Alzi la mano chi conosce la piccola cittadina di Chichibu, un ridente e rustica località a circa due ore a nord-ovest di Tokyo?
Penso pochi di voi lo faranno ma scommetto che i primi minuti di questo film vi regaleranno un forte senso di dejàvu alla vista di determinati paesaggi e soprattutto di un ponte che in molti riconosceranno credo all'istante: è quello di Anohana!
Non è un caso quando ci sono di mezzo il regista Tatsuyuki Nagai, la sceneggiatrice Mari Okada e il character designer Masayoshi Tanaka. Stiamo parlando dell'ultimo film portato qui da noi da Anime Factory e arrivato con il titolo di "A te che conosci l'azzurro del cielo" che non è una reinterpretazione nostalgica di stampo mediasettiano, come simpaticamente avevo pure io detto in una live su Twitch, ma bensì la traduzione del titolo giapponese, che a livello internazionale è noto come Her Blue Sky. Detto che il titolo non è affatto casuale, ma ne parleremo dopo, non possiamo appunto non fare caso che il trio di artisti dietro questo film è lo stesso della fortunata serie anime del 2011 che in realtà aveva un titolo molto più lungo: Anohana - Ancora non conosciamo il nome del fiore che abbiamo visto quel giorno sempre ambientata a Chichibu.
Questo perchè tutti e tre sono originari di quel posto, vi sono legati nel bene e nel male e con quest'ultimo lavoro chiudono proprio quel cerchio iniziato con le avventure di Menma e i suoi amici e proseguito con il film Kokoro ga Sakebitagatterunda del 2015. Questo trio di cui fanno parte Mari Okada ormai lanciatissima sia come regista che come sceneggiatrice e Tanaka, firma riconoscibilissima sui personaggi dopo tanti successi (in primis Your Name.), torna quindi nei luoghi a loro ben conosciuti per un'altra storia di ragazzi a tinte soprannaturali.
Opera citazionistica e anche forse un po' autoreferenziale sin dalle prime battute ma anche forse più personale, come loro stessi spiegano nel bel libretto di interviste che possiamo trovare come gradito bonus all'edizione "limited" dell'home video italiano. La fuga dalla provincia alla ricerca del successo nella grande capitale è parte della loro storia reale, assieme al risentimento, ormai superato, per quei luoghi che erano considerati quasi una "prigione" alle loro aspettative.
I tre ora vogliono entrare in una nuova fase della loro vita creativa e forse è giunto il momento di dire addio al fantasma di Chichibu per poter andare avanti, senza dimenticare però appunto da dove si viene, chi si era e quello che si è diventati.
"Her Blue Sky" è quindi incentrato su Akane e Aoi Aioi (Riho Yoshioka e Shion Wakayama, rispettivamente), due sorelle nate a circa 13 anni di distanza. I loro genitori sono morti quando Akane era al liceo, costringendola ad abbandonare i sogni di trasferirsi a Tokyo per crescere Aoi, con grande sgomento del suo ragazzo, il chitarrista rock Shinnosuke che sarà costretto a partire con la sua valigia di sogni ma senza l'amata al suo fianco.
La storia fa quindi un veloce balzo in avanti di 13 anni, Aoi è una liceale ribelle che odia il posto in cui vive e sogna anch'essa la grande metropoli per dar sfogo al suo talento di bassista, mentre la sorella
e vive una vita tranquilla pensando a tirare avanti la casa dove vivono entrambe. La pacifica vita di provincia viene interrotta da un festival musicale che porta a sorpresa di nuovo in città Shinnosuke, ormai disincantato e cinico uomo sulla trentina che è sì un chitarrista ma di una band itinerante di enka: non esattamente la carriera rock che aveva immaginato!
Andare avanti sarebbe un inutile spoiler continuo che rovinerebbe la visione ai più, basti dire che non mancherà l'inevitabile aspetto sovrannaturale che ultimamente piace tanto a una certa cinematografia anime e che sarà essenziale per far sì che i tre protagonisti riescano ad andare avanti lungo il percorso della loro vita, profondamente zavorrato dal peso dei fatti accaduti 13 anni prima.
