Kirito che finisce nuovamente all’interno di un mondo virtuale dal quale non può uscire. Una mirabolante nuova tecnologia che replica nello spazio cibernetico le anime delle persone. Intelligenze artificiali che cercano di emanciparsi dal proprio creatore. Uno strumento bellico potenzialmente rivoluzionario per cui combattere sia nel reale che nel virtuale.
Troveremo tutto questo e anche altro, in Sword Art Online Alicization adattamento animato di ben nove volumi della celebre light novel scritta da Reki Kawahara e illustrata da abec prodotta dal sodalizio Aniplex / A-1 Pictures. Di fatto, la più importante produzione per il franchise da un punto di vista meramente quantitativo. L’anime è arrivato direttamente sui nostri schermi con un simulcast sulle piattaforme di settore Amazon Prime Video e VVVVID, accompagnato per la prima volta anche da un simuldub (esclusiva di Prime Video). Ricordiamo che la trasposizione cartacea è attualmente pubblicata in Italia da J-POP.
Così come le tecnologie digitali si integrano sempre di più nella società, anche in SAO mondo virtuale e mondo reale sono sempre più comunicanti. Dopo il full dive delle avventure iniziali e la realtà aumentata di Ordinal Scale, una nuova tecnologia capace di “copiare le anime” pare pronta a far breccia e a rimescolare le carte. Se prima quindi, ciò che avveniva in una realtà, là rimaneva, ora le interazioni tra virtuale e reale sono sempre più strette e anche i due piani narrativi non sono più subordinati o alternativi fra loro, bensì a volte paralleli e a volte intersecanti, tendenzialmente convergenti quasi a presagire una fusione tra reale e virtuale.
Fanno poi il loro ingresso in scena anche nuovi “agenti”, ovvero le evolute intelligenze artificiali che popolano il mondo di Underworld, teatro e campo di battaglia della nuova epopea di Kirito e soci. Molti dei nuovi personaggi importanti che andranno ad arricchire il cast fanno parte di questo gruppo; su tutti loro ne spiccano due che col tempo sono diventati volti iconici di tutti il franchise, ovvero Eugeo ed Alice.
Eugeo, personaggio creato dal maestro Kawahara con l’intenzione di scrivere una storia di amicizia al maschile, è il primo compagno di avventure per Kirito dopo diverse eroine a precederlo. Inizialmente acerbo e pavido, “puro” potremmo dire, ne diventa col tempo una vera controparte, capace di completare e compensare il carattere più smargiasso e smaliziato dello spadaccino nero. Co-protagonista della prima metà della serie, il suo percorso di crescita e la sua evoluzione costituiscono una vera e propria "storia nella storia", entrata nel cuore di tutti i fan della serie.
Alice, versione cavalleresca della protagonista dei romanzi di Lewis Carrol, è una figura ancora più cardine del suo collega di cui sopra. Esteticamente ruba facilmente la scena con la sua figura letteralmente “aurea” (chioma, armatura e arma sono tutte in tema) e il forte carattere, impreziosito dalla sua aura solenne. Rappresenta l'essere cibernetico che, se non si ribella, quantomeno si emancipa rispetto al suo creatore, il tutto seguendo coerentemente quel filone narrativo iniziato dai romanzi di fantascienza sulla robotica.
Due contigue ma ben distinte parti narrative compongono Sword Art Online: Alicization.
La prima, omonima, vede Kirito ritrovarsi prigioniero all’interno del mondo di Underworld e iniziare la sua avventura insieme a Eugeo (inizialmente) per trovare un modo di sloggare e rintracciare la perduta Alice.
In una certa corrente di pensiero di parte del fandom, questa parte di storia andrebbe a compensare il mancato processo di “World Building” dell’iniziale saga di Aincrad; benché andrebbe considerato che le due saghe nascono in momenti ben differenti nel processo creativo dell’autore, è certamente vero che c’è molto più spazio per descrivere il nuovo ambiente virtuale e soprattutto le dinamiche che ne regolano la società, così come il modo di vivere dei suoi abitanti virtuali.
