Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Il manga e l'animazione come sono oggi devono dunque molto a Kia Asamiya e a Silent Mobius, nel bene e nel male. Perchè allora la diffusione di quest'opera fuori dal Giappone ha sempre conosciuto un destino sfortunato? Innanzitutto è necessario citare il fatto che la stragrande maggioranza delle edizioni occidentali si è basata su una pessima traduzione inglese, pubblicata all'inizio degli anni '90 negli Stati Uniti. In Europa, brutte traduzioni che si basavano su una traduzione già pessima (e errata) in sè hanno dunque fatto di Silent Mobius un fumetto dai contenuti a dir poco ostici, un ennesimo caso di manga dal dialogo molto lineare in Giappone che diventa una sorta di campo minato per i lettori delle sue versioni straniere.
Poi, l'edizione americana - e di conseguenza quelle europee da essa derivate - subì un'improvvisa interruzione quando al povero Asamiya capitò di trovare in una libreria di Ikebukuro che importava manga dagli Stati Uniti una versione inglese che lui non aveva licenziato. Risultato: saltò la testa di colui che aveva pubblicato l'edizione incriminata, ma per un lungo periodo i rapporti tra l'autore e la casa nippoamericana che editava Silent Mobius restarono a dir poco gelidi.
Quando il clima tra le due coste del Pacifico sembrava migliorare, il caos scoppiò in casa dell'editore di Asamiya, Kadokawa: in una lotta fratricida per il controllo del gruppo, uno dei fratelli Kadokawa venne silurato in malo modo e tutto il suo team, che curava la gestione dei diritti per l'estero dei diritti dell'editore, lo seguì per fondare un'altra casa editrice in aperta competizione, dove confluì anche tutta la sezione editoriale del produttore di giocattoli Bandai.
Proprio quando la situazione sembrò tornare sotto controllo, l'allora presidente di Kadokawa venne arrestato per possesso di stupefacenti e il suo posto affidato al figlio. Reduce da studi internazionali, questi sembrava destinato a prendere in mano le redini del licensing verso l'estero; senonchè anche lui finì sotto processo per importune avance a sfondo sessuale nei confronti di un dipendente, lasciando l'azienda proprio nelle mani di quel zio "ex-defenestrato".
Nel frattempo, Asamiya, forte della fama di Silent Mobius, pensò bene di affidarsi ad editori ben più stabili. Diventato l'idolo degli artisti di mezzo mondo, venne inoltre chiamato a disegnare storie per Batman e Guerre stellari. E' in questo momento che decise di abbandonare in toto l'editore Kadokawa per riprendere Silent Mobius, completarlo e portarlo all'editore Tokuma, che ne ha curato un'edizione a merito chiamata Complete Edition.
Fonte consultata:
- Il mondo di Silent Mobius (Silent Mobius vol.2, edizione d/books)
Nella prima stesura della storia di Last Exile, i due ragazzi protagonisti erano stati pensati come dei cadetti militari. Fu solamente con le successive revisioni che il regista, Koichi Chigira, si rese conto che in quel modo non sarebbe riuscito a trasmettere pienamente la bella sensazione che si prova volando. Rendendoli invece dei corrieri del cielo sarebbe stato possibile esprimere tutto il divertimento del volo. Fu su questa consapevolezza che venne poi costruita la versione finale dell'opera.
Fonte consultata:
Intervista al regista Koichi Chigira (Last Exile Booklet DVD 1 BOX 1 Collector's Edition Shin Vision)
Nella classifica dei cento anime televisivi più visti di tutti i tempi (basata sullo share del miglior episodio di ogni serie), Dragon Ball si è posizionata al 21° posto grazie alla puntata del 21 gennaio 1987, in grado di toccare il 29,5% di share. L'episodio andato in onda quel giorno, il 47° della prima serie, paradossalmente è un episodio non particolarmente significato, in cui Bulma e Goku si recano dal Maestro Muten per farsi prestare un aereo / sottomarino con cui immergersi nell'oceano e ritrovare una delle sfere del drago (insieme col tesoro dei pirati che dicono si trovi in quella zona). Nel frattempo, l'esercito del Red Ribbon è alla caccia di Goku e si appresta a invadere l'isoletta.
