Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
CONTRO
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?
AnimeRing!
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Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
Andiamo a scoprire il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
Nato dalla penna del giovane Tite Kubo, Bleach è uno dei manga (shonen) più famosi degli ultimi 20 anni, in passato considerato, con One Piece e Naruto, uno dei "grandi tre di Jump".
Col tempo, tuttavia, il manga ha iniziato a scontentare un discreto numero dei suoi fan che col proseguire delle saghe hanno abbandonato l'opera, portando una netta flessione nelle vendite dei volumetti. Passato dall'essere la terza serie più venduta di Shonen Jump (a tratti quasi in pari con la seconda, Naruto) a una delle ultime, Bleach si è infine concluso nel 2016, a quota 686 capitoli e 74 volumi.
Col tempo, tuttavia, il manga ha iniziato a scontentare un discreto numero dei suoi fan che col proseguire delle saghe hanno abbandonato l'opera, portando una netta flessione nelle vendite dei volumetti. Passato dall'essere la terza serie più venduta di Shonen Jump (a tratti quasi in pari con la seconda, Naruto) a una delle ultime, Bleach si è infine concluso nel 2016, a quota 686 capitoli e 74 volumi.
Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!
La domanda è una sola: voi da che parte state?
A FAVORE
Bleach
9.0/10
Bleach è un manga che ami oppure detesti. Non ci sono vie di mezzo con il capolavoro di Kubo, e io sono (purtroppo) tra quelli che lo adorano. Dico purtroppo perché, nonostante i millemila difetti, i momenti in cui prenderei Kubo a schiaffi ecc ecc, continuo a esserne una fedelissima ed a aspettare con trepidazione l'uscita settimanale. Ma andiamo con ordine.
La storia ormai la sappiamo: Ichigo Kurosaki è un liceale con l'abilità di vedere i fantasmi. La sua vita cambia dopo l'incontro con Rukia Kuchiki, una Shinigami (dea della morte) che ha il compito di combattere gli Hollow, mostri che cacciano le anime dei morti. Per salvare il ragazzo, Rukia rimane ferita gravemente, e non ha altra scelta che trasferire parte dei suoi poteri a Ichigo... Ma lui si frega tutti i poteri, e diventa uno Shinigami completo.
I primi volumi sono composti da un arco "scolastico"; Rukia e Ichigo vanno a scuola, sconfiggono Hollow, con lui che impara cosa vuol dire essere uno Shinigami, e i problemi bene o male sono piuttosto limitati. Le cose iniziano a farsi serie dal settimo volume in avanti; iniziamo a scoprire molto sul mondo degli Shinigami, entrano in scena decine di nuovi personaggi, e le atmosfere del manga cambiano improvvisamente, perdendo quella leggerezza tipica dei primi volumi. La trama si fa man mano più intricata, con momenti di alti e bassi, colpi di scena decisamente inaspettati, e così via. Per me la trama merita un otto pieno, quantomeno sulla fiducia, dopo aver visto come sta procedendo l'arco finale di Bleach.
I personaggi. Il protagonista indiscusso è Ichigo, un quindicenne piuttosto diverso dai normali protagonisti di shonen come Naruto o Rufy. Il suo obiettivo non è diventare un super Shinigami o simili; si limita a voler essere sufficientemente forte da poter proteggere i suoi amici. Non è particolarmente amabile, non fa battute idiote, è dotato di un minimo di cervello (cosa notevole, in quanto protagonista), ha sempre un cipiglio da incazzato nero. Insomma, il "fragolo" è un personaggio interessante, che gode di una buona caratterizzazione e di uno sviluppo lungo le diverse saghe.
La co-protagonista è Rukia Kuchiki, Shinigami appartenente alla Tredicesima Divisione. Di tutti i personaggi di Bleach, lei è la mia preferita; è coraggiosa, con un grande senso di giustizia, sa difendersi e non ama essere di peso agli altri. Fa parte dei Kuchiki, una famiglia nobile, ma non si comporta in maniera altezzosa; attorno a lei si muovono molti degli eventi principali del manga, dalla saga della Soul Society a quella dei Fullbringers.
Ichigo ha un gruppo di amici a sostenerlo: ne fanno parte Orihime Inoue, umana con dei poteri che le permettono di curare praticamente qualsiasi ferita, fino quasi a sfidare la morte, Yasutora Sado, gigantesco meticcio le cui braccia si possono trasformare in mostruosi arti capaci di sferrare colpi potentissimi, e Uryuu Ishida, un Quincy (una razza nemica giurata degli Shinigami) estremamente intelligente e orgoglioso.