Ad ogni modo, questa prima metà dell’opera ha un approccio fortemente dedicato all’avventura fantasy unita a una componente di formazione che riguarda Eugeo. Non mancano tratti da “battle shounen” con inclusa anche una simil "Scalata al Grande Tempio” con tutti gli annessi e connessi... come la regola non scritta per la quale i cavalieri dei piani alti non possono attaccare in massa i “bronzini” scalatori di turno e schiacciarli una volta per tutte, limitandosi ad aspettarli per poi affrontarli al piano di competenza.
Figura chiave di questa parte è anche l’Administrator, ossia l’entità che sovrintende il governo del mondo di Underworld. Costei è incarnata dalla sensuale e infida Quinella, in origine un comune abitante che però è riuscito a hackerare il sistema dall’interno e a piegare tutto alla propria volontà. In questo senso se Alice è il protagonista dell’ “Io Robot”, l’Administrator è più una IA deviata e malevola tendente allo Sky Net.
La seconda metà, War of Underworld, è invece del tutto o quasi improntata alla battaglia dove tutti i nodi stretti nella prima parte dovranno venire al pettine. Oltretutto Kirito, per motivi legati a quanto accaduto in conclusione al primo arco, è impossibilitato ad agire e quindi toccherà a “tutti gli altri” darsi da fare.
Questa parte diventa praticamente una “grande festa” dove ogni buon fan di SAO troverà motivi per divertirsi. Tutto l’insieme, alla fine della fiera, è un bel blocco di fan service, ma in senso positivo, con momenti di gloria per il proprio o i propri beniamini (a meno ovviamente che uno non sia fan di Agil o di un Kibao qualunque…). Per gli altri spettatori, male o ben disposti per il brand, resterà la campagna bellica.
Certamente di problematiche ce ne sono, e ne parleremo più avanti, ma intanto si fa spazio a intensissimi scontri, regolamenti di conti, invasioni di campo e momenti epici in un senso o nell’altro, dal primo incontro/scontro tra Asuna ed Alice, alla discesa in campo di Sinon in tutto il suo splendore da dea Solus, fino alla battaglia finale con una delle nemesi storiche di tutto SAO.
Come accennato anche prima, in questa parte l’azione non è solo svolta nel mondo virtuale ma anche, parallelamente, nel mondo reale con la battaglia che è quindi condotta su due fronti. Una buona novità in tutto SAO.
Notevole, dicevamo, è stato lo sforzo compiuto per produrre la serie. La qualità dei disegni e delle animazioni è stata mediamente molto alta, il tutto possibile anche grazie alla suddivisione della serie in uno split cour, per quanto vada sottolineato che i tempi si siano allungati anche a causa della pandemia... ma ne è valsa la pena attendere.
Molto ispirata la regia di Manabu Ono (Horizon in the Middle of Nowhere, Mahouka Koukou no Rettousei), che subentra al veterano Tomohiko Ito, e che non si risparmia nel mostrare scene di forte impatto, senza esenzioni dal mostrare situazioni che possono essere disturbanti (su tutte la scena dell'episodio dieci che parecchio ha fatto parlare in giro) o laddove il sangue scorrere abbondante anche in toni un po’ truculenti (ne fanno le spese anche Leafa e Sinon nel corso dei rispettivi scontri).
Dal punto di vista musicale siamo all’apice di tutto il brand. Nuovi brani si aggiungono e arricchiscono la già suggestiva colonna sonora composta da Yuki Kajiura. Apoteosi anche sul fronte delle theme song che fanno da sigla di apertura e chiusura degli episodi, tornano quasi tutti gli artisti già uditi in passato: LiSA, Haruka Tomatsu, Reona, Eir Aoi, con l’aggiunta nuova di Asca e quella spot di Ai Kayano mentre mancherebbe all’appello solo Luna Haruna.
