Keiji -Hana no Keiji cover JPOPSalvo rarissime eccezioni, la storia del Giappone antico non è molto nota in Occidente, dove nei programmi scolastici, se si parla di Giappone, è solo in relazione a guerre mondiali e a bombe nucleari.
Per una consistente parte del corso della loro storia, infatti, i giapponesi sono rimasti pressoché confinati nel loro arcipelago, avendo contatti praticamente con i soli paesi asiatici e ignorando, salvo qualche raro episodio occasionale, l'esistenza dei popoli occidentali.
Pur avendo limitate ripercussioni sulla globale storia del mondo e rimanendo confinato quasi unicamente in problematiche di politica interna, quello del Giappone antico è tuttavia un universo molto interessante, che ci ha regalato diversi grandi personaggi di spicco, che magari non avranno la stessa fama di Giulio Cesare o di Napoleone Bonaparte, ma ogni tanto riecheggiano anche in lidi occidentali.
Maeda Toshimasu (le cui date di nascita e morte, non storicamente certe, sono generalmente accreditate come 1533 – 1612), meglio noto come Maeda Keiji, è senza dubbio uno di questi grandi personaggi.
Abilissimo samurai, egli fu adottato da Maeda Toshihisa, insieme al quale servì fedelmente il celebre Oda Nobunaga (il primo dei tre grandi riunificatori del Giappone, vissuto fra 1534 e il 1582) e avrebbe dovuto addirittura essere il futuro capo della famiglia Maeda, se Nobunaga non avesse poi ceduto la carica a Maeda Toshiie, fratello di Toshihisa, cosa che creò dei dissapori fra Keiji e Toshiie.
Determinante nella vita di Maeda Keiji fu la sua strettissima amicizia con Naoe Kanetsugu (1559 – 1620), samurai al servizio del daimyo Uesugi Kagekatsu (1556 – 1623). Maeda, infatti, combatté al fianco di Uesugi, schierato dalla parte del samurai Ishida Mitsunari (1561 – 1600), nel conflitto che lo opponeva al futuro shogun Tokugawa Ieyasu (1543 – 1616).

L'affascinante figura di Maeda Keiji, negli anni, è stata ripresa in sceneggiati televisivi, videogiochi (Sengoku Basara, Samurai Warriors, Pokemon Conquest), romanzi e fumetti.
Il romanzo Ichimuan Fūryūki, scritto da Keiichiro Ryu fra il 1988 e il 1989, è una narrazione, fantasiosa in molti aspetti, della vita di Maeda Keiji. L'opera è servita come base per la sceneggiatura di Hana no Keiji ("Keiji dei fiori"), shounen manga pubblicato sulle pagine di Shounen Jump della Shueisha fra il 1990 e il 1994 che porta la firma di uno dei papà di Ken il guerriero, Tetsuo Hara.
Il Maeda Keiji di Tetsuo Hara è un eccentrico kabukimono (termine apparso in Giappone fra l'epoca Muromachi e l'epoca Edo, che indica un uomo il cui comportamento è stravagante e distante dalla consuetudine morale del tempo) dall'eccezionale forza fisica e interiore che gira per il Giappone in sella a Matsukaze, mastodontico destriero che lui solo è stato capace di domare.
Il manga racconta episodi della vita di Maeda Keiji, scelti fra quelli più avventurosi, intersecandosi con le vite di molti personaggi celebri della storia giapponese (dai più noti ed "inflazionati" Toyotomi Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu, Date Masamune, Sanada Yukimura, Fuma Kotaro, ad altri meno noti al grande pubblico occidentale come il maestro della cerimonia del tè Sen no Rikyu) e culmina con la narrazione della battaglia fra le forze di Ieyasu e quelle di Uesugi, cui Keiji prese parte.

