L'Anime Mirai Festival di AnimeClick tenutosi il 21-22 settembre a Torino ha ospitato non solo proiezioni cinematografiche, ma anche panel con ospiti d'eccezione. In questo modo si ha avuto modo di offrire una bella esperienza a tutti i fan dell'animazione giapponese senza dimenticare il proprio obiettivo culturale.
Il 21 settembre si è tenuto il secondo evento gratuito presso l'Università di Torino moderato da Alessandro Falciatore e intitolato "Il presente e futuro del manga in Italia". I relatori, Asuka Ozumi (Dynit Manga), Marco Schiavone (J-POP) e Cristian Posocco (Star Comics), hanno fatto il punto della situazione sul mercato manga in Italia analizzandone l'evoluzione negli ultimi anni e parlando anche di una figura editoriale che lavora dietro le quinte il cui funzionamento viene spesso poco considerato dal grande pubblico: il licensing.
Sicuramente la pandemia ha giovato al mercato manga in Italia. In un periodo in cui non era possibile uscire di casa e non vi erano molte alternative per passare il tempo, moltissimi hanno ricominciato a leggere e hanno (ri)scoperto anche i manga. Eppure già dai primi anni 2000 ci sono stati molti cambiamenti da parte delle case editrici, le quali hanno iniziato a discostarsi dalle "edizioni sottilette" e a proporre edizioni sempre più fedeli a quelle giapponesi. Ma il cambiamento più tangibile risiede nella nuova generazione di lettori: non solo è più comune per i giovani leggere manga e guardare anime, ma il gusto stesso è cambiato rispetto ai lettori di vent'anni fa, tanto che figure come Junji Ito (il suo Tomie pubblicato per la prima volta in Italia nel 2006-2007) sono passati da autori poco calcolati ad artisti "must read", ovvero la cui lettura è fondamentale e obbligatoria.
Ma come fanno gli editori a scegliere i titoli da portare in Italia? È qui che viene fuori il ruolo del licensing, che varia in base alla linea editoriale e al catalogo di ciascuna casa editrice. Trovare nuovi manga significa avere una vasta conoscenza culturale, poiché è sempre più complesso discutere e valutare i titoli. Per selezionare le opere, infatti, bisogna tenere sempre in considerazione tanti fattori quali il cambiamento del mercato, il pubblico, i tempi e i gusti di cui si è parlato nel paragrafo precedente.
Ovviamente il mercato manga italiano è ben differente da quello francese o di qualsiasi altro paese. In Francia, ad esempio, la competitività è molto accesa, tanto che i titoli vengono messi all'asta già dai primi capitoli. Una vera e propria scommessa, considerando che la campionatura cartacea con le riviste è diminuita considerevolmente rispetto al boom del digitale e che molto spesso gli autori stessi tendono a modificare gli artwork delle loro opere.
Andando più nello specifico, per Star Comics a queste variabili si aggiunge l'ingresso nella Mondadori: essendo un gruppo quotato in borsa, vi sono degli obiettivi di bilancio imposti a livello amministrativo, motivo per cui i conti devono sempre quadrare. L'editore è infatti un'azienda commerciale: per quanto un manga sia interessante se non vende bene può essere un problema. Neanche affidarsi agli adattamenti anime può sempre rivelarsi una soluzione vincente: con le centinaia di proposte anime disponibili in streaming stagionalmente, saranno pochi i titoli che brilleranno, così come è impossibile prevedere la qualità dell'adattamento in generale.
Attualmente, in Italia si stanno sviluppando nuove potenzialità: i piccoli editori e il digitale. Se da una parte con la nascita di nuovi editori la corsa all'acquisizione dei diritti di pubblicazione si è fatta più intensa, vi è anche la crescente possibilità di scovare titoli apprezzati da una determinata nicchia. E per quanto concerne il mercato digitale, sebbene al momento vi è ancora la convinzione secondo cui "ciò che è digitale è di dominio pubblico", il digitale permetterebbe di portare opere più complesse che su carta non avrebbero il medesimo effetto.
Ringraziamo gli ospiti e tutti coloro che ci hanno seguito.
Il 21 settembre si è tenuto il secondo evento gratuito presso l'Università di Torino moderato da Alessandro Falciatore e intitolato "Il presente e futuro del manga in Italia". I relatori, Asuka Ozumi (Dynit Manga), Marco Schiavone (J-POP) e Cristian Posocco (Star Comics), hanno fatto il punto della situazione sul mercato manga in Italia analizzandone l'evoluzione negli ultimi anni e parlando anche di una figura editoriale che lavora dietro le quinte il cui funzionamento viene spesso poco considerato dal grande pubblico: il licensing.
Sicuramente la pandemia ha giovato al mercato manga in Italia. In un periodo in cui non era possibile uscire di casa e non vi erano molte alternative per passare il tempo, moltissimi hanno ricominciato a leggere e hanno (ri)scoperto anche i manga. Eppure già dai primi anni 2000 ci sono stati molti cambiamenti da parte delle case editrici, le quali hanno iniziato a discostarsi dalle "edizioni sottilette" e a proporre edizioni sempre più fedeli a quelle giapponesi. Ma il cambiamento più tangibile risiede nella nuova generazione di lettori: non solo è più comune per i giovani leggere manga e guardare anime, ma il gusto stesso è cambiato rispetto ai lettori di vent'anni fa, tanto che figure come Junji Ito (il suo Tomie pubblicato per la prima volta in Italia nel 2006-2007) sono passati da autori poco calcolati ad artisti "must read", ovvero la cui lettura è fondamentale e obbligatoria.
