Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[MANGA] Facciamo i pervertiti (Scadenza: 15/2/2015)
[DRAMA] Attack No.1 (Scadenza: 18/2/2015)
[ANIME] Desert Rose - Snow of the Apocalypse (Scadenza: 22/02/2015)
[ANIME] Licensed by Royal (Scadenza: 25/2/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Otaku no Video, Occult Academy e Zankyo no Terror.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Otaku no Video
7.0/10
Recensione di AkiraSakura
-
Spesso, tra gli Occidentali, sopratutto Italiani e Yankees, il termine otaku viene utilizzato positivamente, in modo tale da identificare, scherzosamente, l'appassionato di anime/manga sprovvisto di occhi a mandorla con un'etichetta divertente e foneticamente stramba. Un po' come accade quando una persona che s'interessa di animazione vintage viene bollata alla buona come girellaro, quando in realtà la nomea è negativa e serve ad identificare esclusivamente le persone di quaranta e passa anni le quali conservano morbosamente il ricordo degli anime della loro infanzia; difendono a spada tratta gli adattamenti poco fedeli dell'epoca e i doppiaggi storici; bollano aprioristicamente come scadente tutta l'animazione non compatibile con il loro imprinting a base di televisioni regionali, Rai e Mediaset. Allo stesso modo di girellaro, anche otaku è un termine molto infelice nel suo significato originario. Nel contesto della società giapponese, l'otaku è un individuo asociale, ossessionato in modo negativo da determinati anime, manga, videogiochi ed altre manifestazioni dello sfrenato consumismo nipponico. L'otaku è quello che quando vede un'anime sente l'esigenza di andare a rubare e/o comprare i rodovetri e i numerosi gadget annessi; uno che s'innamora delle idol virtuali in 2D, se ne compra le bamboline in vetroresina e si rivolge ad esse come se fossero ragazze vere; una persona la quale si lava poco, la cui sessualità spesso viene uccisa dall'eccessivo contatto con donnine pucciose e/o perfette le quali non hanno alcuna corrispondenza con le donne in carne e ossa del mondo reale. Ci sono anche quelli ossessionati dalle armi (come ad esempio Kensuke Aida di "Evangelion", messo lì da Anno non a caso) e così via.
"Otaku no Video" è il famoso documentario otaku creato dalla GAINAX, studio nato in seno alla rivoluzione macrossiana del 1982 la quale ha ufficiosamente generato il fenomeno (Haruhiko Mikimoto e Shoji Kawamori durante la lavorazione di "Macross" usavano chiamarsi tra di loro otaku). Tuttavia, la società giapponese del boom economico, con la sua competitività e i suoi ritmi frenetici, presentava già prima del 1982 una piaga composta da individui alienati dal consumismo e ossessionati da determinati suoi prodotti. L'esempio più lampante è il protagonista di "Gundam", Amuro Rei: lui è il tipico figlio unico viziato di genitori divorziati e assenti, i quali pensano unicamente alla carriera trascurandolo; quando Amuro ha un momento libero, si chiude nella sua stanza al buio a riparare Haro o a smanettare con congegni elettronici di vario tipo. Secondo numerose interviste ai giovani dell'epoca, essi s'identificavano parecchio con Amuro, sopratutto gli studenti universitari come Kawamori, Anno, Mikimoto, Hirano e copagnia, i quali diventeranno con "Macross" gli artefici del "sogno otaku" descritto in "Otaku no Video". Infatti, guardando "Macross", si nota subito la grande attenzione maniacale degli autori ai dettagli, alle armi, al design, ai congegni elettronici ecc. Tomino aveva preso un giovane dell'epoca e lo aveva messo sopra un robottone a fare la guerra, né più né meno. Se il monito di "Gundam" era comunque ottimista e legato alla fiducia nelle nuove generazioni, è con "Z Gundam" che il fenomeno otaku viene stroncato in toto dal maestro, attraverso vari moniti e provocazioni più o meno velate. Kamille, il protagonista del'anime, è messo ancora peggio di Amuro: è un asociale completo, in rotta di collisione con tutto e con tutti, il quale odia i genitori e via via con il trascorrere della serie impazzisce completamente, in quanto non riesce ad uscire dal suo tetro guscio fatto di solitudine, ossessione e grigiore.
Non a caso ho tirato fuori Tomino, in quanto vedendo "Otaku no Video" si nota come gli addetti ai lavori della GAINAX, indubbiamente cresciuti a pane e Sunrise, lo omaggino molte volte, anche citando opere quasi sconosciute all'occidente come "Xabungle" e "Ideon". Come dicevo in precedenza, questo documentario è comunque ottimista, in quanto il sogno otaku viene palesemente esaltato e idealizzato. Tuttavia, molto correttamente, la parte di "Otaku no Video" più solare è quella animata, mentre le scene reali, composte da provocatorie interviste più o meno congegnate a veri e propri otaku tout court, a tratti sono molto inquietanti e deprimenti. Siamo infatti ben lontani dal nomignolo simpatico che ci si attribuisce erroneamente tra italiani: l'otaku nel suo significato originario viene presentato in tutte le sue forme, da quello il quale ha abbandonato gli studi per scrivere fanzine e una volta finita la passione ricorda la cosa con piacere, fino ad arrivare a quelli che vanno a rubare i rodovetri, a quegli altri i quali ammettono esplicitamente di aver perso l'interesse sessuale verso ragazze vere, oppure a quegli altri ancora i quali vivono in una stanzetta fetente piena di VHS e registrano dalla mattina alla sera tutti gli anime che vengono trasmessi senza censure sulle TV minori.
