Durante l'intervista per il giornale web The Huffington Post Japan, il mangaka Takashi Yoshida, autore di Yareta ka mo Iinkai, spiega perché le contromisure adottate dagli editori per combattere la pirateria nel mercato dei manga non sono efficaci.
Nel 2017 le vendite dei manga sono diminuite di circa il 12% in Giappone rispetto al 2016. Alcuni editori e professionisti del settore hanno subito puntato il dito contro i siti illegali di file sharing; altri invece non considerano tali accuse come una risposta a questo problema.
Takashi Yoshida pensa che gli editori di manga e i siti di condivisione siano bloccati in una sorta di spirale infinita di comportamenti ripetitivi, dal momento che gli editori non riescono a trovare una soluzione definitiva e ammette che "prima di tentare di debellare la pirateria, bisogna cambiare qualcosa sul versante dell'editoria".
L'autore continua dicendo che gli editori non dovrebbero cercare di chiudere i siti pirata bensì, come fanno le aziende, dovrebbero adattarsi a questa competizione per trovare nuove risorse e sopraffarli. Infatti è convinto che intraprendere azioni legali e chiudere i siti di scan sia completamente inutile e controproducente (visto che sistematicamente ne appaiono sempre di nuovi).
Per loro natura le persone propendono per soluzioni comode e convenienti ed è questo il motivo per cui l'attacco ai distributori illegali di manga, che offrono un accesso facile e gratuito, si è dimostrato finora inefficace.
Sebbene la riproduzione e la distribuzione senza permesso di materiale scritto non sia consentito in Giappone, la sola lettura di manga su siti non autorizzati non è generalmente considerata "illegale".
Il mangaka spiega: "I siti pirata sono illegali, ma ritengo che le reazioni degli editori e dei membri dell'industria editoriale di fronte a questo fenomeno siano addirittura peggiori".
E poi: "I membri del settore stanno valutando se il problema della diminuzione delle vendite dipende davvero dalla pirateria o se ci sono altri fattori legati all'editoria stessa e al suo modo di promuovere il mercato dei manga nella società di oggi, nella quale le nuove generazioni sono quasi sempre connesse su internet".
Takashi Yoshida ricorda che la pirateria esiste da molti anni e, sebbene i grandi siti illegali siano stati contrastati, dal 2005 le vendite fisiche dei manga continuano a diminuire.
L'autore crede fermamente che ci siano molti problemi con il modo in cui gli editori attualmente producono e vendono i manga. Infatti ritiene che l'industria non risponda veramente alle aspettative dei consumatori, soprattutto per quanto riguarda prezzi e disponibilità, e che gli editori continuino a utilizzare metodi di vendita obsoleti da venti anni.
Sarebbe meglio che gli editori colmassero il divario che si è venuto a creare con i lettori di oggi e si impegnassero a trovare nuovi modi per instaurare un legame tra pubblico, autori ed editori.
Nel suo caso, ad esempio, Takashi Yoshida afferma che è lui stesso a controllare i diritti d'autore della sua serie Yareta ka mo Iinkai, anche se poi l'editore Futabasha pubblica il suo manga (in formato cartaceo e digitale) e si occupa di progetti crossmediali (drama, promozioni, ecc).
Grazie alla collaborazione con il suo editore, l'adattamento drama del suo manga ha debuttato a gennaio 2018 sulla piattaforma di streaming AbemaTV in Giappone. Il mangaka considera inadeguate le misure messe in atto dagli editori per punire i siti illegali e coloro che fruiscono dei loro contenuti, perché in entrambi i casi vanno a colpire i fan dei manga e, quindi, il loro pubblico target.
La vera questione è questa: se un editore rinuncia ai quei fan che consumano materiale illegale senza riuscire ad attirare un nuovo pubblico di lettori, per compensare tale perdita, ciò finirà solo per peggiorare la situazione dell'industria dei manga.
Takashi Yoshida ritiene che i siti web che consentono ai fan di leggere legalmente una varietà di manga tramite un abbonamento fisso (e per giunta conveniente) potrebbero rappresentare una prima soluzione.
Tali siti esistono già da tempo e il mangaka pensa che la loro offerta sia, per ora, ancora troppo limitata per incoraggiare un maggior numero di iscrizioni da parte dei fan. È quindi essenziale che i prezzi di accesso ai manga digitali diminuiscano al fine di soddisfare le aspettative dei consumatori.
Inoltre suggerisce agli editori di rimuovere gli involucri di plastica dai manga perché impediscono ai clienti nei negozi di leggerli o addirittura di sfogliarli.
