Prosegue la rubrica in cui presentare le opere più apprezzate dai recensori di AnimeClick.it di un determinato periodo, filone o genere.
In questo appuntamento raccogliamo tutti gli anime del 2005, 2006 e 2007. A seguire, una carrellata di recensioni riguardanti alcuni dei titoli in classifica.
Siete d'accordo con la classifica? Ci sono opere sopravvalutate? Oppure manca qualche titolone imperdibile?
In questo appuntamento raccogliamo tutti gli anime del 2005, 2006 e 2007. A seguire, una carrellata di recensioni riguardanti alcuni dei titoli in classifica.
Siete d'accordo con la classifica? Ci sono opere sopravvalutate? Oppure manca qualche titolone imperdibile?
Welcome to the N.H.K.
10.0/10
Recensione di Bradipo Lento
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Se siete alla ricerca di una serie che vi faccia trascorrere dei momenti di relax e divertimento, passate oltre: "Welcome to the N.H.K." è uno di quei prodotti che dimostra che anche un anime può parlare di argomenti profondi. Molte delle situazioni proposte sono tipiche della società nipponica e a noi possono sembrare esagerate o impossibili da verificarsi: attenzione, perché il disagio sociale narrato - anche se non a questi livelli - si può riscontrare anche nei nostri giovani.
Sato, il protagonista, è un hikikomori - termine presente solo nella lingua giapponese, che indica le persone che si isolano ed evitano il contatto con gli altri - convinto di essere al centro di un temibile complotto contro di lui. La sua monotona esistenza viene sconvolta dall'incontro di due persone: il chiassoso vicino di casa Yamazaki - che si rivelerà una vecchia conoscenza di Sato - e soprattutto la misteriosa Misaki. Quest'ultima è una ragazzina che sembra conoscere molte cose di Sato che lui non le ha rivelato, e si offre come "tutor" per aiutarlo a uscire dal suo isolamento, proponendogli un contratto. Sato si impegna a partecipare a delle lezioni tenute quotidianamente da Misaki, dove vengono trattati temi a carattere psicologico, durante le quali il ragazzo prende degli spunti per tentare di cambiare le sua vita. La cura di Misaki sembra dare qualche risultato, ma per Sato le cose si complicano ulteriormente quando incontrerà vecchie conoscenze che lo coinvolgeranno nei loro problemi.
L'idea che il mondo sia pieno di complotti è molto diffusa al giorno d'oggi: di fronte a eventi straordinari (mi vengono in mente i complotti più gettonati, l'attentato dell'11/9/2001 o lo sbarco sulla luna) tanti preferiscono credere all'esistenza di una organizzazione a livello mondiale che ha messo in scena un falso clamoroso, piuttosto che all'evidenza scientifica. Non so cosa spinga le persone a voler dare una interpretazione complessa a eventi chiari, ma Tatsuhiko Takimoto ce l'ha spiegato bene nel romanzo da cui è stata tratta la serie.
Sato elabora la teoria che la N.H.K. - televisione pubblica giapponese - sia in realtà quella che lui definisce "Associazione degli Hikikomori Giapponesi" (le iniziali di queste tre parole in giapponese sono, per l'appunto, N.H.K.). La televisione, proponendo molti anime nel palinsesto, fa in modo che la gente si appassioni e finisca per costruirsi una visione del mondo più bella di quella reale. Chi segue gli anime tende a isolarsi e diventa un hikikomori, permettendo alla N.H.K. di raggiungere il suo scopo. Teoria affascinante, ma come spesso accade in questi casi serve solo a nascondere la realtà: Takimoto (lui stesso con un passato da hikikomori) ha avuto l'onestà di riconoscere che è molto più facile credere all'esistenza di un complotto che ammettere le proprie debolezze. Sato non riesce a capire che è lui stesso la causa del suo problema (non fa niente per tentare di spezzare il circolo vizioso che lo porta a isolarsi) e preferisce credere all'esistenza di un complotto ai suoi danni.
Nella serie si parla anche di un altro tema legato all'isolamento: il disagio e la sottile disperazione che affligge alcuni giovani, spingendoli a rifugiarsi nelle droghe o a tentare il suicidio. Takimoto, forse perché parte in causa, non giudica, ma si limita a esporre i fatti accompagnandoli con riflessioni sulla inutilità di questi comportamenti. Ricordo alcune belle citazioni dei protagonisti che sottolineano il fatto che c'è sempre la possibilità di vedere le cose da un altro punto di vista, più positivo, che permetta di affrontare le difficoltà con maggiore serenità.
La serie, però, non è pesante, perché nella narrazione vengono inseriti dei momenti molto divertenti. Tra questi, impossibile non ricordare il tormentone Pururin, la protagonista dell'anime che Yamazaki segue in maniera ossessiva. Lo studio Gonzo ha avuto la geniale idea di dare importanza alla protagonista di un anime... che non esiste! Credo che se un giorno decidessero di produrre veramente "Purin the metamorphosis" una buona parte degli ammiratori di "Welcome to the N.H.K." lo comprerebbe a scatola chiusa, pur di vedere le avventure di questa annoiata ragazzina a cavallo di un aspirapolvere.
