Berserk
Scoperto a metà anni novanta, con i volumi sottiletta, ho avuto un rapporto di amore e odio con il capolavoro di Kentaro Miura. Dopo la grande saga dell’epoca d’oro dei Falchi. Ho abbandonato e ripreso il manga più volte ed ora l’ho riletto tutto in inglese.
Devo dire che la versione in lingua straniera me lo ha fatto amare maggiormente e ammetto che i miei ricordi erano abbastanza vaghi e tutto mi è sembrato diverso - e migliore - anche i capitoli pubblicati da Mori dopo la morte del vero autore.
La storia è semplice: in un mondo che potrebbe essere l’Europa medioevale, nasce da una strega impiccata e morta un bambino… è il nostro eroe Gatsu, l’infanzia di questo bambino è tormentata dalla fama di portar sfortuna ma nonostante ciò viene adottato da un capo mercenario, Gambino. Il capo mercenario in realtà lo odia e tentando di uccidere Gatsu rimane ucciso. Ferito nell’anima e nel corpo il nostro protagonista conosce un luogo che può chiamare casa, la banda dei falchi, la compagnia mercenaria guidata dal carismatico Grifis.
L’abbandono egoistico dei suoi compagni fa partire una serie di disgrazie che culmina con l’eclissi, una manifestazione demoniaca dove si rivela la Mano di Dio, una combriccola di cinque dei/demoni.
Da qui si parte in una cavalcata di personaggi ed avventure per sanare la mente di Caska e per vendicarsi di Grifis, avventura che dopo trenta volumi è ancora in corso.
Grifis, il messia, il falco bianco è ormai adorato e vicino ad avere il suo regno, ma i suoi legami con i demoni sono sempre più stretti e se in pubblico è visto come un eroe in realtà nasconde un lato oscuro… che ne sarà del mondo?
Come dicevo in inglese la storia mi è sembrata diversa e più notevole che nell’edizione Panini e ammetto che i disegni che sono di prima qualità spiegati con grandi differenze nei discorsi dei balloon si dimostrano molto più interessanti.
Miura e il suo studio Gaga fanno un lavoro encomiabile.
Purtroppo la storia viene pubblicata dal 1989 e non è ancora finita con Miura che pubblicava uno massimo due volumi l’anno, forse dubbioso anche lui di come arrivare ad una fine.
Certo che all’inizio i personaggi rimangono maggiormente nel cuore in quanto meglio caratterizzati nei loro aspetti psicologici, poi molto si perde in duelli fini a se stessi anche se spesso molto belli da leggere.
Insomma se volete un seinen con sangue, duelli e qualche nudo beh leggetevi "Berserk"!
Devo dire che la versione in lingua straniera me lo ha fatto amare maggiormente e ammetto che i miei ricordi erano abbastanza vaghi e tutto mi è sembrato diverso - e migliore - anche i capitoli pubblicati da Mori dopo la morte del vero autore.
La storia è semplice: in un mondo che potrebbe essere l’Europa medioevale, nasce da una strega impiccata e morta un bambino… è il nostro eroe Gatsu, l’infanzia di questo bambino è tormentata dalla fama di portar sfortuna ma nonostante ciò viene adottato da un capo mercenario, Gambino. Il capo mercenario in realtà lo odia e tentando di uccidere Gatsu rimane ucciso. Ferito nell’anima e nel corpo il nostro protagonista conosce un luogo che può chiamare casa, la banda dei falchi, la compagnia mercenaria guidata dal carismatico Grifis.
L’abbandono egoistico dei suoi compagni fa partire una serie di disgrazie che culmina con l’eclissi, una manifestazione demoniaca dove si rivela la Mano di Dio, una combriccola di cinque dei/demoni.
Da qui si parte in una cavalcata di personaggi ed avventure per sanare la mente di Caska e per vendicarsi di Grifis, avventura che dopo trenta volumi è ancora in corso.
Grifis, il messia, il falco bianco è ormai adorato e vicino ad avere il suo regno, ma i suoi legami con i demoni sono sempre più stretti e se in pubblico è visto come un eroe in realtà nasconde un lato oscuro… che ne sarà del mondo?
Come dicevo in inglese la storia mi è sembrata diversa e più notevole che nell’edizione Panini e ammetto che i disegni che sono di prima qualità spiegati con grandi differenze nei discorsi dei balloon si dimostrano molto più interessanti.
Miura e il suo studio Gaga fanno un lavoro encomiabile.
Purtroppo la storia viene pubblicata dal 1989 e non è ancora finita con Miura che pubblicava uno massimo due volumi l’anno, forse dubbioso anche lui di come arrivare ad una fine.
Certo che all’inizio i personaggi rimangono maggiormente nel cuore in quanto meglio caratterizzati nei loro aspetti psicologici, poi molto si perde in duelli fini a se stessi anche se spesso molto belli da leggere.
Insomma se volete un seinen con sangue, duelli e qualche nudo beh leggetevi "Berserk"!
"Berserk", opera di Kentaro Miura iniziata nel 1989 ed ancora in corso a causa della morte di quest’ultimo, è un manga seinen di genere fantastico con dei tratti da horror. In quest’opera si mischiano la stesura di una storia cruda e violenta al tratto sporco utilizzato dall’autore per rappresentarla, a parer mio, questo manga è uno dei migliori che io abbia mai letto. La storia è ambientata in un periodo a noi sconosciuto, probabilmente medievale, in un mondo senza regole e leggi, ricco di battaglie e fatti mostruosi. I fatti che rendono "Berserk" un’opera eccezionale sono principalmente tre:
1. I disegni e lo stile di Miura: l’autore con un tratto sporco e tutt’altro che preciso rende i combattimenti tra Gatsu e i mostri sanguinosi e violenti.
2. I personaggi: quest’opera vede come protagonista Gatsu, un giovane mercenario con cui è difficile familiarizzare all’inizio dell’opera; in seguito durante la saga della banda dei falchi, nel flashback del protagonista, si viene a conoscere la storia dietro al personaggio e Miura fa un’analisi psicologica di quest’ultimo facendolo amare a ogni lettore. Ma oltre a Gatsu l’autore si sofferma sulle storie e sul passato di tutti i personaggi, dai più secondari a quelli più significativi, creando così un legame tra il lettore ed ogni personaggio.
3. La storia: tutto comincia con un inizio in medias res dove conosciamo Gatsu, il protagonista, e Pak, un piccolo elfo, il personaggio che affilia al punto di vista del lettore, infatti si pone domande su chi sia Gatsu e sul perché sia così freddo e spietato. Dopo tre volumi, della black edition, con lo scatenamento “dell’eclissi”, un fatto inizialmente sconosciuto al lettore ma non al protagonista, e all’incontro con un personaggio chiamato Grifis inizia il flashback di Gatsu che ripercorre tutte le fasi della sua vita fino a scoprire tutto su questo mondo misterioso e su questi fatti surreali.
"Berserk" sicuramente è un manga eccezionale sotto molto punto di vista, ma purtroppo detiene anche alcuni difetti. Dopo la fine dell’eclissi Gatsu inizia un lungo viaggio che dura per quasi trenta volumi, questa fase del manga è molto interessante e avvincente, ma non regge l’altezza dell’inizio sotto il punto di vista della storia e anche di quello artistico (probabilmente Miura era già malato e ciò comporta questo), ma il vero delirio inizia nel volume 35 della Black Edition stampata da Panini quando a causa di una battaglia il manga prende una svolta incoerente con il resto della storia, ma soprattutto -a parer mio- insensata.
Nonostante tutto "Berserk" rimane per me uno dei migliori manga mai scritti, sperando che la conclusione ed il continuo del manga siano all’altezza di tutta l’opera.
1. I disegni e lo stile di Miura: l’autore con un tratto sporco e tutt’altro che preciso rende i combattimenti tra Gatsu e i mostri sanguinosi e violenti.
2. I personaggi: quest’opera vede come protagonista Gatsu, un giovane mercenario con cui è difficile familiarizzare all’inizio dell’opera; in seguito durante la saga della banda dei falchi, nel flashback del protagonista, si viene a conoscere la storia dietro al personaggio e Miura fa un’analisi psicologica di quest’ultimo facendolo amare a ogni lettore. Ma oltre a Gatsu l’autore si sofferma sulle storie e sul passato di tutti i personaggi, dai più secondari a quelli più significativi, creando così un legame tra il lettore ed ogni personaggio.
3. La storia: tutto comincia con un inizio in medias res dove conosciamo Gatsu, il protagonista, e Pak, un piccolo elfo, il personaggio che affilia al punto di vista del lettore, infatti si pone domande su chi sia Gatsu e sul perché sia così freddo e spietato. Dopo tre volumi, della black edition, con lo scatenamento “dell’eclissi”, un fatto inizialmente sconosciuto al lettore ma non al protagonista, e all’incontro con un personaggio chiamato Grifis inizia il flashback di Gatsu che ripercorre tutte le fasi della sua vita fino a scoprire tutto su questo mondo misterioso e su questi fatti surreali.
"Berserk" sicuramente è un manga eccezionale sotto molto punto di vista, ma purtroppo detiene anche alcuni difetti. Dopo la fine dell’eclissi Gatsu inizia un lungo viaggio che dura per quasi trenta volumi, questa fase del manga è molto interessante e avvincente, ma non regge l’altezza dell’inizio sotto il punto di vista della storia e anche di quello artistico (probabilmente Miura era già malato e ciò comporta questo), ma il vero delirio inizia nel volume 35 della Black Edition stampata da Panini quando a causa di una battaglia il manga prende una svolta incoerente con il resto della storia, ma soprattutto -a parer mio- insensata.
Nonostante tutto "Berserk" rimane per me uno dei migliori manga mai scritti, sperando che la conclusione ed il continuo del manga siano all’altezza di tutta l’opera.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Un po' di sesso, qualche scena di sturpo, un protagonista "cazzuto" che scopre di avere ancora molto da imparare, un viaggio di formazione. Se siete tra quelli che credono che un manga sia un prodotto studiabile a tavolino, il cui successo è determinato da ingredienti somministrati nella giusta dose (come le Powerpuff girls) evitate "Berserk". La cura delle tavole vi lascerà meravigliati ma, sul lungo periodo, non lo capirete. Vi farà venire il mal di testa. E vi farà arrabbiare.
Il lungo manga incompiuto di Kentaro Miura merita di figurare tra opere del passato come "Rocky Joe" e "Motori in Pista", perché non si limita ad andare incontro ai gusti del grosso pubblico (anzi, alcune scene gli hanno causato problemi in patria e all'estero) ma descrive i personaggi come apparirebbero nella realtà, anche con tratti disgustosi, caratteri avidi e meschini, con personalità fragili e imbelli, eppure eroici proprio per questo, perché vanno avanti nonostante tutto.
Gatsu vive in un medioevo dove i mostri sono di casa e la magia è reale, dove nulla ti viene regalato, ma devi sudartelo. Figlio di una donna giustiziata per stregoneria e adottato da un "padre" riluttante; il trattamento che l'uomo riserva al ragazzino non è di favore, ma Gatsu imparerà da lui le basi del combattimento che gli permetteranno di entrare come mercenario nella Compagnia dei Falchi. Gatsu non conosce se stesso: per tutta la sua gioventù ha imparato solo come difendersi, ma la sua tenacia e la lealtà attirano l'attenzione di Griffith, leader carismatico ed efebico dei Falchi. Griffith è abituato ad ottenere tutto quello che vuole, ma qualcosa lo lega indissolubilmente al nuovo compagno, qualcosa che non è solo amicizia. Questo incontro permetterà loro di scoprire chi sono veramente, con esiti catastrofici per l'intero mondo, quando il potere della magia verrà a galla. Caska, la donna che Griffith ha salvato da un destino di schiavitù, ha rinunciato alla propria femminilità per servirlo, in verità segretamente innamorata di lui. Gatsu è l'imprevisto, è lo straniero, la zizzania nel campo. Caska e Gatsu finiranno per mettersi insieme. La scintilla che scatenerà l'inferno in terra. Griffith ha creato Caska per come noi la conosciamo. Griffith la distruggerà.
E qui sta il colpo di genio di Miura: vagare per il mondo in cerca di vendetta è esattamente ciò che il lettore si aspetta dall'eroe, ma il fumettista coinvolge tutti, anche chi resta, anche chi non partecipa alla battaglia. Caska, senza memoria, privata della parola, viene abbandonata, sia pure in un luogo sicuro. Gatsu è stato egoista? Le voleva veramente bene? Una vendetta vale più della donna amata? Non sta a noi giudicare. La storia non è ancora finita... ma ciò che conta è la capacità di Miura di suscitare in noi dilemmi morali.
Scomparso precocemente, Miura ha lasciato disposizioni affinché altri concludano il manga.
Un po' di sesso, qualche scena di sturpo, un protagonista "cazzuto" che scopre di avere ancora molto da imparare, un viaggio di formazione. Se siete tra quelli che credono che un manga sia un prodotto studiabile a tavolino, il cui successo è determinato da ingredienti somministrati nella giusta dose (come le Powerpuff girls) evitate "Berserk". La cura delle tavole vi lascerà meravigliati ma, sul lungo periodo, non lo capirete. Vi farà venire il mal di testa. E vi farà arrabbiare.
Il lungo manga incompiuto di Kentaro Miura merita di figurare tra opere del passato come "Rocky Joe" e "Motori in Pista", perché non si limita ad andare incontro ai gusti del grosso pubblico (anzi, alcune scene gli hanno causato problemi in patria e all'estero) ma descrive i personaggi come apparirebbero nella realtà, anche con tratti disgustosi, caratteri avidi e meschini, con personalità fragili e imbelli, eppure eroici proprio per questo, perché vanno avanti nonostante tutto.
Gatsu vive in un medioevo dove i mostri sono di casa e la magia è reale, dove nulla ti viene regalato, ma devi sudartelo. Figlio di una donna giustiziata per stregoneria e adottato da un "padre" riluttante; il trattamento che l'uomo riserva al ragazzino non è di favore, ma Gatsu imparerà da lui le basi del combattimento che gli permetteranno di entrare come mercenario nella Compagnia dei Falchi. Gatsu non conosce se stesso: per tutta la sua gioventù ha imparato solo come difendersi, ma la sua tenacia e la lealtà attirano l'attenzione di Griffith, leader carismatico ed efebico dei Falchi. Griffith è abituato ad ottenere tutto quello che vuole, ma qualcosa lo lega indissolubilmente al nuovo compagno, qualcosa che non è solo amicizia. Questo incontro permetterà loro di scoprire chi sono veramente, con esiti catastrofici per l'intero mondo, quando il potere della magia verrà a galla. Caska, la donna che Griffith ha salvato da un destino di schiavitù, ha rinunciato alla propria femminilità per servirlo, in verità segretamente innamorata di lui. Gatsu è l'imprevisto, è lo straniero, la zizzania nel campo. Caska e Gatsu finiranno per mettersi insieme. La scintilla che scatenerà l'inferno in terra. Griffith ha creato Caska per come noi la conosciamo. Griffith la distruggerà.
E qui sta il colpo di genio di Miura: vagare per il mondo in cerca di vendetta è esattamente ciò che il lettore si aspetta dall'eroe, ma il fumettista coinvolge tutti, anche chi resta, anche chi non partecipa alla battaglia. Caska, senza memoria, privata della parola, viene abbandonata, sia pure in un luogo sicuro. Gatsu è stato egoista? Le voleva veramente bene? Una vendetta vale più della donna amata? Non sta a noi giudicare. La storia non è ancora finita... ma ciò che conta è la capacità di Miura di suscitare in noi dilemmi morali.
Scomparso precocemente, Miura ha lasciato disposizioni affinché altri concludano il manga.
Nell’approcciarmi alla recensione di quello che ritengo uno dei manga migliori che abbia mai letto, per storia e per disegni, riconosco di essere in estrema difficoltà, perché parlare in maniera appassionata e approfondita di “Berserk” è questione tutt'altro che semplice.
La mia personalissima storia con il manga del compianto Kentarou Miura inizia, come già accaduto per altre opere, al Napoli Comicon, edizione 2022, la prima dopo la pandemia. All’epoca, avevo tempo e voglia a disposizione da dedicare alle live su Twitch, specialmente quelle incentrate sullo sconfinato mondo della cultura pop giapponese. Lo streamer che più di tutti riusciva ad intrattenermi era il buon vecchio Domenico, in arte Cavernadiplatone, che nelle sue live faceva una testa così ai suoi followers proprio su “Berserk”. Nonostante il suo ideatore e creatore fosse prematuramente scomparso, egli riteneva che il suo fosse un manga da leggere assolutamente, a tutti i costi. Così, per farla breve, al Napoli Comicon di quell’anno, da suo grande fan, mi misi in fila per una sorta di firmacopie, ma c’era un problema: non avevo nulla che potesse essere firmato, esclusa la maglietta che non volevo “imbrattare”. Allora, mi recai allo stand di manga più vicino e comprai, senza neanche pensarci, il primo volume di “Berserk”, che poi, non mi feci mai firmare. Onestamente, non sono mai stato un grande amante delle file chilometriche. Così, a casa mi ritrovai col volume iniziale di un manga che, a quel tempo, non avevo voglia di leggere e che sarebbe rimasto sullo scaffale per quasi due anni. Tra una settimana, infatti, inizierà il Napoli Comicon 2024 e io ho da qualche giorno finito di leggere quel capolavoro assoluto che è “Berserk”, scritto e disegnato dal genio Kentarou Miura.
Nel regno delle Midlands, un imprecisato posto di un ignoto paese, in un periodo storico sorprendentemente simile al medioevo europeo, s'aggira minaccioso un ragazzo vestito di nero, armato di uno spadone enorme, ben più grande di un essere umano. Il guerriero è guercio dall'occhio sinistro e monco del braccio destro (almeno nella versione occidentale) che ha rimpiazzato con una protesi metallica con dentro nascosto un piccolo cannone. Il ragazzo si chiama Gatsu e gira per il mondo in cerca di pura e semplice vendetta, per un torto subito nel passato, di cui ancora non si conosce la storia. Gatsu è un trovatello che è stato allevato da un condottiero di ventura e, da quest’ultimo, iniziato alle arti militari già a sei anni. Per merito di questo duro e duraturo apprendistato, il ragazzo è diventato un guerriero molto forte, che, nonostante le tante proposte di carriera decisamente più “allettanti”, che lo porterebbero a non vivere più il terrore della morte, incubo di ogni poveretto che disgraziatamente si guadagna da vivere come mercenario, decide di vagare di battaglia in battaglia. Un giorno, Gatsu si unisce ad un gruppo di mercenari capitanato da un ragazzo di non nobili origini, Grifis, che lo sconfigge in duello conquistando così la sua vita (“tu mi appartieni, deciderò io quando morirai”). Da questo momento in poi, inizia l’exploit di quello che sarà poi da tutti conosciuto come il Guerriero o Cavaliere Nero.
Come tutti sanno, anche quelli che “Berserk" non l’hanno mai letto e ne hanno solamente sentito parlare da terzi, nel manga, c’è un momento che fa da spartiacque totale: l’Eclissi. Per dirla semplicemente, esiste un “Berserk” precedente all’Eclissi ed esiste un “Berserk” successivo all’Eclisse. Per rendere meglio l’idea, c’è l’Età dell’Oro e poi ci sono tutte le altre saghe. E, onestamente, sull’Età dell’Oro c’è ben poco da dire, è un capolavoro assoluto, tanto da mettere d’accordo i critici di tutto il mondo. L’Età dell’Oro racconta dell’ingresso di Gatsu nell’Armata dei Falchi e del suo incontro, fondamentale per i destini di entrambi, con Grifis. Gatsu è un guerriero cresciuto a pane e guerra, che soltanto per un brevissimo periodo della sua drammatica vita ha conosciuto il calore dell’amore materno. Il “padre” Gambino lo ha iniziato alle arti della guerra in tenera età e, quindi, crescendo, Gatsu è diventato fin troppo familiare con questo mondo fatto di distruzione e solitudine. Per lui si potrebbe fare lo stesso discorso valido per la creatura del “Frankenstein” di Mary Shelley. Se Gatsu ha conosciuto quasi solo ed esclusivamente il male, non può fare del bene, anzi, non sa neanche che cosa sia. Gatsu è solo conoscitore di campi di battaglia, infatti, la sua migliore amica è una spada. Durante gli anni trascorsi nell’esercito mercenario del padre, Gatsu vive tante esperienze orribili, una in particolar modo, che lo cambiano in peggio e lo rendono un ragazzo apatico e scontroso. Tutto cambia quando, un giorno, incrocia la sua spada con quella di un altro ragazzo della sua stessa età, diverso soprattutto per la chioma bianca scintillante, Grifis, capitano di un gruppo di mercenari conosciuto come l’Armata dei Falchi. Potremmo dire che la saga, per la quasi sua interezza, sia basata sulla dicotomia tra questi due personaggi. Da un lato, Gatsu, l’ultimo arrivato nella Squadra dei Falchi, che riuscirà sin da subito a distinguersi in battaglia, tanto da scalare rapidamente le gerarchie. Seppur diffidente in un primo momento, egli si rende presto conto che l’Armata dei Falchi è diversa da qualsiasi altro gruppo di mercenari in cui abbia mai militato. Qui, fa la conoscenza di persone che arriveranno poi a rappresentare quella famiglia da lui mai avuta e tanto desiderata: Kolcas, Pipin, Judo, Rickert, Caska e Grifis. È grazie soprattutto alla loro sincera amicizia se Gatsu inizia ad aprirsi maggiormente ed apparire più sorridente. Egli si trova a proprio agio tra persone che come lui masticano una sola lingua, quella della guerra, e con loro vive alcuni dei momenti più felici e significativi della propria vita. Tanto basta a Gatsu per essere felice: avere una famiglia e continuare ad impugnare una spada su un campo di battaglia. Dall’altro lato, Grifis, il comandante dell’Armata dei Falchi. Fine stratega e grande conoscitore di tecniche militari, sarà soprattutto grazie alla sua intelligenza ed al suo ingegno se la Squadra dei Falchi arriverà a farsi un nome nelle Midlands. In Gatsu, trova un amico leale e sincero, a cui affidare la propria vita. Grifis, però, a differenza del Guerriero Nero, non si accontenta della propria condizione, perché vuole costantemente migliorarla. Egli ha un sogno: avere un regno tutto suo. E, al fine di coronare questo sogno, è disposto a fare qualsiasi cosa. A questo punto, Miura pone indirettamente al lettore un quesito esistenzialista: ‘cosa sei disposto a sacrificare per raggiungere il tuo sogno? Se il coronamento di quest’ultimo comportasse il sacrificio dei tuoi stessi amici, saresti comunque disposto ad andare avanti oppure avresti la forza e la volontà di fermarti?’. La strada scelta da Grifis, noi lettori di “Berserk”, la conosciamo molto bene, ma se dovessimo trovarci nella sua stessa situazione, come reagiremmo? In questo modo, Miura porta i suoi lettori a porsi delle domande e, soprattutto, a provare dei sentimenti fortissimi verso i protagonisti della storia. Senza ombra di dubbio, l’Eclissi rappresenta l’apice del manga e l’Età dell’Oro la saga più bella e coinvolgente, tant'è che spesso, nel leggere i volumi successivi, mi domandavo se il manga avrebbe mai più raggiunto quei livelli. Quando penso all’Età dell’Oro, un solo sentimento mi pervade: la nostalgia.
Nonostante, per quanto mi riguarda, i picchi dell’Eclisse non siano mai più stati raggiunti nel manga, tutte le saghe successive a quella dell’Età dell’Oro restano di grandissimo impatto e coinvolgimento. L’Armata dei Falchi come la conoscevamo non esiste più e, adesso, ci sono soltanto Gatsu e Caska, i quali intraprendono un lungo viaggio, destinato a concludersi soltanto dopo moltissime avventure e peripezie. Nel corso di questo itinerario, i due fanno la conoscenza di nuovi amici, non soltanto umani, e Gatsu sperimenta una situazione mai provata prima di allora, quella di non dover combattere più soltanto per sé stesso, ma anche per qualcun altro, che lui vuole proteggere ad ogni costo. Questa situazione del tutto nuova è ben rappresentata dall’immagine della spada che, per la prima volta, viene ad assumere un peso maggiore per Gatsu, perché da quella spada non dipende più soltanto la sua vita. Quello compiuto dal Guerriero Nero viene ad assumere i connotati di un autentico viaggio di formazione, durante il quale il gruppo originariamente composto da lui e Caska accoglie nuovi membri: Pack, Isidoro, Shilke, Ibarella, Farnese, Serpico, Roderick, Magnifico e Isma. Al loro fianco, Gatsu diventa un uomo migliore e, grazie alla presenza in particolar modo di Isidoro e Pack, la storia viene ad assumere dei toni più leggeri e comici, utili a spezzare quello cupo originario e distintivo dell’intero manga. Più di ogni altra cosa, a mio modesto avviso, questa parte dell’opera è dedicata ad unico grande tema: l’amore. A dispetto di ciò che si potrebbe pensare, “Berserk” è e sa essere anche un manga romantico, che racconta di una stupenda, seppur travagliata, storia d’amore, fatta di devozione ed incomprensioni, che vede protagonisti Gatsu e Caska. Per lei e soltanto per lei, Gatsu si decide ad intraprendere un lungo viaggio, in apparenza senza meta. Per lei, Gatsu si immola istintivamente contro quei nemici che minacciano la loro sicurezza. Per lei, cerca ed impara ad essere diverso da come era prima, meno scontroso e più comprensivo e maturo. Certo, non sarà la storia d’amore rose e fiori tipica delle romcom, con il finale già scritto ad inizio storia, ma la devozione e il sentimento che animano Gatsu non li ho riscontrati in quasi nessun altro personaggio, che fosse di un anime, un manga o una serie tv.
Un ultimo brevissimo accenno lo merita il tema di Dio, che trova approfondimento in un capitolo scritto da Miura ma mai pubblicato a volume, perché da lui stesso ritenuto troppo ricco di contenuti ed informazioni. Di certo, non mi ritengo all’altezza per trattare un tema così ampio e complesso, ma il modo in cui Miura parla di Dio, avanzando l’idea che egli sia stato creato dall’uomo e che contenga dentro di sé sia il bene che il male, ci fa capire come “Berserk” sia un manga estremamente pregno di filosofia, in particolar modo quella di Nietzsche. La morte di Dio e l’idea della creazione umana della divinità, pur essendo diventate incredibilmente mainstream, sono concetti che mi hanno sempre affascinato, sin dalle superiori. Anche sotto questo punto di vista, almeno con il sottoscritto, Miura ha fatto centro.
Infine, mi sembra doveroso esprimermi sui disegni. Onestamente, una sola parola mi viene in mente per descriverli: perfezione. Ogni tavola è un’opera d’arte, da ammirare e stare a contemplare per minuti. Il tratto di Miura, come quello di Go Nagai a cui chiaramente si ispira, soprattutto in alcune espressioni di Gatsu, è incredibilmente sporco ma, allo stesso tempo, chiaro e preciso. Raramente non sono riuscito a capire qualche tavola e, lo ammetto, in quei casi era solo ed esclusivamente per la mia negligenza e basta. Ho perso il conto delle volte in cui mi sono ritrovato a sgranare gli occhi davanti ad un disegno di Miura, che col passare del tempo e degli anni era riuscito addirittura a perfezionare un tratto già distintivo e sensazionale all’altezza della prima pagina del primo capitolo. “Berserk” non sarebbe stato lo stesso senza i disegni di Miura e, mi duole dirlo, non è e non potrà mai più essere lo stesso dopo la morte del suo creatore, a cui va un profondo grazie, per aver scritto e disegnato una delle storie più complete ed emozionanti in cui mi sia mai imbattuto.
Arrivato alla fine di questa recensione, mi rendo conto di aver scritto e detto tanto, ma non tutto, questo è certo. Di “Berserk”, potrei stare a parlare per giorni, senza stancarmi mai ed anzi trovando sempre qualcosa di nuovo di cui discutere. Perché, a differenza di ciò che molti sostengono, “Berserk” è tutto bello, fatta eccezione per qualche rallentamento intorno al volume 33-34. D’altronde, però, se il suo stesso creatore aveva cominciato ad avere delle difficoltà, un motivo ci dovrà pur essere stato. A questo punto, almeno per il sottoscritto, resta un solo grande nodo da sciogliere, quello del voto, che però, alla fine, è e resta solamente un numero. Come sempre, conta molto di più ciò che un’opera trasmette e “Berserk” è riuscito a farmi sperimentare, in circa quaranta volumi, quasi tutto il ventaglio vastissimo delle emozioni umane.
Grazie di tutto sensei, per aver creato una storia e dei personaggi immortali, destinati a rimanere nei cuori di tantissimi lettori in tutto il mondo.
La mia personalissima storia con il manga del compianto Kentarou Miura inizia, come già accaduto per altre opere, al Napoli Comicon, edizione 2022, la prima dopo la pandemia. All’epoca, avevo tempo e voglia a disposizione da dedicare alle live su Twitch, specialmente quelle incentrate sullo sconfinato mondo della cultura pop giapponese. Lo streamer che più di tutti riusciva ad intrattenermi era il buon vecchio Domenico, in arte Cavernadiplatone, che nelle sue live faceva una testa così ai suoi followers proprio su “Berserk”. Nonostante il suo ideatore e creatore fosse prematuramente scomparso, egli riteneva che il suo fosse un manga da leggere assolutamente, a tutti i costi. Così, per farla breve, al Napoli Comicon di quell’anno, da suo grande fan, mi misi in fila per una sorta di firmacopie, ma c’era un problema: non avevo nulla che potesse essere firmato, esclusa la maglietta che non volevo “imbrattare”. Allora, mi recai allo stand di manga più vicino e comprai, senza neanche pensarci, il primo volume di “Berserk”, che poi, non mi feci mai firmare. Onestamente, non sono mai stato un grande amante delle file chilometriche. Così, a casa mi ritrovai col volume iniziale di un manga che, a quel tempo, non avevo voglia di leggere e che sarebbe rimasto sullo scaffale per quasi due anni. Tra una settimana, infatti, inizierà il Napoli Comicon 2024 e io ho da qualche giorno finito di leggere quel capolavoro assoluto che è “Berserk”, scritto e disegnato dal genio Kentarou Miura.
Nel regno delle Midlands, un imprecisato posto di un ignoto paese, in un periodo storico sorprendentemente simile al medioevo europeo, s'aggira minaccioso un ragazzo vestito di nero, armato di uno spadone enorme, ben più grande di un essere umano. Il guerriero è guercio dall'occhio sinistro e monco del braccio destro (almeno nella versione occidentale) che ha rimpiazzato con una protesi metallica con dentro nascosto un piccolo cannone. Il ragazzo si chiama Gatsu e gira per il mondo in cerca di pura e semplice vendetta, per un torto subito nel passato, di cui ancora non si conosce la storia. Gatsu è un trovatello che è stato allevato da un condottiero di ventura e, da quest’ultimo, iniziato alle arti militari già a sei anni. Per merito di questo duro e duraturo apprendistato, il ragazzo è diventato un guerriero molto forte, che, nonostante le tante proposte di carriera decisamente più “allettanti”, che lo porterebbero a non vivere più il terrore della morte, incubo di ogni poveretto che disgraziatamente si guadagna da vivere come mercenario, decide di vagare di battaglia in battaglia. Un giorno, Gatsu si unisce ad un gruppo di mercenari capitanato da un ragazzo di non nobili origini, Grifis, che lo sconfigge in duello conquistando così la sua vita (“tu mi appartieni, deciderò io quando morirai”). Da questo momento in poi, inizia l’exploit di quello che sarà poi da tutti conosciuto come il Guerriero o Cavaliere Nero.
Come tutti sanno, anche quelli che “Berserk" non l’hanno mai letto e ne hanno solamente sentito parlare da terzi, nel manga, c’è un momento che fa da spartiacque totale: l’Eclissi. Per dirla semplicemente, esiste un “Berserk” precedente all’Eclissi ed esiste un “Berserk” successivo all’Eclisse. Per rendere meglio l’idea, c’è l’Età dell’Oro e poi ci sono tutte le altre saghe. E, onestamente, sull’Età dell’Oro c’è ben poco da dire, è un capolavoro assoluto, tanto da mettere d’accordo i critici di tutto il mondo. L’Età dell’Oro racconta dell’ingresso di Gatsu nell’Armata dei Falchi e del suo incontro, fondamentale per i destini di entrambi, con Grifis. Gatsu è un guerriero cresciuto a pane e guerra, che soltanto per un brevissimo periodo della sua drammatica vita ha conosciuto il calore dell’amore materno. Il “padre” Gambino lo ha iniziato alle arti della guerra in tenera età e, quindi, crescendo, Gatsu è diventato fin troppo familiare con questo mondo fatto di distruzione e solitudine. Per lui si potrebbe fare lo stesso discorso valido per la creatura del “Frankenstein” di Mary Shelley. Se Gatsu ha conosciuto quasi solo ed esclusivamente il male, non può fare del bene, anzi, non sa neanche che cosa sia. Gatsu è solo conoscitore di campi di battaglia, infatti, la sua migliore amica è una spada. Durante gli anni trascorsi nell’esercito mercenario del padre, Gatsu vive tante esperienze orribili, una in particolar modo, che lo cambiano in peggio e lo rendono un ragazzo apatico e scontroso. Tutto cambia quando, un giorno, incrocia la sua spada con quella di un altro ragazzo della sua stessa età, diverso soprattutto per la chioma bianca scintillante, Grifis, capitano di un gruppo di mercenari conosciuto come l’Armata dei Falchi. Potremmo dire che la saga, per la quasi sua interezza, sia basata sulla dicotomia tra questi due personaggi. Da un lato, Gatsu, l’ultimo arrivato nella Squadra dei Falchi, che riuscirà sin da subito a distinguersi in battaglia, tanto da scalare rapidamente le gerarchie. Seppur diffidente in un primo momento, egli si rende presto conto che l’Armata dei Falchi è diversa da qualsiasi altro gruppo di mercenari in cui abbia mai militato. Qui, fa la conoscenza di persone che arriveranno poi a rappresentare quella famiglia da lui mai avuta e tanto desiderata: Kolcas, Pipin, Judo, Rickert, Caska e Grifis. È grazie soprattutto alla loro sincera amicizia se Gatsu inizia ad aprirsi maggiormente ed apparire più sorridente. Egli si trova a proprio agio tra persone che come lui masticano una sola lingua, quella della guerra, e con loro vive alcuni dei momenti più felici e significativi della propria vita. Tanto basta a Gatsu per essere felice: avere una famiglia e continuare ad impugnare una spada su un campo di battaglia. Dall’altro lato, Grifis, il comandante dell’Armata dei Falchi. Fine stratega e grande conoscitore di tecniche militari, sarà soprattutto grazie alla sua intelligenza ed al suo ingegno se la Squadra dei Falchi arriverà a farsi un nome nelle Midlands. In Gatsu, trova un amico leale e sincero, a cui affidare la propria vita. Grifis, però, a differenza del Guerriero Nero, non si accontenta della propria condizione, perché vuole costantemente migliorarla. Egli ha un sogno: avere un regno tutto suo. E, al fine di coronare questo sogno, è disposto a fare qualsiasi cosa. A questo punto, Miura pone indirettamente al lettore un quesito esistenzialista: ‘cosa sei disposto a sacrificare per raggiungere il tuo sogno? Se il coronamento di quest’ultimo comportasse il sacrificio dei tuoi stessi amici, saresti comunque disposto ad andare avanti oppure avresti la forza e la volontà di fermarti?’. La strada scelta da Grifis, noi lettori di “Berserk”, la conosciamo molto bene, ma se dovessimo trovarci nella sua stessa situazione, come reagiremmo? In questo modo, Miura porta i suoi lettori a porsi delle domande e, soprattutto, a provare dei sentimenti fortissimi verso i protagonisti della storia. Senza ombra di dubbio, l’Eclissi rappresenta l’apice del manga e l’Età dell’Oro la saga più bella e coinvolgente, tant'è che spesso, nel leggere i volumi successivi, mi domandavo se il manga avrebbe mai più raggiunto quei livelli. Quando penso all’Età dell’Oro, un solo sentimento mi pervade: la nostalgia.
Nonostante, per quanto mi riguarda, i picchi dell’Eclisse non siano mai più stati raggiunti nel manga, tutte le saghe successive a quella dell’Età dell’Oro restano di grandissimo impatto e coinvolgimento. L’Armata dei Falchi come la conoscevamo non esiste più e, adesso, ci sono soltanto Gatsu e Caska, i quali intraprendono un lungo viaggio, destinato a concludersi soltanto dopo moltissime avventure e peripezie. Nel corso di questo itinerario, i due fanno la conoscenza di nuovi amici, non soltanto umani, e Gatsu sperimenta una situazione mai provata prima di allora, quella di non dover combattere più soltanto per sé stesso, ma anche per qualcun altro, che lui vuole proteggere ad ogni costo. Questa situazione del tutto nuova è ben rappresentata dall’immagine della spada che, per la prima volta, viene ad assumere un peso maggiore per Gatsu, perché da quella spada non dipende più soltanto la sua vita. Quello compiuto dal Guerriero Nero viene ad assumere i connotati di un autentico viaggio di formazione, durante il quale il gruppo originariamente composto da lui e Caska accoglie nuovi membri: Pack, Isidoro, Shilke, Ibarella, Farnese, Serpico, Roderick, Magnifico e Isma. Al loro fianco, Gatsu diventa un uomo migliore e, grazie alla presenza in particolar modo di Isidoro e Pack, la storia viene ad assumere dei toni più leggeri e comici, utili a spezzare quello cupo originario e distintivo dell’intero manga. Più di ogni altra cosa, a mio modesto avviso, questa parte dell’opera è dedicata ad unico grande tema: l’amore. A dispetto di ciò che si potrebbe pensare, “Berserk” è e sa essere anche un manga romantico, che racconta di una stupenda, seppur travagliata, storia d’amore, fatta di devozione ed incomprensioni, che vede protagonisti Gatsu e Caska. Per lei e soltanto per lei, Gatsu si decide ad intraprendere un lungo viaggio, in apparenza senza meta. Per lei, Gatsu si immola istintivamente contro quei nemici che minacciano la loro sicurezza. Per lei, cerca ed impara ad essere diverso da come era prima, meno scontroso e più comprensivo e maturo. Certo, non sarà la storia d’amore rose e fiori tipica delle romcom, con il finale già scritto ad inizio storia, ma la devozione e il sentimento che animano Gatsu non li ho riscontrati in quasi nessun altro personaggio, che fosse di un anime, un manga o una serie tv.
Un ultimo brevissimo accenno lo merita il tema di Dio, che trova approfondimento in un capitolo scritto da Miura ma mai pubblicato a volume, perché da lui stesso ritenuto troppo ricco di contenuti ed informazioni. Di certo, non mi ritengo all’altezza per trattare un tema così ampio e complesso, ma il modo in cui Miura parla di Dio, avanzando l’idea che egli sia stato creato dall’uomo e che contenga dentro di sé sia il bene che il male, ci fa capire come “Berserk” sia un manga estremamente pregno di filosofia, in particolar modo quella di Nietzsche. La morte di Dio e l’idea della creazione umana della divinità, pur essendo diventate incredibilmente mainstream, sono concetti che mi hanno sempre affascinato, sin dalle superiori. Anche sotto questo punto di vista, almeno con il sottoscritto, Miura ha fatto centro.
Infine, mi sembra doveroso esprimermi sui disegni. Onestamente, una sola parola mi viene in mente per descriverli: perfezione. Ogni tavola è un’opera d’arte, da ammirare e stare a contemplare per minuti. Il tratto di Miura, come quello di Go Nagai a cui chiaramente si ispira, soprattutto in alcune espressioni di Gatsu, è incredibilmente sporco ma, allo stesso tempo, chiaro e preciso. Raramente non sono riuscito a capire qualche tavola e, lo ammetto, in quei casi era solo ed esclusivamente per la mia negligenza e basta. Ho perso il conto delle volte in cui mi sono ritrovato a sgranare gli occhi davanti ad un disegno di Miura, che col passare del tempo e degli anni era riuscito addirittura a perfezionare un tratto già distintivo e sensazionale all’altezza della prima pagina del primo capitolo. “Berserk” non sarebbe stato lo stesso senza i disegni di Miura e, mi duole dirlo, non è e non potrà mai più essere lo stesso dopo la morte del suo creatore, a cui va un profondo grazie, per aver scritto e disegnato una delle storie più complete ed emozionanti in cui mi sia mai imbattuto.
Arrivato alla fine di questa recensione, mi rendo conto di aver scritto e detto tanto, ma non tutto, questo è certo. Di “Berserk”, potrei stare a parlare per giorni, senza stancarmi mai ed anzi trovando sempre qualcosa di nuovo di cui discutere. Perché, a differenza di ciò che molti sostengono, “Berserk” è tutto bello, fatta eccezione per qualche rallentamento intorno al volume 33-34. D’altronde, però, se il suo stesso creatore aveva cominciato ad avere delle difficoltà, un motivo ci dovrà pur essere stato. A questo punto, almeno per il sottoscritto, resta un solo grande nodo da sciogliere, quello del voto, che però, alla fine, è e resta solamente un numero. Come sempre, conta molto di più ciò che un’opera trasmette e “Berserk” è riuscito a farmi sperimentare, in circa quaranta volumi, quasi tutto il ventaglio vastissimo delle emozioni umane.
Grazie di tutto sensei, per aver creato una storia e dei personaggi immortali, destinati a rimanere nei cuori di tantissimi lettori in tutto il mondo.
Premessa: La mia recensione tratta esclusivamente dell'opera fino alla morte dell'autore originale.
"Berserk" è un capolavoro.
Questo è quello che direi se l'opera fosse finita nella prima metà circa. I toni cupi, la psicologia affascinante e intricata dei personaggi distinguono "Berserk" da qualsiasi altro fumetto mai disegnato. Il tratto sporco, ma mai privo di dettagli e le palesi ispirazioni dal mondo dell'arte, in senso lato, rendono lo sfogliare stesso del fumetto un'esperienza artistica sublime. In "Berserk" non c'è mai un momento in cui si può abbassare la guardia, mai un momento in cui si può tirare un sospiro di sollievo. Questa è l'atmosfera unica che Miura è riuscito a creare, grazie a diversi artifici narrativi e grafici. Infatti, a causa di un evento passato misterioso, il protagonista è costretto alla solitudine in quanto di notte viene assalito dalle anime perturbate dei morti, che cercano di trascinarlo con loro nell'Oltretomba. Sarà grazie a flashback, magistralmente realizzati, che scopriremo lentamente il passato del protagonista e potremo comprendere i dettagli della sua vita e della sua personalità presente. Questa narrazione ansiosa e perturbante culmina con il climax di un amplesso cui pensavamo di voler partecipare per poi renderci conto che sarebbe stato meglio non partecipare, dove tutti i nodi vengono al pettine e tutte le premesse narrative si realizzano magistralmente in una strage stranamente catartica.
Poi arriva la seconda metà dell'opera.
Tutti i lati positivi che ho finora elencato vengono scaraventati violentemente fuori dalla finestra in favore di personaggi macchiette del genere shōnen, gag infantili e humor "ecchi" generalmente ai danni di ragazzini minorenni e donne avvenenti, ma incapaci di intendere e volere. La premessa secondo cui il protagonista sarebbe in costante pericolo di assalto demonico viene dimenticata totalmente, le tavole vengono invase di bianco e la sensazione cupa che tanto rendeva "Berserk" un'opera unica viene abbandonata in favore dei "trope" classici del genere shōnen, con tanto di maghette maschiacci e (pseudo)protagonista maschio minorenne irriverente e indisciplinato, la cui presenza è principalmente funzionale, di nuovo, alle gag a sfondo sessuale. Un'intera metà dell'opera evirata delle caratteristiche che la rendevano unica, matura e intrattenente.
Perciò, da una parte valuterei la prima metà con un bel 9 pieno. La seconda metà dell'opera, invece, mi fa vergognare di avere i volumi nella collezione, a causa del contenuto questionabile, dando probabilmente un voto che si aggira sul 3. Per questo mi trovo costretto a dare un 5 complessivo all'opera.
A chi consiglio l'opera: fino al famoso punto climatico a chiunque abbia più di 15 anni. La seconda parte, invece, solo a chi ha meno di 15 anni. Qualsiasi cosa decidiate, non acquistate nessuna delle edizioni italiane attualmente in commercio per Panini. O sono di qualità pessima, o troppo esose per il prodotto che offrono.
"Berserk" è un capolavoro.
Questo è quello che direi se l'opera fosse finita nella prima metà circa. I toni cupi, la psicologia affascinante e intricata dei personaggi distinguono "Berserk" da qualsiasi altro fumetto mai disegnato. Il tratto sporco, ma mai privo di dettagli e le palesi ispirazioni dal mondo dell'arte, in senso lato, rendono lo sfogliare stesso del fumetto un'esperienza artistica sublime. In "Berserk" non c'è mai un momento in cui si può abbassare la guardia, mai un momento in cui si può tirare un sospiro di sollievo. Questa è l'atmosfera unica che Miura è riuscito a creare, grazie a diversi artifici narrativi e grafici. Infatti, a causa di un evento passato misterioso, il protagonista è costretto alla solitudine in quanto di notte viene assalito dalle anime perturbate dei morti, che cercano di trascinarlo con loro nell'Oltretomba. Sarà grazie a flashback, magistralmente realizzati, che scopriremo lentamente il passato del protagonista e potremo comprendere i dettagli della sua vita e della sua personalità presente. Questa narrazione ansiosa e perturbante culmina con il climax di un amplesso cui pensavamo di voler partecipare per poi renderci conto che sarebbe stato meglio non partecipare, dove tutti i nodi vengono al pettine e tutte le premesse narrative si realizzano magistralmente in una strage stranamente catartica.
Poi arriva la seconda metà dell'opera.
Tutti i lati positivi che ho finora elencato vengono scaraventati violentemente fuori dalla finestra in favore di personaggi macchiette del genere shōnen, gag infantili e humor "ecchi" generalmente ai danni di ragazzini minorenni e donne avvenenti, ma incapaci di intendere e volere. La premessa secondo cui il protagonista sarebbe in costante pericolo di assalto demonico viene dimenticata totalmente, le tavole vengono invase di bianco e la sensazione cupa che tanto rendeva "Berserk" un'opera unica viene abbandonata in favore dei "trope" classici del genere shōnen, con tanto di maghette maschiacci e (pseudo)protagonista maschio minorenne irriverente e indisciplinato, la cui presenza è principalmente funzionale, di nuovo, alle gag a sfondo sessuale. Un'intera metà dell'opera evirata delle caratteristiche che la rendevano unica, matura e intrattenente.
Perciò, da una parte valuterei la prima metà con un bel 9 pieno. La seconda metà dell'opera, invece, mi fa vergognare di avere i volumi nella collezione, a causa del contenuto questionabile, dando probabilmente un voto che si aggira sul 3. Per questo mi trovo costretto a dare un 5 complessivo all'opera.
A chi consiglio l'opera: fino al famoso punto climatico a chiunque abbia più di 15 anni. La seconda parte, invece, solo a chi ha meno di 15 anni. Qualsiasi cosa decidiate, non acquistate nessuna delle edizioni italiane attualmente in commercio per Panini. O sono di qualità pessima, o troppo esose per il prodotto che offrono.
Miura attraverso "Berserk" ha voluto esprimere la crudeltà e l'insufficienza della ragione umana di fronte ad eventi sovrannaturali ed inspiegabili, che hanno sovrastato i personaggi nel corso degli avvenimenti narrati dell'opera.
Il manga crudo, ma allo stesso tempo affascinante di "Berserk" ci trascina in una realtà magico-medievale: con tavole mozzafiato, che rappresentano combattimenti e (piccoli) dibattiti politici veramente fuori dalla realtà.
Gatsu, guerriero vendicatore, cercherà di trovare il significato della sua vita: per mezzo della guerra, degli amici e degli amori; per farlo utilizzerà la sua affidabile Ammazzadraghi: spada di un'altezza smisurata e un peso enorme, padroneggiata solamente dal protagonista nel corso dell'opera.
L'odio provato da Gatsu farà si che la sua personalità venga completamente sopraffatta dal desiderio di vendetta e di uccidere, che verrà placata dal voler proteggere le persone a lui care.
Lungo il suo viaggio incontrerà le più bizzarre creature che cercheranno di aiutarlo oppure di sbarrargli la strada verso la sua, ignota, destinazione.
Quest'opera che all'inizio avevo sottovalutato, ha completamente rivoluzionato il mio modo di leggere, di pensare, a come un manga possa cambiare il proprio pensiero, veramente super consigliato. Direi "pefforza" da leggere.
10/10
Il manga crudo, ma allo stesso tempo affascinante di "Berserk" ci trascina in una realtà magico-medievale: con tavole mozzafiato, che rappresentano combattimenti e (piccoli) dibattiti politici veramente fuori dalla realtà.
Gatsu, guerriero vendicatore, cercherà di trovare il significato della sua vita: per mezzo della guerra, degli amici e degli amori; per farlo utilizzerà la sua affidabile Ammazzadraghi: spada di un'altezza smisurata e un peso enorme, padroneggiata solamente dal protagonista nel corso dell'opera.
L'odio provato da Gatsu farà si che la sua personalità venga completamente sopraffatta dal desiderio di vendetta e di uccidere, che verrà placata dal voler proteggere le persone a lui care.
Lungo il suo viaggio incontrerà le più bizzarre creature che cercheranno di aiutarlo oppure di sbarrargli la strada verso la sua, ignota, destinazione.
Quest'opera che all'inizio avevo sottovalutato, ha completamente rivoluzionato il mio modo di leggere, di pensare, a come un manga possa cambiare il proprio pensiero, veramente super consigliato. Direi "pefforza" da leggere.
10/10
Attenzione: la recensione contiene spoiler!
"Berserk" è un manga seinen ambientato in un universo dark fantasy, scritto da Kentaro Miura. È un’opera abbastanza lunga, che ha risentito, purtroppo, di notevoli rallentamenti durante la produzione. Questo non ha scoraggiato innumerevoli lettori a seguirlo, attratti o dalla violenza o dalla complessità degli argomenti affrontati, se non da entrambe le cose.
Ho deciso di recensire questo manga dopo la morte dell’autore. Ora come ora, infatti, è difficile che l’opera sia ultimata: questo mi sprona a parlarne senza l’imbarazzo di trovarmi davanti a un lavoro incompiuto.
La trama è senza dubbio il punto forte del manga. "Berserk" è ambientato in un mondo fantasy, ma la sua storia è assolutamente originale rispetto al genere. Abbiamo il viaggio di un giovane eroe contro un nemico, sì; ma il protagonista non lotta per salvare il mondo, bensì per vendicarsi e poi per proteggere chi ama. La storia è lineare e semplice da seguire, senza buchi di trama, oltre che essere bella e avvincente. Forse sembrerò scontata, ma ritengo che la parte migliore sia la cosiddetta età dell’oro: ovvero, la sezione iniziale in cui si parla del passato del protagonista. In questa parte della storia, il tono è più realistico e anche gli sviluppi sono molto più avvincenti, anche se nel complesso il manga intriga anche nei capitoli successivi. Posso lamentare, al massimo, qualche lungaggine più avanti nella storia.
Ottimo il lavoro svolto anche per i personaggi. "Berserk" è un manga molto introspettivo e spesso introduce il lettore nel mondo interiore dei suoi protagonisti. Ovviamente, grande attenzione è dedicata ai personaggi principali: Gatsu e Caska in particolar modo. Ma non vanno trascurati alcuni personaggi secondari di notevole interesse, come Judo, Farnese e Serpico. L’antagonista, poi, è indimenticabile: quello che fa ha una sua logica, anche se è profondamente sbagliato. La storia tra lui e il protagonista, Gatsu, è estremamente complessa e non si può ridurre a una semplice dinamica buono-cattivo.
Il duo Gatsu-Grifis è molto interessante. Gatsu, d’aspetto, è il ritratto della mascolinità occidentale, ma è molto fragile, spesso insicuro e con la sua amata si mostra comprensivo. È per questo che lei si innamora di Gatsu, e non perché vede in lui un maschio alfa: mi è piaciuto molto il rapporto tra i due, nonostante non abbia molto amato la fidanzata di Gatsu. Al contrario, Grifis è di una bellezza efebica e delicata, simile a un principe azzurro, ma è carismatico, sanguinario e spietato.
Oltre a questi personaggi, mi ha colpito molto Judo, che viene tratteggiato con sottigliezza ed emerge sempre di più verso la fine dell’età dell’oro. Judo mi ha appassionata tantissimo come personaggio, perché è sensibile e altruista come pochi, ed è un valido amico e una presenza discreta. Ho apprezzato molto, poi, la vecchia strega maestra di Schierke. Nonostante io non abbia amato molto la sua allieva, la vecchia strega mi è piaciuta molto perché ha un carisma che solitamente i personaggi femminili non hanno, è serena e parla faccia a faccia con il Cavaliere del Teschio; altro personaggio che mi è piaciuto molto, perché è dalla parte di Gatsu. Bellissimo, poi, il personaggio di Serpico, con il quale non ho potuto fare a meno di simpatizzare: inizialmente lo odiavo, poi mi sono appassionata a lui. Probabilmente, mi è piaciuto perché, nonostante all’inizio sembri cinico e strafottente, in realtà è una persona responsabile e più avanti si apre anche con Gatsu. Mi è piaciuto anche Rickert, per la sua maturazione nel corso del manga, e Shilat, il simil-arabo (se non sbaglio si chiamano Kushan) che inizialmente combatte con Gatsu e poi si dimostra un valido alleato; un peccato non aver conosciuto lo sviluppo di questi personaggi. Io, poi, ho un debole per i personaggi che passano dalla parte dei bravi, per così dire.
Altri personaggi, invece, sono meno riusciti: mi riferisco a una lunga serie di macchiette comiche di cui il lettore poteva fare a meno. Inizialmente, la macchietta comica è soltanto l’elfo Pak, ma dopo l’età dell’oro si aggiungono al gruppo altri personaggi come Isidoro, l’elfetta Ibarella, Magnifico: tutto questo porta a un sovraccarico dell’elemento comico che l’autore non sempre gestisce al meglio, come vedremo più avanti. Per ora, dirò soltanto che le macchiette comiche sono relegate al loro ruolo, e sono di fatto personaggi di serie B, tagliati dalle opportunità di sviluppo che sono invece riservate ai personaggi “seri”.
Per quel che riguarda le tematiche, si dice spesso che "Berserk" neghi il libero arbitrio. Io, invece, non ne sono così certa (premesso che non mi posso esprimere con sicurezza per un lavoro non finito). Sì, i personaggi di "Berserk" sono spesso vittime dei demoni che infestano il loro mondo, interiore o esteriore. D’altra parte, sono loro a compiere le scelte della loro vita: è Gatsu che sceglie di proteggere la sua amata; è Farnese a scegliere di seguire Gatsu. Le difficoltà psicologiche connesse a queste scelte ci sono, ma non sono tali da cancellare la volontà di ognuno. Non c’è, in "Berserk", quell’atmosfera di prostrazione e rassegnazione che è tipica dell’assenza del libero arbitrio.
Se devo esprimermi, invece, sulle tematiche di "Berserk", potrei dire che esse sono nascoste dietro gli sviluppi della storia: la resilienza, la necessità di stare insieme, la solidarietà. Perché dietro alla crudezza delle sue tavole, al sangue e alle cattiverie, "Berserk" è fondamentalmente una storia di solidarietà. Basta osservare come si comporta Gatsu quando sta solo e quando sta in compagnia. Nel primo caso, è scontroso e pieno di rabbia, mentre si rasserena notevolmente quando sta con altre persone: la squadra dei Falchi prima, con la quale sembra dimenticare la sua infanzia dolorosa, e il gruppo di Farnese e Serpico poi, che lo sostiene e lo aiuta ad andare avanti. È in questo, secondo me, che "Berserk" è particolarmente riuscito: il manga ci offre sprazzi di ottimismo, fiducia e speranza che in un primo momento sembrano non trovare posto in un contesto così cupo e scabroso.
Un altro tema interessante è, come già accennato, la resilienza. Quando succede una tragedia, anche se ci impegniamo con tutta l’anima, è impossibile che tutto torni com'era prima. Non ci resta, quindi, che la resilienza: e Gatsu è un esempio compiuto di persona resiliente, che nonostante tutto trova sempre la forza di andare avanti.
Decisamente meno riuscito, invece, il tema della religione, introdotto nella sottotrama di Albione. Mi domando dov'era la necessità di parlare di cristianesimo in una storia prodotta in Giappone. Aldilà dei gravi misfatti commessi dalla Chiesa (su questo non ci piove), il cristianesimo viene dipinto in questi numeri con un anticlericalismo stereotipato e retorico. Vengono rappresentati roghi di massa, preti fanatici, un clima di terrore esasperato rispetto alla realtà storica. Il dipinto che ne deriva è troppo semplificato e unidirezionale. L’unica figura di prete più credibile, e che ho apprezzato, è quello del villaggio allagato. Un religioso decisamente bigotto e ottuso, ma che sa rivedere le proprie posizioni ed è, complessivamente, interessato a fare il bene dei suoi fedeli.
Il manga è noto per essere molto violento e scomodo: fondamentalmente, il contesto è quello di una guerra; quindi, è giusto non risparmiare al lettore particolari crudi nel loro realismo. C’è molto sangue sulle tavole di Miura, che non si fa problemi a illustrare anche interiora e stupri. D’altra parte, sono dell’idea che questa violenza si sarebbe potuta contenere, perché in alcuni punti sembra messa lì giusto per scioccare il lettore, o come puro elemento decorativo. "Berserk" non è realistico: è caratterizzato, invece, da un gusto più che altro espressionistico e barocco. Avrei preferito un’impostazione più sobria e realistica, anche se parlo del mio gusto. Non ho apprezzato, infatti, l’indugio su certi particolari truculenti, e avrei preferito che fosse molto più contenuto il numero di stupri. Sono troppi, rasentando il ridicolo, e oggetto di violenza sono sempre le donne (mentre avrei preferito che lo stupro maschile fosse più rappresentato). A proposito dei corpi femminili, sono perfetti: curve abbondanti al punto giusto e pance sempre rigorosamente piatte, laddove mi sarei aspettata una rappresentazione più naturalistica del corpo femminile. Anche molti soldati non vengono disegnati in modo realistico, ma con caratteri grotteschi.
In altri punti, invece, il manga ci offre scenari incantevoli e meravigliosi, oltre che simbolici. Anche qui, avrei voluto che l’elemento lirico fosse gestito meglio: spesso l’autore mette in bocca ai personaggi frasi filosofiche che nessuno nella realtà direbbe. Riconosco che è un tratto comune del genere, ma (sempre!) personalmente, io ho gusti più semplici e sobri, e apprezzo il realismo più di tutto. È, infatti, nei momenti di maggiore realismo che, a mio parere, il manga dà i risultati migliori: soprattutto nell’età dell’oro.
Infine, un ultimo tratto del tono di "Berserk" è l’inclusione dell’elemento comico. Apprezzo molto la consapevolezza che l’autore ha sull’importanza dell’ironia in una storia, specialmente se parliamo di una storia tragica come quella di "Berserk". D’altra parte, l’humour non è gestito molto bene. Come molte altre produzioni giapponesi, "Berserk" affida troppo il suo humour alle facce buffe e a macchiette comiche: l’elfo Pak, prima di tutto, che con il trascorrere dei volumi viene sempre più disegnato in modo cartoonesco e deforme. Inoltre, man mano si aggiungono altre macchiette, che, come ho già accennato, sono troppe. Verso la fine, i siparietti comici risultano addirittura esasperanti. È un modo di fare humour troppo facile e poco efficace: in tutto il fumetto, Pak mi ha fatto ridere soltanto una volta. E nel complesso, l’elemento comico non si amalgama bene e con naturalezza con il carattere più serio e tragico del manga: sono come due mondi separati.
Due parole a proposito di Pak: ho apprezzato molto l’evoluzione del suo rapporto con Gatsu durante i capitoli della condanna. Il protagonista comincia a rivalutare la compagnia dell’elfo, che prima disprezzava, e a sua volta Pak collabora attivamente con Gatsu, e arriva a occupare un ruolo centrale nella storia. Ma dopo qualche tempo, Pak si annulla completamente come personaggio. Inizialmente, Pak è sinceramente affezionato a Gatsu, ma dopo un po’ scompare ogni traccia di questa caratterizzazione e l’elfo si riduce completamente al suo ruolo di macchietta comica; diventa in questo modo freddo e assente, e sembra che non gli importi niente di ciò che gli succede intorno. È una mia osservazione, che mi sento di fare perché sono convinta che tutti i personaggi dovrebbero essere trattati allo stesso modo, senza essere relegati a una sorta di serie B.
A volte, invece, l’humour è più riuscito: mi riferisco a certi punti dell’età dell’oro, in cui l’ironia non si affida a macchiette comiche ma è inserita con più naturalezza nella storia.
Se c’è una cosa in cui "Berserk" eccelle, comunque, è il disegno. Perfetto il design dei personaggi, maniacale la cura dei dettagli, lovecraftiano il mondo che Miura dipinge; i disegni, poi, sono precisissimi e non si trovano mai difetti nelle proporzioni dei personaggi e degli ambienti. A volte i dettagli risultano addirittura troppi, e l’occhio non sa dove posarsi. In alcuni momenti, sembra di trovarsi davanti a dei quadri, tanto belle sono le illustrazioni.
Straordinario, per concludere, il world building. Il mondo di "Berserk" non è, di base, un mondo fantasy; le entità soprannaturali che lo infestano lo fanno per un motivo preciso, motivo connesso con gli sviluppi della storia. La trama di "Berserk", infatti, è intrecciata strettamente con gli eventi storici del suo mondo. Il protagonista e l’antagonista giocano un ruolo chiave in questi avvenimenti. Avrei soltanto preferito, però, che Miura si limitasse alle entità maligne, senza introdurre troppe creature di gusto più fiabesco, come fate, unicorni e maghi.
Nel complesso, "Berserk" è, nonostante qualche difetto, un’opera imponente, ricca di spunti di riflessione, e fa veramente male sapere che non avrà mai la conclusione che merita.
"Berserk" è un manga seinen ambientato in un universo dark fantasy, scritto da Kentaro Miura. È un’opera abbastanza lunga, che ha risentito, purtroppo, di notevoli rallentamenti durante la produzione. Questo non ha scoraggiato innumerevoli lettori a seguirlo, attratti o dalla violenza o dalla complessità degli argomenti affrontati, se non da entrambe le cose.
Ho deciso di recensire questo manga dopo la morte dell’autore. Ora come ora, infatti, è difficile che l’opera sia ultimata: questo mi sprona a parlarne senza l’imbarazzo di trovarmi davanti a un lavoro incompiuto.
La trama è senza dubbio il punto forte del manga. "Berserk" è ambientato in un mondo fantasy, ma la sua storia è assolutamente originale rispetto al genere. Abbiamo il viaggio di un giovane eroe contro un nemico, sì; ma il protagonista non lotta per salvare il mondo, bensì per vendicarsi e poi per proteggere chi ama. La storia è lineare e semplice da seguire, senza buchi di trama, oltre che essere bella e avvincente. Forse sembrerò scontata, ma ritengo che la parte migliore sia la cosiddetta età dell’oro: ovvero, la sezione iniziale in cui si parla del passato del protagonista. In questa parte della storia, il tono è più realistico e anche gli sviluppi sono molto più avvincenti, anche se nel complesso il manga intriga anche nei capitoli successivi. Posso lamentare, al massimo, qualche lungaggine più avanti nella storia.
