Josée, la tigre e i pesci è un titolo tratto da un racconto breve di Seiko Tanabe del 1984 e ora edito anche in Italia grazie a JPOP. Il titolo però in Giappone assunse grande notorietà grazie al pluripremiato film live del 2003 del regista Isshin Inudō. Questo film animato quindi può essere considerato come una sorta di remake del film del 2003 che, forte di una solida base di notorietà in patria, va in cerca del successo internazionale sulla scia dei grossi calibri di Shinkai e Hosoda che hanno conquistato riconoscimenti da critica e dal grande pubblico in tutto il mondo al di là di quanto già avevano fatto i film dello Studio Ghibli.
Senza fare spoiler sullo svolgersi della trama, uno sguardo critico potrebbe obiettare su tutta una serie di cliché e forzature che portano avanti la storia in un modo quasi innaturale fino ad una parte finale fin troppo melodrammatica e con una conclusione leggermente diversa da quella della storia originale. Se questo può essere vero da una parte, è però solo un'analisi molto superficiale delle sfaccettature della storia. In realtà quello che assume una maggiore rilevanza è il messaggio che il film vuole trasmettere: è il voler far riflettere sulla differenza tra amore e compassione, tra il pensare di aver capito i sentimenti dell'altra persona e il realizzare davvero cosa significa essere nella condizione dell'altro, tra il desiderio di perseguire il proprio successo personale ad ogni costo, il bisogno di socializzazione ed empatia e il volere realmente il bene di un'altra persona al punto da sacrificare un rapporto di vicinanza più stretta.
Non a caso la scena più bella è quando Josée legge la storia illustrata verso la fine del film: in quella scena è metaforicamente raccolto il succo e la morale di tutta la trama.
Un altro esempio emblematico può essere una scena che ha suscitato qualche ironia. Ovviamente Tsuneo e Josée romperanno presto la regola del non uscire di casa imposta dalla nonna e in una delle uscite, Tsuneo porterà la ragazza allo zoo di fronte al recinto delle tigri. Certo noi sappiamo come normalmente questi recinti siano protetti da gabbie o da fossati (ed è esattamente così nella location originale, il Tennoji Zoo di Osaka), ma i disegnatori hanno probabilmente voluto omettere questo particolare o rendere la prospettiva in modo da nasconderlo. Questo rende il pericolo della tigre palpabile, reale: guardare la tigre negli occhi è come uscire di casa e affrontare faccia a faccia i pericoli. È lo scoprire quanto il mondo sia terribile e meraviglioso allo stesso modo, ma anche di come aprirsi a qualcuno a cui appoggiarsi possa aiutare ad affrontare le proprie paure.
Parlando del lato tecnico, Bones compie un lavoro egregio con le animazioni e di particolare pregio è anche il character design di Haruko Iizuka che ci ritrae una Josée con diverse acconciature e outfit. Andando a parlare di sfondi, sicuramente il riferimento non possono che essere quelli splendidi dei film di Makoto Shinkai, ma il lavoro che diretto da Yūji Kaneko in questo film non è da meno. Tutto è disegnato a mano prima di essere digitalizzato, le strade di Osaka vengono riprodotte con la massima fedeltà, la stanza di Josée è curata e stracolma di dettagli; inoltre non ci sono luci o prospettive a richiamare l'attenzione dello spettatore verso il punto in cui si muoverà l'azione, ma è tutto pulito, uniforme e incredibilmente realistico.
Particolarmente significativo è anche il lavoro sulla colorazione che cambia in accordo all'evolversi del rapporto tra i protagonisti con un inizio su tonalità molto scure per poi diventare sempre più chiare con lo sviluppo della relazione tra Tsuneo e Josée, per poi virare su tonalità più grigie nei momenti più drammatici. Notevoli sono anche le parti marine sia delle immersioni che quelle immaginate: non può non venire subito in mente il confronto con il recente Ride Your Wave di Yuasa e per quanto i due film scelgano stili molto differenti direi che il livello è paragonabile con il film Josée che mantiene in ogni caso un approccio decisamente più realistico e meno sperimentale.
Di altissimo livello anche il comparto audio sia per le musiche di sottofondo che per quelle cantate (insert ed ending) affidate ad EVE, cantante già molto apprezzato per le sigle di Dororo e Jujutsu Kaisen.