L'autore, poi, asserisce che il mercato ormai è saturo; di conseguenza gli editori dovrebbero essere più selettivi anche nella scelta delle opere per ridurre il numero di pubblicazioni, così da evitare di perdere i loro lettori a causa di montagne di nuovi titoli la cui qualità non è omogenea.
Nonostante le sue idee di miglioramento, Takashi Yoshida rimane scettico sulle decisioni che verranno prese in futuro dall'editoria e precisa: "non c'è nulla di nuovo in ciò che dico e molte persone lo hanno già detto in passato. Ciononostante gli editori non hanno cambiato il loro modo di agire".
Il mangaka conclude dicendo che non è nella posizione di poter offrire delle soluzioni reali ai problemi dell'editoria, perché non lavora in una casa editrice e, se anche le sue opinioni si rivelassero valide, dubita che gli editori prenderebbero sul serio i suoi suggerimenti (ed è un peccato).
Fonte consultata:
Adala News
Nel 2017 le vendite dei manga sono diminuite di circa il 12% in Giappone rispetto al 2016. Alcuni editori e professionisti del settore hanno subito puntato il dito contro i siti illegali di file sharing; altri invece non considerano tali accuse come una risposta a questo problema.
Takashi Yoshida pensa che gli editori di manga e i siti di condivisione siano bloccati in una sorta di spirale infinita di comportamenti ripetitivi, dal momento che gli editori non riescono a trovare una soluzione definitiva e ammette che "prima di tentare di debellare la pirateria, bisogna cambiare qualcosa sul versante dell'editoria".
L'autore continua dicendo che gli editori non dovrebbero cercare di chiudere i siti pirata bensì, come fanno le aziende, dovrebbero adattarsi a questa competizione per trovare nuove risorse e sopraffarli. Infatti è convinto che intraprendere azioni legali e chiudere i siti di scan sia completamente inutile e controproducente (visto che sistematicamente ne appaiono sempre di nuovi).
Per loro natura le persone propendono per soluzioni comode e convenienti ed è questo il motivo per cui l'attacco ai distributori illegali di manga, che offrono un accesso facile e gratuito, si è dimostrato finora inefficace.
Sebbene la riproduzione e la distribuzione senza permesso di materiale scritto non sia consentito in Giappone, la sola lettura di manga su siti non autorizzati non è generalmente considerata "illegale".
Il mangaka spiega: "I siti pirata sono illegali, ma ritengo che le reazioni degli editori e dei membri dell'industria editoriale di fronte a questo fenomeno siano addirittura peggiori".
E poi: "I membri del settore stanno valutando se il problema della diminuzione delle vendite dipende davvero dalla pirateria o se ci sono altri fattori legati all'editoria stessa e al suo modo di promuovere il mercato dei manga nella società di oggi, nella quale le nuove generazioni sono quasi sempre connesse su internet".
L'autore crede fermamente che ci siano molti problemi con il modo in cui gli editori attualmente producono e vendono i manga. Infatti ritiene che l'industria non risponda veramente alle aspettative dei consumatori, soprattutto per quanto riguarda prezzi e disponibilità, e che gli editori continuino a utilizzare metodi di vendita obsoleti da venti anni.
Sarebbe meglio che gli editori colmassero il divario che si è venuto a creare con i lettori di oggi e si impegnassero a trovare nuovi modi per instaurare un legame tra pubblico, autori ed editori.
Nel suo caso, ad esempio, Takashi Yoshida afferma che è lui stesso a controllare i diritti d'autore della sua serie Yareta ka mo Iinkai, anche se poi l'editore Futabasha pubblica il suo manga (in formato cartaceo e digitale) e si occupa di progetti crossmediali (drama, promozioni, ecc).
Grazie alla collaborazione con il suo editore, l'adattamento drama del suo manga ha debuttato a gennaio 2018 sulla piattaforma di streaming AbemaTV in Giappone.
La vera questione è questa: se un editore rinuncia ai quei fan che consumano materiale illegale senza riuscire ad attirare un nuovo pubblico di lettori, per compensare tale perdita, ciò finirà solo per peggiorare la situazione dell'industria dei manga.
Takashi Yoshida ritiene che i siti web che consentono ai fan di leggere legalmente una varietà di manga tramite un abbonamento fisso (e per giunta conveniente) potrebbero rappresentare una prima soluzione.