Ottimo il lavoro svolto anche per i personaggi. "Berserk" è un manga molto introspettivo e spesso introduce il lettore nel mondo interiore dei suoi protagonisti. Ovviamente, grande attenzione è dedicata ai personaggi principali: Gatsu e Caska in particolar modo. Ma non vanno trascurati alcuni personaggi secondari di notevole interesse, come Judo, Farnese e Serpico. L’antagonista, poi, è indimenticabile: quello che fa ha una sua logica, anche se è profondamente sbagliato. La storia tra lui e il protagonista, Gatsu, è estremamente complessa e non si può ridurre a una semplice dinamica buono-cattivo.
Il duo Gatsu-Grifis è molto interessante. Gatsu, d’aspetto, è il ritratto della mascolinità occidentale, ma è molto fragile, spesso insicuro e con la sua amata si mostra comprensivo. È per questo che lei si innamora di Gatsu, e non perché vede in lui un maschio alfa: mi è piaciuto molto il rapporto tra i due, nonostante non abbia molto amato la fidanzata di Gatsu. Al contrario, Grifis è di una bellezza efebica e delicata, simile a un principe azzurro, ma è carismatico, sanguinario e spietato.
Oltre a questi personaggi, mi ha colpito molto Judo, che viene tratteggiato con sottigliezza ed emerge sempre di più verso la fine dell’età dell’oro. Judo mi ha appassionata tantissimo come personaggio, perché è sensibile e altruista come pochi, ed è un valido amico e una presenza discreta. Ho apprezzato molto, poi, la vecchia strega maestra di Schierke. Nonostante io non abbia amato molto la sua allieva, la vecchia strega mi è piaciuta molto perché ha un carisma che solitamente i personaggi femminili non hanno, è serena e parla faccia a faccia con il Cavaliere del Teschio; altro personaggio che mi è piaciuto molto, perché è dalla parte di Gatsu. Bellissimo, poi, il personaggio di Serpico, con il quale non ho potuto fare a meno di simpatizzare: inizialmente lo odiavo, poi mi sono appassionata a lui. Probabilmente, mi è piaciuto perché, nonostante all’inizio sembri cinico e strafottente, in realtà è una persona responsabile e più avanti si apre anche con Gatsu. Mi è piaciuto anche Rickert, per la sua maturazione nel corso del manga, e Shilat, il simil-arabo (se non sbaglio si chiamano Kushan) che inizialmente combatte con Gatsu e poi si dimostra un valido alleato; un peccato non aver conosciuto lo sviluppo di questi personaggi. Io, poi, ho un debole per i personaggi che passano dalla parte dei bravi, per così dire.
Altri personaggi, invece, sono meno riusciti: mi riferisco a una lunga serie di macchiette comiche di cui il lettore poteva fare a meno. Inizialmente, la macchietta comica è soltanto l’elfo Pak, ma dopo l’età dell’oro si aggiungono al gruppo altri personaggi come Isidoro, l’elfetta Ibarella, Magnifico: tutto questo porta a un sovraccarico dell’elemento comico che l’autore non sempre gestisce al meglio, come vedremo più avanti. Per ora, dirò soltanto che le macchiette comiche sono relegate al loro ruolo, e sono di fatto personaggi di serie B, tagliati dalle opportunità di sviluppo che sono invece riservate ai personaggi “seri”.
Per quel che riguarda le tematiche, si dice spesso che "Berserk" neghi il libero arbitrio. Io, invece, non ne sono così certa (premesso che non mi posso esprimere con sicurezza per un lavoro non finito). Sì, i personaggi di "Berserk" sono spesso vittime dei demoni che infestano il loro mondo, interiore o esteriore. D’altra parte, sono loro a compiere le scelte della loro vita: è Gatsu che sceglie di proteggere la sua amata; è Farnese a scegliere di seguire Gatsu. Le difficoltà psicologiche connesse a queste scelte ci sono, ma non sono tali da cancellare la volontà di ognuno. Non c’è, in "Berserk", quell’atmosfera di prostrazione e rassegnazione che è tipica dell’assenza del libero arbitrio.
Se devo esprimermi, invece, sulle tematiche di "Berserk", potrei dire che esse sono nascoste dietro gli sviluppi della storia: la resilienza, la necessità di stare insieme, la solidarietà. Perché dietro alla crudezza delle sue tavole, al sangue e alle cattiverie, "Berserk" è fondamentalmente una storia di solidarietà. Basta osservare come si comporta Gatsu quando sta solo e quando sta in compagnia. Nel primo caso, è scontroso e pieno di rabbia, mentre si rasserena notevolmente quando sta con altre persone: la squadra dei Falchi prima, con la quale sembra dimenticare la sua infanzia dolorosa, e il gruppo di Farnese e Serpico poi, che lo sostiene e lo aiuta ad andare avanti. È in questo, secondo me, che "Berserk" è particolarmente riuscito: il manga ci offre sprazzi di ottimismo, fiducia e speranza che in un primo momento sembrano non trovare posto in un contesto così cupo e scabroso.
Un altro tema interessante è, come già accennato, la resilienza. Quando succede una tragedia, anche se ci impegniamo con tutta l’anima, è impossibile che tutto torni com'era prima. Non ci resta, quindi, che la resilienza: e Gatsu è un esempio compiuto di persona resiliente, che nonostante tutto trova sempre la forza di andare avanti.
Decisamente meno riuscito, invece, il tema della religione, introdotto nella sottotrama di Albione. Mi domando dov'era la necessità di parlare di cristianesimo in una storia prodotta in Giappone. Aldilà dei gravi misfatti commessi dalla Chiesa (su questo non ci piove), il cristianesimo viene dipinto in questi numeri con un anticlericalismo stereotipato e retorico. Vengono rappresentati roghi di massa, preti fanatici, un clima di terrore esasperato rispetto alla realtà storica. Il dipinto che ne deriva è troppo semplificato e unidirezionale. L’unica figura di prete più credibile, e che ho apprezzato, è quello del villaggio allagato. Un religioso decisamente bigotto e ottuso, ma che sa rivedere le proprie posizioni ed è, complessivamente, interessato a fare il bene dei suoi fedeli.
Il manga è noto per essere molto violento e scomodo: fondamentalmente, il contesto è quello di una guerra; quindi, è giusto non risparmiare al lettore particolari crudi nel loro realismo. C’è molto sangue sulle tavole di Miura, che non si fa problemi a illustrare anche interiora e stupri. D’altra parte, sono dell’idea che questa violenza si sarebbe potuta contenere, perché in alcuni punti sembra messa lì giusto per scioccare il lettore, o come puro elemento decorativo. "Berserk" non è realistico: è caratterizzato, invece, da un gusto più che altro espressionistico e barocco. Avrei preferito un’impostazione più sobria e realistica, anche se parlo del mio gusto. Non ho apprezzato, infatti, l’indugio su certi particolari truculenti, e avrei preferito che fosse molto più contenuto il numero di stupri. Sono troppi, rasentando il ridicolo, e oggetto di violenza sono sempre le donne (mentre avrei preferito che lo stupro maschile fosse più rappresentato). A proposito dei corpi femminili, sono perfetti: curve abbondanti al punto giusto e pance sempre rigorosamente piatte, laddove mi sarei aspettata una rappresentazione più naturalistica del corpo femminile. Anche molti soldati non vengono disegnati in modo realistico, ma con caratteri grotteschi.
In altri punti, invece, il manga ci offre scenari incantevoli e meravigliosi, oltre che simbolici. Anche qui, avrei voluto che l’elemento lirico fosse gestito meglio: spesso l’autore mette in bocca ai personaggi frasi filosofiche che nessuno nella realtà direbbe. Riconosco che è un tratto comune del genere, ma (sempre!) personalmente, io ho gusti più semplici e sobri, e apprezzo il realismo più di tutto. È, infatti, nei momenti di maggiore realismo che, a mio parere, il manga dà i risultati migliori: soprattutto nell’età dell’oro.
Infine, un ultimo tratto del tono di "Berserk" è l’inclusione dell’elemento comico. Apprezzo molto la consapevolezza che l’autore ha sull’importanza dell’ironia in una storia, specialmente se parliamo di una storia tragica come quella di "Berserk". D’altra parte, l’humour non è gestito molto bene. Come molte altre produzioni giapponesi, "Berserk" affida troppo il suo humour alle facce buffe e a macchiette comiche: l’elfo Pak, prima di tutto, che con il trascorrere dei volumi viene sempre più disegnato in modo cartoonesco e deforme. Inoltre, man mano si aggiungono altre macchiette, che, come ho già accennato, sono troppe. Verso la fine, i siparietti comici risultano addirittura esasperanti. È un modo di fare humour troppo facile e poco efficace: in tutto il fumetto, Pak mi ha fatto ridere soltanto una volta. E nel complesso, l’elemento comico non si amalgama bene e con naturalezza con il carattere più serio e tragico del manga: sono come due mondi separati.
Due parole a proposito di Pak: ho apprezzato molto l’evoluzione del suo rapporto con Gatsu durante i capitoli della condanna. Il protagonista comincia a rivalutare la compagnia dell’elfo, che prima disprezzava, e a sua volta Pak collabora attivamente con Gatsu, e arriva a occupare un ruolo centrale nella storia. Ma dopo qualche tempo, Pak si annulla completamente come personaggio. Inizialmente, Pak è sinceramente affezionato a Gatsu, ma dopo un po’ scompare ogni traccia di questa caratterizzazione e l’elfo si riduce completamente al suo ruolo di macchietta comica; diventa in questo modo freddo e assente, e sembra che non gli importi niente di ciò che gli succede intorno. È una mia osservazione, che mi sento di fare perché sono convinta che tutti i personaggi dovrebbero essere trattati allo stesso modo, senza essere relegati a una sorta di serie B.
A volte, invece, l’humour è più riuscito: mi riferisco a certi punti dell’età dell’oro, in cui l’ironia non si affida a macchiette comiche ma è inserita con più naturalezza nella storia.
Se c’è una cosa in cui "Berserk" eccelle, comunque, è il disegno. Perfetto il design dei personaggi, maniacale la cura dei dettagli, lovecraftiano il mondo che Miura dipinge; i disegni, poi, sono precisissimi e non si trovano mai difetti nelle proporzioni dei personaggi e degli ambienti. A volte i dettagli risultano addirittura troppi, e l’occhio non sa dove posarsi. In alcuni momenti, sembra di trovarsi davanti a dei quadri, tanto belle sono le illustrazioni.
Straordinario, per concludere, il world building. Il mondo di "Berserk" non è, di base, un mondo fantasy; le entità soprannaturali che lo infestano lo fanno per un motivo preciso, motivo connesso con gli sviluppi della storia. La trama di "Berserk", infatti, è intrecciata strettamente con gli eventi storici del suo mondo. Il protagonista e l’antagonista giocano un ruolo chiave in questi avvenimenti. Avrei soltanto preferito, però, che Miura si limitasse alle entità maligne, senza introdurre troppe creature di gusto più fiabesco, come fate, unicorni e maghi.
Nel complesso, "Berserk" è, nonostante qualche difetto, un’opera imponente, ricca di spunti di riflessione, e fa veramente male sapere che non avrà mai la conclusione che merita.
Recensire "Berserk" per me non è una impresa facile, siamo davanti a un prodotto monumentale sotto vari aspetti.
Uscito nel 1989 "Berserk" è un manga che ha segnato generazioni, è diventato un cult a livello mondiale e ha creato milioni di appassionati in tutto li mondo.
Spinta dalle numerose recensioni positive di AnimeClick mi decisi a vedere in primis l'anime uscito nel 1997 e reperibile su Amazon Prime, e lo consiglio a chiunque voglia farsi una idea sul prodotto, infatti il manga conta 41 volumi ed è un po' scoraggiante per chi non vuole cimentarsi in una lettura così impegnativa. L'anime mi piacque tantissimo e decisi di cominciare la raccolta di tutta la serie, recentemente Planet Manga ha messo questo titolo sempre in ristampa (rassicurante per chiunque abbia paura di approcciarsi a questa lettura nel timore di trovare volumi esauriti) e preziosi cofanetti da collezione che racchiudono cinque volumi l'uno.
Comincio col dire che il manga è mille volte meglio dell'anime e anche dei tre film recentemente usciti sull'epoca d'oro perché inevitabilmente esistono diverse censure che a mio avviso limitano il godimento dell'opera invece fantastica su carta. Cercherò in breve di riassumere la trama, che è molto complessa e piena di personaggi. Va detto però che l'autore ha saputo ben dosare i momenti adrenalinici dei combattimenti a quelli rilassanti dove scopri parte del carattere dei personaggi e momenti spassosi con scenette comiche che alleggeriscono la tensione di una trama che altrimenti sarebbe pesante e logorante.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Gatsu è il protagonista indiscusso di questa storia, un guerriero Nero, pieno d'odio e rabbia che brandisce una grossa spada, sul suo collo appare un marchio sacrificale che attira innumerevoli mostri durante la notte, mostri bramosi della sua carne e del suo sangue; lui lotta ogni giorno per sopravvivere a questa tortura, vicino a lui troviamo un piccolo e divertente elfo di nome Pak. I due cominciano a girare il mondo e subito conosciamo il passato di Gatsu, che è una delle parti migliori del manga: Gatsu da piccolo è stato battezzato come un bimbo che attira sfortune; trovato neonato sotto il corpo morto della madre impiccata viene adottato dalla compagna di Gambino, un guerriero; Gatsu cresce quindi tra i mercenari come unico riferimento familiare Gambino in quanto la compagna muore precocemente. La crudeltà, i combattimenti, il sangue, la violenza, i campi di battaglia, lo stupro minorile segneranno la sua infanzia finché non fuggirà dopo aver ucciso Gambino per legittima difesa: quest'ultimo, reso invalido da un combattimento, accusò il figlio adottivo di avergli rovinato la vita e nella follia tentò di assassinarlo.
Gatsu vive come mercenario uccidendo per denaro finché non incontra uno dei personaggi più significativi della storia, nonchè la sua futura ragione principale d'odio: Grifis.
Grifis è un personaggio carismatico e potente; nato plebeo, ma con un'ambizione infinita, egli desidera più di ogni cosa realizzare il suo sogno: creare un suo regno. E per fare questo non esita a sacrificare tutto. Inizialmente i due sono come fraterni amici, l'armata dei Falchi guidata da Grifis è come una nuova famiglia per Gatsu. Qui conoscerà anche l'amore della sua vita, Caska, una guerriera tosta e determinata che inizialmente non ha occhi che per Grifis, ma sarà sempre un amore a senso unico perché l'ambizione di quest'ultimo lo porterà a creare la più grande armata di mercenari al mondo osannata persino dal Re delle Midland; a cercare di sposare la principessa di quel regno, Charlotte, per avere rango più alto e potere.
L'amore tra Gatsu e Caska sboccierà e travolgerà il lettore, ma non è destinato a durare perché Grifis a un certo punto sacrificherà tutta l'armata per rinascere e creare il suo regno. Questa parte è chiamata Eclissi ed è uno dei capitoli più intensi e strazianti del manga. Da quel momento nulla sarà più come prima. Gli unici superstiti a questa strage sono appunto Gatsu e Caska, ma entrambi ne usciranno sconvolti nell'animo e nel corpo: Gatsu perde un occhio e un braccio, Caska traumatizzata dagli stupri, perderà il lume della ragione e diventerà pazza.
Gatsu si dedicherà inizialmente alla vendetta contro Grifis, per poi cercare di cambiare obbiettivo: proteggere la sua amata e cercare di farla ritornare com'era grazie alla magia. Così comincia il loro viaggio verso la terra degli Elfi, patria di Pak dove sarà possibile aiutare la ragazza. E qui Gatsu incontrerà nuovi amici che si uniranno a lui nel viaggio e diventeranno i suoi nuovi compagni: Farnese e Serpico, il piccolo e simpatico Isidoro e la streghetta apprendista ma estremamente potente Shilke.
Fine parte contenente spoiler
Essendo un manga molto lungo, i personaggi e le armi hanno una costante evoluzione. Berserk infatti dà nome all'armatura di Gatsu, un oggetto magico capace di sprigionare sentimenti potenti, nel caso di Gatsu un'ira indomabile. Gatsu è anche però un uomo sincero, leale, coraggioso, e a modo suo amichevole e benevolo, aiuta sempre gli amici quando sono in difficoltà.
Ogni personaggio in questa storia ha un passato alle spalle e una caratterizzazione intensa. Ho letto molte critiche su Pak, io l'ho trovato da subito un personaggio adatto: è un divertente piccolo elfo che ben si bilancia con un personaggio oscuro e rabbioso come Gatsu nei primi volumi , e poi con Isidoro e la compagnia del guerriero Nero serve a far tirare un respiro al lettore tra una tragedia e un combattimento, se non ci fosse stato un personaggio come lui, la trama sarebbe risultata troppo deprimente e pesante.
Devo fare una doverosa nota sui disegni: non ho mai visto tavole tanto dettagliate, maniacalmente precise, realitstiche in vita mia. La qualità' di questo prodotto a livello grafico è immensa e mostra tanta passione per il lavoro di fumettista. Miura ha dimostrato di essere un grande artista che ha dedicato la sua intera vita ad un opera sola, Berserk, e l'ha fatto magistralmente.
Miura ha voluto creare un'opera monumentale, ha fatto le cose in grande senza risparmiarsi. Certo, se devo fare un nota personale, per me si potevano tagliare alcuni numeri e personaggi che non reputo importanti per la trama, come i capitoli sui pirati e i duelli in mare... ma tant'è...
La Planet devo dire che ha fatto un'edizione di media qualità: volumi senza sovracopertina che se non stai attenta se li sfogli troppe volte rischiano di lasciarti le pagine in mano, lettura occidentale ampiamente criticata da molti, ormai gli odierni manga vanno letti come in originale. Per accontentare i fan più pignoli la Planet aveva creato la versione Maximum: lettura orientale, formato molto grande, ma non credo abbia riscosso molto successo perché fu interrotta.
Per chi non conosce "Berserk" va puntualizzato che purtroppo l'autore è morto nel 2021 per una dissezione aortica, una malattia vascolare rara con alta mortalità. La sua morte improvvisa e prematura (54 anni) ha lasciato sgomenti tutti e un'opera di fatto incompiuta, interrotta al volume 41, motivo del mio voto (solo i disegni meriterebbero per me un 10, ma devo valutare ogni aspetto e tirare le somme).
Va altrettanto precisato che le ultime pagine di quest'ultimo volume ti lasciano col fiato sospeso e naturalmente Miura aveva già programmato la trama per i prossimi capitoli.
Lasciare "Berserk" in questo stato non ha senso per me, e non sarebbe giusto perché ti lascia la maledettissima voglia di vedere cosa succede dopo! Molti dicono che nessuno si azzarderebbe a continuare un'opera di Miura. Per me non è così. Proprio perché "Berserk" è un prodotto che vende... e vende tanto! Secondo me la casa editrice che detiene i diritti, la Hakusensha, prima o poi qualcosa farà, sia per far soldi (il Dio Denaro muove ogni cosa!) sia per dare soddisfazione ai fan che, anche a distanza di anni, sono certa acquisteranno il prodotto.
Ciò che io spero è la pubblicazione futura di qualcosa che rispetti le volontà dell'autore e l'anima dell'opera, per esempio una bella Light Novel che riporti la trama ideata da Miura dal punto in cui ci siamo interrotti fino alla fine.
Nonostante al momento sia un'opera interrotta al volume 41 e non si sa se avrà mai una fine, io consiglio comunque la lettura di "Berserk" perché è un manga che sa entrarti dentro e restarci a lungo, non è una cosa da tutti, soprattutto con la quantità di manga mediocri che ci sono in circolazione al giorno d'oggi. Io, per dire, non sono amante del fantasy, ma quando un'opera è ben fatta sa entusiasmare anche chi non predilige quel genere.
Leggete "Berserk"! non lasciatevi scoraggiare dal numero dei volumi. Ne vale davvero la pena: vi entrerà nel cuore come è successo a tantissimi.
Uscito nel 1989 "Berserk" è un manga che ha segnato generazioni, è diventato un cult a livello mondiale e ha creato milioni di appassionati in tutto li mondo.
Spinta dalle numerose recensioni positive di AnimeClick mi decisi a vedere in primis l'anime uscito nel 1997 e reperibile su Amazon Prime, e lo consiglio a chiunque voglia farsi una idea sul prodotto, infatti il manga conta 41 volumi ed è un po' scoraggiante per chi non vuole cimentarsi in una lettura così impegnativa. L'anime mi piacque tantissimo e decisi di cominciare la raccolta di tutta la serie, recentemente Planet Manga ha messo questo titolo sempre in ristampa (rassicurante per chiunque abbia paura di approcciarsi a questa lettura nel timore di trovare volumi esauriti) e preziosi cofanetti da collezione che racchiudono cinque volumi l'uno.
Comincio col dire che il manga è mille volte meglio dell'anime e anche dei tre film recentemente usciti sull'epoca d'oro perché inevitabilmente esistono diverse censure che a mio avviso limitano il godimento dell'opera invece fantastica su carta. Cercherò in breve di riassumere la trama, che è molto complessa e piena di personaggi. Va detto però che l'autore ha saputo ben dosare i momenti adrenalinici dei combattimenti a quelli rilassanti dove scopri parte del carattere dei personaggi e momenti spassosi con scenette comiche che alleggeriscono la tensione di una trama che altrimenti sarebbe pesante e logorante.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Gatsu è il protagonista indiscusso di questa storia, un guerriero Nero, pieno d'odio e rabbia che brandisce una grossa spada, sul suo collo appare un marchio sacrificale che attira innumerevoli mostri durante la notte, mostri bramosi della sua carne e del suo sangue; lui lotta ogni giorno per sopravvivere a questa tortura, vicino a lui troviamo un piccolo e divertente elfo di nome Pak. I due cominciano a girare il mondo e subito conosciamo il passato di Gatsu, che è una delle parti migliori del manga: Gatsu da piccolo è stato battezzato come un bimbo che attira sfortune; trovato neonato sotto il corpo morto della madre impiccata viene adottato dalla compagna di Gambino, un guerriero; Gatsu cresce quindi tra i mercenari come unico riferimento familiare Gambino in quanto la compagna muore precocemente. La crudeltà, i combattimenti, il sangue, la violenza, i campi di battaglia, lo stupro minorile segneranno la sua infanzia finché non fuggirà dopo aver ucciso Gambino per legittima difesa: quest'ultimo, reso invalido da un combattimento, accusò il figlio adottivo di avergli rovinato la vita e nella follia tentò di assassinarlo.
Gatsu vive come mercenario uccidendo per denaro finché non incontra uno dei personaggi più significativi della storia, nonchè la sua futura ragione principale d'odio: Grifis.
Grifis è un personaggio carismatico e potente; nato plebeo, ma con un'ambizione infinita, egli desidera più di ogni cosa realizzare il suo sogno: creare un suo regno. E per fare questo non esita a sacrificare tutto. Inizialmente i due sono come fraterni amici, l'armata dei Falchi guidata da Grifis è come una nuova famiglia per Gatsu. Qui conoscerà anche l'amore della sua vita, Caska, una guerriera tosta e determinata che inizialmente non ha occhi che per Grifis, ma sarà sempre un amore a senso unico perché l'ambizione di quest'ultimo lo porterà a creare la più grande armata di mercenari al mondo osannata persino dal Re delle Midland; a cercare di sposare la principessa di quel regno, Charlotte, per avere rango più alto e potere.
L'amore tra Gatsu e Caska sboccierà e travolgerà il lettore, ma non è destinato a durare perché Grifis a un certo punto sacrificherà tutta l'armata per rinascere e creare il suo regno. Questa parte è chiamata Eclissi ed è uno dei capitoli più intensi e strazianti del manga. Da quel momento nulla sarà più come prima. Gli unici superstiti a questa strage sono appunto Gatsu e Caska, ma entrambi ne usciranno sconvolti nell'animo e nel corpo: Gatsu perde un occhio e un braccio, Caska traumatizzata dagli stupri, perderà il lume della ragione e diventerà pazza.
Gatsu si dedicherà inizialmente alla vendetta contro Grifis, per poi cercare di cambiare obbiettivo: proteggere la sua amata e cercare di farla ritornare com'era grazie alla magia. Così comincia il loro viaggio verso la terra degli Elfi, patria di Pak dove sarà possibile aiutare la ragazza. E qui Gatsu incontrerà nuovi amici che si uniranno a lui nel viaggio e diventeranno i suoi nuovi compagni: Farnese e Serpico, il piccolo e simpatico Isidoro e la streghetta apprendista ma estremamente potente Shilke.
Fine parte contenente spoiler
Essendo un manga molto lungo, i personaggi e le armi hanno una costante evoluzione. Berserk infatti dà nome all'armatura di Gatsu, un oggetto magico capace di sprigionare sentimenti potenti, nel caso di Gatsu un'ira indomabile. Gatsu è anche però un uomo sincero, leale, coraggioso, e a modo suo amichevole e benevolo, aiuta sempre gli amici quando sono in difficoltà.
Ogni personaggio in questa storia ha un passato alle spalle e una caratterizzazione intensa. Ho letto molte critiche su Pak, io l'ho trovato da subito un personaggio adatto: è un divertente piccolo elfo che ben si bilancia con un personaggio oscuro e rabbioso come Gatsu nei primi volumi , e poi con Isidoro e la compagnia del guerriero Nero serve a far tirare un respiro al lettore tra una tragedia e un combattimento, se non ci fosse stato un personaggio come lui, la trama sarebbe risultata troppo deprimente e pesante.
Devo fare una doverosa nota sui disegni: non ho mai visto tavole tanto dettagliate, maniacalmente precise, realitstiche in vita mia. La qualità' di questo prodotto a livello grafico è immensa e mostra tanta passione per il lavoro di fumettista. Miura ha dimostrato di essere un grande artista che ha dedicato la sua intera vita ad un opera sola, Berserk, e l'ha fatto magistralmente.
Miura ha voluto creare un'opera monumentale, ha fatto le cose in grande senza risparmiarsi. Certo, se devo fare un nota personale, per me si potevano tagliare alcuni numeri e personaggi che non reputo importanti per la trama, come i capitoli sui pirati e i duelli in mare... ma tant'è...
La Planet devo dire che ha fatto un'edizione di media qualità: volumi senza sovracopertina che se non stai attenta se li sfogli troppe volte rischiano di lasciarti le pagine in mano, lettura occidentale ampiamente criticata da molti, ormai gli odierni manga vanno letti come in originale. Per accontentare i fan più pignoli la Planet aveva creato la versione Maximum: lettura orientale, formato molto grande, ma non credo abbia riscosso molto successo perché fu interrotta.
Per chi non conosce "Berserk" va puntualizzato che purtroppo l'autore è morto nel 2021 per una dissezione aortica, una malattia vascolare rara con alta mortalità. La sua morte improvvisa e prematura (54 anni) ha lasciato sgomenti tutti e un'opera di fatto incompiuta, interrotta al volume 41, motivo del mio voto (solo i disegni meriterebbero per me un 10, ma devo valutare ogni aspetto e tirare le somme).
Va altrettanto precisato che le ultime pagine di quest'ultimo volume ti lasciano col fiato sospeso e naturalmente Miura aveva già programmato la trama per i prossimi capitoli.
Lasciare "Berserk" in questo stato non ha senso per me, e non sarebbe giusto perché ti lascia la maledettissima voglia di vedere cosa succede dopo! Molti dicono che nessuno si azzarderebbe a continuare un'opera di Miura. Per me non è così. Proprio perché "Berserk" è un prodotto che vende... e vende tanto! Secondo me la casa editrice che detiene i diritti, la Hakusensha, prima o poi qualcosa farà, sia per far soldi (il Dio Denaro muove ogni cosa!) sia per dare soddisfazione ai fan che, anche a distanza di anni, sono certa acquisteranno il prodotto.
Ciò che io spero è la pubblicazione futura di qualcosa che rispetti le volontà dell'autore e l'anima dell'opera, per esempio una bella Light Novel che riporti la trama ideata da Miura dal punto in cui ci siamo interrotti fino alla fine.
Nonostante al momento sia un'opera interrotta al volume 41 e non si sa se avrà mai una fine, io consiglio comunque la lettura di "Berserk" perché è un manga che sa entrarti dentro e restarci a lungo, non è una cosa da tutti, soprattutto con la quantità di manga mediocri che ci sono in circolazione al giorno d'oggi. Io, per dire, non sono amante del fantasy, ma quando un'opera è ben fatta sa entusiasmare anche chi non predilige quel genere.
Leggete "Berserk"! non lasciatevi scoraggiare dal numero dei volumi. Ne vale davvero la pena: vi entrerà nel cuore come è successo a tantissimi.
Che dire: "Berserk" è un'opera incredibile che ha segnato e segnerà la storia dei manga. Un must che va assolutamente letto almeno una volta nella propria vita.
Miura, il suo autore, riesce a far coesistere all'interno di "Berserk" una sceneggiatura fantastica, critiche sociali economiche e teologiche, filosofia e fantasy puro, il tutto messo su pagina attraverso disegni che sono fra i migliori mai visti. L'opera, inoltre, presenta una dicotomia fra due personaggi che sono i protagonisti; da una parte la luce e il bianco e dall'altra l'oscurità e il nero, questa dicotomia però durante l'evolversi della trama si capovolge.
L'arco narrativo che va dall'epoca dell'oro fino all'eclissi resterà per sempre uno dei momenti più alti e sublimi mai visti nell'intera storia dei manga.
Miura, il suo autore, riesce a far coesistere all'interno di "Berserk" una sceneggiatura fantastica, critiche sociali economiche e teologiche, filosofia e fantasy puro, il tutto messo su pagina attraverso disegni che sono fra i migliori mai visti. L'opera, inoltre, presenta una dicotomia fra due personaggi che sono i protagonisti; da una parte la luce e il bianco e dall'altra l'oscurità e il nero, questa dicotomia però durante l'evolversi della trama si capovolge.
L'arco narrativo che va dall'epoca dell'oro fino all'eclissi resterà per sempre uno dei momenti più alti e sublimi mai visti nell'intera storia dei manga.
Maestro scrivo queste righe dopo aver appreso della sua morte.
"Berserk" per me ha significato molto, tanto che ho aperto un profilo qui unicamente per lasciare un messaggio agli utenti di AnimeClick.
Ritengo "Berserk" l’opera più bella che abbia mai letto: i disegni, i personaggi, le tematiche affrontate e la storia, sono qualcosa di speciale e di unico.
Certo è vero che ultimamente il manga aveva subito un calo nella qualità, complice anche il fatto delle uscite sporadiche del manga, ma -a mio avviso- ciò che "Berserk" rappresenta e offre a tutti i lettori è irripetibile. Porterò sempre dentro al mio cuore Gatsu, Grifis, Caska, la Squadra dei Falchi, Shilke, Serpico, Farnese, il Cavaliere del Teschio, Zodd e perfino Pak e Isidoro.
Grazie maestro, le auguro di poter riposare in pace.
"Berserk" per me ha significato molto, tanto che ho aperto un profilo qui unicamente per lasciare un messaggio agli utenti di AnimeClick.
Ritengo "Berserk" l’opera più bella che abbia mai letto: i disegni, i personaggi, le tematiche affrontate e la storia, sono qualcosa di speciale e di unico.
Certo è vero che ultimamente il manga aveva subito un calo nella qualità, complice anche il fatto delle uscite sporadiche del manga, ma -a mio avviso- ciò che "Berserk" rappresenta e offre a tutti i lettori è irripetibile. Porterò sempre dentro al mio cuore Gatsu, Grifis, Caska, la Squadra dei Falchi, Shilke, Serpico, Farnese, il Cavaliere del Teschio, Zodd e perfino Pak e Isidoro.
Grazie maestro, le auguro di poter riposare in pace.
Berserk è una di quelle storie che non riesci a smettere di vivere.
Manga ambientato in un medioevo alternativo, Berserk ha come fulcro della storia la "vendetta" di Gatsu e il suo viaggio (secondo me) per redimersi. Gatsu, capitolo per capitolo cresce, si evolve, non rimane mai statico. Come lui, tutti i personaggi hanno una fortissima caratterizzazione che e mutano a seconda di incontri, traumi e relazioni con gli altri personaggi.
I disegni sono qualcosa di veramente ben fatto, trasudano in continuazione quello che i personaggi sono e cosa provano, siano esse emozioni, pensieri o paure.
La storia ha una velocità non troppo rapida, non troppo lenta. Anzi, la storia prende il tempo che deve prendersi per raccontare come si deve tutte le vicende dei personaggi.
Manga ambientato in un medioevo alternativo, Berserk ha come fulcro della storia la "vendetta" di Gatsu e il suo viaggio (secondo me) per redimersi. Gatsu, capitolo per capitolo cresce, si evolve, non rimane mai statico. Come lui, tutti i personaggi hanno una fortissima caratterizzazione che e mutano a seconda di incontri, traumi e relazioni con gli altri personaggi.
I disegni sono qualcosa di veramente ben fatto, trasudano in continuazione quello che i personaggi sono e cosa provano, siano esse emozioni, pensieri o paure.
La storia ha una velocità non troppo rapida, non troppo lenta. Anzi, la storia prende il tempo che deve prendersi per raccontare come si deve tutte le vicende dei personaggi.
Berserk è l’esempio lampante di come la qualità venga prima della quantità.
Un manga in corso di serializzazione dal lontanissimo 1989 (non ero nemmeno nato!) che nonostante una lentezza disarmante nella pubblicazione degli ambitissimi volumetti ci ha tenuti ( e continua a tenerci) col fiato sospeso e gli occhi incollati alle pagine.
E’ questa grandissima qualità del prodotto che permette all’abilissimo Kentaro Miura di avere una schiera di seguaci fedelissimi anche in mezzo a tutte le sofferenze, ovvero le lunghissime attese, che essi hanno dovuto sopportare per scoprire il destino (ancora ampiamente incompiuto) del guerriero nero Gatsu.
Mi soffermo su cosa io considero “qualità” parlando di questa opera: una trama di livello assoluto, sempre coinvolgente e con dei picchi vertiginosi di felicità e tristezza, gioie e dolori che ti regalano emozioni continue e frenetiche, fra combattimenti epici e fasi in cui invece i sentimenti dei personaggi sono magnificamente descritti e mostrati fino a diventare parte stessa della psiche del lettore.
Ma oltre alle emozioni in questo manga la qualità si tocca con mano, grazie ad un livello FENOMENALE per quanto riguarda l’apprezzabilità dei disegni, ricchi di particolari quasi ai limiti della maniacalità, e in costante crescita tutt’ora negli ultimi volumi (il numero 39 mi ha lasciato a bocca aperta, di una bellezza inaudita).
Tutto questo per esprimere il mio concetto che può sembrare semplice ma che è totalemente esemplificativo di ciò che secondo me mette Berserk su un altro piano riguardo a tante altre opere che ho comunque apprezzato: è la QUALITA’ di questo lavoro l’arma vincente.
Parliamo della trama, essa è suddivisa in diverse fasi della vita di Gatsu.
La prima fase è una presentazione del personaggio del guerriero nero, accompagnato dall’elfo Pak, apparentemente in guerra contro tutto e tutti e desideroso solo di vendicarsi per un qualche motivo inizialmente non chiaro del demone Phemt, che corrisponde al vecchio amico Grifis.
Segue la fase dell’età dell’oro, ovvero un lunghissimo ed emozionante (a mio parere l’arco narrativo migliore di tutta la storia) flashback che ci trasporta dalla nascita di Gatsu, passando per l’infanzia, l’adolescenza e gli anni della gioventù del protagonista, permettendoci di capire al meglio le trasformazioni del suo carattere dovute soprattutto alla convivenza con i compagni della squadra dei falchi. Questo arco narrativa si concluderà facendo luce sul perché Gatsu si ritroverà poi nei panni del guerriero nero senza un braccio e senza un occhio e carico di odio.
Seguono quindi i capitoli riguardanti il viaggio di gatsu per eliminare tutti gli apostoli della mano di Dio, fino a quando poi arriverà a rivedere i proprio obiettivi e lo scopo di tutta la sua esistenza, ma qui non voglio svelare altro per non incappare in esagerati spoiler.
Si può dire che tutto lo svolgimento della storia sia scandito da un ritmo bifase, ovvero la classica “quiete e tempesta”.
Ovvero, la compagnia di Gatsu, che sia quella del passato o quella del presente, si ritrova regolarmente coinvolta in scontri epici intervallati da momenti dove la tensione cala, combattimenti dove Gatsu svela la sua parte terribile e animalesca e fasi in cui invece dimostra di essere soltanto un uomo invischiato in una guerra forse troppo grande per una creatura terrena.
Personalmente ritengo che questa capacità di alternare queste due fasi sia fantastica e fondamentale per la bellezza di questo manga, soprattutto per Miura adotta pienamente le caratteristiche del genere dark fantasy per creare un’atmosfera cupa e di tragedia, squarciati dai raggi di sole dei sentimenti di affetto che si vengono a creare tra i personaggi abilmente caratterizzati.
Ne approfitto per aprire l’argomento personaggi: essi sono tutti magnificamente caratterizzati e parte integrante della storia, fatta forse eccezione per l’elfo Pak che ho sempre trovato un po fuori posto.
Durante il suo viaggio Gatsu si attornia di fedeli compagni, prima i membri della squadra dei falchi Grifis, Caska, Judo, Pippin, Rickert e Kolcas, poi i membri della sua compagnia, Farnese, Serpico, Isidoro, Shilke, Ibarella e Pak.
Tutta questa schiera di personaggi principali insieme ai tantissimi secondari contribuisce a creare un mondo vasto dove il punto di vista di ognuno ha la sua importanza, soprattutto di quelli che formano il triangolo che da il via a tutte le vicende narrate, ovvero i tre SPLENDIDI personaggi che sono Gatsu, Grifis e Caska.
Per concludere Berserk è una storia avvolgente e appassionante, condita da numerosissimi scontri fenomenali e da una passione ardente che lo rende un titolo immancabile sullo scaffale del lettore di Manga.
Purtroppo per sapere come finirà l’avventura occorrerà armarsi di grande pazienza, la pubblicazione prosegue al triste ritmo di circa un tankobon l’anno e la storia sembra essere davvero lontanissima da una sua conclusione, ma come già detto, la qualità di Berserk lo rende davvero imperdibile.
P.s: nella recensione ho usato i nomi tradotti nel Manga per non creare confusione a chi dovesse iniziare a leggerlo ora, esempio Gatsu e non Guts o Grifis e non Grffith, anche se io sono fedele alla seconda opzione in quanto si tratterebbe di nomi anglosassoni e le traduzioni Gatsu e Grifis sono state interpretate erroneamente seguendo la pronuncia giapponese (mai fidarsi di un giapponese quando si parla di pronuncia!).
Un manga in corso di serializzazione dal lontanissimo 1989 (non ero nemmeno nato!) che nonostante una lentezza disarmante nella pubblicazione degli ambitissimi volumetti ci ha tenuti ( e continua a tenerci) col fiato sospeso e gli occhi incollati alle pagine.
E’ questa grandissima qualità del prodotto che permette all’abilissimo Kentaro Miura di avere una schiera di seguaci fedelissimi anche in mezzo a tutte le sofferenze, ovvero le lunghissime attese, che essi hanno dovuto sopportare per scoprire il destino (ancora ampiamente incompiuto) del guerriero nero Gatsu.
Mi soffermo su cosa io considero “qualità” parlando di questa opera: una trama di livello assoluto, sempre coinvolgente e con dei picchi vertiginosi di felicità e tristezza, gioie e dolori che ti regalano emozioni continue e frenetiche, fra combattimenti epici e fasi in cui invece i sentimenti dei personaggi sono magnificamente descritti e mostrati fino a diventare parte stessa della psiche del lettore.
Ma oltre alle emozioni in questo manga la qualità si tocca con mano, grazie ad un livello FENOMENALE per quanto riguarda l’apprezzabilità dei disegni, ricchi di particolari quasi ai limiti della maniacalità, e in costante crescita tutt’ora negli ultimi volumi (il numero 39 mi ha lasciato a bocca aperta, di una bellezza inaudita).
Tutto questo per esprimere il mio concetto che può sembrare semplice ma che è totalemente esemplificativo di ciò che secondo me mette Berserk su un altro piano riguardo a tante altre opere che ho comunque apprezzato: è la QUALITA’ di questo lavoro l’arma vincente.
Parliamo della trama, essa è suddivisa in diverse fasi della vita di Gatsu.
La prima fase è una presentazione del personaggio del guerriero nero, accompagnato dall’elfo Pak, apparentemente in guerra contro tutto e tutti e desideroso solo di vendicarsi per un qualche motivo inizialmente non chiaro del demone Phemt, che corrisponde al vecchio amico Grifis.
Segue la fase dell’età dell’oro, ovvero un lunghissimo ed emozionante (a mio parere l’arco narrativo migliore di tutta la storia) flashback che ci trasporta dalla nascita di Gatsu, passando per l’infanzia, l’adolescenza e gli anni della gioventù del protagonista, permettendoci di capire al meglio le trasformazioni del suo carattere dovute soprattutto alla convivenza con i compagni della squadra dei falchi. Questo arco narrativa si concluderà facendo luce sul perché Gatsu si ritroverà poi nei panni del guerriero nero senza un braccio e senza un occhio e carico di odio.
Seguono quindi i capitoli riguardanti il viaggio di gatsu per eliminare tutti gli apostoli della mano di Dio, fino a quando poi arriverà a rivedere i proprio obiettivi e lo scopo di tutta la sua esistenza, ma qui non voglio svelare altro per non incappare in esagerati spoiler.
Si può dire che tutto lo svolgimento della storia sia scandito da un ritmo bifase, ovvero la classica “quiete e tempesta”.
Ovvero, la compagnia di Gatsu, che sia quella del passato o quella del presente, si ritrova regolarmente coinvolta in scontri epici intervallati da momenti dove la tensione cala, combattimenti dove Gatsu svela la sua parte terribile e animalesca e fasi in cui invece dimostra di essere soltanto un uomo invischiato in una guerra forse troppo grande per una creatura terrena.
Personalmente ritengo che questa capacità di alternare queste due fasi sia fantastica e fondamentale per la bellezza di questo manga, soprattutto per Miura adotta pienamente le caratteristiche del genere dark fantasy per creare un’atmosfera cupa e di tragedia, squarciati dai raggi di sole dei sentimenti di affetto che si vengono a creare tra i personaggi abilmente caratterizzati.
Ne approfitto per aprire l’argomento personaggi: essi sono tutti magnificamente caratterizzati e parte integrante della storia, fatta forse eccezione per l’elfo Pak che ho sempre trovato un po fuori posto.
Durante il suo viaggio Gatsu si attornia di fedeli compagni, prima i membri della squadra dei falchi Grifis, Caska, Judo, Pippin, Rickert e Kolcas, poi i membri della sua compagnia, Farnese, Serpico, Isidoro, Shilke, Ibarella e Pak.
Tutta questa schiera di personaggi principali insieme ai tantissimi secondari contribuisce a creare un mondo vasto dove il punto di vista di ognuno ha la sua importanza, soprattutto di quelli che formano il triangolo che da il via a tutte le vicende narrate, ovvero i tre SPLENDIDI personaggi che sono Gatsu, Grifis e Caska.
Per concludere Berserk è una storia avvolgente e appassionante, condita da numerosissimi scontri fenomenali e da una passione ardente che lo rende un titolo immancabile sullo scaffale del lettore di Manga.
Purtroppo per sapere come finirà l’avventura occorrerà armarsi di grande pazienza, la pubblicazione prosegue al triste ritmo di circa un tankobon l’anno e la storia sembra essere davvero lontanissima da una sua conclusione, ma come già detto, la qualità di Berserk lo rende davvero imperdibile.
P.s: nella recensione ho usato i nomi tradotti nel Manga per non creare confusione a chi dovesse iniziare a leggerlo ora, esempio Gatsu e non Guts o Grifis e non Grffith, anche se io sono fedele alla seconda opzione in quanto si tratterebbe di nomi anglosassoni e le traduzioni Gatsu e Grifis sono state interpretate erroneamente seguendo la pronuncia giapponese (mai fidarsi di un giapponese quando si parla di pronuncia!).
Secondo l'antico adagio, "Dio è nei dettagli": più si esamina qualcosa, più lo si guarda nei particolari e nei dettagli, più se ne apprezza la complessità, e più si riuscirà a vedere la mano salvifica e magistrale dell'entità divina. Per quanto desueto possa sembrare oggi questo motto, anche dopo le numerose e decisamente meno sacrali modifiche apportate alla sua forma nel trascorrere del tempo, trovo che rappresenti al meglio la prima grande qualità di "Berserk" che salta all'occhio fin dalla prima pagina sfogliata: la sua attenzione ai dettagli.
Solitamente non sono tipo da dare grande peso alla veste grafica di un prodotto: certo questa svolge un'importante azione, ma solitamente preferisco basare le mie considerazioni sull'aspetto morale di un manga o di un anime. In questo caso per forza di cose ho dovuto abiurare il mio credo, perchè realmente è impossibile non rimanere esterrefatti dall'attenzione che Miura ha riservato alla caratterizzazione grafica del suo capolavoro. Dai muscoli guizzanti alle placche delle armature, dalle movenze dei personaggi alle ambientazioni, tutto viene rappresentato con una fedeltà e una dovizia di particolari davvero sublime, al limite dell'amanuense medievale per la cura utilizzata.
Cura che si trova anche nella costruzione delle vicende: sia dal punto di vista dello svolgimento in sé, sia invece da quello dei temi trattati e delle emozioni trasmesse, "Berserk" è meticoloso ed estremamente ben curato. Originale sotto quasi ogni aspetto, riesce ad incollare il lettore senza dargli pesantezza e senza annoiare. Particolarmente apprezzato dal sottoscritto la enorme gamma emozionale negativa di cui è pregna ogni singola pagina del manga: mai prima d'ora, nella mia discreta esperienza, sono stato così sballottato e violentato dai sentimenti dei protagonisti. Specialmente durante la prima sezione del prodotto, quindi diciamo nei primi 100 capitoli, il lettore viene calpestato e maltrattato in una sorta di gioco sado-masochistico, che ferisce ed affligge ma allo stesso tempo appassiona, intriga, affascina.
Ho commesso l'errore, enorme e madornale, di avvicinarmi troppo tardi a "Berserk", spinto dalla sua lunghezza e dalle sue difficoltà di produzione; un errore di cui mi pento con ogni oncia di spirito, perchè devo ammettere che si tratta di un prodotto davvero di qualità suprema, tanto da mettere in discussione in maniera inedita l'intero mio sistema di assegnamento dei voti ed il mio personale podio.
Solitamente non sono tipo da dare grande peso alla veste grafica di un prodotto: certo questa svolge un'importante azione, ma solitamente preferisco basare le mie considerazioni sull'aspetto morale di un manga o di un anime. In questo caso per forza di cose ho dovuto abiurare il mio credo, perchè realmente è impossibile non rimanere esterrefatti dall'attenzione che Miura ha riservato alla caratterizzazione grafica del suo capolavoro. Dai muscoli guizzanti alle placche delle armature, dalle movenze dei personaggi alle ambientazioni, tutto viene rappresentato con una fedeltà e una dovizia di particolari davvero sublime, al limite dell'amanuense medievale per la cura utilizzata.
Cura che si trova anche nella costruzione delle vicende: sia dal punto di vista dello svolgimento in sé, sia invece da quello dei temi trattati e delle emozioni trasmesse, "Berserk" è meticoloso ed estremamente ben curato. Originale sotto quasi ogni aspetto, riesce ad incollare il lettore senza dargli pesantezza e senza annoiare. Particolarmente apprezzato dal sottoscritto la enorme gamma emozionale negativa di cui è pregna ogni singola pagina del manga: mai prima d'ora, nella mia discreta esperienza, sono stato così sballottato e violentato dai sentimenti dei protagonisti. Specialmente durante la prima sezione del prodotto, quindi diciamo nei primi 100 capitoli, il lettore viene calpestato e maltrattato in una sorta di gioco sado-masochistico, che ferisce ed affligge ma allo stesso tempo appassiona, intriga, affascina.
Ho commesso l'errore, enorme e madornale, di avvicinarmi troppo tardi a "Berserk", spinto dalla sua lunghezza e dalle sue difficoltà di produzione; un errore di cui mi pento con ogni oncia di spirito, perchè devo ammettere che si tratta di un prodotto davvero di qualità suprema, tanto da mettere in discussione in maniera inedita l'intero mio sistema di assegnamento dei voti ed il mio personale podio.
Berserk, capolavoro di Kentaro Miura, non ha di certo bisogno di presentazioni. E' una delle opere più imponenti nell'ambiente manga e chiunque, anche indirettamente, sarà certamente entrato in contatto con quest'opera, che, a mio avviso, necessita di una lettura approfondita. Uno dei maggiori meriti di Miura, oltre all'aver creato un'opera graficamente impeccabile, coerente nella trama e nei suoi sviluppi, è quello di aver inserito in "Berserk" notevoli punti di riflessione su svariati argomenti, senza però imporre, fino ad ora, il suo punto di vista, il che è una delle qualità che, personalmente, maggiormente apprezzo in qualsiasi opera. Altro aspetto interessante sono i personaggi a cui Miura presta particolare attenzione, concedendo ad ognuno di loro lo spazio necessario per farsi conoscere dal lettore e per maturare nel corso della storia. Tra questi personaggi, come è ovvio, spicca il protagonista, Gatsu. Uno degli elementi che ho maggiormente amato in "Berserk" è stato proprio il modo in cui Miura ha delineato la figura di Gatsu, di cui ha presentato i pregi, senza però risparmiarsi nei difetti. La crescita di Gatsu è graduale e il lettore ne segue il percorso riuscendo a ricollegare ogni atteggiamento all'evento che l'ha scaturito. Nulla in quest'opera è lasciata al caso ed è facile comprendere che Miura non si sta facendo guidare dall'istinto o dall'impulso del momento, come qualcuno potrebbe pensare vista la lentezza con la quale vengono pubblicati i capitoli, ma ha un'idea ben chiara nella mente di come si debba evolvere la trama, il che è ben visibile soprattutto in alcune frasi del manga, che potrebbero sembrare di non particolare importanza e che invece si rivelano delle "premonizioni", che lo stesso Miura lancia ai suoi lettori, di quello che accadrà nel seguito dell'opera.
Certo, quanto detto finora non toglie che ci siano alcuni elementi che non ho particolarmente apprezzato, ma che sono totalmente soggettivi, come ad esempio la ripetitività di alcune battaglie, che mi sono sembrate, in alcuni casi, un tentativo di prolungare l'agonia dei lettori, prima di arrivare ai momenti davvero cruciali del manga. Inoltre, tornando alla lentezza nella pubblicazione dei capitoli, mi è sembrato, nella lettura di quelli pubblicati nello scorso anno e anche un po' prima, di scorgere un po' di approssimazione, che però mi sembra si stia ridimensionando in quelli pubblicati ultimamente. Certo è che chi decide di approcciarsi alla lettura di "Berserk" dovrà armarsi di molta pazienza, nonostante tutto, però, è assolutamente consigliato.
Certo, quanto detto finora non toglie che ci siano alcuni elementi che non ho particolarmente apprezzato, ma che sono totalmente soggettivi, come ad esempio la ripetitività di alcune battaglie, che mi sono sembrate, in alcuni casi, un tentativo di prolungare l'agonia dei lettori, prima di arrivare ai momenti davvero cruciali del manga. Inoltre, tornando alla lentezza nella pubblicazione dei capitoli, mi è sembrato, nella lettura di quelli pubblicati nello scorso anno e anche un po' prima, di scorgere un po' di approssimazione, che però mi sembra si stia ridimensionando in quelli pubblicati ultimamente. Certo è che chi decide di approcciarsi alla lettura di "Berserk" dovrà armarsi di molta pazienza, nonostante tutto, però, è assolutamente consigliato.
Partendo dal presupposto che se si è patiti del fantasy, ma attenti, non di quello a stampo classico, quel genere di fantasy chiamato appunto dark fantasy (genere al quale Berserk appunto ha fatto quasi da papà) questo titolo deve apparire per forza sul vostro scaffale.
Non c'è critica che tenga, obiettivamente (per quanto riguarda la prima parte, denominata anche "golden age" non a caso) è un capolavoro. Personaggi carismatici, misteriosi, belli (naturalmente inteso dal punto di vista grafico) ed empatici, ognuno di essi è vivo e trasmette le proprie incertezze e convinzioni al lettore, che, come sotto ammaliamento non riesce a staccarsi dalla lettura.
Ambientazioni dal puro e ben realizzato spirito medievale, caratterizzato da feudatari e nobili ebbri del proprio potere, realtà di guerre sempre presenti sia dal punto di vista militare che quello puramente politico. Ma naturalmente la fama del titolo non proviene solo da queste cose, c'è qualcosa di più, qualcosa che rientra e fa parte dello scheletro narrativo, un idea geniale che ha portato Kentaro Miura, scrittore e disegnatore del progetto, alla fama che merita nei giorni nostri: il mondo che parte con una trama mista tra guerra e politica e dalle non mancanti scene d'amore con semplici velature gore, ma senza troppo mistero (possiamo tranquillamente dire che le persone inizialmente non smettevano di leggere Berserk solo per vedere dove andava a finire tutta la baracca della Squadra dei falchi) si allarga ad una trama che del mistero e dell'esoterismo ne fa le colonne portanti.
Miura come incipit ci presenta appunto un personaggio barbaro, vendicativo e senza scrupoli, ma naturalmente non esiste protagonista senza difetti, difetti gestiti in maniera maestrale dalla mano di Miura che li fa rivelare poco a poco e soprattutto a braccetto con lo sviluppo della trama, fino ad arrivare ad un climax: la famigerata Eclissi, ma di questa ne riparleremo tra poco.
come ho detto in precedenza, anche se in parentesi, Berserk ad oggi si divide in due cicli narrativi: Golden Age e "quella dopo" (detto in maniera terra-terra).
La Golden age è il ciclo narrativo che comprende praticamente i primi tredici/quattordici volumi, fino al climax dell'eclissi, chiamata così perché considerata capolavoro in tutto il mondo (voglio dire la Golden Age).
poi vi è una seconda fase dell'opera che logicamente comprende tutto quello che avviene dopo l'Eclissi.
"ma perché c'è questo bisogno di dividere una storia unica, progettata quindi per essere tutto uno sviluppo, in due diverse fasi?" questa è una probabile domanda di un lettore che incuriosito si avvicina per la prima volta al titolo, andiamo quindi a svelare l'arcano.
Berserk è si famoso per il suo strepitoso decollo ma anche per la sua sfracellante e ripida caduta, una storia emozionante basata su personaggi belli, empatici, studiati minuziosamente e altrettanto
minuziosamente descritti lasciano il posto a personaggi più infantili, si descritti bene ma caratterialmente opposti al target che avevano in precedenza personaggi come Gatsu, Grifis, Caska, Judo, Pipin e molti altri che dovranno appunto far spazio a figure come Shilke, Isidoro, Serpico e Farnese, quale quest'ultima ritengo sia una delle peggio porcate fatte nell'opera poiché aveva le basi di un bellissimo personaggio: una storia contorta all'interno della chiesa, una storia contorta in famiglia e quella malata vena che metteva Miura in ogni suo personaggio, per poi crollare nella brava badante di Caska caratterizzata solo da uno spiccato talento nella magia e dalla cotta che si è presa per Gatsu.
Ma adesso che ho parlato dello stretto necessario dell'obbiettività andiamo ad espandere il discorso per quanto riguarda le mie personali opinioni riguardo l'opera.
Come ho fatto intuire a me Berserk piace molto, la trama, i personaggi le ambientazioni e tutto quello ho già detto per me mettono quel "capo" prima della semplice parola "lavoro", fin dalle prime tavole mi ero affezionato molto a Gatsu, che anche se lo vedevo come una figura quasi e unicamente barbarica con il tempo ha acquisito l'aggettivo umano, stesso discorso vale per Grifis,
nel quale ho avuto il piacere di riscontrarmi per qualche verso, soprattutto le sue motivazioni, le sue giustificazioni e i sui obbiettivi (chi si ricorda il castello?, una delle scene più belle a mio avviso
di tutto il fumetto) saranno la base della vera storia e lui stesso prenderà una voce contrastante nelle vicende, prendendo in prestito sia la figura dell'eroe che quella del malvagio.
E ultima ma non ultima Caska, ponte fra i due personaggi sopracitati, e figura alla quale io mi sia affezionato di più dei tre, quante volte ho messo in secondo piano sia Gatsu che Grifis avendo la paura che lei morisse.
Insomma anche lei è un personaggio che di mediocre ha poco e nulla, cala di spessore certamente nel secondo ciclo narrativo per giuste motivazioni, motivazioni che praticamente costruiscono la storia come la leggiamo oggi.
ma appunto tocchiamo dei punti un pelo più delicati: ma allora, ti piace o non ti piace "la seconda parte"?
sarò sincero, si possono dire molte cose riguardo a Berserk tra le quali: "non finirà mai" "è diventato più brutto" (anche se in questo caso direi: meno bello) etc etc, ma di una cosa ne sono praticamente certo: che sia la prima o che sia la seconda Berserk rimane e rimarrà sempre un pietra miliare per ogni autore, scrittore, o che dir si voglia in campo di narrazione.
Ad oggi ho letto poche cose (e ripeto: sia prima che seconda parte) che come Berserk mi abbiano regalato emozioni tanto forti, lacrime tanto sincere e anche un infantile rabbia a riguardo di una autore un po' pigro ma che ha tanto cuore (almeno qualche anno fa, ora non ne sono tanto certo) e tanto amore per la sua piccola creatura.
non so se mai avremmo, noi lettori, occasione di avere tra le mani un opera altrettanto immortale e spaventosamente bella quanto Berserk, ma l'unica cosa che posso dire a me stesso e a i miei colleghi è quella di aspettare.
P.S. Berserk ha si, ad oggi, due periodi di cui uno mediocre, ma, per ripetermi: chi si ricorda La Migliore Offerta? quel film, tra l'altro anche quello capolavoro, si divideva in tre parti un costante sviluppo di un mistero che andava poi a raggiungere un climax il quale portava l'opera ad un periodo mediocre e di stallo, ma chi si ricorda il finale? una ripresa all'ultimo secondo come un fulmine a celo sereno e proprio in quel momento il titolo andava a valere ancor di più di quanto non avesse fatto precedentemente. Secondo questo ragionamento allora a Berserk manca ancora un periodo.
P.P.S. Prima di lasciarci e di mettere la parola fine volevo mettervi una pulce nell'orecchio: vi ricordate cosa sta facendo ora Grifis? ecco, non vi sembra un po' losco, che siano gli albori di un "evento speciale"? ;)
P.P.P.S. Avrei tanto voluto evitare di inserire una valutazione, perché ad oggi è impossibile dare un voto ad un lavoro che accanto al numero di volumetti porta scritto "in corso". Ogni opera è come un edificio, se si viaggia un po' con la fantasia, dalla più piccola briciola dei mattoni delle fondamenta fino all'ultima tegola del tetto, ma allora quanto dareste voi a una casa senza tetto (se non si fosse ancora capito: il finale)? anzi, dareste una valutazione ad una casa senza tetto?
Non c'è critica che tenga, obiettivamente (per quanto riguarda la prima parte, denominata anche "golden age" non a caso) è un capolavoro. Personaggi carismatici, misteriosi, belli (naturalmente inteso dal punto di vista grafico) ed empatici, ognuno di essi è vivo e trasmette le proprie incertezze e convinzioni al lettore, che, come sotto ammaliamento non riesce a staccarsi dalla lettura.
Ambientazioni dal puro e ben realizzato spirito medievale, caratterizzato da feudatari e nobili ebbri del proprio potere, realtà di guerre sempre presenti sia dal punto di vista militare che quello puramente politico. Ma naturalmente la fama del titolo non proviene solo da queste cose, c'è qualcosa di più, qualcosa che rientra e fa parte dello scheletro narrativo, un idea geniale che ha portato Kentaro Miura, scrittore e disegnatore del progetto, alla fama che merita nei giorni nostri: il mondo che parte con una trama mista tra guerra e politica e dalle non mancanti scene d'amore con semplici velature gore, ma senza troppo mistero (possiamo tranquillamente dire che le persone inizialmente non smettevano di leggere Berserk solo per vedere dove andava a finire tutta la baracca della Squadra dei falchi) si allarga ad una trama che del mistero e dell'esoterismo ne fa le colonne portanti.
Miura come incipit ci presenta appunto un personaggio barbaro, vendicativo e senza scrupoli, ma naturalmente non esiste protagonista senza difetti, difetti gestiti in maniera maestrale dalla mano di Miura che li fa rivelare poco a poco e soprattutto a braccetto con lo sviluppo della trama, fino ad arrivare ad un climax: la famigerata Eclissi, ma di questa ne riparleremo tra poco.
come ho detto in precedenza, anche se in parentesi, Berserk ad oggi si divide in due cicli narrativi: Golden Age e "quella dopo" (detto in maniera terra-terra).
La Golden age è il ciclo narrativo che comprende praticamente i primi tredici/quattordici volumi, fino al climax dell'eclissi, chiamata così perché considerata capolavoro in tutto il mondo (voglio dire la Golden Age).
poi vi è una seconda fase dell'opera che logicamente comprende tutto quello che avviene dopo l'Eclissi.
"ma perché c'è questo bisogno di dividere una storia unica, progettata quindi per essere tutto uno sviluppo, in due diverse fasi?" questa è una probabile domanda di un lettore che incuriosito si avvicina per la prima volta al titolo, andiamo quindi a svelare l'arcano.
Berserk è si famoso per il suo strepitoso decollo ma anche per la sua sfracellante e ripida caduta, una storia emozionante basata su personaggi belli, empatici, studiati minuziosamente e altrettanto
minuziosamente descritti lasciano il posto a personaggi più infantili, si descritti bene ma caratterialmente opposti al target che avevano in precedenza personaggi come Gatsu, Grifis, Caska, Judo, Pipin e molti altri che dovranno appunto far spazio a figure come Shilke, Isidoro, Serpico e Farnese, quale quest'ultima ritengo sia una delle peggio porcate fatte nell'opera poiché aveva le basi di un bellissimo personaggio: una storia contorta all'interno della chiesa, una storia contorta in famiglia e quella malata vena che metteva Miura in ogni suo personaggio, per poi crollare nella brava badante di Caska caratterizzata solo da uno spiccato talento nella magia e dalla cotta che si è presa per Gatsu.
Ma adesso che ho parlato dello stretto necessario dell'obbiettività andiamo ad espandere il discorso per quanto riguarda le mie personali opinioni riguardo l'opera.
Come ho fatto intuire a me Berserk piace molto, la trama, i personaggi le ambientazioni e tutto quello ho già detto per me mettono quel "capo" prima della semplice parola "lavoro", fin dalle prime tavole mi ero affezionato molto a Gatsu, che anche se lo vedevo come una figura quasi e unicamente barbarica con il tempo ha acquisito l'aggettivo umano, stesso discorso vale per Grifis,
nel quale ho avuto il piacere di riscontrarmi per qualche verso, soprattutto le sue motivazioni, le sue giustificazioni e i sui obbiettivi (chi si ricorda il castello?, una delle scene più belle a mio avviso
di tutto il fumetto) saranno la base della vera storia e lui stesso prenderà una voce contrastante nelle vicende, prendendo in prestito sia la figura dell'eroe che quella del malvagio.
E ultima ma non ultima Caska, ponte fra i due personaggi sopracitati, e figura alla quale io mi sia affezionato di più dei tre, quante volte ho messo in secondo piano sia Gatsu che Grifis avendo la paura che lei morisse.
Insomma anche lei è un personaggio che di mediocre ha poco e nulla, cala di spessore certamente nel secondo ciclo narrativo per giuste motivazioni, motivazioni che praticamente costruiscono la storia come la leggiamo oggi.
ma appunto tocchiamo dei punti un pelo più delicati: ma allora, ti piace o non ti piace "la seconda parte"?
sarò sincero, si possono dire molte cose riguardo a Berserk tra le quali: "non finirà mai" "è diventato più brutto" (anche se in questo caso direi: meno bello) etc etc, ma di una cosa ne sono praticamente certo: che sia la prima o che sia la seconda Berserk rimane e rimarrà sempre un pietra miliare per ogni autore, scrittore, o che dir si voglia in campo di narrazione.