Keiji -Hana no Keiji -BladeLa vita di Keiji, come descritta nel manga di Hara, è ricca di incontri e scontri. Il kabukimono, nel suo vagabondare, prenderà parte a svariati duelli e complotti, regalandoci un quadro molto affascinante del Giappone dell'epoca Sengoku (1478 – 1605), sia per quanto riguarda la vita degli aristocratici e la gente comune, sia per quanto riguarda le battaglie, gli eserciti, i guerrieri e la situazione politica e sociale. Molto interessante, inoltre, è una delle saghe finali del fumetto, che, ambientata nell'arcipelago delle isole Ryūkyū (l'odierna Okinawa), mette in scena l'incontro fra i giapponesi e gli occidentali (portoghesi, nel particolare), spostando dunque la narrazione verso gli effetti del contatto con i nanban ("barbari del Sud", appellativo che all'epoca si rivolgeva ai portoghesi), a differenza dei volumi precedenti, incentrati sulla situazione interna del Giappone.
Si tratta, però, di uno shounen manga, e dunque, come tale, l'opera di Hara reinterpreta abilmente i fatti storici asservendoli alle regole di questo genere di pubblicazioni.
Ecco dunque porre un particolare accento sugli scontri di cappa e spada, piuttosto brevi rispetto ad altri manga incentrati principalmente sul combattimento, ma sempre presenti fra le pagine di Hana no Keiji. Come abitudine di Tetsuo Hara, non mancano mai, nei combattimenti, personaggi dalle dimensioni colossali e dalle enormi masse muscolari (si pensi anche solo a Matsukaze, il gigantesco cavallo nero montato da Keiji, che è una diretta emanazione del celebre Kokuoh/Re Nero cavalcato da Raoh in Ken il guerriero), e combattimenti molto cruenti con teste e arti mozzati, fino ad arrivare ad una breve parentesi, nella succitata saga nippo-portoghese, concentrata su scontri di arti marziali che sembrano quasi usciti dell'opera più celebre dell'autore.
Si può piacevolmente notare come il dramma storico si adatti alla perfezione allo stile di disegno, splendido e dettagliatissimo, del maestro Hara e come i suoi omaccioni giganteschi, i suoi guerrieri muscolosi, virili e irsuti, le sue donne dalla bellezza quasi ultraterrena, i suoi sfondi e paesaggi ricchi di dettagli siano perfettamente calati nella bellicosa epoca Sengoku, come se Tetsuo Hara ne fosse un testimone diretto.

Allo stesso modo, la vita del valoroso Maeda Keiji offre la perfetta opportunità di mettere in scena una vicenda che unisce in sé le caratteristiche dello shounen manga anni '80 e i valori intrinsechi degli stessi uomini giapponesi. Hana no Keiji è una storia ricca di combattimenti e battaglie, ma anche di incontri, amicizie e sentimenti fortissimi. Non sarà raro, per l'errabondo kabukimono, incrociare la spada con uomini di grande valore, coi quali, poi, cementerà profonde amicizie, sorseggiando insieme del buon saké al chiaro di luna o ammirando splendidi ciliegi in fiore, mentre copiose "manly tears" di commozione rigano i volti dei guerrieri.

Keiji -Hana no Keiji -ventaglioIl rispetto del prossimo, la lotta contro le ingiustizie e i soprusi, il suicidio rituale per espiare le proprie colpe, l'amicizia che nasce sul campo di battaglia fra due uomini che riconoscono il rispettivo valore, il coraggio, l'ambizione, la libertà, il perdonare i propri nemici, il rispetto per il proprio padre e per i membri della propria famiglia, amori che sbocciano come splendidi fiori, eroi straordinari che sacrificano la propria vita in nome di grandi ideali o per la gloria del proprio signore/paese: questo ed altro offre il manga del maestro Hara, grazie ad un personaggio principale dal fisico forte e dal cuore gentile, splendente come i fiori di ciliegio simbolo della nazione che gli autori gli hanno associato nel titolo dell'opera. Keiji, visto con sospetto e ostracizzato dalla nobiltà, si burla liberamente del celebre Toyotomi Hideyoshi (salvo poi rispettarne il valore quando i due si incontrano personalmente), gira per il Giappone picchiando briganti, samurai e personaggi negativi, sfugge di continuo e con risultati tragicomici ai sicari inviati dallo zio Toshiie che mal sopporta il suo comportamento eccentrico, fuma, beve e si diverte con le donne. Vive, insomma, la sua vita in maniera libera, similmente al Juza delle Nuvole di Ken il guerriero. Eppure, è un uomo dai saldi valori, che riesce a portare dalla sua parte numerosi individui che dapprima gli erano ostili, a salvarne molti dalla morte o dal disonore e a trovare innumerevoli amici fidati in giro per il Sol Levante.