Dal punto di vista tecnico il livello è sicuramente molto elevato: la parte grafica è ricca e coinvolgente, con una piccola caduta in un solo episodio; anche le musiche sono molto valide e coinvolgenti, che sottolineano adeguatamente i vari momenti della narrazione. Le sigle iniziali e finali variano a metà della storia, quando gli eventi iniziano a prendere una svolta. Molto buona quella iniziale, proposta in due versioni; la prima sigla finale è, per me, troppo movimentata e quasi psichedelica, ma riconosco che è perfetta per il ritmo incalzante degli eventi nei primi dodici episodi. Più tranquilla e melodica la seconda, anche questa perfettamente intonata con la storia narrata.
"Welcome to the N.H.K." è stata una piacevole scoperta, una serie che rasenta la perfezione e che per me si merita un voto altissimo per l'importanza dei temi trattati. Un cartone "da grandi", da vedere con molta attenzione, ma che è capace di dare grandissime emozioni.
Sato, il protagonista, è un hikikomori - termine presente solo nella lingua giapponese, che indica le persone che si isolano ed evitano il contatto con gli altri - convinto di essere al centro di un temibile complotto contro di lui. La sua monotona esistenza viene sconvolta dall'incontro di due persone: il chiassoso vicino di casa Yamazaki - che si rivelerà una vecchia conoscenza di Sato - e soprattutto la misteriosa Misaki. Quest'ultima è una ragazzina che sembra conoscere molte cose di Sato che lui non le ha rivelato, e si offre come "tutor" per aiutarlo a uscire dal suo isolamento, proponendogli un contratto. Sato si impegna a partecipare a delle lezioni tenute quotidianamente da Misaki, dove vengono trattati temi a carattere psicologico, durante le quali il ragazzo prende degli spunti per tentare di cambiare le sua vita. La cura di Misaki sembra dare qualche risultato, ma per Sato le cose si complicano ulteriormente quando incontrerà vecchie conoscenze che lo coinvolgeranno nei loro problemi.
L'idea che il mondo sia pieno di complotti è molto diffusa al giorno d'oggi: di fronte a eventi straordinari (mi vengono in mente i complotti più gettonati, l'attentato dell'11/9/2001 o lo sbarco sulla luna) tanti preferiscono credere all'esistenza di una organizzazione a livello mondiale che ha messo in scena un falso clamoroso, piuttosto che all'evidenza scientifica. Non so cosa spinga le persone a voler dare una interpretazione complessa a eventi chiari, ma Tatsuhiko Takimoto ce l'ha spiegato bene nel romanzo da cui è stata tratta la serie.
Sato elabora la teoria che la N.H.K. - televisione pubblica giapponese - sia in realtà quella che lui definisce "Associazione degli Hikikomori Giapponesi" (le iniziali di queste tre parole in giapponese sono, per l'appunto, N.H.K.). La televisione, proponendo molti anime nel palinsesto, fa in modo che la gente si appassioni e finisca per costruirsi una visione del mondo più bella di quella reale. Chi segue gli anime tende a isolarsi e diventa un hikikomori, permettendo alla N.H.K. di raggiungere il suo scopo. Teoria affascinante, ma come spesso accade in questi casi serve solo a nascondere la realtà: Takimoto (lui stesso con un passato da hikikomori) ha avuto l'onestà di riconoscere che è molto più facile credere all'esistenza di un complotto che ammettere le proprie debolezze. Sato non riesce a capire che è lui stesso la causa del suo problema (non fa niente per tentare di spezzare il circolo vizioso che lo porta a isolarsi) e preferisce credere all'esistenza di un complotto ai suoi danni.
Nella serie si parla anche di un altro tema legato all'isolamento: il disagio e la sottile disperazione che affligge alcuni giovani, spingendoli a rifugiarsi nelle droghe o a tentare il suicidio. Takimoto, forse perché parte in causa, non giudica, ma si limita a esporre i fatti accompagnandoli con riflessioni sulla inutilità di questi comportamenti. Ricordo alcune belle citazioni dei protagonisti che sottolineano il fatto che c'è sempre la possibilità di vedere le cose da un altro punto di vista, più positivo, che permetta di affrontare le difficoltà con maggiore serenità.
La serie, però, non è pesante, perché nella narrazione vengono inseriti dei momenti molto divertenti. Tra questi, impossibile non ricordare il tormentone Pururin, la protagonista dell'anime che Yamazaki segue in maniera ossessiva. Lo studio Gonzo ha avuto la geniale idea di dare importanza alla protagonista di un anime... che non esiste! Credo che se un giorno decidessero di produrre veramente "Purin the metamorphosis" una buona parte degli ammiratori di "Welcome to the N.H.K." lo comprerebbe a scatola chiusa, pur di vedere le avventure di questa annoiata ragazzina a cavallo di un aspirapolvere.
