Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento con le commedie, con Chocolate Underground, Oreimo e Salmon-chan.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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Chocolate Underground
6.0/10
Recensione di dawnraptor
-
Che gran pasticcio! E' una continua contraddizione, questa serie.
L'idea di fondo è carina: una nazione salutista - ma di fatto vediamo una sola città - in cui sono bandite tutte le cose buone, dal pane allo zucchero, ai dolci in generale, ma in cui, più di tutto, è proibito il cioccolato. Sono ammessi solo alimenti salutisti. Il Partito Buon per Te, democraticamente eletto dagli adulti, ora tiene la popolazione in pugno con un corpo di polizia speciale e un macchinario infernale, il C.A.C.A.O., che sniffa e distrugge ogni più piccola traccia di cioccolato e tutto quanto gli si trova intorno. Chi si macchia del reato di contrabbando di cioccolato rischia il campo di concentramento e rieducazione.
E gli adulti che fanno? Voglio dire, a parte subire e languire, tristi e disperati per la crisi di astinenza? Nulla, ovvio, tranne quei pochi che almeno riconoscono di essere stati indifferenti e passivi e di avere permesso così la nascita di tale scempio. Non che ciò li porti ad insorgere.
Sono i bambini quelli che, orbati di una sana crescita accompagnata dalla giusta dose di cioccolata, si ribellano formando un movimento di resistenza.
Perché dico che "Chocolate Underground" è una serie contraddittoria? Perché, in realtà, sarebbe anche molto carina, ma a patto che lo spettatore non abbia più di 11/12 anni. Infatti mia figlia, che l'ha visto con me, si è divertita tantissimo. Però dubito che abbia colto più di tanto il fatto che gli adulti siano stati apaticamente a guardare mentre i ragazzi inscenavano resistenza & sommossa, né penso le sia passato per la mente dei parallelismi con la situazione sociopolitica in generale, che vede il popolo votare un pastore e passare la vita da pecora.
L'idea di fondo non sarebbe male: in fondo, parliamo di ciò che succede quando, con apatica indifferenza, permettiamo a un governante di diventare dittatore e di imporci il suo volere con la forza, anche quando va contro la volontà di chi lo ha eletto. Il problema è che l'argomento è trattato in maniera troppo semplicistica, esagerata, paradossale, assurda: le cose che succedono non hanno praticamente alcuna logica o verosimiglianza, per cui il prodotto rimane fruibile principalmente da un pubblico giovanissimo.
Giocoforza, vengono persi proprio i valori che darebbero forza a questa serie bonsai: la denuncia sociale dell'elettore apatico, del pecorone istituzionale. Il pericolo è che gli adulti trovino la serie molto infantile mentre i bambini, quando sarà ora di andare a votare, si saranno dimenticati da un pezzo di cosa succede quando si vota un candidato. Al massimo ricorderanno la guerra del cioccolato. E lo so per esperienza, che è così, perché - piccola digressione - della denuncia sociale rinvenibile nel "Capitan Harlock" che ho visto millanta anni fa, fino a quando non ho riletto la trama, non ricordavo nulla. Però, mantello e cicatrice, quelli li ricordavo benissimo.
Peccato.
L'idea di fondo è carina: una nazione salutista - ma di fatto vediamo una sola città - in cui sono bandite tutte le cose buone, dal pane allo zucchero, ai dolci in generale, ma in cui, più di tutto, è proibito il cioccolato. Sono ammessi solo alimenti salutisti. Il Partito Buon per Te, democraticamente eletto dagli adulti, ora tiene la popolazione in pugno con un corpo di polizia speciale e un macchinario infernale, il C.A.C.A.O., che sniffa e distrugge ogni più piccola traccia di cioccolato e tutto quanto gli si trova intorno. Chi si macchia del reato di contrabbando di cioccolato rischia il campo di concentramento e rieducazione.
E gli adulti che fanno? Voglio dire, a parte subire e languire, tristi e disperati per la crisi di astinenza? Nulla, ovvio, tranne quei pochi che almeno riconoscono di essere stati indifferenti e passivi e di avere permesso così la nascita di tale scempio. Non che ciò li porti ad insorgere.
Sono i bambini quelli che, orbati di una sana crescita accompagnata dalla giusta dose di cioccolata, si ribellano formando un movimento di resistenza.
Perché dico che "Chocolate Underground" è una serie contraddittoria? Perché, in realtà, sarebbe anche molto carina, ma a patto che lo spettatore non abbia più di 11/12 anni. Infatti mia figlia, che l'ha visto con me, si è divertita tantissimo. Però dubito che abbia colto più di tanto il fatto che gli adulti siano stati apaticamente a guardare mentre i ragazzi inscenavano resistenza & sommossa, né penso le sia passato per la mente dei parallelismi con la situazione sociopolitica in generale, che vede il popolo votare un pastore e passare la vita da pecora.