Dicevo, non si può non giudicare questo film senza una visione d'insieme dei precedenti lavori di questo trio di cui questa pellicola costituisce l'epilogo. Una trilogia con un messaggio che solo chi ha raggiunto la maturità e la consapevolezza è in grado di dare. Una storia di rimpianti e perdite che ci giunge attraverso un'intricata rete di desideri incrociati sempre però con uno sfondo iper realista. Questo anche se appunto l'elemento sovrannaturale non manca e diventa il deus ex machina della storia, con una scena sul finale fin troppo abusata nella recente produzione anime (e che in realtà non piaceva a tutti leggendo il libretto di interviste) che però si fa perdonare con una conclusione pacata, in cui tutto torna e si possono regolare i conti con il proprio passato, senza più far finta di niente, per riuscire a guardare il proprio futuro. Quel cielo azzurro di cui si conosceva l'esistenza pur rimanendo nel buio profondo del proprio "pozzo".
Pur non essendo un capolavoro penso davvero che questo sia il miglior film portato fino ad ora da Anime Factory, e per certi versi anche uno dei migliori degli ultimi due anni, forse più di alcuni prodotti arrivati già da noi con le stimmati del "titolone". A metà tra Your Name. e Anohana, forse più tendente per ovvi motivi a quest'ultimo, questo film paga in parte il pegno di arrivare dopo molti titoli con tematiche e trame simili, dando così un senso di poca originalità generale con cui molti ormai vedono questo genere di prodotti. Un peccato.
Tecnicamente l'opera è discreta, al chara design conosciutissimo e che appunto vi porterà ad associare i personaggi ad altri delle opere precedenti tra i lavori di Tanaka, va aggiunta l'uso della CG sugli elementi dinamici come auto e mezzi di trasporto. La pellicola segna poi la conferma della giovane popstar Aimyon (Anche se il mondo finisse domani – The Relative Worlds) nella colonna sonora di un anime. La splendida voce della cantautrice è presente nella canzone principale del film e nel brano di chiusura “Aoi”.
I backgrounds, gli sfondi, sono invece lavorati nel classico stile iper realista alla Shinkai, forse in alcuni casi portato all'eccesso: in più di un'occasione i personaggi sembrano muoversi più su delle fotografie che su dei posti tangibili.
L'edizione italiana è curata, la traduzione di Francesco Nicodemo offre sempre una certa garanzia di fedeltà e si fruisce poi anche di un buon adattamento fluido e comprensibile, con la particolarità che Tokyo viene pronunciata in maniera differente da come siamo abituati per una scelta editoriale di Anime Factory. Davvero ottima l'edizione "da collezione" numerata ultra limited che offre Anime Factory sullo stile di quanto già ammirato con "Maquia", davvero molto bello esteticamente ma non solo...
Occhio però al digipack che contiene il blu ray: è davvero "spoileroso" sul retro. Siete avvertiti!
Io personalmente poi ho molto gradito il libretto di 40 pagine con interviste a staff e cast oltre ad altri approfondimenti. Sono questi i contenuti che un fan di anime vuole trovare oggi, davvero interessanti e in grado di dare un ulteriore apporto qualitativo alla semplice visione.
Quindi riassumendo. La Limited Edition in DVD e Blu-ray di A te che conosci l’azzurro del cielo – Her Blue Sky includono i seguenti contenuti extra:
・Sequenza titoli textless
・Gallery dei cartelli
・Original Preview
・Trailer cinematografico
・4 Card da collezione
Coloro che acquisteranno invece l’Ultralimited Edition Blu-ray (a tiratura limitata e numerata), oltre ai contenuti presenti nelle Limited Edition, troveranno anche:
・Un cofanetto Digipack esclusivo
・Un book brossurato di 40 pagine con interviste a staff e doppiatori, approfondimenti e gallerie
In galleria troverete l'unboxing completo dell'edizione Ultralimited!
Penso pochi di voi lo faranno ma scommetto che i primi minuti di questo film vi regaleranno un forte senso di dejàvu alla vista di determinati paesaggi e soprattutto di un ponte che in molti riconosceranno credo all'istante: è quello di Anohana!