Ad oggi ho letto poche cose (e ripeto: sia prima che seconda parte) che come Berserk mi abbiano regalato emozioni tanto forti, lacrime tanto sincere e anche un infantile rabbia a riguardo di una autore un po' pigro ma che ha tanto cuore (almeno qualche anno fa, ora non ne sono tanto certo) e tanto amore per la sua piccola creatura.
non so se mai avremmo, noi lettori, occasione di avere tra le mani un opera altrettanto immortale e spaventosamente bella quanto Berserk, ma l'unica cosa che posso dire a me stesso e a i miei colleghi è quella di aspettare.
P.S. Berserk ha si, ad oggi, due periodi di cui uno mediocre, ma, per ripetermi: chi si ricorda La Migliore Offerta? quel film, tra l'altro anche quello capolavoro, si divideva in tre parti un costante sviluppo di un mistero che andava poi a raggiungere un climax il quale portava l'opera ad un periodo mediocre e di stallo, ma chi si ricorda il finale? una ripresa all'ultimo secondo come un fulmine a celo sereno e proprio in quel momento il titolo andava a valere ancor di più di quanto non avesse fatto precedentemente. Secondo questo ragionamento allora a Berserk manca ancora un periodo.
P.P.S. Prima di lasciarci e di mettere la parola fine volevo mettervi una pulce nell'orecchio: vi ricordate cosa sta facendo ora Grifis? ecco, non vi sembra un po' losco, che siano gli albori di un "evento speciale"? ;)
P.P.P.S. Avrei tanto voluto evitare di inserire una valutazione, perché ad oggi è impossibile dare un voto ad un lavoro che accanto al numero di volumetti porta scritto "in corso". Ogni opera è come un edificio, se si viaggia un po' con la fantasia, dalla più piccola briciola dei mattoni delle fondamenta fino all'ultima tegola del tetto, ma allora quanto dareste voi a una casa senza tetto (se non si fosse ancora capito: il finale)? anzi, dareste una valutazione ad una casa senza tetto?
Uno dei manga meglio illustrati ed espressi di sempre, opera di un magistrale Kentaro Miura, capace di dare vita ad una avventura Dark Fantasy che contrappone l'essere umano in quanto apparentemente vulnerabile ma vestito di rabbia, forza di volontá e voglia di vendetta, capace di contrastare gli esseri dell'oscuritá (demoni, spiriti, ecc). Character design unico che non si confonde in alcun modo con altre opere di altri mangaka, livello di dettaglio di ogni illustrazione da 10 e lode, soprattutto nell'uso degli effetti di movimento ed il contratto di luci e ombre efficace, per non parlare dello sviluppo del protagonista che varia nel tempo, vittima (giustamente) di invecchiamento o di aver subito ripetute ferite che lo portano ad avere più cicatrici nel corso della storia (piccoli dettagli che personalmente apprezzo molto). I temi affrontati sono tanti e di varia intensità, che lo rende completo, spesso molto diretto e crudo ma capace di trasmettere ogni emozione al lettore.
Una volta iniziato a leggere, non ci si ferma più, si diventa dipendenti da quest'opera.
Unica pecca è la lunga attesa da un volume all'altro che ormai é arrivato ad 1 anno se va bene, complici i vari progetti anime che fan sì che Miura rallenti ulteriormente le pubblicazioni pur di seguirne lo sviluppo personalmente (cosa positiva se si vuol ottenere una fedele ricostruzione del manga in anime adattata per una varia fascia di pubblico).
In attesa di un continuo per ora tutto ciò che Miura ci ha offerto merita sicuramente un 10!
Una volta iniziato a leggere, non ci si ferma più, si diventa dipendenti da quest'opera.
Unica pecca è la lunga attesa da un volume all'altro che ormai é arrivato ad 1 anno se va bene, complici i vari progetti anime che fan sì che Miura rallenti ulteriormente le pubblicazioni pur di seguirne lo sviluppo personalmente (cosa positiva se si vuol ottenere una fedele ricostruzione del manga in anime adattata per una varia fascia di pubblico).
In attesa di un continuo per ora tutto ciò che Miura ci ha offerto merita sicuramente un 10!
"Berserk" è uno dei migliori manga mai concepiti nella storia. Comprenderne però il significato è un'impresa ardua. La storia la conoscono tutti gli appassionati: Gatsu, guerriero vestito di nero, armato con la sua fidata ammazzadraghi,senza un occhio e senza un braccio, sembra vagare in uno mondo violento e perverso, con una meta ancora ignota. Poi, nel volume tre, abbiamo l'opportunità di incontrare Griffith, altro protagonista di Berserk, nonché acerrimo nemico di Gatsu. Con Gatsu in lacrime, si apre il flashback più bello e profondo della storia: vengono narrate la nascita orribile di Gatsu, la sua iniziazione al combattimento, l'incontro con Griffith,il suo arrivo nella Squadra dei Falchi,guidata dallo stesso Grifis. Qui avremo l'opportunità di incontrare un altro personaggi focale della storia, Caska. Non dico oltre per evitare gli spoiler. Il flashback culmina con l'Eclisse,che Kentaro Miura riesce a narrare in un mix perfetto di drammaticità, crudeltà, perversione sessuale ed epicità. Il volume quattordici si conclude con Gatsu che incomincia il suo viaggio, per poter attuare la sua vendetta nei confronti di Griffith. Da qui in poi, la trama si evolve in maniera spettacolare, soprattutto perché Kentaro Miura riesce in maniera superba a collegarla con l'immenso spessore psicologico di TUTTI i personaggi. Per di più il disegno migliora progressivamente, raggiungendo livelli irraggiungibili per molti mangaka.
SPOILER
Il personaggio di Gatsu, visto in chiave romantica, può essere inteso come un titano: infatti, ha sfidato il destino che "Dio" gli ha imposto,è sopravvissuto ad un massacro crudele e spietato e ora cerca la sua vendetta nei confronti degli spietati cinque della mano di Dio. Inoltre, è molto singolare il messaggio nascosto dall'Ammazzadraghi:
1) Simboleggia la durezza psico-fisica di Gatsu.
2) E' simbolo della sua crudeltà nei confronti di un qualsiasi nemico gli capiti.
3) E' simbolo del suo utopico tentativo di raggiungere il suo obiettivo, ma anche simboleggia la pesante responsabilità di dover proteggere ciò che gli è rimasto, ovvero la sua amata Caska e i suoi nuovi amici.
4) E' simbolo della grandissima difficoltà del suo utopico obiettivo di vendetta.
Caska è un altro personaggio memorabile:dopo che Griffith l'aveva salvata da una vita da prostituta a servizio dei nobili,si è sentita in debito con lui, e lo considera come un essere semidio. Prova inizialmente risentimento e invidia nei confronti di Gatsu, unico "vero" amico di Grifis (seppur all'inizio del flashback). Poi, dal volume sei, Caska rivela a Gatsu i propri sentimenti nascosti nei confronti di Griffith e inizia già ad odiarlo meno. Poi, però, Caska si renderà conto che le speranze di potersi unire con Grifis sono veramente scarse e si renderà conto di essere in realtà innamorata di Gatsu, dato che è stato l'unico uomo che l'ha trattata come donna, e non come semplice soldato al servizio di Grifis. Inoltre,loro si completano a vicenda, dato che riescono a coprire insieme le loro debolezze, consolandosi a vicenda. Caska cadrà vittima sessualmente di Griffith, di fronte ad un inerme Gatsu,che osserva questo macabro spettacolo, mentre viene ferito all'occhio destro. Da lì in poi vivrà in uno stato catatonico, per lo shock subito.
Grifis, invece,è il personaggio più complesso. Viene presentato come un grande condottiero alla guida della Squadra dei Falchi e come un uomo ambizioso, e apparentemente gentile. Costringe Gatsu a diventare uno dei suoi,in seguito ad un duello a spada. Questo destino sarà duraturo, nel bene o nel male, in tutto "Berserk". Dopo che Gatsu deciderà di partire via per una meta sconosciuta, Grifis sente un vuoto dentro di sé, finisce involontariamente vittima del violento sistema del mondo nobile e, nel momento di rassegnazione massima, decide di sacrificare tutta la Squadra dei Falchi, per cercare di ottenere un corpo nuovo e per poter quindi raggiungere la sua più grande ambizione, quella di diventare sovrano di un grande regno. Le sua ambizioni riescono a sopraffare tutti gli affetti che nella vita lui si era costruito.
Il cavaliere del Teschio è l'ennesimo personaggio memorabile, che aiuterà in molte occasioni il protagonista, perché sono accomunati dallo stesso desiderio di vendetta nei confronti dei cinque della mano di Dio.
Altro personaggio ben costruito è Rickert, unico sopravvissuto della Squadra dei Falchi (senza contare Gatsu e Caska), che si fa peso di una grande responsabilità, quella di proteggere Caska, ormai in stato catatonico e in uno stato di shock permanente.
Farnese, insieme a Caska, è il personaggio femminile più affascinante: da sempre abituata al mondo nobile, molto rigido e "bigotto", si ribellerà a tutto ciò, per poter vivere una vita libera e per poter scoprire qual è il suo reale obiettivo. Bellissimo inoltre il rapporto tra lei e Caska.
Serpico è un personaggio meraviglioso, guardia personale di Farnese, che si fa carico della sua vita e deve proteggerla in ogni occasione e accettare ogni sua decisione. Inotre, prova un po' di odio nei confronti di Gatsu,dato che secondo lui minaccerebbe la vita di Farnese.
Isidoro è un bambino prodigio, leggermente spaccone,senza un vero obiettivo,se non quello di superare il suo rivale Gatsu (anche se lui se ne frega altamente di quel tappetto)
Shilke, maga che si fa carico di una grande responsabilità, quella di proteggere spiritualmente Gatsu dall'armatura del Berserker.
Da notare come Gatsu, nel bene o nel male, influenzi le persone, con il suo carisma e con la arroganza
FINE SPOILER
Ma perché dare 10 ad un manga ancora non concluso e che potrebbe deludere nel finale? Semplice: disegni perfetti, caratterizzazione psicologica perfetta e molto complessa, e una trama perfetta, che conduce a due strade,che vanno parallele: il viaggio di Griffith e quello di Gatsu, due personaggi completamente diversi, ma in maniera indissolubile legati. Gli elementi fantasy che tutti contestano, per me sono una cosa assolutamente normale, dato che già ce ne erano degli accenni, soprattutto con la figura (odiosa) di Pak l'elfo.
"Berserk" è la perfezione,lo consiglio a tutti, soprattutto agli adulti, che potrebbero rispecchiarsi in alcuni personaggi di questo immenso capolavoro.
SPOILER
Il personaggio di Gatsu, visto in chiave romantica, può essere inteso come un titano: infatti, ha sfidato il destino che "Dio" gli ha imposto,è sopravvissuto ad un massacro crudele e spietato e ora cerca la sua vendetta nei confronti degli spietati cinque della mano di Dio. Inoltre, è molto singolare il messaggio nascosto dall'Ammazzadraghi:
1) Simboleggia la durezza psico-fisica di Gatsu.
2) E' simbolo della sua crudeltà nei confronti di un qualsiasi nemico gli capiti.
3) E' simbolo del suo utopico tentativo di raggiungere il suo obiettivo, ma anche simboleggia la pesante responsabilità di dover proteggere ciò che gli è rimasto, ovvero la sua amata Caska e i suoi nuovi amici.
4) E' simbolo della grandissima difficoltà del suo utopico obiettivo di vendetta.
Caska è un altro personaggio memorabile:dopo che Griffith l'aveva salvata da una vita da prostituta a servizio dei nobili,si è sentita in debito con lui, e lo considera come un essere semidio. Prova inizialmente risentimento e invidia nei confronti di Gatsu, unico "vero" amico di Grifis (seppur all'inizio del flashback). Poi, dal volume sei, Caska rivela a Gatsu i propri sentimenti nascosti nei confronti di Griffith e inizia già ad odiarlo meno. Poi, però, Caska si renderà conto che le speranze di potersi unire con Grifis sono veramente scarse e si renderà conto di essere in realtà innamorata di Gatsu, dato che è stato l'unico uomo che l'ha trattata come donna, e non come semplice soldato al servizio di Grifis. Inoltre,loro si completano a vicenda, dato che riescono a coprire insieme le loro debolezze, consolandosi a vicenda. Caska cadrà vittima sessualmente di Griffith, di fronte ad un inerme Gatsu,che osserva questo macabro spettacolo, mentre viene ferito all'occhio destro. Da lì in poi vivrà in uno stato catatonico, per lo shock subito.
Grifis, invece,è il personaggio più complesso. Viene presentato come un grande condottiero alla guida della Squadra dei Falchi e come un uomo ambizioso, e apparentemente gentile. Costringe Gatsu a diventare uno dei suoi,in seguito ad un duello a spada. Questo destino sarà duraturo, nel bene o nel male, in tutto "Berserk". Dopo che Gatsu deciderà di partire via per una meta sconosciuta, Grifis sente un vuoto dentro di sé, finisce involontariamente vittima del violento sistema del mondo nobile e, nel momento di rassegnazione massima, decide di sacrificare tutta la Squadra dei Falchi, per cercare di ottenere un corpo nuovo e per poter quindi raggiungere la sua più grande ambizione, quella di diventare sovrano di un grande regno. Le sua ambizioni riescono a sopraffare tutti gli affetti che nella vita lui si era costruito.
Il cavaliere del Teschio è l'ennesimo personaggio memorabile, che aiuterà in molte occasioni il protagonista, perché sono accomunati dallo stesso desiderio di vendetta nei confronti dei cinque della mano di Dio.
Altro personaggio ben costruito è Rickert, unico sopravvissuto della Squadra dei Falchi (senza contare Gatsu e Caska), che si fa peso di una grande responsabilità, quella di proteggere Caska, ormai in stato catatonico e in uno stato di shock permanente.
Farnese, insieme a Caska, è il personaggio femminile più affascinante: da sempre abituata al mondo nobile, molto rigido e "bigotto", si ribellerà a tutto ciò, per poter vivere una vita libera e per poter scoprire qual è il suo reale obiettivo. Bellissimo inoltre il rapporto tra lei e Caska.
Serpico è un personaggio meraviglioso, guardia personale di Farnese, che si fa carico della sua vita e deve proteggerla in ogni occasione e accettare ogni sua decisione. Inotre, prova un po' di odio nei confronti di Gatsu,dato che secondo lui minaccerebbe la vita di Farnese.
Isidoro è un bambino prodigio, leggermente spaccone,senza un vero obiettivo,se non quello di superare il suo rivale Gatsu (anche se lui se ne frega altamente di quel tappetto)
Shilke, maga che si fa carico di una grande responsabilità, quella di proteggere spiritualmente Gatsu dall'armatura del Berserker.
Da notare come Gatsu, nel bene o nel male, influenzi le persone, con il suo carisma e con la arroganza
FINE SPOILER
Ma perché dare 10 ad un manga ancora non concluso e che potrebbe deludere nel finale? Semplice: disegni perfetti, caratterizzazione psicologica perfetta e molto complessa, e una trama perfetta, che conduce a due strade,che vanno parallele: il viaggio di Griffith e quello di Gatsu, due personaggi completamente diversi, ma in maniera indissolubile legati. Gli elementi fantasy che tutti contestano, per me sono una cosa assolutamente normale, dato che già ce ne erano degli accenni, soprattutto con la figura (odiosa) di Pak l'elfo.
"Berserk" è la perfezione,lo consiglio a tutti, soprattutto agli adulti, che potrebbero rispecchiarsi in alcuni personaggi di questo immenso capolavoro.
Un'opera magistrale, il primo pensiero che ho avuto terminata la lettura dei 37 volumi. Perché questo è Berserk, un ricchissimo mosaico di incontri e di scontri, di logorante sofferenza e di gioia effimera, di amore e di odio.
TRAMA E TEMI
Le avventure di Gatsu si collocano in un tardo medioevo crudele e violento, che non di rado sfiora la distopia. Dopo i primi 3 volumi, in cui il guerriero nero ci darà l'assaggio della sua ferocia distruttiva e mortifera, una lunga analessi mostrerà il suo tetro passato, l'infanzia consumata tra campi di battaglia e forgiata nel sangue, nonché l'incontro con i mercenari della squadra dei falchi, destinato a segnare una svolta nella sua esistenza. Di più della trama non voglio dire, il ritmo trascinante vi consentirà di divorare volumi su volumi.
Lo sviluppo degli eventi manterrà una logica lineare e semplice, ma i temi proposti si faranno sempre più impegnati e complessi. Miura dimostra infatti una spiccata preparazione filosofica, che contempera elementi occidentali con il tipico spiritualismo orientale. Punti cardine della sua riflessione sono il problema del libero arbitrio, l'istinto di autoconservazione, la polemica religiosa. Una mia personale impressione è la ripresa, anche abbondante, di motivi della filosofia spinoziana, mentre è certo che dall'induismo Miura mutua il concetto di Karma come principio regolatore delle vicende umane.
Verrà inoltre mostrata una delle pagine più cupe del Cristianesimo, la "Santa Inquisizione", che permette al mangaka di esprimere il suo scetticismo e biasimo verso le religioni rivelate. Il Dio trascendente del Cristianesimo, ad esempio, sul modello delle tesi di Feuerbach e di Marx, viene visto solo come una proiezione di un uomo alienato dalle sue sofferenze, che cerca rifugio in un essere immaginario per sfuggire dalla sua infelicità, sprofondando però nel fanatismo e nella paura. L'autore pare molto più aperto verso orizzonti panteisti, che non escludono la magia, intesa come conoscenza più approfondita e diretta della natura. La violenza è un elemento peculiare, così come la sessualità, o più precisamente, la violenza sessuale. Sono esse infatti l'emblema della visione profondamente pessimistica di Miura: l'uomo è spesso preda del suo egoismo e delle sue pulsioni più bestiali. Eppure, anche in questa atmosfera da brividi emergono talvolta gli aspetti migliori dell'animo umano: l'amicizia, la gratitudine, l'amore. Inoltre il tema del sogno e della ricerca di se stessi è il motore dell'intera opera, con tutte le vicissitudini che tale percorso porta con sé.
IL DISEGNO
Ho pensato spesso che Miura sia un pittore mancato. Le sue tavole lasciano letteralmente sgomenti, sono sontuose. Nei primi 3 o 4 volumi in realtà il suo stile è ancora un po' legnoso e sbrigativo, ma col tempo il tratto si fa morbido, fluido e la cura dei dettagli diventa maniacale. L'espressività dei volti è pari alla profonda caratterizzazione psicologica dei vari personaggi e stupefacente è il realismo con cui vengono resi paesaggi, animali, armi e oggetti. Miura ha le idee chiare anche in ambito architettonico, come dimostra trasponendo con grande precisione nella sua pagina edifici gotici verosimili. Gli esseri mostruosi che popolano l'universo di Berserk inoltre sono credibili pur nelle loro fattezze impensabili, e ciò è geniale. Alcune tavole sembrano incisioni del Piranesi, mentre i temi compositivi ricordano il pittore olandese Hieronymus Bosh. Il suo è un disegno organico al contenuto, infarcito di citazioni di esoterismo, di alchimia, che mostrano l'immensa cultura generale di quest'uomo. Spettacolare!
Darei un 9 alla trama per il calo degli ultimi volumi, che non mi hanno comunque disgustato rispetto ad altri lettori, e un 10 pieno al disegno. Arrotondando per eccesso quindi do 10, perché è impossibile non riconoscere il valore di un fumetto come questo, anche se la pigrizia di Miura può rendere una delizia come questa una croce sempre più pesante. Lo consiglio vivamente a chi non lo conoscesse ancora, augurandoci di poter vivere abbastanza da vedere un finale.
TRAMA E TEMI
Le avventure di Gatsu si collocano in un tardo medioevo crudele e violento, che non di rado sfiora la distopia. Dopo i primi 3 volumi, in cui il guerriero nero ci darà l'assaggio della sua ferocia distruttiva e mortifera, una lunga analessi mostrerà il suo tetro passato, l'infanzia consumata tra campi di battaglia e forgiata nel sangue, nonché l'incontro con i mercenari della squadra dei falchi, destinato a segnare una svolta nella sua esistenza. Di più della trama non voglio dire, il ritmo trascinante vi consentirà di divorare volumi su volumi.
Lo sviluppo degli eventi manterrà una logica lineare e semplice, ma i temi proposti si faranno sempre più impegnati e complessi. Miura dimostra infatti una spiccata preparazione filosofica, che contempera elementi occidentali con il tipico spiritualismo orientale. Punti cardine della sua riflessione sono il problema del libero arbitrio, l'istinto di autoconservazione, la polemica religiosa. Una mia personale impressione è la ripresa, anche abbondante, di motivi della filosofia spinoziana, mentre è certo che dall'induismo Miura mutua il concetto di Karma come principio regolatore delle vicende umane.
Verrà inoltre mostrata una delle pagine più cupe del Cristianesimo, la "Santa Inquisizione", che permette al mangaka di esprimere il suo scetticismo e biasimo verso le religioni rivelate. Il Dio trascendente del Cristianesimo, ad esempio, sul modello delle tesi di Feuerbach e di Marx, viene visto solo come una proiezione di un uomo alienato dalle sue sofferenze, che cerca rifugio in un essere immaginario per sfuggire dalla sua infelicità, sprofondando però nel fanatismo e nella paura. L'autore pare molto più aperto verso orizzonti panteisti, che non escludono la magia, intesa come conoscenza più approfondita e diretta della natura. La violenza è un elemento peculiare, così come la sessualità, o più precisamente, la violenza sessuale. Sono esse infatti l'emblema della visione profondamente pessimistica di Miura: l'uomo è spesso preda del suo egoismo e delle sue pulsioni più bestiali. Eppure, anche in questa atmosfera da brividi emergono talvolta gli aspetti migliori dell'animo umano: l'amicizia, la gratitudine, l'amore. Inoltre il tema del sogno e della ricerca di se stessi è il motore dell'intera opera, con tutte le vicissitudini che tale percorso porta con sé.
IL DISEGNO
Ho pensato spesso che Miura sia un pittore mancato. Le sue tavole lasciano letteralmente sgomenti, sono sontuose. Nei primi 3 o 4 volumi in realtà il suo stile è ancora un po' legnoso e sbrigativo, ma col tempo il tratto si fa morbido, fluido e la cura dei dettagli diventa maniacale. L'espressività dei volti è pari alla profonda caratterizzazione psicologica dei vari personaggi e stupefacente è il realismo con cui vengono resi paesaggi, animali, armi e oggetti. Miura ha le idee chiare anche in ambito architettonico, come dimostra trasponendo con grande precisione nella sua pagina edifici gotici verosimili. Gli esseri mostruosi che popolano l'universo di Berserk inoltre sono credibili pur nelle loro fattezze impensabili, e ciò è geniale. Alcune tavole sembrano incisioni del Piranesi, mentre i temi compositivi ricordano il pittore olandese Hieronymus Bosh. Il suo è un disegno organico al contenuto, infarcito di citazioni di esoterismo, di alchimia, che mostrano l'immensa cultura generale di quest'uomo. Spettacolare!
Darei un 9 alla trama per il calo degli ultimi volumi, che non mi hanno comunque disgustato rispetto ad altri lettori, e un 10 pieno al disegno. Arrotondando per eccesso quindi do 10, perché è impossibile non riconoscere il valore di un fumetto come questo, anche se la pigrizia di Miura può rendere una delizia come questa una croce sempre più pesante. Lo consiglio vivamente a chi non lo conoscesse ancora, augurandoci di poter vivere abbastanza da vedere un finale.
Berserk è un manga avventuroso/fantasy/horror e a tratti, diciamolo, anche un po' hentai, ambientato in un medioevo fantastico.
La sua lunghezza gestazionale e narrativa lo rende estremamente poliedrico, facendo propendere la storia a volte verso un genere, a volte verso un altro. E' evidente come l'opera, sovrapponendosi completamente con l'excursus artistico dell'autore, faccia trasparire tutta la maturazione stilistica ed ideologica di Kentaro Miura. Essa racchiude quindi molteplici anime, ognuna delle quali richiede il dovuto approfondimento.
La storia narra la vita di Gatsu, un mercenario dal carattere scontroso e assai risoluto. Ne seguiremo le vicissitudini fin dai primissimi anni di vita, imparando a conoscere gli angoli più bui del suo animo. Verremo catapultati in mezzo a numerosi campi di battaglia, assisteremo a duelli all'ultimo sangue con creature infernali, saremo testimoni del dispiegarsi infausto del destino del nostro beniamino.
Ciò che caratterizza e segna profondamente la narrazione di Miura è la sua visione pessimistica della condizione umana. Il karma ci viene descritto come qualcosa che ogni essere vivente si porta dietro, a prescindere da ciò che fa nella vita, e dal quale non può in alcun modo sfuggire; proprio alla luce di questo, il personaggio di Gatsu è realizzato in maniera esemplare. Egli, in quanto uomo, combatte e si dimena, nel tentativo di scrollarsi di dosso il suo karma, ma nel far questo sembra abbandonare sempre più la sua natura umana, alla quale però si aggrappa con gli artigli. E' un circolo vizioso, una guerra senza fine alla quale però, per quanto logorante, egli non accenna a sottrarsi.
La caparbietà, la forza di volontà e la voglia di vivere di Gatsu sono sfaccettature fondamentali del suo carattere. Egli non ha paura di morire, anzi, sembra far di tutto per cercare di farsi ammazzare, rischiando sempre più del dovuto. Forse per provare a se stesso di essere vivo o forse perché effettivamente, per lungo tempo, non trova un motivo valido per stare al mondo. Nonostante questo la sua forza ed il suo carattere lo spingono sempre "oltre" e la sua ora viene di volta in volta posticipata.
Altro nodo fondamentale della visione filosofica di Miura è quello della divinità. L'autore ci presenta degli dei caratterizzati da una desolante crudeltà. Dio infatti non è altri se non la proiezione di tutte le aspirazioni non appagate dell'uomo; proprio per questo non può che essere malvagio. Proprio in quanto nato da esseri corrotti, Dio non può che esserlo altrettanto.
Seppur arricchendola di elementi fantastici, l'autore inserisce nel suo racconto quella pagina di storia, tristissima e nauseante, che è la Santa Inquisizione e la sua caccia alle streghe. L'assurdità di quel periodo storico, e della religiosità distorta che lo accompagnava, vengono ancor più palesati in virtù della logica divina che Miura ci presenta.
La figura di Gatsu, anche in questo caso, è estremamente illuminante. Il suo grido contro i fedeli inermi, intenti a pregare il loro dio invece di battersi per aver salva la vita, è esemplificativo. La religiosità è un tema particolarmente approfondito ed offre moltissimi spunti di riflessione, ma ciò che davvero è il fulcro dell'opera è il binomio amore/odio. Se il protagonista, infatti, si batte fino allo strenuo delle forze è solo perché spinto da queste due energie, egualmente potenti, ma in assoluta contrapposizione fra loro.
I personaggi sono costruiti con grandissima attenzione e, in quelli principali, possiamo osservare una notevole maturazione psicologica. La complessità dell'animo umano non sfugge di certo all'autore, che crea psicologie assai complicate spesso nate da condizioni di vita estreme.
Essendo stato realizzato durante un lasso temporale così ampio, i disegni vanno dal buono dei primi capitoli alla perfezione degli ultimi. Gli stati d'animo sono resi in modo impeccabile e la rabbia e la desolazione di Gatsu mettono davvero i brividi.
Alcune tavole sono da incorniciare e vibrano di energia.
Il problema fondamentale, e probabilmente anche l'unico, è la lunghezza dell'opera ed il trascinarsi della sua stesura attraverso intere decadi. Ogni autore che si rispetti, se davvero ama la sua creazione, dovrebbe avere il coraggio di farla terminare, anche a costo di andare contro l'editore. Miura avrebbe potuto, senza alcun problema, realizzare un seguito se davvero lo avesse ritenuto fattibile, ma snaturare completamente un lavoro così grandioso, dimenticando la direzione inizialmente tracciata, è imperdonabile.
Spesso ho visto manga partire come shonen per poi virare verso un pubblico maturo. Ho sempre pensato fosse un modo subdolo che gli editori utilizzano per arraffare più lettori possibile. Sarei tanto curioso di vedere se un ragazzino, una volta iniziato Zetman, smetterebbe di leggerlo dopo la comparsa della scritta "per un pubblico adulto".
Nel caso di Berserk ci troviamo innanzi ad un caso abbastanza singolare. Un seinen dai toni cupi e tragici, che di punto in bianco diventa colmo di battutine, ammiccamenti e scenette demenziali. Vengono creati personaggi unicamente per affidar loro il ruolo del buffone.
Gatsu si trova d'un tratto catapultato prima ne "Il signore degli anelli", poi ne "I Pirati dei Caraibi".
Le atmosfere darkeggianti diventano un vago ricordo e dal genere horror/fantasy si passa al fantasy e basta. E' evidente che, oltre alla mancanza di idee, interrompere così tante volte la stesura di un'opera porta inevitabilmente ad uno svilimento della tensione emotiva che l'autore dovrebbe avere quando impugna il pennino.
E' altrettanto palese che il mio voto risenta di questi difetti meno di quel che avrebbe dovuto, ma non sono riuscito a penalizzare maggiormente la grandiosità dell'opera di Miura. Probabilmente la colpa del maestro è stata quella di abituarci ad un livello talmente elevato da far risaltare maggiormente il calo degli ultimi volumi.
La sua lunghezza gestazionale e narrativa lo rende estremamente poliedrico, facendo propendere la storia a volte verso un genere, a volte verso un altro. E' evidente come l'opera, sovrapponendosi completamente con l'excursus artistico dell'autore, faccia trasparire tutta la maturazione stilistica ed ideologica di Kentaro Miura. Essa racchiude quindi molteplici anime, ognuna delle quali richiede il dovuto approfondimento.
La storia narra la vita di Gatsu, un mercenario dal carattere scontroso e assai risoluto. Ne seguiremo le vicissitudini fin dai primissimi anni di vita, imparando a conoscere gli angoli più bui del suo animo. Verremo catapultati in mezzo a numerosi campi di battaglia, assisteremo a duelli all'ultimo sangue con creature infernali, saremo testimoni del dispiegarsi infausto del destino del nostro beniamino.
Ciò che caratterizza e segna profondamente la narrazione di Miura è la sua visione pessimistica della condizione umana. Il karma ci viene descritto come qualcosa che ogni essere vivente si porta dietro, a prescindere da ciò che fa nella vita, e dal quale non può in alcun modo sfuggire; proprio alla luce di questo, il personaggio di Gatsu è realizzato in maniera esemplare. Egli, in quanto uomo, combatte e si dimena, nel tentativo di scrollarsi di dosso il suo karma, ma nel far questo sembra abbandonare sempre più la sua natura umana, alla quale però si aggrappa con gli artigli. E' un circolo vizioso, una guerra senza fine alla quale però, per quanto logorante, egli non accenna a sottrarsi.
La caparbietà, la forza di volontà e la voglia di vivere di Gatsu sono sfaccettature fondamentali del suo carattere. Egli non ha paura di morire, anzi, sembra far di tutto per cercare di farsi ammazzare, rischiando sempre più del dovuto. Forse per provare a se stesso di essere vivo o forse perché effettivamente, per lungo tempo, non trova un motivo valido per stare al mondo. Nonostante questo la sua forza ed il suo carattere lo spingono sempre "oltre" e la sua ora viene di volta in volta posticipata.
Altro nodo fondamentale della visione filosofica di Miura è quello della divinità. L'autore ci presenta degli dei caratterizzati da una desolante crudeltà. Dio infatti non è altri se non la proiezione di tutte le aspirazioni non appagate dell'uomo; proprio per questo non può che essere malvagio. Proprio in quanto nato da esseri corrotti, Dio non può che esserlo altrettanto.
Seppur arricchendola di elementi fantastici, l'autore inserisce nel suo racconto quella pagina di storia, tristissima e nauseante, che è la Santa Inquisizione e la sua caccia alle streghe. L'assurdità di quel periodo storico, e della religiosità distorta che lo accompagnava, vengono ancor più palesati in virtù della logica divina che Miura ci presenta.
La figura di Gatsu, anche in questo caso, è estremamente illuminante. Il suo grido contro i fedeli inermi, intenti a pregare il loro dio invece di battersi per aver salva la vita, è esemplificativo. La religiosità è un tema particolarmente approfondito ed offre moltissimi spunti di riflessione, ma ciò che davvero è il fulcro dell'opera è il binomio amore/odio. Se il protagonista, infatti, si batte fino allo strenuo delle forze è solo perché spinto da queste due energie, egualmente potenti, ma in assoluta contrapposizione fra loro.
I personaggi sono costruiti con grandissima attenzione e, in quelli principali, possiamo osservare una notevole maturazione psicologica. La complessità dell'animo umano non sfugge di certo all'autore, che crea psicologie assai complicate spesso nate da condizioni di vita estreme.
Essendo stato realizzato durante un lasso temporale così ampio, i disegni vanno dal buono dei primi capitoli alla perfezione degli ultimi. Gli stati d'animo sono resi in modo impeccabile e la rabbia e la desolazione di Gatsu mettono davvero i brividi.
Alcune tavole sono da incorniciare e vibrano di energia.
Il problema fondamentale, e probabilmente anche l'unico, è la lunghezza dell'opera ed il trascinarsi della sua stesura attraverso intere decadi. Ogni autore che si rispetti, se davvero ama la sua creazione, dovrebbe avere il coraggio di farla terminare, anche a costo di andare contro l'editore. Miura avrebbe potuto, senza alcun problema, realizzare un seguito se davvero lo avesse ritenuto fattibile, ma snaturare completamente un lavoro così grandioso, dimenticando la direzione inizialmente tracciata, è imperdonabile.
Spesso ho visto manga partire come shonen per poi virare verso un pubblico maturo. Ho sempre pensato fosse un modo subdolo che gli editori utilizzano per arraffare più lettori possibile. Sarei tanto curioso di vedere se un ragazzino, una volta iniziato Zetman, smetterebbe di leggerlo dopo la comparsa della scritta "per un pubblico adulto".
Nel caso di Berserk ci troviamo innanzi ad un caso abbastanza singolare. Un seinen dai toni cupi e tragici, che di punto in bianco diventa colmo di battutine, ammiccamenti e scenette demenziali. Vengono creati personaggi unicamente per affidar loro il ruolo del buffone.
Gatsu si trova d'un tratto catapultato prima ne "Il signore degli anelli", poi ne "I Pirati dei Caraibi".
Le atmosfere darkeggianti diventano un vago ricordo e dal genere horror/fantasy si passa al fantasy e basta. E' evidente che, oltre alla mancanza di idee, interrompere così tante volte la stesura di un'opera porta inevitabilmente ad uno svilimento della tensione emotiva che l'autore dovrebbe avere quando impugna il pennino.
E' altrettanto palese che il mio voto risenta di questi difetti meno di quel che avrebbe dovuto, ma non sono riuscito a penalizzare maggiormente la grandiosità dell'opera di Miura. Probabilmente la colpa del maestro è stata quella di abituarci ad un livello talmente elevato da far risaltare maggiormente il calo degli ultimi volumi.
<b> Attenzione: contiene spoiler! </b>
TRAMA (contiene spoiler):
Una banda di mercenari capitanata da Gambino salva un neonato, Gatsu, che giace sotto il cadavere di sua madre, impiccata come strega. Il piccolo cresce sotto le cure di Sis, e già in tenera età impara a combattere grazie ai duri insegnamenti dello stesso Gambino. Gatsu diventa così un mercenario a tutti gli effetti e nonostante la sua tenera età dovrà scontrarsi con la brutalità di un mondo che vive il periodo dell'inquisizione e la crudeltà della guerra. Una serie di circostanze spiacevoli (la morte della madre adottiva Sis, lo stupro subito da Donovan e la follia del padre adottivo Gambino) portano Gatsu ad abbandonare i mercenari e ad intraprendere una strenua lotta per la sopravvivenza da solo. Il viaggio intrapreso dal ragazzo lo porta ad essere assoldato per la guerra in cui si distingue per la sua abilità nel combattimento e nell'uso della spada nonostante egli avesse visto molte primavere in meno rispetto ai suoi avversari; proprio in un'occasione simile Grifis, capitano dei mercenari della "Squadra dei Falchi", si accorge di lui e lo costringe ad unirsi al loro gruppo. Da questo momento la storia entra nel vivo e Gatsu inizia a scoprire sé stesso, sentendosi accettato e ben voluto, conoscendo l'amicizia, la stima e l'amore. Su questi giorni lieti incombe però "L'Eclissi", causata dalla cieca ambizione di Grifis, che toglierà al protagonista ogni cosa che aveva conquistato combattendo senza mai demordere. Sopravvissuto all'Eclissi grazie all'intervento di un misterioso "Cavaliere Teschio", Gatsu è ormai marchiato come vittima sacrificale per gli Apostoli ed è costretto a vivere combattendo contro spiriti e demoni che gli impediscono di dormire la notte e mettono in pericolo chiunque si avvicini a lui costringendolo di nuovo alla solitudine. Qui la narrazione diventa ciclica e Gatsu si ritrova a lottare strenuamente per la sopravvivenza, mosso dall'odio e dalla sete di vendetta contro chi gli ha sottratto ogni cosa a cui fosse legato.
TEMATICHE:
L'opera è caratterizzata da un mix equilibrato fra Fantasy e Splatter, in cui il mondo fantastico popolato dagli elfi si unisce al realismo crudo ed estremo del periodo medioevale caratterizzato dalla guerra, dalla caccia alle streghe, povertà, carestie e soprusi (anche sessuali) da parte di chi detiene il potere, specialmente da parte della Chiesa. Ed è proprio in una feroce e spietata critica contro il Cristianesimo (che seppur non nominato direttamente viene citato in maniera esplicita ed inequivocabile) che "Berserk" ha una delle tematiche principali. I fedeli vengono descritti infatti come persone inutili, deboli, vuote e apatiche, che si preoccupano solo di accusare, perseguire e uccidere le persone che reputano streghe o eretiche (ovvero chiunque manifesti pubblicamente idee e pensieri alternativi, chiunque abbia un neo o una macchia sulla pelle, prostitute oppure ogni individuo che non vada a genio alla nobiltà o alla chiesa stessa), incapaci di lottare aspettano passivamente la redenzione divina, pregando e "vegetando". Spesso preti e inquisitori si accompagnano a criminali e demoni che usano per far rispettare la "legge divina" o addirittura, con il medesimo proposito come pretesto, assumono essi stessi sembianze diaboliche o diventano Apostoli (vedi Lord Mozgus e la sua squadra di esecutori demoniaci). Miura sensei si preoccupa comunque di offrire anche ai credenti una possibilità di salvezza: gettare via il paraocchi, smettere di credere nel dio falso e illusorio e accettare il fatto che se una divinità esiste non è sicuramente benevola e si diverte a servirsi a proprio piacimento delle vite umane, bisogna quindi iniziare a vivere contando sulle proprie forze senza sperare nella benevolenza divina (vedi Lady Farnese). Altro spunto che l'autore ci offre contro la religione è l'elogio alla magia, alle streghe e alla stregoneria, come l'importanza degli incantesimi della piccola Schilke che permettono a Gatsu in stato di "Berserker" di non perdere la ragione e non attaccare i suoi compagni, per non parlare poi delle numerose barriere protettive e dei potenti incantesimi di sterminio che spesso risolvono situazioni complicate. Altra tematica importante è quella storica: l'opera infatti seppur inserendo ambientazioni e creature Fantasy, è un ritratto fedele e realistico del periodo Medioevale come testimoniano il potere del clero e della nobiltà, la sottomissione della plebe, l'Inquisizione e anche alcune scelte stilistiche visibili nel disegno di Miura sensei, di cui parlerò in seguito. Una terza chiave di lettura dell'opera potrebbe essere quella erotica; l'erotismo viene rappresentato quasi integralmente, privo di censure e a 360 gradi, sia in modo crudo, brutale e spiacevole (vedi i numerosi stupri: quello di Caska ad opera di un vecchio nobile, Gatsu che ancora bambino fu venduto da Gambino a Donovan, la principessa Charlotte che venne quasi violentata nel sonno da suo padre, Re delle Midlands...) che in chiave più "agrodolce", sincera e sentimentale (come Gatsu e Caska, Luka e l'ufficiale dell'esercito della santa sede, Grifis e Charlotte...) seppur senza mai diventare troppo dolce e smielato e mantenendo la caratteristica nota realistica.
STILE E INFLUENZE: (premetto che quanto scritto sotto la voce "stile è influenze" è solo frutto di un mio giudizio soggettivo e potreste quindi trovarvi in disaccordo su alcuni punti)
Le numerose e disparate influenze stilistiche nel disegno e nella scrittura di Miura sensei testimoniano la cultura eclettica e universale dell'autore; infatti in base a quanto emerge da Berserk i suoi gusti comprendono oltre al manga (Hokuto no Ken di Hara sensei su tutti) anche l'arte gotica e rinascimentale, la letteratura classica (Divina Commedia nella parte riguardante l'Inferno), l'illustrazione e l'incisione tardo ottocentesche (Dorè) e la letteratura fantasy dei primi del novecento (specialmente "Il Signore Degli Anelli" e "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien). Mi appresterò ora ad entrare nel dettaglio di ogni spunto sopra citato:
1) Hokuto no Ken:
A parer mio la maggiore fonte di ispirazione di Berserk per quanto riguarda il disegno: Miura sensei prende in prestito dal maestro Hara uno stile grottesco, che a tratti si discosta dal manga avvicinandosi al fumetto americano ed europeo, e lo usa per creare antagonisti il cui aspetto esteriore brutale e deforme rappresenta lo specchio di un'anima nera e insozzata di sangue innocente. Un'altra testimonianza ancora più evidente dell'influenza dell'opera di Hara sensei è la netta somiglianza sia estetica che caratteriale dei due protagonisti: Ken Shiro e Gatsu, infatti, sono entrambi uomini possenti dai capelli scuri (con pettinatura simile!) e dallo sguardo triste, nostalgici e malinconici, innamorati ma costretti al distacco forzato dalla persona amata, entrambi costretti a lottare per difendere quel poco che gli rimane, entrambi mossi dall'odio e dalla vendetta ma entrambi capaci di amare.
2)Divina Commedia e Gustave Dorè:
Fra le tante versioni illustrate del "Libro per eccellenza" della letteratura classica Italiana se ne distingue una in particolare: quella con le incisioni del francese Gustave Dorè; in molti tuttavia, leggendo questa mia citazione, potrebbero chiedersi che cosa possano avere in comune un capolavoro della letteratura classica la cui stesura risale probabilmente al 1304, e un capolavoro del fumetto contemporaneo edito nel 1988. Sinceramente non so se Miura sensei abbia letto o meno la Divina Commedia (anzi, sinceramente ne dubito) ma sono pronto a scommettere che l'autore di Berserk ha conosciuto l'opera di Dante, almeno per quanto riguarda la parte dedicata all'Inferno, attraverso le incisioni di Gustave Dorè; a testimoniarlo è la precisione e il gusto per il tratteggio, la cura del dettaglio, le anatomie, l'atmosfera cupa, quasi infernale che si respira nelle sue vignette ma, soprattutto, le magnifiche e grandiose illustrazioni a piena pagina (o addirittura a doppia pagina) che raffigurano la dannazione, montagne di cadaveri contorti o ammassi di nudi in preda alla disperazione, immense e bestiali creature rappresentate con una cura maniacale del dettaglio, dai chiaroscuri alle anatomie ai panneggi, dalle pellicce al piumaggio alle scaglie. A parer mio questi sono inequivocabilmente dei punti di intersezione fra Berserk, la Divina Commedia e le incisioni di Dorè, ed è anche merito dell'influenza di opere immortali come quelle sopra citate se il Manga di Miura sensei è ritenuto quasi unanimemente un capolavoro intramontabile nel suo genere.
3)Arte Gotica e Rinascimentale:
La conoscenza da parte dell'autore del quadro storico che va dal Medioevo al Rinascimento (che sono a parer mio i periodi più attinenti alle ambientazioni fantastiche di Berserk) è lampante soprattutto nelle ampie inquadrature panoramiche urbane che raffigurano città divise in zone, con le mura e il castello ad ospitare i nobili nella parte alta, e le casupole diroccate, dimore della plebe nella parte bassa, nei dettagli che raffigurano sculture e affreschi all'interno dei palazzi o nelle caratteristiche tenute cerimoniali nobiliari.
4)Tolkien, letteratura e cinema fantasy:
Da parte mia, i dubbi sul fatto che Miura sensei abbia conosciuto (magari in età giovanile) quel magnifico capolavoro fantasy, ancora oggi capace a distanza di cento anni di influenzare una miriade di autori sia già affermati che emergenti, conosciuto col nome de " Il Signore Degli Anelli", sono ben pochi (ammesso che ce ne siano). I motivi di questa mia considerazione scaturiscono in primis dal fatto che, a parer mio, chiunque voglia cimentarsi in racconti fantastici non può farlo se prima non si è confrontato con l'opera capostipite di questo genere, in secondo luogo le magnifiche illustrazioni raffiguranti interi eserciti nel dettaglio, schierati dinnanzi a possenti mura e impenetrabili castelli (si veda l'esercito di Mordor schierato di fronte alle mura di Minas Tirith o quello di Isengard al fosso di Helm), la presenza di potenti e malvagi oggetti magici capaci di risvegliare il lato oscuro dell'utilizzatore (Bejelit e armatura del Berserker in "Berserk" e l'Anello del Potere ne "Il Signore degli Anelli"), quello sguardo malinconico verso l'infanzia che nell'opera di Tolkien risiede negli Hobbit mentre in quella di Miura sensei nei personaggi di Schilke e Isidoro, senza contare poi gli aspetti comuni a quasi tutti i racconti fantasy quali elfi, maghi, spiriti, orchi, troll e chi più ne ha più ne metta... Personalmente, non mi stupirei se Peter Jackson per girare la sua trilogia de " Il Signore degli Anelli" si fosse ispirato a Berserk, e viceversa, visto che il manga è ancora in corso, Miura sensei si fosse ispirato ai lavori del regista neozelandese per scrivere e disegnare il prosieguo della sua opera, chissà...
INFLUENZA DI BERSERK:
C'è un manga-anime che ormai da anni ha catturato l'interesse di un pubblico vastissimo in tutto il mondo: sto parlando di "Naruto" di Kishimoto sensei. Naruto parla di un ragazzo orfano cresciuto nella solitudine e nel disprezzo della gente del suo villaggio che lui di riflesso disprezza... vi ricorda qualcuno? Andiamo avanti... Le cose però migliorano in seguito all'incontro con Sasuke; i due infatti, dopo un'iniziale conflittualità, diventano amici per la pelle, finché lo stesso Sasuke non fugge via dal villaggio spinto dalla sua ambizione di vendetta scatenando una ricerca da parte di Naruto che durerà per un bel po' di volumi...vi ricorda qualcosa questa situazione? Ah! Dimenticavo! Lo stesso Naruto è tormentato da un demone con le sembianze di una volpe che spesso lo spinge a perdere il controllo e a nuocere ai propri cari...Mmmh... Com'è che questa storia non mi è nuova? Mah... Ci sono anche similitudini grafiche fra Miura e Kishimoto, infatti il secondo possiede uno stile "bambineggiante" che tende ad esaltare la bellezza dei personaggi a discapito del realismo, cosa comune anche al primo nel suo modo di rappresentare gli elfi i bambini e le bellezze femminili che creano un piacevole contrasto con il grottesco molto carico degli antagonisti, degli anziani, degli uomini rudi e dei mercenari. Come se non bastasse il personaggio di Zabuza Momochi sembra quasi una rivisitazioni "Kishimotiana" di Gatsu (giudizio opinabile su cui potete benissimo non essere d'accordo). L'influenza di Berserk è evidente anche in altri manga-anime come "Inuyasha" e "Bleach", giusto per citarne due di grande fama e successo.
Berserk, in sintesi, costituisce un capolavoro artistico con pochi precedenti nel suo genere (forse solo Hokuto no Ken prima citato e Devilman, che però non eguaglia la bellezza e il realismo dei disegni di Miura sensei), un manga che ha le sue radici nei capolavori di ieri e da cui le radici dei capolavori di oggi attingono linfa vitale, un'opera completa in cui è presente la crudeltà brutale del realismo e la bellezza spensierata e surreale del fantasy, l'amore sacro e quello profano, il solenne e il demenziale, la gioia e il dolore, la vita e la morte, tutto ciò in quello strepitoso climax che trova il suo apice e il suo momento narrativo più alto culminando in due parole ("Li consacro"...)
Si dice che la perfezione non sia di questo mondo, ma si dice anche che ci siano delle eccezioni che confermano le regole, fra queste sicuramente non può mancare un titolo: BERSERK. Epico, immortale, intramontabile, impareggiabile.
TRAMA (contiene spoiler):
Una banda di mercenari capitanata da Gambino salva un neonato, Gatsu, che giace sotto il cadavere di sua madre, impiccata come strega. Il piccolo cresce sotto le cure di Sis, e già in tenera età impara a combattere grazie ai duri insegnamenti dello stesso Gambino. Gatsu diventa così un mercenario a tutti gli effetti e nonostante la sua tenera età dovrà scontrarsi con la brutalità di un mondo che vive il periodo dell'inquisizione e la crudeltà della guerra. Una serie di circostanze spiacevoli (la morte della madre adottiva Sis, lo stupro subito da Donovan e la follia del padre adottivo Gambino) portano Gatsu ad abbandonare i mercenari e ad intraprendere una strenua lotta per la sopravvivenza da solo. Il viaggio intrapreso dal ragazzo lo porta ad essere assoldato per la guerra in cui si distingue per la sua abilità nel combattimento e nell'uso della spada nonostante egli avesse visto molte primavere in meno rispetto ai suoi avversari; proprio in un'occasione simile Grifis, capitano dei mercenari della "Squadra dei Falchi", si accorge di lui e lo costringe ad unirsi al loro gruppo. Da questo momento la storia entra nel vivo e Gatsu inizia a scoprire sé stesso, sentendosi accettato e ben voluto, conoscendo l'amicizia, la stima e l'amore. Su questi giorni lieti incombe però "L'Eclissi", causata dalla cieca ambizione di Grifis, che toglierà al protagonista ogni cosa che aveva conquistato combattendo senza mai demordere. Sopravvissuto all'Eclissi grazie all'intervento di un misterioso "Cavaliere Teschio", Gatsu è ormai marchiato come vittima sacrificale per gli Apostoli ed è costretto a vivere combattendo contro spiriti e demoni che gli impediscono di dormire la notte e mettono in pericolo chiunque si avvicini a lui costringendolo di nuovo alla solitudine. Qui la narrazione diventa ciclica e Gatsu si ritrova a lottare strenuamente per la sopravvivenza, mosso dall'odio e dalla sete di vendetta contro chi gli ha sottratto ogni cosa a cui fosse legato.
TEMATICHE:
L'opera è caratterizzata da un mix equilibrato fra Fantasy e Splatter, in cui il mondo fantastico popolato dagli elfi si unisce al realismo crudo ed estremo del periodo medioevale caratterizzato dalla guerra, dalla caccia alle streghe, povertà, carestie e soprusi (anche sessuali) da parte di chi detiene il potere, specialmente da parte della Chiesa. Ed è proprio in una feroce e spietata critica contro il Cristianesimo (che seppur non nominato direttamente viene citato in maniera esplicita ed inequivocabile) che "Berserk" ha una delle tematiche principali. I fedeli vengono descritti infatti come persone inutili, deboli, vuote e apatiche, che si preoccupano solo di accusare, perseguire e uccidere le persone che reputano streghe o eretiche (ovvero chiunque manifesti pubblicamente idee e pensieri alternativi, chiunque abbia un neo o una macchia sulla pelle, prostitute oppure ogni individuo che non vada a genio alla nobiltà o alla chiesa stessa), incapaci di lottare aspettano passivamente la redenzione divina, pregando e "vegetando". Spesso preti e inquisitori si accompagnano a criminali e demoni che usano per far rispettare la "legge divina" o addirittura, con il medesimo proposito come pretesto, assumono essi stessi sembianze diaboliche o diventano Apostoli (vedi Lord Mozgus e la sua squadra di esecutori demoniaci). Miura sensei si preoccupa comunque di offrire anche ai credenti una possibilità di salvezza: gettare via il paraocchi, smettere di credere nel dio falso e illusorio e accettare il fatto che se una divinità esiste non è sicuramente benevola e si diverte a servirsi a proprio piacimento delle vite umane, bisogna quindi iniziare a vivere contando sulle proprie forze senza sperare nella benevolenza divina (vedi Lady Farnese). Altro spunto che l'autore ci offre contro la religione è l'elogio alla magia, alle streghe e alla stregoneria, come l'importanza degli incantesimi della piccola Schilke che permettono a Gatsu in stato di "Berserker" di non perdere la ragione e non attaccare i suoi compagni, per non parlare poi delle numerose barriere protettive e dei potenti incantesimi di sterminio che spesso risolvono situazioni complicate. Altra tematica importante è quella storica: l'opera infatti seppur inserendo ambientazioni e creature Fantasy, è un ritratto fedele e realistico del periodo Medioevale come testimoniano il potere del clero e della nobiltà, la sottomissione della plebe, l'Inquisizione e anche alcune scelte stilistiche visibili nel disegno di Miura sensei, di cui parlerò in seguito. Una terza chiave di lettura dell'opera potrebbe essere quella erotica; l'erotismo viene rappresentato quasi integralmente, privo di censure e a 360 gradi, sia in modo crudo, brutale e spiacevole (vedi i numerosi stupri: quello di Caska ad opera di un vecchio nobile, Gatsu che ancora bambino fu venduto da Gambino a Donovan, la principessa Charlotte che venne quasi violentata nel sonno da suo padre, Re delle Midlands...) che in chiave più "agrodolce", sincera e sentimentale (come Gatsu e Caska, Luka e l'ufficiale dell'esercito della santa sede, Grifis e Charlotte...) seppur senza mai diventare troppo dolce e smielato e mantenendo la caratteristica nota realistica.
STILE E INFLUENZE: (premetto che quanto scritto sotto la voce "stile è influenze" è solo frutto di un mio giudizio soggettivo e potreste quindi trovarvi in disaccordo su alcuni punti)
Le numerose e disparate influenze stilistiche nel disegno e nella scrittura di Miura sensei testimoniano la cultura eclettica e universale dell'autore; infatti in base a quanto emerge da Berserk i suoi gusti comprendono oltre al manga (Hokuto no Ken di Hara sensei su tutti) anche l'arte gotica e rinascimentale, la letteratura classica (Divina Commedia nella parte riguardante l'Inferno), l'illustrazione e l'incisione tardo ottocentesche (Dorè) e la letteratura fantasy dei primi del novecento (specialmente "Il Signore Degli Anelli" e "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien). Mi appresterò ora ad entrare nel dettaglio di ogni spunto sopra citato:
1) Hokuto no Ken:
A parer mio la maggiore fonte di ispirazione di Berserk per quanto riguarda il disegno: Miura sensei prende in prestito dal maestro Hara uno stile grottesco, che a tratti si discosta dal manga avvicinandosi al fumetto americano ed europeo, e lo usa per creare antagonisti il cui aspetto esteriore brutale e deforme rappresenta lo specchio di un'anima nera e insozzata di sangue innocente. Un'altra testimonianza ancora più evidente dell'influenza dell'opera di Hara sensei è la netta somiglianza sia estetica che caratteriale dei due protagonisti: Ken Shiro e Gatsu, infatti, sono entrambi uomini possenti dai capelli scuri (con pettinatura simile!) e dallo sguardo triste, nostalgici e malinconici, innamorati ma costretti al distacco forzato dalla persona amata, entrambi costretti a lottare per difendere quel poco che gli rimane, entrambi mossi dall'odio e dalla vendetta ma entrambi capaci di amare.
2)Divina Commedia e Gustave Dorè:
Fra le tante versioni illustrate del "Libro per eccellenza" della letteratura classica Italiana se ne distingue una in particolare: quella con le incisioni del francese Gustave Dorè; in molti tuttavia, leggendo questa mia citazione, potrebbero chiedersi che cosa possano avere in comune un capolavoro della letteratura classica la cui stesura risale probabilmente al 1304, e un capolavoro del fumetto contemporaneo edito nel 1988. Sinceramente non so se Miura sensei abbia letto o meno la Divina Commedia (anzi, sinceramente ne dubito) ma sono pronto a scommettere che l'autore di Berserk ha conosciuto l'opera di Dante, almeno per quanto riguarda la parte dedicata all'Inferno, attraverso le incisioni di Gustave Dorè; a testimoniarlo è la precisione e il gusto per il tratteggio, la cura del dettaglio, le anatomie, l'atmosfera cupa, quasi infernale che si respira nelle sue vignette ma, soprattutto, le magnifiche e grandiose illustrazioni a piena pagina (o addirittura a doppia pagina) che raffigurano la dannazione, montagne di cadaveri contorti o ammassi di nudi in preda alla disperazione, immense e bestiali creature rappresentate con una cura maniacale del dettaglio, dai chiaroscuri alle anatomie ai panneggi, dalle pellicce al piumaggio alle scaglie. A parer mio questi sono inequivocabilmente dei punti di intersezione fra Berserk, la Divina Commedia e le incisioni di Dorè, ed è anche merito dell'influenza di opere immortali come quelle sopra citate se il Manga di Miura sensei è ritenuto quasi unanimemente un capolavoro intramontabile nel suo genere.
3)Arte Gotica e Rinascimentale:
La conoscenza da parte dell'autore del quadro storico che va dal Medioevo al Rinascimento (che sono a parer mio i periodi più attinenti alle ambientazioni fantastiche di Berserk) è lampante soprattutto nelle ampie inquadrature panoramiche urbane che raffigurano città divise in zone, con le mura e il castello ad ospitare i nobili nella parte alta, e le casupole diroccate, dimore della plebe nella parte bassa, nei dettagli che raffigurano sculture e affreschi all'interno dei palazzi o nelle caratteristiche tenute cerimoniali nobiliari.
4)Tolkien, letteratura e cinema fantasy:
Da parte mia, i dubbi sul fatto che Miura sensei abbia conosciuto (magari in età giovanile) quel magnifico capolavoro fantasy, ancora oggi capace a distanza di cento anni di influenzare una miriade di autori sia già affermati che emergenti, conosciuto col nome de " Il Signore Degli Anelli", sono ben pochi (ammesso che ce ne siano). I motivi di questa mia considerazione scaturiscono in primis dal fatto che, a parer mio, chiunque voglia cimentarsi in racconti fantastici non può farlo se prima non si è confrontato con l'opera capostipite di questo genere, in secondo luogo le magnifiche illustrazioni raffiguranti interi eserciti nel dettaglio, schierati dinnanzi a possenti mura e impenetrabili castelli (si veda l'esercito di Mordor schierato di fronte alle mura di Minas Tirith o quello di Isengard al fosso di Helm), la presenza di potenti e malvagi oggetti magici capaci di risvegliare il lato oscuro dell'utilizzatore (Bejelit e armatura del Berserker in "Berserk" e l'Anello del Potere ne "Il Signore degli Anelli"), quello sguardo malinconico verso l'infanzia che nell'opera di Tolkien risiede negli Hobbit mentre in quella di Miura sensei nei personaggi di Schilke e Isidoro, senza contare poi gli aspetti comuni a quasi tutti i racconti fantasy quali elfi, maghi, spiriti, orchi, troll e chi più ne ha più ne metta... Personalmente, non mi stupirei se Peter Jackson per girare la sua trilogia de " Il Signore degli Anelli" si fosse ispirato a Berserk, e viceversa, visto che il manga è ancora in corso, Miura sensei si fosse ispirato ai lavori del regista neozelandese per scrivere e disegnare il prosieguo della sua opera, chissà...
INFLUENZA DI BERSERK:
C'è un manga-anime che ormai da anni ha catturato l'interesse di un pubblico vastissimo in tutto il mondo: sto parlando di "Naruto" di Kishimoto sensei. Naruto parla di un ragazzo orfano cresciuto nella solitudine e nel disprezzo della gente del suo villaggio che lui di riflesso disprezza... vi ricorda qualcuno? Andiamo avanti... Le cose però migliorano in seguito all'incontro con Sasuke; i due infatti, dopo un'iniziale conflittualità, diventano amici per la pelle, finché lo stesso Sasuke non fugge via dal villaggio spinto dalla sua ambizione di vendetta scatenando una ricerca da parte di Naruto che durerà per un bel po' di volumi...vi ricorda qualcosa questa situazione? Ah! Dimenticavo! Lo stesso Naruto è tormentato da un demone con le sembianze di una volpe che spesso lo spinge a perdere il controllo e a nuocere ai propri cari...Mmmh... Com'è che questa storia non mi è nuova? Mah... Ci sono anche similitudini grafiche fra Miura e Kishimoto, infatti il secondo possiede uno stile "bambineggiante" che tende ad esaltare la bellezza dei personaggi a discapito del realismo, cosa comune anche al primo nel suo modo di rappresentare gli elfi i bambini e le bellezze femminili che creano un piacevole contrasto con il grottesco molto carico degli antagonisti, degli anziani, degli uomini rudi e dei mercenari. Come se non bastasse il personaggio di Zabuza Momochi sembra quasi una rivisitazioni "Kishimotiana" di Gatsu (giudizio opinabile su cui potete benissimo non essere d'accordo). L'influenza di Berserk è evidente anche in altri manga-anime come "Inuyasha" e "Bleach", giusto per citarne due di grande fama e successo.
Berserk, in sintesi, costituisce un capolavoro artistico con pochi precedenti nel suo genere (forse solo Hokuto no Ken prima citato e Devilman, che però non eguaglia la bellezza e il realismo dei disegni di Miura sensei), un manga che ha le sue radici nei capolavori di ieri e da cui le radici dei capolavori di oggi attingono linfa vitale, un'opera completa in cui è presente la crudeltà brutale del realismo e la bellezza spensierata e surreale del fantasy, l'amore sacro e quello profano, il solenne e il demenziale, la gioia e il dolore, la vita e la morte, tutto ciò in quello strepitoso climax che trova il suo apice e il suo momento narrativo più alto culminando in due parole ("Li consacro"...)
Si dice che la perfezione non sia di questo mondo, ma si dice anche che ci siano delle eccezioni che confermano le regole, fra queste sicuramente non può mancare un titolo: BERSERK. Epico, immortale, intramontabile, impareggiabile.
Sono ormai trascorsi due decenni dalla pubblicazione di Berserk per la prima volta in Italia, conseguenza dell'enorme lentezza dell'autore, Kentaro Miura, nel procedere alla sua stesura ma in tutti questi anni, anche leggendo un volume all'anno, ogni volta che si sfoglia la prima pagina si entra in un'altra dimensione.
Berserk prende le redini dei manga con protagonista solitario degli anni '80, forse il più grande erede, per personaggio principale, di Ken il Guerriero.
Gatsu è un mercenario con un passato difficile formato principalmente da abusi e violenza. Sulla sua tumultuosa strada incontra Grifis, un uomo con un carisma eccezionale, ed entra a far parte della "Squadra dei Falchi", un gruppo di mercenari capitanati da Grifis stesso, detto "il falco bianco" e nel quale è presente anche Caska, una ragazza soldato a cui Gatsu tiene molto.
Ovviamente riassumere la trama di un manga così longevo non è semplice, ci sarebbe molto da dire e da aggiungere, ciò che più conta è l'essere consapevoli che il manga continua la sua evoluzione, persino di genere, ed è in grado di spaziare dall'horror, all'avventura, al soprannaturale, al fantasy per poi magari ricadere in fasi introspettive molto più lente. Sono ancora attualmente convinto che i primi 30 volumi (riferendomi all'edizione sottiletta) siano ancora i 30 volumi più belli di sempre.