Pur offrendo un comparto tecnico notevole, un comparto musicale importante, una storia avvincente e una buona dose di “service” per soddisfare i fa, SAO Alicization non resta comunque esente da difetti che gli precludono il punteggio massimo. Problematiche che si trovano principalmente nell’ambito della sceneggiatura con una particolare concentrazione nella War of Underworld.
Un’analisi comparata tra novel e anime è stata possibile solo per la prima parte ma l’adattamento, nel complesso, appare piuttosto fedele. Alcuni passaggi del racconto sono stati saltati, probabilmente per ragioni tempistiche, ma non incidono troppo sulla resa finale, su altri invece si è sospettosamente sorvolato; come una parte non secondaria del discorso del colonnello Kikuoka ad Asuna da cui traspariva un certo anti americanismo del personaggio e che poteva dare agli eventi successivi una luce un po’ diversa.
Sicuramente interessante l’integrazione ormai “canon” degli eventi di Ordinal Scale (OS) all’interno della storyline principale. Un po’ casual e “buttato lì” invece quanto di OS avviene nel bel mezzo della guerra.
Anche altre cose e avvenimenti appaiono quantomeno estemporanei, come ad esempio i personaggi stranieri inseriti nelle forze ostili della fase finale ai quali pare destinato un qualche ruolo ma che poi non fanno granché (ma magari nei romanzi ciò che li riguarda è descritto in maniera più compiuta). Una certa “inflazione di miracoli” che accadono a ripetizione porta un po’ in sofferenza la fase di climax. Lo stesso Kirito, confinato a lungo in panchina, finisce poi fin troppo acclamato a eroe e salvatore della patria come, e forse anche più, di un Naruto ai tempi d’oro della battaglia con Pain.
Il punto più critico e dolente si ha però proprio all’inizio della seconda parte quanto, dopo averli ben presentati, due personaggi con un discreto potenziale vengono repentinamente fatti uscire di scena e al contempo si scopre che il nuovo antagonista, il mercenario Gabriel/Subtilizer, si rivela essere null’altro che l’ennesimo sociopatico come già ne avevamo visti in SAO. Decisamente alcuni passi indietro, come profilo, rispetto alla Administrator.
Bellissimi visivamente e molto intensi i combattimenti in generale anche se, per quelli risolutivi, poi si è lasciati con la sensazione che magari “si poteva dare di più”.
Come detto nell'introduzione, quest'opera è arrivata da noi in simuldub e simulcast. La localizzazione italiana è stata realizzata, come in passato, dalla Dynit e si nota che nel complesso è stato fatto un buon lavoro di adattamento, rimanendo così sui buoni livelli dei precedenti capitoli della saga.
Quanto ai due nuovi personaggi principali, se Jacopo Calatroni ben si destreggia nel dare voce a Eugeo, lo stesso non si può dire della Alice interpretata da Giulia Maniglio che ci offre un personaggio monocorde che perde tutta la sua fierezza e solennità che oltretutto rendeva la bionda spadaccina ancora più dolce nei momenti in cui dovrebbe esserlo. Il livello dell’originale di Ai Kayano è forse avvicinabile solo da altre sue colleghe seiyuu, ma questa può essere un attenuante valida solo fino a un certo punto.
Troveremo tutto questo e anche altro, in Sword Art Online Alicization adattamento animato di ben nove volumi della celebre light novel scritta da Reki Kawahara e illustrata da abec prodotta dal sodalizio Aniplex / A-1 Pictures. Di fatto, la più importante produzione per il franchise da un punto di vista meramente quantitativo. L’anime è arrivato direttamente sui nostri schermi con un simulcast sulle piattaforme di settore Amazon Prime Video e VVVVID, accompagnato per la prima volta anche da un simuldub (esclusiva di Prime Video). Ricordiamo che la trasposizione cartacea è attualmente pubblicata in Italia da J-POP.