Non è un caso quando ci sono di mezzo il regista Tatsuyuki Nagai, la sceneggiatrice Mari Okada e il character designer Masayoshi Tanaka. Stiamo parlando dell'ultimo film portato qui da noi da Anime Factory e arrivato con il titolo di "A te che conosci l'azzurro del cielo" che non è una reinterpretazione nostalgica di stampo mediasettiano, come simpaticamente avevo pure io detto in una live su Twitch, ma bensì la traduzione del titolo giapponese, che a livello internazionale è noto come Her Blue Sky. Detto che il titolo non è affatto casuale, ma ne parleremo dopo, non possiamo appunto non fare caso che il trio di artisti dietro questo film è lo stesso della fortunata serie anime del 2011 che in realtà aveva un titolo molto più lungo: Anohana - Ancora non conosciamo il nome del fiore che abbiamo visto quel giorno sempre ambientata a Chichibu.
Questo perchè tutti e tre sono originari di quel posto, vi sono legati nel bene e nel male e con quest'ultimo lavoro chiudono proprio quel cerchio iniziato con le avventure di Menma e i suoi amici e proseguito con il film Kokoro ga Sakebitagatterunda del 2015. Questo trio di cui fanno parte Mari Okada ormai lanciatissima sia come regista che come sceneggiatrice e Tanaka, firma riconoscibilissima sui personaggi dopo tanti successi (in primis Your Name.), torna quindi nei luoghi a loro ben conosciuti per un'altra storia di ragazzi a tinte soprannaturali.
Le tre protagoniste della trilogia di Chichibu
Opera citazionistica e anche forse un po' autoreferenziale sin dalle prime battute ma anche forse più personale, come loro stessi spiegano nel bel libretto di interviste che possiamo trovare come gradito bonus all'edizione "limited" dell'home video italiano. La fuga dalla provincia alla ricerca del successo nella grande capitale è parte della loro storia reale, assieme al risentimento, ormai superato, per quei luoghi che erano considerati quasi una "prigione" alle loro aspettative.
I tre ora vogliono entrare in una nuova fase della loro vita creativa e forse è giunto il momento di dire addio al fantasma di Chichibu per poter andare avanti, senza dimenticare però appunto da dove si viene, chi si era e quello che si è diventati.
"Her Blue Sky" è quindi incentrato su Akane e Aoi Aioi (Riho Yoshioka e Shion Wakayama, rispettivamente), due sorelle nate a circa 13 anni di distanza. I loro genitori sono morti quando Akane era al liceo, costringendola ad abbandonare i sogni di trasferirsi a Tokyo per crescere Aoi, con grande sgomento del suo ragazzo, il chitarrista rock Shinnosuke che sarà costretto a partire con la sua valigia di sogni ma senza l'amata al suo fianco.
La storia fa quindi un veloce balzo in avanti di 13 anni, Aoi è una liceale ribelle che odia il posto in cui vive e sogna anch'essa la grande metropoli per dar sfogo al suo talento di bassista, mentre la sorella
e vive una vita tranquilla pensando a tirare avanti la casa dove vivono entrambe. La pacifica vita di provincia viene interrotta da un festival musicale che porta a sorpresa di nuovo in città Shinnosuke, ormai disincantato e cinico uomo sulla trentina che è sì un chitarrista ma di una band itinerante di enka: non esattamente la carriera rock che aveva immaginato!
Andare avanti sarebbe un inutile spoiler continuo che rovinerebbe la visione ai più, basti dire che non mancherà l'inevitabile aspetto sovrannaturale che ultimamente piace tanto a una certa cinematografia anime e che sarà essenziale per far sì che i tre protagonisti riescano ad andare avanti lungo il percorso della loro vita, profondamente zavorrato dal peso dei fatti accaduti 13 anni prima.
Dicevo, non si può non giudicare questo film senza una visione d'insieme dei precedenti lavori di questo trio di cui questa pellicola costituisce l'epilogo. Una trilogia con un messaggio che solo chi ha raggiunto la maturità e la consapevolezza è in grado di dare. Una storia di rimpianti e perdite che ci giunge attraverso un'intricata rete di desideri incrociati sempre però con uno sfondo iper realista. Questo anche se appunto l'elemento sovrannaturale non manca e diventa il deus ex machina della storia, con una scena sul finale fin troppo abusata nella recente produzione anime (e che in realtà non piaceva a tutti leggendo il libretto di interviste) che però si fa perdonare con una conclusione pacata, in cui tutto torna e si possono regolare i conti con il proprio passato, senza più far finta di niente, per riuscire a guardare il proprio futuro. Quel cielo azzurro di cui si conosceva l'esistenza pur rimanendo nel buio profondo del proprio "pozzo".