Ma come fanno gli editori a scegliere i titoli da portare in Italia? È qui che viene fuori il ruolo del licensing, che varia in base alla linea editoriale e al catalogo di ciascuna casa editrice. Trovare nuovi manga significa avere una vasta conoscenza culturale, poiché è sempre più complesso discutere e valutare i titoli. Per selezionare le opere, infatti, bisogna tenere sempre in considerazione tanti fattori quali il cambiamento del mercato, il pubblico, i tempi e i gusti di cui si è parlato nel paragrafo precedente.
Ovviamente il mercato manga italiano è ben differente da quello francese o di qualsiasi altro paese. In Francia, ad esempio, la competitività è molto accesa, tanto che i titoli vengono messi all'asta già dai primi capitoli. Una vera e propria scommessa, considerando che la campionatura cartacea con le riviste è diminuita considerevolmente rispetto al boom del digitale e che molto spesso gli autori stessi tendono a modificare gli artwork delle loro opere.
Andando più nello specifico, per Star Comics a queste variabili si aggiunge l'ingresso nella Mondadori: essendo un gruppo quotato in borsa, vi sono degli obiettivi di bilancio imposti a livello amministrativo, motivo per cui i conti devono sempre quadrare. L'editore è infatti un'azienda commerciale: per quanto un manga sia interessante se non vende bene può essere un problema. Neanche affidarsi agli adattamenti anime può sempre rivelarsi una soluzione vincente: con le centinaia di proposte anime disponibili in streaming stagionalmente, saranno pochi i titoli che brilleranno, così come è impossibile prevedere la qualità dell'adattamento in generale.
Attualmente, in Italia si stanno sviluppando nuove potenzialità: i piccoli editori e il digitale. Se da una parte con la nascita di nuovi editori la corsa all'acquisizione dei diritti di pubblicazione si è fatta più intensa, vi è anche la crescente possibilità di scovare titoli apprezzati da una determinata nicchia. E per quanto concerne il mercato digitale, sebbene al momento vi è ancora la convinzione secondo cui "ciò che è digitale è di dominio pubblico", il digitale permetterebbe di portare opere più complesse che su carta non avrebbero il medesimo effetto.
Ringraziamo gli ospiti e tutti coloro che ci hanno seguito.
Molto positivo che oggigiorno anime e manga si sono sdoganati diventando la normalità presso le nuove generazioni che possono vivere questo hobby senza più timori ai miei tempi cartoni animati e fumetti erano in automatico cose considerate da poppanti per evitare prese in giro era meglio nascondere questa passione ancora oggi con parenti e conoscenti della mia generazione non ne parlo mai perché per loro anime e manga sono e saranno per sempre cose unicamente da bambini.
In quest'epoca per le case editrici scegliere cosa portare è più difficile anche perché successoni alla Naruto, FMA, Inuyasha, Slam Dunk, Nana sono sempre più rari... Tutto il mondo manga si sta spostando sempre più verso storie e tematiche complesse e trovare qualcosa di semplice e soprattutto per un vasto pubblico non è facile.
Infine volevo dire la mia su Star Comics e Mondadori.
Non dico che sia stato un fallimento ma miglioramenti non ci sono stati! Con il colosso di Fininvest come supporto ci si aspettava fuoco e fiamme e invece nulla di eccezionale anzi per me anche un peggioramento.
Il mercato oggi è caratterizzato dall'offerta di tanti shonen, ma non spokon, scelti per vendere ma non si sà con che criterio.
Pochissimi shojo tutti uguali
Stesso dicasi per i BL dove non si tentano tematiche "scabrose"
Poi gli josei nessuno li calcola
Da questo punto di vista mi sarei aspettato una maggiore collaborazione con Mediaset, se hai il manga di una serie perchè non provi ad investire anche sulla serie animata per vedere un aumento delle vendite del cartaceo?
Incredibile occasione persa davvero inspiegabile 😱.
MHA, Fairy Tail, One Piece, Detective Conan, Captain Tsubasa* potevano benissimo essere alternati con i Simpson! Sono anime con episodi nuovissimi di manga Star Comics!
Temo che in Italia gli imprenditori non sanno più fare business.
*Captain Tsubasa già trasmesso ma male nonostante gli ascolti molto alti.
Mondadori e Mediaset sono aziende diverse con bilanci diversi non è che una fa operazioni in perdita solo per aiutare le vendite dell’altra.
In perdita sono I Simpson nel lunch time da decenni che fanno ascolti bassissimi ma non vengono rimossi chissà perché... Mentre ci sono 4-5 anime con alto potenziale come dimostrò il remake di Captain Tsubasa che faceva ascolti alti...
Io con Mondadori non ho visto nessun miglioramento in casa Star Comics.
Sono controllate entrambe da Fininvest, non si parla neanche di fare operazioni in perdita, non ho detto di prendere la serie sconosciuta e metterla in prima serata su Canale 5.
Ne consegue che il frutto di questa """vasta conoscenza culturale""" è il fantasy/isekai o praticamente ogni serie che ha un anime... eh sì, si vede che c'è una grande preparazione alla base. Poi però, ci sono voluti 10 anni di insistenza per pubblicare Gintama.
Classica conferenza fatta tanto per riempirsi la bocca... che risate che mi farò fra qualche giorno con gli annunci (specialmente da Star Comics, mi aspetto un ecatombe).
Per ora hanno fatto finta che non esiste nessuna tennis mania dal Trentino alla Sicilia 😱
Però guardiamo anche la realtà della situazione in Giappone dove sulle riviste shonen latitano spokon per il resto più o meno portano tutte le serie più famose.
Non importa che siano controllate o meno.
Se fosse una mossa vantaggiosa per mediaset la farebbero a prescindere, evidentemente a torto o a ragione non la ritengono tale.
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