Si dice che tutte le cose belle prima o poi finiscano; e questo vale purtroppo anche per gli anime... o forse no.
Infatti, tanto per farci del male, ci siamo divertiti a buttare giù un elenco di anime che purtroppo ci han lasciato con un palmo di naso (o quasi) perchè non hanno una fine.
Ne è venuta fuori una lista abbastanza lunga, che abbiamo deciso di dividere in due articoli.
Qui di seguito i "migliori" anime senza finale antecedenti all'anno 2000.
E voi, siete d'accordo? Quali anime ricordate con più rammarico e vorreste venissero proseguiti/conclusi?
Anna dai capelli rossi (1979)
Sebbene il primo romanzo venga adattato e animato integralmente ed abbia una sua conclusione, la saga cartacea prosegue con altri 7 libri in cui possiamo apprezzare la crescita di Anne da ragazza a donna, vederla frequentare l'università, insegnare, diventare madre, fino addirittura al dramma della prima guerra mondiale. Uno dei più importanti classici per l'infanzia in Giappone meriterebbe certamente un prosieguo, e caratterizzato dallo stesso garbo e abilità mostrati da Takahata nella serie storica.
Forza Sugar (Ganbare Genki) (1980)
Il "fratellino" di Ashita no Joe ha avuto una sorte più sfortunata rispetto al fratello maggiore. Nei 37 episodi della serie animata ci vengono raccontate le prime avventure del piccolo Sugar/Genki, il superamento della scomparsa del padre, i problemi con i nonni, le prime amicizie e il suo sviluppo come pugile. Tuttavia la storia si interrompe proprio quando è sul punto di entrare nel vivo, e dopo averci fatto affezionare ai suoi personaggi, appassionare e commuovere...
Ken il guerriero (Hokuto no Ken) (1984)
Sicuramente la maggior parte di noi qui ha avuto modo di seguirlo su qualche rete locale da bambino (che strano pensare come invece i marmocchi d'oggi crescano guardando Peppa Pig e Masha e Orso!). Dopo più di cento episodi, con una caterva di differenze rispetto al manga, si arriva ad un finale epico, appagante, ed anche abbastanza commovente ma... la storia non finisce qua! Infatti nella successiva "terza serie" narrata solo nel manga, si parla di quello che succede a Lynn e Bart, con tutta una serie di vicissitudini e drammi sentimentali, con morti e colpi di scena che ovviamente non vi stiamo a raccontare.
Ci sarebbero anche dei film anime, ma questi in verità non aggiungono nulla alla storia.
City Hunter (1987)
Tratto dall'omonimo manga di Tsukasa Hojo, papà anche dell'ancor più celebre Occhi di gatto. Per certi versi però City Hunter gli è superiore, visto come riesce a mescolare sapientemente humor, azione e dramma. Ma dopo decine di episodi, molti filler e degli speciali, non viene purtroppo animata la parte conclusiva presente nel manga originale.
Devilman OVA (1987)
Probabilmente la riduzione animata più celebre di Devilman è la storica versione televisiva del 1972, che però è completamente slegata dal manga originale.
Quindi, non sapendo al momento di preciso come inquadrare l'imminente Devilman Crybaby (sarà fedele al manga di Nagai, oppure "fuori continuity" come l'OVA di Amon?), non ci resta che prendere in esame i due OVA del 1987.
Questi traspongono fedelmente e abilmente l'inizio della saga, che tuttavia altro non è che un'introduzione; una presentazione di situazioni e personaggi che sapranno dare il meglio solo nel prosieguo.
Ed è la fine che ha reso Devilman una delle opere più importanti del suo decennio, nonché un classico del fumetto giapponese; non certo l'inizio.
The Five Star Stories (1989)
Uno dei più grandi classici del fumetto giapponese, The Five Star Stories è un'opera di rara complessità nel panorama della narrativa disegnata. Iniziando con un prologo che è in realtà un epilogo, Nagano ci narra l'epopea millenaria di un intero sistema stellare, l'ammasso dei soli di Joker, saltando da un secolo all'altro, da un pianeta all'altro senza soluzione di continuità, riallacciandosi a quanto narrato in passato o ponendo le basi di quanto ci sarà da narrare in futuro. Il lettore sa già tutto quello che avverrà, grazie al considerevole apparato redazionale stilato dallo stesso Nagano, in cui è compresa l'intera cronologia di Joker, e Nagano gioca con questa sua consapevolezza, con questo suo "senno di poi", riuscendo ad arricchire enormemente ogni singolo capitolo contestualizzandolo in un disegno più ampio. Una commistione di fantasy, western, fantascienza, guerra, commedia sentimentale e avventura in grado di lasciare un solco profondo nel panorama fumettistico del suo tempo ed in grado di ispirare tante opere a lui successive. Tutto questa complessità narrativa va tuttavia purtroppo a perdersi nella trasposizione animata, formata da un unico film che adatta semplicemente il primo dei tanti tasselli del mosaico complessivo.
Mad Bull 34 (1990)
Il manga di Kazuo Koike e Noriyoshi Inoue è un'epopea poliziesca ricca di testosterone, trash e adrenalina, ma nel corso del suo svolgimento si colora anche di momenti drammatici, poetici, sentimentali e colpi di scena mozzafiato che ribaltano tutta la storia dandole un nuovo senso. L'adattamento animato propone, in soli quattro episodi, una selezione di storie che sì colpisce, ma non corrisponde a tutto il percorso attraversato dal dinamico duo di poliziotti, un percorso che non è fatto solo di esplosioni, sparatorie e scene di sesso, ma anche di riflessioni e crescita personale; e si dipana nell'arco di una storia assai lunga e sfaccettata che sarebbe molto bello vedere rifatta e completata in animazione.
I cavalieri del drago (La grande avventura di Dai) (1991)
Un manga appassionante, lungo e articolato, che mostra numerose evoluzioni di stile e di tematiche nel corso delle vicende e un percorso di crescita attraversato da tutti i personaggi. Percorso che è stato però spezzato da una versione animata che copre solo circa un terzo della storia, lasciandoci con un finale aperto e poco soddisfacente che interrompe la storia proprio quando cominciava a decollare.