Principalmente, al di là della trama che risulta comunque spettacolare, moltissima fama (e fame) di questo manga è dovuta ai suoi due personaggi principali: Gatsu e Grifis. Da una parte attira il lettore un personaggio di cui non si conosce molto, Grifis, la cui ambizione evolve all'essere incline a macchiarsi di ogni genere di crimine. Dall'altra abbiamo Gatsu, forte come un leone, dalla mente psicologicamente distrutta, cresciuto in fretta, "il braccio" e che risulta essere il classico personaggio "figo". Miura è stato in grado di creare due personaggi leggendari in un solo manga, meritando il successo che quest'opera ha avuto e che attualmente è piuttosto bistrattata, complice come già detto l'eternità trascorsa tra un volume ed un altro, nonché la mancanza di reperibilità delle varie edizioni.
Il cammino percorso accanto ai protagonisti, il desiderio di vendetta, piuttosto che la fame di vittoria diventano immediatamente del lettore che mira l'obiettivo assieme ai suoi "eroi". Attraente. L'opera è un continuo susseguirsi di frasi celebri, di citazioni epiche, di apparizioni di creature mitologiche nonché di balzi temporali ma è in grado nel suo disordine introspettivo e psicologico di dare un ordine ed un senso a tutto quanto lasciando ovviamente spalancate le possibilità e le conseguenze degli avvenimenti, impossibile pertanto definirlo banale.
I disegni sono semplicemente di altissimo livello, il fatto che Kentaro Miura proceda al rilento fa in modo che "alla consegna" arrivino dei disegni dettagliati ed ovviamente in continua crescita ed evoluzione.
L'edizione è targata Planet Manga, che credo non gli abbia mai dato un'edizione degna di essere accostata a questo capolavoro. Dapprima la prima edizione sottiletta, poi la Collection, poi ancora la Maximum ed infine la "Serie Nera" tutte insufficienti dal punto di vista grafico e strutturale.
Berserk è semplicemente leggenda e mito. Assolutamente da leggere assolutamente consigliato.
Berserk prende le redini dei manga con protagonista solitario degli anni '80, forse il più grande erede, per personaggio principale, di Ken il Guerriero.
Gatsu è un mercenario con un passato difficile formato principalmente da abusi e violenza. Sulla sua tumultuosa strada incontra Grifis, un uomo con un carisma eccezionale, ed entra a far parte della "Squadra dei Falchi", un gruppo di mercenari capitanati da Grifis stesso, detto "il falco bianco" e nel quale è presente anche Caska, una ragazza soldato a cui Gatsu tiene molto.
Ovviamente riassumere la trama di un manga così longevo non è semplice, ci sarebbe molto da dire e da aggiungere, ciò che più conta è l'essere consapevoli che il manga continua la sua evoluzione, persino di genere, ed è in grado di spaziare dall'horror, all'avventura, al soprannaturale, al fantasy per poi magari ricadere in fasi introspettive molto più lente. Sono ancora attualmente convinto che i primi 30 volumi (riferendomi all'edizione sottiletta) siano ancora i 30 volumi più belli di sempre.
Principalmente, al di là della trama che risulta comunque spettacolare, moltissima fama (e fame) di questo manga è dovuta ai suoi due personaggi principali: Gatsu e Grifis. Da una parte attira il lettore un personaggio di cui non si conosce molto, Grifis, la cui ambizione evolve all'essere incline a macchiarsi di ogni genere di crimine. Dall'altra abbiamo Gatsu, forte come un leone, dalla mente psicologicamente distrutta, cresciuto in fretta, "il braccio" e che risulta essere il classico personaggio "figo". Miura è stato in grado di creare due personaggi leggendari in un solo manga, meritando il successo che quest'opera ha avuto e che attualmente è piuttosto bistrattata, complice come già detto l'eternità trascorsa tra un volume ed un altro, nonché la mancanza di reperibilità delle varie edizioni.
Il cammino percorso accanto ai protagonisti, il desiderio di vendetta, piuttosto che la fame di vittoria diventano immediatamente del lettore che mira l'obiettivo assieme ai suoi "eroi". Attraente. L'opera è un continuo susseguirsi di frasi celebri, di citazioni epiche, di apparizioni di creature mitologiche nonché di balzi temporali ma è in grado nel suo disordine introspettivo e psicologico di dare un ordine ed un senso a tutto quanto lasciando ovviamente spalancate le possibilità e le conseguenze degli avvenimenti, impossibile pertanto definirlo banale.
I disegni sono semplicemente di altissimo livello, il fatto che Kentaro Miura proceda al rilento fa in modo che "alla consegna" arrivino dei disegni dettagliati ed ovviamente in continua crescita ed evoluzione.
L'edizione è targata Planet Manga, che credo non gli abbia mai dato un'edizione degna di essere accostata a questo capolavoro. Dapprima la prima edizione sottiletta, poi la Collection, poi ancora la Maximum ed infine la "Serie Nera" tutte insufficienti dal punto di vista grafico e strutturale.
Berserk è semplicemente leggenda e mito. Assolutamente da leggere assolutamente consigliato.
"Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro."
Così recita un noto aforisma di Nietzsche. Possiamo considerare questa frase l'emblema del significato di Berserk.
Kentaro Miura impegna completamente sè stesso in quest'opera, dove il fumettista esplora i lati più oscuri e maligni della razza umana, ponendo come argomento principale il libero arbitrio, o meglio, la falsa speranza che nutrono gli uomini di poter controllare il proprio destino.
Miura dipinge un mondo apparentemente senza vie di scampo, creato e dominato dal Male, ove gli uomini sono adoratori monoteisti, e confidano ancora nella misericordia di un Dio buono e giusto. Sono tutti schiavi, invece. Servi di un sistema superiore a loro sconosciuto, creato in età arcaica. Il destino di ogni singolo individuo è preordinato, stabilito, deciso. Nulla sfugge all'occhio del Karma, la legge che governa l'universo conosciuto.
All'interno di questa realtà si muove il Gatsu, detto "Il Guerriero Nero". Un uomo cupo e tenebroso, dal passato difficile (come testimoniano le sue enormi cicatrici e le evidenti mutilazioni) avvolto nel mistero. Il suo è un viaggio di vendetta, contro quello che considerava il suo miglior amico, e che gli ha tolto tutto ciò che aveva e tutto ciò che sperava di avere. Immerso in un mondo fantasy, Gatsu cerca la sua giustizia, conscio del fatto che nessun Dio superiore tenderà lui la mano. Ovunque vada, il Guerriero Nero lascia una lunga scia di sangue dietro di sè; è tormentato dai fantasmi del passato e da terribili spiriti che reclamano la sua anima e la sua carne, attirati da un marchio impresso a fuoco sulla sua pelle, che porta sventura e distruzione.
Miura ci presenta un universo completamente oscuro, con una forte impronta horror e splatter. Le pagine trasudano negatività, che viene completamente assorbita dal lettore, trascinandolo in prima persona all'interno della storia e coinvolgendolo emotivamente. I toni passivi delle vignette vengono stemperati dalla proverbiale figura del folletto Puck, inizialmente unico compagno di viaggio di Gatsu, che con la sua presenza attenua l'aura negativa e buia del fumetto.
Gatsu trova solo morte davanti a sè, per questo preferisce viaggiare da solo. Sotto quella corazza pesante, sotto quel lungo mantello nero, sotto quel viso truce logorato dalle ferite di mille battaglie si nasconde un uomo capace ancora di provare sentimenti positivi, un uomo ancora in grado di emozionarsi e commuoversi. Gatsu ha poca fiducia negli altri, e in un primo momento vaga solitario anche per questa ragione, ma la crescita del personaggio e del suo status è notevole; lo vediamo evolvere, cambiare e (ri)imparare ad amare gli altri. Tutto questo avviene attraverso un processo di crescita lento, ma ben congeniato.
L'autore non si limita soltanto a descriverci le disavventure del protagonista, ma ci racconta in modo crudo e senza patemi la realtà del mondo da lui creato. Un mondo fatto di violenza e prepotenza, dove spesso e volentieri il Male prevale sul Bene e dove i deboli soccombono senza poter reagire. E' la forza bruta a farla da padrona, non c'è spazio per i setimentalismi, nè per la pietà.
Così come i mostri, anche gli esseri umani sono meschini e lo dimostrano. Da grande ammiratore di Hokuto no Ken, Miura si ispira all'universo umanamente catastrofico del Manga di Buronson e Hara per creare le situazioni del suo fumetto.
Come già detto, il nostro protagonista ha sempre vissuto una vita al limite, perseguitato dal suo passato tenebroso.
Nato da una donna cadavere, cresciuto in un accampamento di soldati-mercenari, violato nel suo intimo e malvisto dal padre adottivo, Gatsu porta sulle sue spalle il peso di una infanzia infelice e dolorosa, condotta sempre tra la vita e la morte.
Le uniche gioie provengono dall'amore per Caska, compagna conosciuta sui campi di battaglia durante la sua permanenza nella "Squadra dei Falchi", e dall'amicizia per Grifis, suo Capitano. Sarà proprio quest'ultimo a tradire la fiducia di Gatsu, faticosamente conquistata, rendendolo spietato e crudele e affossandolo psicologicamente in modo definitivo.
Grifis e Gatsu vivono un rapporto personale di amore/odio difficilmente decifrabile. L'attaccamento, quasi morboso, di Grifis nei confronti di Gatsu, potrebbe far pensare a qualcosa che va oltre la semplice amicizia (Gatsu in una occasione gli chiede addirittura se è Omosessuale), ma probabilmente si tratta di un fattore superiore, un sentimento estremo che trascende dalla passione corporea e dai comuni sentimenti d'amore. Grifis vede in Gatsu colui che può aiutarlo a realizzare il suo sogno, avere un impero, ed è disposto a tutto pur di non perderlo. Quando capisce che può realizzare il suo sogno anche senza il suo aiuto, se ne disfa. Imprime sulla sua pelle un marchio maledetto, che lo condanna alla dannazione. Per questo lo tradisce. Per questo tradisce tutti i suoi compagni.
Gatsu riacquista pian piano la sua umanità, ma deve sempre fare i conti con i suoi demoni, che mai lo abbandonano. Quanto è grande la forza di volontà di Gatsu? Per quanto può resistere ancora?
Così recita un noto aforisma di Nietzsche. Possiamo considerare questa frase l'emblema del significato di Berserk.
Kentaro Miura impegna completamente sè stesso in quest'opera, dove il fumettista esplora i lati più oscuri e maligni della razza umana, ponendo come argomento principale il libero arbitrio, o meglio, la falsa speranza che nutrono gli uomini di poter controllare il proprio destino.
Miura dipinge un mondo apparentemente senza vie di scampo, creato e dominato dal Male, ove gli uomini sono adoratori monoteisti, e confidano ancora nella misericordia di un Dio buono e giusto. Sono tutti schiavi, invece. Servi di un sistema superiore a loro sconosciuto, creato in età arcaica. Il destino di ogni singolo individuo è preordinato, stabilito, deciso. Nulla sfugge all'occhio del Karma, la legge che governa l'universo conosciuto.
All'interno di questa realtà si muove il Gatsu, detto "Il Guerriero Nero". Un uomo cupo e tenebroso, dal passato difficile (come testimoniano le sue enormi cicatrici e le evidenti mutilazioni) avvolto nel mistero. Il suo è un viaggio di vendetta, contro quello che considerava il suo miglior amico, e che gli ha tolto tutto ciò che aveva e tutto ciò che sperava di avere. Immerso in un mondo fantasy, Gatsu cerca la sua giustizia, conscio del fatto che nessun Dio superiore tenderà lui la mano. Ovunque vada, il Guerriero Nero lascia una lunga scia di sangue dietro di sè; è tormentato dai fantasmi del passato e da terribili spiriti che reclamano la sua anima e la sua carne, attirati da un marchio impresso a fuoco sulla sua pelle, che porta sventura e distruzione.
Miura ci presenta un universo completamente oscuro, con una forte impronta horror e splatter. Le pagine trasudano negatività, che viene completamente assorbita dal lettore, trascinandolo in prima persona all'interno della storia e coinvolgendolo emotivamente. I toni passivi delle vignette vengono stemperati dalla proverbiale figura del folletto Puck, inizialmente unico compagno di viaggio di Gatsu, che con la sua presenza attenua l'aura negativa e buia del fumetto.
Gatsu trova solo morte davanti a sè, per questo preferisce viaggiare da solo. Sotto quella corazza pesante, sotto quel lungo mantello nero, sotto quel viso truce logorato dalle ferite di mille battaglie si nasconde un uomo capace ancora di provare sentimenti positivi, un uomo ancora in grado di emozionarsi e commuoversi. Gatsu ha poca fiducia negli altri, e in un primo momento vaga solitario anche per questa ragione, ma la crescita del personaggio e del suo status è notevole; lo vediamo evolvere, cambiare e (ri)imparare ad amare gli altri. Tutto questo avviene attraverso un processo di crescita lento, ma ben congeniato.
L'autore non si limita soltanto a descriverci le disavventure del protagonista, ma ci racconta in modo crudo e senza patemi la realtà del mondo da lui creato. Un mondo fatto di violenza e prepotenza, dove spesso e volentieri il Male prevale sul Bene e dove i deboli soccombono senza poter reagire. E' la forza bruta a farla da padrona, non c'è spazio per i setimentalismi, nè per la pietà.
Così come i mostri, anche gli esseri umani sono meschini e lo dimostrano. Da grande ammiratore di Hokuto no Ken, Miura si ispira all'universo umanamente catastrofico del Manga di Buronson e Hara per creare le situazioni del suo fumetto.
Come già detto, il nostro protagonista ha sempre vissuto una vita al limite, perseguitato dal suo passato tenebroso.
Nato da una donna cadavere, cresciuto in un accampamento di soldati-mercenari, violato nel suo intimo e malvisto dal padre adottivo, Gatsu porta sulle sue spalle il peso di una infanzia infelice e dolorosa, condotta sempre tra la vita e la morte.
Le uniche gioie provengono dall'amore per Caska, compagna conosciuta sui campi di battaglia durante la sua permanenza nella "Squadra dei Falchi", e dall'amicizia per Grifis, suo Capitano. Sarà proprio quest'ultimo a tradire la fiducia di Gatsu, faticosamente conquistata, rendendolo spietato e crudele e affossandolo psicologicamente in modo definitivo.
Grifis e Gatsu vivono un rapporto personale di amore/odio difficilmente decifrabile. L'attaccamento, quasi morboso, di Grifis nei confronti di Gatsu, potrebbe far pensare a qualcosa che va oltre la semplice amicizia (Gatsu in una occasione gli chiede addirittura se è Omosessuale), ma probabilmente si tratta di un fattore superiore, un sentimento estremo che trascende dalla passione corporea e dai comuni sentimenti d'amore. Grifis vede in Gatsu colui che può aiutarlo a realizzare il suo sogno, avere un impero, ed è disposto a tutto pur di non perderlo. Quando capisce che può realizzare il suo sogno anche senza il suo aiuto, se ne disfa. Imprime sulla sua pelle un marchio maledetto, che lo condanna alla dannazione. Per questo lo tradisce. Per questo tradisce tutti i suoi compagni.
Gatsu riacquista pian piano la sua umanità, ma deve sempre fare i conti con i suoi demoni, che mai lo abbandonano. Quanto è grande la forza di volontà di Gatsu? Per quanto può resistere ancora?
Berserk è la storia di Gatsu, soprannominato il Guerriero Nero, che vaga, solitario, per vari villaggi combattendo demoni chiamato Apostoli e capeggiati da una pseudo-organizzazione chiamata Mano di Dio, formata da cinque membri, dei quali Gatsu si vuole vendicare. In particolare, Gatsu prova un profondo e totale desiderio di vendetta nei confronti del quinto membro, chiamato Phemt, ma che Gatsu chiama Grifis (o Griffith, a dir si voglia).
Bisogna fare una premessa: Berserk non è un manga come tanti altri, è un manga strutturato, soprattutto nella sua parte iniziale, con una maestria ed un ritmo che solo pochi autori hanno. E' un manga crudo, violento (è un seinen) che ti sbatte la realtà dei fatti in faccia così com'è, e gli uomini non possono cambiarla. Gli stessi personaggi del manga sono, infatti, sottomessi al Karma e al volere di Idea (la divinità 'malvagia' di Berserk) e non hanno modo di cambiare il volere del Fato. Persino i membri della Mano di Dio, diretti subordinati ed esecutori materiali delle volontà di Idea, non possono far nulla per cambiare il destino, anche se lo conoscono.
Il manga lo si può dividere in due fasi; la prima va dal volume uno al volume quattordici, e la seconda che va dal quattordici all'ultimo volume uscito, il trentasette.
I primi tre volumi del manga saranno fondamentalmente di introduzione pura, vedremo il Guerriero Nero, faremo una prima conoscenza dei membri della Mano di Dio e ciò che salterà subito agli occhi dei lettori sarà l'odio sconfinato che Gatsu prova nei confronti di Phemt/Grifis.
Dal volume quattro partono dei flashback che dureranno più di dieci volumi, e che avranno la sola funzione di illustrare al lettore gli avvenimenti passati che hanno portato all'attuale situazione. Inizieranno con dei rapidi retroscena sull'infanzia di Gatsu per poi arrivare alla parte più importante, l'incontro con la Squadra dei Falchi, un gruppo di mercenari capitanati da Grifis, soprannominato "Il Falco Bianco", il cui sogno è quello di costruire un giorno un proprio regno. Gatsu dopo una serie di circostanze di unirà alla squadra dei Falchi e vi resterà per più di tre anni, finchè non deciderà di lasciarla.
Questa stessa saga, che io reputo la migliore di Berserk, contiene tutto: qualche nozione storica che non guasta mai (Berserk è infatti ambientato durante la guerra dei cent'anni), filosofia, caratterizzazione eccelsa dei personaggi, e disegni che migliorano di volume in volume, ma dei quali parlerò dopo.
Alla fine di questa prima parte del manga, denominata l'Epoca d'Oro, la storia ripartirà alla grande, e il lettore potrà godere meglio di ogni suo minimo sviluppo, e di ogni parola di vendetta pronunciata da Gatsu nei confronti di Grifis, poichè adesso è pienamente consapevole di tutto, sa perfettamente cosa è successo al protagonista.
La seconda fase sarà altrettanto bella fino al volume 26-27, faremo la conoscenza di personaggi come Farnese, a capo dell'Ordine della Sacra Catena (una specie di inquisizione Berserkiana), Serpico, suo servo, nonchè personaggio molto molto completo a cui sarà dedicato mezzo volume di introspezione, e Isidoro, ragazzino che deciderà di viaggiare assieme a Gatsu per imparare l'arte della spada, e che fondamentalmente servirà ad alleggerire le atmosfere pesanti e cupe del manga, assieme a Puck (Pak, traslitterato dalla Planet), folletto che conosceremo già nel primo volume e che accompagnerà Gatsu in tutti i suoi viaggi.
I personaggi di Berserk sono uno dei suoi punti forti, tutti caratterizzati molto molto bene, come ho già detto.
Gatsu, il protagonista, è un antieroe perfetto. Un personaggio che agisce solamente per vendetta personale, e che non fa altro che uccidere a destra e a manca per ottenerla. Non c'è un vero e proprio antagonista, il lettore può decidere, dopo aver letto, se stare dalla parte di Grifis, che insegue il suo sogno a costo della sua stessa vita sacrificando tutto e tutti, o dalla parte di Gatsu, che vive solo per vendicarsi di Grifis per ciò che ha fatto ai suoi compagni e alla donna che ama.
Per quanti riguarda i disegni, sono eccelsi. Migliorano sempre, fino a raggiungere negli ultimi volumi la perfezione di veri e propri quadri, ricchi di dettagli e realistici al massimo.
In Italia ci sono state molte edizioni di Berserk, la prima è la sottiletta, arrivata oggi a circa 74 volumi, la seconda è la Berserk Collection, i volumetti originali giapponesi, e a breve dovrebbe uscire il volume 37. Poi c'è la Collection Serie Nera, attualmente la più facile da reperire, e la Maximum.
In definitiva, consiglio Berserk a chi vuole leggere un manga che ha fatto la storia, un manga realistico fino ad un certo punto, a chi vuole leggere un manga dove le cose non si risolvono mai con le buone parole.
Sconsigliato a chi cerca una lettura leggera per passarsi il tempo o a chi è abituato solo a leggere shonen o shojo.
Bisogna fare una premessa: Berserk non è un manga come tanti altri, è un manga strutturato, soprattutto nella sua parte iniziale, con una maestria ed un ritmo che solo pochi autori hanno. E' un manga crudo, violento (è un seinen) che ti sbatte la realtà dei fatti in faccia così com'è, e gli uomini non possono cambiarla. Gli stessi personaggi del manga sono, infatti, sottomessi al Karma e al volere di Idea (la divinità 'malvagia' di Berserk) e non hanno modo di cambiare il volere del Fato. Persino i membri della Mano di Dio, diretti subordinati ed esecutori materiali delle volontà di Idea, non possono far nulla per cambiare il destino, anche se lo conoscono.
Il manga lo si può dividere in due fasi; la prima va dal volume uno al volume quattordici, e la seconda che va dal quattordici all'ultimo volume uscito, il trentasette.
I primi tre volumi del manga saranno fondamentalmente di introduzione pura, vedremo il Guerriero Nero, faremo una prima conoscenza dei membri della Mano di Dio e ciò che salterà subito agli occhi dei lettori sarà l'odio sconfinato che Gatsu prova nei confronti di Phemt/Grifis.
Dal volume quattro partono dei flashback che dureranno più di dieci volumi, e che avranno la sola funzione di illustrare al lettore gli avvenimenti passati che hanno portato all'attuale situazione. Inizieranno con dei rapidi retroscena sull'infanzia di Gatsu per poi arrivare alla parte più importante, l'incontro con la Squadra dei Falchi, un gruppo di mercenari capitanati da Grifis, soprannominato "Il Falco Bianco", il cui sogno è quello di costruire un giorno un proprio regno. Gatsu dopo una serie di circostanze di unirà alla squadra dei Falchi e vi resterà per più di tre anni, finchè non deciderà di lasciarla.
Questa stessa saga, che io reputo la migliore di Berserk, contiene tutto: qualche nozione storica che non guasta mai (Berserk è infatti ambientato durante la guerra dei cent'anni), filosofia, caratterizzazione eccelsa dei personaggi, e disegni che migliorano di volume in volume, ma dei quali parlerò dopo.
Alla fine di questa prima parte del manga, denominata l'Epoca d'Oro, la storia ripartirà alla grande, e il lettore potrà godere meglio di ogni suo minimo sviluppo, e di ogni parola di vendetta pronunciata da Gatsu nei confronti di Grifis, poichè adesso è pienamente consapevole di tutto, sa perfettamente cosa è successo al protagonista.
La seconda fase sarà altrettanto bella fino al volume 26-27, faremo la conoscenza di personaggi come Farnese, a capo dell'Ordine della Sacra Catena (una specie di inquisizione Berserkiana), Serpico, suo servo, nonchè personaggio molto molto completo a cui sarà dedicato mezzo volume di introspezione, e Isidoro, ragazzino che deciderà di viaggiare assieme a Gatsu per imparare l'arte della spada, e che fondamentalmente servirà ad alleggerire le atmosfere pesanti e cupe del manga, assieme a Puck (Pak, traslitterato dalla Planet), folletto che conosceremo già nel primo volume e che accompagnerà Gatsu in tutti i suoi viaggi.
I personaggi di Berserk sono uno dei suoi punti forti, tutti caratterizzati molto molto bene, come ho già detto.
Gatsu, il protagonista, è un antieroe perfetto. Un personaggio che agisce solamente per vendetta personale, e che non fa altro che uccidere a destra e a manca per ottenerla. Non c'è un vero e proprio antagonista, il lettore può decidere, dopo aver letto, se stare dalla parte di Grifis, che insegue il suo sogno a costo della sua stessa vita sacrificando tutto e tutti, o dalla parte di Gatsu, che vive solo per vendicarsi di Grifis per ciò che ha fatto ai suoi compagni e alla donna che ama.
Per quanti riguarda i disegni, sono eccelsi. Migliorano sempre, fino a raggiungere negli ultimi volumi la perfezione di veri e propri quadri, ricchi di dettagli e realistici al massimo.
In Italia ci sono state molte edizioni di Berserk, la prima è la sottiletta, arrivata oggi a circa 74 volumi, la seconda è la Berserk Collection, i volumetti originali giapponesi, e a breve dovrebbe uscire il volume 37. Poi c'è la Collection Serie Nera, attualmente la più facile da reperire, e la Maximum.
In definitiva, consiglio Berserk a chi vuole leggere un manga che ha fatto la storia, un manga realistico fino ad un certo punto, a chi vuole leggere un manga dove le cose non si risolvono mai con le buone parole.
Sconsigliato a chi cerca una lettura leggera per passarsi il tempo o a chi è abituato solo a leggere shonen o shojo.
Gatsu sa solo combattere.
E non è poco nel mondo di Berserk.
Ha uno spadone più alto di lui che nessun normale essere vivente potrebbe padroneggiare, eppure lo maneggia con destrezza contro enormi mostri che generano dal centro del male stesso.
Ci sono dei cattivi da distruggere nel manga di Kentaro Miura e detta così Berserk sembra uguale a tantissime altre opere. Solo che qui le creature orripilanti e feroci sono come uscite direttamente da bestiari medievali messi al bando per la loro malvagità. Miura dà il meglio di sé quando deve disegnare queste oscene forme di vita, deformi e sanguinarie, le quali impreziosiscono di molto il manga. I mostri forniscono dunque l'occasione per numerose - e memorabili- scene Splatter, ma non sono che un contorno nell'economia della storia.
E' un mondo cattivo quello di Berserk, dove combattere è una necessità, per fare valere le proprie ragioni, e più di ogni altra cosa il proprio diritto ad esistere. Spesso sentendo parlare di Berserk ho notato che vengono evidenziate le tematiche religiose, quelle sul destino, quelle legate ai valori (amicizia, amore, lealtà, fratellanza). Tutto giusto, per carità, ma provate a rileggere l'opera seguendo il filo del rapporto tra 'potere' e 'sopravvivenza'. Ne viene fuori quasi una versione illustrata a tinte macabre della filosofia di Elias Canetti. Con questo non voglio di certo dire che Miura si sia ispirato direttamente a questo o a quel filosofo (come fa pensare la profondità e la bellezza dei dialoghi), quanto piuttosto che è tipico delle grandi opere di lasciarsi leggere e attraversare in molteplici sensi e direzioni. E Berserk è una grande opera.
Nello pseudomedievo che ci propone Miura troverete rispecchiato e trasfigurato il mondo di oggi: se un ponte collega il mondo degli uomini con la dimensione parallela di potentissime e feroci creature, un altro ponte collega il manga ai giorni nostri. Lì dove ancora prosperano le arti oscure, l'alchimia e la magia può accadere che portare fino alle estreme conseguenze i propri ideali provochi la trasformazione vertiginosa di un amico in un nemico. Qui dove si chiamano maghi Otelma e Vanna Marchi può accadere la stessa identica degenerazione dell'ideale. La differenza è che nel nostro mondo il Bejelit è invisibile.
Unica nota negativa e la periodizzazione delle uscite. Davvero lunghissima ed estenuante. Ce la farà Gatsu a consumare la sua vendetta? C'è un Time Looking come in Kill Bill, ma quando verrà ucciso qui Bill?
Berserk è uno dei fiori all'occhiello del mondo dei manga, disegnato magistralmente e sceneggiato ancora meglio. Consigliato a tutti e specialmente a chi vuole farsi uno stomaco di ferro.
E non è poco nel mondo di Berserk.
Ha uno spadone più alto di lui che nessun normale essere vivente potrebbe padroneggiare, eppure lo maneggia con destrezza contro enormi mostri che generano dal centro del male stesso.
Ci sono dei cattivi da distruggere nel manga di Kentaro Miura e detta così Berserk sembra uguale a tantissime altre opere. Solo che qui le creature orripilanti e feroci sono come uscite direttamente da bestiari medievali messi al bando per la loro malvagità. Miura dà il meglio di sé quando deve disegnare queste oscene forme di vita, deformi e sanguinarie, le quali impreziosiscono di molto il manga. I mostri forniscono dunque l'occasione per numerose - e memorabili- scene Splatter, ma non sono che un contorno nell'economia della storia.
E' un mondo cattivo quello di Berserk, dove combattere è una necessità, per fare valere le proprie ragioni, e più di ogni altra cosa il proprio diritto ad esistere. Spesso sentendo parlare di Berserk ho notato che vengono evidenziate le tematiche religiose, quelle sul destino, quelle legate ai valori (amicizia, amore, lealtà, fratellanza). Tutto giusto, per carità, ma provate a rileggere l'opera seguendo il filo del rapporto tra 'potere' e 'sopravvivenza'. Ne viene fuori quasi una versione illustrata a tinte macabre della filosofia di Elias Canetti. Con questo non voglio di certo dire che Miura si sia ispirato direttamente a questo o a quel filosofo (come fa pensare la profondità e la bellezza dei dialoghi), quanto piuttosto che è tipico delle grandi opere di lasciarsi leggere e attraversare in molteplici sensi e direzioni. E Berserk è una grande opera.
Nello pseudomedievo che ci propone Miura troverete rispecchiato e trasfigurato il mondo di oggi: se un ponte collega il mondo degli uomini con la dimensione parallela di potentissime e feroci creature, un altro ponte collega il manga ai giorni nostri. Lì dove ancora prosperano le arti oscure, l'alchimia e la magia può accadere che portare fino alle estreme conseguenze i propri ideali provochi la trasformazione vertiginosa di un amico in un nemico. Qui dove si chiamano maghi Otelma e Vanna Marchi può accadere la stessa identica degenerazione dell'ideale. La differenza è che nel nostro mondo il Bejelit è invisibile.
Unica nota negativa e la periodizzazione delle uscite. Davvero lunghissima ed estenuante. Ce la farà Gatsu a consumare la sua vendetta? C'è un Time Looking come in Kill Bill, ma quando verrà ucciso qui Bill?
Berserk è uno dei fiori all'occhiello del mondo dei manga, disegnato magistralmente e sceneggiato ancora meglio. Consigliato a tutti e specialmente a chi vuole farsi uno stomaco di ferro.
"Quei minuscoli bagliori provocati dall'incontro di due spade sono una piccola luce che io e i miei avversari creiamo facendo scontrare le nostre esistenze. È qui la vita... Nella mia spada."
Quando penso a Berserk mi viene in mente la parola "sconvolgente", proprio perché per me la lettura di quest'opera straordinaria e controversa è stata un'esperienza sconvolgente che forse non avrà eguali in termini di orrore, meraviglia e stupore per le tavole e l'incredibile potenza emotiva che mi hanno trasmesso i personaggi e le vicende in cui si trovano immersi. Alcuni anni fa, consapevole di trovarmi di fronte a un vero fenomeno dei manga, ho deciso di fiondarmi sul primo volume di Berserk, ma dopo neanche dieci pagine ho pensato: "Per quale motivo dovrei sorbirmi un tizio con una spada immensa che affetta le persone a destra e a manca senza pietà? No, non fa proprio per me", e l'ho messo da parte a tempo indeterminato. Recentemente, la mia insaziabile curiositas mi ha spinto a guardare le prime due pellicole della trilogia cinematografica di Berserk: L'epoca d'oro: era forse giunto il momento di colmare, almeno in parte, tale lacuna. Al di là di ogni previsione, i suddetti film hanno destato nuovamente il mio interesse e di conseguenza sono tornato sui miei passi, recuperando l'intera serie cartacea fino agli ultimi volumi usciti. Risultato: Berserk mi ha preso e appassionato a tal punto da entrare a buon diritto tra i miei fumetti preferiti in assoluto, sebbene non manchino alcune riserve relative a una parte della trama, ma di questo ne parlerò più avanti. Magistralmente scritto e disegnato dal geniale e, ahimè, molto pigro Kentarō Miura a partire dagli ultimi Anni Ottanta, il gigantesco Berserk è tuttora in prosecuzione: un eterno tormento condiviso da tutti i suoi fan.
L'intreccio narrativo quanto mai complesso e intrigante di Berserk è talmente vasto che, per poterlo commentare come si deve, purtroppo non posso fare a meno di risultare prolisso e di procedere per "blocchi"; per forza di cose d'ora in poi ci saranno alcuni spoiler, ma cercherò comunque di rivelare il meno possibile.
Volumi 1-3
In una scena che sembra rifarsi all'epico film Conan il barbaro, diretto nel 1982 da John Milius, tutto ha inizio con un uomo e una donna che copulano alla luce di un bivacco. Quest'ultima è in realtà un mostro da incubo e l'altro individuo, che scopriremo chiamarsi Guts ("Gatsu" nella traslitterazione italiana), la trucida con un colpo solo senza pensarci due volte. Fin dalle prime atipiche battute, l'autore mette in evidenza il carattere crudo ed esplicito della sua opera. Di lì a breve, Guts salva dalle grinfie di alcuni balordi il piccolo elfo volante Puck (nome di indubbia eco shakespeariana, che nella versione italiana diventa un anonimo "Pak"), dando così inizio a una duratura amicizia; capiamo fin da subito che l'esserino fatato sarà l'unico vero "comic relief" del manga per almeno i primi venti volumi. Nel frattempo veniamo a sapere che l'unico scopo del guerriero privo di un occhio, dotato di un braccio meccanico e armato di una spada (o meglio, di un blocco di ferro alto praticamente quanto lui) è quello di sterminare gli Apostoli, esseri infernali dalle sembianze di animali umanoidi in grado di camuffare il loro vero aspetto. Grazie a una narrazione incalzante e a un disegno viscerale in cui i personaggi sembrano quasi uscire dalla pagina tanto sembrano vivi, intuiamo che dietro al suo bieco comportamento e alla sua apparentemente cieca sete di sangue si celano ragioni ben più profonde. I primi tre volumi, incentrati sulla struggente e torbida vicenda di un conte demoniaco e della figlia segregata nel palazzo reale, servono a introdurre in modo originale il protagonista, permettendo al lettore di costruirsi una determinata opinione su di lui (quella di un becero assassino interessato soltanto ai suoi oscuri scopi, per esempio). Come spesso accade in Berserk, suddetta idea viene in breve tempo sconvolta dall'inaspettata comparsa dei veri antagonisti dell'opera: i cinque membri della Mano di Dio, una congrega di esseri superiori dagli incommensurabili poteri che sembra essere direttamente collegata agli Apostoli e che alberga in un'altra dimensione (quest'ultima viene rappresentata in maniera affascinante tramite le scale impossibili di Escher). Per ragioni oscure, il nostro eroe fuori dagli schemi prova un odio e un risentimento molto profondi per uno di loro, Phemt.
Volumi 3-13
Giunti a questo emozionante cliffhanger, l'autore ci immerge in un flashback che illustra tutto quanto accaduto in precedenza; una mossa apparentemente troppo affrettata e ardita, ma che in realtà si rivela più che appropriata. Il passato di Guts viene sondato in ogni sua parte: dalla sua nascita in una pozza di sangue da una madre già morta per impiccagione fino all'orribile tradimento del mentore Gambino, passando per l'alleanza e l'amicizia con la Squadra dei Falchi e il maestoso e profondissimo personaggio di Griffith ("Grifis" nella versione italiana); l'amore sincero e passionale per Caska, guerriera tosta ma anche molto femminile, nonché l'incontro con esseri soprannaturali e apparentemente immortali come Zodd e l'iconico e misterioso Cavaliere del Teschio, per giungere infine alla catastrofe che ha portato alla nascita di Phemt e alla fine della vita condotta sino a quel momento. Tutto ciò viene rappresentato con notevole dovizia di particolari, sia visivi che psicologici: il lettore cresce, soffre e vive insieme a Guts e alla Squadra dei Falchi una serie di sanguinose battaglie, intrighi a corte, tradimenti, amicizia, errori irreparabili, morte, disperazione, orrore e paura. Al pensiero di questi volumi particolarmente intensi mi vengono i brividi. Il contesto della vicenda è quello di una sorta di Medioevo europeo che colpisce per la sua originalità e per la cura maniacale profusa in ogni singola tavola: battaglie di ogni genere ed enormi scene di massa raffigurate fino all'ultimo soldato, trabocco o scala da assedio; non mancano castelli turriti con feritoie, mura merlate, fossati e ponti levatoi, archi, spade, asce, mazze, scudi, cavalli e armature (ad esempio, ogni squadra di cavalieri ha un nome tratto dal regno animale e di conseguenza corazze ed elmi ne riproducono le fattezze), insomma, ciascun elemento è stato concepito e curato fin nel minimo dettaglio. In alcune tavole sembra quasi di ammirare i quadri rinascimentali di Paolo Uccello, così come una serie di vere e proprie incisioni medievali. Anche le tematiche trattate non sono da meno: il destino (definito "karma"), la guerra, la lealtà, l'occulto. A tal proposito non dimenticherò mai la frase di Griffith: "Dio... Il diavolo... Non saranno forse la stessa cosa?", domanda che fornisce uno spunto di riflessione talmente potente che vi si potrebbero scrivere saggi interi in merito. E molte altre frasi meriterebbero almeno una menzione. In definitiva, nel mondo di Berserk nulla è ciò che sembra: tutto è ambiguo e può essere interpretato sotto diversi punti di vista. In un certo senso, procedendo nella lettura si ha l'impressione di raschiare soltanto la superficie.
Volumi 14-23
Dopo aver dato al lettore una serie di pugni nello stomaco, la storia torna improvvisamente al presente, proprio dove l'avevamo lasciata. Gli elementi fantastici si fanno vieppiù presenti e contemporaneamente fanno la loro comparsa nuove tematiche relative, ad esempio, alla fede e alla religione ("dentro sei vuota proprio come l'idolo che adori", dice Guts alla giovane Farnese), unitamente a nuovi personaggi caratterizzati con la consueta attenzione (indimenticabili la sopraccitata Farnese e l'infido Serpico, la cui psicologia e il cui passato sono delineati in modo molto efficace, nonché il folle predicatore religioso Mozgus e i suoi spaventosi seguaci). Una volta oltrepassato il ventitreesimo volume, ha inizio la parte della storia di Berserk che più ha fatto discutere di sé in termini generalmente negativi.
Volumi 24-28
In questi volumi vengono introdotti ulteriori elementi fantastici ai quali però, dopo un'iniziale diffidenza, ci si abitua rapidamente, anche perché vengono date alcune spiegazioni inerenti la presenza di creature sempre meno terrene; ancora una volta, compaiono diversi nuovi personaggi, alcuni riusciti (la maga Schierke, in Italia "Shillke", con tanto di cappello a falda larga), altri meno (il ladruncolo Isidro, "Isidoro" nella traslitterazione italiana, diventa il principale "comic relief" insieme a Puck, ormai rappresentato quasi esclusivamente nella sua forma "chibi"). Inoltre, viene finalmente dato un significato compiuto al titolo dell'opera. Sullo sfondo di tali cambiamenti, una colossale guerra contro gli orientali Kushan (un arguto riferimento a un antico impero indoeuropeo realmente esistito) sarà il pretesto per dar vita a scontri epici tra eserciti immensi composti da esseri umani da un lato e da mostri dalle più svariate forme dall'altro.
Volumi 29-37
Contemporaneamente all'epica conclusione del conflitto contro l'Impero Kushan (in un intero volume ci sono a malapena duecento balloon, dal momento che il resto è costituito soltanto da tavole e vignette di una potenza inaudita), vediamo Guts, ormai a capo di un party di avventurieri alla maniera di un classico RPG, affrontare mostri marini e pirati di ogni sorta. Ed è proprio a questo punto che Berserk entra in una fase decisamente sottotono: almeno da sette anni a questa parte, Miura ha deciso di prendersela troppo comoda, rallentando di parecchio gli sviluppi della trama densissima di misteri irrisolti (chi è veramente il Cavaliere del Teschio? E cosa lo lega a Guts? La Mano di Dio è realmente malvagia? Chi è Dio?) e focalizzandosi su tonnellate di azione e di trovate un tantino inflazionate (impossibile non collegare i pirati e i vari kraken alla fortunata saga cinematografica dei Pirati dei Caraibi). Anche se la qualità del disegno si mantiene su livelli altissimi, ciò però non è sufficiente a soddisfare le aspettative dei lettori e credo che qualunque fan di Berserk vorrebbe quanto meno avere la certezza che la fine del manga non sia eccessivamente lontana, vista la notevole longevità dell'opera in questione: ad oggi è in prosieguo da ben ventiquattro anni.
Se non fosse per un simile calo nello sviluppo della trama e per la snervante lentezza geologica dell'autore, sarei piuttosto sicuro nel dare a Berserk un dieci pieno, ma per il momento non posso proprio farlo.
"Sembra di vedere un quadro che racchiuda l'eternità."
Quando penso a Berserk mi viene in mente la parola "sconvolgente", proprio perché per me la lettura di quest'opera straordinaria e controversa è stata un'esperienza sconvolgente che forse non avrà eguali in termini di orrore, meraviglia e stupore per le tavole e l'incredibile potenza emotiva che mi hanno trasmesso i personaggi e le vicende in cui si trovano immersi. Alcuni anni fa, consapevole di trovarmi di fronte a un vero fenomeno dei manga, ho deciso di fiondarmi sul primo volume di Berserk, ma dopo neanche dieci pagine ho pensato: "Per quale motivo dovrei sorbirmi un tizio con una spada immensa che affetta le persone a destra e a manca senza pietà? No, non fa proprio per me", e l'ho messo da parte a tempo indeterminato. Recentemente, la mia insaziabile curiositas mi ha spinto a guardare le prime due pellicole della trilogia cinematografica di Berserk: L'epoca d'oro: era forse giunto il momento di colmare, almeno in parte, tale lacuna. Al di là di ogni previsione, i suddetti film hanno destato nuovamente il mio interesse e di conseguenza sono tornato sui miei passi, recuperando l'intera serie cartacea fino agli ultimi volumi usciti. Risultato: Berserk mi ha preso e appassionato a tal punto da entrare a buon diritto tra i miei fumetti preferiti in assoluto, sebbene non manchino alcune riserve relative a una parte della trama, ma di questo ne parlerò più avanti. Magistralmente scritto e disegnato dal geniale e, ahimè, molto pigro Kentarō Miura a partire dagli ultimi Anni Ottanta, il gigantesco Berserk è tuttora in prosecuzione: un eterno tormento condiviso da tutti i suoi fan.
L'intreccio narrativo quanto mai complesso e intrigante di Berserk è talmente vasto che, per poterlo commentare come si deve, purtroppo non posso fare a meno di risultare prolisso e di procedere per "blocchi"; per forza di cose d'ora in poi ci saranno alcuni spoiler, ma cercherò comunque di rivelare il meno possibile.
Volumi 1-3
In una scena che sembra rifarsi all'epico film Conan il barbaro, diretto nel 1982 da John Milius, tutto ha inizio con un uomo e una donna che copulano alla luce di un bivacco. Quest'ultima è in realtà un mostro da incubo e l'altro individuo, che scopriremo chiamarsi Guts ("Gatsu" nella traslitterazione italiana), la trucida con un colpo solo senza pensarci due volte. Fin dalle prime atipiche battute, l'autore mette in evidenza il carattere crudo ed esplicito della sua opera. Di lì a breve, Guts salva dalle grinfie di alcuni balordi il piccolo elfo volante Puck (nome di indubbia eco shakespeariana, che nella versione italiana diventa un anonimo "Pak"), dando così inizio a una duratura amicizia; capiamo fin da subito che l'esserino fatato sarà l'unico vero "comic relief" del manga per almeno i primi venti volumi. Nel frattempo veniamo a sapere che l'unico scopo del guerriero privo di un occhio, dotato di un braccio meccanico e armato di una spada (o meglio, di un blocco di ferro alto praticamente quanto lui) è quello di sterminare gli Apostoli, esseri infernali dalle sembianze di animali umanoidi in grado di camuffare il loro vero aspetto. Grazie a una narrazione incalzante e a un disegno viscerale in cui i personaggi sembrano quasi uscire dalla pagina tanto sembrano vivi, intuiamo che dietro al suo bieco comportamento e alla sua apparentemente cieca sete di sangue si celano ragioni ben più profonde. I primi tre volumi, incentrati sulla struggente e torbida vicenda di un conte demoniaco e della figlia segregata nel palazzo reale, servono a introdurre in modo originale il protagonista, permettendo al lettore di costruirsi una determinata opinione su di lui (quella di un becero assassino interessato soltanto ai suoi oscuri scopi, per esempio). Come spesso accade in Berserk, suddetta idea viene in breve tempo sconvolta dall'inaspettata comparsa dei veri antagonisti dell'opera: i cinque membri della Mano di Dio, una congrega di esseri superiori dagli incommensurabili poteri che sembra essere direttamente collegata agli Apostoli e che alberga in un'altra dimensione (quest'ultima viene rappresentata in maniera affascinante tramite le scale impossibili di Escher). Per ragioni oscure, il nostro eroe fuori dagli schemi prova un odio e un risentimento molto profondi per uno di loro, Phemt.
Volumi 3-13
Giunti a questo emozionante cliffhanger, l'autore ci immerge in un flashback che illustra tutto quanto accaduto in precedenza; una mossa apparentemente troppo affrettata e ardita, ma che in realtà si rivela più che appropriata. Il passato di Guts viene sondato in ogni sua parte: dalla sua nascita in una pozza di sangue da una madre già morta per impiccagione fino all'orribile tradimento del mentore Gambino, passando per l'alleanza e l'amicizia con la Squadra dei Falchi e il maestoso e profondissimo personaggio di Griffith ("Grifis" nella versione italiana); l'amore sincero e passionale per Caska, guerriera tosta ma anche molto femminile, nonché l'incontro con esseri soprannaturali e apparentemente immortali come Zodd e l'iconico e misterioso Cavaliere del Teschio, per giungere infine alla catastrofe che ha portato alla nascita di Phemt e alla fine della vita condotta sino a quel momento. Tutto ciò viene rappresentato con notevole dovizia di particolari, sia visivi che psicologici: il lettore cresce, soffre e vive insieme a Guts e alla Squadra dei Falchi una serie di sanguinose battaglie, intrighi a corte, tradimenti, amicizia, errori irreparabili, morte, disperazione, orrore e paura. Al pensiero di questi volumi particolarmente intensi mi vengono i brividi. Il contesto della vicenda è quello di una sorta di Medioevo europeo che colpisce per la sua originalità e per la cura maniacale profusa in ogni singola tavola: battaglie di ogni genere ed enormi scene di massa raffigurate fino all'ultimo soldato, trabocco o scala da assedio; non mancano castelli turriti con feritoie, mura merlate, fossati e ponti levatoi, archi, spade, asce, mazze, scudi, cavalli e armature (ad esempio, ogni squadra di cavalieri ha un nome tratto dal regno animale e di conseguenza corazze ed elmi ne riproducono le fattezze), insomma, ciascun elemento è stato concepito e curato fin nel minimo dettaglio. In alcune tavole sembra quasi di ammirare i quadri rinascimentali di Paolo Uccello, così come una serie di vere e proprie incisioni medievali. Anche le tematiche trattate non sono da meno: il destino (definito "karma"), la guerra, la lealtà, l'occulto. A tal proposito non dimenticherò mai la frase di Griffith: "Dio... Il diavolo... Non saranno forse la stessa cosa?", domanda che fornisce uno spunto di riflessione talmente potente che vi si potrebbero scrivere saggi interi in merito. E molte altre frasi meriterebbero almeno una menzione. In definitiva, nel mondo di Berserk nulla è ciò che sembra: tutto è ambiguo e può essere interpretato sotto diversi punti di vista. In un certo senso, procedendo nella lettura si ha l'impressione di raschiare soltanto la superficie.
Volumi 14-23
Dopo aver dato al lettore una serie di pugni nello stomaco, la storia torna improvvisamente al presente, proprio dove l'avevamo lasciata. Gli elementi fantastici si fanno vieppiù presenti e contemporaneamente fanno la loro comparsa nuove tematiche relative, ad esempio, alla fede e alla religione ("dentro sei vuota proprio come l'idolo che adori", dice Guts alla giovane Farnese), unitamente a nuovi personaggi caratterizzati con la consueta attenzione (indimenticabili la sopraccitata Farnese e l'infido Serpico, la cui psicologia e il cui passato sono delineati in modo molto efficace, nonché il folle predicatore religioso Mozgus e i suoi spaventosi seguaci). Una volta oltrepassato il ventitreesimo volume, ha inizio la parte della storia di Berserk che più ha fatto discutere di sé in termini generalmente negativi.
Volumi 24-28
In questi volumi vengono introdotti ulteriori elementi fantastici ai quali però, dopo un'iniziale diffidenza, ci si abitua rapidamente, anche perché vengono date alcune spiegazioni inerenti la presenza di creature sempre meno terrene; ancora una volta, compaiono diversi nuovi personaggi, alcuni riusciti (la maga Schierke, in Italia "Shillke", con tanto di cappello a falda larga), altri meno (il ladruncolo Isidro, "Isidoro" nella traslitterazione italiana, diventa il principale "comic relief" insieme a Puck, ormai rappresentato quasi esclusivamente nella sua forma "chibi"). Inoltre, viene finalmente dato un significato compiuto al titolo dell'opera. Sullo sfondo di tali cambiamenti, una colossale guerra contro gli orientali Kushan (un arguto riferimento a un antico impero indoeuropeo realmente esistito) sarà il pretesto per dar vita a scontri epici tra eserciti immensi composti da esseri umani da un lato e da mostri dalle più svariate forme dall'altro.
Volumi 29-37
Contemporaneamente all'epica conclusione del conflitto contro l'Impero Kushan (in un intero volume ci sono a malapena duecento balloon, dal momento che il resto è costituito soltanto da tavole e vignette di una potenza inaudita), vediamo Guts, ormai a capo di un party di avventurieri alla maniera di un classico RPG, affrontare mostri marini e pirati di ogni sorta. Ed è proprio a questo punto che Berserk entra in una fase decisamente sottotono: almeno da sette anni a questa parte, Miura ha deciso di prendersela troppo comoda, rallentando di parecchio gli sviluppi della trama densissima di misteri irrisolti (chi è veramente il Cavaliere del Teschio? E cosa lo lega a Guts? La Mano di Dio è realmente malvagia? Chi è Dio?) e focalizzandosi su tonnellate di azione e di trovate un tantino inflazionate (impossibile non collegare i pirati e i vari kraken alla fortunata saga cinematografica dei Pirati dei Caraibi). Anche se la qualità del disegno si mantiene su livelli altissimi, ciò però non è sufficiente a soddisfare le aspettative dei lettori e credo che qualunque fan di Berserk vorrebbe quanto meno avere la certezza che la fine del manga non sia eccessivamente lontana, vista la notevole longevità dell'opera in questione: ad oggi è in prosieguo da ben ventiquattro anni.
Se non fosse per un simile calo nello sviluppo della trama e per la snervante lentezza geologica dell'autore, sarei piuttosto sicuro nel dare a Berserk un dieci pieno, ma per il momento non posso proprio farlo.
"Sembra di vedere un quadro che racchiuda l'eternità."
Il seinen fantasy di Miura lo conosciamo e, presumibilmente, amiamo tutti. E' stato per anni il mio manga preferito in assoluto. La storia di Gatsu e della squadra dei Falchi che diventava più famosa e importante battaglia dopo battaglia non lasciava certo indifferenti, anzi conquistava tutti quelli a cui ho prestato i volumetti per coinvolgerli e renderli partecipi delle mie gioie. Questo fino all'Eclissi, lo zenit mai più raggiunto dal manga. E' un punto talmente alto da avermi fatto capire subito, immediatamente dopo averlo letto, che nulla nei futuri tankobon mi avrebbe entusiasmato e stupito così tanto, mai più. Ma non avrei mai immaginato che il manga si sarebbe ridotto a quello che è ora, un'accozzaglia di idee, trame e personaggi senza capo ne coda, in una storia così insulsa e tirata per le lunghe che l'autore stesso dovrebbe coprirsi il capo di cenere e chiederci scusa. Per aver irrimediabilmente rovinato quello che era un indiscusso capolavoro emotivo. Per aver annacquato e allungato oltre il sopportabile una storia portentosa e senza precedenti. Per averci distrutto un sogno. Dopo il ciclo dell'Eclissi, che è lì, irraggiungibile, nel firmamento dei capolavori a fumetti di ogni tempo, l'autore evidentemente impazzisce. La storia continua con una trama di buon livello, compreso il successivo ciclo "ecclesiastico", mentre il tratto diventa sempre più accurato, incredibile e ricco di particolari. Ma da quando i nostri eroi decidono di recarsi nella terra di Puk, il mondo si capovolge. Anzi, anche prima, dalla battaglia del redivivo Grifis con gli "indù'": vengono presentati sempre nuovi personaggi; vecchie trame e sottotrame resteranno per sempre irrisolte mentre quelle nuove vengono solo accennate e non approfondite. No, no e no, come hanno potuto rovinare un mito? Una storia già perfetta e ben delineata distrutta dall'approssimazione e dalla mancanza d'idee (valide). Alcuni dei nuovi personaggi sono troppo macchiettistici, altri sono del tutto inutili, mentre i nostri eroi si trascinano da una battaglia all'altra verso la terra degli elfi, per un motivo che non si capisce più qual è. Non s'intravede un finale all'orizzonte e sinceramente ormai Berserk lo compro più per abitudine che altro. Una delle più grosse delusioni di sempre, all'aumentare della bellezza dei disegni (davvero spaccamascella, una roba mai vista) si deve purtroppo registrare il Nulla narrativo, una storia stanca, vecchia e che non si regge più in piedi da anni ormai. Invoco l'eutanasia per quella che era un'opera di cui andare fieri e da sbattere in faccia ai detrattori dell'universo manga: basta, staccate la spina e concludete quest'aborto, non se ne può davvero più.
PS: il mio voto, 7, è la media dei voti dei singoli cicli in cui ho ravvisato i peggioramenti più netti. Quindi 10 dall'inizio all'Eclissi (e non si discute), 7 da subito dopo l'Eclissi alla conclusione della parte "religiosa" con Farnese ecc., e 4 a tutto il resto, davvero insopportabile nonostante i disegni meravigliosi.
PS: il mio voto, 7, è la media dei voti dei singoli cicli in cui ho ravvisato i peggioramenti più netti. Quindi 10 dall'inizio all'Eclissi (e non si discute), 7 da subito dopo l'Eclissi alla conclusione della parte "religiosa" con Farnese ecc., e 4 a tutto il resto, davvero insopportabile nonostante i disegni meravigliosi.
Berserk è un manga seinen di Kentaro Miura, uno dei manga più longevi della storia, dato anche dal fatto della sua grande irregolarità nelle uscite, difatti tra un tankobon e un altro può passare anche un anno.
Berserk è un manga ambientato in un mondo inventato del genere darkfantasy-pseudo medievale e narra le vicende e le avventure di un guerriero di nome Gatsu, che dedica la sua esistenza per la vendetta nei confronti dei cinque della mano di Dio, in particolare verso Phemt.
Questa è a grandi linee la trama di Berserk anche se è solo la punta dell'iceberg, difatti Berserk è un mondo estremamente più ampio sempre avvolto da un velo di misticismo e magia, nel quale vengono affrontati moltissimi temi come la pedofilia, la religione e quindi il credo e la fede, l'amore etero e non, ma anche temi il tradimento, la fiducia e la solitudine e l'amicizia.
Sono moltissime tematiche importanti raccontate in maniera molto cruda e schietta, shockando ed attraendo sempre di più i lettori a questa fantastica storia piena di sentimento e sacrificio, come solo il geniale Kentaro sa fare.
Un manga consigliatissimo di alto spessore culturale, un piccolo grande capolavoro che non può mancare sui scaffali dei piccoli e grandi collezionisti.
Capolavoro dato anche dall'autore che nell'arco della pubblicazione non fa altro che migliorare sempre di più, non semplicemente nella narrazione ma sopratutto nel tratto, il quale si evolve esponenzialmente tra i primi volumi e i più recenti pubblicati con un aumento dei dettagli e dei particolari sempre più precisi e meticolosi trasformando così il banale disegno in uno spettacolo piacevole per gli occhi, dividendo l'esperienza del manga in due fasi principali: la lettura e la contemplazione di tutti quei mini quadri chiamati vignette.
Questo è quello che penso e quello che mi ha fatto provare questo strepitoso manga.
Se lo consiglio? Si assolutamente, di sicuro ad un pubblico magari meno suscettibile per via della crudezza e alta violenza della narrazione adottata dall'autore, perciò leggetelo! Leggetelo! Leggetelo!
Berserk è un manga ambientato in un mondo inventato del genere darkfantasy-pseudo medievale e narra le vicende e le avventure di un guerriero di nome Gatsu, che dedica la sua esistenza per la vendetta nei confronti dei cinque della mano di Dio, in particolare verso Phemt.
Questa è a grandi linee la trama di Berserk anche se è solo la punta dell'iceberg, difatti Berserk è un mondo estremamente più ampio sempre avvolto da un velo di misticismo e magia, nel quale vengono affrontati moltissimi temi come la pedofilia, la religione e quindi il credo e la fede, l'amore etero e non, ma anche temi il tradimento, la fiducia e la solitudine e l'amicizia.
Sono moltissime tematiche importanti raccontate in maniera molto cruda e schietta, shockando ed attraendo sempre di più i lettori a questa fantastica storia piena di sentimento e sacrificio, come solo il geniale Kentaro sa fare.
Un manga consigliatissimo di alto spessore culturale, un piccolo grande capolavoro che non può mancare sui scaffali dei piccoli e grandi collezionisti.
Capolavoro dato anche dall'autore che nell'arco della pubblicazione non fa altro che migliorare sempre di più, non semplicemente nella narrazione ma sopratutto nel tratto, il quale si evolve esponenzialmente tra i primi volumi e i più recenti pubblicati con un aumento dei dettagli e dei particolari sempre più precisi e meticolosi trasformando così il banale disegno in uno spettacolo piacevole per gli occhi, dividendo l'esperienza del manga in due fasi principali: la lettura e la contemplazione di tutti quei mini quadri chiamati vignette.
Questo è quello che penso e quello che mi ha fatto provare questo strepitoso manga.
Se lo consiglio? Si assolutamente, di sicuro ad un pubblico magari meno suscettibile per via della crudezza e alta violenza della narrazione adottata dall'autore, perciò leggetelo! Leggetelo! Leggetelo!
Berserk è la prima opera che mi ha avvicinato al mondo dei fumetti, specie quelli giapponesi.
Indiscutibilmente è uno dei migliori mai fatti, un capolavoro assoluto che mescola bene temi intriganti in un mondo fantasy ma allo stesso tempo storico, retroscene agghiaccianti e cruenti ma non mancano i grandi sentimenti di amicizia e amore ma non posti in modo banale e sdolcinato, anzi sono le forze che muovono il nostro protagonista verso delle grosse scelte da fare. Seguire l'amore verso Caska oppure soddisfare l'egoistica voglia di vendetta verso il nemico/amico Grifis?
La scelta, difatti, è una componente essenziale del manga. Guts non ha scelta, il suo destino è segnato, ma il protagonista (da sempre abituato a credere che il suo vivere è uguale al combattere) combatte contro il proprio destino senza darsi per vinto, entra in gioco quindi la filosofica questione se destino e libero arbitrio possano coesistere.
La storia da subito si sviluppa in modo avvincente, e un numero tira l'altro. I disegni sono fantastici, con uno studio approfondito dell'autore in ogni minimo dettaglio, in un intervista dichiarò di aver viaggiato in Italia per ispirarsi ai castelli, bandiere, armature e insomma tutti i componenti che caratterizzano l'epoca medioevale di Berserk.
Si sa la perfezione non esiste, ma come è normale che sia, anche Berserk ha qualche punto debole. Dopo la seconda eclissi la storia divaga, e non sono mai chiare le intenzioni dell'autore su come concludere la storia (sperando che la concluda).
Resta comunque un 10 meritatissimo, incrociamo le dita e speriamo riprenda al meglio...
Indiscutibilmente è uno dei migliori mai fatti, un capolavoro assoluto che mescola bene temi intriganti in un mondo fantasy ma allo stesso tempo storico, retroscene agghiaccianti e cruenti ma non mancano i grandi sentimenti di amicizia e amore ma non posti in modo banale e sdolcinato, anzi sono le forze che muovono il nostro protagonista verso delle grosse scelte da fare. Seguire l'amore verso Caska oppure soddisfare l'egoistica voglia di vendetta verso il nemico/amico Grifis?
La scelta, difatti, è una componente essenziale del manga. Guts non ha scelta, il suo destino è segnato, ma il protagonista (da sempre abituato a credere che il suo vivere è uguale al combattere) combatte contro il proprio destino senza darsi per vinto, entra in gioco quindi la filosofica questione se destino e libero arbitrio possano coesistere.
La storia da subito si sviluppa in modo avvincente, e un numero tira l'altro. I disegni sono fantastici, con uno studio approfondito dell'autore in ogni minimo dettaglio, in un intervista dichiarò di aver viaggiato in Italia per ispirarsi ai castelli, bandiere, armature e insomma tutti i componenti che caratterizzano l'epoca medioevale di Berserk.
Si sa la perfezione non esiste, ma come è normale che sia, anche Berserk ha qualche punto debole. Dopo la seconda eclissi la storia divaga, e non sono mai chiare le intenzioni dell'autore su come concludere la storia (sperando che la concluda).
Resta comunque un 10 meritatissimo, incrociamo le dita e speriamo riprenda al meglio...
Berserk: un manga che ho particolarmente a cuore. Un manga che ho iniziato a leggere 15 anni fa e che mi ha preso fin da subito. E' stato amore a prima vista. Un dark fantasy duro e crudo come non se ne erano mai visti. Un manga psicologico e introspettivo. Intrighi di corte, personaggi ambiziosi e sognatori, un protagonista cinico come mai se ne son visti, dialoghi sbalorditivi, poetici e mai banali. Ogni frase è una possibile citazione da ricordare.
Il manga inizia con Gatsu cieco ad un occhio e con un braccio meccanico che spara in bocca, uccidendolo, un mostro di genere femminile con cui stava facendo sesso. Un inizio a dir poco d'impatto dove vediamo il protagonisti alle prese con mostri immortali e mangiatori di uomini. Tante domande e poche risposte finché dopo pochi numeri Miura fa un passo indietro raccontandoci il passato del suo protagonista. Inizia l'età dell'oro che ci permetterà di capire la storia di Gatsu e del suo amico/rivale Grifis. Ne vedremo di tutti i colori da elfi a unicorni, da mostri indescrivibili a condottieri valorosi, sesso, amore e tanto altro ancora. Un mix di emozioni che non può lasciare indifferenti. Un capolavoro assoluto da 10 pieno!
Arrivando a metà opera, però, qualcosa cambia e non si tratta del passare dal manga horror ad uno più fantasy classico e pieno di magia... Non è questo il problema. I nuovi personaggi introdotti sono decisamente meno interessanti dei precedenti: meno caratterizzati, più semplicistici, a volte banali. Che ne è dei loro discorsi profondi, quasi filosofici e dei loro drammi interiori? Il manga diventa più un manga di azione, dove la storia vera e propria procede più a rilento e Berserk non è in grado più di coinvolgerci come prima. Il viaggio dei nostri eroi diventa un viaggio interminabile pieno di contrattempi "allungabrodo" e che non ci coinvolgono più come prima. L'impressione è che stia diventato sempre più "commerciale": un protagonista più buono e sentimentale, la formazione di un party con tanto di ragazzini, mostri marini, troll e tanto altro ancora per movimentare di più l'opera e meno introspezione psicologica ne sono chiari segnali. Chiariamo Berserk resta un gran bel manga ma se prima lo consideravo il migliore in assoluto ora, dopo 36 numeri non posso più dire lo stesso. Confido in Miura e nella sua capacità narrativa sperando che Berserk torni a emozionarmi come solo Berserk può fare.