Pur non essendo un capolavoro penso davvero che questo sia il miglior film portato fino ad ora da Anime Factory, e per certi versi anche uno dei migliori degli ultimi due anni, forse più di alcuni prodotti arrivati già da noi con le stimmati del "titolone". A metà tra Your Name. e Anohana, forse più tendente per ovvi motivi a quest'ultimo, questo film paga in parte il pegno di arrivare dopo molti titoli con tematiche e trame simili, dando così un senso di poca originalità generale con cui molti ormai vedono questo genere di prodotti. Un peccato.
Tecnicamente l'opera è discreta, al chara design conosciutissimo e che appunto vi porterà ad associare i personaggi ad altri delle opere precedenti tra i lavori di Tanaka, va aggiunta l'uso della CG sugli elementi dinamici come auto e mezzi di trasporto. La pellicola segna poi la conferma della giovane popstar Aimyon (Anche se il mondo finisse domani – The Relative Worlds) nella colonna sonora di un anime. La splendida voce della cantautrice è presente nella canzone principale del film e nel brano di chiusura “Aoi”.
I backgrounds, gli sfondi, sono invece lavorati nel classico stile iper realista alla Shinkai, forse in alcuni casi portato all'eccesso: in più di un'occasione i personaggi sembrano muoversi più su delle fotografie che su dei posti tangibili.
Her Blue Sky
— Animation Backgrounds (@backgroundsbot) August 25, 2020
Art Director. Takashi Nakamura pic.twitter.com/ZGxeuC72Bi
L'edizione italiana è curata, la traduzione di Francesco Nicodemo offre sempre una certa garanzia di fedeltà e si fruisce poi anche di un buon adattamento fluido e comprensibile, con la particolarità che Tokyo viene pronunciata in maniera differente da come siamo abituati per una scelta editoriale di Anime Factory. Davvero ottima l'edizione "da collezione" numerata ultra limited che offre Anime Factory sullo stile di quanto già ammirato con "Maquia", davvero molto bello esteticamente ma non solo...
Occhio però al digipack che contiene il blu ray: è davvero "spoileroso" sul retro. Siete avvertiti!
Io personalmente poi ho molto gradito il libretto di 40 pagine con interviste a staff e cast oltre ad altri approfondimenti. Sono questi i contenuti che un fan di anime vuole trovare oggi, davvero interessanti e in grado di dare un ulteriore apporto qualitativo alla semplice visione.
Quindi riassumendo. La Limited Edition in DVD e Blu-ray di A te che conosci l’azzurro del cielo – Her Blue Sky includono i seguenti contenuti extra:
・Sequenza titoli textless
・Gallery dei cartelli
・Original Preview
・Trailer cinematografico
・4 Card da collezione
Coloro che acquisteranno invece l’Ultralimited Edition Blu-ray (a tiratura limitata e numerata), oltre ai contenuti presenti nelle Limited Edition, troveranno anche:
・Un cofanetto Digipack esclusivo
・Un book brossurato di 40 pagine con interviste a staff e doppiatori, approfondimenti e gallerie
In galleria troverete l'unboxing completo dell'edizione Ultralimited!
Pro
- i personaggi
- Il messaggio
- Il trio di professionisti dietro questo film
- Torniamo sui luoghi di AnoHana
- L'edizione ultralimited di Anime Factory
Contro
- C'è un senso generale di Dejavu
- I fondali a volte troppo "fotografici"
Solo a me la voce di Aoi appare completamente sballata, per non dire imbarazzante? Anche se la doppiatrice cerca di alleggerire la voce, il risultato finale è una voce finta (lo so, parliamo pur sempre di doppiatori adulti a doppiare). Già nel trailer quando grida o dovrebbe esprimere una certa carica emotiva e drammaticità mi viene a tratti da ridere e a tratti da vergognarmi per il risultato finale.
P.s. si vede che Nicodemo è di scuola cannarsiana, qualche elemento
distopico come Tokyo pronunciato alla simil giapponese lo deve inserire come un marchio di fabbrica.
No la scelta di Toukyo non è di Nicodemo, è la prima cosa che gli ho chiesto prima di scrivere questa recensione...queste scelte non le fa il traduttore ma l' adattatore/direttore del doppiaggio
Come dimenticarsi del bacino di Chichibu?! Che domande...XD
A parte questo, sono molto interessato al film, probabilmente lo recupererò tra poco.
