Arrivati a una certa età, si comincia a pensare sempre più intensamente al "glorioso passato", immersi da una malinconica nube zuccherata dolceamara.
E voi vi ricordate i tempi andati, in cui...
Vedere cartoni, e leggere fumetti, era da sfigati?
Sì perché c'era un tempo (in realtà in certi strati sociali e fasce d'età c'è ancora, vedi quelli che quest'estate consigliavano di dedicarsi meno alla caccia di creature col cellulare e più alla caccia di femmine) in cui i cartoni si abbandonavano, al più tardi, alle medie, e oltre quel limite sottinteso si diventava quasi (o non quasi) reietti.
E oggi?
Oggi invece anche i bulli swag hanno Pokémon Go sul cellulare, vanno alle fiere, sanno chi è Capitan America e Goku e Vegeta sono, per loro, due miti, tanto che non vedono l'ora di poter assistere a Dragon Ball Super dopo l'annuncio ufficiale e le prime pubblicità.
Concetti impensabili o quasi, un tempo.
E che è successo, ci hanno "invasi"?
Tutto quello che abbiamo dovuto soffrire (in misura diversa da persona a persona) è stato vano?
Ma soprattutto, tutto ciò è un male?
No che non lo è.
A parte le scontate uscite sul fatto che nessuno deve soffrire o essere schernito per le sue innocue passioni, a parte l'indubbia esortazione a non vergognarsi mai di ciò che ci piace, meno astio a questo mondo c'è, e meglio è, quindi anche se persone che un tempo avrebbero riso e deriso degli anime e di chi li guarda ora ci si avvicinano, per quanto questo non ne corregga la morale dubbia, di certo non è un'invasione, un'offesa, ma piuttosto una spinta ricca di potenziale.
Perché se il target che viene definito, adottando un americanismo e rielaborandolo un po', "nerd", si allarga, abbiamo da guadagnarne tutti.
Più che idilliaci girotondi tra ex "nemici" in campi fioriti, mi figuro qualcosa di più pragmatico, in proposito: i truzzonerd fanno numero e possono fare un grosso numero, e questo grosso numero ci può aiutare, aiutare ad avere più eventi, più fiere, più manifestazioni, più negozi, più ospiti.
Chiudersi in una sorta di "elite" come ripicca verso anni di soprusi è solo controproducente, perché in un modo o nell'altro, questi "casual nerds" hanno la loro utilità nell'ecosistema degli amanti della fantasia.
Scrivo queste righe dopo (nel senso che sono rientrato a casa un paio d'ore fa, eh) una due giorni nella prima capitale d'Italia, Torino, in compagnia di una buona parte del resto dello staff, che come sapete ha partecipato alla manifestazione Cartoons on the Bay come media partner ecc. ecc.
Ecco, qui sta il punto, alle medie sarò stato sfigato finché volete a guardare i Pokémon e disegnare Gatto Silvestro sul diario, ma il non aver mai mollato questi personaggi, questo mondo, m'ha portato a far parte di una ciurma che viene invitata da mamma Rai (insieme a tanti altri ragazzi e appassionati) in un "serissimo" museo risorgimentale, con telecamere e tutto il resto, non proprio una cosa da sfigati.
Ok, ora sembra che io me la stia tirando, ma quello su cui voglio che ci si focalizzi è: il modo in cui viene visto il mondo dell'animazione e del fumetto sta cambiando, sta diventando qualcosa che fa "business", qualcosa da uomini in giacca e cravatta con due telefonini, uno per orecchio, che programmano, fanno, disfano, organizzano.
Ecco, organizzano.
Organizzano qualcosa come l'incontro con Shin'ichirō Watanabe, la possibilità di incontrare, dialogare, farsi fare un autografo da un importante regista e sceneggiatore giapponese, qualcosa che un tempo sarebbe sembrato impossibile ma che ora, una volta che il grande evento si è concluso, fa pensare: e adesso?
Quale sarà il prossimo evento-colpaccio?
Il prossimo grande cambiamento?
A saperlo, a saperlo!
Ma le possibilità sono quasi infinite, e il nostro entusiasmo anche.
Perché, oh, la nostra passione sta diventando qualcosa di veramente grande e potente, di sempre più ampio rilievo e questo non può che portarci gioie su gioie.
E voi?