Fonte consultata:Classifica degli anime più visti in Giappone (nendai-ryuukou.com) [versione italiana]
Quando venne incaricato di realizzare un seguito del primo Gundam, Yoshiyuki Tomino non ne fu particolarmente contento. Non solo in quanto la prima serie non era stata pensata per avere un prosieguo, ma anche per tutte le imposizioni produttive che ricevette per tale progetto. In un'epoca in cui la figura dell'otaku stava diventando sempre più importante nelle logiche produttive dell'industria degli anime, Tomino stava iniziando ad odiare sempre di più questa nuova serie, le motivazioni per cui era stata prodotta e la produzione stessa. Avendo una visione estremamente negativa degli otaku, col finale della serie volle mandare loro un forte messaggio, ovvero che guardare anime e basta non fa bene alla salute mentale.
Fonte consultata:
- Enciclopedia (Mobile Suit Z Gundam A New Translation Booklet DVD BOX Dynit)
Nella seconda metà degli anni Ottanta l'ingresso dei grossi gruppi multimediali nell'industria del manga apre un nuovo mercato di grandi dimensioni. Tutto comincia nel 1986: il quotidiano economico Nihon Keizai Shinbun, voce ufficiosa dell'oligarchia al potere, affida a Shotaro Ishinomori, la cui carriera è in quel momento quasi a un punto morto, il compito di pubblicare a puntate gli atti di una serie di seminari organizzati per analizzare (e incensare) il modello economico giapponese; i volumi dei Segreti dell'economia giapponese a fumetti (Nihon manga keizai nyumon) si vengono in 550mila copie in un solo anno.
Nel 1987 l'Asahi Shinbun - considerato come il più a sinistra dei grandi quotidiani giapponesi - pubblica la versione a fumetti di Made in Japan, autobiografia del presidente della Sony e realizzata da un altro grande veterano, Takao Saito; seguono varie agiografie che glorificano la Honda, il gigante dell'alimentazione Ajinomoto e l'istituto finanziario Nomura. Fra il 1989 e il 1993 Ishinomori realizza per Chuo Koron-sha, editore dell'intellighenzia giapponese, una Storia del Giappone in 48 volumi supervisionata da una cinquantina di accademici. Approvata dal ministero dell'Educazione, che aveva già introdotto Tezuka e Sanpei Sato (autore della striscia comica Fuji Santaro) nei manuali della scuola elementare nel 1985, questo monumento a fumetti diverrà presto un classico per tutti gli studenti dell'arcipelago.
A fianco a questo manga informativo (joho manga) appaiono anche opere definite salaryman manga o businness manga. Queste serie descrivono in modo molto dettagliato l'universo delle grandi aziende o quello di un grande albergo, il mondo losco degli usurai specializzati nel martoriare le piccole e medie imprese in difficoltà, i problemi delle campagne in via d'abbandono, il lavoro degli avvocati e il funzionamento dei tribunali, i retroscena della vita politica o del mestiere del giornalista, e mille altri temi suscettibili d'interessare gli studenti universitari o i colletti bianchi. Questi manga creano un nuovo pubblico che si aggiunge a quello del seinen manga, all'interno del quale intercettano i trentenni attivi nella vita lavorativa e li seguono passo passo nell'avanzamento delle loro carriere. Negli anni novanta le serie informative, i salaryman manga e i seinen costituiranno circa un terzo delle tirature delle riviste e conduranno il manga a nuovi primati.
Fonte consultata:
Dall'intrattenimento ai media: l'avvento del manga informativo (Il manga - Storie e universi del fumetto giapponese di Jean-Marie Bouissou)
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Le peripezie di Silent Mobius
Il manga e l'animazione come sono oggi devono dunque molto a Kia Asamiya e a Silent Mobius, nel bene e nel male. Perchè allora la diffusione di quest'opera fuori dal Giappone ha sempre conosciuto un destino sfortunato? Innanzitutto è necessario citare il fatto che la stragrande maggioranza delle edizioni occidentali si è basata su una pessima traduzione inglese, pubblicata all'inizio degli anni '90 negli Stati Uniti. In Europa, brutte traduzioni che si basavano su una traduzione già pessima (e errata) in sè hanno dunque fatto di Silent Mobius un fumetto dai contenuti a dir poco ostici, un ennesimo caso di manga dal dialogo molto lineare in Giappone che diventa una sorta di campo minato per i lettori delle sue versioni straniere.
Poi, l'edizione americana - e di conseguenza quelle europee da essa derivate - subì un'improvvisa interruzione quando al povero Asamiya capitò di trovare in una libreria di Ikebukuro che importava manga dagli Stati Uniti una versione inglese che lui non aveva licenziato. Risultato: saltò la testa di colui che aveva pubblicato l'edizione incriminata, ma per un lungo periodo i rapporti tra l'autore e la casa nippoamericana che editava Silent Mobius restarono a dir poco gelidi.