Dal punto di vista tecnico il livello è sicuramente molto elevato: la parte grafica è ricca e coinvolgente, con una piccola caduta in un solo episodio; anche le musiche sono molto valide e coinvolgenti, che sottolineano adeguatamente i vari momenti della narrazione. Le sigle iniziali e finali variano a metà della storia, quando gli eventi iniziano a prendere una svolta. Molto buona quella iniziale, proposta in due versioni; la prima sigla finale è, per me, troppo movimentata e quasi psichedelica, ma riconosco che è perfetta per il ritmo incalzante degli eventi nei primi dodici episodi. Più tranquilla e melodica la seconda, anche questa perfettamente intonata con la storia narrata.
"Welcome to the N.H.K." è stata una piacevole scoperta, una serie che rasenta la perfezione e che per me si merita un voto altissimo per l'importanza dei temi trattati. Un cartone "da grandi", da vedere con molta attenzione, ma che è capace di dare grandissime emozioni.
Nana
10.0/10
Recensione di Bradipo Lento
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Credete nel destino? Qualunque sia la vostra opinione sull'argomento penso che, dopo aver visto "Nana", in molti sorgerà il dubbio che a volte esiste un qualcosa che è in grado di incanalare la nostra vita in una certa direzione. Non importa se lo chiamiamo "caso", "fatalità", "coincidenza" o "Grande Demone Celeste": alcuni eventi sembrano proprio voluti da una entità superiore che, come il regista di una commedia, ci muove secondo i suoi voleri per ottenere il risultato che si è prefissato.
La storia inizia con l'incontro casuale tra Nana Komatsu e Nana Osaki, due ragazze che al momento in cui hanno compiuto venti anni - diventando maggiorenni per la legge giapponese - decidono di lasciare il loro paese natale per trasferirsi a Tokyo e rendersi indipendenti. Motivazioni diverse animano le due giovani, ma entrambe sono determinate a vivere come hanno sempre desiderato. Il caso vuole che le due si incontrino sul treno che, dopo un lungo e tormentato viaggio, le condurrà a Tokyo: durante il viaggio si conoscono e fanno amicizia ma all'arrivo in stazione si perdono immediatamente di vista. Alcuni giorni dopo però le due si ritrovano - anche questa volta per caso - quando decidono di condividere l'appartamento che entrambe volevano affittare. L'impresa sembra impossibile, le due hanno dei caratteri quasi agli antipodi. Nana Komatsu è una sognatrice idealista, ha avuto soltanto storie d'amore con uomini che l'hanno sfruttata e poi abbandonata ed è a Tokyo per stare vicina al suo fidanzato Shoji; Nana Osaki è molto rude e scontrosa, abbandonata dalla famiglia e dal fidanzato che si è trasferito a Tokyo per suonare in una band più importante di quella in cui suonava con lei. Tra le due nasce subito una grande complicità: Nana Osaki inizia a chiamare la coinquilina "Hachi" - diminutivo di Hachiko, il cane fedele che ha atteso il padrone per anni dopo che era morto - ed in breve tempo il loro rapporto diventa molto profondo, che a tratti sembra più simile a quello riscontrabile tra due fidanzati.
L'anime, però, non si limita a narrare l'intensa storia tra Nana ed Hachi. Sullo sfondo c'è la sana rivalità tra due gruppi musicali: i Trapnest - affermata band rock - e i Blast - abbreviazione di Black Stones, il gruppo emergente in cui Nana suonava prima di trasferirsi - con le loro esibizioni che portano nel racconto una serie di buone canzoni coinvolgenti ed emozionanti. A questo si aggiunge la narrazione degli eventi vissuti dagli altri personaggi, si ha sempre a che fare con storie non banali capaci di attrarre lo spettatore. Si rimane piacevolmente stupiti dalla maturità dimostrata da ragazzi poco più che ventenni che affrontano le difficoltà della vita con una grande saggezza.
Nel corso dei 47 episodi (la serie ne ha tre riassuntivi) si scopre che le due band e i loro componenti sono strettamente legati da eventi passati o da situazioni che accadono nel periodo narrato nell'anime. Per Nana ed Hachi si può pensare ad una doppia casualità che ha permesso il loro incontro ma, se si considera l'intreccio complessivo dei rapporti tra i componenti dei Trapnest, dei Blast e dei personaggi di contorno, si fa fatica a credere che non esista un intervento esterno. Il "Grande Demone Celeste" - come lo chiama Hachi - ha fatto incontrare i personaggi e, quando le cose sembrano evolvere in maniera tale da portare ad una rottura dei rapporti, "interviene" mettendo in scena situazioni inaspettate che danno nuovo impulso alla storia.