L'edizione italiana è davvero superba e rispettosa della controparte giapponese. Spesso si nota anche una certa ricercatezza nello scegliere il vocabolo giusto per esprimere il concetto più vicino al senso originale piuttosto che la traduzione letterale: è il caso ad esempio di kanrinin tradotto come attendente che trovo essere molto più calzante nel rapporto tra Tsuneo e Josée di quanto avrebbero potuto esserlo traduzioni come servitore, assistente, segretario, guardiano, ecc...
Dal punto di vista del doppiaggio, va un plauso alla performance di Mosè Singh che rivela davvero calzante nel ruolo di Tsuneo, mentre la pur brava Luna Iansante su Josée forse non riesce a raggiungere l'intensità dell'originale Kaya Kiyohara (che tra l'altro marca la caratterizzazione del suo personaggio anche con un forte accento del Kansai).
Tsuneo è uno studente universitario nella facoltà di biologia marina che sta per realizzare il suo sogno di andare a studiare all'estero, in Messico, dove vive la sua specie di pesci preferita. In cerca di vari lavoretti part-time utili a pagarsi gli studi prima della sua partenza, il giovane viene assunto da una signora anziana per occuparsi, durante la sua assenza, di sua nipote Kimiko, una giovane affetta da paralisi cerebrale costretta su una sedia a rotelle e impossibilitata ad uscire di casa: unica regola ferrea da rispettare è che non dovrà mai farla uscire perché il mondo esterno è pieno di pericoli.
Oppressa da una nonna iperprotettiva e bloccata dalla sua disabilità, Kimiko è infantile ed emozionalmente immatura, vuole essere chiamata Josée come la protagonista del suo romanzo preferito ("Quelli senza ombre" di Françoise Sagan) e si rivolge a Tsuneo con supponenza chiamandolo attendente. Un po' per il bisogno di soldi e un po' impietosito dalla condizione della giovane, Tsuneo cercherà di sopportare la situazione e alla fine i due cominceranno a sviluppare dei sentimenti reciproci.
Oppressa da una nonna iperprotettiva e bloccata dalla sua disabilità, Kimiko è infantile ed emozionalmente immatura, vuole essere chiamata Josée come la protagonista del suo romanzo preferito ("Quelli senza ombre" di Françoise Sagan) e si rivolge a Tsuneo con supponenza chiamandolo attendente. Un po' per il bisogno di soldi e un po' impietosito dalla condizione della giovane, Tsuneo cercherà di sopportare la situazione e alla fine i due cominceranno a sviluppare dei sentimenti reciproci.
Senza fare spoiler sullo svolgersi della trama, uno sguardo critico potrebbe obiettare su tutta una serie di cliché e forzature che portano avanti la storia in un modo quasi innaturale fino ad una parte finale fin troppo melodrammatica e con una conclusione leggermente diversa da quella della storia originale. Se questo può essere vero da una parte, è però solo un'analisi molto superficiale delle sfaccettature della storia. In realtà quello che assume una maggiore rilevanza è il messaggio che il film vuole trasmettere: è il voler far riflettere sulla differenza tra amore e compassione, tra il pensare di aver capito i sentimenti dell'altra persona e il realizzare davvero cosa significa essere nella condizione dell'altro, tra il desiderio di perseguire il proprio successo personale ad ogni costo, il bisogno di socializzazione ed empatia e il volere realmente il bene di un'altra persona al punto da sacrificare un rapporto di vicinanza più stretta.
Non a caso la scena più bella è quando Josée legge la storia illustrata verso la fine del film: in quella scena è metaforicamente raccolto il succo e la morale di tutta la trama.
Un altro esempio emblematico può essere una scena che ha suscitato qualche ironia. Ovviamente Tsuneo e Josée romperanno presto la regola del non uscire di casa imposta dalla nonna e in una delle uscite, Tsuneo porterà la ragazza allo zoo di fronte al recinto delle tigri. Certo noi sappiamo come normalmente questi recinti siano protetti da gabbie o da fossati (ed è esattamente così nella location originale, il Tennoji Zoo di Osaka), ma i disegnatori hanno probabilmente voluto omettere questo particolare o rendere la prospettiva in modo da nasconderlo. Questo rende il pericolo della tigre palpabile, reale: guardare la tigre negli occhi è come uscire di casa e affrontare faccia a faccia i pericoli. È lo scoprire quanto il mondo sia terribile e meraviglioso allo stesso modo, ma anche di come aprirsi a qualcuno a cui appoggiarsi possa aiutare ad affrontare le proprie paure.
