L'incubo di ogni lavoratore si è trasformato in realtà, almeno nel Sol Levante!
Il governo giapponese del primo ministro Shinzo Abe ha deciso di estendere il limite dell'età pensionabile per i dipendenti pubblici fino a 80 anni, come stanno riportando i media internazionali.
Questa drastica misura verrà applicata ad oggi solo ai dipendenti volontari. Gli altri potranno continuare ad andare in pensione tra i 60 e i 70 anni. L'obiettivo delle autorità giapponesi è di fare cassa, perché il bilancio da destinare alle pensioni è in crisi, con l'aumento dell'aspettativa di vita: 87 anni per le donne e 81 per gli uomini.
La riforma viene incontro anche all'esigenza di far fronte alla carenza di personale. In Giappone ci sono pochi immigrati, un basso tasso di natalità e non ci sono abbastanza giovani per sostituire i più anziani al lavoro. Lo stesso sta succedendo anche nel settore privato.
Nel paese un anziano su cinque continua a lavorare, anche perché spesso non ha scelta. Il 19% degli anziani è sotto la soglia di povertà, un tasso record tra i paesi industrializzati.
Da Ansa
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-cit
Da quanto ho avuto modo di leggere negli anni, il Giappone ha un problema legato al mondo del lavoro che impedisce di avere vero tempo libero: ad esempio il caso dei giovani salaryman che per "rispetto" devono andare via dopo gli anziani (facendo di fatto straordinari) e così via. Queste imposizioni sociali nel mondo del lavoro ti impediscono di fatto di avere una famiglia: chi lo bada il pupo se torno alle 11 la sera come mia moglie? avere un figlio vuol dire che mi gioco carriera? (problema femminile assai diffuso nel mondo) Quando lo porto al parco la domenica se devo lavorare 7giorni su 7? Penso che questo sia il punto più importante sul quale dovrebbe lavorare il Governo, anche perché è collegato a tanti altri problemi affini (es. le morti da superlavoro; il basso reddito che azzoppa inevitabilmente la domanda interna; la deflazione; etc.).
Considerando la "volontarietà" in Giappone, temo che diventerà una pratica comune in breve. Nei fatti una non-soluzione ad un problema strutturale.
Esatto, anch'io lo vedo benissimo come una cosa che si diffonderà a macchia d'olio. E anzi verrai guardato male se non lo farai.
Se le scuole si riempirano di docenti ottantenni, i cervelli in Italia cominceranno a fuggire ad iniziare dalle scuole elementari abbassando il numero della popolazione. Per fortuna che abbiamo gli immigrati.
Sé è per dipendenti volontari alla fine ci può stare, ci sono tanti anziani che sono andati in pensione a 65 anni anche da noi che dicono che si sarebbero fatti altri 10 anni di lavoro. Quando si trova un lavoro che piace ovviamente.
Alla fine è una riforma che ci sta, sé rimane sul piano volontario.
Comunque la cosa è un po' forte, nel senso che andare in pensione a 80 anni come ora si può fare in Giappone significa dedicare quasi tutta la vita al lavoro.
Un lavoro per la vita, una vita per il lavoro. ?
Le politiche nataliste non rappresentano una soluzione al problema, perché richiedono decenni per essere efficaci (senza contare che la tendenza non è all'aumento ma alla riduzione di sussidi e spesa pubblica, per ragioni economiche strutturali e legate alla concorrenza internazionale): mediamente una persona che nasce oggi, entrerà nel mondo del lavoro fra almeno venti/venticinque anni. Nel frattempo il vuoto demografico può tranquillamente distruggere (o danneggiare seriamente) le economie delle nazioni più sviluppate.
Non c'è soluzione all'infuori dell'immigrazione. La situazione estrema del giappone è proprio un esempio di quello che accade quando manca l'immigrazione. Ma anche in Italia, secondo analisti e demografi, nei prossimi quindici anni verranno a mancare 5 milioni di lavoratori salariati; per evitare il crollo della forza lavoro, non basta l'attuale tasso di immigrazione: dovrebbero come minimo raddoppiarlo.
Tra l'altro, spesso si parla di giapponesi sotto la soglia di poverta che per sopravvivere sono costretti a lavorare fino allo sfinimento, talvolta invece ci sono casi che sono completamente l'opposto. Per esempio, persone che spendono tutto il loro stipendio o che rinunciano addirittura al lavoro per seguire le idol o qualche altra passione. Mi chiedo come possa esserci una simile disparità.
Quoto.