3x3 Occhi (1991)
In verità già lo stesso manga non è che abbia una vera e propria fine, trattandosi di una di quelle lunghissime epopee che vantano dei protagonisti che diventano per il lettore dei veri e propri amici, visto quanto ci hai vissuto assieme, e che si congedano con il classico (e tutto sommato calzante e legittimo) "E via verso nuove e mirabolanti avventure"; nuove avventure che in effetti son arrivate con dei sequel attualmente in corso.
L'anime invece è purtroppo poco più di un assaggino in confronto. Il sogno proibito dei suoi fan sarebbe una trasposizione fedele del manga di 3x3 Occhi, anche solo del primo arco narrativo, che vada insomma oltre gli OAV introduttivi degli anni novanta.
Slam Dunk (1993)
Humor e personaggi spassosi che con le loro appassionanti vicende sportive ti portano a divorare questo centinaio di episodi che però, infine, ti lasciano l'amaro in bocca perché purtroppo la serie si interrompe bruscamente, proprio durante i campionati.
Ne vorremmo quindi vedere una prosecuzione? Certo che sì!
Alita (1993)
Anche in questo caso c'è un OAV che traspone (male) l'inizio della storia. A un classico intramontabile come Alita meriterebbe certamente un trattamento migliore, qualcosa di simile a quanto fatto con Ushio e Tora, e magari con un budget per le animazioni abbastanza alto.
Polymar Holy Blood (1996)
A oltre vent'anni di distanza dall'ultimo episodio andato in onda in TV, Hurricane Polymar torna in azione in un nuovo anime, Hurricane Polymar - Holy Blood, serie per il mercato home video composta da due soli episodi.
La miniserie però non rappresenta un sequel dell'anime originale, ma ne è invece una sorta di remake/versione alternativa, modernizzata in alcuni aspetti. Il cambiamento più rilevante si nota nell'atmosfera: l'anime è più dark, violento, ci sono morti e sangue.
Purtroppo però, nonostante le premesse certamente interessanti, Holy Blood rimane solo un "omaggio" di breve durata e, soprattutto, con una una conclusione raffazzonata che lascia tutto in sospeso.
Karekano (1998)
La tipica serie che si ferma praticamente alla sola introduzione della storia, che fornisce appena il tempo di conoscere i personaggi e intuire che tipo di relazioni possano potenzialmente crearsi, ma lasciando poi fuori tutti i successivi approfondimenti e sviluppi che caratterizzano il manga originale. La cosa più "grave" poi di titoli interrotti come questo, è che nel prosieguo molte situazioni si ribaltano, alcuni rapporti cambiano del tutto e, soprattutto, viene fuori il vero messaggio che l'autore voleva comunicare tramite i suoi personaggi.
Sono storie apparentemente leggere ma che in realtà nascondono molto di più; ed è un peccato che chi non abbia seguito i relativi manga si sia dovuto fermare a questa prima (in parte ingannevole) impressione, percependo solo un piccolo (bellissimo) frammento di quell'universo complesso di vicende, personaggi e sentimenti che vanta in realtà l'opera nella sua interezza.
Un finale in questa trasposizione animata palesemente "monco", che non porta ad una conclusione, ma semmai soltanto ad attendersi che il bello parta proprio quasi tutto da lì, dove ci si è fermati.
Pet Shop of Horrors (1999)
In Petshop of Horrors facciamo la conoscenza del misterioso Conte D, l'effeminato gestore di un negozio particolare di animali a Chinatown. Qui si possono trovare bestie rare ed esotiche, oppure esseri molto ma molto più particolari: animali magici, in grado di realizzare i sogni delle persone. In cambio, oltre ad una cospicua dose di denaro, vi sono alcune regole da rispettare; la principale è di non mostrare mai ad anima viva tale creatura, pena l'annullamento del contratto e la caduta di ogni responsabilità del negozio per eventuali problemi causati dalla creatura.
Petshop of Horrors è un onirico ed avvincente viaggio nei meandri più oscuri e contorti della mente umana, e ci parla delle sue devianze, delle sue illusioni e delle sue debolezze. A fronte di ben due serie manga da 22 volumi complessivi, i 4 OVA prodotti sono solo un fugace antipasto di quello che quest'opera ha da offrire.
GTO Great Teacher Onizuka (1999)
Abbiamo amato tutti Eikichi Onizuka, l'ex teppista ventiduenne che sogna di diventare professore, e che finisce per essere assunto dall’istituto privato Seirin, come responsabile di una classe di soggetti a dir poco particolari. La serie tocca al contempo elementi come la demenzialità e l'humor, ma anche spunti di riflessione sul disagio giovanile, i conflitti generazionali e il bullismo. Purtroppo l'anime copre solo un terzo della storia narrata nel manga. Sicuramente si tratta di uno dei sequel più desiderati di sempre dal fandom.
Per ora ci fermiamo qui.
Ci si rivede a breve per la seconda parte di questo exscursus.
Stay tuned!
Infatti, tanto per farci del male, ci siamo divertiti a buttare giù un elenco di anime che purtroppo ci han lasciato con un palmo di naso (o quasi) perchè non hanno una fine.
Ne è venuta fuori una lista abbastanza lunga, che abbiamo deciso di dividere in due articoli.
Qui di seguito i "migliori" anime senza finale antecedenti all'anno 2000.
E voi, siete d'accordo? Quali anime ricordate con più rammarico e vorreste venissero proseguiti/conclusi?
Anna dai capelli rossi (1979)
Sebbene il primo romanzo venga adattato e animato integralmente ed abbia una sua conclusione, la saga cartacea prosegue con altri 7 libri in cui possiamo apprezzare la crescita di Anne da ragazza a donna, vederla frequentare l'università, insegnare, diventare madre, fino addirittura al dramma della prima guerra mondiale. Uno dei più importanti classici per l'infanzia in Giappone meriterebbe certamente un prosieguo, e caratterizzato dallo stesso garbo e abilità mostrati da Takahata nella serie storica.
Forza Sugar (Ganbare Genki) (1980)
Il "fratellino" di Ashita no Joe ha avuto una sorte più sfortunata rispetto al fratello maggiore. Nei 37 episodi della serie animata ci vengono raccontate le prime avventure del piccolo Sugar/Genki, il superamento della scomparsa del padre, i problemi con i nonni, le prime amicizie e il suo sviluppo come pugile. Tuttavia la storia si interrompe proprio quando è sul punto di entrare nel vivo, e dopo averci fatto affezionare ai suoi personaggi, appassionare e commuovere...