L'otaku esiste in virtù del benessere economico. Sono stati proprio gli otaku infatti a distruggere la fascia giornaliera, comprando i numerosi OAV creati apposta per loro, contenenti opere dagli aspetti tecnici mostruosi, dai rifiniti particolari, dalla conturbante sessualità di sottofondo e dai numerosi cliché iterati a oltranza. La maggiorparte dell'animazione attuale da fascia serale segue concettualmente la scia di quel tipo di OAV, tuttavia con canoni diversi, più o meno infelici, indotti dalla moda in voga al momento (per adesso siamo nella viral fase "anime moe tratto da novel"), e ancora più cliché, capziosità consumistiche, personaggi-fanservice, idols virtuali e quant'altro. Non c'è comunque stato un ricambio generazionale di autori validi (dietro ad un "Dangaioh" a caso c'erano nomi del calibro di Toshiko Hirano, Hideaki Anno e Shoji Kawamori, nonostante la banalità narrativa e contenutistica del titolo).
Per noi Occidentali è molto importante vedere "Otaku no Video", a prescindere dalla solita fighetteria autocelebrativa tipica della GAINAX (che personalmente trovo abbastanza irritante), in quanto è utile a capire veramente cosa vuol dire otaku e in che contesto tale nomea nasce. Ciò detto, l'ottimismo di "Otaku no Video" adesso come adesso è molto ingenuo: il sogno otaku ormai è bello che morto e sepolto, come decretato in modo molto intelligente dal seminale "Welcome to the N.H.K." di Takimoto.
Una lettura indispensabile per comprendere appieno il fenomeno otaku, anche dal punto di vista della postmodernità che lo ha generato, è l'ottimo "Generazione Otaku. Uno studio della postmodernità" del filosofo giapponese Hiroki Azuma.
"Otaku no Video" è il famoso documentario otaku creato dalla GAINAX, studio nato in seno alla rivoluzione macrossiana del 1982 la quale ha ufficiosamente generato il fenomeno (Haruhiko Mikimoto e Shoji Kawamori durante la lavorazione di "Macross" usavano chiamarsi tra di loro otaku). Tuttavia, la società giapponese del boom economico, con la sua competitività e i suoi ritmi frenetici, presentava già prima del 1982 una piaga composta da individui alienati dal consumismo e ossessionati da determinati suoi prodotti. L'esempio più lampante è il protagonista di "Gundam", Amuro Rei: lui è il tipico figlio unico viziato di genitori divorziati e assenti, i quali pensano unicamente alla carriera trascurandolo; quando Amuro ha un momento libero, si chiude nella sua stanza al buio a riparare Haro o a smanettare con congegni elettronici di vario tipo. Secondo numerose interviste ai giovani dell'epoca, essi s'identificavano parecchio con Amuro, sopratutto gli studenti universitari come Kawamori, Anno, Mikimoto, Hirano e copagnia, i quali diventeranno con "Macross" gli artefici del "sogno otaku" descritto in "Otaku no Video". Infatti, guardando "Macross", si nota subito la grande attenzione maniacale degli autori ai dettagli, alle armi, al design, ai congegni elettronici ecc. Tomino aveva preso un giovane dell'epoca e lo aveva messo sopra un robottone a fare la guerra, né più né meno. Se il monito di "Gundam" era comunque ottimista e legato alla fiducia nelle nuove generazioni, è con "Z Gundam" che il fenomeno otaku viene stroncato in toto dal maestro, attraverso vari moniti e provocazioni più o meno velate. Kamille, il protagonista del'anime, è messo ancora peggio di Amuro: è un asociale completo, in rotta di collisione con tutto e con tutti, il quale odia i genitori e via via con il trascorrere della serie impazzisce completamente, in quanto non riesce ad uscire dal suo tetro guscio fatto di solitudine, ossessione e grigiore.
Non a caso ho tirato fuori Tomino, in quanto vedendo "Otaku no Video" si nota come gli addetti ai lavori della GAINAX, indubbiamente cresciuti a pane e Sunrise, lo omaggino molte volte, anche citando opere quasi sconosciute all'occidente come "Xabungle" e "Ideon". Come dicevo in precedenza, questo documentario è comunque ottimista, in quanto il sogno otaku viene palesemente esaltato e idealizzato. Tuttavia, molto correttamente, la parte di "Otaku no Video" più solare è quella animata, mentre le scene reali, composte da provocatorie interviste più o meno congegnate a veri e propri otaku tout court, a tratti sono molto inquietanti e deprimenti. Siamo infatti ben lontani dal nomignolo simpatico che ci si attribuisce erroneamente tra italiani: l'otaku nel suo significato originario viene presentato in tutte le sue forme, da quello il quale ha abbandonato gli studi per scrivere fanzine e una volta finita la passione ricorda la cosa con piacere, fino ad arrivare a quelli che vanno a rubare i rodovetri, a quegli altri i quali ammettono esplicitamente di aver perso l'interesse sessuale verso ragazze vere, oppure a quegli altri ancora i quali vivono in una stanzetta fetente piena di VHS e registrano dalla mattina alla sera tutti gli anime che vengono trasmessi senza censure sulle TV minori.