Tali siti esistono già da tempo e il mangaka pensa che la loro offerta sia, per ora, ancora troppo limitata per incoraggiare un maggior numero di iscrizioni da parte dei fan. È quindi essenziale che i prezzi di accesso ai manga digitali diminuiscano al fine di soddisfare le aspettative dei consumatori.
Inoltre suggerisce agli editori di rimuovere gli involucri di plastica dai manga perché impediscono ai clienti nei negozi di leggerli o addirittura di sfogliarli.
L'autore, poi, asserisce che il mercato ormai è saturo; di conseguenza gli editori dovrebbero essere più selettivi anche nella scelta delle opere per ridurre il numero di pubblicazioni, così da evitare di perdere i loro lettori a causa di montagne di nuovi titoli la cui qualità non è omogenea.
Nonostante le sue idee di miglioramento, Takashi Yoshida rimane scettico sulle decisioni che verranno prese in futuro dall'editoria e precisa: "non c'è nulla di nuovo in ciò che dico e molte persone lo hanno già detto in passato. Ciononostante gli editori non hanno cambiato il loro modo di agire".
Il mangaka conclude dicendo che non è nella posizione di poter offrire delle soluzioni reali ai problemi dell'editoria, perché non lavora in una casa editrice e, se anche le sue opinioni si rivelassero valide, dubita che gli editori prenderebbero sul serio i suoi suggerimenti (ed è un peccato).
Fonte consultata:
Adala News
questi qua sono volponi e cavalcano l' onda. adesso fanno soldi facendo accordi prima impensabili con aziende straniere per distribuire anime e manga come mai hanno fatto prima. stanno approfittando di questa onda lunga della pirateria che ha seminato l' interesse e ora giustamente ci guadagnano sopra e in maniera perfettamente legale e pulita, non hanno interesse a falcidiare la pirateria, per ora. anche se eliminarla è del tutto impossibile, perchè ormai i nuovi media sono una realtà difficile da affrontare anche legalmente, perchè appunto ne togli uno ne nascono mille. il gioco è tutto nel saperne trarre vantaggio.
Basti pensare che il mercato manga in Giappone è di 58 milioni di volumi venduti all'anno, ciò significa che nel 2017 hanno fatto circa 7 milioni di volumi venduti in meno ? in un solo anno arrivando a poco più di 50 milioni di copie vendute.
Questa è una buona idea, ovviamente il sito dovrebbe avere un abbonamento piccolo e dovrebbe contenere moltissimi manga di tutti i tipi anche manga vecchi.
Dovrebbero fare come Netflix, abbonamento mensile piccolo e molti contenuti, puntanto alla massa per guadagnare.
È difficile che editoria Giapponese cambi rapidamente, ci vorrebbe come minimo un periodo di transizione di 5 anni, minimo.
Era ora cribbio
Speriamo non sia una Cassandra -_-
La pirateria audio/video invece danneggia direttamente le case di produzione in quanto offre un prodotto fruibile al 100% come l'originale, ma diciamocelo, le scans sono ben lontane dall'avvicinarsi alla lettura del volumetto originale, anche avendo a disposizione un buon tablet per leggerle.
In che cosa sarebbe differente? Per la sensazione tattile della carta? Quella è assolutamente soggettiva e sempre meno persone la ritengono una componente da considerare. Se poi uno possiede un qualsiasi tablet a inchiostro elettronico anche l'esperienza visiva è identica.
Conosco persone che leggono manga in scan per svariati motivi. Come giustamente viene detto nell'articolo, gli editori mantengono uno stile di vendita antiquato e, almeno in Italia, trovo sia peggiorato negli anni sul fronte qualità/prezzo. Bisogna cambiare approccio nella vendita e avere più cura del prodotto che si offre sul mercato perchè ora come ora, e mi ricollego all'articolo, gli editori puntano molto alla quantità.
Ormai si pirata l'edizione digitale anche del manga, poi le scan (se lavorate bene) hanno una qualità ottima.
Da fruitore di ebook da 5 anni, non mi riferivo ovviamente a quello, quanto al fatto che non essendo le scan ottimizzate per dispositivi con e-ink, alla lettura su smartphone/tablet si accompagnano sempre numerosi difetti (reformat, resize, problemi sulle doppie tavole) che al momento rendono ancora il volumetto il miglior mezzo di fruizione per i fumetti, a differenza dei libri
Se un libro può essere ottimizzato per la fruizione elettronica perché non un fumetto? Il problema delle doppie tavole evidentemente c'è, ma non mi sembra un grave difetto doverle visualizzare su un'unica pagina con una rotazione dello schermo.
