangelo, che sfida Leonardo in un’assurda gara.
Va subito detto che l’opera realizzata da Rokuda non è fedele alla storia vera né alle figure dei personaggi rappresentati, basta pensare alle tante gag dove Leonardo sembra più una sorta di maestro Muten, l’arzillo insegnante di arti marziali di Goku in “Dragon Ball”, che il genio al quale siamo abituati tramite documenti storici, mostre o quant’altro sappiamo di lui.
Il fumetto alterna dunque momenti seri e anche drammatici, come la parte dove Salai incontra una ragazza malata di peste, ad altri infarciti di gag e scene nonsense, come la gara tra Leonardo e Michelangelo, che forse sviliscono un po’ la figura di Leonardo, e sembrano decisamente forzate all’interno della storia.
Quest’alternanza tra gag e momenti seri influisce purtroppo negativamente sulla lettura, perché così il fumetto non riesce a essere mai troppo avvincente o interessante, e mai completamente divertente e leggero.
I disegni dell’autore sono invece di buona qualità, e Rokuda dimostra di saper spaziare dal disegnare personaggi in stile deformed ad altri disegnati normalmente, nonché di saper riprodurre opere rinascimentali (a meno che non ci abbia appiccicato le foto dei quadri con Photoshop) e l’architettura e i paesaggi delle città rinascimentali.
L’edizione italiana curata da Ronin Manga è in linea con il resto delle loro produzioni. Il volume è dotato di sovracoppertina, ma presenta la solita e orribile grafica di copertina con cover di colore marrone. Il volume ha poi all’interno diversi refusi, persino in quarta di copertina, che fanno sembrare il tutto come un lavoro poco curato.
In poche parole quindi, “Il leone non dorme mai” è un fumetto sufficientemente gradevole per i fan dell’autore e dei suoi disegni, e che sono abituati al suo tipo di umorismo. Chi invece cerca un manga che parla di Leonardo Da Vinci e delle sue opere, rischia di rimanere parecchio deluso perché c’è davvero molto poco di storico all’interno di questo fumetto.
Si dice che i Giapponesi amino l'Italia, che il nostro paese diventi per loro una sorta di esotica, idealizzata, isola felice che, grazie alla sua ottima cucina, funge da "medicina per l'anima".
L'aveva detto, del resto, il buon Tazawa, nel finale di Otoko Juku, che l'italiano era la lingua più trendy del momento.
Non riesce difficile crederlo, vista la gran quantità di manga che, in un modo o nell'altro, hanno a che fare col nostro paese. Si va da autori che, semplicemente, danno ai loro personaggi nomi (propri o, peggio, comuni) italiani a casaccio perché fa "figo" ad altri, più acculturati, che riescono addirittura a creare storie verosimili ambientate nel nostro paese o in periodi della nostra storia (si pensi al recente fenomeno Thermae Romae, o al Cesare di Fuyumi Souryou).
Anche Noboru Rokuda (noto al pubblico televisivo per essere l'autore di Dash Kappei/Gigi la trottola e F - Motori in pista), dopo aver parlato di storia americana nella miniserie Billy the Kid - 21 Albums, si cimenta con un fumetto dedicato all'Italia, nel quale sceglie di raccontare una storia che ha come protagonista uno dei nostri artisti più famosi: Leonardo Da Vinci.
Uomo d'arte e di scienza, pittore, scenografo, scienziato, inventore, il poliedrico Leonardo è di certo riuscito a lasciare il segno nella storia del mondo, al punto che l'eco della sua fama è giunto sino al lontano Giappone, dove, sulle pagine di Da Vinci - Il leone non dorme mai (Raion wa nemuranai, "Il leone non dorme"), rivive il mito di questo eclettico personaggio.
Contrariamente a quello che viene naturale pensare prendendo il volume in mano, Da Vinci - Il leone non dorme mai, non è una seria e completa biografia dell'artista.
Noboru Rokuda sceglie piuttosto di raccontare una vicenda ambientata verso la fine della vita di Leonardo, nel 1517, quando egli viveva ad Amboise, in Francia, lavorando al servizio del re Francesco I di Valois.