L'idea di fondo non sarebbe male: in fondo, parliamo di ciò che succede quando, con apatica indifferenza, permettiamo a un governante di diventare dittatore e di imporci il suo volere con la forza, anche quando va contro la volontà di chi lo ha eletto. Il problema è che l'argomento è trattato in maniera troppo semplicistica, esagerata, paradossale, assurda: le cose che succedono non hanno praticamente alcuna logica o verosimiglianza, per cui il prodotto rimane fruibile principalmente da un pubblico giovanissimo.
Giocoforza, vengono persi proprio i valori che darebbero forza a questa serie bonsai: la denuncia sociale dell'elettore apatico, del pecorone istituzionale. Il pericolo è che gli adulti trovino la serie molto infantile mentre i bambini, quando sarà ora di andare a votare, si saranno dimenticati da un pezzo di cosa succede quando si vota un candidato. Al massimo ricorderanno la guerra del cioccolato. E lo so per esperienza, che è così, perché - piccola digressione - della denuncia sociale rinvenibile nel "Capitan Harlock" che ho visto millanta anni fa, fino a quando non ho riletto la trama, non ricordavo nulla. Però, mantello e cicatrice, quelli li ricordavo benissimo.
Peccato.
Recensione di grandebonzo
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Non so che idea abbiate dell'otaku medio nipponico, ma questi, nell'immaginario collettivo giapponese, è una figura spregevole, un sottoprodotto umano ignaro delle basilari norme di igiene personale, un ciandala recluso nel buio di una stanza, morbosamente dedito al culto dei suoi hobby.
Prospettiva che, con virtuosismo da prestigiatore, si può ribaltare però senza vergogna, se si tiene bene a mente che il mondo otaku, per le case di produzione di anime, manga ed eroge, è una fonte spropositata di reddito, da stigmatizzare in pubblico, ma da lusingare sottobanco.
E visto che ogni tanto bisogna pur far gongolare l'ego represso di questa stirpe negletta, ecco che AIC Build ha pensato bene di deliziarci con "Oreimo" - vi prego, non costringetemi a scriverne per intero il titolo, perché è veramente stupido -, anime la cui protagonista non è che la trasfigurazione del concetto stesso di otaku: bella, alla moda, atletica e studiosa, Kirino è infatti la figlia perfetta che ogni buon papà dagli occhi a mandorla vorrebbe avere. Beh, quasi perfetta, se consideriamo la sua segreta passione per gli eroge dalla trama incestuosa, passione che l'accomuna pericolosamente ai quei suoi compatrioti socialmente emarginati, e che la costringe a vivere in perenne contraddizione con la sua reale natura.
Un'adolescente modello con perversioni da maniaco… a pensarci bene un concept assurdo, che permette tuttavia di abbozzare un divertente affresco su un universo colorato e stravagante, il cui popolo, dipinto forse con eccessiva indulgenza, può orgogliosamente dichiarare il suo amore per doushinji, cosplay e visual novel, in una satira (non certo velenosa) delle sue manie e dei suoi comportamenti grotteschi.
Nella rivalità tra Kuroneko, gothloli fanatica di anime sofisticati e intellettuali, e Kirino, schiava del moe più insulso, "Oreimo" offre gli spunti migliori, soprattutto quando le due ragazze si confrontano sui loro personaggi preferiti, Meruru e Maschera, a loro volta parodie dei generi majokko e seinen.
In un simile contesto, forzare l'inserimento di un elemento sentimentale non ha molto senso, poiché corre il serio rischio di risultare quantomeno stucchevole. Evidentemente, non l'hanno pensata così gli autori, i quali hanno avuto la brillante idea di guastare l'atmosfera dell'anime con la patetica descrizione del rapporto tra Kirino e suo fratello Kyosuke: servizievole fino alla nausea nei confronti della sorella, Kyosuke è infatti un personaggio vuoto, inutile, inspiegabilmente deferente verso colei che lo tratta come uno zerbino, psicologicamente piatto dalla prima all'ultima puntata.
Fastidiosamente pendente verso tematiche siscon, l'anime è oltretutto reso più irritante dalla patologica predilezione di Kirino per le cosiddette 'sorelline' - acerbe lolite innamorate del loro 'oni-chan' - capace di insinuare più di un dubbio sulla finalità stessa dell'opera: "Oreimo" vuole divertire, o vuole solleticare le perverse fantasie degli otaku più lascivi?