Grazie dell'informazione, allora questa è l'occasione per rivalutare questo traduttore ai miei occhi.
Ora voglio che portino anche il film di AnoHana (di cui ho già la serie Dynit) e KokoSake.
Ho pensato la stessa cosa - nulla contro la doppiatrice, solo che Aoi "non rientra tra i suoi personaggi" - HIMO.
Cmq la qualità del doppiaggio com'è?
Si anche io la trovo a tratti fastidiosa quando grida/piange
L'avete scritto anche voi in una notizia. https://www.animeclick.it/news/80058-sora-no-aosa-o-shiru-hito-yo-nuovo-film-per-nagaka-mari-okada-e-tanaka
Non mi è piaciuto come questo ..ma più o meno sono sullo stesso livello
Che è il motivo per cui ho isolato l'Okada
Non vedo l'ora di vederlo, ma dubito fortemente sia oggettivamente paragonabile a Maquia. Basta vedere voti e recensioni online.
Riguardo alla domanda sulla città di origine del trio posta nel commento subito dopo il mio?
Cioè, hai isolato Okada dopo la sua opera di punta e di redenzione?
No è palesemente non coerente con il personaggio non è un'impressione, gli altri vanno tutti bene.
La recensione ci sta vale 80, non condivido affatto i contro espressi
- deja vu per i posti citati? Io ho visto anohana ma non mi ha dato questa sensazione NEGATIVA del rimando eccessivo visto e rivisto....
- fondali troppo cinematografici ma che critica è? Troppo iper realistici.....mi sembra un pò una roba campata per aria, tecnicamente i disegni del chara design non sono assolutamente discreti,anzi si legano molto agli ambienti. Non capisco prorpio la critica dal punto di vista tecnico ( "...in più di un'occasione i personaggi sembrano muoversi più su delle fotografie che su dei posti tangibili.") questa discrepanza non si nota per nulla anzi se si guarda bene si osserva un ottimo adattamento dei movimenti del soggetto/i sui vari materiali di contorno.
Piuttosto argomenterei in modo negativo sulla storia un pò sottotono e dai risvolti prevedibili.
PS: dimenticavo come PRO gli ottimi BGM
No nel senso che ritengo questo film l'opera più riuscita del trio mentre se mi riferisco alla sola Okada scelgo sicuramente Maquia.
Ah, okay. Mi scuso per essere saltato a conclusioni. Sarò felice di essere d'accordo con te non appena lo avrò visto.
Il senso di deja vu non è per i luoghi ma per la tipologia di storia ormai piuttosto abusata nel recente passato (lo spiego nella recensione) .
Sul lato tecnico mi spiace, questo fotorealismo lo trovo eccessivo e a volte (come la scena tra Akane e il suo ex che suona sulle scale) risulta piuttosto staccato dall' animazione 2D. In pratica sono fotografie pennellate ma che in alcuni punti non mi hanno convinto in pieno...
Aspettavo tantissimo questo film, sia perché mi piace tanto la Okada (amo AnoHana, amo Araburu), sia perché la protagonista è tanta roba: ragazza coi capelli corti super rockettara... è un modo facilissimo per comprarmi.
Personalmente me lo aspettavo però molto più brioso.
Invece i ritmi narrativi sono stati tutti perlopiù molto tranquilli, senza pesantezza ma senza neanche quel momento più vivace che in un lungometraggio animato solitamente è essenziale come transizione nella seconda parte dell'opera.
La retorica diciamo che è abbastanza terra-terra, degli insegnamenti abbastanza basic ma che comunque male non fanno. Di certo nulla che ti cambia la vita, però se lo vediamo nella prospettiva del trio di Chichibu (sì) allora magari il meta offre qualcosa in più.
Bella musica, bello da vedere. Personaggi carini ma speravo in un qualcosa di più anche da parte loro.
Un film che per me ha il grande difetto che doveva osare di più. In AnoHana l'elemento sovrannaturale è predominante fino a squarciarti l'anima, in Araburu le ragazzine scapestrate FANNO LE RAGAZZINE SCAPESTRATE superando a volte anche i limiti della decenza, qui invece questa ragazza è un'adolescente molto più tranquilla di quello che mi sarei potuto aspettare. Una rockettara in guerra contro il mondo, che vuole fuggire dal suo paesino, che vuole riscattare la sua giovane vita... deve fare di più! Magari avevo aspettative troppo alte, ma secondo me invece erano semplicemente adatte.