Ken il guerriero (Hokuto no Ken) (1984)
Sicuramente la maggior parte di noi qui ha avuto modo di seguirlo su qualche rete locale da bambino (che strano pensare come invece i marmocchi d'oggi crescano guardando Peppa Pig e Masha e Orso!). Dopo più di cento episodi, con una caterva di differenze rispetto al manga, si arriva ad un finale epico, appagante, ed anche abbastanza commovente ma... la storia non finisce qua! Infatti nella successiva "terza serie" narrata solo nel manga, si parla di quello che succede a Lynn e Bart, con tutta una serie di vicissitudini e drammi sentimentali, con morti e colpi di scena che ovviamente non vi stiamo a raccontare.
Ci sarebbero anche dei film anime, ma questi in verità non aggiungono nulla alla storia.
City Hunter (1987)
Tratto dall'omonimo manga di Tsukasa Hojo, papà anche dell'ancor più celebre Occhi di gatto. Per certi versi però City Hunter gli è superiore, visto come riesce a mescolare sapientemente humor, azione e dramma. Ma dopo decine di episodi, molti filler e degli speciali, non viene purtroppo animata la parte conclusiva presente nel manga originale.
Devilman OVA (1987)
Probabilmente la riduzione animata più celebre di Devilman è la storica versione televisiva del 1972, che però è completamente slegata dal manga originale.
Quindi, non sapendo al momento di preciso come inquadrare l'imminente Devilman Crybaby (sarà fedele al manga di Nagai, oppure "fuori continuity" come l'OVA di Amon?), non ci resta che prendere in esame i due OVA del 1987.
Questi traspongono fedelmente e abilmente l'inizio della saga, che tuttavia altro non è che un'introduzione; una presentazione di situazioni e personaggi che sapranno dare il meglio solo nel prosieguo.
Ed è la fine che ha reso Devilman una delle opere più importanti del suo decennio, nonché un classico del fumetto giapponese; non certo l'inizio.
The Five Star Stories (1989)
Uno dei più grandi classici del fumetto giapponese, The Five Star Stories è un'opera di rara complessità nel panorama della narrativa disegnata. Iniziando con un prologo che è in realtà un epilogo, Nagano ci narra l'epopea millenaria di un intero sistema stellare, l'ammasso dei soli di Joker, saltando da un secolo all'altro, da un pianeta all'altro senza soluzione di continuità, riallacciandosi a quanto narrato in passato o ponendo le basi di quanto ci sarà da narrare in futuro. Il lettore sa già tutto quello che avverrà, grazie al considerevole apparato redazionale stilato dallo stesso Nagano, in cui è compresa l'intera cronologia di Joker, e Nagano gioca con questa sua consapevolezza, con questo suo "senno di poi", riuscendo ad arricchire enormemente ogni singolo capitolo contestualizzandolo in un disegno più ampio. Una commistione di fantasy, western, fantascienza, guerra, commedia sentimentale e avventura in grado di lasciare un solco profondo nel panorama fumettistico del suo tempo ed in grado di ispirare tante opere a lui successive. Tutto questa complessità narrativa va tuttavia purtroppo a perdersi nella trasposizione animata, formata da un unico film che adatta semplicemente il primo dei tanti tasselli del mosaico complessivo.
Mad Bull 34 (1990)
Il manga di Kazuo Koike e Noriyoshi Inoue è un'epopea poliziesca ricca di testosterone, trash e adrenalina, ma nel corso del suo svolgimento si colora anche di momenti drammatici, poetici, sentimentali e colpi di scena mozzafiato che ribaltano tutta la storia dandole un nuovo senso. L'adattamento animato propone, in soli quattro episodi, una selezione di storie che sì colpisce, ma non corrisponde a tutto il percorso attraversato dal dinamico duo di poliziotti, un percorso che non è fatto solo di esplosioni, sparatorie e scene di sesso, ma anche di riflessioni e crescita personale; e si dipana nell'arco di una storia assai lunga e sfaccettata che sarebbe molto bello vedere rifatta e completata in animazione.
I cavalieri del drago (La grande avventura di Dai) (1991)
Un manga appassionante, lungo e articolato, che mostra numerose evoluzioni di stile e di tematiche nel corso delle vicende e un percorso di crescita attraversato da tutti i personaggi. Percorso che è stato però spezzato da una versione animata che copre solo circa un terzo della storia, lasciandoci con un finale aperto e poco soddisfacente che interrompe la storia proprio quando cominciava a decollare.
3x3 Occhi (1991)
In verità già lo stesso manga non è che abbia una vera e propria fine, trattandosi di una di quelle lunghissime epopee che vantano dei protagonisti che diventano per il lettore dei veri e propri amici, visto quanto ci hai vissuto assieme, e che si congedano con il classico (e tutto sommato calzante e legittimo) "E via verso nuove e mirabolanti avventure"; nuove avventure che in effetti son arrivate con dei sequel attualmente in corso.
L'anime invece è purtroppo poco più di un assaggino in confronto. Il sogno proibito dei suoi fan sarebbe una trasposizione fedele del manga di 3x3 Occhi, anche solo del primo arco narrativo, che vada insomma oltre gli OAV introduttivi degli anni novanta.
Slam Dunk (1993)
Humor e personaggi spassosi che con le loro appassionanti vicende sportive ti portano a divorare questo centinaio di episodi che però, infine, ti lasciano l'amaro in bocca perché purtroppo la serie si interrompe bruscamente, proprio durante i campionati.
Ne vorremmo quindi vedere una prosecuzione? Certo che sì!
Alita (1993)
Anche in questo caso c'è un OAV che traspone (male) l'inizio della storia. A un classico intramontabile come Alita meriterebbe certamente un trattamento migliore, qualcosa di simile a quanto fatto con Ushio e Tora, e magari con un budget per le animazioni abbastanza alto.
Polymar Holy Blood (1996)
A oltre vent'anni di distanza dall'ultimo episodio andato in onda in TV, Hurricane Polymar torna in azione in un nuovo anime, Hurricane Polymar - Holy Blood, serie per il mercato home video composta da due soli episodi.