Non solo per questione di spazio(in effetti chi possiede molti manga deve avere un certo spazio non indifferente per stiparli) ma è anche questione di reperibilità.
Tanti manga vecchi sono pressoché impossibili da trovare in versione cartacea in Italia, ed anche tanti manga più recenti sono difficili da reperire per intero perché spesso capita che alcuni volumi di certi manga sono andati esauriti e non gli ristampano più.
Senza contare inoltre che un certo numero(non piccolo) di manga non arrivano mai in Italia.
Un grande sito biblioteca che offrisse una vasta lettura di manga con un modico abbonamento sarebbe un ottima cosa secondo me.
Ma gli editori Giappone sono lenti a capire, chissà quanti anni ci vorranno prima che accada una cosa simile. Tanti tanti anni.
I tempi credo siano maturi a sufficienza per spostarsi seriamente al digitale (e di questo in effetti c'è da ringraziare la pirateria), e d'altronde non vedo perché, limitatamente al mercato italiano, possa tranquillamente leggere Non stancarti di andare o La profezia dell'armadillo in digitale, scaricandolo in un attimo sul mio tablet, oltretutto ad un prezzo decisamente inferiore alla versione cartacea e suscettibile di forti sconti perché non contemplato - ancora - nella legge Levi, e invece se voglio Naruto o Hunter X Hunter debba o rivolgermi alla pirateria (l'ho fatto, spesso incappando in traduzioni che definire abominevoli è un complimento) o imbarcarmi in un'odissea per recuperare i volumi esauriti, pagandoli magari molto più del prezzo di copertina.
Il problema è che non c'è ancora nessun formato pensato per i fumetti (che ad esempio permetta di separare il testo dall'immagine, un po' come per i sottotitoli e il video). Per ora si usano i cbz/cbr che sono dei semplici file zip/rar con all'interno le immagini e l'estensione cambiata.
hai mai letto un capitolo/volume su ebookjapan?
cmq i dati sul 12% in meno prendeteli molto con le pinze, il tipo parla di dati sulle versione cartacee, ed è indubbio che siano calati ma in quei dati non ci sono presenti i dati sulle librerie on line, librerie che negli ultimi 2 anni sono passate dall'essercene 2-3 ad essercene oltre 30 tutte con tutte le riviste (a parte Shonen jump e un altro paio di riviste) disponibili a prezzi non chissà quanto vantaggiosi ma cmq con un buon 10% in meno del prezzo del cartaceo (e fino a non troppo tempo fa le riviste kodasha se venivano acquistate dopo una settimana su ebookjapan costavano 90 yen (70 centesimi) invece di 280)... se abbassassero ulteriormente il costo dei volumi le vendite dei cartecei altro che 12% in meno, se ne ritroverebbero il 30-40 in meno l'anno
In attesa della creazione di formati dedicati però già un normalissimo pdf su un tablet va benissimo secondo me.
Il problema l'ha esposto nel dettaglio e sono pienamente d'accordo con lui.
Le aziende sono dei sistemi definiti "dinamici", pertanto devono sapersi adattare all'ambiente e alla tipologia di consumatori a cui punta.
Come il mangaka suggerisce le case editrici devono lottare sul mercato con i siti illegali no, bensì, per via legale, anche perché essi possono sempre essere rifatti daccapo il giorno dopo.
Concordo in pieno.
Comunque per ora continuo a preferire i volumi fisici.
Questa è un'ottima idea. Una persona sarebbe sicuramente più propensa ad abbonarsi ad un sito in cui sono presenti più cose, piuttosto che un sito dedicato unicamente ai manga. Amazon per esempio è utilissimo perchè ti permette di acquistare vari prodotti e allo stesso tempo ti permette di usufruire anche degli anime in streaming (che spero miglioreranno, ma vabbè). Stessa cosa per Netflix. Netflix è un sito ricco di film e telefilm e recentemente si è aperto anche agli anime, il che è molto comodo perchè ha un comparto titoli molto vasto.
Però non è mica possibile che per un manga in formato ebook io devo spendere sette caxxo di euro!
