- Il numero medio di ore lavorative mensili per i professionisti dell'industria dell'animazione è di 219 ore in media, con una mediana di 225 ore, e il valore massimo mensile raggiunto di 336 ore.
- Il salario orario medio si aggira tra 600 (3,68 euro) e 800 yen (4,91 euro), che rappresenta il 14% delle risposte, con una mediana per l'intero settore di 1111 (6,20 euro) yen.
- La differenza nei tempi di lavoro e nei redditi tra uomini e donne sembrerebbe avere un monor divario rispetto ad altre categorie della società giapponese , suggerendo un'equità basata sulle opportunità di impiego e una prevalenza del merito in questo settore.
- Confrontando dipendenti (inclusi quelli a contratto) e lavoratori autonomi, si riscontra che i dipendenti lavorano più ore e hanno un reddito mediano più alto, ma i lavoratori autonomi possono raggiungere limiti di reddito significativamente più elevati.
- Si osserva una diminuzione del trasferimento di conoscenze specifiche dell'industria sul posto di lavoro dopo i 30 anni.
Questo sondaggio è stato realizzato per rivedere in che misura l'immagine di "bassi redditi e lunghe ore di lavoro" corrisponda o diverga dalla realtà nell'industria dell'animazione e per comprendere la situazione attuale, al fine di sfruttare i risultati per future proposte e rivendicazioni.
Guardando il numero di risposte valide per professione, il 59% del totale, ovvero 191 persone, sono animatori, seguiti da 44 registi, 35 addetti alla produzione, poi character e mecha designer (27 persone), designer di oggetti di scena e costumi (23 persone), doppiatori (23 persone), registi (20 persone), addetti vari (15 persone), artisti (14 persone), fotografi (11 persone), specialisti in CG (11 persone), addetti all'audio (10 persone) e sceneggiatori (4 persone).
L'indagine è stata condotta senza distinzione di ruolo professionale, ma questo rapporto si concentra sull'analisi dei ruoli nelle fasi di pre-produzione e produzione. È stato nuovamente confermato che il lavoro dei doppiatori differisce significativamente da quello delle altre professioni nell'industria dell'animazione, pertanto sono previste indagini specifiche sui doppiatori in futuro. (Tabella 1: Numero di risposte per professione tra tutte le risposte)
Focalizzandoci sulle ore di lavoro, si scopre che il 71,4% del settore lavora più di 8 ore al giorno, e il 30,4% oltre le 10 ore. Inoltre, il 58,8% risponde di avere meno di 6 giorni di riposo in un mese.
Da questi dati, il calcolo delle ore di lavoro mensili medie per i professionisti dell'industria dell'animazione ha rivelato che la media è di 219 ore, con un valore mediano di 225 ore, e il valore massimo mensile raggiunto è di 336 ore. Rispetto alla media mensile di ore di lavoro per l'intero Giappone, che è di 162,3 ore, Queste cifre sono eccezionalmente alte, indicando una situazione quasi anomala.
Questa tendenza a lavorare tante ore è diffusa tra tutte le fasce di età dei professionisti del settore; anche tra i lavoratori cinquantenni, il 69% lavora più di 8 ore al giorno e il 21% oltre le 10 ore.
Si lavora tante ore indifferentemente dal genere, con una percentuale sorprendentemente alta di donne che lavorano per lunghe ore. Nella produzione di disegni e immagini, non sembra esserci molta differenza nel modo di lavorare tra uomini e donne, indicando una cultura del "lavorare fino a quando non è completato".
Quasi il 40% guadagna meno di 200.000 yen al mese, ma la differenza tra uomini e donne è minore
Guardando al reddito, il 37,7% di tutti i lavoratori del settore dell'animazione guadagna meno di 200.000 yen (1226 euro) al mese dai lavori correlati all'animazione, equivalente a meno di 2.400.000 yen (14.716 euro) all'anno.
Esaminando più dettagliatamente per età, il 13% dei ventenni guadagna meno di 100.000 yen al mese, e il 67% meno di 200.000 yen, mostrando un aumento del reddito con l'età (Figura 7), ma in ogni fascia di età, il reddito è significativamente inferiore rispetto al reddito medio nazionale per età in Giappone.
Tuttavia, la differenza di reddito tra uomini e donne è minore rispetto alla media nazionale, suggerendo che non ci sono grandi differenze di lavoro tra i sessi all'interno del settore. L'industria dell'animazione è caratterizzata da un'occupazione basata sulle competenze, indipendentemente dal sesso, rendendola relativamente equa dal punto di vista delle opportunità di lavoro tra i sessi.
Guardando al reddito per professione, il reddito degli sceneggiatori, ad esempio, è particolarmente basso, con oltre il 60% che guadagna meno di 200.000 yen al mese. Anche animatori e artisti hanno rispettivamente il 43% e il 45% che guadagna meno di 200.000 yen al mese, equivalenti a meno di 2.400.000 yen all'anno.