Quando il clima tra le due coste del Pacifico sembrava migliorare, il caos scoppiò in casa dell'editore di Asamiya, Kadokawa: in una lotta fratricida per il controllo del gruppo, uno dei fratelli Kadokawa venne silurato in malo modo e tutto il suo team, che curava la gestione dei diritti per l'estero dei diritti dell'editore, lo seguì per fondare un'altra casa editrice in aperta competizione, dove confluì anche tutta la sezione editoriale del produttore di giocattoli Bandai.
Proprio quando la situazione sembrò tornare sotto controllo, l'allora presidente di Kadokawa venne arrestato per possesso di stupefacenti e il suo posto affidato al figlio. Reduce da studi internazionali, questi sembrava destinato a prendere in mano le redini del licensing verso l'estero; senonchè anche lui finì sotto processo per importune avance a sfondo sessuale nei confronti di un dipendente, lasciando l'azienda proprio nelle mani di quel zio "ex-defenestrato".
Nel frattempo, Asamiya, forte della fama di Silent Mobius, pensò bene di affidarsi ad editori ben più stabili. Diventato l'idolo degli artisti di mezzo mondo, venne inoltre chiamato a disegnare storie per Batman e Guerre stellari. E' in questo momento che decise di abbandonare in toto l'editore Kadokawa per riprendere Silent Mobius, completarlo e portarlo all'editore Tokuma, che ne ha curato un'edizione a merito chiamata Complete Edition.
Fonte consultata:
- Il mondo di Silent Mobius (Silent Mobius vol.2, edizione d/books)
Il divertimento che si prova volando
Nella prima stesura della storia di Last Exile, i due ragazzi protagonisti erano stati pensati come dei cadetti militari. Fu solamente con le successive revisioni che il regista, Koichi Chigira, si rese conto che in quel modo non sarebbe riuscito a trasmettere pienamente la bella sensazione che si prova volando. Rendendoli invece dei corrieri del cielo sarebbe stato possibile esprimere tutto il divertimento del volo. Fu su questa consapevolezza che venne poi costruita la versione finale dell'opera.
Fonte consultata:
Intervista al regista Koichi Chigira (Last Exile Booklet DVD 1 BOX 1 Collector's Edition Shin Vision)
Il Dragon Ball più visto
Nella classifica dei cento anime televisivi più visti di tutti i tempi (basata sullo share del miglior episodio di ogni serie), Dragon Ball si è posizionata al 21° posto grazie alla puntata del 21 gennaio 1987, in grado di toccare il 29,5% di share. L'episodio andato in onda quel giorno, il 47° della prima serie, paradossalmente è un episodio non particolarmente significato, in cui Bulma e Goku si recano dal Maestro Muten per farsi prestare un aereo / sottomarino con cui immergersi nell'oceano e ritrovare una delle sfere del drago (insieme col tesoro dei pirati che dicono si trovi in quella zona). Nel frattempo, l'esercito del Red Ribbon è alla caccia di Goku e si appresta a invadere l'isoletta.
Fonte consultata:
Guardare troppi anime fa male al cervello
Quando venne incaricato di realizzare un seguito del primo Gundam, Yoshiyuki Tomino non ne fu particolarmente contento. Non solo in quanto la prima serie non era stata pensata per avere un prosieguo, ma anche per tutte le imposizioni produttive che ricevette per tale progetto. In un'epoca in cui la figura dell'otaku stava diventando sempre più importante nelle logiche produttive dell'industria degli anime, Tomino stava iniziando ad odiare sempre di più questa nuova serie, le motivazioni per cui era stata prodotta e la produzione stessa. Avendo una visione estremamente negativa degli otaku, col finale della serie volle mandare loro un forte messaggio, ovvero che guardare anime e basta non fa bene alla salute mentale.
Fonte consultata:
- Enciclopedia (Mobile Suit Z Gundam A New Translation Booklet DVD BOX Dynit)
Il manga informativo e le storie per salaryman
Nella seconda metà degli anni Ottanta l'ingresso dei grossi gruppi multimediali nell'industria del manga apre un nuovo mercato di grandi dimensioni. Tutto comincia nel 1986: il quotidiano economico Nihon Keizai Shinbun, voce ufficiosa dell'oligarchia al potere, affida a Shotaro Ishinomori, la cui carriera è in quel momento quasi a un punto morto, il compito di pubblicare a puntate gli atti di una serie di seminari organizzati per analizzare (e incensare) il modello economico giapponese; i volumi dei Segreti dell'economia giapponese a fumetti (Nihon manga keizai nyumon) si vengono in 550mila copie in un solo anno.
