Per la fortunata serie manga Oshi no Ko di Aka Akasaka e Mengo Yokoyari non servono molte presentazioni: serializzato su Weekly Jung Jump e con oltre 15 milioni di copie vendute, Oshi no Ko è pubblicato nel nostro Paese dall'editore J-Pop. L'opera ha poi fatto il suo debutto in versione animata nella primavera 2023, imponendosi anche a livello musicale grazie al duo YOASOBI con il brano "Idol", sigla di apertura della serie, rimasto in testa alle classifiche per 21 settimane consecutive.
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A gennaio 2024 è stato poi confermato un duplice progetto dal vivo prodotto da Amazon Prime Video e Toei: la serie TV Oshi no Ko in otto episodi è stata rilasciata in streaming globale dal 28 novembre 2024, mentre il film sequel conclusivo Oshi no Ko -The Final Act- ha fatto il suo debutto sui grandi schermi nipponici lo scorso 20 dicembre 2024.
Prima di lasciarvi alle recensioni, ricordiamo alcune peculiarità dei due live action:
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Trailer completo
A gennaio 2024 è stato poi confermato un duplice progetto dal vivo prodotto da Amazon Prime Video e Toei: la serie TV Oshi no Ko in otto episodi è stata rilasciata in streaming globale dal 28 novembre 2024, mentre il film sequel conclusivo Oshi no Ko -The Final Act- ha fatto il suo debutto sui grandi schermi nipponici lo scorso 20 dicembre 2024.
Prima di lasciarvi alle recensioni, ricordiamo alcune peculiarità dei due live action:
- il regista è Smith, già curatore di drama come Dentro Mari, Voglio abbracciare Aono-kun così tanto che potrei morire, oltre che curatore di video musicali per popolari band come Ikimono-gakari e Snow Man; ad affiancarlo vi è la regista ed ex attrice Hana Matsumoto.
- sono otto gli artisti e i gruppi musicali nipponici coinvolti, dai MY FIRST STORY ai Da-iCE, WANIMA e Wednesday Campanella. Il drama gode infatti di una sigla diversa per ciascun episodio;
- dell'ampio cast di attori ricordiamo Asuka Saito (25 anni) su Ai Hoshino, Nagisa Saito (20 anni) su Ruby Hoshino, Kaito Sakurai (22 anni) su Aqua Hoshino, Nanoka Hara (20 anni) su Kana Arima e Ano Shimizu (24 anni) su Mem-cho;
- nella serie e nel film sono molti i cameo offerti da attori piuttosto noti nel panorama nipponico, da Kotaro Yoshida a Kazunari Ninomiya.
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Aquamarine e Ruby sono i figli segreti della famosissima idol Ai Hoshino: la ragazza li ha avuti quando ancora era adolescente e ne ha nascosto l'esistenza al mondo, allevandoli in segreto sino alla sua tragica e improvvisa morte. Da allora i gemelli vengono cresciuti dalla ex manager di Ai, Miyako Saito, come figli propri.
Un segreto ancora più profondo lega le loro vite: Aquamarine e Ruby sono infatti le reincarnazioni di due fan devoti di Ai. Crescendo, i ragazzi devono affrontare i ricordi delle loro vite passate e il desiderio di proteggere l'eredità della loro adorata idol. Tuttavia, mentre Ruby sogna di seguire le orme della madre, Aqua è mosso da un profondo desiderio di vendetta.
Il mondo ignora la loro esistenza, ma qualcosa sta per cambiare.
Un segreto ancora più profondo lega le loro vite: Aquamarine e Ruby sono infatti le reincarnazioni di due fan devoti di Ai. Crescendo, i ragazzi devono affrontare i ricordi delle loro vite passate e il desiderio di proteggere l'eredità della loro adorata idol. Tuttavia, mentre Ruby sogna di seguire le orme della madre, Aqua è mosso da un profondo desiderio di vendetta.
Il mondo ignora la loro esistenza, ma qualcosa sta per cambiare.
Oshi no Ko è un live action del 2024 prodotto dalla Toei.
Si tratta di una serie di ottimo livello che riesce a miscelare mistero, thriller, dramma e sentimenti, creando una trama complessa ma sempre avvincente. Basata sull'omonimo manga di Aka Akasaka e Mengo Yokoyari e sull'anime di grande successo del 2023, la sceneggiatura di Ayako Kitagawa ricalca la storia originale, pur con alcuni tagli "tattici" inevitabili.
La buona regia di Smith garantisce invece un ritmo sempre coinvolgente.