L'otaku esiste in virtù del benessere economico. Sono stati proprio gli otaku infatti a distruggere la fascia giornaliera, comprando i numerosi OAV creati apposta per loro, contenenti opere dagli aspetti tecnici mostruosi, dai rifiniti particolari, dalla conturbante sessualità di sottofondo e dai numerosi cliché iterati a oltranza. La maggiorparte dell'animazione attuale da fascia serale segue concettualmente la scia di quel tipo di OAV, tuttavia con canoni diversi, più o meno infelici, indotti dalla moda in voga al momento (per adesso siamo nella viral fase "anime moe tratto da novel"), e ancora più cliché, capziosità consumistiche, personaggi-fanservice, idols virtuali e quant'altro. Non c'è comunque stato un ricambio generazionale di autori validi (dietro ad un "Dangaioh" a caso c'erano nomi del calibro di Toshiko Hirano, Hideaki Anno e Shoji Kawamori, nonostante la banalità narrativa e contenutistica del titolo).
Per noi Occidentali è molto importante vedere "Otaku no Video", a prescindere dalla solita fighetteria autocelebrativa tipica della GAINAX (che personalmente trovo abbastanza irritante), in quanto è utile a capire veramente cosa vuol dire otaku e in che contesto tale nomea nasce. Ciò detto, l'ottimismo di "Otaku no Video" adesso come adesso è molto ingenuo: il sogno otaku ormai è bello che morto e sepolto, come decretato in modo molto intelligente dal seminale "Welcome to the N.H.K." di Takimoto.
Una lettura indispensabile per comprendere appieno il fenomeno otaku, anche dal punto di vista della postmodernità che lo ha generato, è l'ottimo "Generazione Otaku. Uno studio della postmodernità" del filosofo giapponese Hiroki Azuma.
Occult Academy
8.0/10
La trama di quest'anime vede coinvolta un'accademia dedicata all'occulto (come lascia ben immaginare il titolo stesso). Una ragazza di nome Maya succede al padre e diventa la direttrice di un'accademia dove accadono fatti al di fuori della norma... altrimenti che accademia dell'occulto sarebbe? L'elemento scatenante sarà un ragazzo proveniente dal futuro che piomba dinnanzi a lei (completamente nudo) e ha l'arduo compito di cambiare il passato per evitare un futuro di indicibili disgrazie per il genere umano. Per riuscire nell'impresa dovranno cercare la "chiave di Nostradamus" ossia il punto d'origine della "sventura". Si parte da zero, senza nessuna indicazione, non sarà un compito facile! Anche perché al ragazzo inizialmente non verrà concessa troppa credibilità.
Quest'anime potrebbe essere portato come eccellente esempio di quanto sia doveroso giudicare ogni opera unicamente quando la si è visionata nella sua interezza. "Sekimatsu Occult Accademy" è un'opera straordinaria, ma questa mia considerazione è andata creandosi unicamente grazie agli ultimissimi episodi, prima dei quali ho dovuto fare i conti con una trama apparentemente scialba e priva di mordente, decisamente al di sotto di qualsiasi aspettativa, decisamente al di sotto di una misera sufficienza.
Tre quarti dell'anime purtroppo viaggiano su questo tipo di binari, offrendo pochissimi spunti degni di nota, pochissimi spunti seriosi, insufficienti per catalogarlo come vero horror, insufficienti per tenere alto l'interesse, insufficienti sotto svariati punti di vista, ma... sono gli ultimi tre episodi a cambiare completamente le carte in tavola e tutto ciò che ci saremmo aspettati sin dalle primissime battute l'otterremo in abbondanza proprio nelle battute conclusive. E' un peccato che si sia dovuto aspettare tanto per giungere a questo piacevolissimo risultato, ma l'esito conclusivo ci ripagherà ampiamente della fiducia accordata a quest'opera.
Il comparto grafico è molto curato: sfondi e colori, nonché il disegno e la caratterizzazione di alcuni personaggi, sono da ritenersi decisamente superiori alla media. E' il caso soprattutto di Maya, la protagonista principale, che può vantare uno stile grafico particolare e molto gradevole, da accoppiare a un caratterino piuttosto pepato e apparentemente poco simpatico, ma dotato di una forte "umanità". Intorno alla sua figura insomma è stato creato un personaggio interessante sotto molteplici sfaccettature. Gran parte dei personaggi secondari acquisteranno anch'essi una notevole profondità solamente nelle battute finali, dove sarà un continuo susseguirsi di piacevolissimi colpi di scena.
La soundtrack, pur non eccellendo in nulla, svolge molto bene il suo compito, con tracce gradevoli e appropriate al contesto.
E ora alcune curiosità. Sono parecchi i richiami di "Occult Accademy" a elementi narrativi già ben noti in film di medio/grande successo. Io ne ho trovati perlomeno tre:
* Le cabine usate per viaggiare nel tempo hanno l'inconfondibile design di quelle presenti nel film "La mosca".
* Il fatto che il ragazzo che viaggia nel tempo per cambiare il passato (se già questo non bastasse a farvi saltare in mente qualcosa) e arrivi a destinazione completamente nudo sono elementi tipici associabili a "Terminator"; in aggiunta, il futuro "malvagio" che viene presentato è assai simile a quello immaginato nel titolo in questione.