I personaggi secondari sono tantissimi, e perderei decenni solo a illustrarli; tra gli Shinigami, si distinguono per carisma e popolarità i Capitani Toshiro Hitsugaya (il tipico ragazzino prodigio), Kuchiki Byakuya (il fratello adottivo di Rukia), Kenpachi Zaraki (il bestiale capitano dell'Undicesima Divisione); poi abbiamo i Vizard, ex Shinigami che hanno ottenuto, non proprio volontariamente, dei poteri da Hollows; gli Espada, che saranno i nemici principali degli Shinigami, e via di seguito. Purtroppo non molti personaggi vengono esplorati come si deve, ma Kubo dimostrerà in molti casi di poter analizzare un personaggio in poche vignette, cambiando totalmente il nostro punto di vista su di lui.
Passiamo al disegno. Beh, per me nulla da dire. Molto spesso a Kubo viene fatta la lamentela degli sfondi bianchi, ma ciò è dovuto al fatto che il mangaka non utilizza assistenti. Per quel che mi riguarda, lo stile di Kubo è il migliore dei grandi tre, con disegni eccezionali, sa emozionare o esaltare con un nonnulla. Ancora oggi, sento una stretta al cuore rileggendo il capitolo 423, o il 459.
Per quel che riguarda il futuro... Beh, siamo entrati nella saga finale, che durerà diversi anni, e per il momento non c'è stato un capitolo che mi abbia delusa. Kubo sembra aver appreso da tutti gli errori fatti precedentemente (i power-up immotivati, l'imbattibilità dei buoni, il fatto che non schiatti praticamente nessuno), e sta mettendo su una saga favolosa, con una guerra vera e propria. Ho fede in Tite e nella sua capacità di emozionarmi, nonostante sia appena finito un arco che, a parte una manciata di capitoli, ho seriamente detestato.
Per concludere: questo manga lo consiglio a tutti gli amanti del genere shonen. Se saprete accettare i difetti di Bleach, e sarete abbastanza pazienti da non bruciare tutti i vostri volumetti nei momenti meno piacevoli del manga, troverete una lettura molto piacevole, con personaggi a cui vi affezionerete, capitoli talmente belli da farvi strillare (di gioia, di rabbia, come volete voi!). Nonostante le critiche, Bleach è e rimarrà uno dei grandi tre (e a mio giudizio il migliore tra essi), e chiunque si dichiari amante del genere Shonen dovrebbe leggerlo. Per me merita un 9, perché pochi manga mi hanno dato le stesse emozioni di Bleach.
La storia ormai la sappiamo: Ichigo Kurosaki è un liceale con l'abilità di vedere i fantasmi. La sua vita cambia dopo l'incontro con Rukia Kuchiki, una Shinigami (dea della morte) che ha il compito di combattere gli Hollow, mostri che cacciano le anime dei morti. Per salvare il ragazzo, Rukia rimane ferita gravemente, e non ha altra scelta che trasferire parte dei suoi poteri a Ichigo... Ma lui si frega tutti i poteri, e diventa uno Shinigami completo.
I primi volumi sono composti da un arco "scolastico"; Rukia e Ichigo vanno a scuola, sconfiggono Hollow, con lui che impara cosa vuol dire essere uno Shinigami, e i problemi bene o male sono piuttosto limitati. Le cose iniziano a farsi serie dal settimo volume in avanti; iniziamo a scoprire molto sul mondo degli Shinigami, entrano in scena decine di nuovi personaggi, e le atmosfere del manga cambiano improvvisamente, perdendo quella leggerezza tipica dei primi volumi. La trama si fa man mano più intricata, con momenti di alti e bassi, colpi di scena decisamente inaspettati, e così via. Per me la trama merita un otto pieno, quantomeno sulla fiducia, dopo aver visto come sta procedendo l'arco finale di Bleach.
I personaggi. Il protagonista indiscusso è Ichigo, un quindicenne piuttosto diverso dai normali protagonisti di shonen come Naruto o Rufy. Il suo obiettivo non è diventare un super Shinigami o simili; si limita a voler essere sufficientemente forte da poter proteggere i suoi amici. Non è particolarmente amabile, non fa battute idiote, è dotato di un minimo di cervello (cosa notevole, in quanto protagonista), ha sempre un cipiglio da incazzato nero. Insomma, il "fragolo" è un personaggio interessante, che gode di una buona caratterizzazione e di uno sviluppo lungo le diverse saghe.
La co-protagonista è Rukia Kuchiki, Shinigami appartenente alla Tredicesima Divisione. Di tutti i personaggi di Bleach, lei è la mia preferita; è coraggiosa, con un grande senso di giustizia, sa difendersi e non ama essere di peso agli altri. Fa parte dei Kuchiki, una famiglia nobile, ma non si comporta in maniera altezzosa; attorno a lei si muovono molti degli eventi principali del manga, dalla saga della Soul Society a quella dei Fullbringers.