Così come le tecnologie digitali si integrano sempre di più nella società, anche in SAO mondo virtuale e mondo reale sono sempre più comunicanti. Dopo il full dive delle avventure iniziali e la realtà aumentata di Ordinal Scale, una nuova tecnologia capace di “copiare le anime” pare pronta a far breccia e a rimescolare le carte. Se prima quindi, ciò che avveniva in una realtà, là rimaneva, ora le interazioni tra virtuale e reale sono sempre più strette e anche i due piani narrativi non sono più subordinati o alternativi fra loro, bensì a volte paralleli e a volte intersecanti, tendenzialmente convergenti quasi a presagire una fusione tra reale e virtuale.
Fanno poi il loro ingresso in scena anche nuovi “agenti”, ovvero le evolute intelligenze artificiali che popolano il mondo di Underworld, teatro e campo di battaglia della nuova epopea di Kirito e soci. Molti dei nuovi personaggi importanti che andranno ad arricchire il cast fanno parte di questo gruppo; su tutti loro ne spiccano due che col tempo sono diventati volti iconici di tutti il franchise, ovvero Eugeo ed Alice.
Eugeo, personaggio creato dal maestro Kawahara con l’intenzione di scrivere una storia di amicizia al maschile, è il primo compagno di avventure per Kirito dopo diverse eroine a precederlo. Inizialmente acerbo e pavido, “puro” potremmo dire, ne diventa col tempo una vera controparte, capace di completare e compensare il carattere più smargiasso e smaliziato dello spadaccino nero. Co-protagonista della prima metà della serie, il suo percorso di crescita e la sua evoluzione costituiscono una vera e propria "storia nella storia", entrata nel cuore di tutti i fan della serie.
Alice, versione cavalleresca della protagonista dei romanzi di Lewis Carrol, è una figura ancora più cardine del suo collega di cui sopra. Esteticamente ruba facilmente la scena con la sua figura letteralmente “aurea” (chioma, armatura e arma sono tutte in tema) e il forte carattere, impreziosito dalla sua aura solenne. Rappresenta l'essere cibernetico che, se non si ribella, quantomeno si emancipa rispetto al suo creatore, il tutto seguendo coerentemente quel filone narrativo iniziato dai romanzi di fantascienza sulla robotica.
Due contigue ma ben distinte parti narrative compongono Sword Art Online: Alicization.
La prima, omonima, vede Kirito ritrovarsi prigioniero all’interno del mondo di Underworld e iniziare la sua avventura insieme a Eugeo (inizialmente) per trovare un modo di sloggare e rintracciare la perduta Alice.
In una certa corrente di pensiero di parte del fandom, questa parte di storia andrebbe a compensare il mancato processo di “World Building” dell’iniziale saga di Aincrad; benché andrebbe considerato che le due saghe nascono in momenti ben differenti nel processo creativo dell’autore, è certamente vero che c’è molto più spazio per descrivere il nuovo ambiente virtuale e soprattutto le dinamiche che ne regolano la società, così come il modo di vivere dei suoi abitanti virtuali.
Ad ogni modo, questa prima metà dell’opera ha un approccio fortemente dedicato all’avventura fantasy unita a una componente di formazione che riguarda Eugeo. Non mancano tratti da “battle shounen” con inclusa anche una simil "Scalata al Grande Tempio” con tutti gli annessi e connessi... come la regola non scritta per la quale i cavalieri dei piani alti non possono attaccare in massa i “bronzini” scalatori di turno e schiacciarli una volta per tutte, limitandosi ad aspettarli per poi affrontarli al piano di competenza.
Figura chiave di questa parte è anche l’Administrator, ossia l’entità che sovrintende il governo del mondo di Underworld. Costei è incarnata dalla sensuale e infida Quinella, in origine un comune abitante che però è riuscito a hackerare il sistema dall’interno e a piegare tutto alla propria volontà. In questo senso se Alice è il protagonista dell’ “Io Robot”, l’Administrator è più una IA deviata e malevola tendente allo Sky Net.
La seconda metà, War of Underworld, è invece del tutto o quasi improntata alla battaglia dove tutti i nodi stretti nella prima parte dovranno venire al pettine. Oltretutto Kirito, per motivi legati a quanto accaduto in conclusione al primo arco, è impossibilitato ad agire e quindi toccherà a “tutti gli altri” darsi da fare.