La propensione per la seconda possibilità è forte; ci fosse almeno un'evoluzione nel personaggio di Kyosuke, un progressivo allontanamento dal rapporto morboso con la sorella, ci si potrebbe forse ricredere: invece, senza scendere nei dettagli, va constatato con rammarico che la situazione non muta nemmeno nei quattro episodi speciali (i quali, identificati come "True Route", illudono lo spettatore alimentando la speranza di un ipotetico cambiamento).
Peccato, se questa serie si fosse limitata a prendere bonariamente in giro le abitudini degli otaku, il mio giudizio su di essa sarebbe stato tutto sommato favorevole.
A salvare in parte la baracca ci pensa la superba realizzazione tecnica, che presenta l'anime in una confezione davvero di pregio: animazioni fluide, disegni eccellenti, opening con immagini differenti per ogni singolo episodio, e sigle di chiusura sempre diverse.
Un lavoro indubbiamente lodevole, che non nasconde però le pecche di un'opera che cerca con troppa spudoratezza il favore della fetta di pubblico cui è indirizzata.
Da guardare se volete farvi qualche risata sulle stravaganze degli otaku, o se avete bisogno di un corso accelerato per familiarizzare con il lessico relativo al loro mondo.
Prospettiva che, con virtuosismo da prestigiatore, si può ribaltare però senza vergogna, se si tiene bene a mente che il mondo otaku, per le case di produzione di anime, manga ed eroge, è una fonte spropositata di reddito, da stigmatizzare in pubblico, ma da lusingare sottobanco.
E visto che ogni tanto bisogna pur far gongolare l'ego represso di questa stirpe negletta, ecco che AIC Build ha pensato bene di deliziarci con "Oreimo" - vi prego, non costringetemi a scriverne per intero il titolo, perché è veramente stupido -, anime la cui protagonista non è che la trasfigurazione del concetto stesso di otaku: bella, alla moda, atletica e studiosa, Kirino è infatti la figlia perfetta che ogni buon papà dagli occhi a mandorla vorrebbe avere. Beh, quasi perfetta, se consideriamo la sua segreta passione per gli eroge dalla trama incestuosa, passione che l'accomuna pericolosamente ai quei suoi compatrioti socialmente emarginati, e che la costringe a vivere in perenne contraddizione con la sua reale natura.
Un'adolescente modello con perversioni da maniaco… a pensarci bene un concept assurdo, che permette tuttavia di abbozzare un divertente affresco su un universo colorato e stravagante, il cui popolo, dipinto forse con eccessiva indulgenza, può orgogliosamente dichiarare il suo amore per doushinji, cosplay e visual novel, in una satira (non certo velenosa) delle sue manie e dei suoi comportamenti grotteschi.
Nella rivalità tra Kuroneko, gothloli fanatica di anime sofisticati e intellettuali, e Kirino, schiava del moe più insulso, "Oreimo" offre gli spunti migliori, soprattutto quando le due ragazze si confrontano sui loro personaggi preferiti, Meruru e Maschera, a loro volta parodie dei generi majokko e seinen.
In un simile contesto, forzare l'inserimento di un elemento sentimentale non ha molto senso, poiché corre il serio rischio di risultare quantomeno stucchevole. Evidentemente, non l'hanno pensata così gli autori, i quali hanno avuto la brillante idea di guastare l'atmosfera dell'anime con la patetica descrizione del rapporto tra Kirino e suo fratello Kyosuke: servizievole fino alla nausea nei confronti della sorella, Kyosuke è infatti un personaggio vuoto, inutile, inspiegabilmente deferente verso colei che lo tratta come uno zerbino, psicologicamente piatto dalla prima all'ultima puntata.
Fastidiosamente pendente verso tematiche siscon, l'anime è oltretutto reso più irritante dalla patologica predilezione di Kirino per le cosiddette 'sorelline' - acerbe lolite innamorate del loro 'oni-chan' - capace di insinuare più di un dubbio sulla finalità stessa dell'opera: "Oreimo" vuole divertire, o vuole solleticare le perverse fantasie degli otaku più lascivi?
La propensione per la seconda possibilità è forte; ci fosse almeno un'evoluzione nel personaggio di Kyosuke, un progressivo allontanamento dal rapporto morboso con la sorella, ci si potrebbe forse ricredere: invece, senza scendere nei dettagli, va constatato con rammarico che la situazione non muta nemmeno nei quattro episodi speciali (i quali, identificati come "True Route", illudono lo spettatore alimentando la speranza di un ipotetico cambiamento).
Peccato, se questa serie si fosse limitata a prendere bonariamente in giro le abitudini degli otaku, il mio giudizio su di essa sarebbe stato tutto sommato favorevole.