I personaggi sono molto caratterizzati, è bello vedere che tutti sono molto più profondi di quello che possono apparire alla prima (superficiale) occhiata. Anche Takumi, il personaggio più menefreghista della serie, dimostrerà di essere molto migliore di quanto lascia trasparire. Tra gli outsiders ho apprezzato molto Reira, Shin e l'evoluzione del loro rapporto; i due capaci di scene molto toccanti nei loro dialoghi "a distanza" che si trovano negli ultimi episodi della serie.
Molto buona la scelta narrativa di iniziare e terminare gli episodi con pensieri di Nana o di Hachi, alcuni sono delle vere e proprie perle di saggezza che danno all'anime un tocco di serietà in più. La serie però è anche ricca di momenti divertenti inseriti come gag nei vari episodi: gli autori riescono a strappare un sorriso anche nelle situazioni più intense e drammatiche, ma non si scade mai nella farsa ed il messaggio iniziale arriva dritto al cuore. L'unica pecca - ma si tratta di una piccolezza - è il finale un po' arrangiato con molti punti lasciati in sospeso, ma sapendo che il manga da cui è tratta la serie è stato sospeso è ovvio che non si potesse mettere la parola "fine" a questa bellissima opera.
La parte grafica è buona, i personaggi sono molto espressivi (anche quando vengono rappresentati in versione super deformed nei siparietti comici) e gli ambienti sono ricchi di particolari. Molto coinvolgenti le scene dei concerti dei due gruppi che rendono perfettamente l'atmosfera del momento.
La parte musicale è eccellente: ottima l'idea di ingaggiare due cantanti professioniste per interpretare le parti in cui Nana e Reira si esibiscono sul palco. Le canzoni che fanno parte della colonna sonora sono di quelle che rimangono impresse e riescono ad accontentare sia il pubblico amante del rock, con le sigle iniziali "Rose", "Wish" e "Lucy", che quello più orientato ai brani melodici, con le sigle finali "Starless night", "Kuroi namida", "Winter sleep" e "Stand by me". Anche la ost è molto coinvolgente, con brani che esaltano i momenti più dolci o riflessivi della narrazione.
Mi è stato detto che come serie "sarebbe stata interessante solo per le canzoni", ma fortunatamente c'è molto di più e penso che "Nana" sia uno dei migliori titoli che mi sia capitato di vedere: emozionante, serio e con delle belle storie di vita e di persone. Un punto di riferimento per chi vuole emozionarsi con delle belle storie d'amore, ma anche per quelli che sono più interessati al genere musicale.
La storia inizia con l'incontro casuale tra Nana Komatsu e Nana Osaki, due ragazze che al momento in cui hanno compiuto venti anni - diventando maggiorenni per la legge giapponese - decidono di lasciare il loro paese natale per trasferirsi a Tokyo e rendersi indipendenti. Motivazioni diverse animano le due giovani, ma entrambe sono determinate a vivere come hanno sempre desiderato. Il caso vuole che le due si incontrino sul treno che, dopo un lungo e tormentato viaggio, le condurrà a Tokyo: durante il viaggio si conoscono e fanno amicizia ma all'arrivo in stazione si perdono immediatamente di vista. Alcuni giorni dopo però le due si ritrovano - anche questa volta per caso - quando decidono di condividere l'appartamento che entrambe volevano affittare. L'impresa sembra impossibile, le due hanno dei caratteri quasi agli antipodi. Nana Komatsu è una sognatrice idealista, ha avuto soltanto storie d'amore con uomini che l'hanno sfruttata e poi abbandonata ed è a Tokyo per stare vicina al suo fidanzato Shoji; Nana Osaki è molto rude e scontrosa, abbandonata dalla famiglia e dal fidanzato che si è trasferito a Tokyo per suonare in una band più importante di quella in cui suonava con lei. Tra le due nasce subito una grande complicità: Nana Osaki inizia a chiamare la coinquilina "Hachi" - diminutivo di Hachiko, il cane fedele che ha atteso il padrone per anni dopo che era morto - ed in breve tempo il loro rapporto diventa molto profondo, che a tratti sembra più simile a quello riscontrabile tra due fidanzati.
L'anime, però, non si limita a narrare l'intensa storia tra Nana ed Hachi. Sullo sfondo c'è la sana rivalità tra due gruppi musicali: i Trapnest - affermata band rock - e i Blast - abbreviazione di Black Stones, il gruppo emergente in cui Nana suonava prima di trasferirsi - con le loro esibizioni che portano nel racconto una serie di buone canzoni coinvolgenti ed emozionanti. A questo si aggiunge la narrazione degli eventi vissuti dagli altri personaggi, si ha sempre a che fare con storie non banali capaci di attrarre lo spettatore. Si rimane piacevolmente stupiti dalla maturità dimostrata da ragazzi poco più che ventenni che affrontano le difficoltà della vita con una grande saggezza.