Ichigo ha un gruppo di amici a sostenerlo: ne fanno parte Orihime Inoue, umana con dei poteri che le permettono di curare praticamente qualsiasi ferita, fino quasi a sfidare la morte, Yasutora Sado, gigantesco meticcio le cui braccia si possono trasformare in mostruosi arti capaci di sferrare colpi potentissimi, e Uryuu Ishida, un Quincy (una razza nemica giurata degli Shinigami) estremamente intelligente e orgoglioso.
I personaggi secondari sono tantissimi, e perderei decenni solo a illustrarli; tra gli Shinigami, si distinguono per carisma e popolarità i Capitani Toshiro Hitsugaya (il tipico ragazzino prodigio), Kuchiki Byakuya (il fratello adottivo di Rukia), Kenpachi Zaraki (il bestiale capitano dell'Undicesima Divisione); poi abbiamo i Vizard, ex Shinigami che hanno ottenuto, non proprio volontariamente, dei poteri da Hollows; gli Espada, che saranno i nemici principali degli Shinigami, e via di seguito. Purtroppo non molti personaggi vengono esplorati come si deve, ma Kubo dimostrerà in molti casi di poter analizzare un personaggio in poche vignette, cambiando totalmente il nostro punto di vista su di lui.
Passiamo al disegno. Beh, per me nulla da dire. Molto spesso a Kubo viene fatta la lamentela degli sfondi bianchi, ma ciò è dovuto al fatto che il mangaka non utilizza assistenti. Per quel che mi riguarda, lo stile di Kubo è il migliore dei grandi tre, con disegni eccezionali, sa emozionare o esaltare con un nonnulla. Ancora oggi, sento una stretta al cuore rileggendo il capitolo 423, o il 459.
Per quel che riguarda il futuro... Beh, siamo entrati nella saga finale, che durerà diversi anni, e per il momento non c'è stato un capitolo che mi abbia delusa. Kubo sembra aver appreso da tutti gli errori fatti precedentemente (i power-up immotivati, l'imbattibilità dei buoni, il fatto che non schiatti praticamente nessuno), e sta mettendo su una saga favolosa, con una guerra vera e propria. Ho fede in Tite e nella sua capacità di emozionarmi, nonostante sia appena finito un arco che, a parte una manciata di capitoli, ho seriamente detestato.
Per concludere: questo manga lo consiglio a tutti gli amanti del genere shonen. Se saprete accettare i difetti di Bleach, e sarete abbastanza pazienti da non bruciare tutti i vostri volumetti nei momenti meno piacevoli del manga, troverete una lettura molto piacevole, con personaggi a cui vi affezionerete, capitoli talmente belli da farvi strillare (di gioia, di rabbia, come volete voi!). Nonostante le critiche, Bleach è e rimarrà uno dei grandi tre (e a mio giudizio il migliore tra essi), e chiunque si dichiari amante del genere Shonen dovrebbe leggerlo. Per me merita un 9, perché pochi manga mi hanno dato le stesse emozioni di Bleach.
CONTRO
Bleach
4.0/10
Terminano esattamente dopo quindici anni di serializzazione - coincidenze? - le avventure dello shinigami dai capelli arancioni, una delle icone dei battle shonen moderni. Ha appassionato tantissimi fan, ma li ha anche disaffezzionati. Ha vinto il premio Shogakukan e ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, e probabilmente continuerà a farlo. Ha fatto parte della mia adolescenza sull'onda del suo successo, fino ad arrivare a quello della sua disfatta.
Dopo 74 volumi e 686 capitoli, Tite Kubo decide di appoggiare la penna sul tavolo e di chiudere i battenti.
Forse gli è stato ordinato dai piani alti o lo ha voluto lui stesso, oppure il pubblico non ne poteva più. Sta di fatto che durante il suo percorso Bleach ha regalato grandi emozioni, sia positive che negative.
Inizialmente aveva creato una brutta copia di Yu Yu Hakusho e dovettero cancellarlo. Una lettera da parte di Toriyama lo spronò a creare il Bleach che conosciamo. Il nome del titolo è un omaggio all'album dei Nirvana, ma anche all'obbiettivo di “sbiancare” o “purificare” le anime maligne, il lavoro degli Shinigami, e un rimando al titolo “WHITE” che originariamente doveva avere.
Tite Kubo realizza in totale quattro archi narrativi: con il primo lo porta all'apice del successo; col secondo lo mantiene; con il terzo crolla; con il quarto cade per terra esanime.
Se dovessi fare un'analogia, Bleach è come un calciatore giovane di un talento incredibile che col tempo scema fino a diventare irriconoscibile.