* Vi è una parte dove dei ragazzi si sottopongono a una breve esperienza di morte per poi essere rianimati pochi minuti dopo, e questo è un chiaro richiamo a "Linea mortale".
Questi son quelli che ho trovato io, ma ho ragione di pensare che ve ne possano essere altri.
Il voto, in questo caso, è la parte di più difficile della recensione, dato che tre quarti dell'opera viaggiano su livelli scialbi e ben lontani dalla sufficienza, ma, come già detto in precedenza, le battute conclusive si rivelano inaspettatamente gradevoli, stravolgendo completamente i ritmi iniziali. Il mio sarà un 7 e mezzo che arrotondo volentieri a 8.
Quest'anime potrebbe essere portato come eccellente esempio di quanto sia doveroso giudicare ogni opera unicamente quando la si è visionata nella sua interezza. "Sekimatsu Occult Accademy" è un'opera straordinaria, ma questa mia considerazione è andata creandosi unicamente grazie agli ultimissimi episodi, prima dei quali ho dovuto fare i conti con una trama apparentemente scialba e priva di mordente, decisamente al di sotto di qualsiasi aspettativa, decisamente al di sotto di una misera sufficienza.
Tre quarti dell'anime purtroppo viaggiano su questo tipo di binari, offrendo pochissimi spunti degni di nota, pochissimi spunti seriosi, insufficienti per catalogarlo come vero horror, insufficienti per tenere alto l'interesse, insufficienti sotto svariati punti di vista, ma... sono gli ultimi tre episodi a cambiare completamente le carte in tavola e tutto ciò che ci saremmo aspettati sin dalle primissime battute l'otterremo in abbondanza proprio nelle battute conclusive. E' un peccato che si sia dovuto aspettare tanto per giungere a questo piacevolissimo risultato, ma l'esito conclusivo ci ripagherà ampiamente della fiducia accordata a quest'opera.
Il comparto grafico è molto curato: sfondi e colori, nonché il disegno e la caratterizzazione di alcuni personaggi, sono da ritenersi decisamente superiori alla media. E' il caso soprattutto di Maya, la protagonista principale, che può vantare uno stile grafico particolare e molto gradevole, da accoppiare a un caratterino piuttosto pepato e apparentemente poco simpatico, ma dotato di una forte "umanità". Intorno alla sua figura insomma è stato creato un personaggio interessante sotto molteplici sfaccettature. Gran parte dei personaggi secondari acquisteranno anch'essi una notevole profondità solamente nelle battute finali, dove sarà un continuo susseguirsi di piacevolissimi colpi di scena.
La soundtrack, pur non eccellendo in nulla, svolge molto bene il suo compito, con tracce gradevoli e appropriate al contesto.
E ora alcune curiosità. Sono parecchi i richiami di "Occult Accademy" a elementi narrativi già ben noti in film di medio/grande successo. Io ne ho trovati perlomeno tre:
* Le cabine usate per viaggiare nel tempo hanno l'inconfondibile design di quelle presenti nel film "La mosca".
* Il fatto che il ragazzo che viaggia nel tempo per cambiare il passato (se già questo non bastasse a farvi saltare in mente qualcosa) e arrivi a destinazione completamente nudo sono elementi tipici associabili a "Terminator"; in aggiunta, il futuro "malvagio" che viene presentato è assai simile a quello immaginato nel titolo in questione.
* Vi è una parte dove dei ragazzi si sottopongono a una breve esperienza di morte per poi essere rianimati pochi minuti dopo, e questo è un chiaro richiamo a "Linea mortale".
Questi son quelli che ho trovato io, ma ho ragione di pensare che ve ne possano essere altri.
Il voto, in questo caso, è la parte di più difficile della recensione, dato che tre quarti dell'opera viaggiano su livelli scialbi e ben lontani dalla sufficienza, ma, come già detto in precedenza, le battute conclusive si rivelano inaspettatamente gradevoli, stravolgendo completamente i ritmi iniziali. Il mio sarà un 7 e mezzo che arrotondo volentieri a 8.
Terror in Resonance
10.0/10
Recensione di violet girl
-
"Pull the trigger on this world".
"Zankyou no Terror" è un anime di questa stagione estiva che ha ricevuto notevoli consensi da parte del suo pubblico, ma che da alcuni ha ricevuto delle critiche che, personalmente, non condivido affatto.
Partiamo da un presupposto: "Zankyou no Terror" parla di due "terroristi", ma se state cercando un anime in cui i personaggi principali agiscono sulla spinta di meri istinti brutali, due personaggi che dovrebbero essere la raffigurazione degli aspetti negativi dell'animo umano, personaggi alla Light Yagami per intenderci, allora avete sbagliato anime.