Insieme al giovane allievo Gian Giacomo Caprotti, detto Salai, il maestro Leonardo inizia un rocambolesco viaggio per i paesi dello Stivale, diretto a Vinci, la sua patria natia. Il suo scopo è ritrovare la Musa, l'ispirazione che pare averlo abbandonato e che aveva incontrato da bambino, in un bosco di Vinci, nella forma di una bellissima e sfuggevole ragazza.
Alle calcagna del maestro, un gruppo di mercenari che intende ucciderlo e derubarlo dei dipinti (fra cui la Monna Lisa) che egli porta con sé.
Il nome di Leonardo Da Vinci è, per noi italiani, quello di un immortale artista ammantato da un'aria leggendaria. Noboru Rokuda, giapponese e dunque a suo modo estraneo al mito di Leonardo, sceglie di rappresentare il maestro in una maniera tutta personale. Il Leonardo del fumetto è, infatti, lontano dall'essere un serio uomo d'arte come magari noi ce lo immagineremmo leggendo di lui nei libri di scuola.
E' un vecchietto basso, arzillo e iperattivo, che non esita a lanciarsi in inseguimenti, scontri o sfide apparentemente impossibili. Un personaggio decisamente divertente, che spesso e volentieri è coinvolto in gags dagli elementi anacronistici, fondate su arguti giochi di parole (ad esempio, lo si vede spesso, vestito come un pugile dell'epoca moderna con guantoni e calzoncini, affrontare chi gli si para davanti al grido di "Leonardo, dai, Vinci!" o "Veni, vidi, da Vinci!") o su rimandi alla personalità dell'artista, ai suoi studi di anatomia, alle sue invenzioni.
Il manga, permeato quasi totalmente da un piacevole umorismo, ci regala un Leonardo probabilmente meno leggendario di come ce lo si aspetterebbe, ma che senza dubbio ne guadagna in umanità e simpatia. L'umorismo di Rokuda, tuttavia, non si ferma al solo Leonardo e contagia anche il mondo cinquecentesco che lo circonda, regalandoci spassose reinterpretazioni dei giovani allievi, del sovrano, ma anche di altre leggende dell'arte italiana come Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti.
"Il leone non dorme mai", reiterato motto pronunciato da Leonardo, si rivela dunque essere un titolo sorprendentemente adatto per la nostra storia e per il suo protagonista. Giocando sull'etimologia del nome Leonardo (che, di derivazione longobarda, significa "cuor di Leone", "forte come un leone"), Noboru Rokuda ci presenta un personaggio che, nonostante l'età, non si ferma davanti a nulla e continua anzi ad ardere di passione e di curiosità, lasciando spesso sbigottito e incredulo il suo giovane allievo Salai, che proprio non riesce a comprendere le stranezze di quello che per lui è solo un vecchio incontinente e un po' strambo.
Il loro strano viaggio, tuttavia, finirà per avvicinare allievo e maestro e per rivelare nuovi tratti dell'enigmatico Leonardo. Il lettore scoprirà che quello strano vecchietto nasconde in realtà una gran sensibilità, che il carattere del geniale artista si è formato nell'infanzia non tanto spensierata vissuta a Vinci, quando il disegno e quella misteriosa e splendida ragazza incontrata per caso erano i suoi unici amici.
Fra una gag e l'altra, dunque, il fumetto si tinge di malinconia, mettendo in scena il confronto generazionale fra giovani e anziani e i dilemmi di un uomo che, ormai prossimo alla morte, ripensa con nostalgia e rimpianto al passato e alla giovinezza. In marcia, il nostro Leonardo, lungo una strada in cui il suo spirito d'artista ritorna a ruggire, come un leone, portandolo alla progettazione di un'ambiziosa opera architettonica che gli farebbe chiudere definitivamente i conti con il suo passato e con la fuggevole figura della ragazzina della sua infanzia che lo tormenta per tutta la storia.
"Il leone non dorme mai". E, non a caso, una delle ultime opere di Leonardo Da Vinci, concepita proprio in quel 1517 che fa da sfondo al nostro manga, è un prodigioso leone meccanico.