Questa parte diventa praticamente una “grande festa” dove ogni buon fan di SAO troverà motivi per divertirsi. Tutto l’insieme, alla fine della fiera, è un bel blocco di fan service, ma in senso positivo, con momenti di gloria per il proprio o i propri beniamini (a meno ovviamente che uno non sia fan di Agil o di un Kibao qualunque…). Per gli altri spettatori, male o ben disposti per il brand, resterà la campagna bellica.
Certamente di problematiche ce ne sono, e ne parleremo più avanti, ma intanto si fa spazio a intensissimi scontri, regolamenti di conti, invasioni di campo e momenti epici in un senso o nell’altro, dal primo incontro/scontro tra Asuna ed Alice, alla discesa in campo di Sinon in tutto il suo splendore da dea Solus, fino alla battaglia finale con una delle nemesi storiche di tutto SAO.
Come accennato anche prima, in questa parte l’azione non è solo svolta nel mondo virtuale ma anche, parallelamente, nel mondo reale con la battaglia che è quindi condotta su due fronti. Una buona novità in tutto SAO.
Notevole, dicevamo, è stato lo sforzo compiuto per produrre la serie. La qualità dei disegni e delle animazioni è stata mediamente molto alta, il tutto possibile anche grazie alla suddivisione della serie in uno split cour, per quanto vada sottolineato che i tempi si siano allungati anche a causa della pandemia... ma ne è valsa la pena attendere.
Molto ispirata la regia di Manabu Ono (Horizon in the Middle of Nowhere, Mahouka Koukou no Rettousei), che subentra al veterano Tomohiko Ito, e che non si risparmia nel mostrare scene di forte impatto, senza esenzioni dal mostrare situazioni che possono essere disturbanti (su tutte la scena dell'episodio dieci che parecchio ha fatto parlare in giro) o laddove il sangue scorrere abbondante anche in toni un po’ truculenti (ne fanno le spese anche Leafa e Sinon nel corso dei rispettivi scontri).
Dal punto di vista musicale siamo all’apice di tutto il brand. Nuovi brani si aggiungono e arricchiscono la già suggestiva colonna sonora composta da Yuki Kajiura. Apoteosi anche sul fronte delle theme song che fanno da sigla di apertura e chiusura degli episodi, tornano quasi tutti gli artisti già uditi in passato: LiSA, Haruka Tomatsu, Reona, Eir Aoi, con l’aggiunta nuova di Asca e quella spot di Ai Kayano mentre mancherebbe all’appello solo Luna Haruna.
Pur offrendo un comparto tecnico notevole, un comparto musicale importante, una storia avvincente e una buona dose di “service” per soddisfare i fa, SAO Alicization non resta comunque esente da difetti che gli precludono il punteggio massimo. Problematiche che si trovano principalmente nell’ambito della sceneggiatura con una particolare concentrazione nella War of Underworld.
Un’analisi comparata tra novel e anime è stata possibile solo per la prima parte ma l’adattamento, nel complesso, appare piuttosto fedele. Alcuni passaggi del racconto sono stati saltati, probabilmente per ragioni tempistiche, ma non incidono troppo sulla resa finale, su altri invece si è sospettosamente sorvolato; come una parte non secondaria del discorso del colonnello Kikuoka ad Asuna da cui traspariva un certo anti americanismo del personaggio e che poteva dare agli eventi successivi una luce un po’ diversa.
Sicuramente interessante l’integrazione ormai “canon” degli eventi di Ordinal Scale (OS) all’interno della storyline principale. Un po’ casual e “buttato lì” invece quanto di OS avviene nel bel mezzo della guerra.
Anche altre cose e avvenimenti appaiono quantomeno estemporanei, come ad esempio i personaggi stranieri inseriti nelle forze ostili della fase finale ai quali pare destinato un qualche ruolo ma che poi non fanno granché (ma magari nei romanzi ciò che li riguarda è descritto in maniera più compiuta). Una certa “inflazione di miracoli” che accadono a ripetizione porta un po’ in sofferenza la fase di climax. Lo stesso Kirito, confinato a lungo in panchina, finisce poi fin troppo acclamato a eroe e salvatore della patria come, e forse anche più, di un Naruto ai tempi d’oro della battaglia con Pain.