Siete ancora ghettizzati, più accettati, e soprattutto entusiasti verso il futuro dell'animazione, del fumetto e di come vengono percepiti in Italia?
Fonti consultate: Cartoons on the Bay su Facebook.com
E voi vi ricordate i tempi andati, in cui...
Vedere cartoni, e leggere fumetti, era da sfigati?
Sì perché c'era un tempo (in realtà in certi strati sociali e fasce d'età c'è ancora, vedi quelli che quest'estate consigliavano di dedicarsi meno alla caccia di creature col cellulare e più alla caccia di femmine) in cui i cartoni si abbandonavano, al più tardi, alle medie, e oltre quel limite sottinteso si diventava quasi (o non quasi) reietti.
E oggi?
Oggi invece anche i bulli swag hanno Pokémon Go sul cellulare, vanno alle fiere, sanno chi è Capitan America e Goku e Vegeta sono, per loro, due miti, tanto che non vedono l'ora di poter assistere a Dragon Ball Super dopo l'annuncio ufficiale e le prime pubblicità.
Concetti impensabili o quasi, un tempo.
E che è successo, ci hanno "invasi"?
Tutto quello che abbiamo dovuto soffrire (in misura diversa da persona a persona) è stato vano?
Ma soprattutto, tutto ciò è un male?
No che non lo è.
A parte le scontate uscite sul fatto che nessuno deve soffrire o essere schernito per le sue innocue passioni, a parte l'indubbia esortazione a non vergognarsi mai di ciò che ci piace, meno astio a questo mondo c'è, e meglio è, quindi anche se persone che un tempo avrebbero riso e deriso degli anime e di chi li guarda ora ci si avvicinano, per quanto questo non ne corregga la morale dubbia, di certo non è un'invasione, un'offesa, ma piuttosto una spinta ricca di potenziale.
Perché se il target che viene definito, adottando un americanismo e rielaborandolo un po', "nerd", si allarga, abbiamo da guadagnarne tutti.
Più che idilliaci girotondi tra ex "nemici" in campi fioriti, mi figuro qualcosa di più pragmatico, in proposito: i truzzonerd fanno numero e possono fare un grosso numero, e questo grosso numero ci può aiutare, aiutare ad avere più eventi, più fiere, più manifestazioni, più negozi, più ospiti.
Chiudersi in una sorta di "elite" come ripicca verso anni di soprusi è solo controproducente, perché in un modo o nell'altro, questi "casual nerds" hanno la loro utilità nell'ecosistema degli amanti della fantasia.
Scrivo queste righe dopo (nel senso che sono rientrato a casa un paio d'ore fa, eh) una due giorni nella prima capitale d'Italia, Torino, in compagnia di una buona parte del resto dello staff, che come sapete ha partecipato alla manifestazione Cartoons on the Bay come media partner ecc. ecc.
Ecco, qui sta il punto, alle medie sarò stato sfigato finché volete a guardare i Pokémon e disegnare Gatto Silvestro sul diario, ma il non aver mai mollato questi personaggi, questo mondo, m'ha portato a far parte di una ciurma che viene invitata da mamma Rai (insieme a tanti altri ragazzi e appassionati) in un "serissimo" museo risorgimentale, con telecamere e tutto il resto, non proprio una cosa da sfigati.
Ok, ora sembra che io me la stia tirando, ma quello su cui voglio che ci si focalizzi è: il modo in cui viene visto il mondo dell'animazione e del fumetto sta cambiando, sta diventando qualcosa che fa "business", qualcosa da uomini in giacca e cravatta con due telefonini, uno per orecchio, che programmano, fanno, disfano, organizzano.
Ecco, organizzano.
Organizzano qualcosa come l'incontro con Shin'ichirō Watanabe, la possibilità di incontrare, dialogare, farsi fare un autografo da un importante regista e sceneggiatore giapponese, qualcosa che un tempo sarebbe sembrato impossibile ma che ora, una volta che il grande evento si è concluso, fa pensare: e adesso?
Quale sarà il prossimo evento-colpaccio?
Il prossimo grande cambiamento?
A saperlo, a saperlo!
Ma le possibilità sono quasi infinite, e il nostro entusiasmo anche.
Perché, oh, la nostra passione sta diventando qualcosa di veramente grande e potente, di sempre più ampio rilievo e questo non può che portarci gioie su gioie.