Istrionico, maturo, ricco di dettaglio è lo stile di disegno di Noboru Rokuda, che con gran maestria disegna città, animali, giovani, vecchi, monumenti, campagne, dipinti, sculture, malattie e risate. Capace di rappresentare scene drammatiche di grande impatto e di deformare all'occorrenza i suoi personaggi nei modi più impensabili per renderli attori delle gags più svariate, è uno stile molto piacevole all'occhio e decisamente adatto al tipo di storia narrata.
Da Vinci - Il leone non dorme mai giunge in Italia per Ronin Manga, in un bel volumetto da libreria, molto curato esteticamente e con un adattamento molto scorrevole, ricco di giochi di parole divertenti e note che aiutano ad inquadrare nel contesto storico i personaggi, le opere e gli eventi.
L'unico neo di questa bella edizione sono le onomatopee, lasciate in katakana con traduzione in piccolo. I caratteri giapponesi, in una storia ambientata fra la Francia e l'Italia e vissuta da personaggi che di giapponese non hanno nulla, stonano parecchio a livello concettuale.
Da Vinci - Il leone non dorme mai è una graziosissima storia a sfondo storico, che mostra al lettore un Rinascimento tutto da ridere ma inaspettatamente e piacevolmente ricco di diverse chicche che rimandano alla biografia di Leonardo.
Non è una biografia seria e rigorosa, ma è un racconto maturo, che tiene magistralmente per mano il lettore, facendolo oscillare fra risate di gusto, riflessioni e persino qualche lacrimuccia.
Un affresco (bizzarro, ma a suo modo molto interessante e sincero) dell'Italia vista con gli occhi a mandorla dei giapponesi, i quali, ancora una volta, dimostrano di amarla, anche se manifestano questo loro amore in maniera un po' buffa.
L'aveva detto, del resto, il buon Tazawa, nel finale di Otoko Juku, che l'italiano era la lingua più trendy del momento.
Non riesce difficile crederlo, vista la gran quantità di manga che, in un modo o nell'altro, hanno a che fare col nostro paese. Si va da autori che, semplicemente, danno ai loro personaggi nomi (propri o, peggio, comuni) italiani a casaccio perché fa "figo" ad altri, più acculturati, che riescono addirittura a creare storie verosimili ambientate nel nostro paese o in periodi della nostra storia (si pensi al recente fenomeno Thermae Romae, o al Cesare di Fuyumi Souryou).
Anche Noboru Rokuda (noto al pubblico televisivo per essere l'autore di Dash Kappei/Gigi la trottola e F - Motori in pista), dopo aver parlato di storia americana nella miniserie Billy the Kid - 21 Albums, si cimenta con un fumetto dedicato all'Italia, nel quale sceglie di raccontare una storia che ha come protagonista uno dei nostri artisti più famosi: Leonardo Da Vinci.
Uomo d'arte e di scienza, pittore, scenografo, scienziato, inventore, il poliedrico Leonardo è di certo riuscito a lasciare il segno nella storia del mondo, al punto che l'eco della sua fama è giunto sino al lontano Giappone, dove, sulle pagine di Da Vinci - Il leone non dorme mai (Raion wa nemuranai, "Il leone non dorme"), rivive il mito di questo eclettico personaggio.
Contrariamente a quello che viene naturale pensare prendendo il volume in mano, Da Vinci - Il leone non dorme mai, non è una seria e completa biografia dell'artista.
Noboru Rokuda sceglie piuttosto di raccontare una vicenda ambientata verso la fine della vita di Leonardo, nel 1517, quando egli viveva ad Amboise, in Francia, lavorando al servizio del re Francesco I di Valois.
Insieme al giovane allievo Gian Giacomo Caprotti, detto Salai, il maestro Leonardo inizia un rocambolesco viaggio per i paesi dello Stivale, diretto a Vinci, la sua patria natia. Il suo scopo è ritrovare la Musa, l'ispirazione che pare averlo abbandonato e che aveva incontrato da bambino, in un bosco di Vinci, nella forma di una bellissima e sfuggevole ragazza.
Alle calcagna del maestro, un gruppo di mercenari che intende ucciderlo e derubarlo dei dipinti (fra cui la Monna Lisa) che egli porta con sé.