Per quanto riguarda i disegni c'è poco da criticare: dopo i primissimi numeri in cui il tratto di Miura era ancora un po' acerbo ecco che ora raggiungono praticamente la perfezione anche se ora, coerentemente con l'andazzo del manga anche i volti dei protagonisti hanno perso un po' di espressività, ma forse questa è un'impressione e la colpa non è nel disegno in se ma solo in ciò che Miura racconta.
Berserk è un manga da 8.5 - 9 ma io so di cosa è capace Miura perché ce l'ha già dimostrato e quindi mi sento di essere particolarmente critico a riguardo e gli do 8!
Il manga inizia con Gatsu cieco ad un occhio e con un braccio meccanico che spara in bocca, uccidendolo, un mostro di genere femminile con cui stava facendo sesso. Un inizio a dir poco d'impatto dove vediamo il protagonisti alle prese con mostri immortali e mangiatori di uomini. Tante domande e poche risposte finché dopo pochi numeri Miura fa un passo indietro raccontandoci il passato del suo protagonista. Inizia l'età dell'oro che ci permetterà di capire la storia di Gatsu e del suo amico/rivale Grifis. Ne vedremo di tutti i colori da elfi a unicorni, da mostri indescrivibili a condottieri valorosi, sesso, amore e tanto altro ancora. Un mix di emozioni che non può lasciare indifferenti. Un capolavoro assoluto da 10 pieno!
Arrivando a metà opera, però, qualcosa cambia e non si tratta del passare dal manga horror ad uno più fantasy classico e pieno di magia... Non è questo il problema. I nuovi personaggi introdotti sono decisamente meno interessanti dei precedenti: meno caratterizzati, più semplicistici, a volte banali. Che ne è dei loro discorsi profondi, quasi filosofici e dei loro drammi interiori? Il manga diventa più un manga di azione, dove la storia vera e propria procede più a rilento e Berserk non è in grado più di coinvolgerci come prima. Il viaggio dei nostri eroi diventa un viaggio interminabile pieno di contrattempi "allungabrodo" e che non ci coinvolgono più come prima. L'impressione è che stia diventato sempre più "commerciale": un protagonista più buono e sentimentale, la formazione di un party con tanto di ragazzini, mostri marini, troll e tanto altro ancora per movimentare di più l'opera e meno introspezione psicologica ne sono chiari segnali. Chiariamo Berserk resta un gran bel manga ma se prima lo consideravo il migliore in assoluto ora, dopo 36 numeri non posso più dire lo stesso. Confido in Miura e nella sua capacità narrativa sperando che Berserk torni a emozionarmi come solo Berserk può fare.
Per quanto riguarda i disegni c'è poco da criticare: dopo i primissimi numeri in cui il tratto di Miura era ancora un po' acerbo ecco che ora raggiungono praticamente la perfezione anche se ora, coerentemente con l'andazzo del manga anche i volti dei protagonisti hanno perso un po' di espressività, ma forse questa è un'impressione e la colpa non è nel disegno in se ma solo in ciò che Miura racconta.
Berserk è un manga da 8.5 - 9 ma io so di cosa è capace Miura perché ce l'ha già dimostrato e quindi mi sento di essere particolarmente critico a riguardo e gli do 8!
Berserk? Un ca-po-la-vo-ro! E' un manga completo! C'è tutto dentro, dalla violenza più gratuita possibile, alle grandi riflessioni, dall'amicizia, all'amore! Geniale per l'amalgamarsi di tutti quegli elementi che ti fanno appassionare di un manga senza mai annoiarti: si passa da scene di violenza gratuita, a piccoli momenti d'ilarità accompagnati da scene di amicizia e amore per il prossimo, da combattimenti medioevali epici a paradossali combattimenti contro deformi mostri assetati di sangue.
Pazzesco il contesto della storia: un lontano medioevo che di colpo, viene stravolto da mostri e demoni sanguinari, contrastati dal nostro protagonista che, brandendo una spada gigantesca (senza risultare esageratamente sproporzionata) spappola tutto ciò di ostile gli si pari davanti!
Oltre a ciò è mirabile la cura che Miura mette nel creare una storia a tutti i personaggi che interverranno nella storia, curandone ogni dettaglio. Oltretutto è particolare trovare una figura come l'elfo Puk, inserito al solo scopo di sdrammatizzare le ambientazioni a volte molto gotiche e gli avvenimenti a volte eccessivamente gore, dando equilibrio al tutto.
Concludo ricordando che questo manga ha una qualità grafica incommensurabile. Un realismo spaventoso!
In poche parole, questo capitolo è un must!
Pazzesco il contesto della storia: un lontano medioevo che di colpo, viene stravolto da mostri e demoni sanguinari, contrastati dal nostro protagonista che, brandendo una spada gigantesca (senza risultare esageratamente sproporzionata) spappola tutto ciò di ostile gli si pari davanti!
Oltre a ciò è mirabile la cura che Miura mette nel creare una storia a tutti i personaggi che interverranno nella storia, curandone ogni dettaglio. Oltretutto è particolare trovare una figura come l'elfo Puk, inserito al solo scopo di sdrammatizzare le ambientazioni a volte molto gotiche e gli avvenimenti a volte eccessivamente gore, dando equilibrio al tutto.
Concludo ricordando che questo manga ha una qualità grafica incommensurabile. Un realismo spaventoso!
In poche parole, questo capitolo è un must!
Berserk è un manga scritto e disegnato da Kentaro Miura e pubblicato in Italia dalla Panini Comics, ambientato in un universo dark fantasy medievale dove il protagonista Gatsu, il guerriero nero, si aggira mosso da propositi di vendetta nei confronti degli "apostoli".
Ciò che è chiaro fin dal primo volume è che Berserk non è un manga leggero e dalla lettura spensierata: è violento, sanguinoso, con personaggi dalla storie brutali e senza speranza. Questa crudezza va avanti fino all'avvento del capitolo "l'età dell'oro", un lunghissimo flashback che racconta la storia del protagonista fino a quel punto della trama.
Nato dal cadavere della madre, il neonato Gatsu viene adottato da Gambino, capo di un esercito di mercenari; successivamente si unisce alla squadra dei Falchi, uno atipico esercito di mercenari. In questi capitoli, la vendetta viene accantonata lasciando spazio ad altre tematiche come l'amicizia, i sogni, le speranze. Vero protagonista di questa parte è Grifis, giovane e carismatico capitano della squadra dei Falchi che, nato tra il popolo, aspira a diventare re e possedere finalmente quel brillante castello che da bambino ammirava da lontano, nel buio opprimente dei vicoli. In lui vediamo quindi l'eroe che combatte con tutte le sue forze per far si che il suo sogno si avveri. In questa ottica Gatsu rappresenta l'antieroe, portatore di sfortuna e morte che trascina Grifis alla disperazione e alla rovina. La storia tra intrighi e complotti va avanti fino a raggiungere l'apice della narrazione con l'avvento dell'eclisse, il momento più toccante ed emblematico dell'intera trama.
Vorrei potermi fermare qui la recensione e mettere un bel 10 a questo manga, ma purtroppo la storia va avanti.
E' doveroso soffermarsi sui disegni: ogni tavola lascia a bocca aperta per la quantità e la qualità dei particolari, la bellezza dei paesaggi e l'accuratezza con i quali sono disegnati anche i più piccoli mattoni del castello o il lanciere che si scorge in fondo ad un esercito di soldati. Purtroppo però pare che disegni e storia abbiano un rapporto indirettamente proporzionale: mentre i primi diventano sempre più belli, accurati e particolareggiati, la seconda diventa semplicemente indecente.
Dopo gli ultimi spasmi di credibilità con la parte di Albione e l'avvento della seconda eclisse, la storia compie semplicemente una caduta libera verso un fantasy scialbo trito e ritrito che niente ha a che fare con il Berserk a cui eravamo abituati finora. Personaggi inutili, stupidi, streghe, maghi, e le new entry: le sirene… elfi super deformed che tentando (inutilmente) di strappare una risata, irritano e ammorbando il lettore con innumerevoli e fastidiosi riferimenti al reale che male si adattano alla drammaticità a cui il fumetto finora ci aveva abituato.
Altra nota dolente del nuovo Berserk sono gli apostoli ed i mostri. Mentre nei primi capitoli nessuno o quasi era a conoscenza della loro esistenza, mimetizzati come erano tra la gente comune, nella seconda parte della storia diventa quasi un'abitudine incontrarli per strada mentre allegramente si precipitano a frotte verso il villaggio più vicino, dove anche nel più insospettabile dei coccodrilli può nascondersi un mostro che vuole ucciderli… Un coccodrillo. Mentre Gatsu e Grifis assieme rimasero immobili, atterriti nel vedere Zodd per la prima volta, il piccolo Isidoro non batte ciglio nel vedere mostri in giro: è tutto normale.
Qui assistiamo anche ad un cambiamento di Gatsu: da spietato guerriero solitario qual era, si trasforma in un individuo senza carattere, con un'aria da vecchio temprato dal tempo, trascinato a fatica da un cast di inutili personaggi senza spessore. Dalla decerebrata Caska e la sua badante Farnese, all'uomo volante Serpico, alla fastidiosissima streghetta trasformata in un personaggio chiave, dato che ogni capitolo si struttura così: mostro - Gatsu perde il controllo - la strega lo rinsavisce - mostro muore.
Come se non bastasse, Miura obbliga sadicamente l'appassionato dei bei tempi andati a guardare scene come quella dove Isidoro spia le donne nel bagno, ragazze che si innamorano di Gatsu ed arrossiscono, insomma a quelle scene inflazionate e stereotipate tratte dal peggiore degli shojo manga.
Berserk è un manga che, come il suo protagonista, si trascina ormai stanco verso una fine che pare non arrivare mai. 10 la prima parte e 3 la seconda parte. Davvero un peccato.
Ciò che è chiaro fin dal primo volume è che Berserk non è un manga leggero e dalla lettura spensierata: è violento, sanguinoso, con personaggi dalla storie brutali e senza speranza. Questa crudezza va avanti fino all'avvento del capitolo "l'età dell'oro", un lunghissimo flashback che racconta la storia del protagonista fino a quel punto della trama.
Nato dal cadavere della madre, il neonato Gatsu viene adottato da Gambino, capo di un esercito di mercenari; successivamente si unisce alla squadra dei Falchi, uno atipico esercito di mercenari. In questi capitoli, la vendetta viene accantonata lasciando spazio ad altre tematiche come l'amicizia, i sogni, le speranze. Vero protagonista di questa parte è Grifis, giovane e carismatico capitano della squadra dei Falchi che, nato tra il popolo, aspira a diventare re e possedere finalmente quel brillante castello che da bambino ammirava da lontano, nel buio opprimente dei vicoli. In lui vediamo quindi l'eroe che combatte con tutte le sue forze per far si che il suo sogno si avveri. In questa ottica Gatsu rappresenta l'antieroe, portatore di sfortuna e morte che trascina Grifis alla disperazione e alla rovina. La storia tra intrighi e complotti va avanti fino a raggiungere l'apice della narrazione con l'avvento dell'eclisse, il momento più toccante ed emblematico dell'intera trama.
Vorrei potermi fermare qui la recensione e mettere un bel 10 a questo manga, ma purtroppo la storia va avanti.
E' doveroso soffermarsi sui disegni: ogni tavola lascia a bocca aperta per la quantità e la qualità dei particolari, la bellezza dei paesaggi e l'accuratezza con i quali sono disegnati anche i più piccoli mattoni del castello o il lanciere che si scorge in fondo ad un esercito di soldati. Purtroppo però pare che disegni e storia abbiano un rapporto indirettamente proporzionale: mentre i primi diventano sempre più belli, accurati e particolareggiati, la seconda diventa semplicemente indecente.
Dopo gli ultimi spasmi di credibilità con la parte di Albione e l'avvento della seconda eclisse, la storia compie semplicemente una caduta libera verso un fantasy scialbo trito e ritrito che niente ha a che fare con il Berserk a cui eravamo abituati finora. Personaggi inutili, stupidi, streghe, maghi, e le new entry: le sirene… elfi super deformed che tentando (inutilmente) di strappare una risata, irritano e ammorbando il lettore con innumerevoli e fastidiosi riferimenti al reale che male si adattano alla drammaticità a cui il fumetto finora ci aveva abituato.
Altra nota dolente del nuovo Berserk sono gli apostoli ed i mostri. Mentre nei primi capitoli nessuno o quasi era a conoscenza della loro esistenza, mimetizzati come erano tra la gente comune, nella seconda parte della storia diventa quasi un'abitudine incontrarli per strada mentre allegramente si precipitano a frotte verso il villaggio più vicino, dove anche nel più insospettabile dei coccodrilli può nascondersi un mostro che vuole ucciderli… Un coccodrillo. Mentre Gatsu e Grifis assieme rimasero immobili, atterriti nel vedere Zodd per la prima volta, il piccolo Isidoro non batte ciglio nel vedere mostri in giro: è tutto normale.
Qui assistiamo anche ad un cambiamento di Gatsu: da spietato guerriero solitario qual era, si trasforma in un individuo senza carattere, con un'aria da vecchio temprato dal tempo, trascinato a fatica da un cast di inutili personaggi senza spessore. Dalla decerebrata Caska e la sua badante Farnese, all'uomo volante Serpico, alla fastidiosissima streghetta trasformata in un personaggio chiave, dato che ogni capitolo si struttura così: mostro - Gatsu perde il controllo - la strega lo rinsavisce - mostro muore.
Come se non bastasse, Miura obbliga sadicamente l'appassionato dei bei tempi andati a guardare scene come quella dove Isidoro spia le donne nel bagno, ragazze che si innamorano di Gatsu ed arrossiscono, insomma a quelle scene inflazionate e stereotipate tratte dal peggiore degli shojo manga.
Berserk è un manga che, come il suo protagonista, si trascina ormai stanco verso una fine che pare non arrivare mai. 10 la prima parte e 3 la seconda parte. Davvero un peccato.
« L'uomo si illude di essere il fautore della propria vita, ma esistono elementi superiori che guidano e controllano il destino di ognuno di noi...
...chiamatele forze sovrannaturali oppure intervento divino, ciò che è certo è che le nostre azioni non sono il risultato del libero arbitrio... »
Ormai è scontatissimo dire che il successo di un manga è direttamente proporzionale alla sua capacità di tener incollato il lettore alle pagine e credo che Berserk ci riesca meglio di chiunque altro!
La trama è intrigante, singolare e instancabile tanto che la voglia di spoilerarsi ciò che accadrà nei prossimi numeri è per me irresistibile!
Non posso certo dire che questa recensione valga molto, visto che ho letto solo i primi 16 volumi della ristampa e sto cominciando il 17o, ma più vado avanti e più sono sicuro che la trama non deluda.
Vediamo ora di spiegare il perché del mio voto...
Trama voto : 9
Berserk è un manga con un'ambientazione gotico-medievale che spesso arriva a toccare l'horror, con la sua dose di violenza e di suspance.
L'autore, con questa ambientazione, è riuscito a creare una trama davvero originale e profonda in grado di catturare l'attenzione del lettore con una facilità incredibile!
Miura ha inoltre farcito il manga con piccoli, ma significativi momenti di riflessione che fanno già capire l'alto livello del manga.
Tuttavia, essendo anche uno seinen, ha una storia dura e impegnativa e quindi bisogna esserne coscienti (insomma essere preparati al fatto che ciò che stiamo per leggere non è certo il fumetto dei Puffi).
Se il manga fosse terminato col 16o capitolo il voto alla trama sarebbe un 10 e lode, ma purtroppo devo ancora leggere i numeri successivi, senza contare che il manga non è ancora concluso quindi non si sa il finale.
Disegni voto:9
Kentaro Miura è senza ombra di dubbio un disegnatore di primissimo livello (oltre ad essere tra i miei preferiti), i suoi disegni infatti riescono a trasmettere le stesse emozioni al lettore di quelle che provano i personaggi all'interno del manga.
Come in molti casi anche qui il disegno migliora man mano che si va avanti con la storia (anche se al primo volume era già fantastico).
Tuttavia non gli do 10 per due motivi:
Purtroppo Miura non disegna quasi mai uno sfondo tra personaggi in primo piano (anche se con disegni così particolareggiati non da fastidio).
Il modo in cui fa le ombre sui volti non mi piace molto, talvolta sono troppo evidenti le righe con cui vengono disegnate e ciò da meno il senso di ombra, ma questa poi è una questione di gusti.
Personaggi voto: 10
La trama e i disegni di Berserk sono fantastici e che ci crediate o no i personaggi non sono da meno,anzi...
Tutti i caratteri sono delineati, realistici e originali, il personaggio che colpisce di più è sicuramente Grifis per motivi che scoprirete leggendo il manga, ma devo dire che anche Gatsu è davvero un ottimo personaggio, perfetto per la parte del protagonista.
Anche i personaggi meno importanti hanno comunque un ruolo fondamentale e in un modo o nell'altro riusciranno a catturare la vostra attenzione.
Qui non vedo proprio perché non dovrei dare 10!
Adattamento italiano voto: 9
Berserk non è stato affatto rovinato dall'adattamento italiano, certo non è perfetto quindi non posso dare il voto massimo.
I dialoghi sono riusciti molto bene come anche i punti di riflessione che citavo prima.
Non vi sono incongruenze di alcun tipo nel corso della storia quindi credo che un 9 sia il minimo.
Alla fine quindi il voto che do a Berserk è 9,5 che arrotondo a 9 solo perché il manga non è ancora concluso (anche se dubito che il finale possa deludere).
Consigliatissimo a tutti!
...chiamatele forze sovrannaturali oppure intervento divino, ciò che è certo è che le nostre azioni non sono il risultato del libero arbitrio... »
Ormai è scontatissimo dire che il successo di un manga è direttamente proporzionale alla sua capacità di tener incollato il lettore alle pagine e credo che Berserk ci riesca meglio di chiunque altro!
La trama è intrigante, singolare e instancabile tanto che la voglia di spoilerarsi ciò che accadrà nei prossimi numeri è per me irresistibile!
Non posso certo dire che questa recensione valga molto, visto che ho letto solo i primi 16 volumi della ristampa e sto cominciando il 17o, ma più vado avanti e più sono sicuro che la trama non deluda.
Vediamo ora di spiegare il perché del mio voto...
Trama voto : 9
Berserk è un manga con un'ambientazione gotico-medievale che spesso arriva a toccare l'horror, con la sua dose di violenza e di suspance.
L'autore, con questa ambientazione, è riuscito a creare una trama davvero originale e profonda in grado di catturare l'attenzione del lettore con una facilità incredibile!
Miura ha inoltre farcito il manga con piccoli, ma significativi momenti di riflessione che fanno già capire l'alto livello del manga.
Tuttavia, essendo anche uno seinen, ha una storia dura e impegnativa e quindi bisogna esserne coscienti (insomma essere preparati al fatto che ciò che stiamo per leggere non è certo il fumetto dei Puffi).
Se il manga fosse terminato col 16o capitolo il voto alla trama sarebbe un 10 e lode, ma purtroppo devo ancora leggere i numeri successivi, senza contare che il manga non è ancora concluso quindi non si sa il finale.
Disegni voto:9
Kentaro Miura è senza ombra di dubbio un disegnatore di primissimo livello (oltre ad essere tra i miei preferiti), i suoi disegni infatti riescono a trasmettere le stesse emozioni al lettore di quelle che provano i personaggi all'interno del manga.
Come in molti casi anche qui il disegno migliora man mano che si va avanti con la storia (anche se al primo volume era già fantastico).
Tuttavia non gli do 10 per due motivi:
Purtroppo Miura non disegna quasi mai uno sfondo tra personaggi in primo piano (anche se con disegni così particolareggiati non da fastidio).
Il modo in cui fa le ombre sui volti non mi piace molto, talvolta sono troppo evidenti le righe con cui vengono disegnate e ciò da meno il senso di ombra, ma questa poi è una questione di gusti.
Personaggi voto: 10
La trama e i disegni di Berserk sono fantastici e che ci crediate o no i personaggi non sono da meno,anzi...
Tutti i caratteri sono delineati, realistici e originali, il personaggio che colpisce di più è sicuramente Grifis per motivi che scoprirete leggendo il manga, ma devo dire che anche Gatsu è davvero un ottimo personaggio, perfetto per la parte del protagonista.
Anche i personaggi meno importanti hanno comunque un ruolo fondamentale e in un modo o nell'altro riusciranno a catturare la vostra attenzione.
Qui non vedo proprio perché non dovrei dare 10!
Adattamento italiano voto: 9
Berserk non è stato affatto rovinato dall'adattamento italiano, certo non è perfetto quindi non posso dare il voto massimo.
I dialoghi sono riusciti molto bene come anche i punti di riflessione che citavo prima.
Non vi sono incongruenze di alcun tipo nel corso della storia quindi credo che un 9 sia il minimo.
Alla fine quindi il voto che do a Berserk è 9,5 che arrotondo a 9 solo perché il manga non è ancora concluso (anche se dubito che il finale possa deludere).
Consigliatissimo a tutti!
Berserk è perfetto! Una storia accattivante che ti tiene attaccato al fumetto dall' inizio alla fine, che ha i suoi punti forti in ambientazione, trama e disegno (cioè tutto ciò che serve a un fumetto).
Ambientazione: è decisamente atipica per un manga, si ispira molto alla mitologia nordica europea, con i suoi elfi, troll e orchi, che comunque, nel fumetto, si discostano molto dalla tipica visione fantasy occidentale, grazie agli innovativi design proposti dall'autore.
Trama: Gatsu è un orfano che, cresciuto da un mercenario, diventa sempre più abile nell'arte della guerra. Crescendo, entra a far parte della squadra dei falchi guidata da Grifis, che farà di Gatsu il suo braccio destro; segue un tragico evento che cambierà la sua vita al punto da portare Gatsu a volere la morte dell'ex compagno Grifis.
Questa parte di storia è narrata nei numeri dal 3 al 13 con un ampio flashback, che, a mio parere, è la parte più bella della storia, che comunque non andrà a peggiorare.
Verso il numero 25 la storia ha un cambiamento diventando meno tetra, specialmente per via dell'introduzione di nuovi personaggi che si uniscono a Gatsu nella sua ricerca alla vendetta, e alla comparsa della magia nella storia.
Disegno: spettacolare e molto curato, il design dei personaggi, e specialmente dei mostri, è fantastico e innovativo.
L'unica pecca può essere la scarsa comicità generale, che raramente porta a una vera e propria risata, ciò non sarebbe un problema se questa non fosse cercata e proposta più volte nell'arco della storia.
In conclusione, Berserk è un capolavoro nell'ambito dei manga, ci sarebbero molte altre cose da dire ma mi fermo qua: mi raccomando,gente, leggetevelo!
Ambientazione: è decisamente atipica per un manga, si ispira molto alla mitologia nordica europea, con i suoi elfi, troll e orchi, che comunque, nel fumetto, si discostano molto dalla tipica visione fantasy occidentale, grazie agli innovativi design proposti dall'autore.
Trama: Gatsu è un orfano che, cresciuto da un mercenario, diventa sempre più abile nell'arte della guerra. Crescendo, entra a far parte della squadra dei falchi guidata da Grifis, che farà di Gatsu il suo braccio destro; segue un tragico evento che cambierà la sua vita al punto da portare Gatsu a volere la morte dell'ex compagno Grifis.
Questa parte di storia è narrata nei numeri dal 3 al 13 con un ampio flashback, che, a mio parere, è la parte più bella della storia, che comunque non andrà a peggiorare.
Verso il numero 25 la storia ha un cambiamento diventando meno tetra, specialmente per via dell'introduzione di nuovi personaggi che si uniscono a Gatsu nella sua ricerca alla vendetta, e alla comparsa della magia nella storia.
Disegno: spettacolare e molto curato, il design dei personaggi, e specialmente dei mostri, è fantastico e innovativo.
L'unica pecca può essere la scarsa comicità generale, che raramente porta a una vera e propria risata, ciò non sarebbe un problema se questa non fosse cercata e proposta più volte nell'arco della storia.
In conclusione, Berserk è un capolavoro nell'ambito dei manga, ci sarebbero molte altre cose da dire ma mi fermo qua: mi raccomando,gente, leggetevelo!
Un manga completo e perfetto sotto ogni punto di vista. Questa è la più semplice definizione di Berserk. <b>(ATTENZIONE SPOILER)</b> La storia segue le vicende di Gatsu, il guerriero nero, dapprima insieme alla squadra dei falchi di Grifis e in seguito al tradimento di quest'ultimo e alla famosa eclissi del protagonista, insieme ai suoi nuovi compagni.
Questa grandiosa opera colpisce da subito il lettore con la sua crudezza e le sue tematiche legate al gotico e alla magia nera le quali nascondono però una verità ancor più profonda legata al destino di ciascun uomo e al modo in cui ci può ribellare ad esso. Proprio come fa Gatsu che segue i cinque della Mano di Dio per potersi vendicare di loro una volta per tutte.
Col passare del tempo le tematiche vengono arricchite e vengono introdotti alcune caratteristiche come elementi tipici della fantasia e del folklore fiabesco che ammorbidiscono la trama cruda della vendetta del protagonista rendendo l'opera decisamente più umana senza far mai mancare momenti di pura violenza che sfociano nei combattimenti più feroci e sanguinari che si possano immaginare.
Il disegno è estremamente dettagliato e unico nel suo genere; Kentaro Miura da prova di un immenso talento che va via via perfezionandosi sempre di più fino a dar vita a delle vere e proprie opere d'arte (basti pensare alla raffigurazione di Falconia o ai disegni dell'eclissi).
I personaggi principali sono caratterizzati in maniera eccezionale: di loro vengono messi in risalto i punti di forza e le loro capacità, ma sopratutto le loro debolezze e l' insicurezza rendendoli da un lato degli eroi e dall'altro dei semplici esseri umani.
Persino gli antagonisti, i celebri Apostoli, vengono mostrati come degli esseri indistruttibili e invulnerabili, ma tutto ciò è dovuto unicamente alla loro volontà di fuggire le debolezze che li hanno fatti cadere nell'oblio della disperazione: per alcuni versi i mostri di questo manga sono più umani degli uomini stessi.
E' un manga come detto in precedenza perfetto e con l'unico difetto di uscire una o due volte l'anno rendendo l'attesa insopportabile per tutti i suoi fan.
Questa grandiosa opera colpisce da subito il lettore con la sua crudezza e le sue tematiche legate al gotico e alla magia nera le quali nascondono però una verità ancor più profonda legata al destino di ciascun uomo e al modo in cui ci può ribellare ad esso. Proprio come fa Gatsu che segue i cinque della Mano di Dio per potersi vendicare di loro una volta per tutte.
Col passare del tempo le tematiche vengono arricchite e vengono introdotti alcune caratteristiche come elementi tipici della fantasia e del folklore fiabesco che ammorbidiscono la trama cruda della vendetta del protagonista rendendo l'opera decisamente più umana senza far mai mancare momenti di pura violenza che sfociano nei combattimenti più feroci e sanguinari che si possano immaginare.
Il disegno è estremamente dettagliato e unico nel suo genere; Kentaro Miura da prova di un immenso talento che va via via perfezionandosi sempre di più fino a dar vita a delle vere e proprie opere d'arte (basti pensare alla raffigurazione di Falconia o ai disegni dell'eclissi).
I personaggi principali sono caratterizzati in maniera eccezionale: di loro vengono messi in risalto i punti di forza e le loro capacità, ma sopratutto le loro debolezze e l' insicurezza rendendoli da un lato degli eroi e dall'altro dei semplici esseri umani.
Persino gli antagonisti, i celebri Apostoli, vengono mostrati come degli esseri indistruttibili e invulnerabili, ma tutto ciò è dovuto unicamente alla loro volontà di fuggire le debolezze che li hanno fatti cadere nell'oblio della disperazione: per alcuni versi i mostri di questo manga sono più umani degli uomini stessi.
E' un manga come detto in precedenza perfetto e con l'unico difetto di uscire una o due volte l'anno rendendo l'attesa insopportabile per tutti i suoi fan.
Berserk è un manga che ha uno stile tutto suo, crudo e violento, che, se si fosse concluso qualche volume dopo l'eclissi, ne avrebbe fatto un capolavoro.
Purtroppo il buon Miura ha deciso di protrarre il racconto all'infinito, ingarbugliandosi sempre più con la trama, aggiungendo personaggi fantasy che non c'entrano nulla col vero Berserk (fate, streghe, elementi della natura che sono affini ai personaggi, ci manca solo che compaiano pure i Pokemon e siamo a cavallo).
Tra l'altro il divario che c'è tra Gatsu e i cinque della mano di Dio sembra incolmabile e, seguendo l'andazzo con cui vengono pubblicati, ci vorranno altri 36 capitoli (20 anni) per vedere la fine di questo calvario.
Riassumendo, il vecchio Berserk (la prima parte) è un capolavoro assoluto da 10, mentre la seconda parte è una ciofeca pazzesca che non merita di essere letta (e penso che anche Gatsu se potesse parlare liberamente la penserebbe come me)!
Purtroppo il buon Miura ha deciso di protrarre il racconto all'infinito, ingarbugliandosi sempre più con la trama, aggiungendo personaggi fantasy che non c'entrano nulla col vero Berserk (fate, streghe, elementi della natura che sono affini ai personaggi, ci manca solo che compaiano pure i Pokemon e siamo a cavallo).
Tra l'altro il divario che c'è tra Gatsu e i cinque della mano di Dio sembra incolmabile e, seguendo l'andazzo con cui vengono pubblicati, ci vorranno altri 36 capitoli (20 anni) per vedere la fine di questo calvario.
Riassumendo, il vecchio Berserk (la prima parte) è un capolavoro assoluto da 10, mentre la seconda parte è una ciofeca pazzesca che non merita di essere letta (e penso che anche Gatsu se potesse parlare liberamente la penserebbe come me)!
Se è vero che ognuno ha i suoi gusti, è altrettanto certo che, quando un'opera è fatta bene - non c'è nulla che tenga - universalmente viene riconosciuta come magistrale. E' il caso di Berserk. Il mio primo fumetto, quello che mi ha trasmetto contagiandomi il virus dei fumetti, ha qualcosa di magico e di potente. C'è chi ne detrae la giusta gloria, dicendo che c'è troppa violenza (assolutamente non gratuita, mai scontata e sempre mirata ad insegnare), che la storia è lunga, macchinosa, che l'eroe è un antieroe egoista ed impegnato in battaglie personali. Argomenti flebili. Chi l'ha letto veramente a fondo, chi ha penetrato le intenzioni dell'autore e la vita propria che ha preso il protagonista, beh, non può non fare a meno di amarlo. Mito, leggenda, saghe ancestrali e strategia guerriera, mondi di fate, storie di medioevi paralleli... E poi bestie, amori, poesia... Forse è questo l'ultimo grande poema cavalleresco dell'ultimo millennio. Voto: 11 (ma nel menù a tendina non c'era...).
Questo manga l'ho conosciuto grazie all'anime, in cui viene spiegato veramente poco e solo una piccola parte della storia di Gatsu (ma è anche una delle parti più belle della storia, secondo me). Per mia fortuna, l'anime mi aveva lasciato con una grandissima curiosità e voglia di andare avanti. E' così che mi decisi a comprare questo grandissimo capolavoro di Kentaro Miura. Mi è stato molto difficile da recuperare e l'ho potuto leggere solo grazie ad un mio amico che inizialmente non voleva venderlo, sono poi riuscito a convincerlo e poi ho preso tutti i restanti e mancanti volumi in fumetteria e su online.
Come aperto il primo volume della Collection, ho cominciato a pensare che Berserk, il manga, iniziasse da eventi diversi rispetto all'anime. Però mi sono subito immerso in questo fantastico e crudele mondo partorito dalla geniale mente di Miura, fantastico, spietato e crudele allo stesso tempo, è un manga con moltissime situazioni diverse e sentimenti di amicizia, amore e vendetta che sprizzano da tutti i pori di queste fantastiche e tavole uniche.
Parlando brevemente della trama, per non rovinare la sorpresa a nessuno (anche se Berserk è famosissimo e sono pochi quelli che non lo conoscono proprio), parla di questo Guerriero Nero, alla ricerca della vendetta contro una persona che è stata importante per lui che tutto d'un tratto impazzisce, e così decide di intraprendere un viaggio parecchio rischioso e sanguinoso contro creature parecchio fuori dal comune.
I disegni di Miura a mio avviso sono quello che rende quest'opera qualcosa di veramente favoloso e che hanno un tocco realistico che non guasta, anzi, immerge ancora di più il lettore in questo mondo horror fantastico pieno di mostri, elfi e creature dell'immaginario umano, come nelle favole che ci sono state raccontante da piccoli. I combattimenti e le avventure narrate attraverso i panni di Gatsu e company sono davvero molto avvincenti, piene di sentimenti, battaglie, strategie elaboratissime e ogni tanto qualche spruzzo d'amore e comicità che ben si adattano alla storia perché ben messe nei momenti adatti e opportuni.
I personaggi hanno un design stupendo e sono tutti diversi tra loro anche caratterialmente, cosa che giova ancora di più! Si vivono essenzialmente dei momenti diversi in Berserk, siccome ci viene narrata la storia di Gatsu, dalla sua nascita fino agli ultimi eventi del numero 35 uscito a Settembre ed è divisa in più parti collegate e ben inserite tra loro che portano anche una ventata di "aria fresca" e situazioni drammatiche che il lettore non sempre può aspettarsi!
Gli unici difetti di questa stupenda opera sono essenzialmente due, almeno per me: la periodicità dell'uscita (diventato annuale purtroppo) e a volte Miura disegna gli arti del corpo umano leggermente più grossi del comune, cioè, capita spesso di vedere in alcune vignette, persone che hanno nasi, orecchie e quant'altro enormi, ma io mi ci faccio due risate.
Concludendo, consiglio questo stupendo manga solamente a stomaci forti, perché è davvero un manga violentissimo e pieno di squartamenti come i miglior film horror sanno fare. A parte questa piccolezza, almeno per me, rimane un opera che stramerita di essere letta e custodita con cura e invidia nella propria libreria! Fantastico!!
Come aperto il primo volume della Collection, ho cominciato a pensare che Berserk, il manga, iniziasse da eventi diversi rispetto all'anime. Però mi sono subito immerso in questo fantastico e crudele mondo partorito dalla geniale mente di Miura, fantastico, spietato e crudele allo stesso tempo, è un manga con moltissime situazioni diverse e sentimenti di amicizia, amore e vendetta che sprizzano da tutti i pori di queste fantastiche e tavole uniche.
Parlando brevemente della trama, per non rovinare la sorpresa a nessuno (anche se Berserk è famosissimo e sono pochi quelli che non lo conoscono proprio), parla di questo Guerriero Nero, alla ricerca della vendetta contro una persona che è stata importante per lui che tutto d'un tratto impazzisce, e così decide di intraprendere un viaggio parecchio rischioso e sanguinoso contro creature parecchio fuori dal comune.
I disegni di Miura a mio avviso sono quello che rende quest'opera qualcosa di veramente favoloso e che hanno un tocco realistico che non guasta, anzi, immerge ancora di più il lettore in questo mondo horror fantastico pieno di mostri, elfi e creature dell'immaginario umano, come nelle favole che ci sono state raccontante da piccoli. I combattimenti e le avventure narrate attraverso i panni di Gatsu e company sono davvero molto avvincenti, piene di sentimenti, battaglie, strategie elaboratissime e ogni tanto qualche spruzzo d'amore e comicità che ben si adattano alla storia perché ben messe nei momenti adatti e opportuni.
I personaggi hanno un design stupendo e sono tutti diversi tra loro anche caratterialmente, cosa che giova ancora di più! Si vivono essenzialmente dei momenti diversi in Berserk, siccome ci viene narrata la storia di Gatsu, dalla sua nascita fino agli ultimi eventi del numero 35 uscito a Settembre ed è divisa in più parti collegate e ben inserite tra loro che portano anche una ventata di "aria fresca" e situazioni drammatiche che il lettore non sempre può aspettarsi!
Gli unici difetti di questa stupenda opera sono essenzialmente due, almeno per me: la periodicità dell'uscita (diventato annuale purtroppo) e a volte Miura disegna gli arti del corpo umano leggermente più grossi del comune, cioè, capita spesso di vedere in alcune vignette, persone che hanno nasi, orecchie e quant'altro enormi, ma io mi ci faccio due risate.
Concludendo, consiglio questo stupendo manga solamente a stomaci forti, perché è davvero un manga violentissimo e pieno di squartamenti come i miglior film horror sanno fare. A parte questa piccolezza, almeno per me, rimane un opera che stramerita di essere letta e custodita con cura e invidia nella propria libreria! Fantastico!!
Di Berserk vidi l'anime tanto tempo fa, reputandolo un ottimo prodotto ma purtroppo stroncato da quel finale tagliato. Così recuperai il manga, incuriosito da chissà quali avvenimenti sarebbero accaduti da lì in poi.
Sarò sincero: Berserk non è stato il manga che mi aspettavo. Mi aspettavo una trama molto intrigante e degli ottimi contenuti, tutto qui. Invece ora, alla luce dei 70 minivolumi letti, posso affermare che ha una trama "solo" buona ma dei contenuti fuori dal comune, sia per originalità che soprattutto per profondità.
Anche qui, come con Bleach, sono la pecora nera, dunque vorrei innanzitutto sfatare il falso mito che Berserk dopo l'eclisse se ne sia calato.
Allora, non è che Berserk cala dopo l'eclisse, il fatto è che il vero Berserk È dall'eclisse in poi! Da lì comincia la storia, infatti tecnicamente i volumi che vanno dal 3 al 13 (la parte ritenuta migliore da tutti, ma non da me) sono un semplice flashback, ed è proprio per questo motivo che è la parte più idolatrata, ora spiego il perché.
In una storia, quando non si conoscono le origini di un personaggio, si ha sempre questa morbosa curiosità di conoscere il suo passato, di sapere come ha fatto ad arrivare a quel punto o in determinate circostanze, di conoscere i suoi sviluppi sia fisici che psichici. È la natura, un fatto strettamente psicologico dell'essere umano.
È per questo che i flashback piacciono così tanto, ma mentre in altre opere come Kenshin o Naruto i flashback dei personaggi sono tormentati, pieni di dolore e dai significati profondi, e quindi sono effettivamente la parte migliore dell'opera, in Berserk la situazione è diversa, perché ad essere tormentato e profondo è il presente, ma non il passato che invece era piuttosto "normale" (entro i limiti di questo manga s'intende).
Quindi, è vero che coinvolge tutto il flashback di Gatsu, ma non gode di quella profondità concettuale che subentra solo dagli ultimi 2-3 numeri del flashback in poi.
Per quanto mi riguarda non bastano delle buone strategie di guerra, una storia realistica, un retroscena di come funzionavano le cose a palazzo in quei tempi, per fare di un manga un capolavoro. Ma ci vogliono anche dei forti contenuti, che scuotono le fondamenta dei tuoi pensieri e del tuo modo di vivere. Ovvero quello che accadrà in seguito.
Però neanche il seguito lo considero un capolavoro inarrivabile, così come non ne faccio un capolavoro dopo, dove il livello dei volumi purtroppo non è sempre lo stesso, cioè alcuni sono esclusivamente di passaggio o sottotono, in altri ci sono degli agglomerati di troll o mostri marini che non fanno altro che annoiare il lettore.
Però in generale, togliendo questi volumi sottotono, c'è un'impalcatura dell'intera storia di estrema profondità e complessità; vedi il legame che unisce Gatsu e Grifis, vedi le parole del Cavaliere del teschio o lo scopo degli apostoli, o anche la semplice caratterizzazione dei personaggi. E non solo, Berserk è l'unico fumetto che abbia letto dove a dar profondità alla storia sono anche le immagini. Sì, perché sono spesso talmente ispirate da rappresentare veri e propri simboli o metafore di vari aspetti della realtà, come del dolore, della sottomissione, della disperazione; nessuno riesce meglio di Berserk a rendere al meglio questi aspetti.
Berserk è senza dubbio il manga più profondo che abbia mai letto, è l'unico che mi fa riflettere su cosa sia il bene e cosa il male, cosa il giusto e cosa lo sbagliato, sulle origini del mondo, sull'influenza o no della nostra coscienza su quanto ci circonda e su quello che facciamo, su cosa sia il vero amore o la vera amicizia. Berserk mette in crisi pensieri e ideali costruiti e fortificati in diversi anni da più fonti, mentre Miura con un "semplice" fumetto riesce a fare tutto questo.
Sì, Miura è un genio, leggendo Berserk ho sempre l'impressione che quest'uomo abbia capito tutto sulle origini dell'universo o della psicologia dell'uomo.
Tornando alla storia e alla bontà delle saghe, poi molti criticano ancor di più la penultima saga dove si fa la conoscenza di Shilke. Si dice che qui Berserk perda il suo smalto e rovini la sua identità. Tutt'altro, invece Miura con questa nuova saga (e anche con l'ultima appena iniziata, Falconia) non fa altro che dare nuova linfa vitale all'ambientazione di Berserk e alla caratterizzazione fisica/metafisica di questo mondo, mostrandone gli aspetti più profondi, le dinamiche che ci sono alla base per farlo "funzionare" e altro ancora.
Credo che mai in una recensione sia stato tanto importante parlare dei disegni quanto qui.
A parte l'aspetto metaforico di cui ho parlato prima, i disegni di Kentaro Miura sono inizialmente eccellenti, ma poi divini quando si evolve il suo stile di disegno. Sia i personaggi che i fondali sono realizzati con cura maniacale, Miura a volte mi fa quasi pena guardando i dettagli di certe tavole, pensando a tutto il tempo che ha potuto impiegarci sopra. Le scene di guerra, piene di soldati a cavallo con armature più dettagliate che nella realtà (non scherzo!), oppure le immense reggie nobiliari, da far quasi invidia a vere e proprie foto trovate nei libri di Arte del liceo! Davvero, molte tavole ti fanno rimanere senza parole, spesso e volentieri rimango lì una trentina di secondi a contemplare solo il disegno.
Miura è senza dubbio il disegnatore più bravo al mondo, almeno da quanto ho visto io.
Consigliato a tutti, soprattutto a chi ama il dark fantasy, ma direi solo dai 17 anni in poi, sia per i contenuti troppo forti (un capitolo che parlava di Dio in senso stretto è stato addirittura censurato) che per le scene di troppa violenza o di sesso quasi esplicito.
Monumentale.
Sarò sincero: Berserk non è stato il manga che mi aspettavo. Mi aspettavo una trama molto intrigante e degli ottimi contenuti, tutto qui. Invece ora, alla luce dei 70 minivolumi letti, posso affermare che ha una trama "solo" buona ma dei contenuti fuori dal comune, sia per originalità che soprattutto per profondità.
Anche qui, come con Bleach, sono la pecora nera, dunque vorrei innanzitutto sfatare il falso mito che Berserk dopo l'eclisse se ne sia calato.
Allora, non è che Berserk cala dopo l'eclisse, il fatto è che il vero Berserk È dall'eclisse in poi! Da lì comincia la storia, infatti tecnicamente i volumi che vanno dal 3 al 13 (la parte ritenuta migliore da tutti, ma non da me) sono un semplice flashback, ed è proprio per questo motivo che è la parte più idolatrata, ora spiego il perché.
In una storia, quando non si conoscono le origini di un personaggio, si ha sempre questa morbosa curiosità di conoscere il suo passato, di sapere come ha fatto ad arrivare a quel punto o in determinate circostanze, di conoscere i suoi sviluppi sia fisici che psichici. È la natura, un fatto strettamente psicologico dell'essere umano.
È per questo che i flashback piacciono così tanto, ma mentre in altre opere come Kenshin o Naruto i flashback dei personaggi sono tormentati, pieni di dolore e dai significati profondi, e quindi sono effettivamente la parte migliore dell'opera, in Berserk la situazione è diversa, perché ad essere tormentato e profondo è il presente, ma non il passato che invece era piuttosto "normale" (entro i limiti di questo manga s'intende).
Quindi, è vero che coinvolge tutto il flashback di Gatsu, ma non gode di quella profondità concettuale che subentra solo dagli ultimi 2-3 numeri del flashback in poi.
Per quanto mi riguarda non bastano delle buone strategie di guerra, una storia realistica, un retroscena di come funzionavano le cose a palazzo in quei tempi, per fare di un manga un capolavoro. Ma ci vogliono anche dei forti contenuti, che scuotono le fondamenta dei tuoi pensieri e del tuo modo di vivere. Ovvero quello che accadrà in seguito.
Però neanche il seguito lo considero un capolavoro inarrivabile, così come non ne faccio un capolavoro dopo, dove il livello dei volumi purtroppo non è sempre lo stesso, cioè alcuni sono esclusivamente di passaggio o sottotono, in altri ci sono degli agglomerati di troll o mostri marini che non fanno altro che annoiare il lettore.
Però in generale, togliendo questi volumi sottotono, c'è un'impalcatura dell'intera storia di estrema profondità e complessità; vedi il legame che unisce Gatsu e Grifis, vedi le parole del Cavaliere del teschio o lo scopo degli apostoli, o anche la semplice caratterizzazione dei personaggi. E non solo, Berserk è l'unico fumetto che abbia letto dove a dar profondità alla storia sono anche le immagini. Sì, perché sono spesso talmente ispirate da rappresentare veri e propri simboli o metafore di vari aspetti della realtà, come del dolore, della sottomissione, della disperazione; nessuno riesce meglio di Berserk a rendere al meglio questi aspetti.
Berserk è senza dubbio il manga più profondo che abbia mai letto, è l'unico che mi fa riflettere su cosa sia il bene e cosa il male, cosa il giusto e cosa lo sbagliato, sulle origini del mondo, sull'influenza o no della nostra coscienza su quanto ci circonda e su quello che facciamo, su cosa sia il vero amore o la vera amicizia. Berserk mette in crisi pensieri e ideali costruiti e fortificati in diversi anni da più fonti, mentre Miura con un "semplice" fumetto riesce a fare tutto questo.
Sì, Miura è un genio, leggendo Berserk ho sempre l'impressione che quest'uomo abbia capito tutto sulle origini dell'universo o della psicologia dell'uomo.
Tornando alla storia e alla bontà delle saghe, poi molti criticano ancor di più la penultima saga dove si fa la conoscenza di Shilke. Si dice che qui Berserk perda il suo smalto e rovini la sua identità. Tutt'altro, invece Miura con questa nuova saga (e anche con l'ultima appena iniziata, Falconia) non fa altro che dare nuova linfa vitale all'ambientazione di Berserk e alla caratterizzazione fisica/metafisica di questo mondo, mostrandone gli aspetti più profondi, le dinamiche che ci sono alla base per farlo "funzionare" e altro ancora.
Credo che mai in una recensione sia stato tanto importante parlare dei disegni quanto qui.
A parte l'aspetto metaforico di cui ho parlato prima, i disegni di Kentaro Miura sono inizialmente eccellenti, ma poi divini quando si evolve il suo stile di disegno. Sia i personaggi che i fondali sono realizzati con cura maniacale, Miura a volte mi fa quasi pena guardando i dettagli di certe tavole, pensando a tutto il tempo che ha potuto impiegarci sopra. Le scene di guerra, piene di soldati a cavallo con armature più dettagliate che nella realtà (non scherzo!), oppure le immense reggie nobiliari, da far quasi invidia a vere e proprie foto trovate nei libri di Arte del liceo! Davvero, molte tavole ti fanno rimanere senza parole, spesso e volentieri rimango lì una trentina di secondi a contemplare solo il disegno.
Miura è senza dubbio il disegnatore più bravo al mondo, almeno da quanto ho visto io.
Consigliato a tutti, soprattutto a chi ama il dark fantasy, ma direi solo dai 17 anni in poi, sia per i contenuti troppo forti (un capitolo che parlava di Dio in senso stretto è stato addirittura censurato) che per le scene di troppa violenza o di sesso quasi esplicito.
Monumentale.
Storia: voto 9
La storia si focalizza su Gatsu, il protagonista. Le vicende sono contorte, il manga inizia con il protagonista in un'era, poi in tutto d'un tratto siamo nel passato. Ci sono flashback improvvisi, che da un lato colpiscono perché trasmettono uno stile differente di narrazione, ma dall'altro lato possono spiazzare. Le vicende sono complicate, sicuramente l'attenzione non è mai troppa per leggere un manga simile. Comunque, in tutta la storia si percepisce la presenza di tematiche religiose, come Dio e l'inferno.
Illustrazione: voto 9
I disegni di Miura sono davvero eccezionali a mio parere. Lo stile è realistico, ma allo stesso tempo inserisce elementi fantastici; assolutamente adeguato al tipo di storia. Il disegno è inoltre più curato rispetto alla maggior parte dei manga che conosco, anziché nella definizione dei soli contorni dei personaggi, Miura usa abbondantemente - quasi eccessivamente - la china, e ciò rende il suo stile grafico magnifico. L'eccessiva violenza non turba il lettore, anzi viene voglia di vedere altre scene di combattimento. A dire il vero inizialmente certe vicende venivano illustrate con uno stile pessimo, ma in poco tempo, lo stile è maturato ed è arrivato all'apice.
Edizione Italiana
L'edizione della Planet Manga, nota casa editrice, mi lascia molto perplesso. Primo lato negativo è la pubblicazione di volumi sottili, cioè volumetti di 100 pagine, quindi metà volume dell'edizione originale, e di conseguenza le copertine saranno delle semplici immagini tratte del volume, ma colorate. Il 2° lato negativo è che il manga ha una lettura da sinistra a destra, quindi le pagine sono ribaltate rispetto all'edizione originale giapponese. Noto che il manga in Italia, specialmente la 1° edizione, ha subito delle lievi censure. In seguito sono state pubblicate altre 2 edizioni totalmente differenti fra loro.
Commento Finale
Il manga lo consiglio vivamente a tutti gli amanti di un genere particolare. Si spera solo in un finale non deludente, ma spettacolare, o che almeno colpisca il lettore.
La storia si focalizza su Gatsu, il protagonista. Le vicende sono contorte, il manga inizia con il protagonista in un'era, poi in tutto d'un tratto siamo nel passato. Ci sono flashback improvvisi, che da un lato colpiscono perché trasmettono uno stile differente di narrazione, ma dall'altro lato possono spiazzare. Le vicende sono complicate, sicuramente l'attenzione non è mai troppa per leggere un manga simile. Comunque, in tutta la storia si percepisce la presenza di tematiche religiose, come Dio e l'inferno.
Illustrazione: voto 9
I disegni di Miura sono davvero eccezionali a mio parere. Lo stile è realistico, ma allo stesso tempo inserisce elementi fantastici; assolutamente adeguato al tipo di storia. Il disegno è inoltre più curato rispetto alla maggior parte dei manga che conosco, anziché nella definizione dei soli contorni dei personaggi, Miura usa abbondantemente - quasi eccessivamente - la china, e ciò rende il suo stile grafico magnifico. L'eccessiva violenza non turba il lettore, anzi viene voglia di vedere altre scene di combattimento. A dire il vero inizialmente certe vicende venivano illustrate con uno stile pessimo, ma in poco tempo, lo stile è maturato ed è arrivato all'apice.
Edizione Italiana
L'edizione della Planet Manga, nota casa editrice, mi lascia molto perplesso. Primo lato negativo è la pubblicazione di volumi sottili, cioè volumetti di 100 pagine, quindi metà volume dell'edizione originale, e di conseguenza le copertine saranno delle semplici immagini tratte del volume, ma colorate. Il 2° lato negativo è che il manga ha una lettura da sinistra a destra, quindi le pagine sono ribaltate rispetto all'edizione originale giapponese. Noto che il manga in Italia, specialmente la 1° edizione, ha subito delle lievi censure. In seguito sono state pubblicate altre 2 edizioni totalmente differenti fra loro.
Commento Finale
Il manga lo consiglio vivamente a tutti gli amanti di un genere particolare. Si spera solo in un finale non deludente, ma spettacolare, o che almeno colpisca il lettore.
Un grande esponente dell'universo dei Manga.
Berserk non è solo una storia horror/fantasy dove prevale la violenza e l'orrore, ma è una strada che porta a riflessioni filosofiche molto profonde che riguardano principalmente l'amicizia, l'ambizione degli uomini, la crescita del singolo individuo.
L'opera di Miura presenta molte citazioni tratte dalla Bibbia e dalla mitologia nordica, chi è appassionato di mitologia e di tradizioni legate alle divinità non potrà fare a meno che emozionarsi nel leggere Berserk.
I disegni sono molto puliti e le ambientazioni "maturano" proprio come il protagonista, infatti, andando avanti nella storia, ciò che colpisce è la maturazione del protagonista e il suo rapporto con gli amici/nemici che conoscerà con il tempo.
Una storia matura, adatta a chi cerca un Manga dove la violenza e gli scontri sono importanti tanto quanto la componente filosofica.
Berserk non è solo una storia horror/fantasy dove prevale la violenza e l'orrore, ma è una strada che porta a riflessioni filosofiche molto profonde che riguardano principalmente l'amicizia, l'ambizione degli uomini, la crescita del singolo individuo.
L'opera di Miura presenta molte citazioni tratte dalla Bibbia e dalla mitologia nordica, chi è appassionato di mitologia e di tradizioni legate alle divinità non potrà fare a meno che emozionarsi nel leggere Berserk.
I disegni sono molto puliti e le ambientazioni "maturano" proprio come il protagonista, infatti, andando avanti nella storia, ciò che colpisce è la maturazione del protagonista e il suo rapporto con gli amici/nemici che conoscerà con il tempo.
Una storia matura, adatta a chi cerca un Manga dove la violenza e gli scontri sono importanti tanto quanto la componente filosofica.
Sono pochi i manga in grado di rappresentare un vere proprio fenomeno di culto tra i fan: bene, Berserk è tra questi. Autore di vendite esorbitanti e venerato dalla critica, l'opera di Miura è sicuramente una delle più importanti mai realizzate, nonostante l'incredibile lentezza dell'autore a far progredire la serie.
Ma passiamo alla recensione vera e propria partendo dalla trama: Gatsu è uno spadaccino che porta con sé una spada di dimensioni disumane (come la definisce lo stesso manga: era troppo grande, troppo spessa per essere considerata una spada, era un enorme blocco di ferro) e che vaga alla ricerca di un uomo di nome Grifis, uno dei Cinque della mano di Dio. Sebbene possa sembrare la tipica storia di vendetta a sfondo medioevale, non ci si può sbagliare di più a giudicarla tale.
Berserk è una di quelle opere che scende in profondità nei rapporti tra gli uomini, partendo da un flashback che vede ancora un Gatsu bambino, Miura ci mostra la sua crescita, che in un mondo crudele e violento come quello di Berserk, non può che essere inevitabilmente legata alla guerra, eppure nonostante ciò Miura ci mostra come anche in un mondo del genere sia possibile trovare un briciolo di felicità, ci insegna che non è impossibile trovare un Grifis a cui legarsi e una Caska di cui innamorarsi, ci mostra come nonostante le avversità il futuro se lo si vuole davvero, arriva.
Ma qui Miura dà una mazzata vera e propria al lettore: a una passo dal traguardo, tutto svanisce per un semplice desiderio, giusto o sbagliato sta a voi giudicare, Gatsu perde tutto, tutto ciò in cui ha sempre creduto viene spazzato via dal suo amico più legato, ed è qui che nasce il Gatsu che rappresenta in se stesso l'intero mondo di Berserk: spietato, noncurante delle vite altrui, disposto anche a uccidere degli innocenti se questo gli permetterà di arrivare al suo obbiettivo. Così impugna il suo gigantesco Ammazzadraghi e continua a fare ciò che gli è sempre stato insegnato a fare: combattere per sopravvivere.
Ma anche qui Miura da una possibilità al guerriero nero: anche in una solitudine assoluta e con il mondo intero contro, ci sarà qualcuno che appoggerà Gatsu, che proverà a cambiarlo, che tenterà di farlo tornare quell'uomo che una volta era, se ci riusciranno, ancora non si sa, la saga non è ancora compiuta, ma da Miura mi aspetto molto.
Tutto il susseguirsi di avvenimenti che si svilupperà è narrato magnificamente fino a metà serie, mentre avrà purtroppo un brusco calo qualitativo nella parte successiva alla scoperta dell'armatura del Berserker.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ogni interprete della storia è un piccolo gioiello: si va dal praticamente umano Gatsu alla squadra dei falchi, ai profondissimi Caska e Grifis; quest'ultimo è probabilmente il personaggio più enigmatico dell'intera storia, fedele solo al suo obbiettivo e disposto a tutto pur di raggiungerlo, anch'egli come Gatsu, anzi, forse anche più di Gatsu ha visto il suo sogno infrangersi davanti ai suoi occhi, e nonostante tutti abbiano cercato di aiutarlo, il mondo che lui stesso stava riuscendo a plasmare gli è crollato addosso, gli è stato negato il trono, la sua donna, è stato sconfitto da Gatsu e abbandonato da Caska, tutto ciò che gli rimane da fare è aggrapparsi a quell'ultimo brandello di speranza che il destino gli ha concesso, ma pagherà per ciò un prezzo inimmaginabile, tutto ciò per il suo sogno, perché nonostante possa sembrare invincibile, quasi divino, Miura ci ircorda, che anche il migliore di noi può fallire. Grifis, però, farà tutto ciò che è in suo potere per rialzarsi, proprio come Gatsu: anche se di schieramenti opposti, le loro storie sono praticamente identiche, nonostante la grazia di uno e la furia dell'altro.
Dal punto di vista del disegno, Berserk non ha rivali: inquadrature magnifiche, personaggi perfetti e ambientazioni eccezionali, il tutto con un tratto sfumato e ben oltre il semplice concetto di disegno dei manga in generale.
Come avrete intuito, Berserk è a mio parere un capolavoro del manga in tutti i campi, non è perfetto, soprattutto per colpa dell'incomprensibile diluizione dei fatti negli ultimi numeri e per il brusco cambio di ambientazione che ha avuto, ma ciò non cambia la sostanza: se non avete mai letto Berserk insomma, vergognatevi, e rimediate assolutamente, caricatevi sulla schiena la vostra intera esistenza, grande o piccola che sia, estraetela e impugnatela, lanciate la vostra dichiarazione di guerra al mondo, e preparatevi ad affiancare Gatsu in un qualcosa che definire manga, risulterebbe riduttivo.
PAGELLA FINALE
DISEGNO: 10
TRAMA: 9.5
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 9.5
CARISMA/EPICITA': 9.5
GLOBALE: 9.75
Ma passiamo alla recensione vera e propria partendo dalla trama: Gatsu è uno spadaccino che porta con sé una spada di dimensioni disumane (come la definisce lo stesso manga: era troppo grande, troppo spessa per essere considerata una spada, era un enorme blocco di ferro) e che vaga alla ricerca di un uomo di nome Grifis, uno dei Cinque della mano di Dio. Sebbene possa sembrare la tipica storia di vendetta a sfondo medioevale, non ci si può sbagliare di più a giudicarla tale.
Berserk è una di quelle opere che scende in profondità nei rapporti tra gli uomini, partendo da un flashback che vede ancora un Gatsu bambino, Miura ci mostra la sua crescita, che in un mondo crudele e violento come quello di Berserk, non può che essere inevitabilmente legata alla guerra, eppure nonostante ciò Miura ci mostra come anche in un mondo del genere sia possibile trovare un briciolo di felicità, ci insegna che non è impossibile trovare un Grifis a cui legarsi e una Caska di cui innamorarsi, ci mostra come nonostante le avversità il futuro se lo si vuole davvero, arriva.
Ma qui Miura dà una mazzata vera e propria al lettore: a una passo dal traguardo, tutto svanisce per un semplice desiderio, giusto o sbagliato sta a voi giudicare, Gatsu perde tutto, tutto ciò in cui ha sempre creduto viene spazzato via dal suo amico più legato, ed è qui che nasce il Gatsu che rappresenta in se stesso l'intero mondo di Berserk: spietato, noncurante delle vite altrui, disposto anche a uccidere degli innocenti se questo gli permetterà di arrivare al suo obbiettivo. Così impugna il suo gigantesco Ammazzadraghi e continua a fare ciò che gli è sempre stato insegnato a fare: combattere per sopravvivere.
Ma anche qui Miura da una possibilità al guerriero nero: anche in una solitudine assoluta e con il mondo intero contro, ci sarà qualcuno che appoggerà Gatsu, che proverà a cambiarlo, che tenterà di farlo tornare quell'uomo che una volta era, se ci riusciranno, ancora non si sa, la saga non è ancora compiuta, ma da Miura mi aspetto molto.
Tutto il susseguirsi di avvenimenti che si svilupperà è narrato magnificamente fino a metà serie, mentre avrà purtroppo un brusco calo qualitativo nella parte successiva alla scoperta dell'armatura del Berserker.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ogni interprete della storia è un piccolo gioiello: si va dal praticamente umano Gatsu alla squadra dei falchi, ai profondissimi Caska e Grifis; quest'ultimo è probabilmente il personaggio più enigmatico dell'intera storia, fedele solo al suo obbiettivo e disposto a tutto pur di raggiungerlo, anch'egli come Gatsu, anzi, forse anche più di Gatsu ha visto il suo sogno infrangersi davanti ai suoi occhi, e nonostante tutti abbiano cercato di aiutarlo, il mondo che lui stesso stava riuscendo a plasmare gli è crollato addosso, gli è stato negato il trono, la sua donna, è stato sconfitto da Gatsu e abbandonato da Caska, tutto ciò che gli rimane da fare è aggrapparsi a quell'ultimo brandello di speranza che il destino gli ha concesso, ma pagherà per ciò un prezzo inimmaginabile, tutto ciò per il suo sogno, perché nonostante possa sembrare invincibile, quasi divino, Miura ci ircorda, che anche il migliore di noi può fallire. Grifis, però, farà tutto ciò che è in suo potere per rialzarsi, proprio come Gatsu: anche se di schieramenti opposti, le loro storie sono praticamente identiche, nonostante la grazia di uno e la furia dell'altro.
Dal punto di vista del disegno, Berserk non ha rivali: inquadrature magnifiche, personaggi perfetti e ambientazioni eccezionali, il tutto con un tratto sfumato e ben oltre il semplice concetto di disegno dei manga in generale.
Come avrete intuito, Berserk è a mio parere un capolavoro del manga in tutti i campi, non è perfetto, soprattutto per colpa dell'incomprensibile diluizione dei fatti negli ultimi numeri e per il brusco cambio di ambientazione che ha avuto, ma ciò non cambia la sostanza: se non avete mai letto Berserk insomma, vergognatevi, e rimediate assolutamente, caricatevi sulla schiena la vostra intera esistenza, grande o piccola che sia, estraetela e impugnatela, lanciate la vostra dichiarazione di guerra al mondo, e preparatevi ad affiancare Gatsu in un qualcosa che definire manga, risulterebbe riduttivo.
PAGELLA FINALE
DISEGNO: 10
TRAMA: 9.5
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 9.5
CARISMA/EPICITA': 9.5
GLOBALE: 9.75
Appena iscritto a questo sito, e non c'è nessun manga come Berserk che meriti la mia prima recensione.
Berserk è il manga che mi ha fatto innamorare del Sol Levante, anche se per la complessità della trama non era adatto alla mia età di allora me ne sono subito innamorato.
Il capolavoro per definizione?
Parliamo prima della trama: perfetto intreccio tra flashback e presente. Vediamo il nostro personaggio cambiare, progredire e diventare più umano, per quanto si possa dopo aver passato quello che ha passato. Trama complicata, non ancora del tutto scoperta a mio parere, un manga da leggere, non da sfogliare. Coinvolgente e intrigante. Per apprezzarlo dovete avere tempo per assaporare ogni tavola.