E voi?
Siete ancora ghettizzati, più accettati, e soprattutto entusiasti verso il futuro dell'animazione, del fumetto e di come vengono percepiti in Italia?
Fonti consultate: Cartoons on the Bay su Facebook.com
Che caso che siano sempre gli emarginati quelli dalla mente superiore e non invece persone in grado di relazionarsi. Io sono stata in grado di far giocare ad una mia amica tuta trucco, parrucco e Sampdoria un videogame per Ds ( The word ends with you) perché il gameplay frenetico e colorato le piaceva. E questo senza sottoporla a miriade di giochi magari anche più validi ma meno congeniali a lei. Oppure mio madre che da amante dei gialli si guardava con piacere Detective Conan.
Che poi non è detto che una persona con una passione più "solitaria" (boh, perché non si può parlare di manga ed anime come si fa su un sito come questo? farlo faccia a faccia fa impressione?) non possa avere amici, casomai il contrario. Poi OVVIAMENTE dipende dai contesti in cui ci si trova a vivere, personalmente non sono stato fortunato... ogni classe dalle elementari alle superiori e università idem sono sempre state piene di soli fanatici di calcio (sport che su di me ha lo stesso effetto del cloroformio) e vi lascio immaginare, ma non vale per tutti.
Ad ogni modo in passato sono stato costretto ad adeguarmi agli altri pur di socializzare, a volte mi sono sforzato da solo ma sinceramente se devo stare in mezzo a persone che mi guardano manco stessero difronte ad un alieno... beh, ciao, meglio soli che mal accompagnati. Io non critico i gusti altrui, che gli altri facciano lo stesso.
Alle superiori non avevo nessun compagno che seguisse manga ed anime eppure non sono mai stata isolata ( salvo nell'intervallo ma ahimè la mia scuola dava il permesso di fumare in cortile e io essendo l'unica non fumatrice preferivo evitare il fumo passivo). Questo perché le conversazioni possibili sono infinite così come gli interessi. Così come io mi sono avvicinata ai loro ( scoprendo di non essere poi così malvagi anzi, alla fine mi sono appassionata anche io al calcio per esempio) loro lo hanno fatto con me. Non sono mai andati oltre il mainstream, tanti non erano proprio interessati ma con alcuni sono riuscita a parlare di Dragon Ball, One Piece, shonen in generale.
Condivido.
Penso che il punto centrale sia che non si prende quasi mai di mira la passione ma l'individuo.
In poche parole: se hai confidenza con te stesso, se vuoi far capire agli altri e se sai farlo... ti ascoltano. Alle persone piace sentir parlare chi sa farlo bene ed è appassionato, a prescindere dall'argomento.
devo essere contento che Watanabe è venuto a svernare qui come un Jeff Kinney?? Che grande passo avanti per l' industria!
1) Non c'è settorialismo sia nelle fiere che tra gli editori. Siccome in Italia si fanno i conti a fine giornata e non a fine ciclo, richiamare il maggior numero di persone accomunando hobby diversi sotto l' Egidia del "nerd" oltre a essere ghettizzante (si respira aria nuova per gli appassionati lol) si mettono a confronto media che non c'entrano niente tra loro (Youtube, Giappone, Comics, Modellismo, Giochi da tavolo, etc). Finisce che il pubblico tira dritto su quello che gli frega e anzi gli da la percezione che gli hobby cui lui non può importare di meno siano inutili o creino confusione.
In editoria stessa roba, c'è un far west di pubblicazioni nella stessa collana con titoli di punta mischiati a manga (manco pubblicizzati lol) acquisiti per doveri contrattuali con il publisher giapponese. La gente non ci capisce un cazzo, evita opere prime e si limita a comprare quello che riconosce non grazie all' editore ma magari con il web, amici, tv.
2) l'anello di congiunzione tra Giappone e intrattenimento in Italia NON ESISTE.
Per Quante volte si dovrà sentire ancora gente che chiede cosa significa SHONEN JUMP, quali sono i formati editoriali, i maggiori produttori di figure, Gekiga, i drama cd, perché nell' hokkaido fa freddo e a Okinawa fa caldo, etc??? No, qui importa il prodotto che arriva, se diverte e se vende. Sticazzi chi l'ha fatto quando e perché. E gli editori se ne sbattono altamente, tutti. Non ho mai visto UNO citare La casa editrice originale durante la presentazione di un manga appena licenziato. Men che meno banner o stand della Shueisha, Jump, o chessò. Poi , di nuovo, il pubblico non capisce neanche perché un manga sia considerato shonen o seinen e si butta su quelli che gli suonano familiari.