"Zankyou no Terror" parla di due ragazzi di soli diciassette anni, Nine e Twelve, che organizzano attacchi terroristici molto particolari, in quanto questi sono esclusivamente degli atti dimostrativi, atti che hanno lo scopo di voler comunicare qualcosa, voler far sentire la propria voce, e non quello di mietere vittime innocenti. Infatti i due, che nei panni di terroristi si fanno chiamare "Sphinx", lanciano degli indovinelli alla polizia, dando loro modo di disinnescare di volta in volta le bombe piazzate. Questi indovinelli, che vengono recapitati alla polizia attraverso dei video caricati online, nascondono un indovinello ancora più grande, ovvero il motivo e le intenzioni che si celano dietro tali attacchi. Gli Sphinx non colpiscono la popolazione, ma colpiscono le istituzioni, il governo, e parte integrante del piano è che vi sia qualcuno pronto a risolvere tale enigma, in modo da portare alla luce del sole un grande complotto organizzato dalle istituzioni giapponesi ai danni di ventisei bambini provenienti da diversi orfanotrofi del Giappone, tra cui vi sono anche Nine e Twelve. Colui che riuscirà a risolvere l'indovinello e indagherà sul passato dei due ragazzi è il detective Shibazaki.
"Zankyou no Terror"contiene innumerevoli spunti di riflessione, presentandosi come una denuncia nei confronti delle istituzioni che esercitano il loro potere andando a colpire le popolazioni più deboli. In questo caso specifico sono gli orfani, bambini soli al mondo, ad essere utilizzati e considerati come dei semplici oggetti da coloro che si trovano a capo del cosiddetto piano "Athena", piano che vede coinvolti i maggiori esponenti delle istituzioni giapponesi. Quando è la tua stessa nazione a farti del male, quando è la tua stessa nazione a non riconoscere il valore della tua esistenza, allora per rivendicare i propri diritti, per richiedere che venga fatta giustizia, molte volte non rimane atro che "premere il grilletto", utilizzare mezzi estremi per attirare l'attenzione della popolazione e pretendere di essere ascoltati, rivendicati, perché, se lo si facesse per vie legali, probabilmente il tutto verrebbe insabbiato.
Shinichiro Watanabe, il regista di tale anime, ha cercato secondo me di dare voce agli invisibili della società, ai deboli, le cui vite vengono spesso spezzate e portate via proprio da chi invece avrebbe il compito di proteggere il suo popolo. Watanabe ci invita a non dimenticare, a ricordare, poiché è solo ricordando le atrocità compiute dal genere umano che si può evitare che tali orrori si ripresentino in futuro.
Parlando più in dettaglio dei vari personaggi, Nine è il personaggio razionale, quello che progetta gli attacchi e quello più determinato tra i due a portare avanti la loro missione. Twelve invece è un ragazzo impulsivo, un ragazzo che a differenza di Nine è molto attratto dalla "normalità" che non può vivere. Se Nine è la testa, Twelve è invece il cuore.
Passiamo ora ai due personaggi più contestati, e secondo me meno compresi, di questa storia. Sto parlando di Five e Lisa.
Five è una ragazza il cui passato è collegato a quello di Nine e Twelve e che guida le indagini dell'FBI, intervenuta per risolvere il caso Sphinx. Inizialmente il ruolo di Five appare poco comprensibile, non si capisce bene a quale gioco stia giocando, ma a mano a mano apparirà sempre più chiaro che quella che sembrava essere una "villain" in realtà non lo è. Five è solamente una vittima proprio come Nine e Twelve, che ha cercato di trovare una ragione di vita (che qui non posso spoilerare) per poter sopravvivere. Il suo ingresso nella storia è tutt'altro che inutile visto che i suoi continui interventi portano la storia a cambiare direzione, fino ad arrivare a svolte imprevedibili.
Lisa Mashima è se vogliamo il personaggio più umano della serie. Lisa è una ragazza vittima di bullismo e con una madre psicopatica, costretta a scappare di casa, ritrovandosi così senza un posto dove andare. Il suo incontro con gli Sphinx avverrà in una situazione particolare, e a poco a poco si avvicinerà sempre di più ai due venendo coinvolta nel loro piano. Il suo personaggio è stato criticato per essersi dimostrato poco "utile", quando invece ha una funzione ben precisa. Lisa non è l'eroina della serie, non compirà alcun gesto eroico, ma farà un qualcosa che per Nine e Twelve non è affatto scontato: li farà sentire utili, amati. Lisa è la "normalità" che manca nella vita dei due giovani.
La narrazione ha un andamento sostenuto, tale da riuscire a tenere incollato allo schermo e col fiato sospeso lo spettatore. I soli undici episodi di cui l'anime è composto possono per certi versi rappresentare un limite, perché ci sono alcuni aspetti che, volendo, si sarebbero potuti approfondire. Garantisco però che la qualità generale dell'anime non ne risente, poiché Watanabe è riuscito comunque a dire e a trasmettere tutto quello che era necessario.
Il finale, dopo un penultimo episodio che lascia sgomenti, chiude con assoluta coerenza l'intera serie, riportando così ogni tassello al suo posto. Ogni azione dei due protagonisti assumerà un preciso significato, e il tutto si chiuderà con l'unico finale a parer mio possibile. Un finale intenso, altamente drammatico, ma tutt'altro che buonista, poiché alla fine della fiera ognuno sconterà le proprie colpe.
Un applauso vero e proprio meritano le OST, alcune delle quali hanno accompagnato delle scene rendendole sublimi, e che secondo me rimarranno nella storia degli anime. Mi riferisco in particolar modo ad "is", "Von", e "Birden".