A salvare in parte la baracca ci pensa la superba realizzazione tecnica, che presenta l'anime in una confezione davvero di pregio: animazioni fluide, disegni eccellenti, opening con immagini differenti per ogni singolo episodio, e sigle di chiusura sempre diverse.
Un lavoro indubbiamente lodevole, che non nasconde però le pecche di un'opera che cerca con troppa spudoratezza il favore della fetta di pubblico cui è indirizzata.
Da guardare se volete farvi qualche risata sulle stravaganze degli otaku, o se avete bisogno di un corso accelerato per familiarizzare con il lessico relativo al loro mondo.
Salmon-chan
7.0/10
Recensione di VerderameAlih
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"Salmon-chan" è uno special della durata di circa cinque minuti, prettamente improntato sul genere comico e avente una protagonista alquanto particolare e fuori dal comune, ma soprattutto fuori di testa - sfido chiunque a non considerarla tale dopo essersi imbattuto nelle sue imprese assai masochiste.
L'idea è davvero molto originale e sfido - di nuovo - chiunque ad affermare il contrario: avete mai intravisto lontanamente un salmone avente una faccia umana? Io penso proprio di no. Eppure io ho avuto quest'opportunità magnifica e non sono riuscita a trattenermi dalle risate, anche se inizialmente non vi nascondo che ero molto perplessa al riguardo.
Lo special si apre con un uomo che annuncia l'esistenza di un salmone dotato di viso umano, e la prova è impressa sul video che tiene in mano: chi sarà mai questo salmone misterioso? Ma è la nostra Salmon-chan, ovviamente!
E' una protagonista dalla pettinatura adorabile, disegnata in modo adorabile, con un'espressione altrettanto adorabile stampata su quel bel viso e tanta voglia di passare a miglior vita. Salmon-chan, che sia diretta nelle fauci di un orso o in una vasca di acqua bollente, non cambia mai perché il suo obiettivo sarà sempre lo stesso.
Lo special è suddiviso in mini-capitoli che durano qualche secondo ciascuno e che, a turno, vi mostreranno l'estrema voglia di vivere non-provata minimamente dalla nostra Salmon-chan.
Complessivamente "Salmon-chan" è il riassunto delle atroci modalità con le quali un salmone che ha il viso di una bambina vuole cercare di porre fine alla propria vita. No, non sto scherzando, vi assicuro che è la verità. Inoltre costei, la nostra prode Salmon-chan, non ha preso della droga, non è ubriaca e non credo sia stata appena mollata dall'amatissimo fidanzato. Quindi penso che così ci sia nata, ecco, cioè deficiente al cubo.
"Voglia di vivere saltami addosso", lo potremmo anche chiamare, dato che questo piccolo salmone kawaii dai codini rosa tende a cercare di suicidarsi nei modi più dolorosi e improbabili che esistano. Perciò avrete a che fare con un salmone masochista, tenero nell'aspetto, ma che tenterà continuamente di finire all'altro mondo.
In tutta sincerità, io questo piccolo special l'ho letteralmente adorato: certe cose, così assurdamente demenziali, sono il mio pane quotidiano (sì, sono spudoratamente di parte e lo ammetto).
Dunque vi lascio con un consiglio spassionato che spero seguiate: guardatevelo e per cinque minuti entrerete a far parte della grande epopea di Salmon-chan finalizzata al suicidio! Ne vale assolutamente la pena, soprattutto per deriderla e prendervi gioco di lei - perché non riuscirà ad ammazzarsi nonostante ci provi ancora e ancora con grande determinazione. È una povera fallita anche in questo, compatiamola.
Perché in fondo è tanto pucciosa, con quei bellissimi codini di un incredibile rosa - salmone - moscio.
Ah, mi raccomando, non perdetevi l'inquadratura su Salmon-chan versione shoujo manga con gli occhi grandi che brillano come se fossero glitterati e le ciglia lunghissime che sbattono come le ali di una farfalla: quella è la scena migliore.
PS: secondo me questa è amica intima di quella pazza masochista Shokupan Mimi, ci scommetto tutto.
L'idea è davvero molto originale e sfido - di nuovo - chiunque ad affermare il contrario: avete mai intravisto lontanamente un salmone avente una faccia umana? Io penso proprio di no. Eppure io ho avuto quest'opportunità magnifica e non sono riuscita a trattenermi dalle risate, anche se inizialmente non vi nascondo che ero molto perplessa al riguardo.
