Un giorno comune è composto da tanti piccoli particolari che scompaiono nell'insieme. Il paesaggio che si osserva è ricco ma allo stesso tempo risulta povero se non si racconta. Sono le persone che creano le storie, con le proprie scelte e i propri gesti che legandosi l'uno all'altra danno vita a un evento. Prima che ciò accada la scena risulta piatta, priva di profondità. Non se ne percepisce il volto, e allora, "tu-tum, tu-tum, tu-tum". Revival.
Satoru Fujinuma osserva nuovamente la scena attorno a sé in cerca di quel dettaglio da collegare. Per poter capire, e per poter agire. Ciò che rende più complessa la comprensione dei suoi revival sta nell'osservare le intenzioni umane, specie per lui che conduce una vita silenziosa e solitaria. Si sveglia e si prepara per recarsi a lavoro. Giunto all'Oasi pizza, saluta distratto i colleghi e infila il casco prima di montare in sella e iniziare le proprie consegne a domicilio. Ancora. Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum. Bisogna agire. Satoru Fujinuma saluta distratto i colleghi e infila il casco prima di montare in sella e iniziare le proprie consegne a domicilio, osservandosi attorno in cerca di particolari. Proprio lui è l'osservatore. Lui che è un mangaka trentenne che non riesce a decollare per la superficialità delle proprie storie. "Non si percepisce il tuo volto", gli dicono.
Quando è nato l'involucro protettivo che separa Satoru dal mondo, lo scopriremo più avanti durante questa lettura dal carattere misterioso. Piccole gocce di memoria sorgono qui e lì spontaneamente durante gli otto volumi di Erased, di Kei Sanbe edito da Edizioni Star comics dal 2016. Il nono volume è una chicca che narra episodi collegati alla storia principale, ma da altri punti di vista rispetto a quello del protagonista. La storia di Satoru - che gode anche di un'ormai nota trasposizione animata - è la propria storia come la storia dei propri amici, e delle persone che ha incontrato e che ha smarrito nella propria vita. Si compone di sequenze rapide, di sguardi tra la folla, di messaggi impressi nella mente come fossero memo per la vita. Le assenze che hanno fatto sì che alcune domande fossero dimenticate, e il rimorso che ha fatto cadere nell'oblio la memoria di qualcosa di doloroso. Come un vaso di Pandora, la mente del protagonista si apre a nuovi ricordi sulle scomparse tragiche che hanno caratterizzato la propria infanzia, e sui delitti che hanno coinvolto i propri compagni ai tempi delle elementari. Insoluti e mal celati dalla madre, questi lacunosi ricordi hanno creato una sensazione scomoda che angosciosamente riemerge e viene rivissuta dal protagonista di questo racconto, che ha il sapore cupo di un passato che si legge inerpicandosi attraverso un percorso tortuoso di andirivieni, incollando il lettore alle pagine nella volontà di scoprire.
E, allora, Satoru lo rivive. Con i propri revival torna alla propria infanzia, ai suoi amici dimenticati, e osserva le scene che non aveva saputo leggere 15 anni prima, cercando di risolvere i propri dubbi. Ma per farlo ha bisogno di comunicare, di mettersi in contatto. Se inizialmente avevamo dinanzi pagine e pagine di pensieri, durante il viaggio nel passato Satoru impara la capacità di esprimere le proprie intenzioni. Si apre al mondo e a sensazioni nuove, scoprendo rapporti tutt'altro che di comodo, e pieni di sentimento tanto da riempirlo. Fino ad imparare che il tempo è scandito dalle persone, che come un tesoro riempiono gli spazzi di quella città che si muoveva e dove Satoru era mancato.
Satoru Fujinuma osserva nuovamente la scena attorno a sé in cerca di quel dettaglio da collegare. Per poter capire, e per poter agire. Ciò che rende più complessa la comprensione dei suoi revival sta nell'osservare le intenzioni umane, specie per lui che conduce una vita silenziosa e solitaria. Si sveglia e si prepara per recarsi a lavoro. Giunto all'Oasi pizza, saluta distratto i colleghi e infila il casco prima di montare in sella e iniziare le proprie consegne a domicilio. Ancora. Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum. Bisogna agire. Satoru Fujinuma saluta distratto i colleghi e infila il casco prima di montare in sella e iniziare le proprie consegne a domicilio, osservandosi attorno in cerca di particolari. Proprio lui è l'osservatore. Lui che è un mangaka trentenne che non riesce a decollare per la superficialità delle proprie storie. "Non si percepisce il tuo volto", gli dicono.