Parlando del lato tecnico, Bones compie un lavoro egregio con le animazioni e di particolare pregio è anche il character design di Haruko Iizuka che ci ritrae una Josée con diverse acconciature e outfit. Andando a parlare di sfondi, sicuramente il riferimento non possono che essere quelli splendidi dei film di Makoto Shinkai, ma il lavoro che diretto da Yūji Kaneko in questo film non è da meno. Tutto è disegnato a mano prima di essere digitalizzato, le strade di Osaka vengono riprodotte con la massima fedeltà, la stanza di Josée è curata e stracolma di dettagli; inoltre non ci sono luci o prospettive a richiamare l'attenzione dello spettatore verso il punto in cui si muoverà l'azione, ma è tutto pulito, uniforme e incredibilmente realistico.
Particolarmente significativo è anche il lavoro sulla colorazione che cambia in accordo all'evolversi del rapporto tra i protagonisti con un inizio su tonalità molto scure per poi diventare sempre più chiare con lo sviluppo della relazione tra Tsuneo e Josée, per poi virare su tonalità più grigie nei momenti più drammatici. Notevoli sono anche le parti marine sia delle immersioni che quelle immaginate: non può non venire subito in mente il confronto con il recente Ride Your Wave di Yuasa e per quanto i due film scelgano stili molto differenti direi che il livello è paragonabile con il film Josée che mantiene in ogni caso un approccio decisamente più realistico e meno sperimentale.
Di altissimo livello anche il comparto audio sia per le musiche di sottofondo che per quelle cantate (insert ed ending) affidate ad EVE, cantante già molto apprezzato per le sigle di Dororo e Jujutsu Kaisen.
L'edizione italiana è davvero superba e rispettosa della controparte giapponese. Spesso si nota anche una certa ricercatezza nello scegliere il vocabolo giusto per esprimere il concetto più vicino al senso originale piuttosto che la traduzione letterale: è il caso ad esempio di kanrinin tradotto come attendente che trovo essere molto più calzante nel rapporto tra Tsuneo e Josée di quanto avrebbero potuto esserlo traduzioni come servitore, assistente, segretario, guardiano, ecc...
Dal punto di vista del doppiaggio, va un plauso alla performance di Mosè Singh che rivela davvero calzante nel ruolo di Tsuneo, mentre la pur brava Luna Iansante su Josée forse non riesce a raggiungere l'intensità dell'originale Kaya Kiyohara (che tra l'altro marca la caratterizzazione del suo personaggio anche con un forte accento del Kansai).
Due sono i film che mi sono subito venuti in mente per somiglianze mentre guardavo Josée, la tigre e i pesci e sono La Forma della Voce di Naoko Yamada e Seishun Buta The Movie di Sōichi Masui. Ecco, forse il film non avrà la forza espressiva del primo o il fortissimo impatto emotivo del secondo, ma è un film che porta con sé un po' di entrambi e che sarà amato da chi ha particolarmente apprezzato questi due titoli. Di suo Josée, la tigre e i pesci è un film pieno di significati che vuole lasciarci qualcosa dopo la visione, ma che concede anche tanto spazio alle emozioni e al far empatizzare con i personaggi.
Poteva essere facile prendere un personaggio disabile e scadere nel pietismo, invece Josée si rivela un personaggio dalle mille sfaccettature e contraddizioni: la sua disabilità non fa che accentuare il suo senso di inadeguatezza nei confronti della società. La sola remora è che la tematica e il fatto che sia fondamentalmente un film romantico possa non essere nelle corde di tutti, però sono state usate delle accortezze per alleggerire un po' la storia e renderla fruibile al grande pubblico.
Aggiungendo anche un comparto tecnico e musicale di prim'ordine e un'edizione italiana curatissima sotto ogni punto di vista, non ci sono scuse per non tornare finalmente al cinema per godersi un'ora e mezza di un film di animazione di altissima qualità.
Poteva essere facile prendere un personaggio disabile e scadere nel pietismo, invece Josée si rivela un personaggio dalle mille sfaccettature e contraddizioni: la sua disabilità non fa che accentuare il suo senso di inadeguatezza nei confronti della società. La sola remora è che la tematica e il fatto che sia fondamentalmente un film romantico possa non essere nelle corde di tutti, però sono state usate delle accortezze per alleggerire un po' la storia e renderla fruibile al grande pubblico.