Nel corso dei 47 episodi (la serie ne ha tre riassuntivi) si scopre che le due band e i loro componenti sono strettamente legati da eventi passati o da situazioni che accadono nel periodo narrato nell'anime. Per Nana ed Hachi si può pensare ad una doppia casualità che ha permesso il loro incontro ma, se si considera l'intreccio complessivo dei rapporti tra i componenti dei Trapnest, dei Blast e dei personaggi di contorno, si fa fatica a credere che non esista un intervento esterno. Il "Grande Demone Celeste" - come lo chiama Hachi - ha fatto incontrare i personaggi e, quando le cose sembrano evolvere in maniera tale da portare ad una rottura dei rapporti, "interviene" mettendo in scena situazioni inaspettate che danno nuovo impulso alla storia.
I personaggi sono molto caratterizzati, è bello vedere che tutti sono molto più profondi di quello che possono apparire alla prima (superficiale) occhiata. Anche Takumi, il personaggio più menefreghista della serie, dimostrerà di essere molto migliore di quanto lascia trasparire. Tra gli outsiders ho apprezzato molto Reira, Shin e l'evoluzione del loro rapporto; i due capaci di scene molto toccanti nei loro dialoghi "a distanza" che si trovano negli ultimi episodi della serie.
Molto buona la scelta narrativa di iniziare e terminare gli episodi con pensieri di Nana o di Hachi, alcuni sono delle vere e proprie perle di saggezza che danno all'anime un tocco di serietà in più. La serie però è anche ricca di momenti divertenti inseriti come gag nei vari episodi: gli autori riescono a strappare un sorriso anche nelle situazioni più intense e drammatiche, ma non si scade mai nella farsa ed il messaggio iniziale arriva dritto al cuore. L'unica pecca - ma si tratta di una piccolezza - è il finale un po' arrangiato con molti punti lasciati in sospeso, ma sapendo che il manga da cui è tratta la serie è stato sospeso è ovvio che non si potesse mettere la parola "fine" a questa bellissima opera.
La parte grafica è buona, i personaggi sono molto espressivi (anche quando vengono rappresentati in versione super deformed nei siparietti comici) e gli ambienti sono ricchi di particolari. Molto coinvolgenti le scene dei concerti dei due gruppi che rendono perfettamente l'atmosfera del momento.
La parte musicale è eccellente: ottima l'idea di ingaggiare due cantanti professioniste per interpretare le parti in cui Nana e Reira si esibiscono sul palco. Le canzoni che fanno parte della colonna sonora sono di quelle che rimangono impresse e riescono ad accontentare sia il pubblico amante del rock, con le sigle iniziali "Rose", "Wish" e "Lucy", che quello più orientato ai brani melodici, con le sigle finali "Starless night", "Kuroi namida", "Winter sleep" e "Stand by me". Anche la ost è molto coinvolgente, con brani che esaltano i momenti più dolci o riflessivi della narrazione.
Mi è stato detto che come serie "sarebbe stata interessante solo per le canzoni", ma fortunatamente c'è molto di più e penso che "Nana" sia uno dei migliori titoli che mi sia capitato di vedere: emozionante, serio e con delle belle storie di vita e di persone. Un punto di riferimento per chi vuole emozionarsi con delle belle storie d'amore, ma anche per quelli che sono più interessati al genere musicale.
Honey & Clover
8.0/10
Honey & Clover racconta il dramma del "divenire adulti" di un gruppo di giovani universitari, che devono abbandonare il loro essere bambini e adolescenti senza dimenticare di esserlo stati e senza perdere quei tratti che fanno ineluttabilmente parte del loro carattere, a prescindere dall'età. Il bello è che la serie ci riesce il brutto, e il ventiquattresimo episodio non è la fine e purtroppo questo crea una certa ansia (niente panico ci sono altri 13 episodi di H&C 2) nella continuità. Certo c'è il seguito ma, anche consci di ciò, sarebbe a mio avviso stato utile dare un punto fermo più forte alla fine di questa prima serie, ed è questa la ragione che m'impedisce di dare più di 8.
La trama non è niente d'incredibile e proprio per questo è "incredibile": prende uno spaccato di vita di cinque ragazzi, con le figure che li circondano, e li segue nelle loro evoluzioni. La partenza è lenta, macchinosa e forse tediante, perch si deve angolare il punto di vista dello spettatore, far capire i legami già esistenti nei personaggi e in che momento si trovano nella loro crescita interiore,. Tutti sono alle prese con la guerra del diventare grandi, ma tutti in modo diverso, con i loro caratteri aventi punti di forza e debolezza.