La lunghezza non gioca certo a suo favore e non c'era assolutamente bisogno di raggiungere un tale numero. Sicuramente il successo lo ha stravolto e lo ha portato a continuare con risultati orribili, fino a diventare una copia sbiadita di ciò che era. Questa involuzione è notevole sul lungo periodo, facendogli perdere quello smalto che agli albori lo aveva portato sul podio dei migliori shonen in circolazione.
La saga della Soul Society è il punto più alto che abbia raggiunto in tutti i suoi anni di carriera e che disgraziatamente non recupererà mai. Toglietevi la speranza che ciò possa accadere.
I primi venti volumi sono i migliori in assoluto. L'infiltrazione nella Soul Society per liberare una sua compagna dà inizio a una guerra serrata contro i tredici capitani, più i loro luogotenenti. Man mano che i conflitti si fanno più aspri e intensi, Tite Kubo mostra di sapere gestire molteplici personaggi e di creare lotte ad alto tasso di adrenalina. L'idea dei poteri poi, è davvero geniale. Scoprire il nome della propria Zanpakuto e di un ulteriore sprigionamento di potenza, il Bankai, permette di ribaltare scontri che all'apparenza sembravano conclusi e di stuzzicare la fantasia del lettore nello scoprire cosa possa tirare fuori dal cilindro.
Con la saga degli Arrancar, nonostante utilizzi lo stesso escamotage, amplia la mole di personaggi sfornando ottime controparti come gli Espada, ed espande la natura degli Hollow e delle varie trasformazioni, oltre ad approfondire il mondo che li circonda. Tuttavia ci impiega ben ventotto volumi per poter mettere fine a questo arco, portando quasi allo sfinimento il lettore, posticipando così sempre di più la sua fine. Questo errore gli costerà caro perché da qui in poi non si riprenderà più, toccando il fondo con le restanti saghe del Fullbringer e dei Quincy.
La saga del Fullbringer penso sia la più inutile in termini narrativi e ha il solo scopo di allungare il brodo, includendo antagonisti noiosi e superficiali. La sua esistenza è il pretesto che serve a smettere di seguire il manga. I poteri del Fullbringer e dei Quincy sono fuori scala e appaiono poco convincenti, ci fanno domandare occasionalmente da dove tirasse fuori certe idee. Gli scontri perdono di mordente diventando frivoli, non sono più impressionanti come una volta, perde la spavalderia e aggiunge spiegazioni durante i combattimenti che non fanno altro che afflosciare il tono della disputa. Inoltre i personaggi sono troppi e chiaramente non riesce più a gestirli. Butta fuori personaggi dai nomi discutibili e dimenticabili nel giro di una pagina morendo poi in quella dopo, non si fa prendere più sul serio. Recupera quelli vecchi per strizzare l'occhiolino ai fan, ma praticamente fungono da comparse e sono poco rilevanti ai fini della storia. La velocità degli eventi prende una piega bizzarra, ha un passo frettoloso che coinvolge poco il lettore nelle vicende e si brucia velocemente nelle azioni dei protagonisti per cercare di dare a tutti il proprio spazio. Sembrava non vedesse l'ora di concludere la sua opera, e a rimetterci infatti è il finale. Un finale sbrigativo alla Naruto che non c'entra nulla e non trasmette niente al lettore che si è sorbito tutti questi capitoli negli anni. Un lasso temporale assurdo che tralascia la maggior parte dei personaggi nell'oblio.
Per chi non lo sapesse, Tite Kubo ha continuato la serie grazie a una lettera di un bambino malato terminale che lo ringraziava di aver creato Bleach e che con esso si è goduto i suoi ultimi istanti di vita grazie ad esso e, nel tempo, il povero sensei si ammalava facilmente trovandosi in condizioni pessime durante la serializzazione.
In conclusione, Bleach parte col botto spegnendosi lentamente e malamente. E' evidente che la sua debolezza è insita nella lunghezza e non ha aiutato di certo aspettare le uscite bimestrali/trimestrali che ti facevano dimenticare quello che avevi letto precedentemente, soprattutto nelle battute finali del manga. Recuperandolo in toto e leggendolo sequenzialmente senza pause, invece, potrebbe valerne la pena perché sono volumi che finisci in trenta-quaranta minuti e si potrebbe apprezzare più tranquillamente la velocità degli eventi. Di quest'opera rimarrà solo il rammarico di aver buttato via un potenziale simile.
Dopo 74 volumi e 686 capitoli, Tite Kubo decide di appoggiare la penna sul tavolo e di chiudere i battenti.
Forse gli è stato ordinato dai piani alti o lo ha voluto lui stesso, oppure il pubblico non ne poteva più. Sta di fatto che durante il suo percorso Bleach ha regalato grandi emozioni, sia positive che negative.