Il nome di Leonardo Da Vinci è, per noi italiani, quello di un immortale artista ammantato da un'aria leggendaria. Noboru Rokuda, giapponese e dunque a suo modo estraneo al mito di Leonardo, sceglie di rappresentare il maestro in una maniera tutta personale. Il Leonardo del fumetto è, infatti, lontano dall'essere un serio uomo d'arte come magari noi ce lo immagineremmo leggendo di lui nei libri di scuola.
E' un vecchietto basso, arzillo e iperattivo, che non esita a lanciarsi in inseguimenti, scontri o sfide apparentemente impossibili. Un personaggio decisamente divertente, che spesso e volentieri è coinvolto in gags dagli elementi anacronistici, fondate su arguti giochi di parole (ad esempio, lo si vede spesso, vestito come un pugile dell'epoca moderna con guantoni e calzoncini, affrontare chi gli si para davanti al grido di "Leonardo, dai, Vinci!" o "Veni, vidi, da Vinci!") o su rimandi alla personalità dell'artista, ai suoi studi di anatomia, alle sue invenzioni.
Il manga, permeato quasi totalmente da un piacevole umorismo, ci regala un Leonardo probabilmente meno leggendario di come ce lo si aspetterebbe, ma che senza dubbio ne guadagna in umanità e simpatia. L'umorismo di Rokuda, tuttavia, non si ferma al solo Leonardo e contagia anche il mondo cinquecentesco che lo circonda, regalandoci spassose reinterpretazioni dei giovani allievi, del sovrano, ma anche di altre leggende dell'arte italiana come Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti.
"Il leone non dorme mai", reiterato motto pronunciato da Leonardo, si rivela dunque essere un titolo sorprendentemente adatto per la nostra storia e per il suo protagonista. Giocando sull'etimologia del nome Leonardo (che, di derivazione longobarda, significa "cuor di Leone", "forte come un leone"), Noboru Rokuda ci presenta un personaggio che, nonostante l'età, non si ferma davanti a nulla e continua anzi ad ardere di passione e di curiosità, lasciando spesso sbigottito e incredulo il suo giovane allievo Salai, che proprio non riesce a comprendere le stranezze di quello che per lui è solo un vecchio incontinente e un po' strambo.
Il loro strano viaggio, tuttavia, finirà per avvicinare allievo e maestro e per rivelare nuovi tratti dell'enigmatico Leonardo. Il lettore scoprirà che quello strano vecchietto nasconde in realtà una gran sensibilità, che il carattere del geniale artista si è formato nell'infanzia non tanto spensierata vissuta a Vinci, quando il disegno e quella misteriosa e splendida ragazza incontrata per caso erano i suoi unici amici.
Fra una gag e l'altra, dunque, il fumetto si tinge di malinconia, mettendo in scena il confronto generazionale fra giovani e anziani e i dilemmi di un uomo che, ormai prossimo alla morte, ripensa con nostalgia e rimpianto al passato e alla giovinezza. In marcia, il nostro Leonardo, lungo una strada in cui il suo spirito d'artista ritorna a ruggire, come un leone, portandolo alla progettazione di un'ambiziosa opera architettonica che gli farebbe chiudere definitivamente i conti con il suo passato e con la fuggevole figura della ragazzina della sua infanzia che lo tormenta per tutta la storia.
"Il leone non dorme mai". E, non a caso, una delle ultime opere di Leonardo Da Vinci, concepita proprio in quel 1517 che fa da sfondo al nostro manga, è un prodigioso leone meccanico.
Istrionico, maturo, ricco di dettaglio è lo stile di disegno di Noboru Rokuda, che con gran maestria disegna città, animali, giovani, vecchi, monumenti, campagne, dipinti, sculture, malattie e risate. Capace di rappresentare scene drammatiche di grande impatto e di deformare all'occorrenza i suoi personaggi nei modi più impensabili per renderli attori delle gags più svariate, è uno stile molto piacevole all'occhio e decisamente adatto al tipo di storia narrata.
Da Vinci - Il leone non dorme mai giunge in Italia per Ronin Manga, in un bel volumetto da libreria, molto curato esteticamente e con un adattamento molto scorrevole, ricco di giochi di parole divertenti e note che aiutano ad inquadrare nel contesto storico i personaggi, le opere e gli eventi.