A livello narrativo, il live action salta quella che nell'anime era la prima puntata di 82 minuti, optando per una partenza rapida con la crescita dei gemelli già avviata.
Tuttavia, le informazioni iniziali non vengono omesse: sono abilmente disseminate attraverso flashback e riferimenti sparsi nelle varie puntate.
Questo approccio permette di mantenere la storia chiara e comprensibile, rendendola accessibile anche a chi non ha familiarità con il manga o l'anime.
Tutto ciò senza appesantire eccessivamente la serie con quello che sarebbe stato un lunghissimo preambolo e senza sacrificare la profondità narrativa dell'opera originale.
La regia di Smith è impeccabile e la fotografia particolarmente efficace: la scelta di utilizzare una saturazione intensa con contrasti molto forti rende infatti tante scene esteticamente potenti, rispecchiando anche alla perfezione l’atmosfera esagerata e distorta del mondo dello spettacolo.
La luce, che alterna spesso zone di sovraesposizione e altre in completa oscurità, crea una dualità visiva che si riflette sui personaggi e sulle loro motivazioni.
L'ambientazione nel mondo dello spettacolo è poi curata nei minimi particolari, dal set design alla scelta degli abiti, creando un'atmosfera affascinante e perfettamente in linea con la serie animata, anzi forse persino più credibile.
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Quest'opera vanta inoltre delle ottime performance attoriali; in primis da parte di tutto il cast principale.
In particolare, Kaito Sakurai (Aquamarine) e Nagisa Saito (Ruby) offrono interpretazioni di grande impatto emotivo, mentre Nanoka Hara nel ruolo di Kana Arima e Mizuki Kayashima in quello di Akane Kurokawa danno vita a personaggi carismatici e centrali nella trama, entrambi coinvolti in un intricato rapporto con Aqua. Convincente anche Ano Shimizu nel ruolo di Memcho, terzo componente del gruppo idol di Ruby.
Tutti gli attori principali e non, insomma, contribuiscono in modo significativo all'intensità della serie.
La colonna sonora di Oshi no Ko è ben integrata, con le BGM dei Fox Capture Plan che accompagnano efficacemente i momenti chiave, enfatizzando le emozioni e le tensioni della storia.
Inoltre, la serie ha addirittura una sigla diversa per ogni episodio, con la partecipazione di otto artisti giapponesi, tra cui MY FIRST STORY, Rokudenashi e Da-iCE.
In conclusione, Oshi no Ko è un live action che si distingue sia per la sue qualità produttive che per quelle narrative, tecniche e interpretative, offrendo un'esperienza intensa per i fan dell'originale e per i nuovi spettatori.
Adesso non ci resta che attendere il film finale: Oshi no Ko -The Final Act-, con la stessa produzione, regia e cast. Sperando venga distribuito rapidamente per regalarci una degna conclusione della storia di Aqua e Ruby.
Voto complessivo: 80
Si tratta di una serie di ottimo livello che riesce a miscelare mistero, thriller, dramma e sentimenti, creando una trama complessa ma sempre avvincente. Basata sull'omonimo manga di Aka Akasaka e Mengo Yokoyari e sull'anime di grande successo del 2023, la sceneggiatura di Ayako Kitagawa ricalca la storia originale, pur con alcuni tagli "tattici" inevitabili.
La buona regia di Smith garantisce invece un ritmo sempre coinvolgente.
A livello narrativo, il live action salta quella che nell'anime era la prima puntata di 82 minuti, optando per una partenza rapida con la crescita dei gemelli già avviata.
Tuttavia, le informazioni iniziali non vengono omesse: sono abilmente disseminate attraverso flashback e riferimenti sparsi nelle varie puntate.
Questo approccio permette di mantenere la storia chiara e comprensibile, rendendola accessibile anche a chi non ha familiarità con il manga o l'anime.
Tutto ciò senza appesantire eccessivamente la serie con quello che sarebbe stato un lunghissimo preambolo e senza sacrificare la profondità narrativa dell'opera originale.
La regia di Smith è impeccabile e la fotografia particolarmente efficace: la scelta di utilizzare una saturazione intensa con contrasti molto forti rende infatti tante scene esteticamente potenti, rispecchiando anche alla perfezione l’atmosfera esagerata e distorta del mondo dello spettacolo.
La luce, che alterna spesso zone di sovraesposizione e altre in completa oscurità, crea una dualità visiva che si riflette sui personaggi e sulle loro motivazioni.
