Durante questa Lucca Comics abbiamo avuto il grande piacere di poter incontrare Tony Valente, autore di Radiant, in Italia pubblicato da Mangasenpai. Non è la prima volta che vi parliamo di Radiant, in quanto è stato il primo manga europeo pubblicato in Giappone.
Il pubblico ha avuto modo di incontrare pubblicamente l'autore giorno 1 novembre, oltre i continui firma copie allo stand Mangasenpai, nel quale il fumettista francese si è dimostrato aperto nei confronti di qualsiasi domanda e questi sono alcuni dei punti salienti dell'incontro:
L'autore ha parlato di come a suo avviso il manga è ormai come un formato predeterminato che può essere espresso diversamente dagli autori, proprio come le serie Netflix, le quali seguono tutte uno stile decisamente predeterminato ma espresso diversamente da ogni autore, come anche la poetica. Alcuni autori si attengono magari più fortemente alla cultura giapponese, altri molto meno ma alla fine tutti essenzialmente seguono lo stesso schema.
L'autore ha voluto precisare che, al contrario di come dei giornalisti abbiano asserito, lui non parte dallo stile francese della Bande dessinée per poi cercare una sorta di amalgama con lo stile giapponese, come se ricercasse una coesione tra due modi di vivere il fumetto. Assolutamente non è così, la sua cultura di partenza e di base è senza ombra di dubbio esclusivamente il manga.
Parlando della sua opera ha confidato che è una sorta di esorcizzare ciò che gli fa paura, anche prendendo spunto dalle cose orribili che vede nei TG, con ogni personaggio che è un chiaro riflesso del suo io interiore, un modo per dare vita alle sue paure tramite i personaggi. Il fumetto ricorda i battle shonen semplicemente perché lui ama tanto le botte, quindi è normale che abbia voluto creare un fumetto con certi elementi. Una delle cose che ama maggiormente nel processo di creazione del suo manga è il rifarsi al folklore europeo, come la stregoneria o anche la sola presenza dell'Inquisizione nell'universo di Radiant (il quale non è comunque ambientato nel nostro mondo, come ha tenuto a ricordare).
Di seguito ecco l'intervista all'autore:
Salve a tutti, abbiamo il grande piacere di intervistare Tony Valente autore di Radiant, che qui in Italia è pubblicato da Mangasenpai. Ciao Tony!
Salve!
Iniziamo immediatamente con la prima domanda: Radiant lo abbiamo conosciuto qui in Italia grazie al suo grandissimo successo, che lo ha portato anche in Giappone, com'è stata questa esperienza, cosa ci sai dire? Quanto è stato incredibile avere questo successo e quanto è stato difficile?
Innanzitutto essere pubblicato in Giappone non è mai stato un mio obiettivo, è qualcosa di totalmente inaspettato, il successo in Giappone è sicuramente qualcosa di poco conto rispetto al successo che ho in Francia, sicuramente è un grandissimo successo personale ma non è giusto parlare di successo in Giappone. Il solo fatto che sono stato pubblicato in così tanti paesi, già questo è un qualcosa di fantastico. Quindi non è stato difficile arrivare in Giappone dato che non l'ho mai assolutamente programmato! Non ho alcun merito nell'essere stato pubblicato in Giappone, non sono mai andato lì mostrando il mio volume.
La mia casa editrice in Giappone è abituata a pubblicare opere europee e quando hanno scoperto Radiant si sono detti che per una volta sarebbe stato molto buono cercare di pubblicare un manga, che è una cosa che avrebbero voluto fare anche in passato ma che non hanno mai potuto fare in passato, perché lavorano in collaborazione con un'altra casa editrice quindi ogni volta devono essere totalmente concordi su quale opera puntare.
In questi anni il japstyle ha avuto un grande successo qui in Italia ed in tutta Europa ma qualcuno pensa che questo non è particolarmente buono per la grande tradizione fumettistica dei nostri paesi, la quale potrebbe venire intaccata. Cosa ne pensi?