L'unico neo di questa bella edizione sono le onomatopee, lasciate in katakana con traduzione in piccolo. I caratteri giapponesi, in una storia ambientata fra la Francia e l'Italia e vissuta da personaggi che di giapponese non hanno nulla, stonano parecchio a livello concettuale.
Da Vinci - Il leone non dorme mai è una graziosissima storia a sfondo storico, che mostra al lettore un Rinascimento tutto da ridere ma inaspettatamente e piacevolmente ricco di diverse chicche che rimandano alla biografia di Leonardo.
Non è una biografia seria e rigorosa, ma è un racconto maturo, che tiene magistralmente per mano il lettore, facendolo oscillare fra risate di gusto, riflessioni e persino qualche lacrimuccia.
Un affresco (bizzarro, ma a suo modo molto interessante e sincero) dell'Italia vista con gli occhi a mandorla dei giapponesi, i quali, ancora una volta, dimostrano di amarla, anche se manifestano questo loro amore in maniera un po' buffa.
Mi aspettavo un maga serio che parlava della vita del celebre Leonardo Da Vinci ma alla fine si trattava di una parodia molto ben gestita e con diverse gag abbastanza divertenti.
Non capisco le diverse critiche che ho letto ma a mio parere è un buonissimo volume unico, certo non eccelle, ma si fa leggere senza problemi.
La storia narra le vicende di Leonardo e del suo discepolo alla ricerca della musa ispiratrice del celebre pittore.
A mio parere è molto bello perché pur essendo un manga comico sono anche presenti diverse piccole nozioni storiche.
Piano piano va a finire che il protagonista diventa una sorta di Leonardo da Vinci versione Gigi la Trottola, questo a mio parere risulta un aspetto molto positivo dato che si tratta di un manga comico. Un altro aspetto positivo sono le numerose gag abbastanza divertenti.
Un volume unico di buon livello che si lascia leggere e che diverte.
Non capisco le diverse critiche che ho letto ma a mio parere è un buonissimo volume unico, certo non eccelle, ma si fa leggere senza problemi.
La storia narra le vicende di Leonardo e del suo discepolo alla ricerca della musa ispiratrice del celebre pittore.
A mio parere è molto bello perché pur essendo un manga comico sono anche presenti diverse piccole nozioni storiche.
Piano piano va a finire che il protagonista diventa una sorta di Leonardo da Vinci versione Gigi la Trottola, questo a mio parere risulta un aspetto molto positivo dato che si tratta di un manga comico. Un altro aspetto positivo sono le numerose gag abbastanza divertenti.
Un volume unico di buon livello che si lascia leggere e che diverte.
Dal pennino di Noboru Rokuda non sono nate solo opere per ragazzi, come "Dash Kappei" ("Gigi la trottola" per i fan più navigati) che lo ha reso celebre. Nella sua lunga carriera ha sfoggiato un tratto e tematiche più mature con diversi Seinen a sfondo storico come "Billy The Kid" e "Ganon", entrambi editi in Italia.
Con "Da Vinci - Il leone non dorme mai" l'autore va a coniugare le sue diverse sfaccettature d'artista per unirle in un'unica opera, unendo piccole gag - e non solo - con un famoso personaggio storico. Purtroppo l'opera non trova un ideale bilanciamento, finendo così per essere un'accozzaglia troppo varia e poco concreta.
Agli albori del 1500 Leonardo da Vinci, ormai alla fine della sua carriera, viveva alle dipendenze di Re Francesco I di Valois, affiancato dai due assistenti Francesco Melzi e Giacomo Caprotti. Quest'ultimo però, speranzoso di guadagnare qualche soldo, decide di rubare gli ultimi tre quadri incompiuti del maestro ormai privo di ispirazione artistica. Durante l'inseguimento che ne scaturisce Leonardo ha una visione della Musa che da anni lo ha abbandonato: armato così di ritrovata determinazione, ed inseguito dai mercenari di Franceso I, parte per una breve "gita" a Vinci, il suo paese natale, per poter ritrovare la Musa.