L'ambientazione nel mondo dello spettacolo è poi curata nei minimi particolari, dal set design alla scelta degli abiti, creando un'atmosfera affascinante e perfettamente in linea con la serie animata, anzi forse persino più credibile.
Quest'opera vanta inoltre delle ottime performance attoriali; in primis da parte di tutto il cast principale.
In particolare, Kaito Sakurai (Aquamarine) e Nagisa Saito (Ruby) offrono interpretazioni di grande impatto emotivo, mentre Nanoka Hara nel ruolo di Kana Arima e Mizuki Kayashima in quello di Akane Kurokawa danno vita a personaggi carismatici e centrali nella trama, entrambi coinvolti in un intricato rapporto con Aqua. Convincente anche Ano Shimizu nel ruolo di Memcho, terzo componente del gruppo idol di Ruby.
Tutti gli attori principali e non, insomma, contribuiscono in modo significativo all'intensità della serie.
La colonna sonora di Oshi no Ko è ben integrata, con le BGM dei Fox Capture Plan che accompagnano efficacemente i momenti chiave, enfatizzando le emozioni e le tensioni della storia.
Inoltre, la serie ha addirittura una sigla diversa per ogni episodio, con la partecipazione di otto artisti giapponesi, tra cui MY FIRST STORY, Rokudenashi e Da-iCE.
In conclusione, Oshi no Ko è un live action che si distingue sia per la sue qualità produttive che per quelle narrative, tecniche e interpretative, offrendo un'esperienza intensa per i fan dell'originale e per i nuovi spettatori.
Adesso non ci resta che attendere il film finale: Oshi no Ko -The Final Act-, con la stessa produzione, regia e cast. Sperando venga distribuito rapidamente per regalarci una degna conclusione della storia di Aqua e Ruby.
Voto complessivo: 80
Autore: Rudido
Già da tempo mi ero ripromessa di leggere il manga Oshi no ko, perché la trama mi aveva incuriosito e mi sembrava un soggetto interessante.
Purtroppo non sono ancora riuscita a mettere in atto questo proposito, ma dopo aver visto il drama tratto da questa opera ho la ferma intenzione di rimediare a questa mancanza il prima possibile.
Ho trovato la storia coinvolgente, la trama interessante e mai banale.
I personaggi sono ben caratterizzati e si integrano molto bene sulla scena.
Tutti questi elementi rendono, dal mio punto di vista, Oshi no ko un drama che merita di essere visto.
Partiamo con la trama; se si legge la sinossi riportata sulla scheda dell’opera, ci si rende conto di una differenza sostanziale con l’anime ed il manga.
La storia inizia già in medias res, con i figli della idol Ai Hoshino già venuti alla luce. Perciò ci si chiede: ma le intenzioni originali saranno state rispettate, o la trama è stata stravolta?
Questo inizio così diverso, se da un lato spiazza, dall’altro però mette sin da subito il focus sui veri protagonisti della storia, Aquamarine e Ruby.
Ai in realtà è sempre presente, ma come cornice e continuo punto di riferimento per i due ragazzi.
Certo, la storia della reincarnazione è roba nota e sbolognata in tantissime storie giapponesi, ma è una cosa che fa parte della cultura di questo paese, fortemente impregnata della tradizione buddista.
In ogni caso, questa serie ha un suo perché ben preciso, che viene fuori mentre la si guarda, scena dopo scena.
Non è un capriccio dell’autore, ma una scelta ponderata, su cui regge l’intera narrazione.
La trama si svolge in maniera apparentemente lineare, ma nasconde ad ogni puntata dei colpi di scena che stupiscono lo spettatore e lo spingono ad andare avanti nella visione della serie, divorando episodio dopo episodio mentre si chiede: “E ora, che succederà?”.
Ci si scopre a parteggiare per Aquamarine, nonostante la sua ossessione sia la sua unica ragione di vita.
Per quanto riguarda i personaggi principali, Ai -la idol adolescente madre di Aquamarine e Ruby e figura centrale della storia- è una presenza costante in ogni scena, anche se non c’è fisicamente.
In realtà la si conosce solo attraverso gli occhi degli altri e in continui flashback, anche se ci si chiede se la vera Ai non sia stata ben nascosta gli occhi del mondo, celata dalla facciata dell’immagine ideale di idol.
Chi è la vera Ai?
Perché ha agito in un determinato modo?
Perché ha nascosto determinati fatti?
Sono domande molto importanti, che permeano l’intera vicenda.