Lo special si apre con un uomo che annuncia l'esistenza di un salmone dotato di viso umano, e la prova è impressa sul video che tiene in mano: chi sarà mai questo salmone misterioso? Ma è la nostra Salmon-chan, ovviamente!
E' una protagonista dalla pettinatura adorabile, disegnata in modo adorabile, con un'espressione altrettanto adorabile stampata su quel bel viso e tanta voglia di passare a miglior vita. Salmon-chan, che sia diretta nelle fauci di un orso o in una vasca di acqua bollente, non cambia mai perché il suo obiettivo sarà sempre lo stesso.
Lo special è suddiviso in mini-capitoli che durano qualche secondo ciascuno e che, a turno, vi mostreranno l'estrema voglia di vivere non-provata minimamente dalla nostra Salmon-chan.
Complessivamente "Salmon-chan" è il riassunto delle atroci modalità con le quali un salmone che ha il viso di una bambina vuole cercare di porre fine alla propria vita. No, non sto scherzando, vi assicuro che è la verità. Inoltre costei, la nostra prode Salmon-chan, non ha preso della droga, non è ubriaca e non credo sia stata appena mollata dall'amatissimo fidanzato. Quindi penso che così ci sia nata, ecco, cioè deficiente al cubo.
"Voglia di vivere saltami addosso", lo potremmo anche chiamare, dato che questo piccolo salmone kawaii dai codini rosa tende a cercare di suicidarsi nei modi più dolorosi e improbabili che esistano. Perciò avrete a che fare con un salmone masochista, tenero nell'aspetto, ma che tenterà continuamente di finire all'altro mondo.
In tutta sincerità, io questo piccolo special l'ho letteralmente adorato: certe cose, così assurdamente demenziali, sono il mio pane quotidiano (sì, sono spudoratamente di parte e lo ammetto).
Dunque vi lascio con un consiglio spassionato che spero seguiate: guardatevelo e per cinque minuti entrerete a far parte della grande epopea di Salmon-chan finalizzata al suicidio! Ne vale assolutamente la pena, soprattutto per deriderla e prendervi gioco di lei - perché non riuscirà ad ammazzarsi nonostante ci provi ancora e ancora con grande determinazione. È una povera fallita anche in questo, compatiamola.
Perché in fondo è tanto pucciosa, con quei bellissimi codini di un incredibile rosa - salmone - moscio.
Ah, mi raccomando, non perdetevi l'inquadratura su Salmon-chan versione shoujo manga con gli occhi grandi che brillano come se fossero glitterati e le ciglia lunghissime che sbattono come le ali di una farfalla: quella è la scena migliore.
PS: secondo me questa è amica intima di quella pazza masochista Shokupan Mimi, ci scommetto tutto.
;)
Veramente pessimo Oreimo!
Concordo per le sufficienze su Chocolate Underground e Oreimo, di più non potevano ottenere.
Come detto nella recensione un prodotto più adatto ai bambini, se avete qualche annetto in più evitatelo.
Salmon-chan avrei dato anche un paio di voti in più per un semplice motivo che qui non viene citato, a quanto pare si tratta di un progetto di laurea di un qualche piccolo genio nipponico (non ho capito se realizzato in singolo o in team).
Una piccola chicca di pochi minuti, ma durante quei pochi minuti non ci sarà un solo seconde in cui non si riderà.
Per Oreimo invece mi trovo abbastanza in contrasto con la recensione, in quanto sono uno di quelli a cui è piaciuto.
Partiamo con le critiche quindi XD
"Un'adolescente modello con perversioni da maniaco… a pensarci bene un concept assurdo", secondo quale principio essere "perfetti" all'apparenza entra in contrapposizione ad avere delle perversioni? essere uno studente da 10 e lode senza aver mai toccato un libro sarebbe assurdo, ma nel caso citato vengono prese in esame due sfere completamente differenti che possono coesistere in un normale individuo.
Da questo punto si evince il modo differente dal mio nel vedere la serie, nella recensione si parla di una visione dell'otaku "alleggerita", come se le piccole prese in giro gli dicessere di crogiolarsi nel suo status, tanto va bene anche così, un modo per innalzare la sua autostima, dal mio punto di vista è più una denuncia alla società nipponica, è questa che tende a stigmatizzare questi soggetti, potresti prendere tutti 10 a scuola, potresti essere una promessa dello sport prossima alle olimpiadi, potresti essere talmente bella da fare la modella, ma se la società dovesse scoprire che sei appassionata di eroge saresti solo un'otaku, la peggiore spazzatura della società.
Il problema è che spesso si tende appunto a stigmatizzare qualcosa (è una commedia basata sul siscon, quindi sarà stupida e ci sarà l'incesto), ma si dimentica che forse anche la persona più stupida a volte può dire la cosa più intelligente del mondo.