Aggiungendo anche un comparto tecnico e musicale di prim'ordine e un'edizione italiana curatissima sotto ogni punto di vista, non ci sono scuse per non tornare finalmente al cinema per godersi un'ora e mezza di un film di animazione di altissima qualità.
Pro
- Emozionante e pieno di significati
- Comparto tecnico e musicale di primissimo ordine
- Edizione italiana curata in ogni dettaglio
Contro
- Ci sono tanti cliché tipici di storie romantiche e qualche forzatura che fa andare avanti la trama
- Il tipo di storia può non essere nelle corde di tutti
Comunque poltrone Vip prenotate al The Space!
Mi piacerebbe andare a vederlo al cinema, ma aspetterò il bd e nel mentre mi leggerò il manga
Ad ogni modo, da vedere!!!
E' adatto a una bambina di 11 anni? Ci sono scene di sesso e violenza?
Grazie
Non ci sono scene di sesso o violenza. Penso anche a 11 anni possa capire abbastanza, ma si tratta di un film in ogni caso rivolto ad un target più adulto.
Può forse esserci una particolare scena (chi non ha visto il film non legga)
valuta tu.
Dunque il romanzo ha un finale diverso... Peccato, perché il finale del manga mi è piaciuto! Il film si discosta anche dal manga?
A 11 anni conoscevo a memoria tutte le mosse mortali di Ken Shiro e mi esaltavo quando un robot faceva saltare per aria il nemico. Falla crescere
Io l'ho visto e sono una di quelle che non perdona i clichè e le forzature, ma la storia ha un messaggio di fondo così forte e ricco e anche dei bei protagonisti, che succede proprio il contrario, le forzature e i cliché vengono indeboliti. O almeno è così che l'ho visto, spero che piaccia anche a te.
per renderlo meno tale.
voto più basso, comunque ottimo film.
Grazie @Tina_0000, la tua risposta mi fa ben sperare.
A quanto pare, però, si trova solo usato. Chissà, dopo questo film potrebbero anche decidere di rieditarlo.
L'elemento reale c'è ed è Josee e la sua vita e il suo mondo e le sue difficoltà, ma la storia d'amore vuole stringere parecchio l'occhio alle classiche fiabe, quindi se Josee vola per ben due volte su Tsuneo a me non dispiace più di tanto. Viva il potere della fantasia e dell'amore una volta ogni tanto!
E la scena della fiaba narrata da Josee è stupenda, da sola valeva il prezzo del biglietto.
Le uniche cose che mi hanno riportato alla realtà sono stati l'intervallo con stacco netto a metà per fare entrare il baracchino degli snack (non era vietato consumare cibo all'interno del cinema???) e le luci accese sui titoli di coda e scena finale. Ma sono cose che vanno imputate all'incompetenza nel gestire un cinema (l'UCI di Lissone in questo caso) e al poco riguardo verso gli spettatori e l'opera trasmessa.
UCI fa sempre queste cose, credo siano policy aziendali (schifose, specie l'accendere le luci sui titoli di coda).
Per me sarebbero cose da rimborso del biglietto, ma si tende ad evitare di questionare finendo poi per non risolvere il problema.
Mentre, in esclusiva per Fan Factory
Josée, la Tigre e i Pesci - Ultralimited Edition Blu-ray + 4 Special Cards + Book (Blu-ray) https://fanfactory.shop/it/josee-la-tigre-e-i-pesci-ultralimited-edition-blu-ray-4-special-cards-book_4020628791650
Carina l'idea del libro illustrato di Josèe, però mi sa che andrò di versione standard.
Effettivamente
Mi pare che qualcuno abbia avuto da ridire sul doppiaggio, ma io non ci ho trovato nulla di strano.
Dopo il manga promuovo a pieni voti anche il film. Ora devo solo leggere il romanzo, che mi aspetta da un po' sul comodino.
Per quella forzatura di cui parli non capisco una cosa
Certamente anche la fuga (che culmina col volo), dopo che fra l'altro si erano dati appuntamento.
A questo punto devo proprio leggere il romanzo, che purtroppo a quanto pare è dedicato a
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