Inizialmente aveva creato una brutta copia di Yu Yu Hakusho e dovettero cancellarlo. Una lettera da parte di Toriyama lo spronò a creare il Bleach che conosciamo. Il nome del titolo è un omaggio all'album dei Nirvana, ma anche all'obbiettivo di “sbiancare” o “purificare” le anime maligne, il lavoro degli Shinigami, e un rimando al titolo “WHITE” che originariamente doveva avere.
Tite Kubo realizza in totale quattro archi narrativi: con il primo lo porta all'apice del successo; col secondo lo mantiene; con il terzo crolla; con il quarto cade per terra esanime.
Se dovessi fare un'analogia, Bleach è come un calciatore giovane di un talento incredibile che col tempo scema fino a diventare irriconoscibile.
La lunghezza non gioca certo a suo favore e non c'era assolutamente bisogno di raggiungere un tale numero. Sicuramente il successo lo ha stravolto e lo ha portato a continuare con risultati orribili, fino a diventare una copia sbiadita di ciò che era. Questa involuzione è notevole sul lungo periodo, facendogli perdere quello smalto che agli albori lo aveva portato sul podio dei migliori shonen in circolazione.
La saga della Soul Society è il punto più alto che abbia raggiunto in tutti i suoi anni di carriera e che disgraziatamente non recupererà mai. Toglietevi la speranza che ciò possa accadere.
I primi venti volumi sono i migliori in assoluto. L'infiltrazione nella Soul Society per liberare una sua compagna dà inizio a una guerra serrata contro i tredici capitani, più i loro luogotenenti. Man mano che i conflitti si fanno più aspri e intensi, Tite Kubo mostra di sapere gestire molteplici personaggi e di creare lotte ad alto tasso di adrenalina. L'idea dei poteri poi, è davvero geniale. Scoprire il nome della propria Zanpakuto e di un ulteriore sprigionamento di potenza, il Bankai, permette di ribaltare scontri che all'apparenza sembravano conclusi e di stuzzicare la fantasia del lettore nello scoprire cosa possa tirare fuori dal cilindro.
Con la saga degli Arrancar, nonostante utilizzi lo stesso escamotage, amplia la mole di personaggi sfornando ottime controparti come gli Espada, ed espande la natura degli Hollow e delle varie trasformazioni, oltre ad approfondire il mondo che li circonda. Tuttavia ci impiega ben ventotto volumi per poter mettere fine a questo arco, portando quasi allo sfinimento il lettore, posticipando così sempre di più la sua fine. Questo errore gli costerà caro perché da qui in poi non si riprenderà più, toccando il fondo con le restanti saghe del Fullbringer e dei Quincy.
La saga del Fullbringer penso sia la più inutile in termini narrativi e ha il solo scopo di allungare il brodo, includendo antagonisti noiosi e superficiali. La sua esistenza è il pretesto che serve a smettere di seguire il manga. I poteri del Fullbringer e dei Quincy sono fuori scala e appaiono poco convincenti, ci fanno domandare occasionalmente da dove tirasse fuori certe idee. Gli scontri perdono di mordente diventando frivoli, non sono più impressionanti come una volta, perde la spavalderia e aggiunge spiegazioni durante i combattimenti che non fanno altro che afflosciare il tono della disputa. Inoltre i personaggi sono troppi e chiaramente non riesce più a gestirli. Butta fuori personaggi dai nomi discutibili e dimenticabili nel giro di una pagina morendo poi in quella dopo, non si fa prendere più sul serio. Recupera quelli vecchi per strizzare l'occhiolino ai fan, ma praticamente fungono da comparse e sono poco rilevanti ai fini della storia. La velocità degli eventi prende una piega bizzarra, ha un passo frettoloso che coinvolge poco il lettore nelle vicende e si brucia velocemente nelle azioni dei protagonisti per cercare di dare a tutti il proprio spazio. Sembrava non vedesse l'ora di concludere la sua opera, e a rimetterci infatti è il finale. Un finale sbrigativo alla Naruto che non c'entra nulla e non trasmette niente al lettore che si è sorbito tutti questi capitoli negli anni. Un lasso temporale assurdo che tralascia la maggior parte dei personaggi nell'oblio.
Per chi non lo sapesse, Tite Kubo ha continuato la serie grazie a una lettera di un bambino malato terminale che lo ringraziava di aver creato Bleach e che con esso si è goduto i suoi ultimi istanti di vita grazie ad esso e, nel tempo, il povero sensei si ammalava facilmente trovandosi in condizioni pessime durante la serializzazione.
In conclusione, Bleach parte col botto spegnendosi lentamente e malamente. E' evidente che la sua debolezza è insita nella lunghezza e non ha aiutato di certo aspettare le uscite bimestrali/trimestrali che ti facevano dimenticare quello che avevi letto precedentemente, soprattutto nelle battute finali del manga. Recuperandolo in toto e leggendolo sequenzialmente senza pause, invece, potrebbe valerne la pena perché sono volumi che finisci in trenta-quaranta minuti e si potrebbe apprezzare più tranquillamente la velocità degli eventi. Di quest'opera rimarrà solo il rammarico di aver buttato via un potenziale simile.
Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!
Ma secondo me il difetto più grande è stato il livello di potenza dei personaggi
Completamente fatti a casaccio
In conclusione sono nel mezzo, ma forse senza infamia e senza lode è un po' troppo critico
La prima parte del manga mi è piaciuta parecchio, nonostante i livelli di potenza e i power up
Amo il tratto di Kubo e la caratterizzazione dei personaggi, ma la conclusione è una vera ferita aperta
Arrivati alla saga dei Quincy dico solo che la struttura dei combattimenti era questo
1) personaggio A è in difficoltà e sta perdendo drammaticamente contro il potere di B
2) A tira fuori il potere che ha sempre tenuto nascosto che sembra fatto apposta per sconfiggere il potere di B (ma avrebbe potuto essere risolutivo in almeno altri 10 combattimenti precedenti ma mai è stato tirato fuori)
3) torna al punto 1) scambiando A e B
4) ripeti in loop quattro o cinque volte
Ormai leggevo per commentare con il mio ragazzo quanto facesse ridere
La seconda parte invece cala molto ed è inferiore nettamente alla prima.
Stesso mio pensiero, però è indubbio che Kubo sia riuscito a creare personaggi carismatici però in molti casi non sfruttati a dovere vedasi molti capitani ^^
Una storia bella e interessante, ma molto, troppo dilungata da un certo punto in avanti.
Però rimane un fatto:
dove Bleach fa bene il suo lavoro è tra i migliori.
Shonen classico con scontri emozionanti e power up a ritmo serrato, un po' più serio della media, un po' più brutale della media.
E Ichigo inizialmente è anche un personaggio con cui è facile identificarsi, un adolescente con qualche problema e molto drama, ma anche tanti momenti divertenti.
Bleach casca per un fatto molto semplice: dura più di quel che doveva durare, e imbocca tante strade senza uscita.
Ichigo pian piano diventa sempre più piatto, come se avesse raggiunto la maturità e quindi non avesse più conflitti o problemi. Diventa il classico "super eroe" senza macchia e senza paura.
I personaggi che gli stanno intorno diventano sempre di più contorno e ne vengono introdotti sempre di nuovi (ma simili) per cercare di non abbassare l'entusiasmo che però si perde in fretta quando anche questi personaggi vengono facilmente dimenticati e lasciati a loro stessi.
Dopo il super power up avuto fino alla soul society tutto sembra rallentare, a tal punto che Ichigo sembra diventare più debole, e gli scontri si fanno più prevedibili e meno dinamici.
Non vengono ripresi concetti interessanti come l'inferno (se non nel film, con risultati abbastanza deludenti) e non ritorna più la leggerezza iniziale (in un certo senso qui le primissime saghe filler riescono dove il manga stesso fallisce, anche se con scuse molto da filler quindi poco integrate e credibili).
Insomma sono tanti i motivi e i problemi... (e ne ho elencati solo alcuni)... ma dove Bleach funziona ha un suo fascino innegabile.
Idem per me, infatti è un'opera che ho interrotto, ma che cosidero finito allo stesso tempo.
- i cancelli dell'inferno "buttati lì" nei primi volumi e mai più ripresi se non in uno dei cortometraggi
- i personaggi secondari raffazzonati, soprattutto i compagni del liceo
ma che una volta preso il via ha saputo davvero stupire e tenere con il fiato sospeso in più di un'occasione (come non ricordarsi della saga del pendolo in cui vengono rivelati i retroscene degli ex-capitani oramai vizard nel mondo degli umani?)
Peccato per la mancanza di costanza e lo spreco di storie che avrebbero potuto essere state sviluppate in maniera molto più approfondita ( qualcuno ricorda la stria che avrebbe dovuto spiegare la relazione tra Matsumoto e Gin? un potenziale incredibile, una carica emotiva notevole buttata alle ortiche visto che non si dice quasi nulla circa il loro rapporto, e Gin è quello che fa il triplo gioco per provare a fermare Aizen)
Degne di menzione invece le storie di personaggi come quella di Zaraki, Grimmjow e Stark tanto per citarne alcuni
Peccato perchè per la prima parte sarebbe rimasto come uno dei migliori shonen di sempre
Ho recuperato gli ultimi sei o sette volumi tutti in una volta e li ho letti tutti di fila in una sera. Fino alla fine ha continuato a perder tempo con flashback inutili di personaggi nuovi o con combattimenti di personaggi secondari, e il combattimento finale contro "Gold Roger" (personaggio fighissimo sulla carta ma che poi stringi stringi non aveva nulla da dire) è stato fatto in quattro e quattr'otto senza alcuna emozione, così come quello con Aizen diversi anni prima. Peccato, un'occasione sprecata, anche in Giappone nel periodo in cui ci ho vissuto nessuno si calcolava questo manga, nonostante i primi tempi ricordo che in Italia (e presumo anche in patria) avesse un successo e una popolarità incredibili.