Condivido quindi al 100% il giudizio di Yoshida:
Felice che tu abbia apprezzato l'idea, ma preciso che nel mi riferivo più a un servizio di vendita dei singoli volumi/capitoli che ad un abbonamento, praticamente la differenza che passa dal comprare Harry Potter e la Pietra Filosofale in digitale su Amazon ed essere invece abbonati a Kindle Unlimited, che mi sembra invece essere la formula che qui risulta più gradita, mentre io preferisco pagare solo per quello che mi interessa.
ma infatti già li vendono su amazon in formato digitale, non so se ci siano interi cataloghi anche di manga vecchi, ma ora come ora ogni volume che esce esce sia cartaceo che digitale, solo in italia il digitale ancora non sta prendendo piede, ma ormai in tutto il mondo vanno di digitale sia su amazon che non, per dire l'ultima serie che son andato a controllare, platinum end con pochi click riesci a trovarla sia in giappo che in inglese, francese e tedesco tutto in digitale
Guarda che in Giappone cose del genere già esistono eh.
Esistono i manga cafè dove puoi leggere valanghe di manga, per non aprlare di migliaia di librerie dell' usato dove trovi intere serie manga per pochi euro.
Il vero problema sono 2 : troppi manga mediocri che disperdono le finanze dei lettori (vedi alal voce "sono troppi a mangiare nello stesso piatto ") e i siti di scan che permettono a troppa gente di leggerli a sbafo.
Se il secondo problema da eliminare è quasi impossibile, il primo , se risolto , porterebbe a un miglioramento sia economico eche qualitativo non indifferente.
Infatti in stò punto Yoshida dimostra di non capirci molto: come può un sito a pagamento debellarne uno gratis ?
Se gli editori non si buttano a pesce sul digitale, è solo perché non frutta ancora i miliardi del "sistema vecchio di 20 anni ".
E di certo se ne guardano bene da accellerare la morte del cartaceo, fin quando continuerà a fruttare cifre così importanti.
Molti qui non si rendono conto che, morto il cartaceo, morirà anche l'industria manga, che non potrà più pagare gli autori come fa oggi, col risultato che non ci sarà più molta gente di talento a voler fare questo mestiere e andrà a cercare fortuna altrove.
Mah.
Basta vedere quanti chiedono ad editori di portare le versioni italiane di manga, novel, anime.
Se bastassero quelle inglesi il mercato italiano sarebbe già morto.
ormai serve conoscere una lingua anche per i concorsi pubblici anche quelli per diplomati e con qualifica molto bassa e persino per lavori che fino a 10 anni fa non la richiedevano. Conoscere una lingua diversa dall'italiano, sia essa inglese, spagnolo, tedesco o francese serve a cose ben piu' importanti di leggere un manga. Da un lato si vuole che il mercato sia al passo con i tempi... be anche l'utenza o i clienti devono essere al passo con i tempi. Fermo restando che anche 20 anni fa senza conoscere l'inglese leggevi 1/5 dei comics usa stavi fresco se aspettavi gli editori italiani, stesso discorso per manga, per non parlare dei videogame. Seriamente non si può restare vincolati all'italiano nel 2018, tra l'altro è un problema prettamente italiano,visto che all'estero, quantomeno in europa, non è un grosso problema.
Ripeto che anche l'utenza si deve adeguare ai tempi ed al mercato e pensare di avere ogni cosa tradotta in italiano ad oggi è abbastanza pretestuoso.
Ripeto.
Basta vedere quanti chiedono ad editori di portare le versioni italiane di manga, novel, anime.
Se bastassero quelle inglesi il mercato italiano sarebbe già morto.
Quanto serva l'inglese (che ormai da tempo è obbligatorio nei corsi scolastici) in ambiti lavorativi è un discorso che evidentemente non c'entra con manga&anime (ma anche film e serie tv).
Tra l'altro anche in altri paesi europei continuano a stampare edizioni francesi, tedesche e spagnole di prodotti stranieri segno che non riguarda solo una "mentalità" italiana.
per me puoi ripeterlo quante volte vuoi, non cambio idea.
la realtà dei fatti è che sempre più gente compra prodotti in lingua perché gli editori italiani faticano ad acquistare le licenze e sopratutto a vendere quindi evidentemente la domanda non è cosi alta quanto credi, anzi. Quanto serva la conoscenza della lingua e qua ripeto io è semplicemente per indicare che uno che nel 2018 fatica a leggere un manga in inglese è seriamente un anacronismo, visto che anche per fare il commesso due parole in una lingua diversa devi conoscerle nel 2018, quindi per cose ben più importanti di un hobby. Il mercato cambia ed anche l'utenza deve adeguarsi ai tempi, le edicole chiudono perché i quotidiani o settimanali ormai si comprano in digitale, poi è chiaro che il nonno se non ha il suo quotidiano cartaceo non riesce a sedersi sul cesso. ma diciamo che il nonno ha già fatto il suo tempo.
un altro errore banale che fai è che sicuramente non trovi prodotti in altre lingue se un editore italiano ha la licenza a meno che non lo importi parallelamente, infatti alcuni parlavano di ebooks e via amazon o altri e-shop, oppure sicuramente non troverai mai ad oggi l'edizione di un manga licenziato in Usa da un editore usa in una libreria italiana, perché non può venderlo. Non so se sei al corrente come funziona un contratto di licenza e localizzazione che spesso è vincolato ad uno stato e/o area geografica quindi tutto il discorso "se bastassero quelle inglesi il mercato italiano sarebbe già morto" è un nonsense, fermo restando che il mercato italiano è in agonia da un decennio.