Chi ha amato Ken il guerriero, I cavalieri dello zodiaco, Ginga Nagareboshi Gin o Otoko Juku, si troverà perfettamente a suo agio in questo affresco di veri uomini, di eroi che muoiono in maniera epica e toccante, di sacrifici, di amicizie virili, di passionali lacrime di commozione di fronte al valore degli uomini o anche solo alla bellezza della natura, di guerrieri forti, onorevoli e generosi, sempre disposti al sacrificio in nome di qualcosa di più grande, come quelli che i giapponesi tanto amano ritrarre nelle loro opere letterarie e come quelli che hanno perso la vita nelle innumerevoli guerre combattute nel corso della storia nipponica.
Valori tanto connaturati ai giapponesi, quanto estranei agli uomini dell'Occidente, come quelli qui rappresentati, potrebbero non essere compresi dal lettore occasionale non avvezzo alla cultura del Giappone o agli shounen manga degli anni passati. Hana no Keiji non è di certo un manga per tutti, è un'opera che, per quanto romanzata ed esagerata, cerca di mettere in scena, attraverso la figura dei samurai e dei personaggi storici dell'era Sengoku, i sentimenti e gli ideali del vero uomo giapponese.
Secondo per importanza solo a Ken il guerriero, fra le opere di Tetsuo Hara, Hana no Keiji è un manga profondo, capace di toccare l'animo del lettore e di lasciargli nozioni di storia e importanti insegnamenti morali. Tale fu il suo successo, nel corso degli anni, che l'opera ebbe diverse ripubblicazioni, spin off (Hara si è dedicato a manga storici incentrati sulle figure di Naoe Kanetsugu, Tokugawa Ieyasu, Oda Nobunaga) e videogiochi dedicati.

Menzione particolare, poi, merita la serie di pachinko dedicati a Keiji creata nel 2007, che ha rinverdito l'interesse dei fans nei confronti di questo titolo grazie anche alla collaborazione del celebre Nobuaki Kakuda. Quest'ultimo, lottatore ed arbitro di arti marziali, cantante (ha eseguito sigle per Keroro Gunsou e il film pilota di Kinnikuman Nisei) e doppiatore (Gran Re del Terrore in Keroro Gunsou, Furio in Pokemon), è molto legato alle opere di Tetsuo Hara (ha avuto dei ruoli come doppiatore nelle più recenti produzioni animate dedicate a Ken il guerriero e ha chiamato i suoi due figli Kenshiro e Yuria). Kakuda ha realizzato diverse canzoni dedicate a Keiji, che ha portato in giro per le sale giochi e i programmi televisivi del Giappone vestendo uno sgargiante costume d'epoca, e di cui esistono numerosi video musicali di successo.
Barbuto, muscoloso, dalla voce possente, dalle grandi doti atletiche, eppure simpatico, sorridente, alla mano, sempre aperto a mille progetti e amichevole con i suoi fans e con la gente, Nobuaki Kakuda è una vera e propria incarnazione del vero uomo giapponese d'altri tempi che Tetsuo Hara ci presenta nei suoi manga e in Hana no Keiji in particolare.
Il successo delle canzoni realizzate per i pachinko, che esaltano la virilità, il coraggio, le battaglie, l'amicizia, ben rappresenta quanto i valori espressi da Hana no Keiji siano ancora validi e sentiti dai giapponesi di oggi.


Già pubblicato in Italia fra il 1999 e il 2000 dalla casa editrice Star Comics col titolo Keiji il magnifico, il manga di Tetsuo Hara è stato recentemente rieditato col titolo Keiji - Hana no Keiji dalla casa editrice JPOP, con una cadenza teoricamente mensile, ma in realtà assolutamente casuale, che ha fatto sì che il buon kabukimono facesse capolino sugli scaffali delle fumetterie per circa il doppio dei diciotto mesi inizialmente previsti. L'edizione segue i classici dettami dei manga JPOP, con sovraccoperta, un prezzo più contenuto del solito, un buon adattamento e un ricco apparato di note esplicative. A mio avviso, però, sarebbe stato più comodo inserirle in pagine a parte, piuttosto che sulle stesse tavole, spesso e volentieri ostacolate dalla rilegatura.

Hana no Keiji è un manga tanto bello quanto difficile, ricchissimo di riferimenti alla storia e alla cultura del Giappone e imbevuto fino al midollo dello spirito giapponese. Il lettore dovrà stare al gioco, se vorrà cominciarne la lettura, e aspettarsi numerose parti discorsive un po' pesanti, con continui riferimenti a fatti o personaggi storici, o con comportamenti dei personaggi spesso magari inaccettabili per un occidentale, piuttosto che una semplice opera d'azione facilmente leggibile.
Accostato a Ken il guerriero, l'opera più celebre dello stesso autore, riesce probabilmente a superarlo in bellezza per via del suo maggiore "realismo", ma si rivela di ben più difficile lettura per un occidentale.
E' una lettura consigliabile a chi vuole conoscere il Sol Levante nei suoi aspetti più eroici e particolari. Va affrontata con una certa pazienza, ma, se si riesce a entrare nel suo spirito, potrà donare al lettore fortissime emozioni.

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