Chiunque abbia dimestichezza con il mondo del fumetto ha sentito parlare di Zerocalcare, colui che per primo ha portato il fumetto ai vertici delle classifiche di vendite in Italia. Negli ultimi anni, la sua capacità di arrivare alla pancia del pubblico, lo ha innalzato ad essere il più influente fumettista in Italia, capace di vendere oltre un milione di copie dei suoi libri, editi da Bao Publishing. Abbiamo imparato a conoscerlo dagli esordi con La profezia dell'Armadillo, passando dai capolavori di Kobane Calling e Macerie Prime ed arrivando alle ultime fatiche di Scheletri e A babbo morto. Una storia di Natale. In tutto questo percorso abbiamo compreso come Zerocalcare sia in grado di intrattenerci e divertirci attraverso un sapiente intreccio di situazioni di vita e personaggi costanti nelle varie opere, dove il suo alter ego, Zero, affronta la quotidianità in varie ambientazioni arrivando al pubblico con i suoi dialoghi diretti e senza censure in romano stretto e dove sorridere diventa inevitabile. Tuttavia le opere di Zerocalcare sono da sempre sinonimo anche di riflessione, dramma a volte, dove sono evidenti i messaggi al pubblico, che spesso prova i medesimi sentimenti di disagio e inadeguatezza che sono propri del protagonista. Pertanto, con l'arrivo di Strappare lungo i bordi, la prima serie televisiva animata scritta e diretta dall'artista e distribuita dal colosso dello streaming Netflix, ci aspettavamo in qualche modo di riportare alla luce quelle sensazioni sopra descritte. La serie non è una banale commedia, ci si diverte è vero, anche molto, ma la piega che questo nuovo prodotto prende improvvisamente ci fa ricordare perché amiamo tanto essere avvolti dalla narrativa di Zerocalcare.
TRAMA DI STRAPPARE LUNGO I BORDI
ANALISI DI STRAPPARE LUNGO I BORDI
Lo abbiamo sempre detto: i fumetti di Zerocalcare sarebbero perfetti per un adattamento animato. Questa tesi si è poi rinforzata dopo aver visto il film La profezia dell'Armadillo del 2018, ricco di difetti ma soprattutto dove non si recepivano appieno la capacità di saper raccontare situazioni di vita e tutta l'artisticità propria dell'autore. Con Strappare lungo i bordi questa supposizione trova infine conferma e lo show di Netflix è un vero e proprio gioiello su tutti fronti. Partendo dall'aspetto tecnico l'animazione è tutt'altro che frivola o banale, è un buon prodotto, colorato, fluido e coinvolgente, intervallato da una colonna sonora, dalla sigla di Giancane ai brani dei Klaxon-back up- o dei Gli Ultimi, che ci rievoca le serate tra ragazzi negli anni '90 e '00, passate nei locali di periferia. Anche la serie stessa è un intenso richiamo a quegli anni, tra evidenti omaggi a prodotti di ogni tipo o target da Ken il Guerriero a Il Trono di Spade, passando per Star Wars o Scommettiamo che...?, omaggi che si trasformano inevitabilmente in nostalgia per il telespettatore, soprattutto per coloro che appartengono alla generazione dell'autore. La capacità di Zerocalcare poi passa dai messaggi sociali tutt'altro che celati dove, utilizzando espedienti di vita quotidiana come un cambio gomme o una chiacchierata al bar, l'autore riesce sempre a farci interrogare su questioni importanti come razzismo, sessismo o identità di genere, senza però rallentandone gli ingranaggi.
