One Piece, l'opera di culto di Eiichirō Oda, sta riscuotendo un fenomenale successo ed è anche merito dell'anime che ormai da anni ci ha abituati a scene davvero mozzafiato, a cui ha lavorato e continua a lavorare la crème de la crème degli animatori, non solo giapponesi ma di tutto il globo.


Attenzione! Le righe che seguiranno potrebbero rappresentare una fonte di spoiler per chi non è in pari con One Piece.


Vi portiamo oggi la testimonianza diretta di Vincent Chansard, un animatore e storyboarder dai natali francesi, laureatosi pochi anni fa alla Gobelins, una delle accademie artistiche votate all'animazione più famose del mondo e che ha sede, appunto, in Francia. Chansard ha prestato la sua arte a produzioni di tutto il mondo, da Wakfu Primal di Genndy Tartakovsky. Per il Giappone ricordiamo i suoi lavori per Boruto, RWBY: Ice Kingdom (al fianco del meraviglioso lavoro di Hiroto Nagata) e ovviamente One Piece, in cui ha animato parti importanti di episodi come il 1071, con il Gear fifth, o il 1093, tra gli altri.

E il suo lavoro magistrale su One Piece è dunque continuato. Su Twitter, infatti, l'artista ha voluto dare ai suoi seguaci una visione approfondita dell'operato dietro l'episodio 1109, in cui lo spadaccino Zoro si scontra con S-Hawk.
 


Innanzitutto, l'artista ha voluto ringraziare Michibata-san per lo storyboard, e si è dichiarato molto contento di aver lavorato con lei per la sua abilità nel gestire scene d'azione e scene in cui i personaggi esprimono loro stessi tramite il movimento e il dialogo. Per la sua scena Michibata ha posto come condizione che Zoro non potesse reagire. Il concetto al cuore dello scontro è che fosse un duello tra un abilissimo combattente con anni di esperienza alle spalle e un ragazzino con delle armi affilate... più precisamente i suoi stessi arti. Lo storyboard di Michibata ha incuriosito molto Chansard perché gli dava continuamente l'impressione che a ogni passo Zoro potesse commettere un errore fatale; nonostante la palese disparità di forza, la tensione era palpabile. Un'altra cosa che ha trovato interessante è l'enfasi sugli occhi dei personaggi; infatti, la scena pullula di inquadrature degli occhi. L'animatore ha pensato fosse un'ottima modalità per mostrare il loro punto di vista sulla battaglia, nonché mostrare in soggettiva cosa accade attorno, specialmente per Zoro che deve essere estremamente all'erta per poter schivare ogni attacco e proteggere Kaku.

Se lo storyboard è opera di Michibata, quest'ultima ha per il resto dato carta bianca all'animatore e ha lasciato che fosse lui a concepire la coreografia dello scontro. È stato lui ad aver pensato a come i personaggi avrebbero dovuto muoversi durante il combattimento

Nella scena in questione Zoro non combatte con le spade come è solito fare, perciò Chansard è andato a cercare nell'opera dei riferimenti a momenti in cui Zoro ha avuto esperienze simili, e ne elenca alcune, analizzando anche come lo spadaccino tenda di solito più a parare che a schivare, e sia abile sia nel combattimento a terra sia in quello "aereo" tramite salti.

In questa situazione Zoro ha molta più esperienza di S-Hawk, che è praticamente un neonato dal punto di vista del campo di battaglia. Chansard ha voluto rimarcare la distanza tra l'esperienza dei due combattenti, optando per uno Zoro che cerca di controllare il terreno dello scontro e la distanza dal suo sfidante. Quest'ultima cosa ha senso proprio perché Zoro, data la sua esperienza, conosce i pericoli di un nemico come S-Hawk e il controllo della distanza gli serve per tenerlo a bada, sia bloccando gli attacchi sia afferrando il giovane dalle parti non affilate del corpo.

E poi Zoro avrebbe potuto liberarsi di Kaku lanciandolo temporaneamente in aria quando nello scontro si fosse palesata la possibilità di creare distanza con S-Hawk. Anche il dover portare un "fardello" è qualcosa che ha dato da riflettere a Chansard che è andato a cercare delle references direttamente nel manga. Chansard riporta dei punti in cui Zoro ha combattuto portando un "terzo incomodo", che nel suo caso era Sogeking. Anzi, in quel caso stava usando il compagno di ciurma direttamente come arma.
 
One Piece Sogeking Zoro


La vera sfida della scena, ammette l'animatore, è invece lo stile di combattimento di S-Hawk. Lo stile dei Seraphim sembra, di solito, rifarsi al combattente su cui ciascuno è basato, ma nel caso di S-Hawk ha immaginato uno stile a mani nude simile a quelli di Daz Bonez o della Cipher Pol, perché nella sua mente S-Hawk avrebbe passato più tempo con loro che con altri.

Ne deriva una declinazione del suo stile di combattimento molto pulito e formale, con delle pose stabilite; ha dunque immaginato che i suoi movimenti, data la mancata esperienza, fossero estremamente belli ma pieni di gesti non necessari, formali, con attacchi prevedibili per un veterano come Zoro.

Per S-Hawk, Chansard ha voluto utilizzare uno stile che gli permettesse di usare sia braccia che gambe, basato più che altro su uno stile di kung fu. Invece Zoro, dall'alto della sua esperienza, ha uno stile misto, da lotta, e più difficile da leggere. L'animatore preferirebbe in genere una commistione di più arti marziali, dal taekwondo, al muay thai, al brazilian jiu-jitsu, e ne approfitta per strizzare l'occhio ai prossimi episodi che potrebbero contenere qualche forma di boxe.
 
One Piece - Cipher Pol


Sicuramente uno scontro come quello tra S-Hawk e Zoro non è così importante come altri, però anche in un combattimento secondario il pensiero che va alla coreografia e alla scelta degli stili è profondo, nonché fondamentale per l'ottima resa della scena. Chansard però ha dovuto anche smorzare i toni del combattimento, proprio perché non si trattava di uno scontro così importante per il compagno di Luffy: non doveva sembrare il suo scontro definitivo.

Anticipa anche che le prossime scene di One Piece a cui avrà lavorato saranno comunque brevi, come quella dell'episodio 1101, ma spera di poter avere a che fare con uno scontro abbastanza grosso al più presto.

Vi lasciamo con il thread originale in cui l'artista spiega il profondo processo e pensiero che c'è dietro un "semplice scontro secondario".
 
Ringraziamo di cuore Vincent Chansard per il suo meraviglioso "wall of text" di spiegazione, a rimarcare quanto dare vita a dei personaggi non è una semplice giustapposizione in sequenza di immagini ma un processo e un discorso che va al cuore della storia e della narrazione che essi portano con sé.


Fonte consultata:
Account Twitter di Vincent Chansard.