Concludo consigliando caldamente la visione di questo anime che secondo me presenta un fortissimo impatto emotivo. È difficile rimanere impassibili, indifferenti, ed è molto difficile non essere travolti dalle emozioni. Watanabe a parer mio ha creato un piccolo gioiellino, non perfetto ad ogni costo, ma che comunque è in grado di commuovere e smuovere le coscienze.
Nine e Twelve chiedono di non essere dimenticati, ed io non li dimenticherò mai.
"Zankyou no Terror" è un anime di questa stagione estiva che ha ricevuto notevoli consensi da parte del suo pubblico, ma che da alcuni ha ricevuto delle critiche che, personalmente, non condivido affatto.
Partiamo da un presupposto: "Zankyou no Terror" parla di due "terroristi", ma se state cercando un anime in cui i personaggi principali agiscono sulla spinta di meri istinti brutali, due personaggi che dovrebbero essere la raffigurazione degli aspetti negativi dell'animo umano, personaggi alla Light Yagami per intenderci, allora avete sbagliato anime.
"Zankyou no Terror" parla di due ragazzi di soli diciassette anni, Nine e Twelve, che organizzano attacchi terroristici molto particolari, in quanto questi sono esclusivamente degli atti dimostrativi, atti che hanno lo scopo di voler comunicare qualcosa, voler far sentire la propria voce, e non quello di mietere vittime innocenti. Infatti i due, che nei panni di terroristi si fanno chiamare "Sphinx", lanciano degli indovinelli alla polizia, dando loro modo di disinnescare di volta in volta le bombe piazzate. Questi indovinelli, che vengono recapitati alla polizia attraverso dei video caricati online, nascondono un indovinello ancora più grande, ovvero il motivo e le intenzioni che si celano dietro tali attacchi. Gli Sphinx non colpiscono la popolazione, ma colpiscono le istituzioni, il governo, e parte integrante del piano è che vi sia qualcuno pronto a risolvere tale enigma, in modo da portare alla luce del sole un grande complotto organizzato dalle istituzioni giapponesi ai danni di ventisei bambini provenienti da diversi orfanotrofi del Giappone, tra cui vi sono anche Nine e Twelve. Colui che riuscirà a risolvere l'indovinello e indagherà sul passato dei due ragazzi è il detective Shibazaki.
"Zankyou no Terror"contiene innumerevoli spunti di riflessione, presentandosi come una denuncia nei confronti delle istituzioni che esercitano il loro potere andando a colpire le popolazioni più deboli. In questo caso specifico sono gli orfani, bambini soli al mondo, ad essere utilizzati e considerati come dei semplici oggetti da coloro che si trovano a capo del cosiddetto piano "Athena", piano che vede coinvolti i maggiori esponenti delle istituzioni giapponesi. Quando è la tua stessa nazione a farti del male, quando è la tua stessa nazione a non riconoscere il valore della tua esistenza, allora per rivendicare i propri diritti, per richiedere che venga fatta giustizia, molte volte non rimane atro che "premere il grilletto", utilizzare mezzi estremi per attirare l'attenzione della popolazione e pretendere di essere ascoltati, rivendicati, perché, se lo si facesse per vie legali, probabilmente il tutto verrebbe insabbiato.
Shinichiro Watanabe, il regista di tale anime, ha cercato secondo me di dare voce agli invisibili della società, ai deboli, le cui vite vengono spesso spezzate e portate via proprio da chi invece avrebbe il compito di proteggere il suo popolo. Watanabe ci invita a non dimenticare, a ricordare, poiché è solo ricordando le atrocità compiute dal genere umano che si può evitare che tali orrori si ripresentino in futuro.
Parlando più in dettaglio dei vari personaggi, Nine è il personaggio razionale, quello che progetta gli attacchi e quello più determinato tra i due a portare avanti la loro missione. Twelve invece è un ragazzo impulsivo, un ragazzo che a differenza di Nine è molto attratto dalla "normalità" che non può vivere. Se Nine è la testa, Twelve è invece il cuore.
Passiamo ora ai due personaggi più contestati, e secondo me meno compresi, di questa storia. Sto parlando di Five e Lisa.
Five è una ragazza il cui passato è collegato a quello di Nine e Twelve e che guida le indagini dell'FBI, intervenuta per risolvere il caso Sphinx. Inizialmente il ruolo di Five appare poco comprensibile, non si capisce bene a quale gioco stia giocando, ma a mano a mano apparirà sempre più chiaro che quella che sembrava essere una "villain" in realtà non lo è. Five è solamente una vittima proprio come Nine e Twelve, che ha cercato di trovare una ragione di vita (che qui non posso spoilerare) per poter sopravvivere. Il suo ingresso nella storia è tutt'altro che inutile visto che i suoi continui interventi portano la storia a cambiare direzione, fino ad arrivare a svolte imprevedibili.
Lisa Mashima è se vogliamo il personaggio più umano della serie. Lisa è una ragazza vittima di bullismo e con una madre psicopatica, costretta a scappare di casa, ritrovandosi così senza un posto dove andare. Il suo incontro con gli Sphinx avverrà in una situazione particolare, e a poco a poco si avvicinerà sempre di più ai due venendo coinvolta nel loro piano. Il suo personaggio è stato criticato per essersi dimostrato poco "utile", quando invece ha una funzione ben precisa. Lisa non è l'eroina della serie, non compirà alcun gesto eroico, ma farà un qualcosa che per Nine e Twelve non è affatto scontato: li farà sentire utili, amati. Lisa è la "normalità" che manca nella vita dei due giovani.