Strappare lungo i bordi è dunque un continuo vivere il presente ricordando il passato, rimandi che diventano necessari per spiegare il rapporto tra Zero e Alice, ma anche per raccontare il disagio interiore del suo protagonista, che molti hanno imparato a conoscere attraverso i fumetti, dove è sempre stato messo a nudo, sottolineandone soprattutto i difetti. Un disagio che si trasforma spesso in ansia, palpitazione, mania e paura, così come in malessere di vivere, scandito da lunghi monologhi volutamente spesso esagerati, maniaci e negativi. Tutto intorno a Zero evolve, tutto passa, tranne quel costante senso di inadeguatezza e la costante ricerca di una felicità, più imposta dalla società che dal proprio libero e soggettivo pensiero. Quanti nel mondo si sentono manchevoli o infelici perché non hanno un lavoro stabile, soldi, casa, famiglia, amici? Strappare lungo i bordi ci mostra come l'era dei social network abbia appesantito la dose, facendoci credere che esista un mondo felice che noi non potremo mai raggiungere. Un mondo dove tutti si mostrano "filtrati", felici, tra viaggi e amori, tra amicizie e gioie, mentre noi scorriamo spesso i post sdraiati sul divano di casa incapaci persino di scegliere un film da guardare. I social network tuttavia non sono la realtà, tutti hanno scheletri nell'armadio, difficoltà nella vita, incertezze e infelicità, ma queste, non essendo di fatto tangibili, pesano sulle spalle delle riflessioni di un protagonista in cui è impossibile non immedesimarsi.
In soli 115 minuti, la durata complessiva di questa serie animata, Zerocalcare affronta dunque con la sua straordinaria capacità di raccontare e attraverso la sua voce - la serie è infatti interamente doppiata da lui stesso ad esclusione del personaggio dell'Armadillo affidato a Valerio Mastrandea - un percorso intero di vita, affidando i pensieri alla sua coscienza, l'Armadillo, e ai telespettatori attraverso personaggi che ciclicamente abbiamo imparato a conoscere tra le sue pagine in questi anni. Una serie che si apre al bingewatching sfrenato, veloce, così come sono rapidi e costanti gli easter egg, le citazioni alla cultura pop, mescolate ai monologhi sul senso della vita che di fatto rendono lo show un accurato equilibrio tra divertimento e riflessione. Una riflessione che è propria sicuramente di chi vive una forte crisi identitaria ma che è anche un vero e proprio specchio della società attuale, dove tra l'umorismo e le risate, viene mescolata una forte denuncia sociale con un messaggio finale importante.
"La serie piacerà a chi sta impicciato come me" aveva detto Michele Rech, in arte Zerocalcare, presentando questo suo ultimo lavoro arrivatoci attraverso Netflix. Quella che forse è la considerazione più importante, a cui arriva anche il personaggio di Zero sul finale della serie, è che tutti "stanno impiccati nella vita". Per questo motivo non si vede ragione per cui Strappare lungo i bordi non sia un prodotto adatto a tutti, capace di coinvolgerci, di bastonarci, di farci divertire e allo stesso tempo di colpirci come punching ball. Per quanto si possa essere abituati alla narrazione di Zerocalcare questa serie animata ci fa assimilare i concetti in maniera più rapida e diretta ma comunque approfondita, cercando di farci ricordare l'esatto istante in cui la nostra vita si è strappata lungo i bordi, ossia quando ha deciso di deviare da quella che era una linea tratteggiata prestabilita e sicura, diretta verso la felicità. Impossibile restare indifferenti, impossibile non applaudire ancora una volta.
"Ora annamo a pijà er gelato?"
Pro
- Capacità narrativa di Zerocalcare
- Divertente e riflessiva
- Realistico specchio della società attuale
- Colonna sonora
- Easter Egg e richiami alla cultura pop
Contro
- Il rossore sulle guance dopo i ceffoni presi dalla visione
A stanotte 🤭
E niente, me la sono sparata tutta d'un botto e ora non smetto più di parlare in romano.
[Non sto a piagne, mi è entrata solo una ciglia nell'occhi]
Zerocalcare renderebbe oro pure la cacca.
Lo seguo da quando non lo conosceva ancora nessuno e sono solo che contento per il successo strameritato che sta ricevendo.