E se la trama è spettacolare, che dire dei disegni? Forse i migliori da me visti in assoluto, non si può leggere Berserk senza restare a bocca aperta guardando l'80% delle tavole. Tavole magari non importanti per il capitolo, ma disegnate con una cura e precisione maniacale, ogni particolare è al suo posto, ogni volto di un personaggio di cui non si sa nemmeno il nome è curato nei minimi dettagli, non parliamo poi delle tavole degli eserciti dove Kentaro disegna alla perfezione le armature dei fanti e la cavalleria, uno a uno.
Berserk oltre a tutto ciò manda un messaggi molto profondi che scoprirete nel leggerlo, e alcuni messaggi e perle di saggezza davvero profondi. Citandone 2: "L'uomo è meschino: Invidia chi ha di più e disprezza chi ha di meno"; "Il destino ci da le carte, tocca a noi saperle giocare".
Ragazzi qui si trascende la definizione di manga. Leggetelo assolutamente. Unica pecca, davvero dolorosa è la lentezza dell'autore nel realizzare le tavole - sia per malattia che per pigrizia secondo me - cosa che costringe i lettori a lunghe attese. Comunque vale assolutamente la pena di aspettare!
Berserk è il manga che mi ha fatto innamorare del Sol Levante, anche se per la complessità della trama non era adatto alla mia età di allora me ne sono subito innamorato.
Il capolavoro per definizione?
Parliamo prima della trama: perfetto intreccio tra flashback e presente. Vediamo il nostro personaggio cambiare, progredire e diventare più umano, per quanto si possa dopo aver passato quello che ha passato. Trama complicata, non ancora del tutto scoperta a mio parere, un manga da leggere, non da sfogliare. Coinvolgente e intrigante. Per apprezzarlo dovete avere tempo per assaporare ogni tavola.
E se la trama è spettacolare, che dire dei disegni? Forse i migliori da me visti in assoluto, non si può leggere Berserk senza restare a bocca aperta guardando l'80% delle tavole. Tavole magari non importanti per il capitolo, ma disegnate con una cura e precisione maniacale, ogni particolare è al suo posto, ogni volto di un personaggio di cui non si sa nemmeno il nome è curato nei minimi dettagli, non parliamo poi delle tavole degli eserciti dove Kentaro disegna alla perfezione le armature dei fanti e la cavalleria, uno a uno.
Berserk oltre a tutto ciò manda un messaggi molto profondi che scoprirete nel leggerlo, e alcuni messaggi e perle di saggezza davvero profondi. Citandone 2: "L'uomo è meschino: Invidia chi ha di più e disprezza chi ha di meno"; "Il destino ci da le carte, tocca a noi saperle giocare".
Ragazzi qui si trascende la definizione di manga. Leggetelo assolutamente. Unica pecca, davvero dolorosa è la lentezza dell'autore nel realizzare le tavole - sia per malattia che per pigrizia secondo me - cosa che costringe i lettori a lunghe attese. Comunque vale assolutamente la pena di aspettare!
Berserk è il primo manga che ho letto e iniziato a collezionare e per questo ci sono parecchio affezionato.
La storia si svolge in ipotetico medioevo con demoni e atmosfere gotiche, per passare momenti più fantasy. Il protagonista e Gatsu, un berserk, che combatte dei demoni, gli 'apostoli', comandati dalla 'Mano di dio' tra cui fa parte Grifis, il suo principale antagonista.
Le tinte scure del fumetto le troviamo innanzitutto nel protagonista, lontano dal classico eroe senza macchia. Gatsu per raggiungere i suoi obiettivi spesso non si cura della gente che rimane coinvolta nelle stragi ('se mi fermassi per ogni formica, non potrei nemmeno camminare'), anche se questo suo rapporto con la gente migliora durante la serie, divenendo più 'umano'. La natura del berserk viene fuori nelle sue battaglie, in cui si scaglia solitario contro orde di nemici o contro l'apostolo di turno incurante della presenza o meno di suoi compagni.
La prima cosa che viene all'occhio durante i combattimenti è innanzitutto la violenza e la crudezza. Uomini e mostri letteralmente fatti a pezzi e situazioni forti come stupri compiuti da umani e non.
Per quanto riguarda il disegno, non ci si può lamentare. Essendo l'opera iniziata vent'anni fa, si nota una notevole evoluzione stilistica dell'autore. Negli ultimi volumi alcune tavole sono eccezionali, quasi dei quadri, personalmente faccio fatica a trovare disegni così belli.
Finora tutto bellissimo e tutto perfetto (amo la violenza e la crudezza, magari non tutti la penseranno come me). Il problema principale risiede nel coinvolgimento e nello stile non proprio uniforme (usando un eufemismo) lungo tutta la storia. Partendo dal flashback sulla squadra dei falchi, veramente splendido (personaggi azzeccatissimi, forte coinvolgimento emotivo, intrighi politici, apostoli come Zodd e Wiald), dopo la rinascita di Grifis il manga cambia, spegnendosi lentamente con alcuni acuti (la caccia agli eretici di Albione) e molta noia (la caccia ai troll e i mostri Kushan di Vritanis). Vengono a mancare le battaglie della prima parte, in cui era presente anche l'aspetto tattico, sostituite con dei massacri di orde di mostri tutti uguali e senza quell'appeal della prima parte, in cui tutto aveva la giusta misura. Vengono a mancare le atmosfere cupe della prima parte, virando più su elementi fantasy, tradendo a mio parere gran parte dei lettori.
Il voto che do è un 7, considerando la prima parte (primi 15 volumi) da 10 e la seconda da 6. La media farebbe 8 ma la storia sta venendo eccessivamente diluita e non si vede una fine degna all'orizzonte (meno 1 voto). Un vero peccato, se uno leggesse solo i primi volumi potrebbe solo dire: "questo è un capolavoro".
La storia si svolge in ipotetico medioevo con demoni e atmosfere gotiche, per passare momenti più fantasy. Il protagonista e Gatsu, un berserk, che combatte dei demoni, gli 'apostoli', comandati dalla 'Mano di dio' tra cui fa parte Grifis, il suo principale antagonista.
Le tinte scure del fumetto le troviamo innanzitutto nel protagonista, lontano dal classico eroe senza macchia. Gatsu per raggiungere i suoi obiettivi spesso non si cura della gente che rimane coinvolta nelle stragi ('se mi fermassi per ogni formica, non potrei nemmeno camminare'), anche se questo suo rapporto con la gente migliora durante la serie, divenendo più 'umano'. La natura del berserk viene fuori nelle sue battaglie, in cui si scaglia solitario contro orde di nemici o contro l'apostolo di turno incurante della presenza o meno di suoi compagni.
La prima cosa che viene all'occhio durante i combattimenti è innanzitutto la violenza e la crudezza. Uomini e mostri letteralmente fatti a pezzi e situazioni forti come stupri compiuti da umani e non.
Per quanto riguarda il disegno, non ci si può lamentare. Essendo l'opera iniziata vent'anni fa, si nota una notevole evoluzione stilistica dell'autore. Negli ultimi volumi alcune tavole sono eccezionali, quasi dei quadri, personalmente faccio fatica a trovare disegni così belli.
Finora tutto bellissimo e tutto perfetto (amo la violenza e la crudezza, magari non tutti la penseranno come me). Il problema principale risiede nel coinvolgimento e nello stile non proprio uniforme (usando un eufemismo) lungo tutta la storia. Partendo dal flashback sulla squadra dei falchi, veramente splendido (personaggi azzeccatissimi, forte coinvolgimento emotivo, intrighi politici, apostoli come Zodd e Wiald), dopo la rinascita di Grifis il manga cambia, spegnendosi lentamente con alcuni acuti (la caccia agli eretici di Albione) e molta noia (la caccia ai troll e i mostri Kushan di Vritanis). Vengono a mancare le battaglie della prima parte, in cui era presente anche l'aspetto tattico, sostituite con dei massacri di orde di mostri tutti uguali e senza quell'appeal della prima parte, in cui tutto aveva la giusta misura. Vengono a mancare le atmosfere cupe della prima parte, virando più su elementi fantasy, tradendo a mio parere gran parte dei lettori.
Il voto che do è un 7, considerando la prima parte (primi 15 volumi) da 10 e la seconda da 6. La media farebbe 8 ma la storia sta venendo eccessivamente diluita e non si vede una fine degna all'orizzonte (meno 1 voto). Un vero peccato, se uno leggesse solo i primi volumi potrebbe solo dire: "questo è un capolavoro".
"Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci da forza e ci tormenta. Ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore, fino alla morte." - Grifith/Grifis
Berserk è un manga ideato da Kentaro Miura, pubblicato su Hakusesha attualmente conta ben 36 volumi. Da tale opera è stata tratta una serie anime (di 25 episodi). Il manga in Italia è edito dalla Panini Comics (Planet Manga), e conta diverse edizioni: edizione sottiletta, Edizione Collection, Edizione Collection - Serie Nera e il formato Maximum.
La trama vede il nostro protagonista Gatsu, un neonato nato da una donna morta. Viene allevato da un condottiero di ventura, Gambino. Da Gambino viene iniziato alle arti militari. Ben presto il giovane e forte Gatsu riesce a diventare un abile condottiero; il suo destino cambierà radicalmente con l'incontro con Grifith/Grifis e la Squadra dei Falchi. Ma sopratutto gli ideali dello stesso Grifis, lo porteranno inesorabilmente in un mondo oscuro e terribile, dove mostri e vari abomini vivono incontrastati. In quest'ambientazione il nostro Gatsu verrà chiamato "Guerriero Nero". Seguitelo nel suo incubo.
Quest'opera è semplicemente un capolavoro, un vero e proprio pilastro nel mondo dei manga, opera ben curata sotto ogni punto di vista. La cosa che mi ha colpito fin dal primo volume è la brutalità del protagonista stesso Gatsu, tutto tranne che un eroe buono, anzi. La storia è veramente impeccabile, avvincente, unica. Kentaro Miura lentamente con il suo tratto riesce a dar segno di essere un mangaka veramente completo. L'unica pecca dell'opera è la lentezza dello stesso Miura nell'avanzare con l'opera, che ormai è da una ventina d'anni che ci tiene incollati all'opera. Questa è l'unica pecca di quest'opera, del resto come ho già detto prima è intoccabile. Personaggi ben curati sotto ogni aspetto, da quello fisico a quello psicologico, come non amare Gatsu e Grifith? Lo consiglio vivamente a tutti, ne vale veramente la pena.
Berserk è un manga ideato da Kentaro Miura, pubblicato su Hakusesha attualmente conta ben 36 volumi. Da tale opera è stata tratta una serie anime (di 25 episodi). Il manga in Italia è edito dalla Panini Comics (Planet Manga), e conta diverse edizioni: edizione sottiletta, Edizione Collection, Edizione Collection - Serie Nera e il formato Maximum.
La trama vede il nostro protagonista Gatsu, un neonato nato da una donna morta. Viene allevato da un condottiero di ventura, Gambino. Da Gambino viene iniziato alle arti militari. Ben presto il giovane e forte Gatsu riesce a diventare un abile condottiero; il suo destino cambierà radicalmente con l'incontro con Grifith/Grifis e la Squadra dei Falchi. Ma sopratutto gli ideali dello stesso Grifis, lo porteranno inesorabilmente in un mondo oscuro e terribile, dove mostri e vari abomini vivono incontrastati. In quest'ambientazione il nostro Gatsu verrà chiamato "Guerriero Nero". Seguitelo nel suo incubo.
Quest'opera è semplicemente un capolavoro, un vero e proprio pilastro nel mondo dei manga, opera ben curata sotto ogni punto di vista. La cosa che mi ha colpito fin dal primo volume è la brutalità del protagonista stesso Gatsu, tutto tranne che un eroe buono, anzi. La storia è veramente impeccabile, avvincente, unica. Kentaro Miura lentamente con il suo tratto riesce a dar segno di essere un mangaka veramente completo. L'unica pecca dell'opera è la lentezza dello stesso Miura nell'avanzare con l'opera, che ormai è da una ventina d'anni che ci tiene incollati all'opera. Questa è l'unica pecca di quest'opera, del resto come ho già detto prima è intoccabile. Personaggi ben curati sotto ogni aspetto, da quello fisico a quello psicologico, come non amare Gatsu e Grifith? Lo consiglio vivamente a tutti, ne vale veramente la pena.
Ed ecco uno dei manga più popolari e famosi, Berserk. Ambientato in un medioevo fantastico, narra la storia di un guerriero, Gatsu, orfano ancor prima che nascesse. Gatsu viene costretto per guadagnarsi da vivere a fare il mercenario sin da piccolissimo dal suo genitore adottivo Gambino. A sei anni combatteva già con una spada per adulti sui campi di battaglia, veniva sfruttato del padre adottivo e violentato. È così che Gatsu conosce la dura realtà, ciò tempra il suo carattere e il suo fisico. In seguito farà parte di un gruppo di mercenari chiamati i Falchi il cui capo è l'abilissimo Grifis. Ma Gatsu è abituato a vivere in solitudine, senza amici che lo circondano e così abbandonerà l'armata dei Falchi.
La storia di fondo non è così semplice, questa è una storia di vendetta, infatti quello che doveva essere il suo migliore amico, Grifis, lo tradisce sacrificandolo in un rituale per diventare un arcidemone e lui scampato alla morte ritorna a vendicarsi. Gatsu diventa così il Guerriero Nero, l'essere che sia la chiesa che i demoni cercano di uccidere. Vagabonda per il mondo con uno spadone più grande di lui che tutti definiscono un agglomerato di ferro!
Lungo la storia si possono notare parecchie critiche, soprattutto nei confronti della chiesa. Viene analizzato molto bene anche il carattere di ogni singolo personaggio, dal protagonista ai cattivi. Si intrecciano le storie di diverse personalità come nobili, trovatelli, maghi, guerrieri, figli illegittimi e molto altro ancora. Berserk è un manga molto violento, dove a volte compaiono scene di sesso ed orge, riti satanici, uccisioni violente, ma tutto ha un motivo. Il tutto è arricchito da dei disegni spettacolari, per quanto cruente siano le scene.
Un punto a sfavore di Berserk è che la storia di Gatsu non è narrata in modo sequenziale, ma attraverso un lungo flashback di una decina di volumi, che fa perdere un po' l'ordine della narrazione. Inoltre nelle ultime battute il manga sta cambiando gradualmente i connotati, perdendo la vena macabra che lo caratterizzava e assumendo sempre di più un aspetto fantasy. Inoltre l'edizione italiana non è il massimo.
La storia nonostante tutto si tiene sempre a ritmi molto elevati e continua ad appassionare sempre tanto.
La storia di fondo non è così semplice, questa è una storia di vendetta, infatti quello che doveva essere il suo migliore amico, Grifis, lo tradisce sacrificandolo in un rituale per diventare un arcidemone e lui scampato alla morte ritorna a vendicarsi. Gatsu diventa così il Guerriero Nero, l'essere che sia la chiesa che i demoni cercano di uccidere. Vagabonda per il mondo con uno spadone più grande di lui che tutti definiscono un agglomerato di ferro!
Lungo la storia si possono notare parecchie critiche, soprattutto nei confronti della chiesa. Viene analizzato molto bene anche il carattere di ogni singolo personaggio, dal protagonista ai cattivi. Si intrecciano le storie di diverse personalità come nobili, trovatelli, maghi, guerrieri, figli illegittimi e molto altro ancora. Berserk è un manga molto violento, dove a volte compaiono scene di sesso ed orge, riti satanici, uccisioni violente, ma tutto ha un motivo. Il tutto è arricchito da dei disegni spettacolari, per quanto cruente siano le scene.
Un punto a sfavore di Berserk è che la storia di Gatsu non è narrata in modo sequenziale, ma attraverso un lungo flashback di una decina di volumi, che fa perdere un po' l'ordine della narrazione. Inoltre nelle ultime battute il manga sta cambiando gradualmente i connotati, perdendo la vena macabra che lo caratterizzava e assumendo sempre di più un aspetto fantasy. Inoltre l'edizione italiana non è il massimo.
La storia nonostante tutto si tiene sempre a ritmi molto elevati e continua ad appassionare sempre tanto.
Semplicemente perfetto, se non fosse che Miura è stralento a far uscire i capitoli, ma questo pesa relativamente sulla qualità finale. Berserk è un manga molto violento ed i temi trattati sono adatti ad un pubblico consapevole. La storia è dannatamente bella, e vi terrà incollati fin quando non finirete di leggere tutti i volumi disponibili, ed aspetterete con ansia quelli succesivi. Non mi va di dire tanto sulla trama in quanto va scoperta leggendo e non voglio assolutamente rovinarvi la sorpresa. Il disegno nei primi capitoli è buono ma con il passare del tempo diventa sempre migliore fino a diventare sublime negli ultimi volumi. A proposito di questi ultimi, in molti sostengono che la trama sia un po' calata negli ultimi capitoli, ma io condivido le scelte di Miura, e le recenti svolte dovevano prima o poi verificarsi. Rimane solo da sperare di riuscire a leggere tutto il manga prima della nascita dei nostri nipotini, perché il rilascio dei capitoli è lentissimo. Comunque, rimane il miglior manga che io abbia mai letto.
Esprimere in poche parole un'opinione sulla mastodontica opera del mangaka Kentaro Miura è impresa decisamente ardua. Sia per le varie tematiche trattate, sia per la quantità delle stesse. Non da meno è da considerare lo sviluppo narrativo dell'opera, che nell'arco degli anni ha subito non poche interruzioni che hanno inevitabilmente influito sulle scelte. Ma andiamo per ordine.
"Berserk" narra le vicende di Gatsu, trovatello scampato alla morte grazie a Gambino, mercenario che casualmente si trova a passare nei pressi dell'albero presso cui è stata impiccata la madre naturale del bambino. In questo scenario spietato, in cui un medioevo fantastico di matrice europea funge da sfondo, Miura caccia il peggio di sé narrando una vicenda violenta, spietata e brutalmente cupa in cui la vendetta è il perno portante su cui nascono e muoiono le vicende dei protagonisti.
Ma non è tutto oro ciò che luccica e, come detto in precedenza, Berserk risente non poco delle svariate interruzioni editoriali che hanno letteralmente diviso in manga in blocchi diversi fra di loro sia sul piano grafico che narrativo. Seppur apparentemente coerente, l'opera di Miura ha dei veri e propri vuoti narrativi nei quali si ha l'impressione che l'autore voglia o strafare, allungando dunque il brodo, o ridurre all'osso, risultando frettoloso ed "arronzone", alcune vicende chiave della storia. Come ad esempio gli eventi che precedono la prima eclissi, frettolosi ed illogici in più casi, o come i capitoli dell'apostolo Lucy inutilmente allungati fino allo sfinimento. Senza considerare i capitoli successivi alla rinascita, in cui ci si è sbizzarriti in un ambiguo melting pot fra il crudo e realistico medioevo che aveva caratterizzato fino ad allora l'opera, ed il fantasy più sfrenato che tanto puzza di mancanza di idee.
Allora cos'è che avvince di "Berserk"? Sinceramente non saprei dirlo visto che a conti fatti sono solo due i blocchi narrativi che realmente avvincono sia nelle vicende che nel disegno (che spesso e volentieri patisce errori grossolani nelle proporzioni degli arti dei protagonisti - in particolar modo nei primi capitoli). Eppure Miura riesce in questa immensa opera a mantenere un ritmo incalzante concedendo al lettore i giusti stimoli per non abbandonare mai la lettura. Il tutto sperando che le vicende di Gatsu, giunto oramai al suo ventiduesimo anno di vita, possano concludersi quanto prima possibile in un finale degno di tale nome.
"Berserk" narra le vicende di Gatsu, trovatello scampato alla morte grazie a Gambino, mercenario che casualmente si trova a passare nei pressi dell'albero presso cui è stata impiccata la madre naturale del bambino. In questo scenario spietato, in cui un medioevo fantastico di matrice europea funge da sfondo, Miura caccia il peggio di sé narrando una vicenda violenta, spietata e brutalmente cupa in cui la vendetta è il perno portante su cui nascono e muoiono le vicende dei protagonisti.
Ma non è tutto oro ciò che luccica e, come detto in precedenza, Berserk risente non poco delle svariate interruzioni editoriali che hanno letteralmente diviso in manga in blocchi diversi fra di loro sia sul piano grafico che narrativo. Seppur apparentemente coerente, l'opera di Miura ha dei veri e propri vuoti narrativi nei quali si ha l'impressione che l'autore voglia o strafare, allungando dunque il brodo, o ridurre all'osso, risultando frettoloso ed "arronzone", alcune vicende chiave della storia. Come ad esempio gli eventi che precedono la prima eclissi, frettolosi ed illogici in più casi, o come i capitoli dell'apostolo Lucy inutilmente allungati fino allo sfinimento. Senza considerare i capitoli successivi alla rinascita, in cui ci si è sbizzarriti in un ambiguo melting pot fra il crudo e realistico medioevo che aveva caratterizzato fino ad allora l'opera, ed il fantasy più sfrenato che tanto puzza di mancanza di idee.
Allora cos'è che avvince di "Berserk"? Sinceramente non saprei dirlo visto che a conti fatti sono solo due i blocchi narrativi che realmente avvincono sia nelle vicende che nel disegno (che spesso e volentieri patisce errori grossolani nelle proporzioni degli arti dei protagonisti - in particolar modo nei primi capitoli). Eppure Miura riesce in questa immensa opera a mantenere un ritmo incalzante concedendo al lettore i giusti stimoli per non abbandonare mai la lettura. Il tutto sperando che le vicende di Gatsu, giunto oramai al suo ventiduesimo anno di vita, possano concludersi quanto prima possibile in un finale degno di tale nome.
<i>“Gli uomini impugnano le spade per lenire le piccole ferite dell’anima che subirono in tempi remoti e se ne servono per morire con un sorriso sulle labbra.”</i>
Berserk è un opera fumettistica scritta ed illustrata da Kentaro Miura. Tale opera si svolge in un’ambientazione Dark/Fantasy pseudo medievale ove tutto è avvolto da un alone di misticismo ed oscurità; al suo interno si muove un personaggio altrettanto tenebroso ed oscuro, Gatsu. Esso sarà il protagonista della saga il cui unico obbiettivo e ragione di vita è la vendetta. Questa a grandi linee è la trama di Berserk. Un manga passionale che unisce la poesia dell’amore e dell’odio, l’ambiguità del sacro e il potere del profano, creando così un autentico capolavoro. Ma ciò che rende veramente unico e grandioso questo manga, sono le profonde tematiche affrontate al suo interno, che vanno a legarsi in modo inscindibile con la caratterizzazione dei personaggi, rendendoli affascinanti ed enigmatici. I temi affrontati nell’opera di Miura sono variegati, spaziando pluridirezionalmente, ma a mio parere gli argomenti principali sono due: tema religioso e tema del destino, i quali sono aggrovigliati tra loro in modo indissolubile.
<i>"So per certo che gli uomini non sono liberi di decidere la propria vita. Esiste allora un karma supremo? È la mano di dio che stabilisce il loro destino?”</i>
In Berserk i temi della religione e del destino sono onnipresenti ed assai complessi, essi infatti presentano varie caratteristiche appartenenti sia alle filosofie occidentali sia ha quelle orientali. Un punto fondamentale per la comprensione di tali tematiche è la concezione “Berserkiana”di Dio. Miura in questo caso prende grande ispirazione dalle tesi del filosofo tedesco Feuerback, apportando però notevoli cambiamenti. La religione ha un'origine pratica: l'uomo avverte la propria debolezza, la propria fragilità ed i propri difetti, esso ha bisogno di affidarsi a certezze incrollabili per sopravvivere e cerca la salvezza in un essere, nato dall’alienazione di tutte le accezioni mancanti all’uomo; significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto stesso, proiettata fuori da sé. Dio, dunque, non è altro che l'oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell'uomo, la proiezione di essi in un ente immaginario, che viene considerato indipendente dall'uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate idealmente.
Ma un Dio nato dai più reconditi bisogni e desideri dell’uomo può essere un dio buono? Secondo Miura no. Perché tale ente trascendente è figlio della natura più originaria dell’uomo, esso nasce dagli istinti più insiti nell’uomo che precedono la costruzione della morale e che non tendono di certo alla benevolenza ed all’altruismo.
Una seconda idea fondamentale da comprendere è la legge del Karma, che impregna tutto il mondo fisico e metafisico di Berserk. Essa si rifà ovviamente alle filosofie orientali, specialmente alla concezione Vedica, nella quale è spesso presente. Il Karma è la legge universale che governa e decreta il destino dell’uomo, attraverso il principio di “causa-effetto”. Tale legge è insormontabile ed inderogabile, ogni essere vivente fin dalla nascita è sottoposto al Karma, e nulla può fare per uscire al di fuori di esso. Ogni avvenimento che si trova nella “ragnatela” del Karma accadrà inesorabilmente che lo si voglia o no. All’interno di questo tema si inserisce il simbolismo del personaggio di Gatsu. Egli è un “combattente”, così definito dal cavaliere del teschio, egli combatte contro il proprio fato già inciso sulla propria pelle, una lotta disperata per un semplice uomo. Sì, perché Gatsu è un uomo, e nulla più, egli si ferisce, sputa sangue, cade a terra e prova dolore, un immenso dolore, eppure si rialza, continua a combattere mosso da un altisonante sentimento di odio ed amore. Egli impugnando la sua fedele ammazza draghi, tra sangue e disperazione, avanza contro un Karma a lui avverso. Gatsu rappresenta il sommo potere della volontà umana, che non ha limiti e non si prostra dinnanzi a nulla.
<i>“Può darsi che, anziché essere un semplice riflesso sull'acqua, sarai il pesce che ne farà muovere la superficie.”</i>
Penso che per concludere nel migliore dei modi questa peculiare recensione di Berserk la cosa migliore sia inserire una particolare citazione, che a mio parere esprime tutta la profondità la poesia e il sentimento di questo manga.
<i>"Qualcosa che non si fa per nessuno. E che si realizza... si realizza solo per se stessi. Parlo del Sogno. E se c'è un sogno a cui sacrificare se stessi... c'è anche un sogno che, simile a una tempesta, spazza via migliaia di altri sogni. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte.Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita di martire... spesa per un Dio di nome "Sogno".</i>
Berserk è un opera fumettistica scritta ed illustrata da Kentaro Miura. Tale opera si svolge in un’ambientazione Dark/Fantasy pseudo medievale ove tutto è avvolto da un alone di misticismo ed oscurità; al suo interno si muove un personaggio altrettanto tenebroso ed oscuro, Gatsu. Esso sarà il protagonista della saga il cui unico obbiettivo e ragione di vita è la vendetta. Questa a grandi linee è la trama di Berserk. Un manga passionale che unisce la poesia dell’amore e dell’odio, l’ambiguità del sacro e il potere del profano, creando così un autentico capolavoro. Ma ciò che rende veramente unico e grandioso questo manga, sono le profonde tematiche affrontate al suo interno, che vanno a legarsi in modo inscindibile con la caratterizzazione dei personaggi, rendendoli affascinanti ed enigmatici. I temi affrontati nell’opera di Miura sono variegati, spaziando pluridirezionalmente, ma a mio parere gli argomenti principali sono due: tema religioso e tema del destino, i quali sono aggrovigliati tra loro in modo indissolubile.
<i>"So per certo che gli uomini non sono liberi di decidere la propria vita. Esiste allora un karma supremo? È la mano di dio che stabilisce il loro destino?”</i>
In Berserk i temi della religione e del destino sono onnipresenti ed assai complessi, essi infatti presentano varie caratteristiche appartenenti sia alle filosofie occidentali sia ha quelle orientali. Un punto fondamentale per la comprensione di tali tematiche è la concezione “Berserkiana”di Dio. Miura in questo caso prende grande ispirazione dalle tesi del filosofo tedesco Feuerback, apportando però notevoli cambiamenti. La religione ha un'origine pratica: l'uomo avverte la propria debolezza, la propria fragilità ed i propri difetti, esso ha bisogno di affidarsi a certezze incrollabili per sopravvivere e cerca la salvezza in un essere, nato dall’alienazione di tutte le accezioni mancanti all’uomo; significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto stesso, proiettata fuori da sé. Dio, dunque, non è altro che l'oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell'uomo, la proiezione di essi in un ente immaginario, che viene considerato indipendente dall'uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate idealmente.
Ma un Dio nato dai più reconditi bisogni e desideri dell’uomo può essere un dio buono? Secondo Miura no. Perché tale ente trascendente è figlio della natura più originaria dell’uomo, esso nasce dagli istinti più insiti nell’uomo che precedono la costruzione della morale e che non tendono di certo alla benevolenza ed all’altruismo.
Una seconda idea fondamentale da comprendere è la legge del Karma, che impregna tutto il mondo fisico e metafisico di Berserk. Essa si rifà ovviamente alle filosofie orientali, specialmente alla concezione Vedica, nella quale è spesso presente. Il Karma è la legge universale che governa e decreta il destino dell’uomo, attraverso il principio di “causa-effetto”. Tale legge è insormontabile ed inderogabile, ogni essere vivente fin dalla nascita è sottoposto al Karma, e nulla può fare per uscire al di fuori di esso. Ogni avvenimento che si trova nella “ragnatela” del Karma accadrà inesorabilmente che lo si voglia o no. All’interno di questo tema si inserisce il simbolismo del personaggio di Gatsu. Egli è un “combattente”, così definito dal cavaliere del teschio, egli combatte contro il proprio fato già inciso sulla propria pelle, una lotta disperata per un semplice uomo. Sì, perché Gatsu è un uomo, e nulla più, egli si ferisce, sputa sangue, cade a terra e prova dolore, un immenso dolore, eppure si rialza, continua a combattere mosso da un altisonante sentimento di odio ed amore. Egli impugnando la sua fedele ammazza draghi, tra sangue e disperazione, avanza contro un Karma a lui avverso. Gatsu rappresenta il sommo potere della volontà umana, che non ha limiti e non si prostra dinnanzi a nulla.
<i>“Può darsi che, anziché essere un semplice riflesso sull'acqua, sarai il pesce che ne farà muovere la superficie.”</i>
Penso che per concludere nel migliore dei modi questa peculiare recensione di Berserk la cosa migliore sia inserire una particolare citazione, che a mio parere esprime tutta la profondità la poesia e il sentimento di questo manga.
<i>"Qualcosa che non si fa per nessuno. E che si realizza... si realizza solo per se stessi. Parlo del Sogno. E se c'è un sogno a cui sacrificare se stessi... c'è anche un sogno che, simile a una tempesta, spazza via migliaia di altri sogni. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte.Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita di martire... spesa per un Dio di nome "Sogno".</i>
<b>Trama</b>
Molto complessa da spiegare in sintesi, la trama di Berserk è il suo punto forte, senza la quale non sarebbe il capolavoro da molti osannato e <i>preferito rispetto alle migliaia di titoli in circolazione</i>. Questo perché l'autore è uno dei pochi che riesce a creare nel lettore una voglia <i>indescrivibile</i> di continuare a leggere, per scoprire cause e conseguenze delle vicende rappresentate <i>in maniera superba e magnifica</i>, a partire dal primo volume. Infatti, una delle caratteristiche che differenzia questo titoli dagli altri, è l'ordine della narrazione non rigorosamente cronologico: nei primi capitoli troviamo il protagonista principale dell'opera (Gatsu, uomo di corporatura robusta, cieco da un occhio e monco di un braccio) alle prese con dei mostri spaventosi, e conosciamo il primo dei suoi tanti "compagni di viaggio", Pak. <i>Ma chi è Gatsu? Chi sono i suoi nemici? Perché è cieco da un occhio e monco da un braccio?</i> Per rispondere a tutte queste domande, viene mostrato, attraverso <i>un flashback lungo circa dieci volumi</i>, il passato del protagonista, partendo dalla nascita, passando per l'infanzia e l'adolescenza, e finendo con un Gatsu ormai adulto, con una coscienza saldamente formata e con un obiettivo ben preciso: <i>vendicare i suoi compagni</i>. Nel quattordicesimo volume quindi il passato "raggiunge" il presente e il lettore comincia, insieme al protagonista, un apparentemente interminabile viaggio, pieno di azione, introspezione psicologica e combattimenti <i>al limite del fantastico</i>, che difficilmente può pentirsi di aver intrapreso.
<b>Personaggi</b>
Inizialmente pochi (all'inizio troviamo solo <i>Gatsu e Pak</i>, oltre ai pochi nemici presentati nei primi tre volumi), il numero dei personaggi di Berserk cresce notevolmente dal quarto volume, con la presentazione della <i>squadra dei falchi</i>. Nel corso del flashback, numerosi dialoghi svelano al lettori i caratteri, i desideri e le ambizioni di alcuni dei membri, ma sopratutto del <i>loro capitano, Grifis</i>, e dell'<i>unica donna della squadra, Caska</i>. Al termine di questo, il protagonista incomincia un viaggio che lo porta a conoscere molti nuovi personaggi, alcuni solo come nemici, altri prima come nemici e poi come compagni. In ogni caso, l'autore utilizza per descriverli una tecnica d'introspezione psicologica <i>strabiliante</i>, che ogni volta lascia il lettore <i>di stucco</i>. Infine viene a formarsi un nuovo gruppo, un gruppo che non ha niente a che fare con i soliti ninja, pirati o shinigami... una sorta di <i>famiglia</i> per il <i>guerriero nero</i> e per il lettore che si immedesima nel suo ruolo.
<b>Disegno</b>
Un'altra caratteristica fondamentale dell'opera è indubbiamente <i>il disegno</i>: l'autore presenta delle tavole che si distinguono da quelle della maggior parte degli altri autori. Sin dalle prime, infatti, si può notare il <i>tratto distintivo di Miura</i>, il quale mischia l'erotismo all'orrore, generando <i>un mix stupefacente</i>. Le ambientazioni sono a dir poco <i>stupende</i> e lasciano poco spazio all'immaginazione. <i>Innumerevoli dettagli</i> caratterizzano l'aspetto esteriore dei personaggi, disegnati minuziosamente, <i>con cura</i>. Lo stesso vale per le armi, a partire dal <i>braccio-cannone</i> e dall'<i>Ammazzadraghi</i>, l'enorme <i>"blocco di ferro"</i> che il protagonista porta sempre con se. Ma la vera peculiarità dei disegni di Miura sta nei combattimenti, che si possono definire <i>"non adatti ai deboli di cuore"</i>, per via delle esposizioni a dir poco raccapriccianti. <i>Sangue a litri e organi schizzanti dai corpi nemici</i> sono difatti quasi sempre presenti. Insomma, sono molte le immagini che l'autore riesce a imprimere nelle menti dei lettori che cercano <i>qualcosa di diverso</i>, qualcosa di <i>spettacolare</i>.
<b>Divertimento</b>
Molti titoli sono in grado di far ridere ininterrottamente per ore. Beh, Berserk <i>non è</i> uno di questi, ma ciò non significa che non sia divertente. Infatti, tra i molti personaggi ce n'è uno che riesce <i>perfettamente</i> in tale intento: <i>Pak</i>. Questi per l'appunto smorza i temi crudi e violenti dell'opera, evitando di farla diventare troppo <i>"pesante"</i>. <i>Irresistibili</i> le gag proposte dall'autore con protagonista il minuscolo elfo. Svariati i riferimenti ad altre opere, come ad esempio <i>Doraemon</i> o <i>Star Wars</i>. Ma Pak non è solo: personaggi come <i>Shilke, Ivarella e Isidoro</i> riescono benissimo ad appoggiarlo, nel compito di alleggerire la lettura. Inoltre c'è da dire che, sebbene per molti divertimento equivalga solo a umorismo, per altrettante persone non è così. Giacché ci si può divertire anche guardando il protagonista che <i>squarta e riduce in mille pezzi i propri nemici</i>, in modo che solo lui sa fare, o una delle tante scene di sesso proposte da quello <i>"sporcaccione"</i> di Miura.
<b>Considerazioni finali</b>
Berserk non è "un" manga. Berserk è "il" manga. Certo, non è un genere di manga adatto a un pubblico di bambini o ragazzini, ma per un qualsiasi otaku che si rispetti è un titolo immancabile. Se siete alla ricerca di qualcosa di diverso, provatelo e non ve ne pentirete.
Molto complessa da spiegare in sintesi, la trama di Berserk è il suo punto forte, senza la quale non sarebbe il capolavoro da molti osannato e <i>preferito rispetto alle migliaia di titoli in circolazione</i>. Questo perché l'autore è uno dei pochi che riesce a creare nel lettore una voglia <i>indescrivibile</i> di continuare a leggere, per scoprire cause e conseguenze delle vicende rappresentate <i>in maniera superba e magnifica</i>, a partire dal primo volume. Infatti, una delle caratteristiche che differenzia questo titoli dagli altri, è l'ordine della narrazione non rigorosamente cronologico: nei primi capitoli troviamo il protagonista principale dell'opera (Gatsu, uomo di corporatura robusta, cieco da un occhio e monco di un braccio) alle prese con dei mostri spaventosi, e conosciamo il primo dei suoi tanti "compagni di viaggio", Pak. <i>Ma chi è Gatsu? Chi sono i suoi nemici? Perché è cieco da un occhio e monco da un braccio?</i> Per rispondere a tutte queste domande, viene mostrato, attraverso <i>un flashback lungo circa dieci volumi</i>, il passato del protagonista, partendo dalla nascita, passando per l'infanzia e l'adolescenza, e finendo con un Gatsu ormai adulto, con una coscienza saldamente formata e con un obiettivo ben preciso: <i>vendicare i suoi compagni</i>. Nel quattordicesimo volume quindi il passato "raggiunge" il presente e il lettore comincia, insieme al protagonista, un apparentemente interminabile viaggio, pieno di azione, introspezione psicologica e combattimenti <i>al limite del fantastico</i>, che difficilmente può pentirsi di aver intrapreso.
<b>Personaggi</b>
Inizialmente pochi (all'inizio troviamo solo <i>Gatsu e Pak</i>, oltre ai pochi nemici presentati nei primi tre volumi), il numero dei personaggi di Berserk cresce notevolmente dal quarto volume, con la presentazione della <i>squadra dei falchi</i>. Nel corso del flashback, numerosi dialoghi svelano al lettori i caratteri, i desideri e le ambizioni di alcuni dei membri, ma sopratutto del <i>loro capitano, Grifis</i>, e dell'<i>unica donna della squadra, Caska</i>. Al termine di questo, il protagonista incomincia un viaggio che lo porta a conoscere molti nuovi personaggi, alcuni solo come nemici, altri prima come nemici e poi come compagni. In ogni caso, l'autore utilizza per descriverli una tecnica d'introspezione psicologica <i>strabiliante</i>, che ogni volta lascia il lettore <i>di stucco</i>. Infine viene a formarsi un nuovo gruppo, un gruppo che non ha niente a che fare con i soliti ninja, pirati o shinigami... una sorta di <i>famiglia</i> per il <i>guerriero nero</i> e per il lettore che si immedesima nel suo ruolo.
<b>Disegno</b>
Un'altra caratteristica fondamentale dell'opera è indubbiamente <i>il disegno</i>: l'autore presenta delle tavole che si distinguono da quelle della maggior parte degli altri autori. Sin dalle prime, infatti, si può notare il <i>tratto distintivo di Miura</i>, il quale mischia l'erotismo all'orrore, generando <i>un mix stupefacente</i>. Le ambientazioni sono a dir poco <i>stupende</i> e lasciano poco spazio all'immaginazione. <i>Innumerevoli dettagli</i> caratterizzano l'aspetto esteriore dei personaggi, disegnati minuziosamente, <i>con cura</i>. Lo stesso vale per le armi, a partire dal <i>braccio-cannone</i> e dall'<i>Ammazzadraghi</i>, l'enorme <i>"blocco di ferro"</i> che il protagonista porta sempre con se. Ma la vera peculiarità dei disegni di Miura sta nei combattimenti, che si possono definire <i>"non adatti ai deboli di cuore"</i>, per via delle esposizioni a dir poco raccapriccianti. <i>Sangue a litri e organi schizzanti dai corpi nemici</i> sono difatti quasi sempre presenti. Insomma, sono molte le immagini che l'autore riesce a imprimere nelle menti dei lettori che cercano <i>qualcosa di diverso</i>, qualcosa di <i>spettacolare</i>.
<b>Divertimento</b>
Molti titoli sono in grado di far ridere ininterrottamente per ore. Beh, Berserk <i>non è</i> uno di questi, ma ciò non significa che non sia divertente. Infatti, tra i molti personaggi ce n'è uno che riesce <i>perfettamente</i> in tale intento: <i>Pak</i>. Questi per l'appunto smorza i temi crudi e violenti dell'opera, evitando di farla diventare troppo <i>"pesante"</i>. <i>Irresistibili</i> le gag proposte dall'autore con protagonista il minuscolo elfo. Svariati i riferimenti ad altre opere, come ad esempio <i>Doraemon</i> o <i>Star Wars</i>. Ma Pak non è solo: personaggi come <i>Shilke, Ivarella e Isidoro</i> riescono benissimo ad appoggiarlo, nel compito di alleggerire la lettura. Inoltre c'è da dire che, sebbene per molti divertimento equivalga solo a umorismo, per altrettante persone non è così. Giacché ci si può divertire anche guardando il protagonista che <i>squarta e riduce in mille pezzi i propri nemici</i>, in modo che solo lui sa fare, o una delle tante scene di sesso proposte da quello <i>"sporcaccione"</i> di Miura.
<b>Considerazioni finali</b>
Berserk non è "un" manga. Berserk è "il" manga. Certo, non è un genere di manga adatto a un pubblico di bambini o ragazzini, ma per un qualsiasi otaku che si rispetti è un titolo immancabile. Se siete alla ricerca di qualcosa di diverso, provatelo e non ve ne pentirete.
Berserk sa essere un mondo estremamente dark, terrificante, violento. Niente è sacro. Stupri, rapimenti, assassinii e cospirazioni corrono selvaggi per tutto il mondo di Berserk.
Sono concordo con chi sostiene che la violenza è sin troppo gratuita. Secondo la mia opinione, la violenza gioca un ruolo principale in tutta la storia, ma non appare mai "gratuita", cioè del tutto incomprensibile: all'interno di questo oscuro mondo, ogni personaggio ha il suo background, che spiega le proprie ragioni nella storia, dalla semplice lotta per sopravvivere alle più profonde ed oscure premeditazioni nelle varie situazioni. Riesce a dare al lettore costantemente il senso di uno scopo ben preciso per le azioni di ogni personaggio di tutto il manga, contribuendo all'effetto globale di fascino della storia di Gatsu nel suo insieme.
Se dovessi dare un voto alla prima parte del manga, che coincide con l'anime omonimo, avrei sicuramente dato un 10, ma purtroppo le ultime uscite danno una sensazione di tirar per i capelli una storia un po' troppo tirata per le lunghe. Ambientazioni e disegno sono ottimi, e il voto nel complesso è sicuramente un 9.
Posso solo consigliarlo, anche se una lettura destinata sicuramente ad un pubblico adulto.
Sono concordo con chi sostiene che la violenza è sin troppo gratuita. Secondo la mia opinione, la violenza gioca un ruolo principale in tutta la storia, ma non appare mai "gratuita", cioè del tutto incomprensibile: all'interno di questo oscuro mondo, ogni personaggio ha il suo background, che spiega le proprie ragioni nella storia, dalla semplice lotta per sopravvivere alle più profonde ed oscure premeditazioni nelle varie situazioni. Riesce a dare al lettore costantemente il senso di uno scopo ben preciso per le azioni di ogni personaggio di tutto il manga, contribuendo all'effetto globale di fascino della storia di Gatsu nel suo insieme.
Se dovessi dare un voto alla prima parte del manga, che coincide con l'anime omonimo, avrei sicuramente dato un 10, ma purtroppo le ultime uscite danno una sensazione di tirar per i capelli una storia un po' troppo tirata per le lunghe. Ambientazioni e disegno sono ottimi, e il voto nel complesso è sicuramente un 9.
Posso solo consigliarlo, anche se una lettura destinata sicuramente ad un pubblico adulto.
Avessi dovuto fare questa recensione 5 anni fa, il voto sarebbe stato senz'altro 10. Ahimè, l'andazzo al rilento di Miura, nonché la storia notevolmente divenuta povera di contenuti, adatta forse a ragazzini, ne hanno pregiudicato l'attuale valutazione personale.
Niente da dire su questo manga, fantastico fino a circa metà dell'attuale pubblicazione. Molto probabilmente anche lo stesso autore ha le idee poco chiare sullo sviluppo che dovrà prendere la sua storia... o forse semplicemente si è dimenticato di quello che era il progetto originario. Ovviamente non fraintendete, va assolutamente letto, non dico comprato, a questo punto non ne vale la pena a meno che siate dei collezionisti di tutto ciò che è made in Japan! Peccato, se il livello e la velocità di narrazione fossero rimaste simili a quelle della prima metà, ci troveremmo davanti al miglior fumetto nero di sempre.
Niente da dire su questo manga, fantastico fino a circa metà dell'attuale pubblicazione. Molto probabilmente anche lo stesso autore ha le idee poco chiare sullo sviluppo che dovrà prendere la sua storia... o forse semplicemente si è dimenticato di quello che era il progetto originario. Ovviamente non fraintendete, va assolutamente letto, non dico comprato, a questo punto non ne vale la pena a meno che siate dei collezionisti di tutto ciò che è made in Japan! Peccato, se il livello e la velocità di narrazione fossero rimaste simili a quelle della prima metà, ci troveremmo davanti al miglior fumetto nero di sempre.
Uno tra i manga più famosi ed apprezzati in tutto il mondo. Kentaro Miura, autore di quest'opera, riesce a catturare il lettore con degli splendidi disegni, una trama ben costruita e più che avvincente e dei personaggi davvero ben riusciti, a partire dal protagonista che, nonostante un design non molto elaborato, riesce a farsi ben volere dal lettore. Anche i paesaggi, i luoghi e l'ambientazione storica risultano ben disegnate e costruite. Secondo alcuni questo manga fa dell'eccessiva violenza negli scontri e battaglie il suo punto di forza, ed è vero, ma solo in parte. Infatti la trama è davvero ben studiata, e certamente non è tra le più semplici. Il modo di narrazione anche, è di qualità; apprezzo molto infatti gli autori che fanno crescere i loro personaggi, mostrandone al lettore tutti i pregi, difetti e atteggiamenti nelle varie situazioni. Questo succede anche in Berserk, dove troviamo all'inizio un Gatsu appena adolescente, e vediamo la sua crescita fino a diventare un uomo, perseguitato dai demoni. Una storia davvero bella ed intrigante dunque che consiglio a molti. L'edizione italiana purtroppo non è stata delle migliori, viste le tante edizioni e ristampe, comunque l'adattamento è abbastanza buono e ben fatto. Non consiglio infine di guardare l'anime, molto bello, ma che si limita a raccontare solo la prima parte di storia.
La prima volta non si scorda mai!
Anni fa, dopo aver visto l'anime, ho passato una notte insonne pensando alla fine tragica delle ultime puntate, mi sono quindi informato per capire che quello che avevo visto altro non era che la versione animata del flashback narrato nell'opera Berserk, dovevo assolutamente conoscere tutta la storia! È stato il primo manga che abbia letto, e non potevo iniziare in modo migliore; ricordo ancora quando impacciato leggevo le pagine del primo volume, e forse anche un po' perché sapevo come si sarebbe evoluta inizialmente la narrazione che subito mi sono appassionato, e ho divorato un volume dopo l'altro. Ormai ho letto davvero tante opere, ma nessuna è come questa, quindi credo che Berserk possa rappresentare il manga per eccellenza. Nel corso della storia mi sono sempre sentito avvolto da un'aura di tristezza e malinconia, anche nei rari momenti felici si capisce che presto tutto è destinato a terminare, e forse è proprio questo uno dei punti di forza di Berserk, leggendolo ci si immerge totalmente nella storia grazie a disegni caratteristici e spettacolari, e ad una approfondita introspezione psicologica di tutti i protagonisti. Un mix di metafisica, avventura, misticismo, violenza (mai fine a se stessa), riflessione, dialoghi e frasi che colpiscono l'animo del lettore, l'amore più forte che si mescola all'odio più profondo, tutti questi elementi rendono Berserk un'opera unica che difficilmente può essere dimenticata, e che a mio avviso non ha niente da invidiare ai libri di grandi scrittori internazionali. Si capisce da questa recensione che per me Berserk è il manga più bello mai letto, un'opera che tutti dovrebbero almeno provare a leggere per capire l'entità di tale capolavoro.
Anni fa, dopo aver visto l'anime, ho passato una notte insonne pensando alla fine tragica delle ultime puntate, mi sono quindi informato per capire che quello che avevo visto altro non era che la versione animata del flashback narrato nell'opera Berserk, dovevo assolutamente conoscere tutta la storia! È stato il primo manga che abbia letto, e non potevo iniziare in modo migliore; ricordo ancora quando impacciato leggevo le pagine del primo volume, e forse anche un po' perché sapevo come si sarebbe evoluta inizialmente la narrazione che subito mi sono appassionato, e ho divorato un volume dopo l'altro. Ormai ho letto davvero tante opere, ma nessuna è come questa, quindi credo che Berserk possa rappresentare il manga per eccellenza. Nel corso della storia mi sono sempre sentito avvolto da un'aura di tristezza e malinconia, anche nei rari momenti felici si capisce che presto tutto è destinato a terminare, e forse è proprio questo uno dei punti di forza di Berserk, leggendolo ci si immerge totalmente nella storia grazie a disegni caratteristici e spettacolari, e ad una approfondita introspezione psicologica di tutti i protagonisti. Un mix di metafisica, avventura, misticismo, violenza (mai fine a se stessa), riflessione, dialoghi e frasi che colpiscono l'animo del lettore, l'amore più forte che si mescola all'odio più profondo, tutti questi elementi rendono Berserk un'opera unica che difficilmente può essere dimenticata, e che a mio avviso non ha niente da invidiare ai libri di grandi scrittori internazionali. Si capisce da questa recensione che per me Berserk è il manga più bello mai letto, un'opera che tutti dovrebbero almeno provare a leggere per capire l'entità di tale capolavoro.
No, non riesco a dare a Berserk un voto basso. È il mio manga preferito. È il seinen che più adoro, ma non riesco a dargli un voto basso.
Il manga che mischia storia medievale, religione, bigottismo, violenza gratuita, fantasy del tipo dark e orrorifico, esistenzialismo, critica alla società, sesso.
Geniale la scelta di cominciare il manga in medias res, in modo brutale: Gatsu ed una donna che fan sesso, la donna si trasforma in un orripilante mostro, Gatsu le spara in bocca.
Berserk ora può iniziare.
Berserk inizia così. Basta guardare queste pagine per capire tutto Berserk.
E la scelta di porre un flashback di una decina di volumi all'interno della storia? Fantastico.
La storia del passato di Gatsu è molto meglio rispetto al suo attuale presente da Guerriero Nero. Nel flashback rimangono i temi principali di Berserk, ma, data la piccola età di Gatsu, c'è una "devoluzione" verso una maggiore semplicità. Compare il tema dell'affetto, dell'amore, dell'amicizia. Tutti sentimenti bellissimi contornati da una storia secolare. Tutti sentimenti che bruscamente crollano, in un solo volume. Tutto crolla, tutto muore, tutto appassisce. Tutto viene sacrificato per il potere. E allora Berserk ritorna a quel che era prima: storia di odio, storia di potere e violenza. Il Guerriero Nero è nato.
Certo, il flashback è così lungo che, quando si ritorna al presente, appare un po' brusco il tutto, ed in effetti da un capitolo all'altro Miura-sensei blocca il flashback e fa ricominciare il presente.
Dopo il flashback per qualche volume la storia di Gatsu come Guerriero Nero è ancora più bella rispetto a quella dei primi volumi, ancora molto grezza.
Albione rappresenta la parte più critica alla religione, ma anche la parte più bella dell'ultimo Berserk. Dopo Albione crolla il mondo, ma paradossalmente crolla Berserk stesso.
Ritorno di Grifis? Ritorno dell'Armata dei Falchi? Arrivo della magia, dei mocciosetti?
L'unica cosa accettabile è l'avvenimento traumatico di Caska, ma tutto il resto è nulla, non è Berserk. Berserk è morto. Come Dio, secondo Nietzsche.
Per non parlare degli ultimi volumi. Un brodo fatto per allungare la storia verso la meta finale, cioè la terra degli elfi. Ma quando si arriva a questa terra? Dopo 10 tankobon Miura non fa altro che allungare il brodo per rendere sempre più remoto l'approdo verso questa terra di pace eterna, dove il nostro eroe non dovrà più combattere per sopravvivere. Sì, ma quando?
Oramai sono 20 anni di storia. Miura sta esagerando.
Dal punto di vista tecnico è ineccepibile: mai visto un disegno così bello. Davvero, sembrano dei quadri.
Voto: 9, perché amo questo manga come me stesso, ma sono triste al pensiero di ciò che è divenuto.
Il manga che mischia storia medievale, religione, bigottismo, violenza gratuita, fantasy del tipo dark e orrorifico, esistenzialismo, critica alla società, sesso.
Geniale la scelta di cominciare il manga in medias res, in modo brutale: Gatsu ed una donna che fan sesso, la donna si trasforma in un orripilante mostro, Gatsu le spara in bocca.
Berserk ora può iniziare.
Berserk inizia così. Basta guardare queste pagine per capire tutto Berserk.
E la scelta di porre un flashback di una decina di volumi all'interno della storia? Fantastico.
La storia del passato di Gatsu è molto meglio rispetto al suo attuale presente da Guerriero Nero. Nel flashback rimangono i temi principali di Berserk, ma, data la piccola età di Gatsu, c'è una "devoluzione" verso una maggiore semplicità. Compare il tema dell'affetto, dell'amore, dell'amicizia. Tutti sentimenti bellissimi contornati da una storia secolare. Tutti sentimenti che bruscamente crollano, in un solo volume. Tutto crolla, tutto muore, tutto appassisce. Tutto viene sacrificato per il potere. E allora Berserk ritorna a quel che era prima: storia di odio, storia di potere e violenza. Il Guerriero Nero è nato.
Certo, il flashback è così lungo che, quando si ritorna al presente, appare un po' brusco il tutto, ed in effetti da un capitolo all'altro Miura-sensei blocca il flashback e fa ricominciare il presente.
Dopo il flashback per qualche volume la storia di Gatsu come Guerriero Nero è ancora più bella rispetto a quella dei primi volumi, ancora molto grezza.
Albione rappresenta la parte più critica alla religione, ma anche la parte più bella dell'ultimo Berserk. Dopo Albione crolla il mondo, ma paradossalmente crolla Berserk stesso.
Ritorno di Grifis? Ritorno dell'Armata dei Falchi? Arrivo della magia, dei mocciosetti?
L'unica cosa accettabile è l'avvenimento traumatico di Caska, ma tutto il resto è nulla, non è Berserk. Berserk è morto. Come Dio, secondo Nietzsche.
Per non parlare degli ultimi volumi. Un brodo fatto per allungare la storia verso la meta finale, cioè la terra degli elfi. Ma quando si arriva a questa terra? Dopo 10 tankobon Miura non fa altro che allungare il brodo per rendere sempre più remoto l'approdo verso questa terra di pace eterna, dove il nostro eroe non dovrà più combattere per sopravvivere. Sì, ma quando?
Oramai sono 20 anni di storia. Miura sta esagerando.
Dal punto di vista tecnico è ineccepibile: mai visto un disegno così bello. Davvero, sembrano dei quadri.
Voto: 9, perché amo questo manga come me stesso, ma sono triste al pensiero di ciò che è divenuto.
Berserk mi ha conquistata da subito; molti mi avevano detto che all'inizio il fumetto era un po' "aspro", molto violento, ma che avrei dovuto resistere, perché poi prendeva il volo. Io ho invece apprezzato molto già i primi due numeri, da subito ho sentito nelle pagine cose che nessun altro fumetto, e a volte neppure alcuni libri, erano mai stati in grado di darmi. Indubbiamente Berserk è molto violento, negarlo è davvero impossibile, ma non è mai violenza gratuita, fine a se stessa, messa lì solo per far scorrere litri di sangue. È il mondo in cui vive Gatsu ad essere violento, e non solo perché si uccide molto, ma perché è un mondo immensamente crudele, in cui sopravvivere se si è deboli è impossibile. Ed in fin dei conti, questo non è il nostro stesso mondo?
Il bello di Berserk è che dice la verità, senza celare nulla, al di là della storia in sé, che pure è molto bella, parla della vita in senso lato, e di essa ci mostra tutto senza remore, la morte e la vita, ciò che è bello è ciò che è terribile, il sangue, il sesso. Non c'è nulla di consolatorio, non ci sono morali facili e preconfezionate, c'è solo realtà e ricerca. In fin dei conti, credo che Berserk sia questo, la storia di una ricerca; Gatsu si cerca, vuole trovare il senso del suo esistere, e inevitabilmente si perde, smarrisce se stesso nell'odio o nella vendetta, cerca la sua essenza nella solitudine o nella Squadra dei Falchi.
Ci sono brani che mi sono mi rimasti in testa per la loro bellezza, e frasi che vorrei scrivere a caratteri cubitali nella mia stanza per quanto le trovo vere: "Ovunque si vada, quel che ci aspetta è sempre un campo di battaglia". La grandezza di Miura sta nel rendere universale una storia particolare, nel saper suggerire verità senza mai urlarle ai quattro venti.
Per passare poi al lato tecnico, il disegno è spettacolare; non è mai banale, ed è ricco, vivo. A volte mi ricorda nel suo preziosismo certe stampe alla Dorè. Dai primi numeri a quelli attuali c'è stata una crescita incredibile nel tratto, che è diventato via via più accurato e maturo.
Insomma, Berserk è un fumetto assolutamente spettacolare, stupendo, che mi ha regalato e continua a regalarmi grandi emozioni
Il bello di Berserk è che dice la verità, senza celare nulla, al di là della storia in sé, che pure è molto bella, parla della vita in senso lato, e di essa ci mostra tutto senza remore, la morte e la vita, ciò che è bello è ciò che è terribile, il sangue, il sesso. Non c'è nulla di consolatorio, non ci sono morali facili e preconfezionate, c'è solo realtà e ricerca. In fin dei conti, credo che Berserk sia questo, la storia di una ricerca; Gatsu si cerca, vuole trovare il senso del suo esistere, e inevitabilmente si perde, smarrisce se stesso nell'odio o nella vendetta, cerca la sua essenza nella solitudine o nella Squadra dei Falchi.
Ci sono brani che mi sono mi rimasti in testa per la loro bellezza, e frasi che vorrei scrivere a caratteri cubitali nella mia stanza per quanto le trovo vere: "Ovunque si vada, quel che ci aspetta è sempre un campo di battaglia". La grandezza di Miura sta nel rendere universale una storia particolare, nel saper suggerire verità senza mai urlarle ai quattro venti.
Per passare poi al lato tecnico, il disegno è spettacolare; non è mai banale, ed è ricco, vivo. A volte mi ricorda nel suo preziosismo certe stampe alla Dorè. Dai primi numeri a quelli attuali c'è stata una crescita incredibile nel tratto, che è diventato via via più accurato e maturo.
Insomma, Berserk è un fumetto assolutamente spettacolare, stupendo, che mi ha regalato e continua a regalarmi grandi emozioni
Sicuramente Berserk è un manga di culto, se si inizia a leggerlo difficilmente si riesce a smettere. Ma ad ogni nuovo volume rimango sempre più deluso ed amareggiato. La storia che nei primi volumi è ambientata in uno scenario medievale con un tocco di fantasy, nei numeri successivi degenera completamente lasciando pia piano tutto quello che riguardava l'ambientazione iniziale finendo per essere ambientato in un delirio fantasy. Nei primi numeri, (diciamo nei numeri dell'"Era dell'oro") i personaggi sono ben sviluppati e ci si affeziona ad essi, ci sono personalità forti e altre più deboli in un ottimo contesto, la storia è emozionante e avvincente. Se si leggesse la parte fino all'eclissi (i primi 13 volumi Collection) questo manga sarebbe probabilmente il capolavoro definitivo dei manga di questo genere!
Poi l'introduzione dei nuovi personaggi: da Serpico a Isidoro, da Farnese a la maghetta Shilke... rovinano tutto. C'era davvero il bisogno di mettere anche la magia in questo manga?
Kentaro Miura ha creato un capolavoro, poi forse sopraffatto dall'incredibile successo di questo manga ha voluto tirarla per le lunghe e la trama si è persa nel nulla. Peccato.
I disegni sono eccezionali, e Miura è sicuramente un gran maestro, sono curioso di sapere come andrà a finire, per questo vale la pena continuare a leggere questo manga, ma non mi aspetto più niente di eccezionale. Altra nota negativa è l'uscita ormai semestrale dell'edizione Collection che fa quasi dimenticare la trama del volumetto precedente.
In Italia è stato stampato in molti modi, io personalmente ho scelto la Collection, facile da trovare e ad un ottimo prezzo (4 euro).
Poi l'introduzione dei nuovi personaggi: da Serpico a Isidoro, da Farnese a la maghetta Shilke... rovinano tutto. C'era davvero il bisogno di mettere anche la magia in questo manga?
Kentaro Miura ha creato un capolavoro, poi forse sopraffatto dall'incredibile successo di questo manga ha voluto tirarla per le lunghe e la trama si è persa nel nulla. Peccato.
I disegni sono eccezionali, e Miura è sicuramente un gran maestro, sono curioso di sapere come andrà a finire, per questo vale la pena continuare a leggere questo manga, ma non mi aspetto più niente di eccezionale. Altra nota negativa è l'uscita ormai semestrale dell'edizione Collection che fa quasi dimenticare la trama del volumetto precedente.
In Italia è stato stampato in molti modi, io personalmente ho scelto la Collection, facile da trovare e ad un ottimo prezzo (4 euro).
Non sono qui per scrivervi la trama di questo manga dato che penso tutti gli appassionati di fumetto giapponese sappiano di cosa parla, scrivo invece per dirvi le mie impressioni e considerazioni su quella che per me è una delle migliori storie mai create.
Berserk è un'opera a cui tengo molto, è una delle prime storie che ho letto e devo dire che è anche quella che mi ha emozionato più di tutte per la sua maturità, per i temi trattati, per i disegni e per molte altre cose che non vi sto ad elencare (anche perché ci metterei un'infinità).
Tutte le cose che ho appena detto però sono riferite ai primi 13 volumi dell'opera, perché con sommo dispiacere mi vedo costretto a dare ragione alle innumerevoli persone che affermano di aver riscontrato un calo in Berserk.
I motivi di questo calo sono secondo me principalmente 3:
- il primo è l'aggiunta di troppo fantasy ad una storia che inizialmente era caratterizzata solo da mostri e da violenza (infatti nei primi volumi di fantasy c'era poco o nulla)
- il secondo è l'uscita troppo dilazionata nel tempo dei capitoli in Giappone, che rende la storia poco fluida e difficile da seguire (mi sono trovato più volte a dovermi rileggere i volumi precedenti quando ne usciva uno nuovo).
- il terzo, e secondo me il più significativo, è il fatto che Miura ci sta dando l'impressione di non sapere come colmare la differenza di forza che c'è tra Gatzu e Grifis, (chi ha letto sa a cosa mi riferisco) e quindi sembra quasi che stia mandando avanti la storia quasi a "casaccio".
In definitiva il mio voto su Berserk è un 9, perché anche tenendo conto di questo calo la storia merita tantissimo, anche solo per i primi 13 volumi, nella lettura dei quali si riescono a provare emozioni indescrivibili.
Ho amato questo manga ma ora non lo amo più, però non posso negare che sia uno dei migliori seinen mai fatti.
Berserk è un'opera a cui tengo molto, è una delle prime storie che ho letto e devo dire che è anche quella che mi ha emozionato più di tutte per la sua maturità, per i temi trattati, per i disegni e per molte altre cose che non vi sto ad elencare (anche perché ci metterei un'infinità).
Tutte le cose che ho appena detto però sono riferite ai primi 13 volumi dell'opera, perché con sommo dispiacere mi vedo costretto a dare ragione alle innumerevoli persone che affermano di aver riscontrato un calo in Berserk.