La narrazione ha un andamento sostenuto, tale da riuscire a tenere incollato allo schermo e col fiato sospeso lo spettatore. I soli undici episodi di cui l'anime è composto possono per certi versi rappresentare un limite, perché ci sono alcuni aspetti che, volendo, si sarebbero potuti approfondire. Garantisco però che la qualità generale dell'anime non ne risente, poiché Watanabe è riuscito comunque a dire e a trasmettere tutto quello che era necessario.
Il finale, dopo un penultimo episodio che lascia sgomenti, chiude con assoluta coerenza l'intera serie, riportando così ogni tassello al suo posto. Ogni azione dei due protagonisti assumerà un preciso significato, e il tutto si chiuderà con l'unico finale a parer mio possibile. Un finale intenso, altamente drammatico, ma tutt'altro che buonista, poiché alla fine della fiera ognuno sconterà le proprie colpe.
Un applauso vero e proprio meritano le OST, alcune delle quali hanno accompagnato delle scene rendendole sublimi, e che secondo me rimarranno nella storia degli anime. Mi riferisco in particolar modo ad "is", "Von", e "Birden".
Concludo consigliando caldamente la visione di questo anime che secondo me presenta un fortissimo impatto emotivo. È difficile rimanere impassibili, indifferenti, ed è molto difficile non essere travolti dalle emozioni. Watanabe a parer mio ha creato un piccolo gioiellino, non perfetto ad ogni costo, ma che comunque è in grado di commuovere e smuovere le coscienze.
Nine e Twelve chiedono di non essere dimenticati, ed io non li dimenticherò mai.
E la genialità dell'opera sta anche un po' in quello.
Quel che avevo da dire sull'opera è tutto scritto nella rece, Occult Accademy è il titolo che (più di qualsiasi altro) mi ricorda l'importanza di seguire un anime dall'inizio fino alla fine prima di esprimere un giudizio, perchè qualcosa può stravolgere i nostri punti di vista quando meno ce lo aspettiamo. Comprendo comunque che non sempre si riesca a portare avanti una serie per inerzia ma troppo spesso vedo gente che ricorre al drop dopo un singolo episodio o poco oltre... è un peccato, bisognerebbe dare un minimo di fiducia a qualsiasi serie si decida di seguire.
Zankyou no Terror mi sembra di avercelo da parte, di sicuro è nella mia wishlist, è un'opera che m'interessa e che spero di poter visionare al più presto.
Ma decisamente è qualcosa di diverso e originale, anche se si ha sempre la sensazione che manchi quel qualcosa per essere veramente ottimo.
Buono, ma non ottimo, direi da 7-8 ma non da 9-10.
La recensione è scritta bene e la spollicio, anche se alla fine concordo appieno solo sul comparto sonoro.
E quoto su tutta la linea Akira, Otaku no Video è da far vedere a tutti gli occidentali che vanno fieri di definirsi "otaku" senza sapere alcunché di come sia nato il fenomeno o cosa voglia davvero significare.
Parlando in termini concettuali sono più che meravigliato dal percorso che l'anime ha deciso d'intraprendere, ma ancor più dal tempismo con cui mi ci sono approcciato.
Il 2014 me lo ricordo inciso così: VON.
Per quanto riguarda Zankyou no Terror, sono abbastanza d'accordo con Violet Girl, anche se penso che la valutazione debba essere ridimensionata sensibilmente. Sono gusti, d'altronde, inevitabile dunque giudizi differenti per un'opera che, seppur incompleta, a parer mio, è riuscita comunque a trasmettere ottime sensazioni.
Watanabe alla regia dimostra ancora una volta che non basta la fama per sfornare un prodotto di alto livello.
Interessante da vedere "Otaku no Video" (il DVD lo si trova su Amazon per meno di 5 euro), e la recensione di AkiraSakura ne coglie gli aspetti fondamentali.
No, perché da quello che ha scritto, sinceramente, non ho capito una mazza del cosidetto "documentario".
Personalmente m'è piaciuta l'analisi fatta per Zankyou no Terror, ma è una serie ben lungi dal meritare un 10 pieno. Pur condividendo molte idee di Violet Girl, avrei optato più per un 8 in tutta onestà (che comunque è un gran bel voto).
La recensione di Otaku no Video a tratti mi ha strappato qualche sorriso perché nel frattempo che leggevo la disanima di Akira mi venivano in mente scene del genere:
Ad ogni modo pollice verde per tutti e tre
Su Otaku no Video credo che sia un buon prodotto per chi vuole interessarsi del fenomeno otaku e di come esso viene percepito e come si autorappresenta (quelli della gainax, produttori del corto, sono anch'essi otaku). E poi si trova a poco su Amazon (io l'ho preso a 2,90 euro se non sbaglio).
Però mi sembra che la recensione di AkiraSakura si concentri troppo su questi aspetti informativi dedicando all'anime che dovrebbe recensire, Otaku no Video, praticamente solo un paragrafo e qualche riga alla fine. Più che una recensione, pare una disquisizione sul termine otaku.