La miniserie però non rappresenta un sequel dell'anime originale, ma ne è invece una sorta di remake/versione alternativa, modernizzata in alcuni aspetti. Il cambiamento più rilevante si nota nell'atmosfera: l'anime è più dark, violento, ci sono morti e sangue.
Purtroppo però, nonostante le premesse certamente interessanti, Holy Blood rimane solo un "omaggio" di breve durata e, soprattutto, con una una conclusione raffazzonata che lascia tutto in sospeso.
Karekano (1998)
La tipica serie che si ferma praticamente alla sola introduzione della storia, che fornisce appena il tempo di conoscere i personaggi e intuire che tipo di relazioni possano potenzialmente crearsi, ma lasciando poi fuori tutti i successivi approfondimenti e sviluppi che caratterizzano il manga originale. La cosa più "grave" poi di titoli interrotti come questo, è che nel prosieguo molte situazioni si ribaltano, alcuni rapporti cambiano del tutto e, soprattutto, viene fuori il vero messaggio che l'autore voleva comunicare tramite i suoi personaggi.
Sono storie apparentemente leggere ma che in realtà nascondono molto di più; ed è un peccato che chi non abbia seguito i relativi manga si sia dovuto fermare a questa prima (in parte ingannevole) impressione, percependo solo un piccolo (bellissimo) frammento di quell'universo complesso di vicende, personaggi e sentimenti che vanta in realtà l'opera nella sua interezza.
Un finale in questa trasposizione animata palesemente "monco", che non porta ad una conclusione, ma semmai soltanto ad attendersi che il bello parta proprio quasi tutto da lì, dove ci si è fermati.
Pet Shop of Horrors (1999)
In Petshop of Horrors facciamo la conoscenza del misterioso Conte D, l'effeminato gestore di un negozio particolare di animali a Chinatown. Qui si possono trovare bestie rare ed esotiche, oppure esseri molto ma molto più particolari: animali magici, in grado di realizzare i sogni delle persone. In cambio, oltre ad una cospicua dose di denaro, vi sono alcune regole da rispettare; la principale è di non mostrare mai ad anima viva tale creatura, pena l'annullamento del contratto e la caduta di ogni responsabilità del negozio per eventuali problemi causati dalla creatura.
Petshop of Horrors è un onirico ed avvincente viaggio nei meandri più oscuri e contorti della mente umana, e ci parla delle sue devianze, delle sue illusioni e delle sue debolezze. A fronte di ben due serie manga da 22 volumi complessivi, i 4 OVA prodotti sono solo un fugace antipasto di quello che quest'opera ha da offrire.
GTO Great Teacher Onizuka (1999)
Abbiamo amato tutti Eikichi Onizuka, l'ex teppista ventiduenne che sogna di diventare professore, e che finisce per essere assunto dall’istituto privato Seirin, come responsabile di una classe di soggetti a dir poco particolari. La serie tocca al contempo elementi come la demenzialità e l'humor, ma anche spunti di riflessione sul disagio giovanile, i conflitti generazionali e il bullismo. Purtroppo l'anime copre solo un terzo della storia narrata nel manga. Sicuramente si tratta di uno dei sequel più desiderati di sempre dal fandom.
Per ora ci fermiamo qui.
Ci si rivede a breve per la seconda parte di questo exscursus.
Stay tuned!
Una domanda: ma il manga di Slam Dunk prosegue nella storia o la fine dell'anime coincide con quella del manga?[/quote] Prosegue ma a mio parere ha comunque un finale non soddisfacente l'autore ha deciso cosi ma penso che ci potessero essere gli estremi per continuarlo
L'anime è godibile anche così ovviamente, ma nel manga le vicende proseguono quindi vederle in animazione sarebbe (stato?) stupendo.
Di Karekano poi, davvero l'essenza del manga arriva solo dopo, quando vengono introdotti molti altri personaggi, e approfonditi altrettanti.
Non parliamo di GTO, che se l'anime è bello, il manga continua "anche meglio".
E nella mia classifica personale metto anche Furuba e Host Club, però non mi ricordo di che anni siano, e Ranma (ci sono moltissimi capitoli del manga che avrebbero meritato una trasposizione, anche se fortunatamente alcuni sono diventati dei bellissimi OVA.
A proposito di Slam Dunk, un inchino allo spassosissimo doppiaggio italiano
Quoto anche su Karekano, la cui seconda parte è davvero interessante, nonostante un dettaglio del finale mi lasci perplessa
Quoto anche su Forza Sugar (sono curiosa di sapere cosa accade dopo la fine dell'anime) e su Kenshiro, perché vorrei sapere cosa accade a Bart ed a Lynn dopo la fine dell'anime, dato che credevo che di loro non si parlasse più e che la storia si incentrasse su quel ragazzino che Ken allena e del quale invece non mi importa nulla.
Anime non inseriti in questa classifica: 1) anche se non esiste ancora un finale vorrei vedere una trasposizione animata di tutta la serie de La maschera di vetro (il grande sogno di Maya); 2) vorrei che la Takahashi decidesse, anche solo con un volume speciale da trasporre in OAV, di dare un vero finale a Ranma 1/2!
Dimenticavo: vorrei anche vedere la fine dell'anime di Yawara, dato che in Italia ne hanno trasmesso solo 25 episodi.
Non so io ho letto qualche numero del manga dopo aver visto l'anime e si, c'è differenza, però non lo definirei una delusione, anzi tutt'altro!
va salvato solo il fatto che è stato il mio primo anime preso "a scatola chiusa"
Ma poi l'hanno riproposta anche nella collana Mangamania, a 20mila lire, mi pare (e difatti l'ho presa quella volta, assieme al film di Patlabor e non mi ricordo cos'altro).
Diciamo che rispetto al manga ne usciva con le ossa rotte, ma non era proprio malvagio, nel senso che si lasciava guardare. Poi la canzone finale mi è piaciuta molto:
L'ho ascoltata così tanto all'epoca che ho consumato il nastro!
Però attendo da una vita un anime che adatti nella sua interezza il fumetto originale (non servirebbero nemmeno molti episodi, alla fine). Con un budget adeguato ed in mano ad un buon regista potrebbe venir fuori una meraviglia.