Ho trovato interessante e piacevole l'idea di comporre un gruppo di giovani adulti eterogeneo. C'è Hagu, la piccola artista geniale che fatica a essere compresa proprio a causa del suo modo speciale di vedere il mondo. C'è Yamato, una ragazza dall'animo gentile, piena di dubbi e incertezze, ma con capacità e forza d'animo non indifferenti - una persona normale a confronto con la vita, diciamo così. C'è Mayama, il tipico razionale che non soffoca le emozioni, ma teme il confronto con esse e cerca scappatoie, senza però tirarsi indietro dall'effettivo confronto con la vita. C'è poi Takemoto, il tipico confuso che "non sa cosa fare" e deve cercare, e il tempo di diventare adulto lo incalza e lo confonde. E infine c'è Morit,: un'altra forma di giovane geniale che però proprio per il suo carattere eccentrico, estroverso e unico tende a a isolarsi dagli altri, per cui spesso deve combattere per riavvicinarsi agli altri e ha dovuto creare una maschera irresponsabile ed esilarante.
A questi cinque si uniscono le persone che osservano la crescita di questi ragazzi nel passaggio alla fase adulta, e anche se la narrazione segue il punto di vista dei ragazzi (soprattutto quella di Takemoto) si vede come spesso con gli incipit dei "già adulti" cambino le prospettive. Tutto ciò fa riflettere su come si cammini per questa strada psicologica, che anche nella realtà esiste; una strada dove a seconda di chi o cosa incontri cambierà ciò che si diventerà in futuro.
Honey & Clover è un anime profondo, la storia nella sua semplicità è complessa perché, invece di essere presentate situazioni fuori dal mondo, vengono presentate situazioni realistiche, quasi credibili, eccezion fatta per i due geni, che giustamente vanno su binari personali, come di fatto accade anche nella realtà. Non c'è il buonismo gratuito, la vita non viene addolcita perché è una finzione; invece è raccontata con fare asciutto e malinconico, ed è difficile accettare la razionalità degli adulti quando, per esempio, si è innamorati e la propria età impone di essere logici, non sconsiderati, sebbene si vorrebbe tanto essere sconsiderati.
E' una serie ben fatta. E' questa la mia valutazione detta in breve: quella malinconia che si prova nel chiaro scuro del "diventare grandi" è perfettamente resa, come i toni agrodolci della gioia di essere amici e diventare adulti insieme e della tristezza che le cose cambiano, le persona cambiano e anche i sentimenti cambiano.
Le musiche non sono niente di eccelso, ma sono idonee e appropriate; il tratto del disegno è pulito, niente di pretenzioso. Do come nota positiva il fatto che l'aspetto dei protagonisti non sia stupendo, anzi, sono resi "normali", persone con aspetti non sovrumani, nella media.
Senza dubbio Honey & Clover è un anime che consiglio, anche se ovviamente impone la visione della seconda serie; come ho detto prima non c'è una fine per ora nella prima serie, ma una preparazione "del terreno" emotivo e psicologico dei personaggi.
La trama non è niente d'incredibile e proprio per questo è "incredibile": prende uno spaccato di vita di cinque ragazzi, con le figure che li circondano, e li segue nelle loro evoluzioni. La partenza è lenta, macchinosa e forse tediante, perch si deve angolare il punto di vista dello spettatore, far capire i legami già esistenti nei personaggi e in che momento si trovano nella loro crescita interiore,. Tutti sono alle prese con la guerra del diventare grandi, ma tutti in modo diverso, con i loro caratteri aventi punti di forza e debolezza.
Ho trovato interessante e piacevole l'idea di comporre un gruppo di giovani adulti eterogeneo. C'è Hagu, la piccola artista geniale che fatica a essere compresa proprio a causa del suo modo speciale di vedere il mondo. C'è Yamato, una ragazza dall'animo gentile, piena di dubbi e incertezze, ma con capacità e forza d'animo non indifferenti - una persona normale a confronto con la vita, diciamo così. C'è Mayama, il tipico razionale che non soffoca le emozioni, ma teme il confronto con esse e cerca scappatoie, senza però tirarsi indietro dall'effettivo confronto con la vita. C'è poi Takemoto, il tipico confuso che "non sa cosa fare" e deve cercare, e il tempo di diventare adulto lo incalza e lo confonde. E infine c'è Morit,: un'altra forma di giovane geniale che però proprio per il suo carattere eccentrico, estroverso e unico tende a a isolarsi dagli altri, per cui spesso deve combattere per riavvicinarsi agli altri e ha dovuto creare una maschera irresponsabile ed esilarante.
A questi cinque si uniscono le persone che osservano la crescita di questi ragazzi nel passaggio alla fase adulta, e anche se la narrazione segue il punto di vista dei ragazzi (soprattutto quella di Takemoto) si vede come spesso con gli incipit dei "già adulti" cambino le prospettive. Tutto ciò fa riflettere su come si cammini per questa strada psicologica, che anche nella realtà esiste; una strada dove a seconda di chi o cosa incontri cambierà ciò che si diventerà in futuro.
Honey & Clover è un anime profondo, la storia nella sua semplicità è complessa perché, invece di essere presentate situazioni fuori dal mondo, vengono presentate situazioni realistiche, quasi credibili, eccezion fatta per i due geni, che giustamente vanno su binari personali, come di fatto accade anche nella realtà. Non c'è il buonismo gratuito, la vita non viene addolcita perché è una finzione; invece è raccontata con fare asciutto e malinconico, ed è difficile accettare la razionalità degli adulti quando, per esempio, si è innamorati e la propria età impone di essere logici, non sconsiderati, sebbene si vorrebbe tanto essere sconsiderati.