I motivi di questo calo sono secondo me principalmente 3:
- il primo è l'aggiunta di troppo fantasy ad una storia che inizialmente era caratterizzata solo da mostri e da violenza (infatti nei primi volumi di fantasy c'era poco o nulla)
- il secondo è l'uscita troppo dilazionata nel tempo dei capitoli in Giappone, che rende la storia poco fluida e difficile da seguire (mi sono trovato più volte a dovermi rileggere i volumi precedenti quando ne usciva uno nuovo).
- il terzo, e secondo me il più significativo, è il fatto che Miura ci sta dando l'impressione di non sapere come colmare la differenza di forza che c'è tra Gatzu e Grifis, (chi ha letto sa a cosa mi riferisco) e quindi sembra quasi che stia mandando avanti la storia quasi a "casaccio".
In definitiva il mio voto su Berserk è un 9, perché anche tenendo conto di questo calo la storia merita tantissimo, anche solo per i primi 13 volumi, nella lettura dei quali si riescono a provare emozioni indescrivibili.
Ho amato questo manga ma ora non lo amo più, però non posso negare che sia uno dei migliori seinen mai fatti.
Per quanto piaccia a tutti, mi discosto e canto fuori dal coro, esponendo le mie ragioni.
Gli do un 3 perchè i voti che si sarebbe potuto guadagnare, se li perde con la violenza troppo gratuita.
Sono infatti convinto che gran parte del successo di Berserk si debba alla violenza, che purtroppo è molto spesso il motore che attira a se molti lettori (o spettatori, nel caso di un anime).
Personalmente a me anche i disegni non piacciono più di tanto, mi ricorda molto di più un fumetto americano tipo della dc piuttosto che un manga.
Mi sono sempre chiesto, ma se Berserk è così "splendido" nell'intreccio del racconto, perchè mai ci sarebbe stato bisogno di riempirlo di orrori, oscenità, violenza e cose disgustose?
Penso che invece sia proprio quello il punto di forza del manga, e che cavalcando questa forte attrazione e curiosità generata da tutto questo orrore, abbia attratto tantissimi lettori e si sia consacrato a manga di culto.
Io da appassionato di manga ho letto molti dei volumi ma non sono mai stato trascinato da Berserk. Trovo che lo stesso protagonista sia caratterizzato non troppo bene, o meglio, vi sono molte contraddizioni sul suo carattere e modo di agire, spesso non chiare, e a parer mio inesatte, quando si decide di costruire un personaggio.
Non mi è dispiaciuta la parte nei falchi, infatti ho preferito l'anime che, secondo me, merita almeno la sufficienza.
Gli do un 3 perchè i voti che si sarebbe potuto guadagnare, se li perde con la violenza troppo gratuita.
Sono infatti convinto che gran parte del successo di Berserk si debba alla violenza, che purtroppo è molto spesso il motore che attira a se molti lettori (o spettatori, nel caso di un anime).
Personalmente a me anche i disegni non piacciono più di tanto, mi ricorda molto di più un fumetto americano tipo della dc piuttosto che un manga.
Mi sono sempre chiesto, ma se Berserk è così "splendido" nell'intreccio del racconto, perchè mai ci sarebbe stato bisogno di riempirlo di orrori, oscenità, violenza e cose disgustose?
Penso che invece sia proprio quello il punto di forza del manga, e che cavalcando questa forte attrazione e curiosità generata da tutto questo orrore, abbia attratto tantissimi lettori e si sia consacrato a manga di culto.
Io da appassionato di manga ho letto molti dei volumi ma non sono mai stato trascinato da Berserk. Trovo che lo stesso protagonista sia caratterizzato non troppo bene, o meglio, vi sono molte contraddizioni sul suo carattere e modo di agire, spesso non chiare, e a parer mio inesatte, quando si decide di costruire un personaggio.
Non mi è dispiaciuta la parte nei falchi, infatti ho preferito l'anime che, secondo me, merita almeno la sufficienza.
Berserk è da considerare molto probabilmente uno dei manga più eclettici che siano stati mai ideati; il motivo è semplice, in esso sono contenuti diversi importanti temi quali: il destino dell'uomo, sorretto da un libero arbitrio che non è altro che una mera illusione; la furia della vendetta; la forza dell'amore; l'istinto di sopravvivenza; l'onnipresenza del male.
Personaggio che personifica tutti questi elementi è il protagonista Gatsu, il guerriero nero: il karma lo ha costretto alla disperazione più buia, ma con la forza di volontà (o meglio, il suo desiderio di vendetta) riesce a risollevarsi facendo una scelta ardua: combattere nell'oscurità col rischio di perdere la propria umanità...
Dal punto di vista stilistico l'opera è caratterizzata da una evoluzione, riscontrabile nel prosieguo dei vari volumi, che ha fatto si che il manga raggiungesse livelli stilistici eccelsi: fantastici i characters design, le scenografie, gli ambienti...
Una pecca di Berserk è, oltre ai tempi biblici di pubblicazione di Miura, anche la trama degli ultimi volumi, nel senso che questa sembra perdere l'efficacia e quel pathos dei primi volumi; per non parlare del fatto che protagonista della vicenda sembra essere diventata la scenografia piuttosto che i personaggi in sè... sperando che questa tendenza si inverta, in conclusione consiglio vivamente a tutti di immergersi nel mondo di Berserk e di godere delle vicissitudini del Guerriero Nero! Un capolavoro.
Personaggio che personifica tutti questi elementi è il protagonista Gatsu, il guerriero nero: il karma lo ha costretto alla disperazione più buia, ma con la forza di volontà (o meglio, il suo desiderio di vendetta) riesce a risollevarsi facendo una scelta ardua: combattere nell'oscurità col rischio di perdere la propria umanità...
Dal punto di vista stilistico l'opera è caratterizzata da una evoluzione, riscontrabile nel prosieguo dei vari volumi, che ha fatto si che il manga raggiungesse livelli stilistici eccelsi: fantastici i characters design, le scenografie, gli ambienti...
Una pecca di Berserk è, oltre ai tempi biblici di pubblicazione di Miura, anche la trama degli ultimi volumi, nel senso che questa sembra perdere l'efficacia e quel pathos dei primi volumi; per non parlare del fatto che protagonista della vicenda sembra essere diventata la scenografia piuttosto che i personaggi in sè... sperando che questa tendenza si inverta, in conclusione consiglio vivamente a tutti di immergersi nel mondo di Berserk e di godere delle vicissitudini del Guerriero Nero! Un capolavoro.
Un grande capolavoro che per colpa dell'autore è diventato un'agonia... quando guardo i volumi mi chiedo: cosa succederà ora? Quando leggerò un nuovo numero? Cosa s'inventerà Miura? Che segreto nasconde questo personaggio? Gatsu e Grifis riusciranno ad avere il loro scontro? Come sarà? Insomma ci sono troppi interrogativi ancora in sospeso; spero termini prima che la maggior parte dei lettori storici vada in pensione. Ogni nuovo volume è sempre più bello, la storia prende sempre più... se uscissero più volumi in un anno sarebbe il massimo!
Grazie al maestro Miura per questa grande OPERA!
Grazie al maestro Miura per questa grande OPERA!
Fin dall'inizio Berserk è sempre stato un manga diverso, vuoi per la violenza, per la realtà con cui proponeva un medioevo fantasy di tutto rispetto, vuoi per il carisma di certi personaggi. Così è stato attraverso tutti i suoi volumetti, anche se ultimamente escono con una lentezza allucinante. Ma Berserk è sempre lo stesso, di certo dopo i primi numeri allucinanti la serie ha iniziato a perder mordente ma, disegno dopo disegno, numero dopo numero, l'impressione è quella di trovarsi di fronte a una versione evoluta del Berserk originale.
I disegni sono da paura, il tratto è migliorato enormemente... ma la tensione si è smorzata. Infatti, secondo me, la serie poteva finire almeno un 10 numeri fa e ho paura che il maestro Miura non riesca più a darne una degna conclusione.
Io comunque sono fiducioso, spero che almeno per il 2012 si riesca a vedere la patria degli elfi!
I disegni sono da paura, il tratto è migliorato enormemente... ma la tensione si è smorzata. Infatti, secondo me, la serie poteva finire almeno un 10 numeri fa e ho paura che il maestro Miura non riesca più a darne una degna conclusione.
Io comunque sono fiducioso, spero che almeno per il 2012 si riesca a vedere la patria degli elfi!
Non riesco a dare un voto a questa opera che in passato avrei recensito con parole iperboliche e con un 10 che sarebbe contato per me come un 100. Tutti ultimamente stiamo cominciando a dubitare del genio di Miura e del fatto che Berserk sia un capolavoro... anche io leggendo gli ultimi squallidi capitoli, ma anche leggendo alcuni commenti negativi qui presenti, alcuni anche eccessivi ma che però contengono spunti interessanti. Berserk non è un racconto convenzionale e nel bene o nel male rimarrà sempre un punto di riferimento nel suo genere, quindi rivalutare negativamente anche i primi 14 volumi sulla scia dei risvolti odierni è ingiusto. Miura era un genio e Berserk un capolavoro... ora non più ed è un peccato, ma non per questo dobbiamo ripudiare quel che per molti è stato il primo grande amore (parlando di manga naturalmente).
Nella speranza di un finale degno metto un 8, che però non mi soddisfa visto he per me il manga è scaduto davvero solo dal volume 30 in poi, i capitoli di Albione, la magia ecc. non sono ai livelli dell'età dell'oro, ma caspita la qualità è sempre superiore alla media, che scherziamo...
Nella speranza di un finale degno metto un 8, che però non mi soddisfa visto he per me il manga è scaduto davvero solo dal volume 30 in poi, i capitoli di Albione, la magia ecc. non sono ai livelli dell'età dell'oro, ma caspita la qualità è sempre superiore alla media, che scherziamo...
Ritengo Berserk un capolavoro assoluto e una storia unica nel suo genere. Sono ormai sette anni che leggo questa fantastica storia e devo dire che non mi ha mai annoiato. Certo ha i suoi momenti di incertezza (più che altro passeggeri), ma è una storia che va avanti in Giappone da più di 20 anni ed è naturale che l'autore abbia i suoi momenti di stanchezza. Tuttavia per me, nonostante gli alti i bassi (e i secondi sono molto di meno), Miura ci sta regalando un opera fantastica che non deve mancare in nessuna libreria fra gli appassionati di manga. Molti si lamentano del fatto che la storia, così come il protagonista Gatsu si siano molto "tranquillizzati", ma io non la vedo così: Berserk è la storia della vita difficile di Gatsu, un fumetto a tratti filosofico, non solo un semplice fumetto dove vi sono scene di sesso o di violenza inaudita.
<b>[Attenzione Spoiler]</b>
La storia parte con un Gatsu che ha perso tutto, la sua amata, nonostante non sia morta, è uscita di senno, ed ha perso anche i suoi compagni. Egli è stato tradito dal suo migliore amico ed è in cerca di vendetta attanagliato da una furia inarrestabile. Ma successivamente Gatsu trova nuovi compagni, nuove speranze e un nuovo obbiettivo, quello di proteggere la sua amata Caska. E Kentaro Miura (autore del manga) ci narra questo cambiamento in Gatsu durante la storia, che non è più una banale storia di uccisioni, demoni e vendetta, bensì una storia unica, ricca di sfaccettature, la storia di un personaggio unico qual'è Gatsu, ahimè, troppe volte purtroppo sottovalutata.
<b>[Attenzione Spoiler]</b>
La storia parte con un Gatsu che ha perso tutto, la sua amata, nonostante non sia morta, è uscita di senno, ed ha perso anche i suoi compagni. Egli è stato tradito dal suo migliore amico ed è in cerca di vendetta attanagliato da una furia inarrestabile. Ma successivamente Gatsu trova nuovi compagni, nuove speranze e un nuovo obbiettivo, quello di proteggere la sua amata Caska. E Kentaro Miura (autore del manga) ci narra questo cambiamento in Gatsu durante la storia, che non è più una banale storia di uccisioni, demoni e vendetta, bensì una storia unica, ricca di sfaccettature, la storia di un personaggio unico qual'è Gatsu, ahimè, troppe volte purtroppo sottovalutata.
Berserk è stato, per molti utenti di Animeclick e non solo, probabilmente il manga leggendario, l'opera ultraterrena e di maggior considerazione da tenere sempre in libreria... non nego che per la stragrande maggioranza dei numeri usciti è stato cosi anche per me. Purtroppo, ad un certo punto, il buon Miura (disegnatore dell'opera) ha iniziato a rallentare e a dilatare di parecchio il ritmo dell'opera, aggiungendo man mano elementi che, sebbene possano piacere, a volte risultano invece fuori posto; o almeno cosi è sembrato a me. Negli ultimi capitoli poi il manga ha assunto un diverso valore diventando una sorta di Art Book; per carità, i disegni sono superlativi ma qua stiamo parlando di un manga, con persone che dialogano, o almeno sembrano farlo, tra una carneficina e l'altra, sempre apprezzate ovviamente; e la trama va, oramai, a passo di lumaca, forse proprio perchè si sta dando spazio alla cura, quasi maniacale del disegno.
Ripeto: non sto affermando che è sbagliato! Sto solo cercando di spiegare quali sono le mie sensazioni. Mi manca tantissimo il Berserk "pre" ed immediatamente "post eclissi" e amo di meno il Berserk immediatamente "pre" e "post streghetta". Non so effettivamente qual'è il motivo, posso solo dire che quando leggo i primi volumi mi sento gasato e li divoro letteralmente ma quando arrivo ad un determinato punto della storia il mio interesse scema man mano che continuo la lettura e si riaccende solo per alcuni interessanti elementi inseriti da Miura (il che è normale dato che è effettivamente un genio).
Ovviamente i nuovi capitoli inediti in Italia promettono bene ma il dilemma è sempre e solo uno: quanto tempo ci vorrà per finire questa nuova saga?
Il voto che ho inserito è la media che ho fatto tra la prima parte (che è un 9 per me) e la seconda (da 6). Dato che non ci sono i mezzi punti, ho preferito premiare la buona volontà dell'autore che da quello che sta delineando promette, almeno alle nostre immaginazioni, scenari davvero apocalittici e sanguinolenti!
Ripeto: non sto affermando che è sbagliato! Sto solo cercando di spiegare quali sono le mie sensazioni. Mi manca tantissimo il Berserk "pre" ed immediatamente "post eclissi" e amo di meno il Berserk immediatamente "pre" e "post streghetta". Non so effettivamente qual'è il motivo, posso solo dire che quando leggo i primi volumi mi sento gasato e li divoro letteralmente ma quando arrivo ad un determinato punto della storia il mio interesse scema man mano che continuo la lettura e si riaccende solo per alcuni interessanti elementi inseriti da Miura (il che è normale dato che è effettivamente un genio).
Ovviamente i nuovi capitoli inediti in Italia promettono bene ma il dilemma è sempre e solo uno: quanto tempo ci vorrà per finire questa nuova saga?
Il voto che ho inserito è la media che ho fatto tra la prima parte (che è un 9 per me) e la seconda (da 6). Dato che non ci sono i mezzi punti, ho preferito premiare la buona volontà dell'autore che da quello che sta delineando promette, almeno alle nostre immaginazioni, scenari davvero apocalittici e sanguinolenti!
Non starò qui a scrivervi la trama di quest'opera, perchè ci vorrebbero davvero delle ore, ma una piccola considerazione personale su questo splendido manga la scriverò molto volentieri. Berserk, per me, è più di una semplice lettura pomeridiana, più di una storia di vendetta, più di un normale fumetto intriso di sangue e violenza... per me Berserk è qualcosa di "vivo", come un secondo io. Una lunga battaglia che tutti nella vita viviamo, magari non è proprio una lotta fatta di pugni, fendenti o altro, ma qualcosa di più intimo.
Assieme a Gatsu, anche noi piano piano, leggendo la sua avventura, "cresciamo". Odio, rancore, solitudine, incapacità di trovare un obbiettivo nella vita, vendetta, amore sono emozioni umane che provano tutti. In Berserk queste sensazioni sono presenti in ogni personaggio, rendendo la loro caratterizzazione un elemento chiave, che rende la storia ancora più intrigante e bella!
Il protagonista ha un non so che affascina, forse dipende tutto dalla sua amara storia, una vita fatta di incertezze, errori, piccole soddisfazioni e perdite che lo renderanno il guerriero che ammiriamo!
Chiudo così, senza spiegare nulla perchè alla fine la mia non è una vera e propria recensione, ma soltanto una piccola nota su quanto questo manga abbia da insegnarci, e su quanto sia "vicino" alla nostra quotidianità!
p.s. 32 sono i volumi dell'edizione Collection, come avrete ben capito
Assieme a Gatsu, anche noi piano piano, leggendo la sua avventura, "cresciamo". Odio, rancore, solitudine, incapacità di trovare un obbiettivo nella vita, vendetta, amore sono emozioni umane che provano tutti. In Berserk queste sensazioni sono presenti in ogni personaggio, rendendo la loro caratterizzazione un elemento chiave, che rende la storia ancora più intrigante e bella!
Il protagonista ha un non so che affascina, forse dipende tutto dalla sua amara storia, una vita fatta di incertezze, errori, piccole soddisfazioni e perdite che lo renderanno il guerriero che ammiriamo!
Chiudo così, senza spiegare nulla perchè alla fine la mia non è una vera e propria recensione, ma soltanto una piccola nota su quanto questo manga abbia da insegnarci, e su quanto sia "vicino" alla nostra quotidianità!
p.s. 32 sono i volumi dell'edizione Collection, come avrete ben capito
Non si può descrivere Berserk in una parola perchè sarebbe riduttivo; quello che scriverò sarà solo una piccola porzione di quello che in realtà è Berserk...
All'inizio ero piuttosto scettico sul prenderlo, per le critiche contrastanti e per il fatto che l'autore fosse piuttosto lento (è dire poco), ma quando mi sono deciso a leggerlo devo ammettere che era esattamente quello che tanto cercavo: una storia eccezionale, i disegni che all'inizio sono ancora acerbi, si fanno praticamente perfetti verso il quindicesimo volume per poi migliorarsi ancora; i personaggi sono tutti ottimamente caratterizzati e maturano insieme alla storia (cosa che non si vede spesso). Questi sono i punti forti di un manga stupendo che sa catturare e ti immerge in un mondo di violenza.
Il protagonista Gatsu è un vero protagonista: non è perfetto, commette degli errori e più volte nella storia si renderà conto di aver lasciato indietro le cose importanti. E' una persona istintiva che all'inizio del flashback si dimostra ancora immaturo e afflitto dalla morte del padre adottivo, per poi diventare un adulto che lotta per non perdere quel briciolo di umanità che gli rimane.
Molti potrebbero criticare il passaggio di Miura al fantasy che avviene negli ultimi volumi (Shilke sembra uscita da uno shojo manga di streghe!), ma bisogna ammettere che non poteva certo finire bene una storia che vede il protagonista macellare apostoli e nemici senza scrupoli (io lo preferivo così però!), anche la storia ogni tanto deve prendere strade diverse per non apparire mai noiosa; inoltre la trama lo richiedeva con l'avvento del falco e il mescolarsi dei mondi (anche se dubito che Miura all'inizio avesse pensato a questo).
Comunque dire che Berserk sia un capolavoro non si discosta troppo dalla realtà: disegni stupendi e super dettagliati (il chara degli apostoli è perfetto), storia avvincente e personaggi carismatici, con le loro paure, difetti e pregi.
Voto 9 perchè ancora incompleto... ma confido nel fatto che Miura sforni il migliore dei finali possibili... solo che, a questo ritmo, spero di essere ancora vivo quando avverrà! Consigliato ad un pubblico maturo poichè le tematiche toccate potrebbero non essere comprese da tutti.
All'inizio ero piuttosto scettico sul prenderlo, per le critiche contrastanti e per il fatto che l'autore fosse piuttosto lento (è dire poco), ma quando mi sono deciso a leggerlo devo ammettere che era esattamente quello che tanto cercavo: una storia eccezionale, i disegni che all'inizio sono ancora acerbi, si fanno praticamente perfetti verso il quindicesimo volume per poi migliorarsi ancora; i personaggi sono tutti ottimamente caratterizzati e maturano insieme alla storia (cosa che non si vede spesso). Questi sono i punti forti di un manga stupendo che sa catturare e ti immerge in un mondo di violenza.
Il protagonista Gatsu è un vero protagonista: non è perfetto, commette degli errori e più volte nella storia si renderà conto di aver lasciato indietro le cose importanti. E' una persona istintiva che all'inizio del flashback si dimostra ancora immaturo e afflitto dalla morte del padre adottivo, per poi diventare un adulto che lotta per non perdere quel briciolo di umanità che gli rimane.
Molti potrebbero criticare il passaggio di Miura al fantasy che avviene negli ultimi volumi (Shilke sembra uscita da uno shojo manga di streghe!), ma bisogna ammettere che non poteva certo finire bene una storia che vede il protagonista macellare apostoli e nemici senza scrupoli (io lo preferivo così però!), anche la storia ogni tanto deve prendere strade diverse per non apparire mai noiosa; inoltre la trama lo richiedeva con l'avvento del falco e il mescolarsi dei mondi (anche se dubito che Miura all'inizio avesse pensato a questo).
Comunque dire che Berserk sia un capolavoro non si discosta troppo dalla realtà: disegni stupendi e super dettagliati (il chara degli apostoli è perfetto), storia avvincente e personaggi carismatici, con le loro paure, difetti e pregi.
Voto 9 perchè ancora incompleto... ma confido nel fatto che Miura sforni il migliore dei finali possibili... solo che, a questo ritmo, spero di essere ancora vivo quando avverrà! Consigliato ad un pubblico maturo poichè le tematiche toccate potrebbero non essere comprese da tutti.
Questo manga non ha bisogno di presentazioni; quindi se mi è permesso non mi occuperò del lato tecnico, per il quale non ho le sufficienti competenze, quanto per il lato narrativo.
Pertanto alla domanda "come sono i disegni?" non rispondo perchè scontato, ed il prodotto merita addirittura di più in quanto a riflessione filosofica e compromessi.
Riflessione perché si addentra in tematiche delicate, che illustro brevemente senza anticipare nulla; compromessi perché l'autore è morbosamente lontano da buonismi nel rappresentare un'umanità marcescente e in pieno delirio.
Colpisce senza dubbio alcuno un ferrato pessimismo; bene e male sono due entità umane, perché non esistono, sono una scelta umana di distinguere aspetti in realtà biunivoci. Il protagonista è un buon cattivo, o un cattivo buono come si preferisce, come tutti gli altri personaggi.
In secondo luogo c'è una palese polemica sulla massa: il mondo è plasmato nella sua interezza da poche persone che guidano il gregge, reminiscenza biblica ridondante nella storia.
Da notare che l'uomo/dio (altro aspetto biunivoco) è totalmente dominato dalle passioni; la ragione e' spaventosamente assente nel microuniverso presentato. Forse su tale elemento Miura calca leggermente la mano, le vicende di formazione degli interessati sono un po' esasperate, soprattutto per Gatsu che nelle battute per ora conclusive perde quell'equilibrio sadico; la sua luce ombra diventa opposizione tra innamorato e criminale, eccessivo a mio avviso.
Ottimo prodotto comunque, merita sicuramente in mezzo a tanta paccottiglia.
Pertanto alla domanda "come sono i disegni?" non rispondo perchè scontato, ed il prodotto merita addirittura di più in quanto a riflessione filosofica e compromessi.
Riflessione perché si addentra in tematiche delicate, che illustro brevemente senza anticipare nulla; compromessi perché l'autore è morbosamente lontano da buonismi nel rappresentare un'umanità marcescente e in pieno delirio.
Colpisce senza dubbio alcuno un ferrato pessimismo; bene e male sono due entità umane, perché non esistono, sono una scelta umana di distinguere aspetti in realtà biunivoci. Il protagonista è un buon cattivo, o un cattivo buono come si preferisce, come tutti gli altri personaggi.
In secondo luogo c'è una palese polemica sulla massa: il mondo è plasmato nella sua interezza da poche persone che guidano il gregge, reminiscenza biblica ridondante nella storia.
Da notare che l'uomo/dio (altro aspetto biunivoco) è totalmente dominato dalle passioni; la ragione e' spaventosamente assente nel microuniverso presentato. Forse su tale elemento Miura calca leggermente la mano, le vicende di formazione degli interessati sono un po' esasperate, soprattutto per Gatsu che nelle battute per ora conclusive perde quell'equilibrio sadico; la sua luce ombra diventa opposizione tra innamorato e criminale, eccessivo a mio avviso.
Ottimo prodotto comunque, merita sicuramente in mezzo a tanta paccottiglia.
Dieci, solo 10, opera monumentale immensa, una storia agghiacciante e misteriosa, un protagonista perfido, indemoniato ma incredibilmente innamorato. Indubbiamente la storia ultimamente si sta trascinando veramente troppo, cercando disperatamente di colmare il dislivello ovvio di forza tra il potentissimo "falco bianco" Grifis ed il marchiato Gatsu, ma tuttavia ciò non può farci dimenticare delle straordinarie emozioni trasmesse durante la saga dell'armata del falco e della trasformazione di Grifis in demone.
Poi che dire del disegno: immenso, spettacolare e maniacale nei minimi dettagli; i tempi di attesa tra un tankoubon e l'altro sono enormi, ma per un'opera del genere si può attendere.
Staremo a vedere come finirà e, soprattutto, quando finirà... Un capolavoro!
Poi che dire del disegno: immenso, spettacolare e maniacale nei minimi dettagli; i tempi di attesa tra un tankoubon e l'altro sono enormi, ma per un'opera del genere si può attendere.
Staremo a vedere come finirà e, soprattutto, quando finirà... Un capolavoro!
Il voto non può essere che 10.
Berserk nonostante la modestia di Kentaro Miura, è qualcosa che esula dal semplice mondo dei manga o dei fumetti in generale, si parla qui di un capolavoro che nei decenni a venire verrà premiato con il consenso che merita accostandolo a quelli che sono stati i grandi maestri del passato, che siano del rinascimento o del barocco è un particolare trascurabile. Non è solo una questione di talento grafico di estrema fecondità del tratto e dell'immaginazione, questa opera potremmo definirla come una pietra filosofale, un qualcosa che può essere ponderato correttamente da poche persone e perlopiù iniziate e questo vale, e mi dispiace dirlo, per quanti ritengono la seconda parte della storia deludente, non in linea con la prima parte della storia o comunque lontano dai fasti iniziali. Possibile che vi perdete in un bicchiere d'acqua? Perchè vi affidate agli occhi e non cercate di entrare dentro questo grande mistero riportato in terra dal maestro Miura?
Voi pensate veramente che la guerra interiore del Guts provato dalla vita sia meno interessante delle gesta giovanili? Se pensate questo sembrate non conoscere cosa sia veramente la vita.
Quello che Miura è riuscito a fare è stato aprire una porta su un vero, diverso e reale altro mondo, ed aver sacrificato un'intera vita per l'pera (quasi un hikkikomori il maestro); ciò dovrebbe far, come minimo, riflettere i pigri lettori che si aspettano la scazzottata e o la monocorde botta di adrenalina.
A me piacciono soprattutto gli episodi dopo il flashback, c'è una scena una scena importante in cui Guts sgrana gli occhi, e un secondo dopo una porta doppia va in frantumi. A raccontarla così questa scena sembra non avere qualcosa di particolare, ma l'ho letta e riletta, e non credo di aver mai sentito così vivida la sensazione di odio e di voglia di sangue, di paura di impotenza ma anche d'ammirazione verso una tecnica di combattimento portata a livello di vera trascendenza...
Nessun altro manga ha saputo darmi sensazioni del genere, anche perchè l'ho trovato un eccezionale compendio di Ars Magica. Coloro che vogliono avvicinarsi alla magia non devono far altro che aprire gli occhi, il cuore, la mente e leggere Berserk. Non posso raccontare nulla della storia ma provate a dare un valore preciso ad ogni elemento della storia e a farlo ruotare nella vostra vita, e vi accorgerete che ci troviamo davanti a qualcosa di unico. Il maestro non racconta tutta la verità su questa opera; così come non esistono coincidenze nel Karma, allo stesso modo non si può parlare di casualità in fase di creazione dell'opera.
Infine una nota di carattere personale la vedete qui di fianco quindi non spoilero nulla, l'armatura che indossa Guts nella seconda parte della storia è fra le più belle che abbia mai visto. Non sono un amante delle iperbole dialettiche ma, credetemi, voi che non vi siete ancora accostati a Berserk: ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente geniale e fuori dall'ordinario, un capolavoro che non aspetta altro (ma forse fa parte della spirale del Karma) di essere scoperto, letto, riletto, amato studiato... 10!
Berserk nonostante la modestia di Kentaro Miura, è qualcosa che esula dal semplice mondo dei manga o dei fumetti in generale, si parla qui di un capolavoro che nei decenni a venire verrà premiato con il consenso che merita accostandolo a quelli che sono stati i grandi maestri del passato, che siano del rinascimento o del barocco è un particolare trascurabile. Non è solo una questione di talento grafico di estrema fecondità del tratto e dell'immaginazione, questa opera potremmo definirla come una pietra filosofale, un qualcosa che può essere ponderato correttamente da poche persone e perlopiù iniziate e questo vale, e mi dispiace dirlo, per quanti ritengono la seconda parte della storia deludente, non in linea con la prima parte della storia o comunque lontano dai fasti iniziali. Possibile che vi perdete in un bicchiere d'acqua? Perchè vi affidate agli occhi e non cercate di entrare dentro questo grande mistero riportato in terra dal maestro Miura?
Voi pensate veramente che la guerra interiore del Guts provato dalla vita sia meno interessante delle gesta giovanili? Se pensate questo sembrate non conoscere cosa sia veramente la vita.
Quello che Miura è riuscito a fare è stato aprire una porta su un vero, diverso e reale altro mondo, ed aver sacrificato un'intera vita per l'pera (quasi un hikkikomori il maestro); ciò dovrebbe far, come minimo, riflettere i pigri lettori che si aspettano la scazzottata e o la monocorde botta di adrenalina.
A me piacciono soprattutto gli episodi dopo il flashback, c'è una scena una scena importante in cui Guts sgrana gli occhi, e un secondo dopo una porta doppia va in frantumi. A raccontarla così questa scena sembra non avere qualcosa di particolare, ma l'ho letta e riletta, e non credo di aver mai sentito così vivida la sensazione di odio e di voglia di sangue, di paura di impotenza ma anche d'ammirazione verso una tecnica di combattimento portata a livello di vera trascendenza...
Nessun altro manga ha saputo darmi sensazioni del genere, anche perchè l'ho trovato un eccezionale compendio di Ars Magica. Coloro che vogliono avvicinarsi alla magia non devono far altro che aprire gli occhi, il cuore, la mente e leggere Berserk. Non posso raccontare nulla della storia ma provate a dare un valore preciso ad ogni elemento della storia e a farlo ruotare nella vostra vita, e vi accorgerete che ci troviamo davanti a qualcosa di unico. Il maestro non racconta tutta la verità su questa opera; così come non esistono coincidenze nel Karma, allo stesso modo non si può parlare di casualità in fase di creazione dell'opera.
Infine una nota di carattere personale la vedete qui di fianco quindi non spoilero nulla, l'armatura che indossa Guts nella seconda parte della storia è fra le più belle che abbia mai visto. Non sono un amante delle iperbole dialettiche ma, credetemi, voi che non vi siete ancora accostati a Berserk: ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente geniale e fuori dall'ordinario, un capolavoro che non aspetta altro (ma forse fa parte della spirale del Karma) di essere scoperto, letto, riletto, amato studiato... 10!
Ogni pagina di questo manga fa sognare. Non sembra di leggere un fumetto, ma un libro, un opera travolgente che ti immerge in un mare di emozioni. Ogni personaggio ha un proprio spessore, una propria anima, cosa difficile da realizzare se non per i protagonisti. Ogni luogo sembra essere esistito veramente. Ogni storia d'amore è travolgente... si percepisce l'intensità del sentimento di tutte le "persone" presenti in questa epica storia.
Ogni tavola è curata nei minimi particolari, basti vedere gli abiti e le armature, insomma tutto è perfetto, mi resta solo da ringraziare Kentaro Miura per tutti i viaggi di fantasia fatti grazie a questo suo capolavoro.
Ogni tavola è curata nei minimi particolari, basti vedere gli abiti e le armature, insomma tutto è perfetto, mi resta solo da ringraziare Kentaro Miura per tutti i viaggi di fantasia fatti grazie a questo suo capolavoro.
Al momento Berserk si può dividere in 4 fasi. Nella prima e seconda si narrano gli avvenimenti di Gatsu fino alla squadra dei Falchi. Nella terza c'è la sete di vendetta solitaria di Gatsu. Nella quarta, che è appena iniziata, Gatsu non è più solo ma ha dei nuovi compagni e c'è il ritorno di Grifis. Il disegno è molto bello è curato così come lo sviluppo dei personaggi principali. La trama mi ha colpito molto specialmente nei primi numeri. Ultimamente però, trovo che ci sono troppe situazioni che vengono riproposte. Non vorrei che l'autore sia un po' a corto di idee oppure che voglia allungare la serie più del previsto. Purtroppo da qualche tempo escono pochi numeri e la lettura diventa difficile.
Si tratta di un fantasy, in cui gli elementi tipici del genere, quali draghi, nani, oggetti magici sono presso che assenti almeno nella prima parte della storia, mentre in seguito l'elemento fantastico diviene predominante.
Il lettore si trova così di fronte una storia altamente drammatica, dove l'elemento leggero è assente del tutto, con abbondanza di scene crude, con personaggi ben definiti dal punto di vista psicologico e una trama ricca di spunti narrativi interessanti, anche se non sempre portati avanti.
Il disegno di Miura è particolareggiato, ricco di chiaroscuri e caratterizzato da un tratto netto molto affascinante, che in seguito si ammorbidisce ma non perde incisività.
Purtroppo gli spunti interessanti si esauriscono nel corso della saga e la trama si trascina stancamente ripetendo soluzioni già provate.
Il lettore si trova così di fronte una storia altamente drammatica, dove l'elemento leggero è assente del tutto, con abbondanza di scene crude, con personaggi ben definiti dal punto di vista psicologico e una trama ricca di spunti narrativi interessanti, anche se non sempre portati avanti.
Il disegno di Miura è particolareggiato, ricco di chiaroscuri e caratterizzato da un tratto netto molto affascinante, che in seguito si ammorbidisce ma non perde incisività.
Purtroppo gli spunti interessanti si esauriscono nel corso della saga e la trama si trascina stancamente ripetendo soluzioni già provate.
Tra certezze e ripensamenti, ho impiegato circa cinque anni per acquistare Berserk ed il motivo era dovuto alle innumerevoli critiche positive, ma soprattutto alle altrettante critiche negative, anche perché sono un lettore che bada molto di più alle opinioni avverse anziché a quelle di tripudio, questo è dovuto al fatto che -di solito- chi esprime pareri non idilliaci è pervaso da una delusione che molto probabilmente non si aspettava e quindi è più obiettivo... anche se in fin dei conti queste valutazioni sono del tutto soggettive, infatti i miei timori furono spazzati via in un attimo e tutt’ora non mi pento assolutamente di aver acquistato quest’opera.
Berserk inizia a farti capire, già dalle prime pagine, che non è una storia qualunque, infatti quest’opera è pervasa da un alone di odio, vendetta, sesso, crudeltà, amore e speranza, che raramente troviamo in altre storie; il protagonista è quanto di più lontano dai classici stereotipi di eroe che abbiamo mai conosciuto: è rozzo, insensibile e assetato di sangue. Tutto questo però è dovuto a una terribile sofferenza che egli ha subito anni prima e che verrà raccontata nel già citato flashback, in cui scopriremo tutto ciò che lo accomuna alle strane creature che lo perseguitano. La storia gira intorno a tre personaggi, i quali sono loro il fulcro di tutto, c’è Gatsu che è il protagonista (anche se lo sono tutti e tre), pervaso dalla vendetta; Caska, la donna amata dal nostro eroe; ma soprattutto c’è Grifis che è l’ago della bilancia di tutta la storia (di più non dirò, altrimenti vi tolgo il gusto della lettura e della scoperta). Le ambientazioni danzano tra il classico medioevo e le storie leggendarie di tipo nordico, foreste, boschi, piccoli villaggi, grandi capitali, sono i luoghi più visti nel manga. Il disegno inizialmente è ben fatto ma imperfetto e lacunoso, però successivamente diventa un qualcosa di mai visto, con tavole che sembrano delle vere opere d’arte.
Per concludere è una storia che già è entrata nella leggenda e si discosta dai canoni classici del genere, anche se appaiono creature un po’ conosciute come ad esempio i troll e, ultimamente, la magia tende a farla da padrone, ma se amate le grandi epopee cavalleresche misto ad intrighi, vendette e magia, è di sicuro l’opera più adatta.
NB: il voto potrebbe essere più alto, ma è ancora inconcluso e raramente do un 10, anche se Berserk è da 9,5.
Berserk inizia a farti capire, già dalle prime pagine, che non è una storia qualunque, infatti quest’opera è pervasa da un alone di odio, vendetta, sesso, crudeltà, amore e speranza, che raramente troviamo in altre storie; il protagonista è quanto di più lontano dai classici stereotipi di eroe che abbiamo mai conosciuto: è rozzo, insensibile e assetato di sangue. Tutto questo però è dovuto a una terribile sofferenza che egli ha subito anni prima e che verrà raccontata nel già citato flashback, in cui scopriremo tutto ciò che lo accomuna alle strane creature che lo perseguitano. La storia gira intorno a tre personaggi, i quali sono loro il fulcro di tutto, c’è Gatsu che è il protagonista (anche se lo sono tutti e tre), pervaso dalla vendetta; Caska, la donna amata dal nostro eroe; ma soprattutto c’è Grifis che è l’ago della bilancia di tutta la storia (di più non dirò, altrimenti vi tolgo il gusto della lettura e della scoperta). Le ambientazioni danzano tra il classico medioevo e le storie leggendarie di tipo nordico, foreste, boschi, piccoli villaggi, grandi capitali, sono i luoghi più visti nel manga. Il disegno inizialmente è ben fatto ma imperfetto e lacunoso, però successivamente diventa un qualcosa di mai visto, con tavole che sembrano delle vere opere d’arte.
Per concludere è una storia che già è entrata nella leggenda e si discosta dai canoni classici del genere, anche se appaiono creature un po’ conosciute come ad esempio i troll e, ultimamente, la magia tende a farla da padrone, ma se amate le grandi epopee cavalleresche misto ad intrighi, vendette e magia, è di sicuro l’opera più adatta.
NB: il voto potrebbe essere più alto, ma è ancora inconcluso e raramente do un 10, anche se Berserk è da 9,5.
[Recensione esente da spoiler]
Devo ammettere di avere un forte debito nei confronti di Berserk, questo è infatti il titolo che mi ha fatto conoscere ed amare alla follia il mondo dei manga. Non dimenticherò mai il giorno in cui passando davanti un edicola notai la copertina del numero 15 di Berserk Collection: fu amore a prima vista! Non ci pensai su due volte e subito lo acquistai, per poi sfogliarlo incuriosito strada facendo, mentre tornavo a casa. Trascorsi una settimana intera a rileggere quello stesso volumetto, che nostalgia...
Prima di allora non avevo mai letto fumetti (Topolino non lo conto dai!) figuriamoci i “fumetti giapponesi”!
Ormai ne ho letti tanti di titoli (non solo manga) e anche se ogni tanto mi innamoro momentaneamente di un nuovo titolo, quando prendo in mano un nuovo volume di Berserk ogni dubbio viene spazzato via: questo non è un bel manga... ma IL manga.
Anche se non è semplice cercherò di spiegare il perché di questa “coraggiosa” dichiarazione, non vorrei infatti che questa venisse considerata come la solita sparata del fanatico di turno.
Berserk è un manga geniale che io ritengo completo in ogni suo aspetto, e che raggiunge l’apoteosi in ogni sua possibile componente, ma andiamo con ordine:
<b>LA TRAMA</b>
È probabilmente l’elemento più importante del manga, e può vantare una profondità davvero rara (e non solo in ambito fumettistico). È un qualcosa che ti prende a livello viscerale e che sa (non a caso) di ineluttabilità, di maledizione e sofferenza. È una storia che si basa su sacrifici estremi, scelte difficili e conseguenze ancor più inesplicabili. Credetemi non saranno rari i casi in cui vi ritroverete a soffrire letteralmente, a sperare ed addirittura a piangere a causa delle vicende che ruotano attorno ai protagonisti (ma anche ai personaggi secondari) di questa opera, tanto che spesso risulterà realmente faticoso tornare alla banale realtà … realtà che vi sembrerà molto più rosea una volta terminata la lettura di un albo di Berserk.
Miura come narratore va indubbiamente encomiato in quanto capace, come pochi, di compiere scelte forti e coraggiose, ma che allo stesso tempo non risultano gratuite o banalmente sensazionalistiche (e qui mi fermo visto che non voglio assolutamente rivelare nulla della trama).
Volevo solo aggiungere che, visto il magistrale intreccio narrativo e la precisione con la quale questo viene portato avanti, son dell’opinione che Miura sappia bene dove voglia andare a parare, e che abbia da tempo ben chiaro l’epilogo di questa epica e colossale vicenda … e ciò, inutile dirlo, è un ottimo presupposto che lascia ben sperare in un finale all’altezza di tutta la saga.
Leggendo Berserk si comprende infine come esista un sentimento forte ed intenso almeno quanto l’amore: l'odio che porta alla vendetta!
<b>IL DISEGNO</b>
Berserk è un’opera che praticamente abbraccia tutta la carriera artistica di Miura, e proprio in virtù di tale principio è facile notare, anche per l’occhio meno esperto, come l’opera si evolva stilisticamente. Come si può evincere anche da alcune immagini presenti in questa sede, i disegni dei primi volumi sono indubbiamente di buona fattura ma i personaggi risultano ancora spigolosi e troppo fedeli alla tipica idealizzazione nipponica, inoltre i rapporti chiaroscurali sono fortemente contrastanti. Nonostante ciò si può già notare la genialità di Miura, soprattutto nella rappresentazione delle inquietanti creature oniriche (gli apostoli).
Senza tirarla per le lunghe, il tratto di Miura diviene, col progredire dei volumi, molto più morbido, le anatomie sempre più precise ed il campionario tonale sempre più ampio. Inoltre si fa notevolmente più accorto ed intelligente l’utilizzo di tratteggi e retini, tanto da far quasi assomigliare le vignette di Berserk a delle acqueforti seicentesche.
Una nota a parte la merita a parer mio la visionarietà di Miura: le sue creature mostruose e le ambientazioni surreali non hanno nulla da invidiare a grandi nomi del panorama artistico di ogni tempo e genere, e le citazioni/omaggi si sprecano. Inevitabile citare il film Hellraiser, o artisti allucinati come Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel o HR Giger.
È inquietante notare poi come ogni creatura, per quanto assurda, mostruosa e ancestrale, risulti anatomicamente credibilissima, e questa è una capacità ad esclusivo appannaggio di un autentico genio … e scusate se è poco.
Maniacale è poi la rappresentazione di ogni dettaglio delle armature e degli accessori in genere, che tra una vignetta e l’altra vengono anche sviscerati nelle loro funzionalità: e il caso delle giunture o delle decorazioni di armature ed armi, nonché fermagli, lacci, cuciture e fibbie di vesti e borse. Per non parlare poi del dettaglio col quale vengono rappresentati flora e fauna …
Tutti elementi questi che ovviamente richiedono un gran dispendio di tempo ed energie per essere rappresentati, cosa che finisce per ripercuotersi sulla sporadicità delle nuove pubblicazioni: infatti questo è indubbiamente uno dei manga più lenti della storia!
<b>L’EDIZIONE</b>
E qui veniamo alle note dolenti.
La Panini inizialmente edita Berserk in volumetti da un centinaio di pagine l’uno (praticamente vengono dimezzati i volumetti originali giapponesi), questo probabilmente per rendere meno impegnativo l’acquisto di un “fumetto” all’epoca ritenuto pionieristico. Qualche anno dopo col (meritato) successo del titolo arriva anche una seconda edizione più corposa, la “Collection” i cui volumi hanno il doppio delle pagine rispetto alla prima edizione. È la volta poi della versione con ancora più pagine, la “Maximun” che per prima presenta il senso di lettura originale giapponese. Inoltre questa è l’unica edizione (come specificato dall’editore) totalmente esente da censure. Essa è inoltre caratterizzata da un formato molto più grande dei normali volumetti (esagerato a parer mio) ma ha la pecca delle inguardabili copertine dai colori di sfondo “acidi”, nonché l’insopportabile scritta “MAXIMUM” stampata a caratteri cubitali (l’edizione sembra quasi una grossa rivista).
L'ultima nata è l’edizione “Serie Nera” in pratica una semplice Collection con la copertina a sfondo nero. Essa costituisce un triste passo indietro visto che con essa si torna al senso di lettura delle tavole invertito. Essa è la versione editata con i materiali (relativamente) migliori, in quanto presenta una carta abbastanza bianca e compatta ed una rilegatura non troppo rigida.
Nessuna di queste edizioni presenta comunque una sovracoperta.
In definitiva se dovessi consigliare una di queste edizioni ad un potenziale acquirente io al massimo opterei “momentaneamente” per la Collection in quanto in continua ristampa e quindi facilmente reperibile.
Dico “momentaneamente” perché in realtà non sono pienamente convinto da nessuna delle sopracitate edizioni, in quanto nessuna di esse è lontanamente degna della grandiosa dell’opera d’arte partorita dalla genialità di Kentaro Miura.
Probabilmente per avere la fortuna di vedere l’edizione definitiva di Berserk dovremo attendere il termine della serie e forse sperare che i diritti passino ad un altro editore più serio (Slam Dunk “Deluxe” docet).
<b>Concludendo</b>: per quel che riguarda il voto avevo intenzione di decurtare un punto al totale a causa della non eccellenza delle varie edizioni Planet Manga; ma visto che tutto sommato non mi sembra il caso di penalizzare quest’opera a causa di scelte editoriali di dubbio gusto, ho preferito optare per il voto massimo: 10 e lode!
By Oberon
Devo ammettere di avere un forte debito nei confronti di Berserk, questo è infatti il titolo che mi ha fatto conoscere ed amare alla follia il mondo dei manga. Non dimenticherò mai il giorno in cui passando davanti un edicola notai la copertina del numero 15 di Berserk Collection: fu amore a prima vista! Non ci pensai su due volte e subito lo acquistai, per poi sfogliarlo incuriosito strada facendo, mentre tornavo a casa. Trascorsi una settimana intera a rileggere quello stesso volumetto, che nostalgia...
Prima di allora non avevo mai letto fumetti (Topolino non lo conto dai!) figuriamoci i “fumetti giapponesi”!
Ormai ne ho letti tanti di titoli (non solo manga) e anche se ogni tanto mi innamoro momentaneamente di un nuovo titolo, quando prendo in mano un nuovo volume di Berserk ogni dubbio viene spazzato via: questo non è un bel manga... ma IL manga.
Anche se non è semplice cercherò di spiegare il perché di questa “coraggiosa” dichiarazione, non vorrei infatti che questa venisse considerata come la solita sparata del fanatico di turno.
Berserk è un manga geniale che io ritengo completo in ogni suo aspetto, e che raggiunge l’apoteosi in ogni sua possibile componente, ma andiamo con ordine:
<b>LA TRAMA</b>
È probabilmente l’elemento più importante del manga, e può vantare una profondità davvero rara (e non solo in ambito fumettistico). È un qualcosa che ti prende a livello viscerale e che sa (non a caso) di ineluttabilità, di maledizione e sofferenza. È una storia che si basa su sacrifici estremi, scelte difficili e conseguenze ancor più inesplicabili. Credetemi non saranno rari i casi in cui vi ritroverete a soffrire letteralmente, a sperare ed addirittura a piangere a causa delle vicende che ruotano attorno ai protagonisti (ma anche ai personaggi secondari) di questa opera, tanto che spesso risulterà realmente faticoso tornare alla banale realtà … realtà che vi sembrerà molto più rosea una volta terminata la lettura di un albo di Berserk.
Miura come narratore va indubbiamente encomiato in quanto capace, come pochi, di compiere scelte forti e coraggiose, ma che allo stesso tempo non risultano gratuite o banalmente sensazionalistiche (e qui mi fermo visto che non voglio assolutamente rivelare nulla della trama).
Volevo solo aggiungere che, visto il magistrale intreccio narrativo e la precisione con la quale questo viene portato avanti, son dell’opinione che Miura sappia bene dove voglia andare a parare, e che abbia da tempo ben chiaro l’epilogo di questa epica e colossale vicenda … e ciò, inutile dirlo, è un ottimo presupposto che lascia ben sperare in un finale all’altezza di tutta la saga.
Leggendo Berserk si comprende infine come esista un sentimento forte ed intenso almeno quanto l’amore: l'odio che porta alla vendetta!
<b>IL DISEGNO</b>
Berserk è un’opera che praticamente abbraccia tutta la carriera artistica di Miura, e proprio in virtù di tale principio è facile notare, anche per l’occhio meno esperto, come l’opera si evolva stilisticamente. Come si può evincere anche da alcune immagini presenti in questa sede, i disegni dei primi volumi sono indubbiamente di buona fattura ma i personaggi risultano ancora spigolosi e troppo fedeli alla tipica idealizzazione nipponica, inoltre i rapporti chiaroscurali sono fortemente contrastanti. Nonostante ciò si può già notare la genialità di Miura, soprattutto nella rappresentazione delle inquietanti creature oniriche (gli apostoli).
Senza tirarla per le lunghe, il tratto di Miura diviene, col progredire dei volumi, molto più morbido, le anatomie sempre più precise ed il campionario tonale sempre più ampio. Inoltre si fa notevolmente più accorto ed intelligente l’utilizzo di tratteggi e retini, tanto da far quasi assomigliare le vignette di Berserk a delle acqueforti seicentesche.
Una nota a parte la merita a parer mio la visionarietà di Miura: le sue creature mostruose e le ambientazioni surreali non hanno nulla da invidiare a grandi nomi del panorama artistico di ogni tempo e genere, e le citazioni/omaggi si sprecano. Inevitabile citare il film Hellraiser, o artisti allucinati come Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel o HR Giger.
È inquietante notare poi come ogni creatura, per quanto assurda, mostruosa e ancestrale, risulti anatomicamente credibilissima, e questa è una capacità ad esclusivo appannaggio di un autentico genio … e scusate se è poco.
Maniacale è poi la rappresentazione di ogni dettaglio delle armature e degli accessori in genere, che tra una vignetta e l’altra vengono anche sviscerati nelle loro funzionalità: e il caso delle giunture o delle decorazioni di armature ed armi, nonché fermagli, lacci, cuciture e fibbie di vesti e borse. Per non parlare poi del dettaglio col quale vengono rappresentati flora e fauna …
Tutti elementi questi che ovviamente richiedono un gran dispendio di tempo ed energie per essere rappresentati, cosa che finisce per ripercuotersi sulla sporadicità delle nuove pubblicazioni: infatti questo è indubbiamente uno dei manga più lenti della storia!
<b>L’EDIZIONE</b>
E qui veniamo alle note dolenti.
La Panini inizialmente edita Berserk in volumetti da un centinaio di pagine l’uno (praticamente vengono dimezzati i volumetti originali giapponesi), questo probabilmente per rendere meno impegnativo l’acquisto di un “fumetto” all’epoca ritenuto pionieristico. Qualche anno dopo col (meritato) successo del titolo arriva anche una seconda edizione più corposa, la “Collection” i cui volumi hanno il doppio delle pagine rispetto alla prima edizione. È la volta poi della versione con ancora più pagine, la “Maximun” che per prima presenta il senso di lettura originale giapponese. Inoltre questa è l’unica edizione (come specificato dall’editore) totalmente esente da censure. Essa è inoltre caratterizzata da un formato molto più grande dei normali volumetti (esagerato a parer mio) ma ha la pecca delle inguardabili copertine dai colori di sfondo “acidi”, nonché l’insopportabile scritta “MAXIMUM” stampata a caratteri cubitali (l’edizione sembra quasi una grossa rivista).
L'ultima nata è l’edizione “Serie Nera” in pratica una semplice Collection con la copertina a sfondo nero. Essa costituisce un triste passo indietro visto che con essa si torna al senso di lettura delle tavole invertito. Essa è la versione editata con i materiali (relativamente) migliori, in quanto presenta una carta abbastanza bianca e compatta ed una rilegatura non troppo rigida.
Nessuna di queste edizioni presenta comunque una sovracoperta.
In definitiva se dovessi consigliare una di queste edizioni ad un potenziale acquirente io al massimo opterei “momentaneamente” per la Collection in quanto in continua ristampa e quindi facilmente reperibile.
Dico “momentaneamente” perché in realtà non sono pienamente convinto da nessuna delle sopracitate edizioni, in quanto nessuna di esse è lontanamente degna della grandiosa dell’opera d’arte partorita dalla genialità di Kentaro Miura.
Probabilmente per avere la fortuna di vedere l’edizione definitiva di Berserk dovremo attendere il termine della serie e forse sperare che i diritti passino ad un altro editore più serio (Slam Dunk “Deluxe” docet).
<b>Concludendo</b>: per quel che riguarda il voto avevo intenzione di decurtare un punto al totale a causa della non eccellenza delle varie edizioni Planet Manga; ma visto che tutto sommato non mi sembra il caso di penalizzare quest’opera a causa di scelte editoriali di dubbio gusto, ho preferito optare per il voto massimo: 10 e lode!
By Oberon
L'opera che sto per recensire è una di quelle opere che difficilmente non conoscerete, essenzialmente per due motivi. Da una parte abbiamo il fatto che stiamo parlando di un capolavoro del fumetto giapponese, dall'altra il fatto che è oramai in prosecuzione da vent'anni, se non ricordo male, quindi almeno una volta l'avrete sentito nominare.
Così come avrete sicuramente già sentito parlare di Berserk, avrete sentito parlare del suo autore, Kentaro Miura. Miura non è un semplice mangaka, è un artista, un pittore forse, se per pittore possiamo definire anche chi fa tavole in bianco e nero, ma visto che Miura fa anche illustrazioni a colori (guardate le copertine) allora Miura può essere a tutti gli effetti definito un pittore, poi capiamoci, l'avete mai visti i quadri di Dalì?
Insomma Miura è un grande, i suoi disegni sono poesia, sono arte. Ma si sa che la poesia e l'arte costano, in questo caso più che soldi, costano tempo, perché infatti l'unico difetto di questo manga è il tempo. Insomma per permettere a Miura di deliziarci gli occhi con quei quadri che taluno chiama vignetta, dobbiamo avere pazienza, molta pazienza. I volumi di Berserk escono con cadenza non periodica, in media un 2 volumetti l'anno, poi può capitare un anno fortunato in cui ne escono 4, immediatamente seguito da un anno magro in cui ne esce 1. Pubblicato dalla Panini in diversi formati, inizialmente con la classica edizione sottiletta caratterizzata da copertine michelangiolesche in tutto il loro splendore, seguito, come ormai è legge, dall'edizione Collection che raggruppa due sottilette. Seguito a sua volta dalla Collection "Serie Nera" (una Collection con i bordi neri) e infine dalla Maximun Edition che ci porta un Berserk con un formato più grande rispetto alle altre due edizioni. Per ora il manga, che come avrete capito è ancora in fase di pubblicazione in Giappone, è ancora, almeno penso, lontano dalla fine, ma conta già 64 volumi sottiletta, 32 nelle altre edizioni (non tutti sono ancora usciti nell'edizione Nera e Maximun). Il costo è quello classico delle edizioni Panini, con sottiletta a 2,00-2,20 euro e Collection a 4,00-4,30 euro, il rapporto prezzo-qualità per ora mi sembra più che buono, spero rimanga su questa soglia.
Disegni stupendi, questo è chiaro, ma la storia? La storia forse è ancora più bella dei disegni, certo non è una trama da affrontare con un ragazzino di 5 anni, almeno che non abbiate disponibilità economica sufficiente per pagarvi una sessantina di sedute da un buon psicologo.
Non fatelo leggere neanche al vostro parroco di fiducia se non volete passare un paio d'ore davanti alla Sacra Rota o qualsiasi altro tribunale Ecclesiastico. L'ambientazione è quella tipica di un fantasy, ambientato quindi in un mondo chiaramente ispirato all'Europa Medievale della Guerra dei Cent'Anni, con chiari influssi fantasy, come la presenza di elfi, creature demoniache e altri personaggi altamente caratteristici. Berserk è fortemente influenzato da delle atmosfere cupe e opprimenti, le definirei "soffocanti", tuttavia in linea con la trama del manga. I paesaggi che Miura ci propone in tutta la loro perfezione quasi maniacale (guardatevi una tavola di Berserk e capirete) sono paesaggi tristi e desolati, sembra di stare nella Regione di Mordor (chi si è visto Il Signore degli Anelli sa cosa intendo), in definitiva sono assai scarsi i prati lussureggianti od i boschi incantati tipo il Bosco di Lorien (sempre paragonandoci all'opera Tolkieniana). Ma in fondo tale scelta è quasi obbligata visto la trama dell'opera.
Berserk è un'opera che consiglio veramente a tutti, perché è un capolavoro riconosciuto non solo da me e perché comunque tratta di una storia accattivante che difficilmente vi annoierà. Però, lo sconsiglio vivamente a chi di voi, invece, è fortemente impressionabile o chi legge manga solo per rischiararsi l'animo dopo una giornata faticosa. Non è un manga certo che vi porterà a ridere, tranne in qualche rara eccezione, ma sicuramente con una storia d'impatto che supera per bellezza molti romanzi d'autore. In definitiva è un capolavoro che secondo me chiunque, tranne quei pochi casi a cui precedentemente ho accennato, dovrebbe avere nella proprio collezione. Insomma un classico, un capolavoro entrato di diritto nell'Olimpo del Manga, o semplicemente un passatempo che non rimpiangerete ma su cui dovrete armarvi non di armi, ma di sana pazienza.
Così come avrete sicuramente già sentito parlare di Berserk, avrete sentito parlare del suo autore, Kentaro Miura. Miura non è un semplice mangaka, è un artista, un pittore forse, se per pittore possiamo definire anche chi fa tavole in bianco e nero, ma visto che Miura fa anche illustrazioni a colori (guardate le copertine) allora Miura può essere a tutti gli effetti definito un pittore, poi capiamoci, l'avete mai visti i quadri di Dalì?
Insomma Miura è un grande, i suoi disegni sono poesia, sono arte. Ma si sa che la poesia e l'arte costano, in questo caso più che soldi, costano tempo, perché infatti l'unico difetto di questo manga è il tempo. Insomma per permettere a Miura di deliziarci gli occhi con quei quadri che taluno chiama vignetta, dobbiamo avere pazienza, molta pazienza. I volumi di Berserk escono con cadenza non periodica, in media un 2 volumetti l'anno, poi può capitare un anno fortunato in cui ne escono 4, immediatamente seguito da un anno magro in cui ne esce 1. Pubblicato dalla Panini in diversi formati, inizialmente con la classica edizione sottiletta caratterizzata da copertine michelangiolesche in tutto il loro splendore, seguito, come ormai è legge, dall'edizione Collection che raggruppa due sottilette. Seguito a sua volta dalla Collection "Serie Nera" (una Collection con i bordi neri) e infine dalla Maximun Edition che ci porta un Berserk con un formato più grande rispetto alle altre due edizioni. Per ora il manga, che come avrete capito è ancora in fase di pubblicazione in Giappone, è ancora, almeno penso, lontano dalla fine, ma conta già 64 volumi sottiletta, 32 nelle altre edizioni (non tutti sono ancora usciti nell'edizione Nera e Maximun). Il costo è quello classico delle edizioni Panini, con sottiletta a 2,00-2,20 euro e Collection a 4,00-4,30 euro, il rapporto prezzo-qualità per ora mi sembra più che buono, spero rimanga su questa soglia.
Disegni stupendi, questo è chiaro, ma la storia? La storia forse è ancora più bella dei disegni, certo non è una trama da affrontare con un ragazzino di 5 anni, almeno che non abbiate disponibilità economica sufficiente per pagarvi una sessantina di sedute da un buon psicologo.
Non fatelo leggere neanche al vostro parroco di fiducia se non volete passare un paio d'ore davanti alla Sacra Rota o qualsiasi altro tribunale Ecclesiastico. L'ambientazione è quella tipica di un fantasy, ambientato quindi in un mondo chiaramente ispirato all'Europa Medievale della Guerra dei Cent'Anni, con chiari influssi fantasy, come la presenza di elfi, creature demoniache e altri personaggi altamente caratteristici. Berserk è fortemente influenzato da delle atmosfere cupe e opprimenti, le definirei "soffocanti", tuttavia in linea con la trama del manga. I paesaggi che Miura ci propone in tutta la loro perfezione quasi maniacale (guardatevi una tavola di Berserk e capirete) sono paesaggi tristi e desolati, sembra di stare nella Regione di Mordor (chi si è visto Il Signore degli Anelli sa cosa intendo), in definitiva sono assai scarsi i prati lussureggianti od i boschi incantati tipo il Bosco di Lorien (sempre paragonandoci all'opera Tolkieniana). Ma in fondo tale scelta è quasi obbligata visto la trama dell'opera.
Berserk è un'opera che consiglio veramente a tutti, perché è un capolavoro riconosciuto non solo da me e perché comunque tratta di una storia accattivante che difficilmente vi annoierà. Però, lo sconsiglio vivamente a chi di voi, invece, è fortemente impressionabile o chi legge manga solo per rischiararsi l'animo dopo una giornata faticosa. Non è un manga certo che vi porterà a ridere, tranne in qualche rara eccezione, ma sicuramente con una storia d'impatto che supera per bellezza molti romanzi d'autore. In definitiva è un capolavoro che secondo me chiunque, tranne quei pochi casi a cui precedentemente ho accennato, dovrebbe avere nella proprio collezione. Insomma un classico, un capolavoro entrato di diritto nell'Olimpo del Manga, o semplicemente un passatempo che non rimpiangerete ma su cui dovrete armarvi non di armi, ma di sana pazienza.
Manga anti-clericale per eccellenza, una meravigliosa protesta contro il cristianesimo e anche un'ottima trattativa delle situazioni nel medioevo con splendide descrizioni di emozioni come amicizia ed amore, il tutto disegnato in una maniera sublime e curata nei minimi dettagli con dei piccoli sketch per alleggerire la vicenda.
Che dire di questo capolavoro di manga... credo che qualsiasi parola spesa non renda minimamente conto della bellezza delle immagini. Berserk parte molto in sordina, infatti, ad un primo sguardo, sembra essere il classico manga ambientato nel medioevo che affronta le tematiche del bene e del male in continua lotta. Questa è una impressione superficiale. La storia è condita da diversi elementi che rendono conto della complessità narrativa e della commistione dei generi: tradimenti, fantasy, epica cavalleresca, insieme ad un tocco di humour assegnato ad alcuni personaggi per smorzare i toni e le atmosfere a volte troppo cupe. Le tematiche del destino che può essere cambiato (in quanto l'uomo è artefice del proprio fato) e del coronamento dei propri sogni (Grifis e Gatsu così diversi ma così uguali al contempo perché entrambi bramano di portare a termine i propri desideri) costellano l'universo di Miura. Gatsu, rappresenta una delle figure tipiche della mitologia germanica, il berserk, infatti Miura non disdegna di attingere dalla mitologia nordica alcune caratteristiche che sono incarnate da alcuni personaggi. Il flashback iniziale ha anche una notevole importanza per il lettore perché svela alcuni particolari della vita di Gatsu. Man mano che il manga prosegue, si assiste ad un miglioramento dei disegni ed a un crescendo di emozioni che culmina nell'episodio dell'eclissi. Il manga non è di certo strappalacrime ma al contrario catapulta il lettore in un mondo dove sono la forza e la violenza a dominare e dove quindi vige la legge del più forte. Questo comporta alcune scene in cui il popolo subisce le prepotenze: stupri, assassini, battaglie feroci ed all'ultimo sangue sono gli ingredienti sapientemente intrecciati dal mangaka, che non scade mai negli eccessi. A giustificare le azioni sanguinarie è il background storico che fa da cornice alla vicenda. Lo stesso Gatsu è nato dal ventre della madre già morta, uccide il padre adottivo, e per il resto del manga le sue mani saranno bagnate dal sangue. Ogni personaggio è curato sia graficamente che psicologicamente, specie Gatsu, che nel momento in cui indossa l'armatura del berserk perde il controllo di sé. Il manga vuole creare nel lettore suspense e certamente non rimarrete delusi da ciò che Miura ha saputo creare.