L'intera storia, a partire dall'incipit fino alla conclusione, si rivela ricca di aneddoti storici interessanti e reali riguardo il protagonista, soffermandosi su quelli più comuni e presentando anche sfumature meno note ai più. Si passa così dal mostrare i suoi ultimi celebri quadri (La Gioconda, San Giovanni Battista e Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino) a piccole particolarità, come la mano tremante che anticipa quella che sarà la sua - presunta - causa di morte e la rivalità con Michelangelo (perfettamente enfatizzata nei loro diversi modi di intendere l'arte).
Non meno profonda sarà una piccola divagazione prossima alla conclusione, dove si rivede l'artista da giovane che mostra l'amore per la natura acquisito nell'infanzia. Un amore rivelatosi importante anche durante la sua formazione nella bottega di Verrocchio, ma che mai ha abbandonato l'artista.
Sotto il profilo storico Noboru Rokuda rivela quindi un accurato studio sia sull'epoca che, soprattutto, sul personaggio che si cela dietro al famoso genio di da Vinci, tuttavia è a livello di sceneggiatura che l'opera inizia a perdere coesione, soprattutto dopo una brusca virata - insensata - decisa dall'autore.
Per circa metà volumetto la storia prosegue con toni seri e talvolta drammatici, escluse pochissime gag di scarso impatto e talvolta anacronistiche, mostrando piccole realtà dell'epoca e portando Giacomo a piccoli cambiamenti che lo renderanno più fedele al maestro. Poi avviene un totale cambio di direzione quando, nell'arrivare a Pisa e incontrare Michelangelo, il protagonista sembra regredire e la storia viene sommersa da una commedia che fin troppo chiaramente ricollegabile a quella di "Dash Kappei", che dona - bruscamente e senza motivo - un tono eccessivamente allegro e demenziale alla storia, tanto che anche l'aspetto di Leonardo diventa minuto e tozzo come quello del celebre Gigi.
Sotto l'aspetto grafico l'opera non deluderà i fan dell'autore.
I personaggi storici si rifanno fedelmente alla loro controparte reale - o presunta tale - mentre le ambientazioni sono ben ricostruite dal tratto sporco dell'autore, mentre troveranno spazio anche piccole scene movimentate, dove trasuda tutta l'enfasi grazie al mirato uso delle poche ma idonee linee cinetiche. Ovviamente non mancheranno le classiche facce demenziali che contornano le gag, in esatta opposizione all'espressività dei volti durante le scene più drammatiche.
Il volumetto della Ronin Manga risulta di pregevole fattura, con una sovraccoperta e una carta bianca di buona grammatura e una rilegatura ben fatta. Peccato solo per alcuni leggeri moirè visibili con alcuni retini ed il prezzo, che si piazza leggermente sopra la media ma senza offrire nulla in più.
Purtroppo "Da Vinci - Il leone non dorme mai" si propone come un volumetto storico d'impronta seria, con piccoli aneddoti storici interessanti e gradevoli osservazioni sulla persona che si celava dietro al Genio, per poi virare inspiegabilmente su una commedia goliardica che applica al vecchio "Dash Kappei" il volto di Leonardo da Vinci ed uno sfondo rinascimentale, perdendo così d'atmosfera e d'impatto, lasciando solo un grande rammarico, pensando a quanto l'opera avrebbe potuto offrire senza quell'inatteso cambio di rotta.
I fan dell'autore possono comunque gradire "Da Vinci - Il leone non dorme mai", un volumetto dalla lettura leggera e scorrevole dove troveranno le tante sfumature - anche grafiche - che è in grado di offrire Noboru Rokuda, ma che cercando di essere troppe cose finisce con il divagare e non riuscire bene in nessuna delle suddette, diventando una mera accozzaglia di generi diversi che si dimentica in breve tempo, malgrado l'interessante quantità di rimandi storici offerta.
Con "Da Vinci - Il leone non dorme mai" l'autore va a coniugare le sue diverse sfaccettature d'artista per unirle in un'unica opera, unendo piccole gag - e non solo - con un famoso personaggio storico. Purtroppo l'opera non trova un ideale bilanciamento, finendo così per essere un'accozzaglia troppo varia e poco concreta.