" in proposito: i truzzonerd fanno numero e possono fare un grosso numero, e questo grosso numero ci può aiutare, aiutare ad avere più eventi, più fiere, più manifestazioni, più negozi, più ospiti."
No. Perché come arrivano se ne vanno. Non danno niente al mercato. WiiU dovrebbe aver insegnato Qualcosa.
La gente deve avere gli strumenti per conoscere il proprio hobby che deve essere esposto in modo chiaro da parte degli editori. Non deve considerare intralcio gli altri hobby perché stanno "in mezzo ai coglioni" nelle fiere. Cioè voi vi preoccupate delle persone esterne che vi giudicano, ma pensate a chi muove le fila che si bea della vostra/nostra ignoranza facendovi/facendoci rimanere in uno stato primordiale incapaci di divulgare e ampliare una conoscenza acquisita.
Come ho già detto varia da situazione a situazione. Ad ogni modo io non ho mai avuto alcun interesse a voler farmi ascoltare, con questo non voglio dire che se uno mi dava a parlare io lo mandavo a quel paese, semplicemente quando veniva fuori l'argomento hobby io venivo trattato come "strano" perché a nessuno interessava il mio hobby.
A me solo sentir parlare di calcio, serie A, serie B, Z e compagnia bella mi viene da addormentarmi. Sul momento, ogni volta che capita, fingo un tiepido interesse per non apparire sgarbato, tuttavia quando cominciano a parlare di rigori e partite non finiscono più, ogni altra argomentazione svanisce. Al contrario io parlo della mia passione solo se richiesto e senza mai tediare gli altri perché lo capisco se un argomento interessa o meno.
Semplici regole sociali che, ripeto per la trentesima volta, variano da situazione a situazione.
Ahahahah lui praticamente
[img]http://www.magiedifilo.it/index.php/2013-07-22-07-54-33/wallpapers/image?view=image&format=raw&type=img&id=1920[/img]
Chi pensava che sarebbe stata una fase passeggera si è dovuto ricredere, e, anzi si è "adattato": regali a tema (buoni per la fumetteria a gogo ) e viaggi per raggiungere le fiere
Ora sto cercando di superare le resistenze riguardo il cosplay, è una cosa che mi ha sempre solleticato e finalmente mi sono decisa, ma mi aspetto facce ancora più perplesse, considerando che coinvolgerò anche mio figlio
Se a me piacciono gli anime e i manga, è una mia passione.
E' normale che facciamo discorsi come nell'articolo.
Sono contento di aver partecipato a questo bellissimo evento, tra l'altro ho anche conosciuto gente meravigliosa: voi di AnimeClick, Morelli, il compositore e musicista di cui non ricordo il nome che era accanto a me (scusami ahahahahah) e poi tutti quanti.
Ho però l'impressione che la nicchia si sia fatta ancora più ristretta, dato che gli anime in tv latitano, non c'è più quel titolone tipo Dragon Ball, Sailor Moon o Pokemon che è sulla bocca di chiunque ed è riuscito ad andare fuori dal circuito dei soli appassionati (cosa che invece sono benissimo riusciti a fare le serie tv e i film americani: dieci anni fa i libri del Trono di Spade non li conosceva nessuno, oggi li legge anche chi non ha mai toccato Il signore degli anelli o un manuale di Dungeons & Dragons nemmeno con il bastoncino di Arale) e tutti questi eventi bellissimi sulla carta spesso sono rovinati da visitatori a cui non importa poi granché degli ospiti o dei manga/anime e vengono solo per far casino o per farsi vedere.
Ma è normale. L'Italia non è e (per fortuna, per certi versi) non sarà mai il Giappone, quindi non si può pretendere che gli anime e i manga giapponesi entrino a far parte della cultura di un paese straniero in maniera così preponderante, visto anche che molti di questi sono creati a specifico uso e consumo dei Giapponesi, mentre invece le produzioni americane sono molto più mainstream.