Tuttavia, l'11% degli animatori dichiara di guadagnare oltre 10 milioni di yen all'anno, indicando che affinando le proprie competenze si può guadagnare bene. Infatti, nel design di personaggi/meccaniche e di oggetti di scena/costumi, circa il 15% guadagna oltre 700.000 yen al mese, equivalente a oltre 8.400.000 yen all'anno.
Sebbene, come già detto, la regia comporti lunghe ore di lavoro senza necessariamente un alto reddito, più della metà dei registi guadagna oltre 500.000 yen al mese, indicando che un solido avanzamento di carriera può tradursi in maggiori redditi anche in questo campo.
Tuttavia, considerando la tendenza generale in Giappone, dove il reddito medio annuo dei project manager è di 8.915.000 yen (circa 54.555 euro ), si può vedere che i salari nell'industria dell'animazione sono generalmente bassi.
Calcolando l'orario su base oraria combinando il reddito medio mensile e le ore di lavoro, la fascia più comune è quella tra 600 e 800 yen, che rappresenta il 14%, con una mediana di 1111 yen, appena superiore alla media nazionale del salario minimo di 1004 yen a marzo 2024, e leggermente inferiore al salario minimo di Tokyo di 1113 yen.
La crisi del trasferimento di competenze e la situazione di molestie nel settore
In risposta alla domanda su come hanno acquisito le loro conoscenze nel settore, è emersa una significativa differenza tra le generazioni.
Tra coloro che ora sono trentenni o più anziani, era comune apprendere il mestiere attraverso le relazioni sul posto di lavoro, come da colleghi più anziani o supervisori. Tuttavia, tra coloro che sono al di sotto dei trent'anni, questa percentuale è notevolmente diminuita, con un aumento nell'apprendimento autodidattico, tramite istituzioni educative o formazione aziendale. Questo sondaggio ha evidenziato la crisi nella trasmissione delle competenze tecniche nell'animazione, che un tempo avveniva di generazione in generazione in una sorta di sistema di apprendistato.
Le condizioni di lavoro estremamente lunghe e i bassi redditi evidenziate fino ad ora suggeriscono che la capacità e la volontà di insegnare ad altri sono state erose, rivelando l'esaurimento del settore.
Se questa tendenza dovesse continuare, c'è il rischio che le competenze tecniche nel settore dell'animazione possano perdersi e il settore stesso potrebbe collassare, rendendo la trasmissione di Know How estremamente importante per l'intero settore.
E poi c'è il problema delle molestie. Il 65,8% ha ammesso di aver subito molestie, mentre l'85,6% ha dichiarato di aver assistito a queste, suggerendo che le molestie sono relativamente più frequenti nell'industria dell'animazione rispetto alla società in generale.
Tuttavia, solo il 26,9% di coloro che hanno subito molestie ha dichiarato di averlo segnalato, indicando un chiaro mancanza di fiducia nel sistema.
Esaminando le molestie per professione, si scopre che i lavoratori della produzione sono quelli che hanno sperimentato il maggior numero di molestie. Questo potrebbe riflettere le difficoltà della loro posizione, in quanto spesso fungono da intermediari tra il lato della committenza, come registi o produttori, e i destinatari, come gli animatori, necessitando di interagire con molte persone.
Quando si analizzano le molestie in base al genere, gli uomini hanno risposto di aver subito più molestie di tipo non sessuale rispetto alle donne, una tendenza che si riflette anche nelle questioni finanziarie.
"Nonostante la situazione lavorativa e di reddito sfavorevole rispetto alla società in generale, al quesito "Desideri continuare a lavorare nel settore dell'animazione in futuro?" il 71,8% ha risposto "Sì" o "Decisamente sì", con solo il 5,5% che ha risposto "Non molto" o "Per niente".
Questo dimostra che, nonostante le difficoltà, c'è un forte amore per l'animazione e un desiderio di lavorare in questo settore. Speriamo sinceramente che le condizioni di tutti coloro che lavorano nell'industria dell'animazione migliorino e che NAFCA possa contribuire a mantenere e supportare la cultura dell'animazione giapponese, di cui il Giappone va giustamente fiero."
L'associazione NAFCA ambisce a risolvere problemi dell'industria dell'animazione, tra cui quelli riguardanti le condizioni di lavoro, tramite una serie di iniziative, fra cui c'è anche la realizzazione di un archivio atto a preservare cells e disegni per key animation. Come si può vedere, nel comunicato si scrive chiaramente che "le produzioni dell'industria dell'animazione sono sostenute dal desiderio dei loro creatori che 'amano il proprio lavoro' fino ai limiti delle proprie forze fisiche e mentali. In questo momento, purtroppo, non è esagerato dire che tali produzioni sono sull'orlo della bancarotta".