Tralasciamo adesso la morale che sta dietro, in fondo in questi casi si parla di interpretazione personale, e passiamo ai personaggi.
Per parlare di evoluzione o mancata evoluzione dei personaggi si deve necessariamente citare la seconda serie, Kyosuke è un personaggio vuoto, niente di più vero, ma quel vuoto sarà spiegato, così come l'amore di Kirino per quell'essere insulso, si perché di questo si tratta, lui era perfetto, energico, il primo a prendere l'iniziativa, ma deciderà di abbandonare il suo vecchio sè, deciderà di non volersi impegnare diventando l'essere insulso che è, un essere insulso che ci sta tutto, per dare un'idea si potrebbe pensare a Makoto di School days (altra serie che valuto positiva), un personaggio talmente inutile da richiamare in te sentimenti di rabbia nei suoi confronti, perché ricordiamo che un personaggio non deve per forza farsi amare, se riesce a farsi odiare vuol dire che ha fatto anche in quel caso il suo sporco lavoro.
Volendo trovare il problema più grosso della serie è l'averla trascinata in un genere harem (accentuato nella seconda serie) proprio per l'inutilità del protagonista, che se ci può stare per Kirino visto che lei nella sua mente lo ha idealizzato per ciò che era (e allo stesso lo odierà perché non lo è più), e per Kuroneko che nonostante sia una ragazza isolata per il fatto di essere otaku lui non ignorerà, il resto delle eroine non si capirà molto perché correranno dietro l'essere insulso, serviranno solo a fare brodo ed a usare il classico clichè "protagonista idiota corteggiato da millemile ragazze".
Adesso mi fermo che si è fatto tardi XD
Di Chocolate underground vidi il primo episodio molto tempo fa, prima o poi lo continuerò, mentre Salmon-chan... bè, "l'inquadratura su Salmon-chan versione shoujo manga con gli occhi grandi che brillano come se fossero glitterati e le ciglia lunghissime che sbattono come le ali di una farfalla" è decisamente la mia scena preferita! XD
Complimenti ai recensori!
Effettivamente la prima serie a livello di storia e sviluppo non è il massimo e assomiglia ad uno slice of life con un semplice filo conduttore, ovviamente condito da quella parte otaku ecc...
Tuttavia la seconda serie è di tutt'altro spessore, i personaggi crescono esponenzialmente, la storia incalza, *iniziospoiler* kirino sparisce per buona parte della produzione lasciando spazio ad un'immensa Kuroneko *finespoiler*, si vengono a scoprire molte cose sul passato, si vede tutta la passione di Kyosuke per la sorella ed anche la loro maturità nel sapere dove arrivare... insomma sono due prodotti assolutamente differenti per come vengono raccontati e per come si sviluppano.
Quindi se avete giudicato Oreimo solo sulla prima serie potrei essere anche d'accordo con il vostro giudizio, tuttavia dalla puntata 12 fino all'ultima della seconda serie il mio giudizio cambia completamente ed esponenzialmente: come i personaggi e la storia.
Guarda le altre recensioni di grandebonzo e poi dimmi se non è il suo genere! Scoprirai invece che ne è un gran maestro e un luminare
@megaloman: non pretendo di certo di avere la verità in tasca, e, tra l'altro, non penso di essermi mai posto su un piedistallo. E' una recensione, e come tale contiene elementi soggettivi; se tu hai un'altra opinione di quest'anime, ben venga. Certo che, a mio parere, parlare di spessore psicologico nei personaggi di "Oreimo" è perlomeno discutibile. Soprattutto in un'ottica che prenda in considerazione anche la seconda serie (ma hai visto il finale? Non penso di ricordare qualcosa di più superficiale e vergognoso). Pensare a una ragazzina che si eccita giocando a videogiochi con trama a sfondo incestuoso (hai mai giocato a un eroge con protagoniste "le sorelline"? Se la risposta è affermativa, concorderai che è qualcosa di totalmente alieno alla psiche di una quattordicenne) e un fratello che la giustifica perché la "ama" mi sembra una gran scemata. Se si vuole prendere in giro bonariamente otaku e siscon, posso guardare "Oreimo" e farmi due risate. Ma se devo pensare che quello che ho visto contiene elementi drammatici (Cosa sarebbe? Una critica severa al mondo otaku? Alla società? O è una giustificazione della sublime adorazione feticista di anime e videogiochi?), beh, direi che non siamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda.