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Aquamarine è il protagonista assoluto della storia, che viene vista essenzialmente dal suo punto di vista.
Seguiamo i suoi passi durante tutta la vicenda, è lui che ci guida come un Virgilio lungo tutta la trama, dipanandola e mostrandoci nuovi aspetti ad ogni puntata.
Silenzioso, riflessivo, cerca di vivere nell’ombra, ma è suo malgrado costretto ad apparire, come contrappasso per poter scoprire la verità su ciò che più gli sta a cuore.
Schivo, incapace di esternare le proprie preoccupazioni al mondo, si carica di tutto il peso del proprio dolore e cerca di liberarsene nell’unico modo che conosca: cercare la verità.
Kaito Sakurai interpreta molto bene il sentire di Aquamarine.
Nel guardarlo senti gli ingranaggi del suo cervello ruotare, vedi le sue emozioni a stento trattenute, percepisci la sua rabbia e la sua voglia di scoprire quanto viene nascosto.
Non si può non fare il tifo per lui.
Ruby, sorella gemella di Aquamarine, ha come unica aspirazione diventare una idol come la madre Ai, per lo meno all’inizio.
Vive in maniera completamente diversa da Aquamarine l’assenza, la mancanza, la solitudine, ma una cosa che i due hanno in comune è il fatto di non confidarsi, di non parlare di determinate cose.
La mancanza di comunicazione crea come una barriera tra i fratelli, che in realtà sono molto più vicini di quanto non pensino.
Ruby è solare, allegra, ma lavora duramente per realizzare il proprio sogno, come se volesse rivivere sulla sua pelle la vita di Ai.
Se all’inizio, a primo impatto, può sembrare immatura e poco adesa alla realtà, durante lo svolgersi della storia acquisisce una consapevolezza ed una nuova percezione della realtà che la portano a maturare, finendo per fare coincidere i suoi obiettivi con quelli del fratello.
I personaggi secondari sono un supporto fondamentale per la crescita dei due protagonisti, aiuto od ostacolo al raggiungimento degli obiettivi prefissati, a seconda di come si pongono sul loro cammino.
Persone che pensi non siano di alcuna utilità si rivelano invece fondamentali per la risoluzione di certi problemi.
Tra di essi meritano una menzione Kana e Akane.
La prima, dopo un fugace incontro su un set da bambini, rimasta colpita dal talento di Aquamarine, una volta ricresciuta lo ritrova a scuola e instaura con lui un rapporto fatto di continui battibecchi, che rivela qualcosa di ben più profondo.
La sua è una presenza positiva, ma lo stesso Aquamarine sembra non capire quanto sia importante il legame con lei.
Akane si rivela decisiva per un importante sviluppo nella trama. Ma questo sviluppo non si sa quanto sia fortuito e quanto in realtà pilotato da Aquamarine. Viene da chiedersi se l’evoluzione del rapporto con lei sia stata da lui studiata appositamente per questo momento.
In generale, l’ottima caratterizzazione dei personaggi fa sì che si finisca per provare sentimenti positivi o negativi nei loro confronti; ma quello che conta davvero e come essi funzionano nell’insieme. E funzionano davvero bene!
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La serie fornisce inoltre l’occasione per vedere uno spaccato del mondo dell’intrattenimento giapponese: una facciata di lustrini e luci appariscenti, che nasconde tutto ciò che potrebbe offuscare l’immagine costruita a tavolino delle celebrità.
Si arriva persino a negare esistenze considerate scomode, perché macchierebbero l’aura di perfezione ed innocenza che tanto si è faticato a costruire, mettendo invece in luce il fatto che anche gli/le idol sono essere umani e possono sbagliare, possono innamorarsi, possono avere una vita privata che va oltre i riflettori.
Questo in particolare mi ha fatto riflettere.
Basta uno scandalo di proporzioni che noi considereremmo "piccole" per far finire la carriera di qualcuno, solo perché non rispecchia gli ideali dei fan, o perché dal punto di vista dell’immagine rende imperfetta quella persona.
E ciò avviene non solo nel mondo di Oshi no ko, ma anche in quello reale, soprattutto in una società come quella giapponese, dove le apparenze sono tutto.
Perciò, nelle azioni di Aquamarine mi piace vedere la lotta a questo status quo, mirata ad affermare ciò che veniva nascosto, anche se poi lui per primo si tira indietro al pensiero di poter essere di qualche ostacolo alla carriera delle persone a cui tiene, anche solo per una possibile voce, veritiera o meno.