Assolutamente straordinario nel complesso! Innanzitutto come realizzazione tecnica delle tavole, penso che sia il miglior manga degli ultimi anni. La parte del flashback è assolutamente da leggere, dove la parte forte è dovuta essenzialmente alla caratterizzazione dei personaggi i quali sono in grado di dar luogo a discorsi intensi e molto profondi (Grifis in primis)! Originalità per quanto riguarda i demoni. Calo abbastanza evidente, ma non pesante dopo la saga della torre della resurrezione in cui si può notare una certa monotonia nella storia che tende a discostarsi dal filone principale. L'unica gravissima pecca è che il lettore non può aspettare 20 anni e non scoprire ancora come vada a finire questa sensazionale opera perché può causare frustrazione.
Vivido, sanguigno ed elettizzante. Tutto ciò è Berserk e molto, molto di più! Un lavoro di Miura eccellente. L'ambientazione medievale è perfetta, i personaggi carichi di sentimento e Gatsu non è il solito protagonista bello e buono ma è un uomo maledetto, "marchiato" e tradito dal suo migliore amico, quasi un'antieroe per il suo carattere irruento e battagliero. La trama ruota attorno alla vendetta anche se nella parte finale altre ragioni muovono la storia. Un manga incredibile, nudo e crudo. Assolutamente da leggere.
Berserk è uno dei manga più convincenti del genere horror fantasy che io abbia mai letto. La trama ed i disegni sono senza dubbio eccezionali (incredibile la quantità di dettagli in ogni singola tavola), ed almeno sino alla saga della torre dell'ascensione era un'opera da 10 pieno. Intendiamoci: non è che le parti successive siano brutte, è solo che c'è stata una svolta decisa verso il genere fantasy, a scapito dell'elemento horror che aveva reso così unico e innovativo Berserk. Il voto finale (8) è una media tra la prima parte (appunto sino alla torre dell'ascensione) e quella successiva (i capitoli del falco millenario).
Semplicemente straordinario!
Penso di avere letto tutta la storia almeno 5 volte, non mi è mai successo con altri manga.
I disegni sono il massimo che potete trovare in circolazione,nessuno gli si avvicina neppure,ogni tavola è un'opera d'arte.
La storia è favolosa e Gatsu è, a mio parere, uno dei personaggi più carismatici mai creati, senza contare tutti gli altri...
Le ambientazioni e le armature dei soldati sono riprodotte in maniera impeccabile,solo pregi potete trovare in questi manga.
Il top! Lo dovete leggere così capirete che c'è Berserk e poi ci sono i manga.
Unica pecca è la lentezza con cui stanno uscendo gli ultimi numeri, ma non importa pur di leggere questa storia straordinaria potrei attendere anni!
Penso di avere letto tutta la storia almeno 5 volte, non mi è mai successo con altri manga.
I disegni sono il massimo che potete trovare in circolazione,nessuno gli si avvicina neppure,ogni tavola è un'opera d'arte.
La storia è favolosa e Gatsu è, a mio parere, uno dei personaggi più carismatici mai creati, senza contare tutti gli altri...
Le ambientazioni e le armature dei soldati sono riprodotte in maniera impeccabile,solo pregi potete trovare in questi manga.
Il top! Lo dovete leggere così capirete che c'è Berserk e poi ci sono i manga.
Unica pecca è la lentezza con cui stanno uscendo gli ultimi numeri, ma non importa pur di leggere questa storia straordinaria potrei attendere anni!
Berserk è un capolavoro indiscusso dove violenza, mistero, amore, odio, si susseguono l'uno dietro l'altro. Per gli amanti del genere è quello che aspettavano da tanto senza però dimenticare che Berserk non è un'opera come le altre. Il mondo di Berserk è tanto fantastico quanto reale, si perchè quando si arriva a leggere i capitoli relativi all'armata dei falchi ci si chiede di come si sia potuto evolvere il mondo fino ad arrivare a quelle creature pazzesche! Ma un conto è dirlo e un altro è leggerlo. Non voglio descrivere l'opera con fatti e avvenimenti perchè non riuscirei a riassumere pienamente quella che è la maestosità di Berserk. Posso solo dire che dal primo fino al 24 circa sembra essere per modo di dire tutto reale dopodiché comincia a farsi strada veementemente la magia, senza però far scendere la trama e i relativi avvenimenti. L'unica nota dolente, ahimè, è quella riguardante il padre di Berserk ossia: Kentaro Miura. Il quale dopo un inizio strabiliante con circa nove volume all'anno è arrivato a farne pubblicare soltanto la misera cifra di due all'anno ovvero uno ogni sei mesi. Le cause possono essere molteplici: mancanza di idee, ispirazione per regalarci un finale apocalittico inimmaginabile (benché la fine sembri essere ancora lontana) oppure la consapevolezza dello stesso che la sua opera frutta un sacco di soldi e magari sa benissimo che quando tutto finirà gli sarà impossibile ripetersi. Beh che dire magari sarà soltanto dovuto allo stress accumulato in questi anni poichè le tavolette sono disegnate con una maestria unica. Auguriamoci solo che il prossimo volume esca il più presto possibile infondo noi paghiamo, avremo anche il diritto di reclamare no? BERSERK DOMINA!
Berserk di Kentaro Miura, cosa dire? Iniziò benissimo, e mi riferisco ai primi capitoli intrisi di violenza, mistero,dove iniziavamo a porci delle domande, dove rileggevamo più volte ogni numero, prosegue fino alla fine del meraviglioso flashback della squadra dei falchi ancora meglio,dove ogni personaggio ti comunicava emozioni e stati d'animo con un semplice sguardo, e ora? A parte i disegni, che migliorano sempre più, il punto dolente è la storia. Credo che l'autore, e sono sicuro lo faccia a scopo di lucro, stia allungando troppo il brodo per vendere numeri in più, mettendo troppissima carne al fuoco, e rendendo la faccenda sempre più ingarbugliata. Inoltre tutto si è appiattito, storia, personaggi, situazioni, rispetto ai primi numeri sembra un altro manga. Qua e là c'è ogni tanto qualcosa di carino, ma un nulla se paragonato al periodo del flashback. Posso capire che mantenere una continuità narrativa per tanto tempo è difficile, ma mi pare che Berserk sia, ora come ora, una caricatura di se stesso. Da fantasy horror è diventato un fantasy demenziale per ragazzini (vedi Isidoro, Shilke e Ibarella e Puck, disegnato sempre in maniera superdeformed, in ogni vignetta). Sono finiti i bei tempi in cui Gatsu faceva a pezzi il conte lumacone davanti alla figlia... ora dobbiamo sorbirci Isidoro che con una spada di legno e un pugnale si butta a capofitto contro gli apostoli... Se, ironicamente, ci fosse un televoto per eliminare i personaggi, credo che ora come ora Gatsu si autoeliminerebbe... Il voto poteva essere molto più alto, ma considerato il manga che è diventato... Non credo in una ripresa, sinceramente...
Che dire di questo fantastico manga???
Beh... lo si deve leggere ASSOLUTAMENTE, ha una storia avvincente diversa dagli altri manga letti finora, è uno dei miei preferiti, colui che è vicino al podio dei migliori. Gli ultimi numeri erano un pò pesantucci, ma ora si sta trasformando di nuovo... i protagonisti sono uno meglio dell'altro. Il mio preferito è Caska, perchè le hanno dato una personalità dura ma allo stesso tempo fragile, ma anche Gatsu e gli altri non sono male e credo che tutti voi ne abbiate sentito parlare bene, e che almeno qualche numero lo abbiate letto. Quindi più di consigliare di leggerlo non posso fare!
Beh... lo si deve leggere ASSOLUTAMENTE, ha una storia avvincente diversa dagli altri manga letti finora, è uno dei miei preferiti, colui che è vicino al podio dei migliori. Gli ultimi numeri erano un pò pesantucci, ma ora si sta trasformando di nuovo... i protagonisti sono uno meglio dell'altro. Il mio preferito è Caska, perchè le hanno dato una personalità dura ma allo stesso tempo fragile, ma anche Gatsu e gli altri non sono male e credo che tutti voi ne abbiate sentito parlare bene, e che almeno qualche numero lo abbiate letto. Quindi più di consigliare di leggerlo non posso fare!
Questo è uno dei manga più belli mai realizzati, inferiore solo a Dragon Ball e all'inimitabile Elfen Lied. Anche se nella storia non è difficile trovare alti e bassi (i capitoli di Albione, che pur essendo un necessario sviluppo della trama sono stati sceneggiati troppo lentamente e in maniera ripetitiva) ormai non siamo più di fronte ad un semplice manga. E' tutto un romanzo, una gigantesca narrazione della vita del protagonista che ci viene raccontato in tutti i suoi aspetti, rendendolo molto più umano di altri personaggi di manga di vita "reale". Sfido chiunque a trovare un'altra produzione dove la maturzione dei personaggi è così ben caratterizzata; la trama è estremamente affascinanate e coinvolgente, specie negli ultimi capitoli del flashback della squadra dei falchi, un lunghissimo e bellissimo artifizio letterario per spiegare come mai gatsu ce l'ha a morte coi mostri. Per spiegare ciò Miura ha creato una delle saghe più appassionanti della storia dei manga, dove molti altri avrebbero liquidato tutto in un paio di capitoletti con la classica storiella banale del massacro della propria famiglia/amici. Un manga consigliato a tutti, un capolavoro, una produzione che potrà entrare nelle pietre miliari del genere.
Berserk è uno di quei fumetti che secondo me TUTTI dovrebbero leggere.
il primo uscì molti anni orsono ed è davvero fantastico a mio parere poter percorrere insieme all'autore tutta la sua maturazione (vent'anni si fanno sentire dato che il primo se non sbaglio usci in giappone nel 1989). Si può notare perfettamente come il disegno e il tratto in generale muti fino a raggiunge l'oramai ambita perfezione del volume 62/63.
Le critiche che troverete nelle altre recensioni sono però effettivamente giustificate: Vi sono dei punti veramente bassi della storia che hanno fatto storcere il naso perfino a me che ne sono accanito sostenitore... ma è anche vero che è da diverso tempo che si è anche ripreso, tra un disegno INECCEPIBILE e una trama sempre più intricata e "irragiungibile" è tornato ai fasti di un tempo.
Davvero consigliato a chiunque poichè è una pietra miliare del GENERE MANGA!!
il primo uscì molti anni orsono ed è davvero fantastico a mio parere poter percorrere insieme all'autore tutta la sua maturazione (vent'anni si fanno sentire dato che il primo se non sbaglio usci in giappone nel 1989). Si può notare perfettamente come il disegno e il tratto in generale muti fino a raggiunge l'oramai ambita perfezione del volume 62/63.
Le critiche che troverete nelle altre recensioni sono però effettivamente giustificate: Vi sono dei punti veramente bassi della storia che hanno fatto storcere il naso perfino a me che ne sono accanito sostenitore... ma è anche vero che è da diverso tempo che si è anche ripreso, tra un disegno INECCEPIBILE e una trama sempre più intricata e "irragiungibile" è tornato ai fasti di un tempo.
Davvero consigliato a chiunque poichè è una pietra miliare del GENERE MANGA!!
Fan accanita e sostenitrice animata dello stile di Miura non posso che apprezzare un'opera di questo livello. Vero che i primi disegni dimostrano l'immaturità dell'autore ma con il passare dei volumi dimostra tutta la sua bravura. La trama è affascinante, i personaggi sembrano usciti da una favola che si distorce lentamente in un incubo che sembra non avere mai fine. Tutto brillante e grandioso fino alla disfatta della squadra dei falchi perchè quello che segue diventa una ricerca morbosa del cattivo da parte del buono ostacolato da un'infinità di stupidi ostacoli che annoiano e sonniferano i lettori. I nuovi compagni dell'eroe attirano poco l'attenzione e obbligano a concentrare l'attenzione su un Gatsu stanco e consumato. Spero ardentemente in qualche svolta interessante e in una conclusione che sia degna dei due protagonisti.
Berserk era la punta di diamante, quando la Panini lanciò i manga nelle edicole. Molt'acqua è passata sotto i ponti da allora e questo fumetto è sempre andato in alto. Dai disegni, che richiamavano Ken il guerriero, alla storia che fondeva con Fantasy e Horror in maniera magistrale. Eppure anche Kentaro Miura, che sembrava promettere bene, si è lasciato andare. Come Kazushi Hagiwara, o Eiichiro Oda o Yukito Kishiro e chi più ne ha, più ne metta. Se la parte della Torre di Albione era accativante, dando uno spessore al mondo dove si svolgono le vicende, dopo l' arrivo della maghetta la questione si fa un pò più delicata e insicura. Insomma Kentaro Miura sembrà aver perso il punto di vista, che lo avrebbe condotto a realizzare un manga stupendo. Ancora però deve finire, quindi chi vivrà vedrà... Per ora...
P.S. Una piccola cosa sull' edizione italiana. Complimenti all'angolo della posta Mondo Oscuro dove, i fan hanno fatto sfoggio di nozioni, che partivano da "come fa Gatsu a maneggiare una spada come l' ammazzadraghi?" a " Cosa significa Berserk, qual'é l' origine di questo Titolo?". Questo è voler bene a un Manga!
P.S. Una piccola cosa sull' edizione italiana. Complimenti all'angolo della posta Mondo Oscuro dove, i fan hanno fatto sfoggio di nozioni, che partivano da "come fa Gatsu a maneggiare una spada come l' ammazzadraghi?" a " Cosa significa Berserk, qual'é l' origine di questo Titolo?". Questo è voler bene a un Manga!
Allora come è risultato già evidente da molte recensioni Berserck può essere diviso in 2: la prima parte (io ho la collection) fino al 25 è e dir poco DIVINA , dall' entrata in scena della maghetta si ha un calo assurdo, forse dovuto al fatto che miura la sta tirando troppo per le lunghe o non si sta concentrando su le cose che veramente i lettori vogliono sapere ,ad esempio a me piacerebbe sapere qualcosa di più dei componenti della mano di dio, del loro passato e del cavaliere del teschio.
Se la storia comincia a perdere colpi con l'avanzare dei numeri e ne è testimonianza anche la mancanza di dialoghi di più di tre righe negli ultimi numeri, il disegno da bellissimo che era all'inizio diventa sublime, il migliore che abbia mai visto su un fumetto... che dire, secondo me va letto.
Se la storia comincia a perdere colpi con l'avanzare dei numeri e ne è testimonianza anche la mancanza di dialoghi di più di tre righe negli ultimi numeri, il disegno da bellissimo che era all'inizio diventa sublime, il migliore che abbia mai visto su un fumetto... che dire, secondo me va letto.
In due parole Berserk rimane un'opera maestosa e di ampio respiro,vuoi per la realizzazione che dura ormai da un ventennio,vuoi perchè il risultato di questa preparazione ha fissato degli standard di eccellenza per un manga sotto molti aspetti.
Dopo il tankobon 25 la storia e il contorno hanno preso il più classico degli indirizzi fantasy e gli elementi magici e un gruppo di nuovi compagni per Gatsu in stile D&D la fanno da padrone.
Questo potrebbe far storcere il naso a chi ha sempre trovato che il punto di forza di Berserk fosse il realismo e l'indipendenza dai soliti clichè,come il sottoscritto.
Sì perchè l'ambientazione non è un fantasy classico fino al 25esimo tankobon.Se si esclude Pak,un elfo, non si notano elementi quali magie o mostri classici,come orchi e troll introdotti poi.
Il taglio inoltre, nonostante gli elementi fantastici, è maturo e realistico, le atmosfere sono cupe e drammatiche e gli intermezzi comici praticamente assenti.
Personalmente però,dopo numerose ed attente riletture dell'opera nella sua interezza,ho avuto la sensazione di dove il progetto di Miura voglia portare,cioè un lungo e travagliato viaggio di formazione per il protagonista.
Sembra addirittura stupido dirlo dato che Gatsu è sempre stato serissimo e mai ha posseduto la spensieratezza giovanile,ma è rimasto ancorato al passato e al sogno di qualcun altro invece di fare la sua vita.
Nel rincorrere la sua vendetta però ora ha compagni nuovie la vendetta stessa sta quasi perdendo di significato,se affrontata come atto in sè;ma per lui inizia ad avere i connotati dell'opera di protezione del mondo,un mondo popolato da persone come Shilke,Serpico e Caska,a cui lui tiene e che cercano pace e stabilità.
Per quanto riguarda tutti gli aspetti tecnici del manga,Berserk ha alzato l'asticella a livelli finora mai avvicinati da nessuna opera singola.
Il disegno per realismo,ricchezza di particolari e ricerca storica è il migliore mai guardato su un fumetto,forse avvicinato solo da Spawn in alcune circostanze,o da Vagabond per rimanere in Giappone,ma ogni opera se paragonata a Berserk stona da questo punto di vista.
Sceneggiatura e regia anch'esse sono ai massimi livelli,partorite ad arte dopo un'attenta fase di progettazione e nulla è lasciato al caso e,come nelle due opere di Urasawa,Monster e 20th Century Boys,la tensione è sempre altissima e il pathos viene elargito a piene mani.
In definitiva Berserk è e rimane un capolavoro tra i migliori della storia dei manga e sono convinto che,anche se pare aver perso mordente secondo alcuni,a opera conclusa siederà di diritto al suo posto nell'Olimpo manga al fianco di Devilman quanto di Lone Wolf & Cub.
Sarebbe un 9.7-9.8 dati gli ultimi numeri che,senza un seguito adeguato,risulterebbero appannati.
Dopo il tankobon 25 la storia e il contorno hanno preso il più classico degli indirizzi fantasy e gli elementi magici e un gruppo di nuovi compagni per Gatsu in stile D&D la fanno da padrone.
Questo potrebbe far storcere il naso a chi ha sempre trovato che il punto di forza di Berserk fosse il realismo e l'indipendenza dai soliti clichè,come il sottoscritto.
Sì perchè l'ambientazione non è un fantasy classico fino al 25esimo tankobon.Se si esclude Pak,un elfo, non si notano elementi quali magie o mostri classici,come orchi e troll introdotti poi.
Il taglio inoltre, nonostante gli elementi fantastici, è maturo e realistico, le atmosfere sono cupe e drammatiche e gli intermezzi comici praticamente assenti.
Personalmente però,dopo numerose ed attente riletture dell'opera nella sua interezza,ho avuto la sensazione di dove il progetto di Miura voglia portare,cioè un lungo e travagliato viaggio di formazione per il protagonista.
Sembra addirittura stupido dirlo dato che Gatsu è sempre stato serissimo e mai ha posseduto la spensieratezza giovanile,ma è rimasto ancorato al passato e al sogno di qualcun altro invece di fare la sua vita.
Nel rincorrere la sua vendetta però ora ha compagni nuovie la vendetta stessa sta quasi perdendo di significato,se affrontata come atto in sè;ma per lui inizia ad avere i connotati dell'opera di protezione del mondo,un mondo popolato da persone come Shilke,Serpico e Caska,a cui lui tiene e che cercano pace e stabilità.
Per quanto riguarda tutti gli aspetti tecnici del manga,Berserk ha alzato l'asticella a livelli finora mai avvicinati da nessuna opera singola.
Il disegno per realismo,ricchezza di particolari e ricerca storica è il migliore mai guardato su un fumetto,forse avvicinato solo da Spawn in alcune circostanze,o da Vagabond per rimanere in Giappone,ma ogni opera se paragonata a Berserk stona da questo punto di vista.
Sceneggiatura e regia anch'esse sono ai massimi livelli,partorite ad arte dopo un'attenta fase di progettazione e nulla è lasciato al caso e,come nelle due opere di Urasawa,Monster e 20th Century Boys,la tensione è sempre altissima e il pathos viene elargito a piene mani.
In definitiva Berserk è e rimane un capolavoro tra i migliori della storia dei manga e sono convinto che,anche se pare aver perso mordente secondo alcuni,a opera conclusa siederà di diritto al suo posto nell'Olimpo manga al fianco di Devilman quanto di Lone Wolf & Cub.
Sarebbe un 9.7-9.8 dati gli ultimi numeri che,senza un seguito adeguato,risulterebbero appannati.
Partiamo da un presupposto: questo manga va letto.
Poi possiamo stare ore a disquisire sulla strada che ha intrapreso la storia, ma alla fine, anche per il fatto che tanto fa discutere, ci troviamo davanti ad un capolavoro.
Fino ai capitoli dell'eclissi avevamo tra le mani un opera maestosa dove emozioni quali amicizia, amore, ferocia e quant'altro si mescolano in un turbine veramente fantastico.
Il disegno è stupendo così come la trama che ancora non presenta elementi magici, ma è ben ancorata ai principi di quella che sembra un'epoca medievale.
Con i capitoli successivi, sembra che Miura abbia un pò perso il filo stesso della storia, mutandola radicalmente ed affiancando a Gatsu altri personaggi che se all'inizio risultano quasi fastidiosi, con il passare del tempo e delle avventure vengono impressi in un contesto più appropriato.
Ci sono talmente tanti particolari, tanti aneddoti da raccontare, che non si finirebbbe mai. L'unico consiglio che posso dare è quello di leggerlo, poi ognuno potrà farsi un'idea personale, ma sono sicuro che dopo i primi albi vi sentirete tutti un membro della squadra dei Falchi.
Poi possiamo stare ore a disquisire sulla strada che ha intrapreso la storia, ma alla fine, anche per il fatto che tanto fa discutere, ci troviamo davanti ad un capolavoro.
Fino ai capitoli dell'eclissi avevamo tra le mani un opera maestosa dove emozioni quali amicizia, amore, ferocia e quant'altro si mescolano in un turbine veramente fantastico.
Il disegno è stupendo così come la trama che ancora non presenta elementi magici, ma è ben ancorata ai principi di quella che sembra un'epoca medievale.
Con i capitoli successivi, sembra che Miura abbia un pò perso il filo stesso della storia, mutandola radicalmente ed affiancando a Gatsu altri personaggi che se all'inizio risultano quasi fastidiosi, con il passare del tempo e delle avventure vengono impressi in un contesto più appropriato.
Ci sono talmente tanti particolari, tanti aneddoti da raccontare, che non si finirebbbe mai. L'unico consiglio che posso dare è quello di leggerlo, poi ognuno potrà farsi un'idea personale, ma sono sicuro che dopo i primi albi vi sentirete tutti un membro della squadra dei Falchi.
Berserk è un fumetto partito fin troppo bene, per questo motivo il periodo di stanca che incontestabilmente ha seguito l'episodio di Albione sembra uno scivolone tanto grave. Nella prima parte l'opera è originale nella caratterizzazione di Grifis, carismatico ma crudele nella realizzazione del supo sogno, e nel tema dei bejelit, ovvero sulla natura del "patto col diavolo". Anche l'evoluzione di Gatsu è notevole e credo che assomigli solo superficialmente a quella di Conan: Conan combatte perchè deve diventare re e la vendetta è collaterale; inoltre Gatsu instaura a fatica dei rapporti amichevoli, per cui la loro perdita è per lui ancora più dolorosa. Nella seconda parte del fumetto invece la trama rallenta un pò troppo e vengono inseriti elementi puramente fantasy che personalmente non mi piacciono, anche se offrono spunti interessanti (il mondo "civile" dagli occhi di una maga). Ultimamente è eccessivo anche il ricorso a scenette ridicolo, soprattutto di Pak: un pò vanno bene, ma senza esagerare. Inoltre ci sono personaggi secondari che non hanno sufficiente spessore. Resta sempre molto interessante, comunque, l'evoluzione del protagonista, sottoposto a una tensione interna peggiore del tormento degli spiriti infernali. Vorrei evidenziare coome gli ultimi volumi stiano riprendendo quota, risollevando le sorti di una serie che sembrava paralizzata. Per quanto riguarda la tecnica, beh, posso solo dire che dopo un inizio "incerto" il disegno ha raggiunto livelli di dettaglio e chiaroscuro davvero notevoli, solo la scelta dell'ultimo design dei personaggi è lievemente criticabile, io preferisco ancora lo stile dei fatti di Albione. In conclusione giudico Berserk un ottimo fumetto, che ha avuto qualche pecca da farsi perdonare presto, ma che offre molti spunti interessanti in tavole dal taglio spesso squisito.
PS: la violenza è un mezzo a buon mercato, non il fine. Ma ehi, è un fumetto, no?
PS: la violenza è un mezzo a buon mercato, non il fine. Ma ehi, è un fumetto, no?
Concordo pienamente con tutti i lettori che hanno dato 10 a berserk, ma che si sono scordati dello sviluppo sempre più vuoto e insensato della trama con lo scorrere del tempo. Forse Kentaro Miura si è accontentato del lavoro svolto e ora tira avanti solo per denaro, in attesa della fine E la fine sarà poi degna come l'inizio Io spero di si', comunque se devo dirla tutta, i primi 26 numeri sono qualcosa di eccelso, divino, l'opera omnia del fumetto, ma poi tutto cade pian piano rovinosamente in una storia fantasy dai plot classici e stra rivisti. A questo punto, preferisco il unovo Claymore, che da molti è stato sottovalutato ed etichettato come copia di Berserk (assolutamente falso!). Tuttavia, non ci potremo mai scordare i protagonisti di questa immensa, drammatica, bellissima storia.
[...] Ritengo che non esista fumetto migliore di berserk. Le tematiche trattate sono veramente profonde e l'autore ha saputo caratterizzare i personaggi principali in una maniera veramente sublime. Il cartone animato, essendo una trasposizione del fumetto è incompleto e, a mio modesto parere, veramente mal realizzato! Anche se do comunque un giudizio positivo alla colonna sonora che effettivamente sembra l'unica cosa azzeccata.
Che dire del fumetto: negli ultimi numeri sembra di percepire che siamo ormai arrivati alla fine. Ormai Gatsu non sarà più in grado di portare avanti la sua vendetta ancora per molto. L'armatura del berserk lo sta distruggendo, è dimagrito, deperito e comincia lui stesso ad avere dei dubbi sulla sua missione. E dopo tutte le mille peripezie che si è trovato a dover affrontare penso di non essere l'unico che comincia a essere seriamente preoccupato sul destino che lo attende.
Il disegno del fumetto rispetto ai primi numeri è cambiato raggiungendo la perfezione. Gli ultimi numeri sono dei veri e propri capolavori d'arte, quindi si può dire che anche da questo punto di vista sia un prodotto molto valido!
E poi scusatemi, ma ditemi un altro fumetto che presenta una trama così carica di emozioni?! Non esiste... l'unico fumetto che gli tiene testa egregiamente è Sandman di Gaiman, da cui tra l'altro Miura secondo me ha preso leggermente spunto per quel che riguarda la creazione della mano di Dio..
Consiglio questa splendida avventura a tutti gli amanti del medioevo, del fantasy, delle storie d'amore, dell'horror, dell'amicizia fraterna, del disegno in se e per se, delle religioni e soprattutto lo consiglio a tutti coloro che non si arrendono mai alle difficoltà della vita! Perchè berserk è questo! Berserk è forza di volontà!
Buona lettura a tutti
Che dire del fumetto: negli ultimi numeri sembra di percepire che siamo ormai arrivati alla fine. Ormai Gatsu non sarà più in grado di portare avanti la sua vendetta ancora per molto. L'armatura del berserk lo sta distruggendo, è dimagrito, deperito e comincia lui stesso ad avere dei dubbi sulla sua missione. E dopo tutte le mille peripezie che si è trovato a dover affrontare penso di non essere l'unico che comincia a essere seriamente preoccupato sul destino che lo attende.
Il disegno del fumetto rispetto ai primi numeri è cambiato raggiungendo la perfezione. Gli ultimi numeri sono dei veri e propri capolavori d'arte, quindi si può dire che anche da questo punto di vista sia un prodotto molto valido!
E poi scusatemi, ma ditemi un altro fumetto che presenta una trama così carica di emozioni?! Non esiste... l'unico fumetto che gli tiene testa egregiamente è Sandman di Gaiman, da cui tra l'altro Miura secondo me ha preso leggermente spunto per quel che riguarda la creazione della mano di Dio..
Consiglio questa splendida avventura a tutti gli amanti del medioevo, del fantasy, delle storie d'amore, dell'horror, dell'amicizia fraterna, del disegno in se e per se, delle religioni e soprattutto lo consiglio a tutti coloro che non si arrendono mai alle difficoltà della vita! Perchè berserk è questo! Berserk è forza di volontà!
Buona lettura a tutti
Triste, ma non la storia ma l'evoluzione di un manga in una maniera veramente deludente.
Partiamo dal presupposto che per me l'anime è nettamente migliore, anche se questo si ferma all'eclissi.
Le tavole di Miura non mi danno emozioni come quando sentivo la cavalcata dell'armata dei falchi alla carica o tanto altro ancora. E' tutto molto piatto in uno stile fantasy horror, che non mi dispiacerebbe, se non fosse che la parte più bella è ormai dimenticata (cioè quella del flashback).
Il manga è ormai al volume 61 ed io mi sono fermato ovviamente molto prima, non oso immaginare le oscenità proposte fino a quel numero :(
Mi sono imposto di leggere almeno questi primi volumi in quanto l'anime mi è piaciuto moltissimo ma allo stesso tempo mi ha lasciato l'amaro in bocca per via del "non finale" veramente gratuito ed immotivato, quando bastava fare un episodio in più per dare una "chiusura" momentanea all'anime.
Ho letto così in epoca tarda rispetto al duo primo rilascio, questa parte di manga. Che dire? Deludente, tutti lamentavano che il manga era infinitamente migliore, che molte scene importanti erano state tagliate ecc. Quando invece alla fine giusto un leggero approfondimento in più sull'infanzia di Guts sarebbe bastato per rendere più completo l'anime.
E' vero l'anime è più lungo ha più scene, ma tanto i mostri sono tutti uguali e gli stupri pure, a che sarebbero serviti?
Mah! Ad ogni modo ricordiamoci sempre che un anime, nel bene e nel male, non si può paragonare ad un manga, sarebbe come paragonare un aereo ad un treno, credo che anche un bambino capisca la differenza.
Eppure la massa lo acclama con fior di 10 come miglior manga degli ultimi 10 anni, allora meno male che non leggo manga, visto che questo è il migliore, pensa il peggio cos'è.
O forse basta semplicemente fornire alla massa un pò di squartamenti (a volte pure ripetitivi per giunta) qualche stupro quà e la (anche gratuito a volte) ed è fatta.
Forse sono io e quei pochi altri che ci aspettavamo un prodotto di un certo tipo.
Non consiglio la lettura del manga a chi odia la ripetitività delle cose, a chi detesta eventi sconclusionati dediti soltanto ad allungare il brodo ( e quindi per fare markeing/business) a chi ha visto l'anime e ne ha un bel ricordo nonostante l'insana pseudo fine.
Buona lettura a tutti.
Partiamo dal presupposto che per me l'anime è nettamente migliore, anche se questo si ferma all'eclissi.
Le tavole di Miura non mi danno emozioni come quando sentivo la cavalcata dell'armata dei falchi alla carica o tanto altro ancora. E' tutto molto piatto in uno stile fantasy horror, che non mi dispiacerebbe, se non fosse che la parte più bella è ormai dimenticata (cioè quella del flashback).
Il manga è ormai al volume 61 ed io mi sono fermato ovviamente molto prima, non oso immaginare le oscenità proposte fino a quel numero :(
Mi sono imposto di leggere almeno questi primi volumi in quanto l'anime mi è piaciuto moltissimo ma allo stesso tempo mi ha lasciato l'amaro in bocca per via del "non finale" veramente gratuito ed immotivato, quando bastava fare un episodio in più per dare una "chiusura" momentanea all'anime.
Ho letto così in epoca tarda rispetto al duo primo rilascio, questa parte di manga. Che dire? Deludente, tutti lamentavano che il manga era infinitamente migliore, che molte scene importanti erano state tagliate ecc. Quando invece alla fine giusto un leggero approfondimento in più sull'infanzia di Guts sarebbe bastato per rendere più completo l'anime.
E' vero l'anime è più lungo ha più scene, ma tanto i mostri sono tutti uguali e gli stupri pure, a che sarebbero serviti?
Mah! Ad ogni modo ricordiamoci sempre che un anime, nel bene e nel male, non si può paragonare ad un manga, sarebbe come paragonare un aereo ad un treno, credo che anche un bambino capisca la differenza.
Eppure la massa lo acclama con fior di 10 come miglior manga degli ultimi 10 anni, allora meno male che non leggo manga, visto che questo è il migliore, pensa il peggio cos'è.
O forse basta semplicemente fornire alla massa un pò di squartamenti (a volte pure ripetitivi per giunta) qualche stupro quà e la (anche gratuito a volte) ed è fatta.
Forse sono io e quei pochi altri che ci aspettavamo un prodotto di un certo tipo.
Non consiglio la lettura del manga a chi odia la ripetitività delle cose, a chi detesta eventi sconclusionati dediti soltanto ad allungare il brodo ( e quindi per fare markeing/business) a chi ha visto l'anime e ne ha un bel ricordo nonostante l'insana pseudo fine.
Buona lettura a tutti.
Era da qualche tempo che Berserk mi incuriosiva avendone sentito parlare (anche su qst sito) ma avevo dei dubbi a causa dei numerosi giudizi negativi. Poi per caso mi è capitato di trovare il primo volume ad è stato amore a prima lettura! In pochi mesi ho acquistato tutti i 31 numeri della collection (che fatica a trovarli!) e non me ne sono certo pentita, anzi...
La trama non è per niente lenta e incoerente; il flashback spiega come e perchè gatsu sia divenuto il guerriero nero dei primi volumi. Miura mosta personaggi interessanti (poco caratterizzti alcuni cm Pipin etc...) e affascinanti come Grifis. Indimenticabile la scena dell'eclissi , la sua drammaticità, il sacrificio della squadra dei falchi da parte di Grifis dopo la comprensione e la riscoperta del fatto che il suo sogno vada anteposto a ogni cosa, anche all'amicizia con Gatsu. E come scordare la frase "fra mille compagni e ancor più nemici solo tu mi hai fatto dimenticare il mio sogno" prima della fatidica decisione? Riguardo Albione (per chi definisce sconclusionati questi capitoli) è indispensabile al resto della storia in quanto vede il ritorno di Grifis. Altrimenti come può il falco arrivare a portata di Gatsu? A proposito degli inquisitori è l'uovo stesso a dire a Luka che nel caso di diversi misteri e miracoli è servito il suo aiuto dando certi poteri a chi li desiderava (del resto è un beji gigante, no?). Con la rinascita di Grifis e del nuovo mondo cambia anche l'ambientazione di Berserk. Gli elimenti fantasy diventano molto più accentuati (orchi, troll, streghe...) perchè realtà differenti iniziano a fondersi. Interessante è l'evoluzione del personaggio di Gatsu non più interamente dedito alla vendetta che viene sostituita dalla decisione di prendersi cura della persona amata. Scelta comunque non totale. Gatsu è diviso, in bilico tra il continuo desiderio ancora esistente e forte, prepotente, istintivo di vendetta e quello più ponderato di proteggere caska. Da qui nasce in Gatsu la necessità di avere qualcuno con cui affrontare le difficoltà. Per quanto riguarda i suoi nuovi compagni reputo molto suggestivo il breve flash back riguardante Serpico e Farnese. Trovo Shilke un elemento che diverrà sempre più indispensabile anche per la sanità mentale di Gatsu. Isidoro è divertente, comico anche se sarebbe bastato Pak (che ultimamente più che un elfo ha un design idiota).
Nn trovate inquietante la presa di possesso e familiarità di Pak verso il suo Beji? "E' mio, io lo curo, il suo cibo preferito è il formaggio" brr... che schifo. Comunque W BERSERK! Leggetelo!
La trama non è per niente lenta e incoerente; il flashback spiega come e perchè gatsu sia divenuto il guerriero nero dei primi volumi. Miura mosta personaggi interessanti (poco caratterizzti alcuni cm Pipin etc...) e affascinanti come Grifis. Indimenticabile la scena dell'eclissi , la sua drammaticità, il sacrificio della squadra dei falchi da parte di Grifis dopo la comprensione e la riscoperta del fatto che il suo sogno vada anteposto a ogni cosa, anche all'amicizia con Gatsu. E come scordare la frase "fra mille compagni e ancor più nemici solo tu mi hai fatto dimenticare il mio sogno" prima della fatidica decisione? Riguardo Albione (per chi definisce sconclusionati questi capitoli) è indispensabile al resto della storia in quanto vede il ritorno di Grifis. Altrimenti come può il falco arrivare a portata di Gatsu? A proposito degli inquisitori è l'uovo stesso a dire a Luka che nel caso di diversi misteri e miracoli è servito il suo aiuto dando certi poteri a chi li desiderava (del resto è un beji gigante, no?). Con la rinascita di Grifis e del nuovo mondo cambia anche l'ambientazione di Berserk. Gli elimenti fantasy diventano molto più accentuati (orchi, troll, streghe...) perchè realtà differenti iniziano a fondersi. Interessante è l'evoluzione del personaggio di Gatsu non più interamente dedito alla vendetta che viene sostituita dalla decisione di prendersi cura della persona amata. Scelta comunque non totale. Gatsu è diviso, in bilico tra il continuo desiderio ancora esistente e forte, prepotente, istintivo di vendetta e quello più ponderato di proteggere caska. Da qui nasce in Gatsu la necessità di avere qualcuno con cui affrontare le difficoltà. Per quanto riguarda i suoi nuovi compagni reputo molto suggestivo il breve flash back riguardante Serpico e Farnese. Trovo Shilke un elemento che diverrà sempre più indispensabile anche per la sanità mentale di Gatsu. Isidoro è divertente, comico anche se sarebbe bastato Pak (che ultimamente più che un elfo ha un design idiota).
Nn trovate inquietante la presa di possesso e familiarità di Pak verso il suo Beji? "E' mio, io lo curo, il suo cibo preferito è il formaggio" brr... che schifo. Comunque W BERSERK! Leggetelo!
CI SONO UN PAIO DI SPOILER. Berserk non è un capolavoro e non lo è mai stato. E' un ottimo passatempo, questo si, un bel giocattolone, un racconto d'avventura cupo e violento, però non ha altro scopo che quello di intrattenere il pubblico e di far campare di rendita Kentaro Miura e soci. Forse più che un discadimento della qualità della narrazione c'è stata una maturazione nei gusti e nelle attese di chi leggeva il manga 5-10 anni fa... Innanzitutto gli elementi fantasy sono presenti fin dalle prime storie (con Puk che non dovrebbe trovarsi lì, accidenti, perché contraddice tutto quello che sugli elfi dirà in futuro!). Il design delle creature è quanto di più banale e convenzionale si possa immaginare, il tratto è si ricco di enfasi, ma molto ruvido (anche se non necessariamente è un male), la trama è debole e scadente, ispirata a piene mani dall'immaginario medieval-fantastico di molto cinema, letteratura, fumetti. Soprattutto Conan, come qualcuno ha giustamente osservato, non solo dal film di Milius, ma anche dai fumetti che hanno per protagonista il re barbaro. L'ambientazione somma e amalgama suggestioni diverse da qualche parte si sente perfino l'atmosfera morbosa in stile nome della rosa, con quel medioevo oppresso da una non meglio specificata religionereligiosità, che potrebbe anche costituire in futuro, si spera, una evoluzione della trama, con qualche colpo di scena ben piazzato. rnQuello che ha fatto il successo del manga, secondo me, è la violenza, e l'idea di disperazione e pathos che Miura, forse inconsciamente, è riuscito a creare in alcuni singoli episodi, soprattutto nella prima parte, e raggiungendo l'acme nell'ormai celeberrima scena dell'eclisse, con il corpo scarnificato e muto di Grifis, il suo sguardo tagliente e tremante mentre decide il sacrificio di tutti i suoi compagni. Non che dei suoi compagni freghi niente a qualcuno, perché in Berserk quando siamo fortunati la caratterizzazione dei personaggi raggiunge la macchietta....ma l'abitudine che il lettore ha instaurato con essi infonde più pathos al distacco. La stessa funzione hanno le morti innocenti e le prepotenze subite dagli altri personaggi secondari (Vargas, i viandanti che ospitano Guts e la bambina del villaggio di Lucille) e la tensione, quasi sessuale (sfido chiunque a negarlo) tra Grifis e Guts (specchio uno dell'altro, tanto che in più di un occasione è difficile dire chi sia dalla parte del torto e chi dalla ragione) e tra Farnese (e Farnese). Tutti questi elementi via via si stanno rarefacendo, con l'avanzare dell'età di Miura, man mano che il sacro fuoco dell'ispirazione si assottiglia e il suo portafoglio si ingrassa. L'autore lascia molto spazio a scenette pseudocomiche che fanno ridere solo i giappi (contenti loro), aggiunge personaggi ed elementi perfino più complessi che in passato (la religione,appunto, Farnese, appunto, ma anche Serpico, Sonia e Shilke), ma non li sfrutta, lascia invece troppo spazio a personaggi inutili, imbarazzanti e fiacchi come Puk e Isidoro (che hanno proprio rotto i coioni, sono i più grandi rompiballe dell'universo). Sul protagonista invece, io credo che l'autore stia facendo un discorso interessante prima è un (anti)eroe convenzionale alla Kenshiro, muto, rozzo, giovane e incazzato (come Miura agli esordi) perché ha avuto un'infanzia difficile; ora è maturo e ha esperienza, ma sente il peso del sangue e del dolore, che lo stanno lentamente e inesorabilmente consumando, e benché egli, conscio, non possa fare marcia indietro, ha messo in secondo piano la vendetta, perché ha scelto di proteggere chi ama, forse per non perdere quella specie di seconda (o terza)famiglia che si è ora creato, ovvero Caska, a sua volta diventata, purtroppo, una figura puramente strumentale e pretestuosa. rnNel frattempo il disegno si è molto raffinato, merito, io credo, dei molti assistenti del maestro Miura, che forse sanno disegnare meglio di lui. La trama ora segue i binari classici dei racconti d'avventura e non c'è più il pathos di una volta a subire e a morire sono solo le comparse senza importanza, l'eroe non è più solo e disperato (intorno a me c'è solo morte, o qcs del genere)...ma se a un certo punto l'autore decidesse si riservare la stessa sorte della prima squadra dei falchi ai nuovi personaggi, se decidesse di sacrificarli, forse si compirebbe di nuovo quel miracolo della parte centrale. Quindi non si può dire che il racconto complessivamente abbia perso quella sua strampalata coerenza interna. Diciamo solo che col passare del tempo Berserk si è palesato per quello che è, un buon racconto d'avventura cupo e violento, e il suo autore anche lui abbandonata la maschera di genio si sa rivelato il solito soggettone nerd (come il 90% dei mangaka). Non capisco chi dice che in fatto di manga o fumetti non ci sia niente di meglio in giro, ragazzi, ma cosa leggete dragonball se volete qualcosa di più maturo nei fumetti leggete alan moore, o buttatevi sull'underground
E' veramente difficile parlare di Berserk in poche righe ma quello che mi ha colpito subito del fumetto di Miura è apparte il buon disegno la maturita' della trama che affronta problematiche attualissime riviste in un medioevo fantasy che si snoda tra i piu' classici troll e orchi hai piu' fantasiosi demoni e mostri che la mente umana possa creare il tutto farcita da una dose di realismo e crudezza che cerca di farci vivere in prima persona i fatti che il disegnatore a creato chi non ha sofferto per Shilke o per Isidoro o per Lucine. Bisogna dare atto a Miura di essere un gran narratore e caratterizzatore i personaggi principali o no in pochissime paggine diventano subito riconoscibbilissimi e le loro avventure conquistano in una manciata di pagine. Dall'altra parte ci sono alcuni difetti che almeno io ho notato e ha cui non posso non fare riferimento, il manga è troppo lento la trama scorre veramente poco e abbiamo perso via via quello che era il guerriero nero che adesso come adesso sembra piu' una bambinaia, la violenza e' andata via via diminuendo e per alcuni sicuramente questo non e' un difetto ma per altri si'. Comunque tirando le somme Berserk e' un gran bel fumetto e sapra conquistarvi soprattutto i volumi centrali che sono l'apice di una serie che tuttora dopo anni e' ancora avvincente e sapra' catturarvi
Oddio, non credo di essere in grado di recensire Berserk... Perché dargli 10? Perché è il MANGA con tutte le lettere maiuscole!! Miura ha creato una storia dove tutto ciò che esiste al mondo prende forma e ci viene raccontato. La vita di un uomo, la vendetta (Gatsu), il sogno, la disperazione, il tradimento (Grifis), la follia (il Re di Midlands), il fanatismo religioso (Mozgus), come ragionano le masse, l'eresia, lo stupro, la violenza gratuita, la fantasia con i suoi mostri e i suoi elfi, la solitudine, l'alienazione (Shirke), la stima (Isidoro) portando tutti questi elementi al limite estremo grazie all'uso di un'ambientazione Fantasy. C'è tutto, ma la cosa sorprendente è che tutto è collegato e non un semplice calderone confusionario. Incredibile, semplicemente il miglior manga, anzi fumetto di tutti i tempi passati, presenti e probabilmente futuri.
Trovo molto più facile paragonrlo ai grandi romanzi ottocenteschi (I demoni, Guerra e Pace tanto per citarne due) che ai fumetti.
Trovo molto più facile paragonrlo ai grandi romanzi ottocenteschi (I demoni, Guerra e Pace tanto per citarne due) che ai fumetti.
Manga assolutamente eccezzionale! Esistono davvero pochi manga come questo, forse nessuno, la storia è stata davvero ben adattata a tutti i colpi di scena, le ambientazioni sono realistiche, e poi non è solo guerra e spargimenti di sangue è anche molto riflessivo, è davvero un manga completo! L'unico pecca di questo capolavoro è che da quando Griffits è rinato la storia è diventata un pò fratagliata, secondo me è dovuto al fatto che l'animo del protagonista è cosi ed è ciò che l'autore sta cercando di far capire ai lettori e credo che nei prissimi volumi rientrerà in quella continutà già vista nei volumi precedenti...
Berserk è un capolavoro e penso trovi il suyo punto di forza nell'originalità. Mai in un manga erano stati afffrontati il tema del destino e del libero arbitrio come in Berserk. Dire che Berserk è un manga dark o di combattimenti è riduttivo. Berserk secondo me è il manga completo c'è tutto quello che si può chiedere da un fumetto amore, battaglie, dialoghi stupendi, personaggi ben caratterizzati e indimenticabili. Come dimenticare il Guerriero Nero Gatsu è il miglior personaggio che sia mai apparso in una manga (anche se Hanamichi Sakuragi resta un grande FORZA SHOHOKU!) con la sua malvagità, che tanto impressiona, chi legge i primi numeri di Berserk. Poi si arriva a comprendere che Gatsu è stato temprato in quel modo dal crudele mondo che lo circonda e si arriva anche ad avere compassione per lui che poi si tramuta irrimediabilemte in ammirazione per questo splendido personaggio. Insomma mi piange il cuore quando qualcuno snobba berserk al primo volume. Ma credo che Berserk sia cosi o lo si ama alla follia o lo si odia.
Sono una ragazza perciò ho esitato un attimo prima di aprire il primo volume di Berserk, ma una volta fatto non sono più riuscita a distaccarmene. Che dire? Storia fantastica che non stanca mai (come invece si tende a pregiudicare), nonostante le lunghe e crudeli battaglie. Mi sono innamorata di Pak, simpatico elfo accompagnatore di Gatsu, senza il quale questo manga risulterebbe fin troppo crudo. Infine trovo i disegni veramente stupendi (...e ce ne vuole visti i gusti rigidi che ho) e curati nei minimi dettagli.
La storia non perde mai intensità e il filo del discorso non si perde neanche volendo... Bhe BELLISSIMO!!
La storia non perde mai intensità e il filo del discorso non si perde neanche volendo... Bhe BELLISSIMO!!
Dopo aver letto la recensione fatta da travellerKino devo dire che probabilemte ha esagerato un po' con il voto basso, ma indubbiamente ha fatto un'analisi molto piú accurata rispetto alla valanga di non-pensanti che hanno dato 10 al fumetto senza ammettere che Miura lo sta autodistruggendo. Inizialmente anche io gridavo al capolavoro, ma subito dopo la fine del flashback tutto il castello di carte crolla e ció che é peggio é che il declino continua inesorabile da piú di 10 anni. Concordo con la maggior parte di ció che travellerKino ha scritto, e da come lo ha scritto capisco che é stato spinto dalla delusione piuttosto che da un odio immotivato, la stessa delusione che provo io ogni volta che leggo un nuovo volume e capisco che il finale é ancora lontano, e da come stanno le cose sará molto probabilmente una mezza porcheria... come cigliegina sulla torta aggiungo che in questi 20 anni lo stile grafico di miura é cambiato molto.... in peggio. A vedere come era Grifis alle origini e come é diventato ora mi viene da piangere, il livello di dettaglio é aumentato molto, ma le facce sono diventate tutte simili e inguardabili, i personaggi una volta carismatici sono stati sostituiti quasi del tutto da altri patetici. Kentaro uccidi in fretta questo cavallo agonizzante... per la cronaca il 6 l'ho dato in onore del bellissimo flashback, tutto il resto del fumetto merita 4.
Mai una graphic novel ha visto uno studio più approfondito per la creazione di un personaggio principale. Se il manga inizia come un pugno nello stomaco buttandoci addosso la vita maledetta di gatsu, ben presto Miura ci permette di riprendere fiato narrandoci la storia, per quanto drammatica, dell'ascesa di un uomo e di un gruppo di uomini votati ad una idea superiore. Un riscatto che si incarna nella figura di Grifis che attraverso di se regala a tutta la squadra dei Falchi quello che loro stessi definiscono un sogno. Proprio come un sogno è il lungo flashback dal quale l'inseguimento dei Cani Neri e l'Eclisse ci risvegliano in un climax di crudeltà ed epicità raramente visti su carta stampata. E siamo di nuovo nel mondo maledetto di Gatsu. Ma il genio di Gatsu non si limita a raccontarci del Berserk che trova la sua vendetta, come molti avrebbero voluto. Miura ha un mondo intero da raccontare. L'avvento della reincarnazione di Grifis porta un mondo nuovo che ha le sua regole, le sue creature ed una sua storia, diverse da quella dei primi numeri. E nonostante l'intensità della prima parte della storia che ci ha portato a capire le motivazioni e la storia del nostro protagonista, Miura trova ancora quel difficile mix di personaggi e situazioni coinvolgenti che anche al numero 30 delle Collection ci fa ancora tremare all'idea di quale sarà lo scontro finale con Grifis. Se il Signore degli Anelli fosse stato pubblicato a puntate, qualcuno lo avrebbe accusato di essersi perso in un fantasy per ragazzini Viva Miura, che la sua penna ci regali emozioni fin quando lo ritenga giusto per lo sviluppo della storia. Per chi non ha pazienza, peccato.
Non capita molto spesso di imbattersi in un manga dal sapore nordico e gotico come Berserk e bisogna davvero dare atto a Miura di essere riuscito a sfruttare con un certo stile questo genere piuttosto insolito per un manga, creando un'atmosfera cupa e grottesca degna di Coleridge o Clive Barker (anche se per un brevissimo periodo). Già dalle prime pagine sono chiare le forti influenze del cinema occidentale, la prima tavola praticamente clonata dal film Conan il Barbaro apre fin da subito uno squarcio su un oscuro mondo di tenebre che di li a poco finirà letteralmente per inghiottire il lettore.Del resto Miura si ispira ai film di Jhon Milius anche nella costruzione del protagonista Guts, il guerriero nero interamente votato alla vendetta e alla guerra ha molti punti in comune con il personaggio di Conan, entrambi infatti oltre che essere mossi dalle medesime motivazioni sono caratterizzati da una certa aggressività anarchica e sprezzante che specialmente nei primi capitoli risulta essere l'aspetto più interessante e accattivante del manga.(Schiacciare i nemici, inseguirli mentre fuggono, e ascoltare i lamenti delle femmine.Questo è bene!). A dire il vero Guts rivela anche un certo aspetto sentimentale della propria personalità, nonostante ostenti la propria insofferenza bastano le parole di Teresia per ridurlo in lacrime portandolo a ripensare al passato e introducendo il famoso flashback sulla squadra dei falchi.
Il flashback sulla squadra dei falchi è probabilmente la parte più convenzionale di tutto il manga, azione, gag comiche (non molto divertenti) e intrighi politici.Il modo in cui Miura cerca di sottolineare l'aspetto umano dei propri personaggi e il consolidarsi dei loro rapporti interpersonali risulta perfino pesante e banale (alla seconda volta che viene nominato siamo già stanchi di sentire di Gaston e della sua fottutissima sartoria), man mano però che l'attenzione si focalizza su Grifis e sulla sua ambizione la cosa si fa decisamente più interessante.Il concetto è abbastanza semplice, quanto in alto possono arrivare delle persone comuni e di poco conto, dei semplici mercenari, contando unicamente sulle proprie forze?
La questione risulta alla fine di una certa importanza al punto che è proprio questo aspetto dell'ambizione di Grifis a far cambiare marcia alla storia spingendola in un crescendo vertiginoso fino al suo culmine nel momento dell'eclissi.Prorpio in questo capitolo del manga Miura finalmente si accorge della carica emotiva trasmessa nei propri disegni e anche se per un brevissimo periodo riesce ad afferrare il cuore del lettore stringendolo in una morsa di angoscia, srfuttando sia il senso di repulsione per la violenza delle scene descritte sia la tensione psicologica creata dalla situazione in sé.In seguito dirà che ad aver influenzato quella parte del manga furono gli eventi di cronaca che nel 1995 sconvolsero l'opinione pubblica giapponese spingendolo a riflettere sul fanatismo religioso e in effetti la differenza con il resto del manga è piuttosto evidente.
Purtroppo però a parte questi pochi capitoli il resto di Berserk risulta abbastanza sconclusionato e incoerente.La parte sul castello di Albione già risente di una certa stanchezza dell'autore anche se in qualche modo la trama resiste.Non vengono spiegate alcune cose (degli inquisitori ad esempio si dice solo che sono mostri simili agli apostoli) e la storia procede in modo piuttosto incongruente rispetto alla parte precedente, tuttavia alcuni dei nuovi personaggi (Farnese e Serpico ad esempio con il loro ambiguo rapporto) ancora funzionano e in un certo senso si arriva ad un finale che potrebbe anche andar bene per concludere il manga.
L'ultima parte invece è decisamente scadente, tutti gli aspetti più caratteristici della prima parte del manga vengono contraddetti o accantonati per dar spazio a personaggi ridicoli ed inconcludenti, dall'horror gotico si passa con una certa disinvoltura ad un banale fantasy per ragazzi piuttosto scontato, passaggio che finisce per trasformare Berserk in una patetica parodia di se stesso.Dopo aver aspettato anni per vedere Grifis-Phemt finalmente in azione cosa succede?Miura lo trasforma in una specie di cosmopavone che va in giro per il mondo ad annunciare il propio avvento, abbandonando l'aspetto Phantom of the Paradise e riportandolo al suo aspetto originale (probabilmente più gradevole).Caska è perennemente fuorigioco la sua demenza infatti libera gli sceneggaitori dallo spiacevole compito di dover farle fare qualcosa, per cui la vediamo solo più quando è ora di fare il bagno o di mangiare.Farnese rinsavita cerca di espiare le proprie colpe diventatndo una brava donna di casa mentre Guts abbandona definitivamente l'archetipo del vendicatore per passare a quello del principe azzurro (l'unica cosa che gli interessa è risvegliare la sua principessa e non importa se questa una volta rinsavita preferirà spassarsela coi nani invece di seguirlo al castello).Anche le interminabili digressioni geopolitiche sull'impero delle midlands e sulle mire di conquista di Grifis (trasformato per l'occasione in Adolph Grifer il condottiero, baluardo dei cattivi e anche dei buoni non tanto svegli che unificherà il mondo) risultano incredibilmente noiose e non fanno che appesantire e ingarbugliare inutilmente una trama agonizzante.Perfino i mostri dopo Albione diventano scontati, per la maggior parte non sono altro che animali, prima i coccodrilli poi le tigri e gli elefanti (mancano solo i clown e i giocolieri), ogni tanto salta fuori qualche scena raccapricciante per ricordarci che si la porcheria che stiamo leggendo è sempre Berserk ma niente di più.In sostanza un manga superficiale e traballante che probabilmente consacrerà Kentaro Miura come il più sopravvalutato mangaka degli ultimi tempi.
Il flashback sulla squadra dei falchi è probabilmente la parte più convenzionale di tutto il manga, azione, gag comiche (non molto divertenti) e intrighi politici.Il modo in cui Miura cerca di sottolineare l'aspetto umano dei propri personaggi e il consolidarsi dei loro rapporti interpersonali risulta perfino pesante e banale (alla seconda volta che viene nominato siamo già stanchi di sentire di Gaston e della sua fottutissima sartoria), man mano però che l'attenzione si focalizza su Grifis e sulla sua ambizione la cosa si fa decisamente più interessante.Il concetto è abbastanza semplice, quanto in alto possono arrivare delle persone comuni e di poco conto, dei semplici mercenari, contando unicamente sulle proprie forze?
La questione risulta alla fine di una certa importanza al punto che è proprio questo aspetto dell'ambizione di Grifis a far cambiare marcia alla storia spingendola in un crescendo vertiginoso fino al suo culmine nel momento dell'eclissi.Prorpio in questo capitolo del manga Miura finalmente si accorge della carica emotiva trasmessa nei propri disegni e anche se per un brevissimo periodo riesce ad afferrare il cuore del lettore stringendolo in una morsa di angoscia, srfuttando sia il senso di repulsione per la violenza delle scene descritte sia la tensione psicologica creata dalla situazione in sé.In seguito dirà che ad aver influenzato quella parte del manga furono gli eventi di cronaca che nel 1995 sconvolsero l'opinione pubblica giapponese spingendolo a riflettere sul fanatismo religioso e in effetti la differenza con il resto del manga è piuttosto evidente.
Purtroppo però a parte questi pochi capitoli il resto di Berserk risulta abbastanza sconclusionato e incoerente.La parte sul castello di Albione già risente di una certa stanchezza dell'autore anche se in qualche modo la trama resiste.Non vengono spiegate alcune cose (degli inquisitori ad esempio si dice solo che sono mostri simili agli apostoli) e la storia procede in modo piuttosto incongruente rispetto alla parte precedente, tuttavia alcuni dei nuovi personaggi (Farnese e Serpico ad esempio con il loro ambiguo rapporto) ancora funzionano e in un certo senso si arriva ad un finale che potrebbe anche andar bene per concludere il manga.
L'ultima parte invece è decisamente scadente, tutti gli aspetti più caratteristici della prima parte del manga vengono contraddetti o accantonati per dar spazio a personaggi ridicoli ed inconcludenti, dall'horror gotico si passa con una certa disinvoltura ad un banale fantasy per ragazzi piuttosto scontato, passaggio che finisce per trasformare Berserk in una patetica parodia di se stesso.Dopo aver aspettato anni per vedere Grifis-Phemt finalmente in azione cosa succede?Miura lo trasforma in una specie di cosmopavone che va in giro per il mondo ad annunciare il propio avvento, abbandonando l'aspetto Phantom of the Paradise e riportandolo al suo aspetto originale (probabilmente più gradevole).Caska è perennemente fuorigioco la sua demenza infatti libera gli sceneggaitori dallo spiacevole compito di dover farle fare qualcosa, per cui la vediamo solo più quando è ora di fare il bagno o di mangiare.Farnese rinsavita cerca di espiare le proprie colpe diventatndo una brava donna di casa mentre Guts abbandona definitivamente l'archetipo del vendicatore per passare a quello del principe azzurro (l'unica cosa che gli interessa è risvegliare la sua principessa e non importa se questa una volta rinsavita preferirà spassarsela coi nani invece di seguirlo al castello).Anche le interminabili digressioni geopolitiche sull'impero delle midlands e sulle mire di conquista di Grifis (trasformato per l'occasione in Adolph Grifer il condottiero, baluardo dei cattivi e anche dei buoni non tanto svegli che unificherà il mondo) risultano incredibilmente noiose e non fanno che appesantire e ingarbugliare inutilmente una trama agonizzante.Perfino i mostri dopo Albione diventano scontati, per la maggior parte non sono altro che animali, prima i coccodrilli poi le tigri e gli elefanti (mancano solo i clown e i giocolieri), ogni tanto salta fuori qualche scena raccapricciante per ricordarci che si la porcheria che stiamo leggendo è sempre Berserk ma niente di più.In sostanza un manga superficiale e traballante che probabilmente consacrerà Kentaro Miura come il più sopravvalutato mangaka degli ultimi tempi.
Credo che un dieci non basti per questo manga che è la quint'essenza della perfezione (non esagero), sinceramente chi dice che l'autore sta allungando il brodo per avere più soldi non capisce assolutamente nulla. Ora berserk come tutti i più grandi romanzi cala i suoi personaggi nel contesto storico in cui vivono e sicuramente Miura non poteva farlo in meno tempo se no la narrazzione sarebbe stata disomogenea (dopo 10 numeri di flashback volete almeno una trentina di numeri che narrano la storia vera e propria o no?). Scusate se mi sono dilungato in polemiche... concludo: CREDETEMI CI TROVIAMO DINNANZI A UNA PIETRA MILIARE DEL MONDO DEI MANGA chi lo perde se ne rammaricherà come io ho fatto perchè stavo per perderlo. Ve lo consiglio caldissimamente.
Non posso smettere di leggerlo!
Questo manga è secondo me il migliore manga del suo genere. La storia è fantastica e non smette mai di coinvolgere. I personaggi hanno una personalità ben definita e incredibilmente realistica... per non parlare dei disegni che sono degli affreschi veri e propri grazie al mitico Miura che non smette mai di stupirci migliorando sempre di più il suo stile... in definitiva questo è il manga definitivo per gli appassionati del genere fantasy/horror, non credo ne esistano di migliori
Questo manga è secondo me il migliore manga del suo genere. La storia è fantastica e non smette mai di coinvolgere. I personaggi hanno una personalità ben definita e incredibilmente realistica... per non parlare dei disegni che sono degli affreschi veri e propri grazie al mitico Miura che non smette mai di stupirci migliorando sempre di più il suo stile... in definitiva questo è il manga definitivo per gli appassionati del genere fantasy/horror, non credo ne esistano di migliori
Un vero capolavoro, oserei dire che nel suo genere è l'apoteosi del manga riesce a scatenare nel lettore un vortice di emozioni contrastanti volte ad analizzare la psiche dei vari personaggi... che dire, in questo manga Miura analizza con estrema precisione il carattere dei personaggi con dialoghi talvolta filosofici e dileziando il lettore con un tratto a dir poco superbo con la cura meticolosa dei dettagli e con l'uso di un chiaro scuro esaltante. Per quanto riguarda la trama (anche se a dire la verità non basterebbero pagine nemmeno per riassumerla velocemente), a grandi linee, una frase può riassumere il manga:"L'UOMO è IL FAUTORE DEL PROPRIO DESTINO" ovvero si parla di un mercenario che lotta con tutte le sue forze contro il suo destino scampando alla morte per proteggere ciò che ama.Concludendo lo consiglio a tutti un vero capolavoro davvero SUBLIME