I fumetti marvel si sono sempre venduti in lingua originale e la maggior parte degli appassionati li hanno sempre letti in originale anche quando l'editoria italiana sui comics ha avuto un quinquennio d'oro che ha portato dalla panini/star comics e poi ha scaturito alla breve durata alla marvel italia e poi naufragato, e ti parlo di almeno 20 anni fa. E perche un manga non lo si può leggere inglese in digitale e dopo 20 anni?
I limiti della licenza non sussistono se invece è lo stesso editore originale a "distribuirlo" world wide in un formato digitale, per questo facevo l'esempio proprio di marvel e dc che vendono direttamente i comics in formato digitale LORO e li puoi acquistare da tutto il mondo
Infine non comprendi e confondi da un lato il mercato, sicuramente ad esempio quello francese è ad esempio molto più ricco di quello italiano, con la mentalità italiana è quella che si conosce forse l'italiano ed il dialetto, in ogni paese europeo conoscono un altra lingua come la lingua madre. E questo è un problema tutto italiano che esiste da sempre.
ripeti quello che vuoi ma prima cerca ANCHE di rileggere cosi capisci quello che gli altri intendono.
Ormai tutti conoscono l'inglese, ma leggere una serie nella propria lingua è sicuramente più comodo e per questo ci sarà sicuramente chi andrà a cercare i capitoli in italiano piuttosto che in inglese, e di nuovo vincerebbe la pirateria se i siti legali non sono in grado di fornire questo servizio. Yoshida la fa tanto facile, ma la cosa è complessa perchè un sito gratis sarà comunque preferito rispetto a uno a pagamento, (a prescindere che costi 20 o 3 euro al mese) e gli editori sicuramente non possono lavorare gratis, al contrario dei siti di scan che fanno tutto illegalmente e che di conseguenza anche se guadagnano poco o nulla, non ci rimettono dato che per aver quelle serie non hanno pagato nulla.
Tralasciando questa infinita battaglia tra legalità e illegalità, penso che in Giappone sia giusto pubblicare i manga anche in formato digitale. Magari adesso non saranno così diffusi, ma penso che piano piano le persone inizieranno a preferire il formato digitale a quello cartaceo quindi è giusto che si dia già la possibilità di usufruire di questo servizio in modo da permettere un passaggio graduale. Il formato cartaceo servirà giusto per i ragazzini che non si possono permettere l'abbonamento o per chi preferisce ancora quel formato. In Italia penso che i manga siano ancora un prodotto troppo di nicchia per raggiungere un risultato simile. Senza contare che bisogna vedere quante persone conoscono l'editore che pubblica il formato digitale perchè per gli anime cercando gli episodi su google compaiono quasi sempre i siti warez come primi risultati. Spero che per i manga sia diverso, ma non ci giurerei... Tanto per dire, in giro ho visto persone che chiedevano perchè nel sito della Panini non riuscivano a trovare e ad acquistare One piece.
Lo ripeto solo perchè questo è il mercato, la realtà che abbiamo davanti.
Poi ognuno può avere un'idea e un'opinione, anche quando questa si scontra con la realtà.
Realtà ? Hai elementi numerici a questa riprova ?
Perchè io vedo che negli anime si continuano a seguire i sub e i fansub italiani, vedo netflix sbarcare in italia e addirittura doppiare in italiano (e in tedesco e in francese).
Leggo ogni volta elenchi di richieste agli editori italiani di tradurre opere inedite pur disponibili altrove in inglese.
sarà pure un anacronismo ma è così.
La crisi delle edicole, e delle librerie parte da molto tempo prima del digitale, ed è dovuta al semplice fatto che si legge di meno, in qualsiasi lingua, anche in USA.
Che siano i consumatori a doversi adattare al mercato non è corretto, è qualcosa di reciproco, e in realtà la cosa corretta è: il mercato si adatta (anche se prova a cambiarlo) alla maggioranza dei consumatori, la minoranza dei consumatori si adatta al mercato.