E' una cavolata. Se tu vedi cosa vedi è davvero popolare qui in Italia è Topolino, che non è italiano ma americano. Perché si deve essere felici se qualcosa che viene dall'America ha successo mentre se qualcosa viene dal Giappone, no? In Francia ad esempio Asterix e Obelix ha un grande successo ed io lo amo, ma so per certo che l'autore odia i manga, ci ha pure scritto un libro su questo, ma quando leggi le interviste su di lui, sul suo lavoro su i manga, è il primo che dice che la sua ispirazione viene dalla Disney e quindi non dai fumetti francesi, quindi ecco perché i personaggi piccoli, occhi grandi e tondi, grandi nasi... semplicemente perché è così che faceva la Disney. Non ha senso paragonare certe cose, lo trovo assurdo e senza senso.
Le opere a tema magia hanno sempre un grandissimo successo, sono assolutamente senza tempo, questo è stato l'anno d Little Witch Academia ad esempio, abbiamo scelto anche Akko come mascotte. Chiaramente sono tutte opere diverse ma non è un genere narrativo che introduce tanti elementi nuovi ma comunque continua ad avere un grande successo. La gente vuole sempre sognare, non perdiamo la nostra voglia di sognare qualcosa più grande di noi. Secondo te per quale motivo?
Già se pensiamo al successo dei Signori degli Anelli, che è un libro abbastanza vecchio, possiamo trovare certe cose; ma noi esseri umani siamo sempre stati interessati a qualcosa che ha base nel mondo della fantasia. Forse per qualcuno la magia, la fantasia, ha preso il posto della religione, ormai vi sono molte meno persone che si possono definire fedeli rispetto al passato, sia chiaro che è solo un mio pensiero.
Forse è solo un caso ma è interessante notare come le case editrici giapponesi adesso siano maggiormente aperte verso gli autori europei, ad esempio la Shueisha e la Kodansha hanno indetto concorsi internazionali o ad esempio vi è il Silent Manga Audition il quale è stato vinto da diversi autori italiani. Che sia l'alba di una nuova era?
Lo spero ma credo sia troppo presto per dirlo, dobbiamo vedere quanti autori riusciranno ad arrivare in Giappone, in base a quanti saranno potremo giudicare la situazione. Non dobbiamo cantar vittoria troppo presto.
Non ti senti di aver spianato la strada per altri autori?
No, non lo penso, anche prima che il manga diventasse qualcosa di davvero seguito in Francia c'erano già tanti autori influenzati immensamente dalla cultura giapponese, semplicemente io sono uno di loro. Non si tratta di umiltà, non sono responsabile per nessuno, sono un irresponsabile!
Un'opera europea cosa deve avere per essere il più adatta possibile per un pubblico giapponese?
Non lo so, quello che posso dire è che si deve seguire il loro senso di lettura. Magari un giorno avrà successo un autore che mai nessuno avrebbe pensato che avrebbe potuto aver successo e magari si dirà che lui ha avuto successo proprio perché lui è diverso da tutti gli altri. Io posso dire di seguire perfettamente il modo giapponese di creare un manga, quindi il modo migliore per fare un manga, sceneggiarlo e disegnarlo per me è seguire lo stile giapponese. Se considerate il mercato giapponese è davvero immenso e variegato.
La casa editrice francese H2T ha autori italiani come Giovanni Zaccaria e Rossella Sergi, pensi che sia possibile una connessione tra le due case editrici, due paesi che condividono un grande amore per il manga?
Beh la connessione esiste da molto tempo, uno dei miei autori preferiti è Marini che disegna in stile manga, proprio molto alla Otomo, oppure Skydoll.
Assolutamente, abbiamo anche il termine di Euromanga, però rimane in Italia la sensazione che il manga non sia qualcosa di adatto alla nostra realtà fumettistica, come se le case editrici non volessero puntare sul manga, pensando che il manga possa non aver successo.
Sicuramente è un ragionamento sbagliato, non c'è nemmeno nulla di strano nell'andare male all'inizio, devi camminare prima di correre, è normale andare male prima di andare bene. Se non inizi, anche andando male, senza cercare di migliorare, chiaramente non potrà mai assolutamente cambiare.
Quali sono i tuoi piani per il tuo 2018? Progetti per il Giappone?
Tanti volumi di Radiant e nient'altro. Non ho nessun altro piano, spero possa durare altri migliaia di volumi. Nessun altro progetto per Radiant in Giappone, avrei potuto fare altro ma il mio pensiero va solo sulla mia opera.
Pensi che siano possibili collaborazioni con autori italiani?