Sicuramente non mi dispiacerebbe che venisse finalmente dato un seguito animato a 3x3 Occhi, Hokuto no Ken e Proteggi la mia Terra (l'ultimo lo vedo davvero improbabile, ma sperare non costa niente).
Cat's Eye e Gokinjo Monogatari e Akira secondo me meriterebbero direttamente dei reboot più fedeli ai rispettivi manga (così come il povero Berserk, ma su quello ormai non ci spero più, dopo troppe occasioni mancate).
Inoltre, mi auguro che i film di Haikara-san ga Tooru riescano finalmente a chiuderne degnamente la storia e che in Devilman crybaby verranno animati anche gli utlimi capitoli del capolavoro di Go Nagai.
Sì, ma in questo caso non biasimo il non aver voluto animare quel "finale" (e penso la stessa cosa riguardo City Hunter).
Non mi dispiacerebbe se ne inventassero uno di sana pianta che andasse davvero a chiudere la storia, ma dubito che la Takahashi sarebbe d'accordo. ^^;
Forza Sugar
Polymar Holy Blood (mi piacerebbe vedere una continuazione)
Slam Dunk
GTO Great Teacher Onizuka (sarebbe un delitto non continuarlo)
Baby Steps
Del mitico Dr. Black Jack non mi stancherei mai di vederlo
Berserk (ovvio)
Grappler Baki
EyeShield 21 (mitico)
Jenny la tennista (magari vederla vincere i campionati mondiali)
Hunter x Hunter (mi piacerebbe vedere la fine e il massimo sarebbe vederlo doppiato in italiano)
......
tra anime vecchie e nuove la lista è troppo lunga, pertanto mi fermo.
Insomma anime da finire o continuare non mancano, ma nel nostro paese perchè sognare, in Italia ormai solo serie brevi nell'home video, questa è la dura verità. Ci accontenteremo della sottotitolazione dei paesi esteri o in ultima analisi la Tv o i canali in streaming.
La sottitolazione o la "negligenza e dissenteresse nostrano" non c'entra nulla. I prodotti non finiti o con un finale insoddisfacente, nello specifico quelle opere che non seguono per quasi per nulla il manga, opera originale, producendo un inquacchio (massimo esempio è "GTO" per me; manga capolavoro, anime mediocre) sono fatti in patria, perciò non dipende niente, in questo caso, dall'Italia. Piuttosto dobbiamo rassegnarci a un'altra realtà; gli anime vengono visti da molte case editrici come forma di pubblicità mirata per il manga o "light novel" che vende, soprattutto le opere di oggi.
Basta serie di Berserk, non ti sono bastate le ultime 2 stagioni? Vuoi un reboot ancora più rebootante??
Non penso proprio che si trovino chissà quali risposte in quella robetta di poco conto che è la versione manga di Utena (che è pure un prodotto accessorio).
Sono comunque in netto disaccordo con l'inclusione di Karekano nella lista.
In primis credo che il finale dell'anime abbia un suo senso che va anche a discortarsi palesemente con quanto succede nel manga.
Per altro ritengo che il manga di Karekano prosegua poi con alti sempre meno evidente e con bassi piuttosto fastidiosi.
Tutta la parte su Arima, che poi va a formare il fulcro della seconda parte del manga è eccessiva e tirata per le lunghe in modo spesso non troppo convincente.
Avendo poi rivisto l'anime una volta conclusa la lettura del manga ho finito per trovare decisamente superiore la semplice, ma non banale, chiusura dell'anime con la decina abbondante di volumi super-emo.
Magari accorciando e riscrivendo tutta la "seconda parte" del manga potrebbe venire fuori un compromesso giusto e adatto all'animazione, ma dato che questo non succede mai e i fan vogliono solo adattamenti pedissequi onestamente mi ritengo più che soddisfatto già così.
Comunque il titolo senza una fine che più mi ha lasciato male è degli anni 2000, Juuni Kokki, ancora mi girano le palle per come è stato chiuso senza dare una conclusione alle vicende (e con un arco finale inutile per altro).
- 3 x 3 Occhi
- i cavalieri del drago
- Forza Sugar
- Devilman
- Ken il guerriero
Se hai un e-reader i libri si trovano. Per Natale mi regaleranno un Kindle, e quello sarà proprio il mio primo acquisto, tutti gli 8 romanzi al modico prezzo di circa 8 euro in totale. Non vedo l'ora!
Ancora devo leggerlo per capire cosa ha combinato Rumiko Takahashi per far incazzare tanto i fan di Ranma XD Comunque non ci fu la volontà di non-animare, in realtà la Kitty Film che produceva l'anime stava fallendo (fallimento che poi è pure avvenuto), così la la serie TV fu interrotta, e continuarono giusto con degli OAV di 2-3 episodi che animavano parti inedite ma allo stesso tempo presentavano parti esclusive. Cmq magari chi ne sa più di me potrà dire meglio, ma è certo che l'interruzione di Ranma 1/2 non abbia nulla a che vedere con la volontà di non fare il finale originale.
Io so che alla fine degli anni novanta c'era la volontà di fare un film animato sulla parte finale del manga(come fecero per Lamú), ma il progetto non andò in porto.
7 anni fa anni fa nel 2010, hanno anche fatto un nuovo oav su un capitolo del manga mai adattato in animazione.
È nel 2011 un Live Action(con diversi cambiamenti) sui primi capitoli del manga.
Si ricordo bene l'OAV. Onestamente non so quanto avrebbe avuto senso fare il finale nel cortospeciale creato per l'It's a Rumic World, dato che era solo una celebrazione. Queste fiere vengono anche sfruttate per sondare il terreno sul mercato, cioè per vedere se c'è la possibilità di risvegliare qualche brand. Vedi come fu per Dragon Ball con lo speciale del 2008 (fu proprio con quello che iniziarono piano piano a ricominciare a produrre roba animata su DB, fino ad arrivare a Battle of Gods nel 2013), o con lo stesso Inuyasha sempre con l'OAV dell'It's a Rumic World, che fece da traino per la serie Kanketsu-hen.