Un grande
Più Strappare lungo i bordi e meno Adrian la serie evento
Non riesco a fidarmi di chi, bene o male, si è sistemato. È come quando un rapper dell'ultimo minuto fa la solita litania sulla vita dura fatta solo di violenza e crimini, e poi gira in Maserati. Certo, amico, ti credo. Come no!
Quindi ora che si è sistemato vuol dire che quello che ha vissuto prima non conta più niente?
Zarocalcare ha il dono di far ridere, riflettere e commuovere nel giro di due pagine contate di fumetto.
Nei corti animati di qualche tempo fa in pochi minuti riusciva a fotografare la situazione di un intero paese in un modo che non riusciva in due ore di approfondimenti.
Infatti XD.
L'ho vista tutta d'un fiato, mi ci sono ritrovata un sacco e non posso che consigliare questa serie che è poi il suo serio debutto nel mondo dell'animazione
E' molto invitante, mi piace la sua spontaneità, però, netflix, non avrai nemmeno stavolta.
Il tutto dura un'oretta e mezza e può essere tranquillamente visto anche da chi, di Zerocalcare, non ha manco mai letto mezza striscia. E ne vale la pena.
Penso che chi lo definisce "la voce di una generazione" ci abbia preso, e senza voler esagerare.
...ma è un ottimo prodotto...
E quindi? Da quando ha chiuso SerialClick le news e le recensioni di prodotti non giapponesi di animazione sono passate su AnimeClick, semplice.
Guarda, sai che di base non sei distante dal mio pensiero? Tuttavia Michele, se hai modo di seguirlo, è una persona rimasta non solo molto umile e disponibile con tutti, anche per le piccole cose, ma è realmente caratterialmente così. Cioè il personaggio di Zero era e resta molto autobiografico. Per cui secondo me per Zerocalcare il pensiero non vale.
Sbaglio o c'è un pochino di riciclo?
Ad esempio la scena della scelta della pizza è presa per intero dai progetti fatti in quarantena.
ITALIANA*** solo adesso ho notato l'errore :')
Davvero una bella serie che non pensavo mi avrebbe fatto anche commuovere.
indubbiamente per lo standard di netflix è un'opera d'arte
che c'entra la nostalgia?
mi sa che non hai mai letto niente di Zerocalcare se la pensi così
La serie è bellissima, l'unico difetto è che sia troppo corta.... forse avrebbero potuto realizzare direttamente un film animato, ma sicuramente il format della serie ha più appeal.
A livello tecnico mi aspettavo la classica "schifezza all'italiana" e invece mi sono ricreduta in pieno: le animazioni sono fluide, i colori belli, in più ci sono un sacco di dettagli che a mio avviso si notano solo con i vari rewatch (o guardando tutto a velocità ridotta). Promossa su tutti i fronti!
E cmq solo Mastrandea poteva rendere l'armadillo ancora più stronzo rispetto alla sua controparte cartacea xD capolavoro!
qua non si sta parlando dei fumetti di Zerocalcare, ma della sua serie. Ed essa non si basa sull'effetto nostalgia
Ho provato a guardare qualche spezzone... ma parla sempre in romanesco?
Basta guardare il primo episodio per capire se può piacere o meno?
Beh parla in romanesco perche' la storia si svolge a Rebibbia uno dei quartieri popolari di Roma, ma comunque mi sembra che sia ampiamente comprensibile anche per chi non vive nella citta' eterna, per il resto e' una serie molto intimista, la trama c'e' ma e' davvero ben nascosta e si palesa nell'episodio finale.
Alla fine le uniche parole che non avevo subito capito si riescono ad intuire benissimo dal contesto.
È un romanesco comprensibilissimo, non robe alla Gomorra in cui i sottotitoli servono spesso e volentieri per dire.
La vita non va sempre come ci immaginiamo, è spesso il solo strappare lungo i bordi non è l'indicazione migliore che tu possa seguire.