No, beh, guai se pensano ad una cosa del genere. Noi il ricambio generazionale lo abbiamo, il problema è che non ci sono abbastanza posti di lavoro per i giovani e quelli che ci sono talvolta sono svantaggiosi. Non mi stupisco che la gente preferisca andare all'estero.
I problemi che hai elencato sono simili a molti paesi industrializzati, tra cui anche l'Italia. La soluzione è semplice ma non c'è la volontà politica di adottarla. Anche gli stessi aiuti alle famiglie o alle neo-mamme sono solo un modo per arginare il problema non per risolverlo definitivamente.
Una coppia con un lavoro precario, costretta a fare straordinari per sbarcare il lunario, con stipendi da fame, come può crearsi una famiglia ? Se si risolve il problema del precariato, dell'orario di lavoro e degli stipendi bassi (e di conseguenza la criminale e diseguale distribuzione della ricchezza) aumenterà anche il tasso di natalità. Ma tutto ciò si può ottenere solo attraverso riforme radicali che portano ad un cambiamento dell'attuale sistema socio-economico.
Guarda che i nuovi nati entreranno nel mondo del lavoro dopo minimo vent'anni ma non è che i genitori smettono di lavorare eh. La natalità autoctona è sempre la soluzione al problema perché questi bambini andranno presumibilmente a ricoprire tutte le cariche necessarie del Paese. Gli immigrati non sono la soluzione in quanto possono svolgere ben pochi lavori( la storiella che vengono a rubarci il lavoro è un'immensa cazzata) , poco retribuiti e sempre più in calo ( una volta che un posto è preso è preso).La situazione estrema in Giappone è causata da inesistenti politiche familiari, non per la mancanza di immigrati
Il sistema pensionistico attuale va completamente cambiato. Si basa su una concezione ottocentesca, in cui vi era un alto tasso di mortalità infantile e la vita media di un individuo si aggirava intorno ai 45 anni.
L'unico modo perchè funzioni e un continuo aumento della popolazione ma questo alla lunga non è sostenibile.
Va beh, 45 anni, neanche in Africa XD. L'alto tasso di mortalità infantile ( che non vuol dire morti a non finire, ma che su sette figli magari ne morivano due) era compensata dell'alta natalità. Nell' 800 poi grazie alla progressione scientifica, la mancanza di epidemie consistenti, il nascere della classe media etc. L'età media raggiungeva tranquillamente i 65/ 70 anni. Il sistema pensionistico va bene così com'è, piuttosto bisognerebbe riguardare i criteri dell ' assegnazione della pensione minima a chi non ha mai lavorato.
Non mi sembra chissà che lungimirante soluzione e mi fa venire solo tanta tristezza.
Evidentemente non avrei mai potuto fare l'economista.
Lavorare fino a ottant'anni quando l'aspettativa di vita per gli uomini è ottantuno, per me è tristissimo
Purtroppo la radice ultima dei problemi spesso sono i soldi, al massimo diciamo che prenderà due piccioni con una fava (mancanza di soldi e di giovani)
Lo stesso articolo dice: "L'obiettivo delle autorità giapponesi è di fare cassa, perché il bilancio da destinare alle pensioni è in crisi".
Non essendo un'esperta della questione non so però dire se finiranno prima i soldi o i giovani e quindi quale sia il problema più stringente nell'immediato XD
Concordo comunque che difficilmente Abe possa essere la persona più adatta a risolvere seriamente la questione.
non c'è bisogno di rivoluzioni sociali repentine e talvolta controproducenti, basterebbe aumentare pian piano il numero di lavoratori stranieri ammessi nel paese. Nel 2016 questi numero ha toccato 1 milione di unità, sicuramente è destinato ad aumentare in futuro.
Io la sapevo in maniera diversa: una famiglia = due genitori, quindi ci vogliono 2 figli a coppia per andare in pari al netto dell'immigrazione - ricordo infatti di aver letto in gioventù che l'indice per il pareggio demografico fosse 2,1 per tenere conto della mortalità infantile.