@erebo82: con concept assurdo non intendo la dicotomia tra il comportamento pubblico e quello privato di un individuo, perfettamente plausibile. Mi riferisco in particolare al concept di quest'anime, dove si cerca di sdoganare con indecente condiscendenza l'idea che una ragazzina quattordicenne si possa trastullare davanti all'esibizione di rapporti sessuali pedopornografici tra consanguinei (e il genere di eroge che dice tanto di amare Kirino è proprio questo, a meno che qualcuno ci veda anche del romanticismo). Non sono un moralista, non giudico gli appetiti sessuali di nessuno, ma continuo a ritenere inconcepibile (perché non veritiero, non certo da un punto di vista etico) la passione di Kirino, da cui prende le mosse "Oreimo".
L'"evoluzione" di Kyosuke nella seconda serie mi pare poi un ridicolo deus ex machina per giustificare il terrificante finale (se almeno nella prima serie si gioca un po' sul rapporto tra i due fratelli, nella seconda questo prende una piega disgustosa).
Avendo comunque guardato tutti gli episodi di Oreimo, posso dire di essere in parte d'accordo con la recensione di grandebonzo... che però esagera un po' con alcune definizioni...
Per quanto riguarda gli altri due, ahimè, non ho ancora avuto modo di guardare Chocolate Underground; mentre Salmon-chan non l'avevo mai sentito. La prima cosa che mi salta all'occhio però, è che sia stato animato come tesi di laurea. Bé, magari potessi incentrare anch'io la mia su di un anime!
E invece quello è proprio uno dei generi preferiti di grandebonbzo
Le recensioni vanno scritte descrivendo quel che si ritiene di aver visto, le emozioni, le sensazioni che una certa opera ci ha comunicato, a differenza dei commenti vanno scritte senza "secondo me" e senza " a parer mio" perchè dovrebbe essere scontato che ciò che stai leggendo è la visione soggettiva di chi sta scrivendo la recenzione.
Sarebbe buona norma tentare di mettere in ballo anche un po' di "oggettività" e sicuramente i recensori più "onesti" (come Grandebonzo) fanno del loro meglio per tentare di essere anche oggettivi. Per questo motivo, in ogni caso, ogni recensione va vista principalmente come un punto di vista personale di chi scrive, niente verità assolute dunque, da parte di nessuno...ma verità relative quello si!
Grandebonzo
Sicuramente non sono stato l'unico che, a leggere la tua recensione, si aspettava un votaccio, per come ne parli. Ma alla fine salvi tutto per (a tuo dire) :
Io mi chiedo dove tu l'abbia vista la "superba realizzazione tecnica" e la "confezione di pregio". Non vuole essere una critica ma un onesto confronto
Io ho visto delle animazioni normali (nella media) e disegni davvero nulla di speciale sono (a mio avvso) ben altre le opere da lodare per i disegni. Oreimo, dal punto di vista dei disegni, è un anime nella media, io direi anche nella fascia bassa della media, sono disegni puliti, chiari ma essenziali, per nulla ricercati né come stile né come dettagli. Mi sorprende davvero questo tuo apprezzamento per animazioni e comparto grafico di quest'opera....
"ogni recensione va vista principalmente come un punto di vista personale di chi scrive, niente verità assolute dunque, da parte di nessuno...ma verità relative quello si!" Verità relativa,concetto sicuramente molto poetico, che tuttavia logicamente è in contraddizione. La verità collega tutti i punti e si riconduce all'uno,è la spiegazione unitaria di tutti i fenomeni; ammettendo una pluralità di verità esse non sono tali,più verità si escludono a vicenda,le famose antinomie kantiane ad esempio, ed escludendosi a vicenda perdono di significato oltre che la loro stessa natura veritiera. Verità relativa è l'opinione, anzi chiamala mera opinione, e l'opinione non è verità. Verità relativa è il termine assolutamente pretenzioso usato per giustificare la vostra opinione.
@megaloman ah un'altra cosa,il sito non mi fa vedere i pollici in su che ti ho messo,non so se sia un'errore temporaneo o cosa, ma da parte mia hai non un pollice in sù,ma mille (metaforici ma sempre mille), e anche un bignè alla crema,o se non ti piace scegli qualcos'altro e fa finta che sia da parte mia
si ho visto le recensioni che ha fatto ha la media del 6/7 se va bene tutto, ma è solo una costatazione ad occhio non ho fatto la media... avoia se i sei e i sette so tutti come questo, moe saltami adosso....
Personalmente non ho trovato quell'arroganza che attribuisci alla recensione in questione, pur trovandomi in disaccordo con alcune parti di essa (wincest, best love story ever told ecc...), mi pare che abbia espresso la sua opinione in totale libertà e non la abbia professata come verità assoluta.