Probabilmente mi sbarazzerò del fumetto, che occupa solo spazio inutile in libreria, dato che dubito lo rileggerei in futuro. Semmai riguarderò la serie animata, che aveva anche delle musiche stupende, ma solo fin dove la storia regge.
E poi? e poi il tutto e' andato via via scemando, purtroppo. Un classico.
Se dovessi consigliare a qualcuno di leggerlo gli direi di fermarsi alla fine della saga della saga degli Arrancar, che tra l'altro per come è strutturata la storia e quello che succede potrebbe benissimo essere un vero finale.
lo ricordo con affetto,un giorno vorrei recuperarlo, nonostante la sua lunghezza.
6-7 numeri in una sera? ? io per leggere un solo capitolo di qualsiasi manga ci metto in media 15-20 minuti.
La pagina inglese di Wikipedia, riporta circa 120 milioni di copie stampate/vendute.
Ormai abbiamo capito che in Giappone dimenticano tutto alla velocità della luce...nonostante sia stato un pilastro di shonen jump per tanti anni,noi in Italia forse abbiamo più affetto per le serie che ci sono entrate nel cuore,ricordandole tutta la vita.
Le prime due saghe mi erano piaciute un sacco, specialmente la prima, ma dalla terza ho iniziato a notare un netto calo. La saga del Fullbringer non era malvagia, ma nemmeno bella, in sostanza non mi ha trasmesso nulla. L'ultima saga invece era di una noia allucinante. C'erano una marea di personaggi e altrettanti combattimenti che sembravano non finire mai a causa di alcuni discorsi inutili tra i combattenti e di alcuni scambi di insulti/battute. Visto l'andazzo pensavo che anche il finale sarebbe stato altrettanto lungo e invece è durato circa 4 capitoli.
Se non altro si può dire che si tratta di una lettura abbastanza leggera perchè in alcuni capitoli i dialoghi erano quasi assenti e quindi si leggevano in 2-3 minuti.
I disegni erano bellissimi, li ho adorati.
Prima del punto 1 aggiungerei:
0) Gara di insulti tra personaggio A e B per rimarcare quanto sono forti e quanto faranno il culo all'avversario
Alcuni capitoli avevano così pochi dialoghi che si leggevano in 2-3 minuti. Ricordo che c'era un capitolo in cui aveva dedicato non so quante pagine ad un'unica esplosione che veniva mostrata da diverse angolature.
Non esiste neppure una versione sottotitolata ufficiale per le piattaforme online.
Da quel momento in poi è stato un insieme di (pochi) alti e (mostruosi) bassi, culminati con una saga finale veramente pesante nei suoi ritmi. Poteva gestire meglio la parte dei combattimenti in favore di qualche capitolo in più per gestire la conclusione.
Penso di condividere completamente il commento finale di WatchMan nella sua recensione, però sono un pò più buono a livello di voti. Una sufficienza la darei comunque.
Bleach è sicuramente uno di quei manga che hanno segnato la mia vita e sapere che è giunto al termine mi fa quasi sgocciolare qualche lacrima di nostalgia, ma nonostante ciò credo sia il caso di andare avanti con la mia vita e lasciare che Bleach cada anche se non del tutto nel dimenticatoio. Grazie Kubo per ciò che ci hai dato ma da adesso andremo avanti senza di te
Per cui, inizio senza infamia e senza lode, saga della Soul Society più che gradevole, parte post-Soul Society in calo graduale ma costante.
Ringrazio lo staff per aver usato la mia race per questo dibattito, mi ha fatto piacere ^^
Non accorgersi però che il manga soffre di seri problemi, specialmente nell'ultima parte, e ha un finale così affrettato che è un insulto per chi ci ha perso anni di vita e soldi su soldi... Beh vuol dire avere le fette di prosciutto sugli occhi.
E questo al di là delle dinamiche proprie del genere o delle preferenze personali. O di un fattore di "cuore" o nostalgia (per molti fu il primo manga, io ero già scafata all'ora ma posso capire il sentimento)
Nota di colore: Bleach fu uno dei primi manga, quando ancora aveva pochissimi capitoli all'attivo, a essere tradotto dai primissimi gruppi di scanlator amatoriali italiani che giravano all'epoca. Che ricordi!