E oggi in questo settore chi preferisce o si accontenta di leggere in inglese è la minoranza.
Ma guarda che non è così.
Le edizioni in lingua inglese da sempre si trovano solo nelle librerie in lingua inglese (pochissime in Italia), l'eccezione erano fumetterie (e rarissssssime librerie) che importavano su richiesta.
Ma proprio le versioni digitali hanno eliminato tale necessità.
Puoi leggere manga inglesi tramite l'app crunchroll anche se c'è un licenziatario italiano.
Puoi leggere comic inglesi DC, MARVEL e di altri editori tramite le rispettive app anche se c'è un licenziatario italiano.
Puoi leggere ebook inglesi sia tramite store italiani, sia (con un catalogo più esteso) store esteri (il difficile di amazon è far coesistere l'account kindle per i vari store, ma all'occorrenza basta crersene diversi). Anche se ci sono le versioni italiane (cartacee e digitali).
Il bello di internet non è aver cambiato le scelte ma averle allargate.
Sulla licenza spesso era (e forse è ancora) il contrario, l'editore non poteva portare la versione digitale perchè esisteva un altro licenziatario mondiale per quel formato, non necessariamente l'editore.
Ormai però il formato digitale è importante al punto che l'editore ne gestisce il licensing con attenzione.
Per affermarlo hai numeri ?
Perchè io compravo comic USA 30 anni fa, importati dalla fumetteria e ti assicuro che già da tantissimi anni (prima del digitale) c'è stato un vero crollo in tal senso.
Vuoi per i prezzi spesso fuori mercato vuoi perchè l'offerta italiana era diventata tale da coprire ogni esigenza.
Sicuramente il digitale ha permesso un revival della lettura in lingua originale dei comic, più per un discorso di costi e di libertà di scelta (in Italia spesso devi prendere spillati antologici subendo le scelte commerciali dell'editore).
Ma per i manga tradotti le cose sono ben diverse.
Non è così. Si potevano acquistare comic inglesi via app anche quando li vendeva direttamente comiXology.
Riparliamone quando in Europa, in Francia, Italia, Germania, Spagna non ci saranno più fumetti esteri nelle rispettive lingue ma saranno venduti direttamente in versioni internazionali solo in inglese, ma appunto riparliamone allora perchè OGGI il mercato (a partire dalla clientela) non è quello che prospetti.
Temo tu confonda semplicemente la realtà con l'immagine che hai della realtà, senza portare dati alla mano.
E' una cosa che può capitare, anche agli esperti del settore.
Dieci anni fa i KB predicavano l'arrivo degli editori nipponici in europa e la scomparsa degli editori manga italiani (e non) che avrebbero perso le licenze.
Se ne fosse visto uno.....
chiedi a me dati numerici ma non sei il primo all'opposto a portarne il tuo dato numerico che va bene è un mero "leggo"
sempre più gente non compra quotidiani perché sono obsoleti perché sono notizie di almeno 24 ore prima quando ad oggi con internet con skytg24 le notizie le hai poco dopo che avvengono, il formato del quotidiano è obsoleto per questo non vende, gli stessi settimanali o mensili costa meno ed è comodo abbonarsi in digitale, il problema non è che poca gente legge ma che il supporto attraverso il quale leggeva oramai è obsoleto
tutti devono adattarsi ai tempi o oggi si venderebbero ancora macchine da scrivere. nuovamente parli di dati ma tu non ne porti ad oggi leggere comics, manga, vedere anime, serie tv o film in inglese è la maggior parte dell utenza, la minoranza è quella che aspetta un prodotto in italiano. il riscontro numerico lo hai da un settore decisamente in crisi dove la domanda non è tale da permettere buoni guadagni ed ampliare il catalogo. il cartaceo sta reggendo un pelo di più ma anche quello è a termine.