No, non collaboro con nessuno. Potrei collaborare con uno, scrivere la storia ma no, grazie.
Il pubblico ha avuto modo di incontrare pubblicamente l'autore giorno 1 novembre, oltre i continui firma copie allo stand Mangasenpai, nel quale il fumettista francese si è dimostrato aperto nei confronti di qualsiasi domanda e questi sono alcuni dei punti salienti dell'incontro:
L'autore ha parlato di come a suo avviso il manga è ormai come un formato predeterminato che può essere espresso diversamente dagli autori, proprio come le serie Netflix, le quali seguono tutte uno stile decisamente predeterminato ma espresso diversamente da ogni autore, come anche la poetica. Alcuni autori si attengono magari più fortemente alla cultura giapponese, altri molto meno ma alla fine tutti essenzialmente seguono lo stesso schema.
L'autore ha voluto precisare che, al contrario di come dei giornalisti abbiano asserito, lui non parte dallo stile francese della Bande dessinée per poi cercare una sorta di amalgama con lo stile giapponese, come se ricercasse una coesione tra due modi di vivere il fumetto. Assolutamente non è così, la sua cultura di partenza e di base è senza ombra di dubbio esclusivamente il manga.
Parlando della sua opera ha confidato che è una sorta di esorcizzare ciò che gli fa paura, anche prendendo spunto dalle cose orribili che vede nei TG, con ogni personaggio che è un chiaro riflesso del suo io interiore, un modo per dare vita alle sue paure tramite i personaggi. Il fumetto ricorda i battle shonen semplicemente perché lui ama tanto le botte, quindi è normale che abbia voluto creare un fumetto con certi elementi. Una delle cose che ama maggiormente nel processo di creazione del suo manga è il rifarsi al folklore europeo, come la stregoneria o anche la sola presenza dell'Inquisizione nell'universo di Radiant (il quale non è comunque ambientato nel nostro mondo, come ha tenuto a ricordare).
Di seguito ecco l'intervista all'autore:
Salve a tutti, abbiamo il grande piacere di intervistare Tony Valente autore di Radiant, che qui in Italia è pubblicato da Mangasenpai. Ciao Tony!
Salve!
Iniziamo immediatamente con la prima domanda: Radiant lo abbiamo conosciuto qui in Italia grazie al suo grandissimo successo, che lo ha portato anche in Giappone, com'è stata questa esperienza, cosa ci sai dire? Quanto è stato incredibile avere questo successo e quanto è stato difficile?
Innanzitutto essere pubblicato in Giappone non è mai stato un mio obiettivo, è qualcosa di totalmente inaspettato, il successo in Giappone è sicuramente qualcosa di poco conto rispetto al successo che ho in Francia, sicuramente è un grandissimo successo personale ma non è giusto parlare di successo in Giappone. Il solo fatto che sono stato pubblicato in così tanti paesi, già questo è un qualcosa di fantastico. Quindi non è stato difficile arrivare in Giappone dato che non l'ho mai assolutamente programmato! Non ho alcun merito nell'essere stato pubblicato in Giappone, non sono mai andato lì mostrando il mio volume.
La mia casa editrice in Giappone è abituata a pubblicare opere europee e quando hanno scoperto Radiant si sono detti che per una volta sarebbe stato molto buono cercare di pubblicare un manga, che è una cosa che avrebbero voluto fare anche in passato ma che non hanno mai potuto fare in passato, perché lavorano in collaborazione con un'altra casa editrice quindi ogni volta devono essere totalmente concordi su quale opera puntare.
In questi anni il japstyle ha avuto un grande successo qui in Italia ed in tutta Europa ma qualcuno pensa che questo non è particolarmente buono per la grande tradizione fumettistica dei nostri paesi, la quale potrebbe venire intaccata. Cosa ne pensi?
E' una cavolata. Se tu vedi cosa vedi è davvero popolare qui in Italia è Topolino, che non è italiano ma americano. Perché si deve essere felici se qualcosa che viene dall'America ha successo mentre se qualcosa viene dal Giappone, no? In Francia ad esempio Asterix e Obelix ha un grande successo ed io lo amo, ma so per certo che l'autore odia i manga, ci ha pure scritto un libro su questo, ma quando leggi le interviste su di lui, sul suo lavoro su i manga, è il primo che dice che la sua ispirazione viene dalla Disney e quindi non dai fumetti francesi, quindi ecco perché i personaggi piccoli, occhi grandi e tondi, grandi nasi... semplicemente perché è così che faceva la Disney. Non ha senso paragonare certe cose, lo trovo assurdo e senza senso.