Tra i fondatori troviamo: Masaru Kitao (animatore, Death Note), Naomichi Yamato (regista e assistente alla regia, Trigun Stampede), e Yuko Kaida (doppiatrice, Sylvia Sherwood in SPY x FAMILY).
Fonti consultate:
NAFCA
Certo, sarebbe bello se tutti gli animatori del mondo fossero pagati quanto meritano, avessero benefit, assistenza sanitaria, ferie e diritto a non più di un tot d'ore di lavoro ma mi sembra un utopia..
È anche probabile che questi dati così bassi siano anche dovuti a un eccesso di offerta rispetto alla domanda, che permette agli studi di puntare al ribasso nelle spese e al rialzo nei tempi di lavoro.
Premesso che sono dati abbastanza agghiaccianti... (oddio non che nel mio campo siano tanto diverse: ricerca sanitaria stipendio di ingresso 1000 euro al mese per 8-9 ore al giorno)
Sugli orari di lavoro sarebbe corretto differenziare per il tipo di lavoro: 4 ore ad animare sono diverse da 4 ore a doppiare o a fare il regista.
❌: Animatori ➡ Lavoratori.
Lavoratori ≠ schiavi
è quello che ho detto io
Secondo me se ci sarà davvero un intervento massiccio delle IA ci vorrà in ogni caso un controllo umano e in quel caso continueranno comunque a non cambiare le condizioni di lavoro di chi opera nel settore, perché a quel punto chiederebbero semplicemente di lavorare su più anime contemporaneamente e di fatto la mole di cose da fare rimarrebbe invariata...il problema per me è la mentalità dei datori di lavoro...
Sticappi... un affarone... 🤨
Scusa l'avevo interpretato come un "è un lavoro, non un passatempo"
Non mi stupisco che Shida, uno degli animatori più influenti di Dragon ball, abbia consigliato a un fan che voleva intraprendere questa carriera di lasciar perdere perché non vale minimamente la pena rovinarsi la vita così con le proprie mani.
Detto da lui che economicamente e lavorativamente sta meglio dell'animatore medio, quindi figurati cosa dovrebbero dire gli altri.
L'ho trovato un consiglio molto paterno, e la verità è che sono solo i produttori a godere del successo di una serie, non chi ci ha sputato sangue per una miseria.
Poi un giorno ho conosciuto un ragazzo, diventato poi un carissimo amico, che gli sforzi li aveva già iniziati a farli in Italia per trasferirsi, li in Giappone, dove poi continuare a farli per permettersi di studiare.
La risposta giaceva nei suoi occhi, una motivazione nutrita da una passione incredibile che lo smuoveva, e nonostante fosse consapevole che entrando nel settore, all'inizio perlomeno, guadagnerà meno di quanto prende attualmente come cameriere, continua tutti i giorni, tornato a casa, a disegnare.
Ora però, romanticismo a parte, o il governo interviene strutturalmente per migliorare le condizioni di chi lavora nel settore, anche a livelli bassi, o è complice quanto le aziende stesse.
Non si può pretendere che le persone lavorino solo per "passione".
Complimenti sentiti per l'associazione NAFCA e per chiunque si batta per gli altri.
C'è chi riesce a trovare la passione nel lavoro anche se magari all'inizio non gli piaceva e chi appunto finisce per odiare quello che fa, è una cosa per cui non esistono regole. Per molte di queste persone, anzi oserei dire per tutte, la passione per il loro lavoro è proprio la sola cosa che gli motiva ad andare avanti, quindi direi che è indispensabile.
Mi hai ricordato un episodio della mia infanzia: da piccolo sognavo di diventare un wrestler XD un giorno, mio padre mi portò a vedere per la prima volta un incontro dal vivo (roba italiana, mica la WWE, che tra l'altro allora era sempre WWF) e dopo l'incontro, insieme ad altri ragazzini, riuscì a farmi fare l'autografo dal vincitore. Ovviamente gli dissi "da grande farò il wrestler come te!". Lui sorridendo mi disse "Dammi retta: non farlo". Anni dopo, lessi su una rivista che quello stesso wrestler finì su una sedia a rotelle. Direi che sapeva di cosa parlava...
Sì certo, è un discorso che vale per tutti gli impiegati del mondo, non importa la professione.
Okay ma, in qualsiasi cosa consista questa supervisione, resta il fatto che non potrà essere faticosa come disegnare 100 frames al giorno. Credo.
L'intelligenza artificiale è guidata da esseri umani, bisognerà vedere se saranno sfruttati anche loro o meno (non basta un'innovazione a migliorare il mondo del lavoro, purtroppo)
D'accordo, ma in ogni caso mente e corpo si logorano prima del tempo e verrà sempre da chiedersi se ne vale la pena. Fissarsi solo perché si ha la passione può funzionare per un po', ma in burnout prima o poi ci vai.
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