Quando è nato l'involucro protettivo che separa Satoru dal mondo, lo scopriremo più avanti durante questa lettura dal carattere misterioso. Piccole gocce di memoria sorgono qui e lì spontaneamente durante gli otto volumi di Erased, di Kei Sanbe edito da Edizioni Star comics dal 2016. Il nono volume è una chicca che narra episodi collegati alla storia principale, ma da altri punti di vista rispetto a quello del protagonista. La storia di Satoru - che gode anche di un'ormai nota trasposizione animata - è la propria storia come la storia dei propri amici, e delle persone che ha incontrato e che ha smarrito nella propria vita. Si compone di sequenze rapide, di sguardi tra la folla, di messaggi impressi nella mente come fossero memo per la vita. Le assenze che hanno fatto sì che alcune domande fossero dimenticate, e il rimorso che ha fatto cadere nell'oblio la memoria di qualcosa di doloroso. Come un vaso di Pandora, la mente del protagonista si apre a nuovi ricordi sulle scomparse tragiche che hanno caratterizzato la propria infanzia, e sui delitti che hanno coinvolto i propri compagni ai tempi delle elementari. Insoluti e mal celati dalla madre, questi lacunosi ricordi hanno creato una sensazione scomoda che angosciosamente riemerge e viene rivissuta dal protagonista di questo racconto, che ha il sapore cupo di un passato che si legge inerpicandosi attraverso un percorso tortuoso di andirivieni, incollando il lettore alle pagine nella volontà di scoprire.
E, allora, Satoru lo rivive. Con i propri revival torna alla propria infanzia, ai suoi amici dimenticati, e osserva le scene che non aveva saputo leggere 15 anni prima, cercando di risolvere i propri dubbi. Ma per farlo ha bisogno di comunicare, di mettersi in contatto. Se inizialmente avevamo dinanzi pagine e pagine di pensieri, durante il viaggio nel passato Satoru impara la capacità di esprimere le proprie intenzioni. Si apre al mondo e a sensazioni nuove, scoprendo rapporti tutt'altro che di comodo, e pieni di sentimento tanto da riempirlo. Fino ad imparare che il tempo è scandito dalle persone, che come un tesoro riempiono gli spazzi di quella città che si muoveva e dove Satoru era mancato.
Guanti di lana, caramelle nel cruscotto, riso al curry, corse in cerca di un riparo dalla neve. Il disegno discreto di Kei Sanbe ci narra una storia che si srotola con non poche irregolarità cronologiche, nella scoperta che ogni decisione nella nostra vita ha un prezzo da pagare. Che nonostante il prezzo possa essere alto, guardare avanti è la soluzione che fa sì che ci sia ancora tanto da poter raccontare. Una volta risolto il passato, il futuro è un foglio bianco.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Erased 1 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 2 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 3 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 4 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 5 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 6 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 7 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 8 | € 5.90 | Star Comics |
Erased 9 | € 5.90 | Star Comics |
Seconda parte ottima ma non a livello della prima a mio modesto parere. Sale di livello la presenza di Airi nel manga ma le motivazioni del ''cattivo" non convincono del tutto.
Nota finale l'eccessiva brevitá dell'anime non rende giustizia a questo suberbo lavoro dunque consiglio a chi avesse visto solo l'anime di recuperare anche il manga.
Il manga racconta molto più dell'anime, non ci si può fermare alla visione di quest'ultimo. È come quando guardi la trasposizione cinematografica di un romanzo e rimani un po così.....appeso, conscio di sapere, anche se non l'hai mai letto, che il libro ha molto più da raccontare e corri in libreria per sfamare quella voglia di completezza.
Una lettura che consiglio decisamente!
personalmente ho trovato la psicologia dell'assassino molto ben elaborata, tanto che le motivazioni che lo spingono ad uccidere vanno un po' in secondo piano (per quanto ce ne siano, sia chiaro). L'aspetto più affascinante del serial killer è che
Poi, l'annuncio Star Comics: il manga ERASED. Per una serie di imprevisti non ho potuto comprare il manga ad ogni sua uscita (sto ordinando adesso gli ultimi 3 volumi + extra) ma devo dire che fino a dove sono arrivata (il 5) è senza ombra di dubbio un'opera sublime, ben articolata, ben sceneggiata... insomma, Kei Sanbe é da tenere d'occhio perché stupirà ancora, ha del talento e lo ha fatto intendere molto bene grazie ad ERASED.