La situazione però è molto migliorata rispetto ai tempi in cui gli appassionati di manga erano praticamente costretti a vivere le loro passioni in solitudine perché nessuno li conosceva, Internet ha aiutato moltissimo la diffusione di questa passione e oggi è più difficile che ci si senta soli come succedeva a noi che leggevamo manga negli anni '90 o che nei primi anni 2000 ci sentivamo dire dai compagni di classe "Smettila subito di guardare i Pokemon, gli unici cartoni giapponesi degni sono Dragon Ball e I cavalieri dello zodiaco" o "Mpf, ti leggi Sakura?" (detto dalla secchioncella della classe che faceva tutta l'intellettualoide e poi la beccavi a leggersi Tre metri sopra il cielo).
Certo, è difficile cambiare la mentalità degli adulti che sono rimasti a Topolino e più in là non vanno (i miei si sono dovuti arrendere, il bambino che da piccolo si metteva uno straccio in testa per giocare a fare Marrabbio di Kiss me Licia oggi vive in Giappone ), così come è difficile abbattere il bullismo, che però vale non solo nel caso di manga/anime ma per mille altre cose, ma senza dubbio dei passi in avanti sono stati fatti. Non siamo alla perfezione e mai la raggiungeremo, ma ci si può lavorare.
Per quanto riguarda la mia personale esperienza, invece, posso dire di essere fortunato in quanto non mi sono mai sentito discriminato per la mia passione che espongo tranquillamente a chiunque mi capiti di parlarne e non ottengo nè occhiate in tralice o di scherno, nè battute nè altro... e se anche dovesse capitare saprò rispondere a tono facendomi intanto dire le passioni loro. Comunque è una cosa che non mi succede, la mia passione viene rispettata ed in un certo qual modo viene rispettata anche un po' di più in quanto, appunto, non comune... non so spiegarmi, ma il mio andare in brodo di giuggiole o i miei occhi "luccicosi" appena vedo un manga o anime indicano la mia forte passione e viene apprezzata la mia convinzione. Per il resto sono meno fortunato perchè, seppur rispettato, non ho condivisione nel senso che la mia passione la vivo in solitaria, nel giro delle mie amicizie non c'è nessuno interessato a questo mondo. E' capitato che mi accompagnassero a qualche fiera per fare compagnia a me, mentre ad altre ci sono andato da solo. Purtroppo è così. Solo negli ultimi tempi ho conosciuti 2-3 persone che condividono un po', ma finora il deserto.
Poi in ogni caso i truzzi nerd che guardano naruto su italia 1, e su instagram si auto-definiscono otaku (e quant'altro), e NE HO CONOSCIUTI, semplicemente li prendo per il culo e gli do una lista di anime e manga da guardarsi prima di poter ritoccare con me tale argomento.
(sembrerò anche egocentrico, e un po lo sono, ma mi permette davvero di avere la faccia tosta con tutti)
Questo mi ha portato ad essere - o forse lo sarei comunque stata, boh? - una persona solitaria, che non ama la compagnia, anche perché, diciamocelo, non è che uno ama stare con chi ti dà della strana e ti parla male alle spalle.
Con l'università (e lo sviluppo di internet) le cose sono andate meglio: ho conosciuto persone a cui dei miei hobby non importava un accidenti nel senso buono nel termine (per la serie: ognuno ha le sue passioni, quindi che c'è da criticare?) e altri che le condividevano (in particolare quella della lettura); più passavano gli anni, più la fiducia in me stessa aumentava e quindi non mi infastidiva più far sapere in giro che amavo i manga e gli anime e vedere facce sconvolte, perché, tra quelle, c'erano tanti che si illuminavano. Poi, va beh, il panorama nazionale è cambiato, e adesso anche chi non ha certe passioni le ha almeno sentite nominare.
Oggi ho tanti amici, reali e virtuali, che condividono le mie passioni e non mi sento più sola o emarginata; ma certe ferite bruciano comunque e infatti difendono strenuamente le passioni, soprattutto quelle considerate "strane".