Nel 1987 l'Asahi Shinbun - considerato come il più a sinistra dei grandi quotidiani giapponesi - pubblica la versione a fumetti di Made in Japan, autobiografia del presidente della Sony e realizzata da un altro grande veterano, Takao Saito; seguono varie agiografie che glorificano la Honda, il gigante dell'alimentazione Ajinomoto e l'istituto finanziario Nomura. Fra il 1989 e il 1993 Ishinomori realizza per Chuo Koron-sha, editore dell'intellighenzia giapponese, una Storia del Giappone in 48 volumi supervisionata da una cinquantina di accademici. Approvata dal ministero dell'Educazione, che aveva già introdotto Tezuka e Sanpei Sato (autore della striscia comica Fuji Santaro) nei manuali della scuola elementare nel 1985, questo monumento a fumetti diverrà presto un classico per tutti gli studenti dell'arcipelago.
A fianco a questo manga informativo (joho manga) appaiono anche opere definite salaryman manga o businness manga. Queste serie descrivono in modo molto dettagliato l'universo delle grandi aziende o quello di un grande albergo, il mondo losco degli usurai specializzati nel martoriare le piccole e medie imprese in difficoltà, i problemi delle campagne in via d'abbandono, il lavoro degli avvocati e il funzionamento dei tribunali, i retroscena della vita politica o del mestiere del giornalista, e mille altri temi suscettibili d'interessare gli studenti universitari o i colletti bianchi. Questi manga creano un nuovo pubblico che si aggiunge a quello del seinen manga, all'interno del quale intercettano i trentenni attivi nella vita lavorativa e li seguono passo passo nell'avanzamento delle loro carriere. Negli anni novanta le serie informative, i salaryman manga e i seinen costituiranno circa un terzo delle tirature delle riviste e conduranno il manga a nuovi primati.
Fonte consultata:
Dall'intrattenimento ai media: l'avvento del manga informativo (Il manga - Storie e universi del fumetto giapponese di Jean-Marie Bouissou)
Purtroppo Tomino e Anno hanno fatto come i Romani, se non puoi batterli unisciti a loro! E anche loro si sono dati al marketing più sfrenato snaturando le loro opere principali. Eh vabbè... o muori da eroe o vivi tanto a lungo da far diventare la tua opera una macchina sforna milioni.
Concordo su tutta la linea: i messaggi delle due opere sono chiari e limpidi, ma i castelli di carte che sono stati costruiti attorno ad essi e la miopia di certo pubblico hanno dell’incredibile.
Per quanto riguarda la Rebuild di Eva, sebbene il secondo e il terzo film mi abbiano fatto letteralmente schifo, con picchi di trash assoluto nel terzo, (di)spero nel quarto capitolo per decidere se mettere una pietra tombale sull’intera opera o meno.
Che sofferenza.
Amen Evangelion è finito al 26esimo episodio.
Quanto a Dragon Ball sì conoscevo bene questa cosa e rimasi stupito che l'episodio più visto era in realtà una puntata di intermezzo XD
Una cosa simile avvenne con lo Z, la puntata più vista fu quella dove Gohan attende che Goku gli porti i fagioli magici per curare Videl.
Per quanto apprezzi The end of Evangelion, il trip assurdo di animazioni, immagini e musica non riesce ad essere Evangelion, non da la morale contro gli otaku che era il perno principale del finale. Però rispetto ai Rebuild stiamo ancora nelle stesse acque fortunatamente. Ma concordo anche io dicendo che eva finisce all'episodio 26.
Purtroppo Anno ha creato davvero dei Demoni che hanno instupidito gli otaku di tutto il mondo, il suo messaggio gli si è ritorto contro e come conseguenza abbiamo gente fanatica di sta merda. Non sentitevi offesi se sentite che l'otaku è uno sfigato e va appresso la merda, perché gli anime stessi che amano gli otaku sono stati fatti contro gli Otaku. Apprezzare gli anime è un conto, come il cinema, la letteratura e la musica, il problema è quando si loda l'animazione come un Dio, una nuova religione da seguire perché da piaceri e soddisfazioni migliori del Cristianesimo. Purtroppo ancora una volta, opere come Ergo Proxy, Lain, Eva, Boogiepop Phantom (La prima serie), Galaxy Express 999, Paranoia Agent, Dororo(La prima serie anche questa) il film GITS e la serie del 2000, Homunculus (Un manga che ha tanto da dare, ma che non ha ancora ricevuto un adattamento perché non ha possibilità di merchandising) e compagnia sono uscite troppo presto, erano serie troppo avanti con i tempi, serie che sono uscite in buona fede per dare morali su morali a un popolo che è stato martoriato dalla guerra, poi dagli uragani, dagli tsunami e infine dalle radiazioni.