Non posso che consigliare assolutamente la lettura, ed anche la visione dell'anime perché nessuno ne resterà deluso. E rimarrete coinvolti quanto me nelle avventure del "giovane" protagonista
Questo almeno è secondo me la parte ''debole" o che per lo meno io non comprendo..
beh no, la gran parte dei serial killer nella fiction viene rappresentata stile "Jack lo squartatore", ovvero gli inquirenti sanno che c'è una sola mente dietro a degli omicidi, ma non riescono a scoprire chi, vuoi perchè non ci sono prove, vuoi perchè il colpevole è così al di sopra di ogni sospetto che la sua rivelazione è sconvolgente. In questo caso le cose sono alquanto differenti.
Per quanto riguarda le motivazioni:
ma ancora più paura fa la sua decisione di uccidere il fratello a sangue freddo (non che non se lo meritasse), facendo apparire il tutto come un suicidio! A questo punto Yashiro aveva già perso da tempo l'empatia verso gli esseri umani e pure quella nei confronti degli esseri viventi (come dimostra il fatto che annega dei piccoli criceti senza fare una piega). Perchè poi si è messo ad uccidere, per lo più bambine, per giunta?
La mia ipotesi è che voleva riprovare le stesse sensazioni,
l'adrenalina di quando ha ucciso suo fratello senza essere scoperto da nessuno. Il fatto di aver scelto come bersaglio primario delle bambine sta nel fatto che oramai era già molto bravo nel trattare con loro, in sostanza erano il bersaglio perfetto per uno come lui, specie da quando era diventato maestro (o era diventato maestro apposta per quello?)
Già che ci sono un'ultima questione:
Proprio perché la madre è stata picchiata non dovrebbe commettere gli stessi errori sulla figlia
Grazie delle delucidazioni e della pazienza..
Per quanto riguarda le motivazioni dell'assassino, si tratta di una persona che ha sviluppato un problema mentale e si sentiva forte nel fare del male. E stroncare la vita a delle bambine (l'ossessione presa in eredità) è decisamente più semplice. Non c'è da indugiare fin troppo su azioni non giustificabili e prive di integrità morale. Era un altro l'intento della storia.
Io cerco sempre di trovare un senso a certe cose anche quando il senso forse non ce l'hanno..
Per quanto riguarda la madre di Kayo posso solo dire che
però non lo giustifica in nessun modo, resta una pessima genitrice che non è stata in grado di allevare la figlia in un ambiente sano e tranquillo,
anzi ha reso la vita della figlia un inferno. Certo non ha avuto una vita facile (una madre sola, divorziata, dover tirare su la figlia senza l'aiuto di nessuno), ma nemmeno la madre di Satoru pare abbia avuto una vita tanto semplice e radiosa, eppure ha sempre cercato di fare del suo meglio per suo figlio. Posso capire che non tutti sono forti come la madre di Satoru, ma d'altro canto sfogare le proprie frustrazioni sui propri figli è imperdonabile (infatti credo che Kayo non abbia mai riallacciato i rapporti con sua madre più di tanto).
L'autore stesso ci mostra il passato dell'assassino, e non è che lo faccia per giustificare o empatizzare con lui, ma lo fa per far meglio comprendere la sua psicologia, per conferire al suo personaggio una maggior profondità, un maggior spessore: non ci troviamo di fronte ad un banale assassino, ma è un essere sfuggente ed astuto, ma non solo è anche
e sfrutta ciò a suo vantaggio. Senza contare che oltre ad ammazzare giovani vittime incastra pure persone innocenti, rovinando così ancora più vite.
Insomma, il peggio del peggio, per cui non ti senti di provare un briciolo di pietà, nonostante si venga a conoscenza del suo passato travagliato.
Sottolineo la tua frase finale nello spoiler, aggiungendoci
Che proprio conoscendo il suo passato l'ho odiato ancora di più. Per fare quelle cose non ci sono giustificazioni, che tuo fratello ti picchiasse o meno. Un essere abbietto che non può, almeno per me, essere compatito in alcun modo
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