L'unica cosa di veramente pretenzioso è definirsi fautori di una verità univoca, è davvero "pretenzioso" pensare di poter portare una verità univoca in ambito manganimato dove quasi tutto è relativo e dove si analizzano principalmente punti di vista, emozioni, sensazioni e gusti soggettivi.
-l'ego represso di questa stirpe negletta
-non costringetemi a scriverne per intero il titolo, perché è veramente stupido
- corre il serio rischio di risultare quanto meno stucchevole
-patetica descrizione
-A salvare in parte la baracca
la comprensione del testo si impara alle medie, questi elementi fanno intendere arroganza,o meglio direi io( in quanto non ho mai usato il termine arroganza nel precedente commento) presunzione.
se devo riprendere la mia prima frase "l'opinione è in sé arrogante" dovrei fare la distinzione fra giudizio negativo e positivo, la funzione di unione e divisione, intenzione delle due parti, canale di comunicazione,mediazione dell'oggetto e altri aspetti. Se me la obietti mi devo prendere il tempo di scrivere la dimostrazione.
in ogni caso dovresti riferirti anche a megaloman,è da lui che cominciano le mie riflessioni, aspetto un suo intervento, anche per capire se ho interpretato correttamente il suo messaggio
Nyx, riporto le tue parole perché sono molto interessanti e mi danno lo spunto per esprimere la mia opinione:
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Le recensioni vanno scritte descrivendo quel che si ritiene di aver visto, le emozioni, le sensazioni che una certa opera ci ha comunicato, a differenza dei commenti vanno scritte senza "secondo me" e senza " a parer mio" perchè dovrebbe essere scontato che ciò che stai leggendo è la visione soggettiva di chi sta scrivendo la recenzione.
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Io la penso come te, ma siccome mi sento alquanto insicuro ho scritto spesso proprio quelle frasi che non ti piacciono. Questo è un mio problema, devo imparare ad avere più "coraggio" nell'esprimere le mie opinioni quando scrivo le recensioni: qui non ci sono verità assolute (come hai detto qualche commento sopra a questo) ed è bello poter esprimere il proprio punto di vista e confrontarsi con gli altri utenti.
In realtà quelle che tu definisci "frasi che non mi piacciono" le utilizzo praticamente in ogni mio commento al fine di puntualizzare che si tratta del mio punto di vista, per non risultare arrogante e non "mancar di rispetto" a chi la pensa diversamente da me
Tuttavia (secondo me) la recensione dovrebbe seguire meccaniche diverse ed è puramente per una questione di forma che ritengo non dovrebbero esserci i vari "secondo me" " a parer mio" etc etc etc. Non c'è scritto da nessuna parte che non vadano messi è solo che (a parer mio) una recensione senza questo tipo di puntualizzazioni fila meglio, tutto qua
... vedi quante volte uso "le frasi che non mi piacciono" al di fuori delle recensioni?
devo comunque fare i complimenti agli spolliciatori,non riuscireste a notare un'argomentazione fatta come si deve nemmeno se ve la sbattessero davanti al muso. i pollici alle masse! e poi magari sono i soliti che disprezzano il mainstream a priori (sono sì due cose diverse,ma è l'atteggiamento a cui mi riferisco,ora non attaccatevi su minuziosità che non riuscite,o volete, capire)
però megaloman devi sbrigarti,è un tutti contro uno numericamente impari e dovrei mettermi a studiare (non è facile interrompendosi), e in più devo capire se ho interpretato bene il tuo messaggio
@Bradipo Lento: questa prima serie è guardabile, se presa non troppo sul serio. Se però la inquadri in un'ottica generale (dopo aver visto la seconda stagione), l'intero anime perde un sacco di punti. Dopo l'OAV finale (guarda per curiosità i commenti all'episodio! Penso sia la più grande raccolta di pollici rossi e commenti negativi per una singola puntata) ti accorgi di aver sprecato solo del tempo!
Complimenti ai recensori, molto divertente la recensione su Salmon-chan. Chocolate Underground invece non lo conosco.
Sul comparto grafico, non mi sembra di aver detto che fa schifo, anzi. Ho abbassato però la mia valutazione, in paragone ad altre opere dello stesso periodo. Ad esempio, un "K-On!" dell'anno precedente gli è nettamente superiore. Se vuoi essere obiettivo, poi, gli OAV conclusivi della seconda serie hanno un dettaglio grafico decisamente scadente (gli sfondi sono realizzati veramente al risparmio).
Dici infine che sono un bacchettone, un conformista e un finto appassionato di anime senza nemmeno conoscermi, e solo perché critico quello che tu definisci un capolavoro... sono io a peccare di presunzione?
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