Hanno capito che dare valori dopo un po' sarebbe stato inutile, nessuno vuole ascoltare lezioni, nessuno vuole acculturarsi davvero, sono pipponi inutili che fanno piacere solo a persone che amano scoprire il nuovo e sentirsi dire che le loro convinzioni sono sbagliate, non è roba per persone che vuole viaggiare con gli occhi chiusi in totale leggerezza nel paese dei Balocchi. E come risultato abbiamo schiere di otaku manco fossero gli stormtrooper che passano giornate intere a inghiottirsi e morire di bulimia con serie che davvero non dovrebbero guardare così assiduamente come Love Live, Eromanga sensei, Bakemonogatari e tutta quella roba demenziale e stupida all'inverosimile che fa fare solo i pipponi mentali agli Otaku stessi che le trovano "geniali", "uniche", "profonde", quando in realtà non hanno mai toccati opere come Uno, Nessuno e Centomila, testo che anche Anno fa riferimento per l'episodio finale di EVA. Non va bene e sti giapponesi in tutti i modi hanno cercato di dirlo, ma gli Otaku si sono messi i prosciutti al posto degli occhi, hanno preferito vedere oltre, qualcosa che nessuno ha scorto, la scienza che supera la quarta barriera, ma si sono sempre ritrovati soli in una stanza a masturbarsi mentalmente. Quando in realtà il giappone ha sempre offerto prodotti semplici, dalla comprensione elementare, con morali dolci (Tipo Galaxy express 999 che ogni episodio è una morale dolcissima su un qualche punto debole della società) non si sono mai spinti oltre, solo Lain è leggermente più complesso, ma niente che una buona attenzione non possa capire.
Ciò che a me spaventa è che molti ragazzi si stanno inghiottendo di questa roba, di spazzatura mentale. Così come il McDonald fa diventare grassi e fa male andarci sempre, lo stesso fenomeno lo possiamo riscontrare con gli anime moderni che tutto vogliono essere tranne che una fonte di morali, conoscenza e sentore di positività.
La puntata di Dragonball dimostra solamente quanto la casualità permea la vita umana, statistiche annesse.
Per concludere, quello su Last Exile mi ricorda che lo vedo ancora vedere, pertanto è il prossimo che finisce nella mega listona di recupero senza fine.
Vash, Escaflowne, Cawboy beepop, Master Mosquiton, Slam Dunk e, ovviamente, il mio preferito di tutti: il buon caro Last Exile >_< marun i ricordi :/
Il Rebuild non pare fare eccezione ed è stato proprio il 3.33 a gettare nuova luce sui film finora usciti mostrando che il messaggio che si pone di mandare è quasi certamente una diretta riproposizione/evoluzione del precedente fatto con la serie originale.
A cambiare in questi film sono piuttosto le modalità con cui viene fatto, per ragioni dettate dal differente medium e probabilmente anche dall'era differente in cui viviamo. Oltre al fatto che Anno gioca con il poter comunicare con lo spettatore sia attraverso i film in sè che spingendolo a compararli con la serie originale laddove l'avesse gia vista.
Ad ogni modo per avere una risposta definitiva bisognerà aspettare la conclusione della tetralogia. E che il fandom di Eva torni al suo passatempo preferito: interrogare e interrogarsi sulla psiche del perfettamente imperfetto Shinji
Perdonami ma da dove salti fuori? Onestamente, a parte me, non ho mai letto niente contro certa cultura, o meglio, deriva dell'animazione con Otaku al seguito. Mi rubi il posto?
COmunque si, hai tremendamente ragione. Siamo in pochi eh, a pensarla così ...
Non si può fare più niente: in GIappone gli anime in tv non esistono più - a parte qualche ennesimo remake e robetta inutile pomeridiana, qualcuno compare la notte dall'1 in poi (e chi lo guarda?). Tutto sta in streaming, canali a pagamento ecc.ecc. INsomma una certa fascia ristretta che li segue e non certo la massa che prendeva varie fasce d'età. Evangelion ha fatto danni, purtroppo, e anche per me la serie finisce col 26° ep.