Be' anche la seconda opening è bella dai...e vogliamo parlare delle ending? Molto belle pure quelle! Conosco l'anime di GTO ma non il manga...pensi che la storia dell'anime diverga così tanto dal manga? Voglio dire.. consiglieresti di leggere il manga anche a uno che ha già visto l'anime?
Vaglielo a dire al suo autore, che ha rifiutato il remake per una questione tutto sommato secondaria!
Concordo appieno, gli ultimi volumi di Ranma 1/2 li ho trovati insopportabili e il finale è una vera presa in giro, non ho mai sentito la necessità di vederli animati (finirei solo per arrabbiarmi nuovamente).
Cioè?
Cioé gli hanno chiesto se gli stava bene se venisse prodotto un remake della sua serie (presumibilmente più fedele), e lui ha risposto ok, ma che voleva la colonna sonora vecchia ed anche i doppiatori della vecchia serie. Purtroppo per vari motivi non era possibile, sicché alla fine non se n'è fatto nulla...
Capisco impuntarsi sulla qualità della produzione o sulla fedeltà dell'adattamento, ma negare un nuovo adattamento solo per quello mi pare un peccato per i fan, ed alla fine ci ha perso pure lui un po' di soldi.
Si, lo consiglio fortemente. Ho letto il manga qualche mese fa, tutto quanto, per non dilungarmi troppo non ti descrivo l'enorme sorpresa che provai osservando che il manga è migliore, sia per la trama (perchè da quando arriva Urumi, nella serie anime, la trama diventa totalmente diversa da quella del manga) sia per il modo in cui la narazzione è impostata. Insomma "GTO" è una vera denuncia dell'insoddisfacente sistema scolastico odierno, l'anime non lo considero più. Il manga, leggi il manga che è molto ma molto meglio.
Oberon tu ci vedi un finale aperto? O è un modo poetico per non dire troncatura netta?
La seconda che hai detto (cit.)
Totalmente diversa?! Perdonami, ma anch'io ho letto il manga dopo aver guardato l'anime è tutte queste differenze non le ho proprio notate! Anzi, mi correggo: non è che non ci siano punti divergenti, ma questi nell'anime, sotto certi aspetti, rendono addirittura più "realistici" e coerenti gli avvenimenti. Nel manga Onizuka è rappresentato come una sorta di spavaldo Clark Kent biondo e dagli occhi a mandorla. Per le medesime ragioni, benché abbia avvertito l'esigenza di leggere il manga proprio alla ricerca di quella conclusione di cui è sprovvista la serie animata e benché consigli a tutti di fare altrettanto (è pur sempre GTO: @gros chat, corri a recuperarlo!), trovo oscena la fine di quest'ultimo. Parli di "denuncia all'insoddisfacente sistema scolastico odierno", ma come si può definire tale l'estremizzazione di casi e atteggiamenti limite, assurdamente enfatizzati e puntualmente risolti da un deus ex machina incarnato (o meglio, inchiostrato)?! L'anime non può di certo definirsi "realistico", ma, volendo esemplificare il discorso mediante un paragone azzardato, tra anime e manga decorre la stessa differenza che sussiste tra fantascienza e fantasy. Mentre il primo si preoccupa di mostrare una vana parvenza di realismo, il secondo non si pone affatto il problema ed... esagera. Proprio il personaggio di Kanzaki che citi, e che ho adorato nell'anime (vuoi pure per l'eccelso doppiaggio), nel manga si rivela, mi duole ammetterlo, una macchietta. Tutto sembra fuorché un genio tormentato! E la scena sulla ruota panoramica, che tanti definiscono una differenza eclatante tra anime e manga, a me non è parsa più di tanto alterata. Certo, è meno esplicita, ma lascia tranquillamente intuire quel che avviene, rendendo al contempo molto più maturi i dialoghi e le reazioni dei personaggi. Quel che è giusto è giusto, dai! Ti sfido a difendere il finale del manga, avanti. ?
P.S.: unica scena memorabile dei capitoli conclusivi del manga, a mio avviso, quella del vicepreside Uciyamada (si scrive così? Chi ti ricorda più! Mi sento un vecchietto...) in bagno. Metafora azzeccatissima che mi si è impressa indelebilmente in mente, mi fece morire dalle risate!
Sfida accettata ahahaha. Comunque non sono proprio d'accordo col parare che esprimi. L'anime più realistico del manga? Io sinceramente non so fino a quanto si possa considerare realistico una ragazza che fa esplodere bidoni distruggendo una intere scuola, senza peraltro che nessuno se ne accora; ci sono i pompieri, squadre speciali che indagano su simili eventi (al massimo c'è la polizia se una cosa del genere non concerne i pompieri) in più manca il realismo dello spargimento della voce; insomma davvero nessuno studente ha detto nulla ai genitori? sia sul fatto sia chi possa essere stato?
Il deus ex macchina è una caratteristica di Onizuka presente in entrambi i media ma, sembrerà strano per te, forse, io ho trovato questa caratteristica più presente nell'anime che nel manga. In più nell'anime questa carattersitica non è riservata solo a Onizuka! Terribile. Ad esempio nell'anime ci sono quei due orribili episodi (non domandarmi i numeri ahahah) in cui Fuyutsuki deve salvare una ex studentessa da una vecchia scuola che sta per esplodere perchè è una "location" per un film. Patetico, sterile, poco significativo, continua giustificazione per mostrare quanto sia "fico" Onizuka, questo è per me l'anime, forse molti non saranno d'accordo ma per me è così. L'anime non communica nulla di che, i problemi degli studenti vengono trattati in modo superficiale (in primis Urumi, nel manga viene narrato tutto il percorso mentre nell'anime no), ci sono scene o personaggi inutili o di cui non sente il bisogno (l'infermiera coi capelli blu o neri che ha il fratello col cuore malato, inutile e fastidioso, non era un'opera che denuncia i problemi della scuola? che c'entra una infermiera ex corridore spericolato?) e poi il finale, grande punto dolente. Lui che se ne và dalla scuola (senza aver risolto davvero il problema di Myabi [al contrario del manga, coff coff]) in cerca di nuove avventure...non communica nulla, di nuovo.