Le opere a tema magia hanno sempre un grandissimo successo, sono assolutamente senza tempo, questo è stato l'anno d Little Witch Academia ad esempio, abbiamo scelto anche Akko come mascotte. Chiaramente sono tutte opere diverse ma non è un genere narrativo che introduce tanti elementi nuovi ma comunque continua ad avere un grande successo. La gente vuole sempre sognare, non perdiamo la nostra voglia di sognare qualcosa più grande di noi. Secondo te per quale motivo?
Già se pensiamo al successo dei Signori degli Anelli, che è un libro abbastanza vecchio, possiamo trovare certe cose; ma noi esseri umani siamo sempre stati interessati a qualcosa che ha base nel mondo della fantasia. Forse per qualcuno la magia, la fantasia, ha preso il posto della religione, ormai vi sono molte meno persone che si possono definire fedeli rispetto al passato, sia chiaro che è solo un mio pensiero.
Forse è solo un caso ma è interessante notare come le case editrici giapponesi adesso siano maggiormente aperte verso gli autori europei, ad esempio la Shueisha e la Kodansha hanno indetto concorsi internazionali o ad esempio vi è il Silent Manga Audition il quale è stato vinto da diversi autori italiani. Che sia l'alba di una nuova era?
Lo spero ma credo sia troppo presto per dirlo, dobbiamo vedere quanti autori riusciranno ad arrivare in Giappone, in base a quanti saranno potremo giudicare la situazione. Non dobbiamo cantar vittoria troppo presto.
Non ti senti di aver spianato la strada per altri autori?
No, non lo penso, anche prima che il manga diventasse qualcosa di davvero seguito in Francia c'erano già tanti autori influenzati immensamente dalla cultura giapponese, semplicemente io sono uno di loro. Non si tratta di umiltà, non sono responsabile per nessuno, sono un irresponsabile!
Un'opera europea cosa deve avere per essere il più adatta possibile per un pubblico giapponese?
Non lo so, quello che posso dire è che si deve seguire il loro senso di lettura. Magari un giorno avrà successo un autore che mai nessuno avrebbe pensato che avrebbe potuto aver successo e magari si dirà che lui ha avuto successo proprio perché lui è diverso da tutti gli altri. Io posso dire di seguire perfettamente il modo giapponese di creare un manga, quindi il modo migliore per fare un manga, sceneggiarlo e disegnarlo per me è seguire lo stile giapponese. Se considerate il mercato giapponese è davvero immenso e variegato.
La casa editrice francese H2T ha autori italiani come Giovanni Zaccaria e Rossella Sergi, pensi che sia possibile una connessione tra le due case editrici, due paesi che condividono un grande amore per il manga?
Beh la connessione esiste da molto tempo, uno dei miei autori preferiti è Marini che disegna in stile manga, proprio molto alla Otomo, oppure Skydoll.
Assolutamente, abbiamo anche il termine di Euromanga, però rimane in Italia la sensazione che il manga non sia qualcosa di adatto alla nostra realtà fumettistica, come se le case editrici non volessero puntare sul manga, pensando che il manga possa non aver successo.
Sicuramente è un ragionamento sbagliato, non c'è nemmeno nulla di strano nell'andare male all'inizio, devi camminare prima di correre, è normale andare male prima di andare bene. Se non inizi, anche andando male, senza cercare di migliorare, chiaramente non potrà mai assolutamente cambiare.
Quali sono i tuoi piani per il tuo 2018? Progetti per il Giappone?
Tanti volumi di Radiant e nient'altro. Non ho nessun altro piano, spero possa durare altri migliaia di volumi. Nessun altro progetto per Radiant in Giappone, avrei potuto fare altro ma il mio pensiero va solo sulla mia opera.
Pensi che siano possibili collaborazioni con autori italiani?
No, non collaboro con nessuno. Potrei collaborare con uno, scrivere la storia ma no, grazie.
nooo facci vedere :O
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