E' una serie ben fatta. E' questa la mia valutazione detta in breve: quella malinconia che si prova nel chiaro scuro del "diventare grandi" è perfettamente resa, come i toni agrodolci della gioia di essere amici e diventare adulti insieme e della tristezza che le cose cambiano, le persona cambiano e anche i sentimenti cambiano.
Le musiche non sono niente di eccelso, ma sono idonee e appropriate; il tratto del disegno è pulito, niente di pretenzioso. Do come nota positiva il fatto che l'aspetto dei protagonisti non sia stupendo, anzi, sono resi "normali", persone con aspetti non sovrumani, nella media.
Senza dubbio Honey & Clover è un anime che consiglio, anche se ovviamente impone la visione della seconda serie; come ho detto prima non c'è una fine per ora nella prima serie, ma una preparazione "del terreno" emotivo e psicologico dei personaggi.
Mi sorprende vedere così in alto Spider Rider e relativamente in basso il blasonato Code Geass...
Sono con te, io la trovo una delle serie più sopravvalutate in assoluto.
Welcome to the NHK iniziato più volte e mai riuscito a portare avanti...
Io al primo posto avrei senz'altro messo Death Note e avrei voluto vedere molto più in alto titoli come : Blood +, Claymore e XXX Holic.
Sì e no meriterebbe la sufficienza se lo si paragona a quello che NHK è veramente (opera a cui tra l'altro in Gonzo hanno dato un senso che trovo davvero poca cosa).
Quantomeno Dennou Coil quasi sul podio lascia ben sperare.
Grazie per il consiglio, lo metto volentieri in lista.
Al 30° (questo è da podio) il mio amore in assoluto, Mononoke. Altro che mi è veramente piaciuto di questa lista Mushishi, Bakumatsu Kikansetsu Irohanihoheto, Saiunkoku Monogatari (harem pieno di bei figoni), GITS SAC SSS, Lovely Complex (best shoujo altro che Nana) e xxxHolic altro brand che io adoro ma ammetto che tecnicamente si poteva e si doveva fare molto di più per l'adattamento anime.
C'è anche roba che ho da parte da recuperare (Honey & Clover, Baccano, Seirei no Moribito, Terra e...).
Ad esempio:
Zettai Shounen (nonostante il "finale")
Kamichu!
Yomigaeru Sora - Rescue Wing
Skull Man
Ma anche serie tutto sommato leggere come Manabi Straight o folli come Touka Gettan personalmente le rankerei molto più in alto di alcuni anime in lista (Bokurano? Romeo X Juliet? Blood+? Santoddio).
Giusto per curiosità (e perché sono str***o) ho dato un'occhiata alla tua lista anime. Supponendo che sia aggiornata: dei titoli in lista, dalla prima alla 28esima posizione, ne hai completati 5 - esclusi Death Note, Code Geass e Nana - quindi come fai a dire che i restanti non meritassero di stargli sopra?
Questo vale per tutti eh... non capisco perché lamentarsi che i propri beniamini non siano in top ten, quando si potrebbe approfittarne per segnarsi altra roba bella da vedere (e credo sia quello lo scopo del thread, non solo quello di dare una "classifica").
Per il resto vedo tantissimi titoli in classifica che ho amato anche io, direi che è stato un triennio bello ricco di ottime opere.
Ottimo anche Nana, peccato solo si interrompa..
Comunque ci sono serie che non ho mai visto e colgo l'occasione per segnarmi qualche titolo. Per quanto riguarda Higurashi no Naku Koro Ni sono sempre stato indeciso sull'iniziarlo o meno visto che sono molte serie.. forse dopo aver visto questa classifica un pensierino glielo farò.
Preferisco senza dubbio titoli più mainstream tipo "Death Note", "Gurren Lagann" o "Code Geass" (se invece vogliamo rimanere su opere un po' più di nicchia, "Dennou Coil" è un ottimo anime). Dal mio punto di vista, però, in cima al podio, inarrivabile, ci dovrebbe essere quella perla di "Mushishi".
Comunque Death note decima posizione non si può vedere proprio.
Insomma io credo possa essere una classifica indicativa certo sui titoli preferiti ma alla posizione non farei troppo caso.
Sul secondo e il terzo sono abbastanza d'accordo e sono proprio felice di vedere Nodame tra i primi dieci, addirittura prima di Death Note!
Purtroppo è vero ahah NHK lo droppai tempo fa e se pur la classifica non sia così male, qualche titolo meriterebbe la vetta. Death Note è tra questi.
Penso anch'io che Welcone to the N.H.K. sia un po' sopravvalutato (almeno dopo aver letto il manga che a me è piaciuto molto meno dell'anime e del romanzo), però ha il merito dell'originalità.