Speriamo si mettano subito all'opera per nuove serie
ricordare l'infanzia in maniera romanzata non ti sembra nostalgia .....
è la storia e i ricordi di molti 40enni abbondanti come me magari con un finale diverso
PS : ma davvero per voi il finale era a sorpresa lo si capiva dalla 2-3 puntata
Parlare della propria infanzia non significa vincere con l'effetto nostalgia. La serie è piaciuta perché Zerocalcare è bravo a raccontare ed è divertente, a prescindere dall'argomento trattato. Quindi ciò che hai detto è sbagliato
vabbe dai usiamo due vocabolari diversi
Nostalgia de che? La serie la sta guardando CHIUNQUE, non solo gente che ha lo stesso vissuto di Zerocalcare. Tra l'altro utilizza ben pochi riferimenti pop acchiappa like. Zerocalcare semplicemente sa raccontare bene ed a chiunque, come ha sempre fatto.
Chi conosce e apprezza l'autore dai suoi fumetti, si ritroverà subito a casa, perché, per fortuna, tutto il suo spirito è rimasto intatto.
Si vede che il suo coinvolgimento è stato alto nella produzione, e penso al fatto che doppia lui stesso la quasi totalità dei personaggi, o anche al fatto che gli sia stata data la libertà di fare battute su argomenti anche sensibili.
La cosa più interessante però, perlomeno per me, oltre alla storia, d'effetto, e che la produzione sia completamente italiana. Dai titoli di coda si può leggere che disegni e animazioni sono state realizzate da italiani, e questo è bello, soprattutto pensando al fatto che tramite Netflix, la serie è visibile in tutto il mondo.
Infatti ho anche cercato per curiosità recensioni estere e la serie è stata apprezzata anche fuori dall'Italia.
Oh bene!!! Di questo ero particolarmente interessata, grazie per l'info.
Per l'animazione italiana c'è speranza. Che Netflix e piattaforme simili diano altre possibilità al nostro movimento perché è evidente che le qualità ci sono.
La battuta di Secco sull'intolleranza al lattosio è stata allo stesso tempo devastante quanto esilarante, adoro le storie che creano questo turbinio di emozioni.
Superficialità a go go
Mi chiedo se Calcare lo abbia doppiato anche in francese, visto che e' di madre lingua
Sfortunatamente non è stato fatto
Purtroppo non conosco quasi per niente il gallico quindi non mi ero posto il problema, ma conosco un linguista sul tubo che ha riflettuto proprio sulla questione dei doppiaggi. E no, ti posso dire che non è lui a fare la parte francese.
Probabilmente Zero è una di quelle persone che da genitori misti tende ad imparare in modo fluente solo una delle due lingue... oppure era semplicemente troppo una sbatta fare sia italiano che francese! Non dimentichiamo che per buona parte della serie è tutto un monologo suo quindi abbastanza impegnativo di per sé, figurati se doveva farlo pure in una lingua che usa molto probabilmente molto meno dell'italiano.
Detto questo pare che il doppiaggio francese sia ancora meglio della versione britannica (non di quella romanesca eh! quella nun se batte!)
Hanno usato qualche forma di slang?
secondo me per rendere bene la parlata di Calcare si dovrebbe nel caso dell’inglese britannico, o usare l’accento irlandese o quello di Manchester, mente per la versione USA vedrei bene classica parlata newyorkese dei bassifondi
L'ultima volta che ho controllato in inglese c'era solo la versione britannica, niente USA. Purtroppo si lo conosco, ma non sono così ferrato sull'inglese britannico da conoscerne le sfumature dei vari accenti. Sono stato un paio di volte a Londra e a Bournemouth, sulla costa sud, ed in entrambe le zone si magnavano le parole in maniera piuttosto simile a come hanno fatto nella serie.
Per quanto riguarda il francese non saprei proprio dirti... anche provassi ad ascoltarlo ci capirei 2 parole in croce, figurati riuscire a cogliere le sfumature di questa o quell'altra regione!
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