Il punto più critico e dolente si ha però proprio all’inizio della seconda parte quanto, dopo averli ben presentati, due personaggi con un discreto potenziale vengono repentinamente fatti uscire di scena e al contempo si scopre che il nuovo antagonista, il mercenario Gabriel/Subtilizer, si rivela essere null’altro che l’ennesimo sociopatico come già ne avevamo visti in SAO. Decisamente alcuni passi indietro, come profilo, rispetto alla Administrator.
Bellissimi visivamente e molto intensi i combattimenti in generale anche se, per quelli risolutivi, poi si è lasciati con la sensazione che magari “si poteva dare di più”.
Come detto nell'introduzione, quest'opera è arrivata da noi in simuldub e simulcast. La localizzazione italiana è stata realizzata, come in passato, dalla Dynit e si nota che nel complesso è stato fatto un buon lavoro di adattamento, rimanendo così sui buoni livelli dei precedenti capitoli della saga.
Quanto ai due nuovi personaggi principali, se Jacopo Calatroni ben si destreggia nel dare voce a Eugeo, lo stesso non si può dire della Alice interpretata da Giulia Maniglio che ci offre un personaggio monocorde che perde tutta la sua fierezza e solennità che oltretutto rendeva la bionda spadaccina ancora più dolce nei momenti in cui dovrebbe esserlo. Il livello dell’originale di Ai Kayano è forse avvicinabile solo da altre sue colleghe seiyuu, ma questa può essere un attenuante valida solo fino a un certo punto.
Sword Art Online Alicization insieme alla War of Underworld è certamente la più importante incarnazione animata del brand fin qui prodotta. Serie anime realizzata più che egregiamente dal punto di vista tecnico, con molte luci ma senza farsi mancare alcune ombre, ha tutto quello che un fan di SAO può desiderare e magari anche quello che un detrattore può detestarne, dunque difficilmente potrà spostare gli equilibri tra le due fazioni. I primi però non ne resteranno insoddisfatti.
“Kirito ritornerà” si legge alla fine. Che sia una minaccia o una speranza, dipenderà dall’osservatore.
“Kirito ritornerà” si legge alla fine. Che sia una minaccia o una speranza, dipenderà dall’osservatore.
Pro
- Comparto tecnico di ottima fattura...
- Comparto musicale ai vertici di tutta la saga.
- C'è tutto ciò che un fan di SAO potrebbe desiderare
Contro
- ...ma non mancano criticità nella sceneggiatura
- In qualche scontro si poteva forse spingere un po' di più
- Il doppiaggio italiano di Alice non è ben riuscito
Giulia Maniglio non mi è dispiaciuta nel ruolo di Alice, ma avrei voluto una voce più decisa, come Valentina Favazza o Elena Perino.
speriamo ridiano ad Asuna la sua doppiatrice originale
La seconda parte e beh....mi è sembrata una gara a chi lisciava di più Kirito, anche le scene d'azione perdono impatto visto che tutti i personaggi pensano al protagonista nel bel mezzo del combattimento e quando sto disgraziato poi si sveglia dal coma lo lasciano combattere da solo, memorabile lo scontro contro il primo mercenario dove Kirito le prendeva e tutti gli altri piuttosto che aiutarlo piangevano o gridavano XD
SAO non mi ha mai appassionato particolarmente, l'avevo mollato dopo la prima serie e solo il chara di Alice mi aveva convinto a riprenderlo, dopo questa serie però ho definitivamente chiuso con l'anime, il problema principale per me non è manco il protagonista ma come tutti i personaggi e i loro pensieri si focalizzino troppo su di lui.