Al contrario nel manga tutti i personaggi sono funzionali, nessuno inutile, nessuno fastidioso e, in più, tutti denunciano o servono per far riflettere su qualcosa. Nel manga assistiamo all'ascesa nel mondo degli Idol di Toroko, alla crescita di Urumi e al superamento dei problemi familiari e individuali di Myabi, per non scrivere di Kamui o dell'angelo occhialuto esperto di arti marziali (quello che compare alla fine, non ricordo il nome) o della direttrice dai capelli rossi che nemmeno compaiono per qualche secondo nell'anime, perchè? forse perchè per i produttori della serie fu più importante aggiunger fanservice e squallido divertimento con l'infermiera sensuale dai capelli blu e le "scenette" con la madre sventola di Murai.
Poi, nel manga, ci sono le scene dell'amico poliziotto corrotto di Onizuka, scene spassosissime che servono a divertire in modo soddisfacente (in più anche a denunciare la corruzione nelle forze dell'ordine, in modo graduale e funzionale).
Il finale del manga, in definitiva, è un capolavoro poichè c'è l'epilogo di tutto, i problemi dei ragazzi sono stati risolti, l'adorato professore ritorna per ricominciare a far lezione e poi c'è anche il progetto della direttrice Sakurai della "città universitaria", non capisco cosa ci sia da disprezzare, in più l'intervista "cosa è per te la scuola?" è un tocco di classe.
E per risponderti sul "deus ex macchina" che c'è nel manga ti scrivo che anche esso è giustificabile; la specie di surrealismo con la quale Onizuka si presenta nell'opera (in cui tocca l'apice e sfiora "l'impossibile" solo nella scena del braccio di ferro contro la banda di teppisti di Kamui) è necessario per far uscire dal guscio gli studenti ed esporsi al mondo. Il messaggio che si vuole communicare con Onizuka è "(agli insegnanti) uscite voi stessi dal guscio, distruggete il muro o cattedra che c'è tra voi e gli studenti e insegnate rendendo l'impossibile possibile"
Credo di aver risposto a tutto.
Poi il doppiaggio italiano è stupendo (detto da uno che guarda sempre gli anime in lingua originale).
Hai risposto in maniera impeccabile, complimenti! Mi scuso in anticipo, in quanto consapevole che non sarò in grado di replicare in modo altrettanto puntuale e dettagliato. Ahimè, guardai l'anime nel lontano 2007 e lessi il manga subito dopo: sono trascorsi oramai 10 anni. Non esitare a farmi notare eventuali castronerie!
Preventivamente chiarisco che, a mio avviso, è ovvio che la narrazione di determinate vicende abbia avuto maggiore spazio nel manga. È quasi sempre così, sono finiti da un pezzo, purtroppo, gli anime interminabili da 100 e più episodi. Credo, pertanto, sia normale che la trattazione del vissuto e dei problemi degli studenti risulti meno approfondita rispetto al manga. Proprio come è naturale che un manga incentrato su decine di personaggi offra una caratterizzazione più superficiale di quella che ogni singolo caso meriterebbe di ricevere. In altre parole, rapportato al numero di episodi, il livello di approfondimento che mostrato nell'anime è all'incirca lo stesso del manga. Anzi, è proprio quest'ultimo a creare dei limiti in tal senso, poiché introduce un numero eccessivo di personaggi e situazioni. Molto è lasciato all'immaginazione del fruitore dell'opera, secondo me. Come è giusto che sia, per carità! Non ha senso basarsi esclusivamente sugli episodi ambientati, che vanno invece considerati come exploit o, al contrario, premesse di situazioni ben più complesse, lasciate alla fantasia del lettore o del telespettatore. Tendo a valutare un'opera per i suoi contenuti, piuttosto che per le mancanze; ma volendo soffermarmi su quest'ultime, oserei dire che l'anime di GTO sconti in gran parte le approssimazioni e le carenze del manga, che diventano più evidenti soltanto per via del ridotto numero di episodi (parliamo di meno di 50 episodi!).
Innanzitutto, ho posto il termine "realistico" tra virgolette proprio per lasciar intendere l'uso non del tutto corretto dello stesso. Ovviamente, l'anime, come il manga, non è una trasposizione fedele della realtà; ho semplicemente sottolineato i minori eccessi, i dialoghi e le reazioni dei personaggi più mature, la tendenza generale a sfumare le esagerazioni e i casi limite proposti nell'opera originale. E comunque, la ragazza che dà fuoco alla scuola non è la nuova direttrice? E non è nel manga che ciò avviene?
Esempio di quanto asserito, oltre alla succitata scena sulla ruota panoramica, è proprio la storia di Tontako (a me piace ricordarla con quel nomignolo!). Ora, un insegnante è pur sempre un insegnante e, per quanto possa "aprirsi" con i suoi studenti e aiutarli nella loro quotidianità, non dovrebbe mai improvvisare un ruolo che non gli appartiene, sia per una banale questione di competenze, sia per evitare un transfert inappropriato, sia al fine di non deresponsabilizzare coloro che a quel ruolo sono preposti. Sono le basi della pedagogia. La cattedra non funge da barriera atta a limitare l'interazione tra docente e scolaro. Vuol essere piuttosto un faro visibile da ogni angolo dell'aula, dal quale la luce di chi cerca di educare e trasmettere il proprio sapere possa guidare verso un percorso di crescita e di conoscenza. L'insegnante è prima di tutto una guida! E allora, vada per l'insegnante-motivatore, passi a denti stretti la figura dell'insegnante-amico, fingiamo di ignorare la sovrapposizione insegnante-genitore poiché in fondo si tratta di uno shonen, ma... l'insegnate manager?! Nell'anime, fortunatamente, l'episodio in questione è un caso isolato, trattato per giunta in modo scherzoso e Onizuka, da quel che ricordo, si limita a "indirizzare" l'alunna verso quella che ritiene una strada a lei congeniale. Dal punto di vista pratico, non fa poi chissà cosa. Si comporta, tutto sommato, da insegnate, appunto. Nel manga, come tu stesso scrivi, la sua figura è preponderante e, a mio parere, fin troppo ingombrante. Sembra quasi lasciare intendere che, senza l'aiuto (o forse dovrei dire l'ingerenza) di una figura semidivina, un ragazzo non particolarmente dotato nello studio non abbia speranze di riuscire a raggiungere traguardi importanti.