Edit: Ricordavo bene, vedi "Cosa indica la fecondità media?" e la definizione di tasso di fecondità
Sante parole, e non mi riferisco solo ai lavori usuranti o comunque fisici, ma anche a quelli intellettuali; dove lavoro io gli ultimi informatici - il mio lavoro - sono stati assunti nel 2003 Per il settore sono quattro o cinque ere geologiche, sarebbe molto bello poter avere delle forze giovani con le quali lavorare gomito a gomito e "assorbire" da loro le nuove metodiche di lavoro mentre li formiamo sulla situazione attuale dove dovranno operare...
non ci vuole molto a capire che l'aumento dell'età pensionabile porta infatti ad un minore turnover, ma quel che è peggio è che molti giovani saranno costretti a lasciare il proprio paese per trovare lavoro (forse non in Giappone, ma in Italia sicuramente), aggravando ancora di più lo squilibrio giovani-anziani nel paese (a cui si vorrebbe porre rimedio tramite immigrazione selvaggia di risorse poco o per nulla qualificate, in pratica come cercare di tappare un buco in una parete con un poster!)
No, non è destinato ad aumentare. Ci sono dei limiti fisiologici ai lavori che gli stranieri possono fare. Discorso diverso per quanto riguarda i figli degli stranieri che, nascendo qui ed essendo pienamente integrati nel tessuto scolastico italiano avranno quasi le stesse ( di base se i genitori fanno un lavoro umile ed hanno tanti fratelli avranno una base economica minore di un figlio di italiani) possibilità di tutti gli altri bambini.
Hanno aumentato l'eta pensionabile perchè le aspettative di vità (secondo loro sono aumentate),
ma tanto alla fine è solo una questione di soldi ...
Non ce ne sono abbastanza per le pensioni perchè oltre ad esserci poco ricambio generazionale e giovani che entrano sempre più tardi nel mondo del lavoro, li hanno gestiti male fino ad adesso...(e continueranno a farlo)
Mi chiedo se qualcuno seriamente si sta facendo una pensione integrativa per godersela in casa di riposo, o meglio per pagare il loculo al cimitero.
Qualche anno e anche da noi sarà uguale..
e comunque sono pubblici...
Qualcuno, con ragione, disse:
"Io credo che le leggi demografiche — e le negative e le positive — possono annullare o comunque ritardare il fenomeno (la denatalità, ndr), se l’organismo sociale al quale si applicano è ancora capace di reazione. (...) Se un uomo non sente la gioia e l’orgoglio di essere “continuato” come individuo, come famiglia e come popolo; se un uomo non sente per contro la tristezza e la onta di morire come individuo, come famiglia e come popolo, niente possono le leggi anche, e vorrei dire soprattutto, se draconiane. Bisogna che le leggi siano un pungolo al costume."
Per far ciò andrebbe riformato un concetto comunitaristico nazionale che il capitalismo individualistico ha distrutto dal '45 in poi e questo non può essere attuato dai partiti tradizionali - non può essere attuato dal liberalismo, da chi crede nella libertà, che è anche libertà di sfruttare tramite la mercificazione.
Oh, la solita paopardella contro il liberismo, non manca mai XD. Come se in pieno liberalismo con tanto di sfruttamento dei neri gli americani non facessero cinque figli a testa XD. La denalità è semplicemente indice di un alto benessere ( perché è inutile che ce la meniamo con la crisi, stiamo bene). Al giorno d'oggi nel Primo mondo per poter mantenere una natalità alta lo Stato deve per forza intervenire ma non perché il liberalismo è brutto e cattivo ma perché è l'unico modo per mantenere il nostro alto standard di vita ed avere al contempo della prole. Oltre ovviamente al fattore del lavoro femminile che deve essere coadiuvato da un impegno statale nella crescita della prole ( perché prima la donna stava a casa e non ve ne era bisogno, oggi giustamente anche la donne vogliono realizzarsi professionalmente).
Il trend pare aumentare di anno in anno, poi bisognerà vedere quanti resteranno in Giappone, e come sarà la situazione tra 5-10 anni. Non mi stupirebbe se i numeri fossero il doppio di oggi.
Ah, scusa, pensavo parlassi dell'Italia. In questo caso il discorso è completamente diverso vista la loro immigrazione decisamente controllata e selettiva.
Non esageriamo, almeno le ungheresi sono gnocche.
Anche questo fatto è abbastanza grave.
Forse l'elemento immigrazione, molto bassa in Giappone, pensano di compensarlo con lo sviluppo della robotica. Ci sono già robot badanti, baristi, ecc.
Ma questo non risolverà il problema della scarsità della forza lavoro, né quello della bassa natalità. Anzi.
Comunque, se proprio hanno bisogno di lavoratori, noi siamo disponibili. Ma lavorare in Giappone per uno straniero non è così semplice, per tanti motivi.
È assurdo vivere per lavorare, se non fosse una necessità non penso che nessuno sano di mente lo farebbe in particolare oltre ad una certa età.
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