Agli albori del 1500 Leonardo da Vinci, ormai alla fine della sua carriera, viveva alle dipendenze di Re Francesco I di Valois, affiancato dai due assistenti Francesco Melzi e Giacomo Caprotti. Quest'ultimo però, speranzoso di guadagnare qualche soldo, decide di rubare gli ultimi tre quadri incompiuti del maestro ormai privo di ispirazione artistica. Durante l'inseguimento che ne scaturisce Leonardo ha una visione della Musa che da anni lo ha abbandonato: armato così di ritrovata determinazione, ed inseguito dai mercenari di Franceso I, parte per una breve "gita" a Vinci, il suo paese natale, per poter ritrovare la Musa.
L'intera storia, a partire dall'incipit fino alla conclusione, si rivela ricca di aneddoti storici interessanti e reali riguardo il protagonista, soffermandosi su quelli più comuni e presentando anche sfumature meno note ai più. Si passa così dal mostrare i suoi ultimi celebri quadri (La Gioconda, San Giovanni Battista e Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino) a piccole particolarità, come la mano tremante che anticipa quella che sarà la sua - presunta - causa di morte e la rivalità con Michelangelo (perfettamente enfatizzata nei loro diversi modi di intendere l'arte).
Non meno profonda sarà una piccola divagazione prossima alla conclusione, dove si rivede l'artista da giovane che mostra l'amore per la natura acquisito nell'infanzia. Un amore rivelatosi importante anche durante la sua formazione nella bottega di Verrocchio, ma che mai ha abbandonato l'artista.
Sotto il profilo storico Noboru Rokuda rivela quindi un accurato studio sia sull'epoca che, soprattutto, sul personaggio che si cela dietro al famoso genio di da Vinci, tuttavia è a livello di sceneggiatura che l'opera inizia a perdere coesione, soprattutto dopo una brusca virata - insensata - decisa dall'autore.
Per circa metà volumetto la storia prosegue con toni seri e talvolta drammatici, escluse pochissime gag di scarso impatto e talvolta anacronistiche, mostrando piccole realtà dell'epoca e portando Giacomo a piccoli cambiamenti che lo renderanno più fedele al maestro. Poi avviene un totale cambio di direzione quando, nell'arrivare a Pisa e incontrare Michelangelo, il protagonista sembra regredire e la storia viene sommersa da una commedia che fin troppo chiaramente ricollegabile a quella di "Dash Kappei", che dona - bruscamente e senza motivo - un tono eccessivamente allegro e demenziale alla storia, tanto che anche l'aspetto di Leonardo diventa minuto e tozzo come quello del celebre Gigi.
Sotto l'aspetto grafico l'opera non deluderà i fan dell'autore.
I personaggi storici si rifanno fedelmente alla loro controparte reale - o presunta tale - mentre le ambientazioni sono ben ricostruite dal tratto sporco dell'autore, mentre troveranno spazio anche piccole scene movimentate, dove trasuda tutta l'enfasi grazie al mirato uso delle poche ma idonee linee cinetiche. Ovviamente non mancheranno le classiche facce demenziali che contornano le gag, in esatta opposizione all'espressività dei volti durante le scene più drammatiche.
Il volumetto della Ronin Manga risulta di pregevole fattura, con una sovraccoperta e una carta bianca di buona grammatura e una rilegatura ben fatta. Peccato solo per alcuni leggeri moirè visibili con alcuni retini ed il prezzo, che si piazza leggermente sopra la media ma senza offrire nulla in più.
Purtroppo "Da Vinci - Il leone non dorme mai" si propone come un volumetto storico d'impronta seria, con piccoli aneddoti storici interessanti e gradevoli osservazioni sulla persona che si celava dietro al Genio, per poi virare inspiegabilmente su una commedia goliardica che applica al vecchio "Dash Kappei" il volto di Leonardo da Vinci ed uno sfondo rinascimentale, perdendo così d'atmosfera e d'impatto, lasciando solo un grande rammarico, pensando a quanto l'opera avrebbe potuto offrire senza quell'inatteso cambio di rotta.
I fan dell'autore possono comunque gradire "Da Vinci - Il leone non dorme mai", un volumetto dalla lettura leggera e scorrevole dove troveranno le tante sfumature - anche grafiche - che è in grado di offrire Noboru Rokuda, ma che cercando di essere troppe cose finisce con il divagare e non riuscire bene in nessuna delle suddette, diventando una mera accozzaglia di generi diversi che si dimentica in breve tempo, malgrado l'interessante quantità di rimandi storici offerta.