nuovamente fai confusione tra due cose distinte, ovviamente la Shueisha può vendere i suoi manga di cui ha ovviamente i diritti, si gli stessi che vendono in giappone in ogni parte del mondo, per questo hai sempre trovato i fumetti marvel che ovviamente avendo una lingua più affine hanno piu mercato di un manga scritto in giapponese. Il discorso cambia per l'editoria se c'e' una "licenza" o per meglio dire un contratto di localizzazione esclusiva e sfruttamento economico dell opera in un determinato territorio. ad esempio la wiz comics non può vendere in italia i suoi manga tradotti in inglese in italia perché la sua licenza è solo per gli stati uniti. anche per il digitale esistono alcune regole simili esistono prodotti digitali che hanno un region lock proprio per via di un contratto di esclusiva. che molti provider se ne freghino è un altro discorso, anche io compravo i comics in lingua ai tempi in cui l'unica source italiana era la libreria fumettistica di mantova ma li ti vendevano i comics usa della marvel non l'edizione americana licenziata di un editore di un altra nazione. in alternativa il contratto di licenza ed esclusiva si va a fare benedire. in tutto questo poi come sempre esistono lacune normative , o ancora aspetti poco conosciuti per questo tu trovi il manga digitale in inglese da chruncyroll, ed acquistabile/visionabile anche da un ip italiano (anche senza vpn) anche se il manga in questione è licenziato ed in esclusiva da un editore italiano.
Tutto questo discorso che fai per i comics usa non regge con i manga perché ti ripeto se fosse la Shueisha a tradurre e distribuire in formato digitale potrebbe vendere dove vuole region free, come fa la marvel.
per questo leggi sopra.
anche tanti anni fa molti dicevano che steam non aveva futuro che se non avevi il supporto del gioco in dvd nessuno avrebbe comprato giochi eppure steam guadagna e molto ed a discapito della pirateria perche oltre a fare spesso promozioni e prezzi bassi da un quid plus che serve per battere la pirateria come ad esempio la comodità, oppure su ste pagine mi ricordo come ai primi streaming di anime al di la dei fansubber incazzati si scriveva che non fosse quello il futuro, ad oggi invece lo streming di anime è uno dei revenue più importanti non solo per i licenziatari (che guadangnano solo con lo stremaing come crunchyroll, netflix amazon prime) ma anche in giappone per gli stessi produttori sotto il duplice aspetto di concessione dei diritti di latecast o simulcast, nonche le esclusive su siti streaming come nico nico a discapito della tv e che stanno via via sempre più riducendo la vendita del supporto fisico.
concordo che la pirateria non la batti reprimendola ma solo portando un prodotto migliore di quello piratato. abbiamo esperienze reali come steam o analoghi che di fatto guadagnano e molto eppure non danno giochi diversi dalle release warez che trovi in giro perché danno comodità ad esempio nell'avere una bacheca digitale, e spesso prezzi irrisori o promozioni. ogni serie tv o film lo trovi tranquillamente anche su sito pirata ma la gente si abbona a netflix perché per 3 euro al mese con un account sharing trova più comodo accendere il televisore e guardare più che stare a cercare la release scaricare etc analogo discorso lo possiamo fare per spotify e la musica laddove trovare un mp3 è di una facilità imbarazzante eppure vende gli account premium
Per questo se vuoi battere la pirateria devi solo essere più comodo o dare un quid plus come indicava Yoshida, la pirateria continuerà ad esistere ma guadagneranno di più anche i produttori. è ovvio che gratis sarà sempre più conveniente di 1 cent ma si deve vedere se con quel cent irrisorio non dia qualcosa in più rispetto alla pirateria. Steam vende giochi e guadagna, i provider di streaming fanno palate di soldi, spotify pure tutti e tre gli esempi sembravano follie prima che dimostrassero di essere il sistema a cui doversi ispirare, deve solo aggiornarsi l'editoria cosa che ha già in gran parte fatto , per le opere giapponesi esiste la grossa barriera linguistica ma solo perché per tempo si sono solo rivolti al mercato interno e le licenze all'estero, ma si stanno già con gli anime rendendo conto che esiste un mercato molto più grande quello occidentale.
La stessa casa editrice giapponese approntasse un sistema digitale di diffusione dei loro prodotti ovviamente concorrenziale, potrebbe ancora prima di rilasciare un prodotto in italiano, ad esempio, fare il crowdfounding se copre i costi lo rilascia se non lo copre restituisce.
Ovviamente questo sistema lo puoi fare per ogni cosa anche per il cartaceo ma è ovvio che sul digitale i costi sono sicuramente inferiori e permetterebbe una maggiore diffusione. Ed infatti non mi spiego come ad oggi nessun imprenditore o licenziatario italiano in questo settore dove sicuramente non se la passano alla grande c'abbia pensato sia per localizzazioni che per eventualmente un discorso di diffusione in digitale: tot utenti vogliono le Light novel (o anime o manga cartaceo o digitale) di un determinato titolo o la localizzazione/doppiaggio edizione da collezione con le pantsu dell'imouto di turno? Fai il crowdfounding anticipatamente guadagni e copri i costi, al di la di quello tutto il resto è grasso che cola.
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