Ma come fai a cambiare una mentalità? Un movimento? Quando convinci il mondo di una cosa non si torna indietro. E' per questo che io ho accusato di questo gioco anche la stampa specializzata, compresa la nostra: le riviste delgi anni 90/2000 hanno iniziato a trattare l'argomento come bambini rincoglioniti, recensivano e scrivevano come bambini. E si preferiva mettere in copertina e non, immagini di ragazzine svestite, minigonne, occhioni giganti e colorati, ecc.ecc. Ovviamente che generazione vuoi che ti cresca? SOlo pochi, ai tempi, scrivevano e trattavano l'argomento in maniera serie, come si trattava il cinema per esempio. Che no vuol dire essere seriosi, snob, ma il ribaltamento è stato grande, forte, da formare gente che oggi vede Madoka e pensa sia un capolavoro assoluto!
E' finita. Oggi gli anime appartengono a loro.
Se tu credi che Anno abbia voluto mandare un messaggio contro gli otaku temo che tu abbia abbastanza travisato sia Evangelion che Anno stesso.
Anno non è Tomino, Anno è ed è sempre stato un otaku (e un otaku anche preso parecchio male).
Non sorprende quindi che tutto Evangelion è letteralmente pieno di cose acchiappa-otaku, da ogni genere di fanservice (belle ragazze, mecha, roba militare etc etc) alle più folli citazioni della roba che piaceva ad Anno.
Il finale Anno non lo scrive in odio agli otaku, lo scrive perché essendo lui in primis quel tipo di persona crede che sia il messaggio da dare.
Nulla a che vedere con Tomino che gli otaku di Gundam li odia eccome e ne ha dato prova più volte negli anni.
Anno non aveva l’intenzione di farlo...
O almeno così si lèsse su articoli e stampa di quei tempi... e viste alcune scene mi sono convinto anche io della cosa.
Sbagli, non ti sei informato bene. NEgli articoli di allora, Anno più e più volte criticava gli otaku. In particolare, subito dopo gli ultimi 2 episodi mandati in onda, rilasciò interviste devastanti contro quella cultura. A cui faceva parte, non c'è dubbio ed è pure ovvio: è cresciuto guardando anime a differenza della vecchia generazione di artisti e disegnatori che non guardava anime ma li inventava dal nulla, e consciamente ed inconsciamente, prendeva dal cinema (ecco perchè amo quegli anni, quegli autori, la totalità delle serie classiche - un singolo episodio di qualsiasi serie si mangia intere serie attuali), ma si era staccato con forza creando poi cose originali a suo modo (anche se derivate allo stesso tempo). Ricordo bene - e li lessi - quando fu minacciato di morte per il finale di Evangelion.
Resistette. Ma poi alla fine si piegò. Infatti Anno non è stato più lo stesso da allora.
...passate, presenti, specialmente se con l'aggravante di essere specchiate.
Concordo, ed è una cosa abbastanza strana, visto che abbiamo pareri dicotomici il più delle volte. ?
Siamo sempre alle solite, ogni volta che si parla di mecha e di critiche otaku viene tirato a forza Neon Genesis Evangelion dentro la polemica, è sistematico, basta andarsi a leggere i commenti delle news o degli articoli.
Detto ciò, e basta andarsi a leggere fior fiore di analisi ed interviste di quel che fu lo staff della dentro con Gainx e dello stesso Hideki Anno, per carpire che il l'opera di Yoshiyuki Tomino è stata presa solamente come spunto, e basta, si chiude lì la storia.
A detta dello staff, dagli elementi esoterici fino a finire al design dei mecha e dello stesso character design dei protagonisti sono stati sviluppati solamente con lo scopo di attirare alla visione l'otaku giapponese, visto che prima delle produzione erano stati commissionati studi di settore per capirne le preferenze.
Pertanto è anche ora di dire basta dopo 25 anni alla teoria che Hideki Anno volesse 'redimere' gli otaku giapponesi o che ha creato una sottocultura, gli otaku c'erano già così come la loro sottocultura, ma nessuno prima di lui e di Gainax avevo 'costruito' un prodotto di animazione televisiva così a misura per loro.
A tutto poi va aggiunta l'incapacità di Hideki Anno di rientrare nel budget di produzione (non era la prima volta che accadeva per altro), che ha tirato fuori quei due episodi che non avrebbero avuto senso di esistere se si fosse circoscritto nella produzione, che hanno boostato i pipponi mentali prima nipponici ed occidentali poi.