Ero piuttosto curioso di leggere un manga su Leonardo da Vinci, ancora di più dopo aver visto che è di un mangaka che ho avuto in passato modo di apprezzare. Rimango tuttavia spiazzato e perplesso da quanto mi trovo tra le mani, alla fine si tratta di un prodotto molto leggero e scanzonato, che di Leonardo da Vinci ha soltanto il titolo e qualche riferimento, decisamente campato in aria.
E' ambientato negli ultimi anni di vita dell'artista e vede la sua corsa per trovare la sua musa ispiratrice e completare le sue ultime opere. In questo viaggio è inseguito da chi vuole impadronirsi delle sue opere per poterle vendere e realizzare così parecchi utili. A fargli compagnia c'è un giovane allievo che si dimostrerà alquanto cinico e approfittatore, ma che in fondo tiene al maestro. Durante il viaggio incontrerà altri artisti e rivedrà i luoghi della sua infanzia. Il tutto è condito anche da un elemento magico, legato proprio alla figura della musa ispiratrice.
Il risultato finale è una sorta di Gigi la Trottola in chiave leonardesca, cosa che ho trovato decisamente fuori luogo. La trama è senza capo né coda, la sceneggiatura non regge e scodatevi qualsiasi una minima attinenza al periodo storico in cui è ambientata. I personaggi sono abbastanza improbabili, anche se Leonardo da Vinci risulta alla fine piuttosto simpatico. Si tratta alla fine di una sorta di parodia dell'artista e, a conti fatti, non posso che giudicare l'opera come un prodotto comico e che punta a fare divertire. Sfortunatamente, a mio parere non brilla nemmeno in questo, le battute sono piuttosto inflazionate, le situazioni comiche non sempre sono sufficientemente divertenti e, comunque, ci sono alcune parti proprio fuori luogo. Si lascia comunque leggere e tra un buco e l'altro, una martellata a destra e a sinistra, si giunge alla fine senza troppi problemi.
Semplicemente, mi aspettato un prodotto diverso, più curato, più ricercato e meglio realizzato. In realtà, senza tanti giri di parole, mi sono trovato tra le mani una cavolata. Per carità, si legge senza grossi problemi, ma decisamente non posso dargli la sufficienza.
E' ambientato negli ultimi anni di vita dell'artista e vede la sua corsa per trovare la sua musa ispiratrice e completare le sue ultime opere. In questo viaggio è inseguito da chi vuole impadronirsi delle sue opere per poterle vendere e realizzare così parecchi utili. A fargli compagnia c'è un giovane allievo che si dimostrerà alquanto cinico e approfittatore, ma che in fondo tiene al maestro. Durante il viaggio incontrerà altri artisti e rivedrà i luoghi della sua infanzia. Il tutto è condito anche da un elemento magico, legato proprio alla figura della musa ispiratrice.
Il risultato finale è una sorta di Gigi la Trottola in chiave leonardesca, cosa che ho trovato decisamente fuori luogo. La trama è senza capo né coda, la sceneggiatura non regge e scodatevi qualsiasi una minima attinenza al periodo storico in cui è ambientata. I personaggi sono abbastanza improbabili, anche se Leonardo da Vinci risulta alla fine piuttosto simpatico. Si tratta alla fine di una sorta di parodia dell'artista e, a conti fatti, non posso che giudicare l'opera come un prodotto comico e che punta a fare divertire. Sfortunatamente, a mio parere non brilla nemmeno in questo, le battute sono piuttosto inflazionate, le situazioni comiche non sempre sono sufficientemente divertenti e, comunque, ci sono alcune parti proprio fuori luogo. Si lascia comunque leggere e tra un buco e l'altro, una martellata a destra e a sinistra, si giunge alla fine senza troppi problemi.
Semplicemente, mi aspettato un prodotto diverso, più curato, più ricercato e meglio realizzato. In realtà, senza tanti giri di parole, mi sono trovato tra le mani una cavolata. Per carità, si legge senza grossi problemi, ma decisamente non posso dargli la sufficienza.