È Davide che lotta contro Golia, ma è comunque attaccato al substrato da cui proviene.
Purtroppo, per vedere come sarà il risultato di tale lotta, e questo è un punto dolente, si dovrà aspettare che il film con il finale, uscito in Giappone a dicembre, arrivi anche da noi.
Questa serie, infatti, non presenta un finale risolutivo.
Infine, per quanto riguarda le musiche, ogni episodio ha un’open diversa, di cui la mia preferita è quella della prima puntata, cantata dai My first story.
Ma anche le altre sono belle e, sicuramente soddisferanno i gusti musicali più disparati.
Voto complessivo:75
Purtroppo non sono ancora riuscita a mettere in atto questo proposito, ma dopo aver visto il drama tratto da questa opera ho la ferma intenzione di rimediare a questa mancanza il prima possibile.
Ho trovato la storia coinvolgente, la trama interessante e mai banale.
I personaggi sono ben caratterizzati e si integrano molto bene sulla scena.
Tutti questi elementi rendono, dal mio punto di vista, Oshi no ko un drama che merita di essere visto.
Partiamo con la trama; se si legge la sinossi riportata sulla scheda dell’opera, ci si rende conto di una differenza sostanziale con l’anime ed il manga.
La storia inizia già in medias res, con i figli della idol Ai Hoshino già venuti alla luce. Perciò ci si chiede: ma le intenzioni originali saranno state rispettate, o la trama è stata stravolta?
Questo inizio così diverso, se da un lato spiazza, dall’altro però mette sin da subito il focus sui veri protagonisti della storia, Aquamarine e Ruby.
Ai in realtà è sempre presente, ma come cornice e continuo punto di riferimento per i due ragazzi.
Certo, la storia della reincarnazione è roba nota e sbolognata in tantissime storie giapponesi, ma è una cosa che fa parte della cultura di questo paese, fortemente impregnata della tradizione buddista.
In ogni caso, questa serie ha un suo perché ben preciso, che viene fuori mentre la si guarda, scena dopo scena.
Non è un capriccio dell’autore, ma una scelta ponderata, su cui regge l’intera narrazione.
La trama si svolge in maniera apparentemente lineare, ma nasconde ad ogni puntata dei colpi di scena che stupiscono lo spettatore e lo spingono ad andare avanti nella visione della serie, divorando episodio dopo episodio mentre si chiede: “E ora, che succederà?”.
Ci si scopre a parteggiare per Aquamarine, nonostante la sua ossessione sia la sua unica ragione di vita.
Per quanto riguarda i personaggi principali, Ai -la idol adolescente madre di Aquamarine e Ruby e figura centrale della storia- è una presenza costante in ogni scena, anche se non c’è fisicamente.
In realtà la si conosce solo attraverso gli occhi degli altri e in continui flashback, anche se ci si chiede se la vera Ai non sia stata ben nascosta gli occhi del mondo, celata dalla facciata dell’immagine ideale di idol.
Chi è la vera Ai?
Perché ha agito in un determinato modo?
Perché ha nascosto determinati fatti?
Sono domande molto importanti, che permeano l’intera vicenda.
Aquamarine è il protagonista assoluto della storia, che viene vista essenzialmente dal suo punto di vista.
Seguiamo i suoi passi durante tutta la vicenda, è lui che ci guida come un Virgilio lungo tutta la trama, dipanandola e mostrandoci nuovi aspetti ad ogni puntata.
Silenzioso, riflessivo, cerca di vivere nell’ombra, ma è suo malgrado costretto ad apparire, come contrappasso per poter scoprire la verità su ciò che più gli sta a cuore.
Schivo, incapace di esternare le proprie preoccupazioni al mondo, si carica di tutto il peso del proprio dolore e cerca di liberarsene nell’unico modo che conosca: cercare la verità.
Kaito Sakurai interpreta molto bene il sentire di Aquamarine.
Nel guardarlo senti gli ingranaggi del suo cervello ruotare, vedi le sue emozioni a stento trattenute, percepisci la sua rabbia e la sua voglia di scoprire quanto viene nascosto.
Non si può non fare il tifo per lui.
Ruby, sorella gemella di Aquamarine, ha come unica aspirazione diventare una idol come la madre Ai, per lo meno all’inizio.
Vive in maniera completamente diversa da Aquamarine l’assenza, la mancanza, la solitudine, ma una cosa che i due hanno in comune è il fatto di non confidarsi, di non parlare di determinate cose.