Punto due, Fuyutsuki. A me gli episodi filler che la vedono protagonista piacquero parecchio. Viene mostrato l'approccio differente, più riservato e cauto, di un'altro insegnate, il che spezza un attimo il canto delle gesta dell'onnipotente Great Teacher. Da quel che ricordo, è Fuyutsuki la prof. figa nei due episodi in questione, non Onizuka, che si limita a fare il macho della situazione (quindi risulta figo in quanto tale, non nel ruolo di insegnante). Inoltre, si concede un po' di spazio all'unico, ipotetico interesse amoroso sano e genuino che il manga fa trapelare ?.
Stessa funzione riveste, a mio modo di vedere, l'infermiera motociclista: troppe le tredicenni innamorate del biondo 22enne, perché risulti appropriato o perlomeno credibile che Onizuka non nutra attrazione per ragazze che hanno superato la pubertà! Per il resto, effettivamente c'entra poco, lo ammetto. Tuttavia, è un chiaro riferimento a Shonan Junai Gumi e il mio interesse verso il passato da motociclista di Onizuka, con conseguente lettura di quest'ultimo titolo, è sorta grazie a lei.
Arrivando a Myabi, di nuovo asserisci che spetti all'insegnante risolvere i problemi dei suoi studenti. E io ribadisco di non essere d'accordo! L'insegnante deve tutelare il diritto dei propri alunni a un'infanzia serena e a un futuro radioso, aiutandoli a scoprire le strade sulle quali costruire la propria felicità, raggiungere degli obiettivi. Non è giusto che sia lui a tracciare il percorso che ritiene corretto e a immettere lo scolaro su tale via. Sarebbe un abuso! Onizuka nell'anime si limita, appunto, a garantire a Myabi un futuro, a permettere ai suoi studenti di riprendere tra le mani le redini della propria vita, per poi farsi da parte. Ed è proprio questo il compito più difficile di un insegnante, come di un genitore, in altre parole, di una guida: riuscire a farsi da parte al momento giusto e a credere nei propri ragazzi. Perché nessuno, in fondo, può insegnarti a vivere. Nemmeno Onizuka. ?
Non mi sembra di aver scritto che Onizuka nel manga, o nell'opera in generale (perciò anche l'anime) interpreti la figura del gran risolutore, se ho communicato questo chiedo venia. Semplicemente, per me, Onizuka col modo deus ex macchina con la quale si presenta durante e più volte nella narazzione serve solo come punto di sbocco, come stimolo per avviarsi poi a un liberamento che è la reazione. Reazione molte non immediata e di cui, ovviamente, l'unica causa è il personaggio stesso. Onizuka è solo uno strumento della narazzione, fondamentale certo ma alla fine solo strumento. Vedendolo sotto questo punto di vista esso non è il protagonista bensì lo sono tutti gli altri, non solo gli studenti. Infatti quasi tutti i personaggi esprimono qualcosa che è un malessere della società di oggi (massimo esempio è Suguru Teshigawara, che rappresenta la categoria dei frustati e che trovo, solo nel manga come sempre, un epilogo significati sì attraverso Onizuka ma sostanzialmente da solo poichè accetta la propria condizione e come una cicale diventa pronto per uscire dal guscio).
Per quanto concerne la pedagogia s'inizia un discorso grande come un deserto pieno d'impronte di piedi; non si sa quale sia la strada più soddisfacente e nessuno può garantirti che c'è ne sia solo una. Comunque posso scriverti l'opinione che ho formulato io su l'insegnamento: per quanto possa sembrare contradittorio per me Onizuka non è il modello d'insegnante a cui tutti dovrebbero aspirare e sinceramente se avessi avuto lui come insegnate non sarei stato entusiasta poichè, come già scritto, infondo non è lui il vero promotore del mutamento tra i personaggi ma loro stessi che vedono la realtà in modo diverso tramite Onizuka. Lui è un estremo, troppo estremo certo, ma è necessario per communicare un messaggio chiaro "la scuola così com'è non soddisfa". Ed è così infatti. La scuola è un luogo in cui si communicano e divulgano e anche coltivano informazioni, ma è fatto per umani non per macchine o scimmie o futuri lavoratori.
Questo è per me il manga di GTO, l'anime non communica, ribadisco, nulla o quasi di tutto ciò. Una pallida ombra del media cartaceo.
Aggiungo che erri sulla questione di chi impicca l'incedio; la direttrice rossa e col seno prosperoso impicca un incendio quando è giovane viene narrato tramite flashback, l'unico personaggio che nel tempo presente per i protagonisti che provoca un incendio è l'occhialuto "angelo" della direttrice rossa. Urumi, invece, si "limita" a far esplodere i bidoni della spazzatura con qualche composto.
Comunque, avevo compreso il punto di vista che hai esternato. Difatti, non ho contestato l'ultima parte del tuo precedente commento, proprio perché non ho nulla da obiettare a riguardo. Sono sostanzialmente d'accordo con te, per quel che concerne l'interpretazione generale dell'opera e della figura di Onizuka, nonché in merito alla non desiderabilità di un educatore di tale risma. Ho cercato, invece, di spiegare le ragioni per cui, in disaccordo con te, considero l'anime non inferiore al manga. Continuo a non condividere le tue riflessioni: non mi disturba, in genere, la tendenza nipponica a enfatizzare e, spesso, estremizzare per trasmettere chiaramente un messaggio; nel caso di GTO, però, la trovo fuorviante e fuori luogo. Probabilmente perché, in quanto figlio di un'insegnante, sono consapevole della difficoltà e delle contraddizioni celate dietro tale ruolo? Non lo so, ma gli eccessi del manga mi hanno fatto più volte storcere il naso. In breve, è sostanzialmente per questo che preferisco l'anime. Mi scuso ancora per aver fatto confusione su determinati avvenimenti, solo che è passato davvero troppo tempo. Ti ringrazio, infine, per il gradito e piacevole confronto. Alla prossima!
Anche io ti ringrazio. Sempre gradevole scambiare opionioni in modo civile con gli altri.
Per quanto concerne il troppo enfatizzare nipponico ti scrivo che siamo sulla stessa barca, anch'io molte volte mi ritrovo a storcere il naso per questo modo di fare anche se per "GTO" si può trovare una giustificazione.
Attendo la prossima con molto piacere.
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