La recensione di Zankyo no Terror è ben scritta e l'anime mi è piaciuto, l'ho apprezzato soprattutto a livello di atmosfera, colonna sonora e lato tecnico. Però se da un punto di vista emozionale mi ha preso, ho trovato la sceneggiatura traballante e certi sviluppi discutibili (ad esempio il comportamento di Five e la fiducia a lei a lungo data, in modo incomprensibile, dalla CIA). Per me come voto sarebbe un 7,5-8.
Occult Academy come detto l'ho droppato, dalla recensione di Nyx sembra che sia verso la fine che l'anime riveli il meglio di sé, ma sinceramente non credo che scoprirò mai se è vero o no, perché non ho nessuna voglia di recuperarlo, vista la pessima impressione datami dai primi episodi.
Detto questo, ho insistito sull'analisi dell'otakuzoku perché ho notato che molta gente in questo sito utilizza e contestualizza tale termine in modo improprio, dimostrando pesanti carenze storiche e culturali in merito al fenomeno e al suo sviluppo nel corso del tempo.
Però, mi chiedo quanto uno che non ha visto Otaku no Video capisce dalla tua recensione sul titolo stesso (secondo Rigat, niente). Capisce che è un anime che parla di otaku, certo, ma per questo bastava il titolo. Io a volte leggo le recensioni per decidere se vedere o no un certo titolo; se avessi letto la tua prima di vedere Otaku no Video sarei punto e a capo, non avrei la minima idea se possa piacermi o no.
Non voglio dire che una contestualizzazione di cos'è un otaku e dei suoi antecedenti non vada bene, anzi, in un anime come questo è essenziale, ma se tale contestualizzazione diventa l'unico argomento della recensione, la cosa personalmente mi fa storcere il naso.
Poi non hai tutti i torti, riconosco che il primo che passa possa avere difficoltà ad approcciarsi al titolo leggendo la mia recensione. Tuttavia, in fondo, torniamo di nuovo lì: il primo che passa a parer mio non si interesserebbe a priori di un "documentario" che parla di disadattati giapponesi. Si andrebbe a vedere qualche blockbuster.
Nella stesura dello scritto ho anche ponderato il pericolo di scrivere un papiro sul sogno otaku ottantino di una trentina di pagine (mi piacerebbe farlo, ma non sarebbe più una recensione), che è il tema principale dell'opera (come ho detto nella recensione). Tutto alla fin fine gira intorno a Macross, e molti qui dentro manco l'hanno visto: e di nuovo il documentario diventa un prodotto appetibile per chi è già un po' navigato nel settore.
E' un po' come recensire Daicon III, se ci pensi bene. Anche in questo caso conta di più il contesto che l'opera in sé. Più che parlare di un corto di pochi minuti con rori e robottoni a caso parlerei del solito sogno otaku che faceva da base al tutto, ovvero che faceva letteralmente "volare" la rori e trasformare l'Ideon in Gundam con la musichetta sotto, anziché parlare della rori e dell'Ideon che si trasforma in Gundam con la musichetta sotto esprimendo giudizi qualitativi soggettivi su tali elementi (elementi tra l'altro alieni ai neofiti dell'animazione vintage, che sono parecchi in questi lidi).
E sì, incredibile che sia, la scriverei anche per Daicon III fosse anche solo qualcosa del tipo "in questo corto vediamo una tizia trovarsi di fronte e affrontare una marea di citazioni provenienti dall'immaginario otaku dell'epoca" o qualcosa del genere. Il che ovviamente non impedirebbe di parlare poi, in modo anche molto più approfondito, del sogno otaku che ci sta dietro
P.S. Ammetto la mia ignoranza, Macross lo conosco solo di nome e perché tra le varie date di Otaku no Video se non sbaglio c'era anche l'uscita del film di Macross.
Anche nella recensione qui pubblicata ho fatto un ragionamento del genere: contesto -> fighetteria autocelebrativa GAINAX sciorinata in un documentario sul sogno otaku in parte composto da interviste a otaku e in parte da scene animate di otaku.
Mi sembra di capire che tu avresti voluto una sinossi sulla parte animata. In questo caso non l'ho messa proprio perché essa sta tutta in due parole: sogno otaku.
La tua osservazione è comunque legittima, ci mancherebbe. Questa non è di certo una delle mie recensioni migliori. Avrei voluto fare un dossier più voluminoso sull'argomento, siccome mi interessa parecchio e ho anche letto dei libri a riguardo.
Ah, un'altra cosa: quando ho letto questo
non ho potuto che pensare "beh, sì, in effetti è quello..."
Non che per questo cambi idea su quanto ho detto, ma il pensiero c'è stato...
otaku no video è interessante per molti versi ma è molto pesante da seguire
Occult Academy un buon anime ,ma è uno di quei anime che non riguarderei subito,amavo la protagonista
per finire quello che mi farà prendere tanti pollici rossi Zankyou no Terror
che dire su questo anime? beh in tanti lo idolano,io sapevo gia del poco valore di questo anime,l'ho visto ed ne è stata la conferma,peggior anime che ho visto l'anno scorso, confusionario, inconcludente, deludente, noioso, senza senso,ecc
nulla mi ha mai fatto gridare alle rivelazioni varie con "wow ma allora era cosi",personaggi piatti e irritanti ,unica nota degna e la caratterizzazione del detective unico personaggio che mi è piaciuto della serie
vera perla è il finale orribile che entra di diritto nei finali peggiori di sempre...
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