Hiroshi Ito, produttore per Production I.G. e Tetsuya Nakatake di WIT Studio hanno a lungo discusso dello stato delle collaborazioni oltreoceano al seminario TIFFCOM "Global Strategies of Japanese Animation Studio- Our Positive Global Strategies".

Si sono detti molto aperti ad accogliere partnership con l'occidente specialmente se ciò li porta ad avere a che fare con altrettanti appassionati che comprendono nel profondo l'attrattiva degli anime.
 

star wars visions locandina


Prima di addentrarsi nei dettagli hanno fornito un po' di contesto riguardo le diverse tipologie di collaborazioni con cui hanno a che fare. In primis, vi è quelle con gli animatori, la circostanza più comune per la quale si trovano a stretto contatto con l'estero.
Grazie alla digitalizzazione del processo di animazione ora è più semplice incorporare disegni fatti da remoto nel classico processo di produzione delle animazioni. Gioco forza il fatto che molti animatori utilizzano Clip Studio Paint, semplice e poco dispendioso.

Grazie ai social media è molto facile, al giorno d'oggi, reclutare talenti. Entrambi i produttori hanno sottolineato come siano stati in grado di trovare artisti provenienti da paesi come Cina, Francia, Taiwan e Brasile: tutti incredibilmente abili e tutti scovati tramite i social. Molti di loro sono intorno ai vent'anni, cresciuti guardando animazione giapponese sui siti di streaming, e tutti con una grande passione per il loro lavoro. Citando i produttori, questi giovani possiedono "appassionati cuori di otaku".

I due hanno aggiunto che nonostante la crescita del mercato estero, creare qualcosa che possa attirare gli otaku e colpirli nel profondo continua ad essere una grande sfida. Su questo versante le cose non sono cambiate perché gli anime continuano ad essere indirizzati ad un pubblico giapponese. Allo stesso tempo gli studi di animazione nipponici sono subissati da richieste di creare anime basandosi su franchise stranieri come Star Wars; in futuro, infatti, si aspettano di vedere molti più registi Hollywoodiani ispirati dall'animazione giapponese.

A proposito di Star Wars, i produttori hanno dedicato una grande fetta del loro intervento a parlare dell'antologia animata Star Wars: Visions. Ito ha detto che si è divertito a lavorarvi perché fa parte a pieno titolo della generazione che è stata investita dalla Star Wars-mania. Al contempo Nakatake ha rivelato di aver trovato molto interessanti i corti di Kinema Citrus e Kamikaze Dōga.
Il primo ha anche aggiunto che è stato molto carino ricevere così tanta fiducia e libertà creativa dalla Disney e Nakatake gli ha dato ragione: molte perle sono nate proprio grazie a questo.

I due hanno continuato parlando delle collaborazioni con Netflix. La nota positiva è che gli streaming partners occidentali garantiscono un pagamento anticipato e di conseguenza rendono l'investimento decisamente meno rischioso e permette loro di mettere al tavolo un budget maggiore.
Però nessuno crede che lavorare con partner oltreoceano necessiti di un sostanziale cambio di approccio rispetto al modello giapponese. Però i produttori hanno sottolineato la necessità di pensare su scala globale, dato che in occidente il mercato del 2020 ha superato quello giapponese. Per questo reputano necessario impressionare il mercato estero con ottime produzioni e non con strategie di marketing. Secondo loro L'attacco dei giganti e Ghost in the shell sono diventati dei cult per via dell'entusiasmo dei creatori. Ito ha nominato poi la sequenza animata in Kill Bill e ha commentato che quel frammento ha fatto capire quanto potessero essere grandiosi gli anime.

Ito e Nakatake sperano che quando le relazioni tra partner giapponesi ed esteri si consolideranno, ci potrà essere un rapporto più diretto e personale. In questo modo si potrebbero abbandonare le produzioni a sedi separate e mirare a una divisione del lavoro più fluida. La cosa più importante, hanno evidenziato, è l'entusiasmo. Se manca da un lato, l'altra ne sentirà il peso.
Per loro è un buon segno lavorare con grandi franchise ed è un bene che le relazioni stiano mutando perché permettono di avere più libertà creativa.

Per concludere hanno citato alcune delle loro collaborazioni preferite negli ultimi anni: Cyberpunk: Edgerunners, Arcane, Super Mario Bros. Il film e Batman Ninja. A proposito dell'ultimo, hanno sottolineato che Batman Ninja non è più Batman. In senso buono, s'intende: non si dovrebbe assumere un artista giapponese per disegnare le cose esattamente come nell'opera originale; bisogna farlo andare a briglie sciolte e lasciare che mostrino al mondo la grandezza degli anime.

E qui hanno concluso il discorso, chiedendo alle compagnie di aprirsi a nuove partnership: il loro entusiasmo per la prossima ondata di collaborazioni con l'estero è stata contagiosa.

Fonte consultata:
Anime News Network