La mancanza di comunicazione crea come una barriera tra i fratelli, che in realtà sono molto più vicini di quanto non pensino.
Ruby è solare, allegra, ma lavora duramente per realizzare il proprio sogno, come se volesse rivivere sulla sua pelle la vita di Ai.
Se all’inizio, a primo impatto, può sembrare immatura e poco adesa alla realtà, durante lo svolgersi della storia acquisisce una consapevolezza ed una nuova percezione della realtà che la portano a maturare, finendo per fare coincidere i suoi obiettivi con quelli del fratello.
I personaggi secondari sono un supporto fondamentale per la crescita dei due protagonisti, aiuto od ostacolo al raggiungimento degli obiettivi prefissati, a seconda di come si pongono sul loro cammino.
Persone che pensi non siano di alcuna utilità si rivelano invece fondamentali per la risoluzione di certi problemi.
Tra di essi meritano una menzione Kana e Akane.
La prima, dopo un fugace incontro su un set da bambini, rimasta colpita dal talento di Aquamarine, una volta ricresciuta lo ritrova a scuola e instaura con lui un rapporto fatto di continui battibecchi, che rivela qualcosa di ben più profondo.
La sua è una presenza positiva, ma lo stesso Aquamarine sembra non capire quanto sia importante il legame con lei.
Akane si rivela decisiva per un importante sviluppo nella trama. Ma questo sviluppo non si sa quanto sia fortuito e quanto in realtà pilotato da Aquamarine. Viene da chiedersi se l’evoluzione del rapporto con lei sia stata da lui studiata appositamente per questo momento.
In generale, l’ottima caratterizzazione dei personaggi fa sì che si finisca per provare sentimenti positivi o negativi nei loro confronti; ma quello che conta davvero e come essi funzionano nell’insieme. E funzionano davvero bene!
La serie fornisce inoltre l’occasione per vedere uno spaccato del mondo dell’intrattenimento giapponese: una facciata di lustrini e luci appariscenti, che nasconde tutto ciò che potrebbe offuscare l’immagine costruita a tavolino delle celebrità.
Si arriva persino a negare esistenze considerate scomode, perché macchierebbero l’aura di perfezione ed innocenza che tanto si è faticato a costruire, mettendo invece in luce il fatto che anche gli/le idol sono essere umani e possono sbagliare, possono innamorarsi, possono avere una vita privata che va oltre i riflettori.
Questo in particolare mi ha fatto riflettere.
Basta uno scandalo di proporzioni che noi considereremmo "piccole" per far finire la carriera di qualcuno, solo perché non rispecchia gli ideali dei fan, o perché dal punto di vista dell’immagine rende imperfetta quella persona.
E ciò avviene non solo nel mondo di Oshi no ko, ma anche in quello reale, soprattutto in una società come quella giapponese, dove le apparenze sono tutto.
Perciò, nelle azioni di Aquamarine mi piace vedere la lotta a questo status quo, mirata ad affermare ciò che veniva nascosto, anche se poi lui per primo si tira indietro al pensiero di poter essere di qualche ostacolo alla carriera delle persone a cui tiene, anche solo per una possibile voce, veritiera o meno.
È Davide che lotta contro Golia, ma è comunque attaccato al substrato da cui proviene.
Purtroppo, per vedere come sarà il risultato di tale lotta, e questo è un punto dolente, si dovrà aspettare che il film con il finale, uscito in Giappone a dicembre, arrivi anche da noi.
Questa serie, infatti, non presenta un finale risolutivo.
Infine, per quanto riguarda le musiche, ogni episodio ha un’open diversa, di cui la mia preferita è quella della prima puntata, cantata dai My first story.
Ma anche le altre sono belle e, sicuramente soddisferanno i gusti musicali più disparati.
Voto complessivo:75
Autore: Godaime Hokage
Trailer completo
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Pro
- Regia e produzione di buon livello
- Storia avvincente e non banale
- Interpretazioni attoriali convincenti
- Messa in scena credibile
- Personaggi ben sviluppati e con una forte interazione
- Belle opening, variegate per genere e gusti musicali
Contro
- Per il finale bisogna aspettare il film
- Parte iniziale diversa dal manga, che può lasciare spiazzato chi già conosce la storia
Io ho l'account Amazon Prime in italiano e Oshi no Ko me lo ha dato immediatamente disponibile sin dal giorno in cui è uscito globalmente (cioè lo scorso 28 novembre); i sottotitoli me li da' in 16 lingue tra cui l'italiano, versione in cui lo sto vedendo.
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