Un film che io consiglio e che rivedrò sicuramente altre volte, Anime Factory ha fatto un gran colpo e l'ha trattato in modo eccellente, però c'è un po' di freno a mano tirato. Un anime che ti insegna il giusto senza mai alzare la voce ... ... ma io dalle adolescenti voglio sentire un po' di urla, lo ammetto.
In pratica posso vedere il film come opera a sè oppure devo aver visto anche le altre opere precedenti per seguirlo adeguatamente(io ho visto solo AnoHana, devo vedere anche altre opere degli autori)?
No lo puoi vedere benissimo senza aver visto gli altri, ci sono degli evidenti omaggi ma nulla di più
Perchè volevo controllare sul libretto se avevo visto giusto.
Nel book allegato alla versione home video ultralimited, prima parte dedicata all' intervista al trio Tanaka dice
" noi siamo tutti originari di Chichibu, per cui abbiamo provato le stesse sensazioni ritratte nel film".
Che poi quello che conta è che cmq venivano tuttine tre dalla provincia e in questa storia hanno provato a raccontare appunto questa parte fondamentale della loro vita
Ho capito, ringrazio. Strano allora che quando il film venne annunciato, specificarono che fosse solo la città di origine di Okada. Anche AnimeNews riportò lo stesso.
oook grande! anche io stavo per chiederlo
A questo punto recupera proprio AnoHana che tutta la serie ora su amazon ha prezzi popolari
Ano Hana l'ho già vista su netflix, altro?
Grazie per la risposta e l'informazione, Ironic! ^.^
Credo sia un titolo che mi incuriosirebbe, il chara mi piace (ovviamente) tantissimo, gli sfondi manco a parlarne, il tipo di storia in parte slice e in parte musicale, anche.
E poi sicuramente mi piacerebbe ascoltarlo in lingua originale per sentire, oltre alla Yoshioka (attrice qui in veste di doppiatrice) anche Ryo Yoshizawa sul ruolo maschile
Confermo che la pronuncia di Tokyo è scorretta: se è vero che la prima o di Tokyo non deve essere aperta, non è neanche così calcatamente chiusa da avvicinarsi quasi al suono della u (u che effettivamente non c'è). Questo comunque è un problema di fonetica italiana in cui ogni parola ha obbligatoriamente una sillaba tonica che nella maggior parte dei vocaboli cade nella penultima (parole piane). Il fatto di usare l'accento aperto o chiuso non cambia se lo si fa sentire così tanto, al massimo andrebbe mantenuta una o più naturale possibile. Al minuto 11 c'è la corretta pronuncia giapponese:
https://youtu.be/qUTD9r3G8W0
In tutto questo comunque sempre tenendo conto che la pronuncia originale non è un dogma e che i nomi di città vanno sempre tradotti visto che non si sono mai sentiti doppiaggi con London, Paris, ecc.
Chiuso il discorso pronuncia, il resto dell'adattamento l'ho trovato impeccabile. Venendo al film, come già detto non sono un fan di Mari Okada, ma qui fa davvero un buon lavoro. Purtroppo, come già evidenziato nella recensione la tematica è stata già abusata soprattutto in questo ultimo periodo e in questo ad esempio un Ride your Wave è riuscito decisamente meglio.
Altro punto dolente su cui concordo con Ironic sono i fondali fotorealistici, ma purtroppo questo crea un effetto un po' straniante. Specialmente ad esempio quando la macchina sembra muoversi su delle fotografie. Su questo i film si Shinkai fanno scuola, ma sarebbe bello vedere stili differenti.
Devo smentire quanto detto - il doppiaggio di Aoi nel film è completamente diverso dal trailer, come se il trailer fosse stato doppiato a parte e male in fretta.
La doppiatrice di Aoi (Vittoria Bartolomei) ha fatto davvero un ottimo lavoro e la sua voce non è "sbagliata" per il personaggio come sembrava dal trailer.
Questa è il mio pensiero dopo aver visto il film.
ps. anche in Giappone si divertono a giocare con i nome/cognomi: Aoi Aioi...
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.