Invece sono favorevolmente sorpresa dal buon piazzamento di Glass no kamen che merita davvero, anche se purtroppo negli ultimi numeri il manga (ancora in corso per chissà quanto tempo) stia degenerando.
Bellissimi La ragazza che saltava nel tempo, Emma - Una storia romantica ed Il cuore di Cosette; simpatico Lovely complex (che però ha come unico tocco di originalità la statura dei protagonisti).
Per quanto riguarda Nana, è sicuramente un'ottima serie, ma evidentemente i problemi di salute dell'autrice ne hanno danneggiato la qualità, trasformandolo immancabilmente in una tragedia senza limiti. Spero sempre di poter leggere qualche buona notizia sulla sensei Yazawa!
Dato che dopotutto lo considero un buon anime accetto la tua sigla in loop e ricambio con questa:
Welcome to the N.H.K. è il classico anime con un protagonista sfigato e perdente che tanto va in voga oggi perchè risulta scomodo averne uno con le palle, superiore al telespettatore medio, si va cercando l'imbranato vicino di casa o comunque qualcuno che rispecchi al 100% le proprie debolezze o che sia addiritura peggiore (così ci si sente rinvingoriti non volendo fare alcun minimo sforzo per migliorarsi e crescere, comodo comodo...).
Molti preferiscono criticare piuttosto che comprendere il reale funzionamento di una classifica XD
Comunque sarebbe interessante vedere la stessa classifica utilizzando come parametro la moda al posto della media, utilizzando come secondo parametro di valutazione la percentuale di recendioni che hanno dato quel voto.
Just sayin'
Gurren Lagann
Dennou coil
Welcome to the NHK
28° posto troppo generoso per code cesso, mi sa che è scappato uno 0, dovrebbe essere tipo 280°
Scherzi a parte, una delle serie migliori che mi sia mai capitato di vedere nel suo genere, davvero una perla.
Peccato che non abbia ottenuto il successo ceh meritava.
Ergo Proxy è un altro ottimo anime, peccato che soffra di un vistoso calo tecnico e di un impoverimento di idee nella parte centrale.
Kara no Kyoukai merita moltissimo come serie anche se forse il primo film non è quello meglio riuscito.
Se dovessi toglierne uno dalla classifica tra quelli che ho visto sceglierei "Ghost in the Shell - S.A.C. - Solid State Society".
Adoro la serie realizzata da production IG ma quel film proprio non mi ha detto nulla.
Ad ogni modo avete dimenticato uno "0" nei voti di questi titoli ...
-59 Ichigo Mashimaro 8,7
-59 Kara no Kyoukai 1: Overlooking View 8,7
-61 Kiba 8,6
-61 Bokurano 8,6
-63 Shugo Chara! - La magia del cuore 8,5
-64 Hanbun no Tsuki ga Noboru Sora 8,4
#Sarcasmo
Date una medaglia a quest'uomo.
Detto questo vedo molti utenti che si lamentino del fatto che Death Note non sia tra i primi posti, considerandola una delle migliori opere in classifica. Neanch'io la considero un'opera malvagia, anzi la reputo un'ottima produzione, ma mi distacco se si parla di essa come possibile capolavoro o alla pari di mostri sacri come i tre che ho citato nel primo commento in quanto, sebbene ne avesse avuto le potenzialità sia chiaro, tutto sfocia nell'impossibilità di questa tale valutazione visto come si evolve il plot narrativo nella "seconda parte" della produzione stessa, che per certi versi è anche insensata sotto molto punti di vista. Death Note era sicuramente una produzione con caratteristiche tali da divenire una pietra miliare dell'animazione, ma perde di mordente nella seconda parte creando uno dei finali più nonsense dell'animazione.
Su wikipedia hai un ellenco completto, li trovi tutti anime trasmessi su MTV - anime night.
https://it.wikipedia.org/wiki/Anime_Night
Certo ci sono cose che non vanno giù come vedere Death Note più in basso di.. oppure vedere EF più in alto di.. (a me personalmente non è piaciuto per niente per esempio) ma de gustibus.
Anche l'8 abbondante di Higurashi è meritatissimo, altro titolo che sui contenuti si distingue dalla marmaglia.
Sopravvalutato a bestia "Death Note" a mio modesto parere (sì, datemi pure i pollici in giù).
Sopravvalutato anche "La ragazza che saltava nel tempo", niente di che.
Per il resto non sono in grado di dire la mia, ma alcuni titoli m'interessano, come ad esempio Mushishi.
mushiking sarebbe da far scendere di parecchio, invece..
bokurano oltre la posizione 60 mi fa rabbrividire: dovrebbe stare in top ten o su di lì!
Prova qui
https://www.animeclick.it/news/5713-programma-completo-del-mtv-anime-week-dal-2409
Oppure intendi Wolf's Rain, ma non corrisponde molto...
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