Se poi all'epoca l'avete letta settimanalmente beh pirla voi che vi siete sottoposti a questa tortura, vi sarà rimasto il trauma, è una saga che va letta tutta d'un fiato volume dopo volume per godersela
Magari sviluppandola in modo da svelare alcuni segreti di alcuni personaggi, come il Bankai di Urahara (che inspiegabilmente contro Aizen non usa) , che Kubo ha svelato solo nell'ultima saga.
Bleach mi ha sempre folgorato fino a quel punto, nonostante alcune incongruenze palesi sia in alcuni punti della storia, sia e soprattutto nei livelli di potenza e negli scontri tra Ichigo e i vari Ikkaku o Renji o Kenpachi.
Tenendo conto di questo dico che è una serie che mi lascia nel mezzo tra amore ed estenuante noia finale desiderando che finisse.
Quindi io sto nel mezzo.
Maria Vergine, il Bankai di Urahara l’ho atteso come poche cose nella mia vita. Quando vidi che era stato scelto in quel modo solo perché in quel momento faceva comodo che lui avesse quel potere lì, mi è venuto quasi da piangere.
In ogni caso peccato! Ma se si fa finta che finisce al 48 ottima lettura, non è neache colpa della saga dei Fullbring che è carina ma di quella dei Quincy, oltre ad essere brutta in se, altri nemici non avevano più senso, il cattivone finale per eccellenza era già stato usato e altra roba tirata ed aggiustata al momento è banalizzante(erano altri gli shounen di quel tipo); gli avesero usati come scusa per rimettere Azien al centro dell'attenzione con la sua ipotetica quinta forma, era già accettabile, ok che dovevano far vedere gli altri Bankai e spiegare le origini di Ichigo ma per quello bastava un volume extra prequel ed eravamo a cavallo.
In realtà io non comprendo in cosa sia così interessante Ulquiorra. Ha un design figo, ma è un personaggio che a me ha deluso abbastanza.
Grimmjow, a mio parere, è decisamente meglio.
Detto questo non bastano personaggi interessanti per rendere la saga più interessante.
La saga della Soul Society caratterizza tutti i personaggi (dal primo all'ultimo) nessun personaggio viene abbandonato a se stesso durante la saga (come succede con Neliel), gli scontri sono più adrenalinici e meno prevedibili, ci sono meno punti morti, il focus è gestito decisamente meglio.
Al contrario nella saga di Aizen ci sono molte parti fighe (tipo quella dove Ichigo impara ad usare i propri poteri Hollow, la saga del pendolo, lo scontro contro Grimmjow) ma anche molte parti gestite decisamente male (il fatto che la saga stessa sia simile alla precedente di per se elimina un po' di pathos.... ma la parte finale con la guerra Capitani vs Aizen e Aizen vs Ichigo è ancora peggio... Onestamente non saprei come spiegarlo, ma quegli scontri non mi hanno emozionato per nulla. E tutte le parti dove si vede Orihime prigioniera sono davvero l'apice dalla banalità).
E, una cosa di cui mi sono convinto, è che gli stessi Arrancar siano stati in parte un errore.... gli Hollow avevano un fascino maggiore, sia per la loro natura umana e tormentata, sia per il loro design mostruoso. In un certo senso gli Arrancar hanno annullato in parte entrambe le cose (il design in realtà ritorna con le trasformazioni dovute al risveglio.... ma è il tormento dell'animo umano sotto forma di hollow costretto ad affidarsi ad una maschera per proteggere l'istinto che, a mio parere, era parte del fascino degli Hollow).
Difatti, volendo essere completamente sincero, amo la saga della Soul Society compresa la primissima parte (quella dove Rukia cede i poteri ad Ichigo)... anzi, forse è addirittura quella la mia parte preferita (con la mini-saga Grand Fisher come culmine).
Vero, i problemi iniziano dopo proprio con gli Arrancar. Gia le premesse sono praticamente identiche a quelle della Soul Society (il gruppo di Ichigo parte al salvataggio di un amica prigioniera) ma i veri guai iniziano con la battaglia della Falsa Katakura, insomma nel momento di massima tensione del manga inserire capitoli dedicati agli scontri di Ikkaku e Kira contro sottoposti di sottoposti non è il massimo (al massimo possono piacere ai fan dei personaggi, ma per la storia non sono proprio il massimo), senza contare che invece paradossalmente agli Espada viene dedicato ancora meno tempo e ciò è abbastanza ridicolo (ricordiamoci Hitsugaya "Se Aiken raduna 2-3 Vasto Lorde è la fine !!!!111!!" si certo, infatti il più forte sul campo viene battuto senza manco usare un Bankai), mettiamoci poi pure i livelli falsati (alla fine chi è l'Espanda più forte ? Stark ? Ulquiorra ? Yammi ?).
Su Azizen e la sua gestione non ne parliamo. La saga di Quincy uguale a quella degli Arrancar più o meno.....
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