Lo scorso marzo era stata confermata da Sony Pictures e PlayStation Productions la messa in produzione di un film dal vivo per il celebre videogioco Ghost of Tsushima.
Quando nel 2020 il film sudcoreano Parasite vinse il Premio Oscar come miglior film, l'acclamato regista Joon-ho Bong ricordò agli spettatori come, "una volta superata la barriera dei sottotitoli, alta a malapena un pollice, potrete venire introdotti a molte splendide pellicole".
Oggi, in un'intervista esclusiva rilasciata al sito web Collider, il regista Chad Stahelski di John Wick ricorda quelle parole e vi fa eco, affermando che intende filmare Ghost of Tsushima interamente in giapponese.
 
tsushima torii

Con oltre nove milioni di copie vendute dal rilascio del gioco su PlayStation 4 nel 2020, il titolo che si ispira ai lavori del maestro Akira Kurosawa prevede anche la traccia audio giapponese tra le opzioni, permettendo così ai giocatori di godere di un'esperienza ancor più immersiva su un personaggio proveniente dal Giappone feudale del XIII secolo.
 
Alla fine del XIII secolo, l'impero mongolo ha distrutto intere nazioni durante la propria campagna di conquista dell'Oriente. L'isola di Tsushima è l'ultimo baluardo rimasto tra il Giappone continentale e l'invasione di un'enorme flotta mongola condotta dallo spietato e scaltro generale Khotun Khan. Mentre l'isola è in preda all'inferno di fuoco scatenato dalla prima ondata dell'assalto dei mongoli, il guerriero samurai Jin Sakai si erge come uno degli ultimi sopravvissuti del suo clan. È deciso a fare tutto il possibile per proteggere il suo popolo e riprendersi la sua terra natale, costi quel che costi. Deve abbandonare gli insegnamenti tradizionali che lo hanno forgiato come guerriero per intraprendere una nuova strada, il percorso del Fantasma, e affrontare una guerra non convenzionale per la libertà di Tsushima.


"Onestamente, è probabilmente una cosa che spaventerebbe i più", afferma Stahelski. "Si tratta di un racconto fantastico ad ambientazione storica, creato omaggiando Akira Kurosawa, che è con ogni probabilità in cima alla classifica delle cinque figure di maggior influenza nella mia vita, per quanto riguarda la cinematografia. È dunque un'occasione per sospingere persone e tecnologia all'interno di una storia senza tempo recante quel tipico stampo del buono contro il cattivo: trova un uomo e osservalo cambiare il mondo, o guardalo mentre il mondo cambia lui. Si tratta di tutti quegli elementi alla Joseph Campbell che chiunque amerebbe ritrovare in un racconto; e poi ovviamente ammetto di nutrire un personale fetish nei confronti dei samurai.
Pertanto credo che se creeremo questo progetto nella maniera più opportuna, potrebbe uscirne qualcosa di visivamente spettacolare. Sarebbe del tutto guidato direttamente dal personaggio, tanta azione, attrattiva dal punto di vista dei costumi e così via. E sì, onestamente vorremmo provarci, rispettando il personaggio. Ciò significa che, trattandosi di una storia sui mongoli che invadono l'isola di Tsushima, vorremmo un cast interamente giapponese e riprese in lingua giapponese. Sony è d'accordo nel sostenerci in tal senso.
Personalmente, mi reco in Giappone sin da quando avevo sedici anni, nutro un profondo amore per quella nazione, per il suo popolo e per la sua lingua. E dunque, dirigere l'opera non solo in una lingua diversa dalla mia lingua madre, ma addirittura attraverso una diversa percezione culturale e linguistica, deve spostare la mia mentalità nell'offrire la prospettiva giapponese in una maniera così affascinante da attrarre comunque un pubblico occidentale.
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L'intervista a Chad Stahelski