Pipponi e minacce (sì, è stato minacciato di morte) che hanno portato lo stesso autore a 'regalare' agli otaku a cui si era rivolto un vero finale, che a sua difesa va detto, si son fiondati nei cinema facendo segnare record al botteghino, e facendo di conseguenza togliere qualche sassolino dalla scarpa a chi lo aveva (giustamente) aspramente criticato per le sue mani bucate in fase di produzione della serie televisiva.
Finita lì ? Ma certo che no, come si suol dire si cerca di mungere la vacca finché si può, pertanto nel 2006 parte il progetto Rebuild, e ciò conferma solamente che l'intenzione di Hideki Anno non era di certo di 'guidare' o 'redimere' nessun otaku, mirava solamente alle loro tasche.
Se ad oggi dovessi accomunare Hideki Anno a qualche altro autore giapponese la mia risposta non sarebbe altro che Akira Toriyama (e lascio a voi intendere il perché), non di certo Yoshiyuki Tomino che con la sua produzione ha lanciato (come altre opere in quegli anni) una vera e dura critica alla società giapponese ed agli otaku che ne facevano inevitabilmente parte.
Detto ciò, anche lui con il tempo ha perso di vista le sue idee così come il suo messaggio, palese dimostrazione è Gandamu G no Rekongisuta che avrebbe fatto meglio a non partorire.
Ma non mi dire, ha cercato di veicolare un messaggio e il responso è stato pessimo, secondo te sarebbe stato logico fare interviste di amore incondizionato?
Ma che senso ha, analizza l'opera invece di trivia che non dicono niente, se ti sembra che Evangelion veicoli lo stesso messaggio di Z Gundam non so che dirti.
Con la differenza che potrei prendere un qualsiasi film di Hitchcock, rivederlo oggi trovandolo ancora attualissimo (quest'anno ho rivisto Psycho e Vertigo, ancora due film della madonna per quanto ovviamente si sentano i quasi 60 anni della pellicola a livello di regia) mentre potrei prendere il 90% delle serie degli anni '70 (quindi di almeno 10 anni successive) trovandoci poco o nulla di buono a parte qualche idea (per dire, la prima serie di Uchuu Senkan Yamato è onestamente inguardabile oggi, invecchiata proprio malissimo).
Suvvia, non usciamocene con queste baggianate che il paragone animazione anime 60-70 e cinema fa uscire l'animazione con le ossa sbriciolate.
Onestamente finché non si è dedicato ad altro non vedo grosse differenze nei lavori animati di Anno, e dato che non vedo fatti a supporto di questa tesi non mi sembra granché utile come spunto.
Mi dispiace deluderti, ma anche l'Evangelion originale è stato adattato da Cannarsi.
Inizialmente l'adattamento delle prime puntate era stato fatto da Mazzotta, ma poi Cannarsi ci ha messo mano a tal punto da rifarlo da zero. Gli ultimi episodi sono tutti suoi.
Sua è, ovviamente, anche la nuova versione fedele "alla lettera".
Ma Cannarsi ha scritte tutte le versioni dei dialoghi della serie di Evangelion.
Son tempi duri ragazzo mio, si deve pur mangiare in qualche modo.
Tornando seri, purtroppo la deriva anime ha preso la piega da "Cartone animato", ha sperimentato tantissimo e ne sono felice, ma non era quello che voleva il popolo giapponese, ma soprattutto non era quello che volevano le multinazionali, perché produrre un'opera dalla sceneggiatura buona, dalla morale forte e con personaggi con personalità diverse senza essere stereotipati? Risposta: Perché non vende. Perché al suo posto possiamo fare una roba grottesca e no sense come Rent A Girlfriend, tanto lo guardano tutti, tanto piace, tanto gli otaku si faranno le loro battaglie per le loro waifu, i salotti mondani del nostro tempo. Questo è il motivo per cui ancora non abbiamo le trasposizioni animate di 20th Century Boy, Billy Bat, Pluto, homunculus e via dicendo, opere che hanno come punto di forza la morale e la comprensione del mondo esterno. Ma se persino Gintama che è un'opera giapponesissima viene valuto a mero "Parodie di altri anime e manga" quando il realtà è davvero pregno di morali, che possiamo aspettarci ormai da un pubblico vecchio così marcio?
Sarebbe bello come dici tu cambiare le mentalità della gente, ma perché? è inutile intervenire, devono essere loro a capire dopo n po' di tempo che hanno sprecato la loro esistenza vicino a roba come High School of dead, Danmachi e tutti gli ecchi simili, insieme ai Isekai e cazzate varie.