C'è una cosa che ho notato oggigiorno, che mi infastidisce, esattamente come all'epoca mi dava fastidio il comportamento di chi mi circondava: quel sentirsi superiori agli altri perché si ha un certo gusto. Fino a cinque-sei anni fa, se parlavo di ristorante giapponese, la maggior parte della gente si schifava; oggi, le stesse persone che mi ridevano in faccia, fanno a gara a chi posta più foto e a chi ha mangiato nel ristorante più chic, manco fossero dei novelli Cracco che giudicano la cucina altrui. Mi è rimasto impresso il commento di una ragazzina di neanche sedici anni che, rivolta a me, con aria di supponenza, mi disse: "Eh, io leggo yaoi! In inglese.", come a dire "Tu, brutta scema ignorante, sicuramente non sai neanche cosa sono" (le andò male, ovviamente, visto che anche io sono fan dello yaoi).
Tutto ciò mi intristisce. Praticamente è la stessa situazione che ho vissuto io, ma al contrario.
Mah, sencondo me la risposta è ancora più semplice:
"Sì" (<-- condito con un bel sorriso tranquillo e per niente preoccupato o intimorito)
Non c'è bisogno di partire all'attacco nè di mostrarsi imbarazzati. Sono quelle le cose che fanno passare "dalla parte del torto", cioè il sentirsi in torto. Fumetti e cartoni animati sono un hobby come un altro e se non ce ne convinciamo noi per primi, poi non possiamo pretendere che gli altri ci considerino "normali".
Ricordo che c'era un aula in cui scrivevo sui muri i cerchi alchemici di FMA e gente di altre classi replicava disegnandone altri vicino X3
Gli unici che rompevano erano i miei genitori, ma dopo avergli fatto vedere qualche anime hanno smesso...Mia madre si è commossa con Tokyo Magnitude 8.0
Che tempi! Ma ignoranza a parte, quella era più che altro gelosia nei confronti di un prodotto che in quegl'anni ha letteralmente monopolizzato il mercato italiano.
Diabolik è una brutta copia di Fantomas
Facciamo Snu Snu!?
Okay, siccome mi infastidisce sempre molto chi dà giudizi a caso (e "poco sano" decisamente lo è) su situazioni che non conosce, aggiungo la mia. Sono sinceramente curiosa di vedere se secondo questi criteri è "poco sana" o no XD
Io alle superiori avevo una classe poco eterogenea: c'era un vasto gruppo che si divertiva a bullizzare le ragazze più timide (con me non ci hanno mai provato, anche perché era abbastanza chiaro che gli avrei mangiato la faccia a morsi se solo ci avessero provato) e in carne, e non sopportando i bulli non volevo avere a che fare niente con loro; un gruppetto di ragazzine dark con le quali non avevo problemi ma nemmeno era mai nata una grande amicizia e quella che è diventata la mia migliore amica, a cui non importava niente di manga e anime ma non per questo non era una persona splendida. Nelle ore buche alternavo le chiacchere alla lettura, cosa per cui nessuno mi ha mai rotto le scatole, e i primi due anni di intervalli li ho passati girando la scuola con la mia amica e altre ragazze, mentre dal terzo in poi ho ho cominciato ad alternare lo starmene al banco a leggere, il chiaccherare con altre ragazze del gruppo darkettino e ogni tanto andare in giro per la scuola sempre con la mia migliore amica e le sue compagne di giretto, cosa che col passare del tempo avevo cominciato a evitare a) perché la mia scuola era dotata di corridoi molto stretti e detestavo la ressa e b) perché le altre ragazze fondamentalmente volevano solo dar la caccia ai ragazzi più grandi per cui avevano una cotta e mi sentivo annoiata e imbarazzata a starci vicino per via del modo molto infantile in cui si comportavano (urla, strilletti e via dicendo in modo tale che era impossibile per gli interessati non notarle).
Avevo poi altre amiche del cuore storiche e meravigliose iscritte a scuole diverse con cui pure uscivo nel fine settimana.
Sono sinceramente curiosa: ero poco sana? X'''D
ps: che tu dia per scontato che la gente della propria classe sia necessariamente composta da "amici" meriterebbe un post a sé: io fortunatamente ne avevo anche a scuola, tra la mia classe e in altre, ma è tutto men che certo il fatto che sia così per tutti.
A parte questo il problema è dare scontato che le situazioni e le persone siano tutte uguali, il che potrei aspettarmelo da un adulto random degli anni '90, ma su un forum di questo tipo è abbastanza straniante.