L'intervistatore soggiunge che, ritornando a soffermarsi per un attimo ai coreani Parasite e allo Squid Game di Netflix, è vero che il pubblico statunitense li abbia apprezzati inizialmente con i sottotitoli in mancanza di una versione doppiata, tuttavia statisticamente parlando le pellicole con i sottotitoli hanno sempre sofferto ai botteghini.
Stahelski dice di esserne a conoscenza e di poter spiegare come ovviare al problema nel caso di Ghost of Tsushima: "Ci ho riflettuto davvero molto a lungo. Ma se veniste nei miei uffici di Manhattan Beach, vedreste che ho intere pareti ricoperte da frame dei miglior film muti di sempre. Da Fatty Arbuckle a Buster Keaton, Charlie Chaplin e i Keystone Cops. Ecco, io credo in quel tipo di cinema. Credo che sia per la stessa ragione che Jackie Chan ha avuto successo senza bisogno di parlare cantonese o mandarino per comprenderlo. Gli si leggeva tutto sul volto.
Esiste dunque un modo di dirigere gli attori, e un modo di intendere uno sguardo e un'espressività, e tanti modi di interpretarli e crearli. È parte della sfida indubbiamente, e non sto affermando con questo che si tratti di una barriera inesistente, bensì che esiste modo di oltrepassarla. Così che, anche togliendo il suono, la scena risulti perfettamente comprensibile in qualunque lingua."
 
tsushima combattimento


L'intervistatore prosegue chiedendo come si potrà portare avanti il progetto dal punto di vista finanziario, e Stahelski così risponde: "Nessuno ha intenzione di offrirmi 200 milioni di dollari per un film ad alto tasso tecnologico privo di una versione in lingua inglese. Lo capisco. Pertanto debbo essere acuto al punto da valutare cosa è effettivamente possibile fare, anche a riguardo della responsabilità che ho nei confronti dello Studio, e capire cosa possiamo trarne e farne uscire al contempo qualcosa di epico. È una grande sfida, me ne rendo conto. Ma stiamo entrando in un'epoca in cui sempre più spesso fruiremo di opere sottotitolate, e penso che se il mondo americano e occidentale in generale vi si sta abituando, è senza dubbio per l'influenza di Netflix ed altri supporti streaming, che offrono sempre più contenuti provenienti da ogni parte del mondo.
Anche così, gli spettatori andranno al cinema? Scommetto di sì, se il film offrirà tutto quel che deve offrire.
Penso che in primo luogo ferirebbe me stesso, oltre che lo Studio, se mancassimo di qualche cosa nei suoi vari aspetti, ad esempio se visivamente non fosse poi questa gran cosa, se l'azione fosse giudicata appena sufficiente, se la storia non fosse poi tanto chiara. Ecco, sono persuaso del fatto che se azzeccassimo questi dettagli, sarei in grado di ispirare il pubblico a sufficienza da spingerlo a recarsi al cinema."


L'adattamento di un'opera di questo tipo non è certo delle più facili, per quanto sia il videogioco che Stahelski stesso siano stati in grado di crearsi nel corso del tempo una base di fan tale da aiutare il film verso il potenziale successo. Sony non ne ha ancora rivelato ulteriori dettagli in merito, ma già sappiamo che Daisuke Tsuji, l’attore che con il motion capture ha permesso al protagonista del gioco di muoversi, tornerà ad interpretare il suo ruolo anche nel film. Volendo invece riflettere sulle ambientazioni del gioco non è difficile pensare che il film potrà essere girato nella vera Tsushima, nella prefettura di Nagasaki. A darcene quasi conferma è Nate Fox, il game director, che all'epoca dell'annuncio aveva affermato: “Come nuovo ambasciatore della vera isola di Tsushima vorrei formalmente invitarvi a visitarla, quando si potrà. L’isola è meravigliosa, potete sentire il calore degli abitanti ed essere immersi nella sua storia.” 
L'hype nei confronti del progetto, a conti fatti, è già realtà.
 
tsushima pagoda

Ricordiamo che a produrre il film saranno Stahelski, Alex Young e Jason Spitz attraverso la loro azienda 87Eleven Entertainment e Asad Qizilbash con Carter Swan per nome di PlayStation Productions. Sucker Punch Productions viene posto, però, come produttore esecutivo. Peter Kang supervisionerà il progetto per conto dello studio.
L'adattamento live action sarà il secondo film originato dalla collaborazione di Sony Pictures e PlayStation Productions, dopo il film di Uncharted.

Fonte consultata:
Collider