Ciò che hanno fatto le riviste del tempo è stato marketing, l'animazione aveva bisogno di qualcosa che si differenziasse dal fumetto americano, il cinema e la letteratura che sembravano tutti al suo tempo molto "Dark", quindi si è trovato il modo per renderli unici, da lì in copertina occhini, colori sgargianti e via dicendo.
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Anno ha creato Evangelion perché soffriva di depressione, “BISOGNA AVERE IL CAOS DENTRO DI SE' PER PARTORIRE UNA STELLA DANZANTE”, lo diceva Nietzsche e la spiegazione di questa frase sembra superflua.
Anno con Eva ha psicanalizzato se stesso, il suo dolore:
Se si studia approfonditamente la sua vita, infatti, si possono riconoscere in ogni avvenimento importante tutte le caratteristiche del protagonista della sua opera, Shinji Ikari: il suo fuggire sempre dalle situazioni difficili, come accaduto per la produzione di Nadia: il Mistero della Pietra Azzurra; l'essere incapace di rapportarsi al mondo esterno, considerato crudele; la figura paterna apparentemente negativa, ma in qualche modo simpatetica, come si vede nel lungometraggio The End of Evangelion. Ogni elemento rende Neon Genesis Evangelion un unicum nel panorama artistico mondiale, con buona pace di chi pensa che scrivere di se stessi sia sbagliato. In Shinji troviamo tutte le paure e la depressione che Hideaki Anno ha vissuto nel corso della sua vita, spingendolo in un baratro di autocommiserazione e disperazione che lo ha spinto a realizzarsi dal punto di vista artistico, riuscendo a connettere milioni di persone in tutto il mondo, isolate però emotivamente. Con Neon Genesis Evangelion Hideaki Anno esortò tutto il suo pubblico a vivere, uscendo dal guscio protettivo rappresentato dalle quattro mura della propria camera. Spinse migliaia di giovani giapponesi ad amarsi, essendo l’io l’unico soggetto a poterci comprendere, destinato ad accompagnarci per tutta la nostra vita.
Paradossalmente Anno riceve dagli stessi sfigati che vuole aiutare soldi e minacce di morte ad ogni suo respiro. Dato che andare contro una cultura così potente, ma che soprattutto gli ha fatto fare il successo si è unito a loro, li ha accettati e si è detto "Finché fanno fare soldi, bon".
È fantastico il fatto che ancora qualcuno voglia andare contro l'ovvietà per non rovinare il proprio sentimento verso l'opera che ama. Per far capire fino a che punto Anno se ne fregato del messaggio di aiuto che voleva dare ai fan, basti vedere la news in cui dice di voler far diventare EVA come l'universo narrativo di Gundam, tante storielle belle, una più insulsa e brutta dell'altra e ve lo dice un fan.
Ah boh.. sarà che cannarsi all'epoca ancora non era caduto dalle scale, perché tutto eva è ancora comprensibile.
Per tutti coloro che ancora vogliono vedere e costruire i palazzi d'aria vi invito a vedervi di nuovo il finale di evangelion sottostante:
Shinji al minuto 12:00 è la morale perfetta per dei ragazzi che hanno paura di mostrarsi al mondo. Ah... Evangelion <3
Opinioni diverse. SOno stanco però che ancora ci sia gente che la pensa come te, e rigira il tutto come se fossi io a dire minchiate.
Visto che non ho voglia di cercare e tirar fuori vecchie riviste, dichiarazioni del tempo, di Anno su Eva che confermano ciò che ho scritto, leggi questo articolo dello scorso anno, completissimo. Se ti va.
https://www.esquire.com/it/cultura/tv/a26020413/neon-genesis-evangelion-storia-recensione/
P.S. Guardati il primo episodio di Dororo, anno 69, bianco e nero. Capolavoro assoluto di regia. Inquadrature, musica, effetti, senso del tempo e del ritmo perfetti, cinematografico. Non a caso c'era un giovane Dezaki alla regia.
E vuoi paragonarlo agli anime di oggi? E non venirmi a dire che i tempi son cambiati, che è vero, i tempi son cambiati, il cinema è cambiato (non tutto per fortuna) ma non per questo debba accettare come si lavora oggi in quest'ambito. Punti di vista diversi.
A te fanno cacare le robe anni 60/70, a me al contrario. NOn c'è altro da aggiungere.
Il primo Dororo che sogni. La povera Mio... altro che i moderni Fake Feels, ancora oggi non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo disperato di Hyakkimaru.
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