Quoto tutto
Il grande errore dell'adattamento è stato affidare a Prata due personaggi che intervengono nello stesso momento (ci stava bene su entrambi, però cristo: in una scena si parlano ed hanno dovuto cambiare al volo la voce!). Tuttavia sarebbe ingiusto incolpare eccessivamente i doppiatori: soprattutto con gli ultimi sviluppi averlo già doppiato è un bellissimo regalo.
Francesca Manicone era in dolce attesa al momento del doppiaggio, purtroppo ha dovuto dare forfait. Iolanda Granato non l'ha comunque fatta rimpiangere. In qualsiasi caso, Asuna in Progressive avrà un'ottima doppiatrice ad interpretarla, anche se, visto che finalmente si approfondirà Aincrad, un ritorno al passato sarebbe una splendida notizia.
graize dell' informazione
IMO, Con questo prima parte, siamo ritornati ai livelli di Aincrad, visto che SAO ha iniziato a perdere colpi dopo il primo arco (per poi risollevarsi un pochino con Mother's Rosario).
Il pensiero che Eugeo, praticamente tra i personaggi più interessanti (se non addirittura il più interessante) e ben caratterizzati,
Ovvero una serie di villain lascivi e pervertiti dediti alle molestie sessuali/tentativi di stupro. Nonché Kirito che, anche in stato comatoso, amplia il proprio harem... per poi tornare e spaccare c*li.
la penso come te, non trovo differenze tra Alice s30 e la Alexa che ho preso su Amazon hahahh
Non ho capito perché mi faccio ancora del male continuando a guardarlo! Forse per l'OST meravigliosa, una delle poche cose che apprezzo, insieme al comparto visivo.
E comunque quel "Kirito ritornerà" suona proprio come una minaccia!
È effettivamente ciò che cerco in SAO. Tralasciando l'arc di aincrad della prima serie, che l'ho trovato significativo anche in termini di contenuti, in SAO cerco una serie capace di intrattenermi e farmi divertire.
Per carità, anch'io guardo "SAO" perché lo trovo tutto sommato un discreto intrattenimento (non sono così masochista da guardare una serie che non mi piace! ).
Peccato per quelle cadute di stile e quelle ingenuità narrative (come gli infiniti deus ex machina) che ne abbassano il valore globale. Per me una risicata sufficienza se la porta a casa.
Comunque in generale Aincrad l'ho trovata con delle idee di base interessanti ma una storia sviluppata male.Il resto alla fin fine mi ha intrattenuto ma non mi ha fatto esaltare(il picco più basso si ha con quella saga inutile filler di Excalibur per me).
La mia classifica delle saghe è questa:
1)Alicization
2)Aincrad
3)Mother's Rosario
4)Gun gale
5)Fairy dance
6)Excalibur
p.s. Alice >> Asuna
Dal punto di vista della storia invece si può dire molto. La sceneggiatura così come è stata trasposta ha tantissimi punti oscuri e/o non comprensibili che immagino siano stati velocizzati e tagliati rispetto alla novel, ma ciò ha creato tantissime scene no sense e fin troppo repentine (come per esempio il triplo cambio di schieramento di Eugeo verso la fine della 1a parte, è una mia illazione ma penso che fosse il colpo di scena che divideva un libro dall'altro, lasciando i lettori in suspance in attesa del volume successivo, cosa che si è completamente persa nell'anime).
Rispetto alla recensione a me è piaciuta moltissimo la voce di Alice, probabilmente perchè la sua fermezza e monotonia mi sembrava molto appropriata per il personaggio saccente e "perfetto" che doveva essere.
Diciamo che per farmi un'idea finale di questa saga voglio prima leggermi tutta la novel per capire.
Voto momentaneo 7-, per me 2a miglior saga dopo Mother Rosario.
Sono l'unico che ha apprezzato tanto la seconda voce di Asuna in confronto alla prima?
Grande voce, ma sono affezionato a quella di Francesca. Qualunque scelta faranno in futuro ribadisco che cadremo in piedi (e dolcemente).
Ovvero che sarà una scelta positiva?
Certamente, mi andranno bene entrambe le voci (anche se, ribadisco, per affetto ai primi ricordi della serie preferirei risentire la Manicone).
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