Tale passione è talmente forte che lo porta ad avere difficoltà a relazionarsi in quanto purtroppo il numero di persone appassionate allo studio non è elevato, lo porta a rifugiarsi o comunque a trovare interesse in opere fantasy o fantascientifiche o comunque che trattano in qualche modo gli stessi argomenti della sua passione. Per esempio a un nerd appassioanto di informatica o robotica, potrebbero interessare e essere affascinato dai libri di Asimov, anime come Ghost in the Shell, film come terminator o videogiochi come Deus Ex. Oppure il ragazzo nerd che non riesce a relazionarsi o peggio viene preso in giro o bullizzato solo perché gli piace leggere l'ultimo libro di Hawking e gli piace la matematica, trova rifugio e si immedesima nell'Uomo Ragno. Ovviamente sono solo esempi per capirci. Oggi invece tutto quello relativo alla passione intellettuale, alla sete di conoscenza, alla curiosità su tutto ciò che ci circonda, all'intelligenza sopra la media, sembra essere sparito dalla definizione di "nerd" tant'è che chiunque si sia visto gli ultimi due film marvel/dc si autoproclama nerd.
Falso
Che dialettica, che argomentazioni profonde
Non ho ancora vista questa evoluzione
Ho notato anch'io un incremento evidente di gente che va alle fiere. Gente che non ha mai visto un anime oltre DragonBall e soprattutto persone che vanno a questi eventi solo per vedere le ragazze che fanno i cosplay.
Questi non sono appassionati, sono perditempo ed anche molestatori. Vengono per vedere e farsi vedere, creare scompiglio e "conoscere tipe" non per passione e sinceramente non mi interessa avere questi soggetti alle fiere.
La passione per l'animazione e il fumetto giapponesi per questi tizi è solo una scusa per fare quello che gli pare, ma non comprano nulla perché non conosco nemmeno metà dei personaggi più famosi.
E al sud il fenomeno è preoccupante.
Per gli altri, questa passione secondo me è solo una moda e presto passerà e tornerà tutto come prima.
Ve lo dice una che già dalle elementari è stata presa di mira per la mia passione. Alle elementari, rendiamoci conto. I cartoni animati erano considerati una roba per poppanti, e poi l'ultimo anno mi hanno ripetuto sempre la stessa frase: "Ma che davvero ti piacciono i Pokemòn? E' roba da maschi" (sì, con l'accento sulla o).
Alle medie volevo comprare un nuovo zaino, quello di Rossana, e la commessa non me l'ha voluto vendere (se ci penso, mi metto le mani nei capelli) convincendo mia madre a comprare quello della Onyx "perché va di moda e lo indossano tutte, così nessuno ti prenderà in giro!". La cosa più brutta è che ho mio malgrado constatato che aveva ragione. Ero riuscita a comprare almeno il diario di Rossana e per tutto l'anno non hanno fatto altro che prendermi in giro, tentare di buttarmelo, fare battutine su una colletta per comprarmene uno nuovo e cose così.
Al liceo le cose non sono migliorate, specie i primi anni dove sono stata presa in giro anche per Harry Potter. Con il fenomeno delle fiere, continue le domande: "Ma forse vai anche tu a questi eventi conciata in modo imbarazzante?". Immaginate la mia faccia.
Adesso quelle stesse persone, si travestono e ci vanno. O, peggio, si vestono in occasioni di quelle ridicole serate in discoteca che sanno loro.
All'università ho avvertito meno questo atteggiamento ma le facce perplesse e le espressioni di stupore non sono mancate.
Dei miei genitori non ne parliamo proprio, specie mio padre poi.
Secondo me siamo ancora lontani anni luce dall'effettivo riconoscimento di questa passione come una delle tante, una normale.
Cara Elena anche se di età diverse posso dirti che abbiamo fatto le medesime esperienze - io forse sono stato leggermente più fortunato, nel senso che essendo leggermente ottuso alcuni commenti neppure li coglievo - che dirti..l'antico adagio.."passa e non ti curar di loro"è sempre valido....ed anche la lettura di Gianni Rodari che non era un Nerd ma una persona bella e speciale che ha detto, cose staordinarie sui fumetti, le favole i bambini e gli uomini. Inascoltato. La sua voce riecheggia im me sempre. Per semre. Le offese vuote, od anche i falsi sussurri di compiacenza non ascoltiamoli.
Bella nota Narutimate Hero. Bella - e bellissimo il cartoon on The Bay!!
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