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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Spice and Wolf è un anime che si spicca fra i fantasy, per più ragioni. Anzitutto, manca quasi totalmente l'azione. I personaggi sono pochi. Non c'è un antagonista. I personaggi non acquisiscono poteri o doti che non abbiano già all'inizio del viaggio (questo c'è!). Ciononostante, se non proprio per questo, è un anime bello e coinvolgente. Ora ne tesso le lodi.

Il primo punto di forza è sicuramente Horo: una dea-lupo (spirito folkloristico più giapponese che europeo) che negli ultimi secoli ha curato il raccolto di grano di un tipico villaggio medioevale. Non stento a definirla il miglior co-protagonista femminile di un anime che abbia mai visto. La sua psicologia è tratteggiata interamente tramite i dialoghi con l'altro protagonista, Lawrence, un mercante itinerante, suo compagno di viaggio. Horo è un coacervo di caratteristiche spesso contrastanti: è matura ma spesso infantile, ferma ma sempre tenera, orgogliosa ma talvolta umile. Una delle caratteristiche più problematiche di questa dea-lupo è la sua età, e il suo bagaglio di ricordi: vivere secoli ha i suoi svantaggi, Horo è terrorizzata dalla solitudine, ma sa che prima o poi tutti si lasciano. L'accoppiata con Lawrence, personaggio a dir la verità in sé non eccezionale, è quantomai azzeccata: lui è un mercante fino al midollo, concentrato sull'affare del momento e proiettato su quello futuro; viaggia continuamente, senza legami fissi (tranne la Corporazione), ha un sogno di stabilità, ma non vi è posto l'accento. Uno stile di vita adatto ad un essere che è stato stanziale per secoli, che ha vissuto su cicli (stagionali, dei contadini), con un unico punto fisso (il bene del villaggio). I dialoghi, aldilà del loro straordinario valore psicologico, sono anche spesso divertenti e riescono a far affezionare alla strana coppia.

Il secondo grande punto di forza è l'ambientazione. Con ciò intendo l'ambiente medievale, nonché il microcosmo mercantile. Non ci sono mai espliciti riferimenti, ma è chiaro che l'Anime sia ambientato in Europa, probabilmente all'inizio del tardo medioevo (apparentemente sono presenti infatti i comuni, nonché le corporazioni e compagnie mercantili, assenti o poco diffuse nel basso medioevo). Immagino che per un giapponese sia un'ambientazione suggestiva a prescindere, a me invece ha colpito in generale l'accuratezza con cui si è voluta rendere l'atmosfera del periodo, sia con rimandi a luoghi tipici (mercato, ospitale, chiese), sia alle persone (gli addetti al dazio, nobili,etc).

L'altro aspetto è l'originale parte mercantile: Lawrence più volte “dà lezioni” a Horo e a noi su come muoversi nel mondo del profitto mercantile: quante siano e quanto valgano le monete, il contrabbando e i dazi, la compravendita dei vestiti, il mercato bellico (le armature!),etc. Gli affari sono sia lo scopo del viaggio, sia il pretesto per il poco d'azione,ed è è interessante vedere un aspetto poco trattato nel mondo dei fantasy.
La trama, lo ammetto, non è nulla di notevole, dato che è stata rigidamente suddivisa in archi narrativi separati, ma ciò è giustificabile sia perché l'anime è tratto da una serie di light novel, sia perchè il viaggio è solo un pretesto per osservare la psicologia dei due protagonisti, facendoli interagire.

I due archi narrativi principali (speculazione monetaria e rischio bancarotta) sono equivalenti, a mio parere, per bellezza e originalità, e nessuna spicca. Forse il secondo sarà più patetico, ma è anche più facilitato visto che il primo è quasi introduttivo della serie.

Il disegno è buono, non eccezionale, come invece è il sonoro (l'ending sembra una canzoncina per bambini!). Specie i personaggi secondari sono scialbi nel design, non così i fondali, cioè buoni sia gli edifici sia i paesaggi; fantastica al contrario la mimica facciale di Horo, quando reagisce a battute sagaci o toccanti di Lawrence o gli lancia argute frecciatine (d'altronde, parliamo di Horo la Saggia).

In definitiva, uno degli anime più belli che abbia mai visto; è particolare, quindi valutate bene se faccia per voi, ma se appena credete possiate sopportarne la lentezza, il mediocre disegno, l'autoconclusività degli archi narrativi e l'assenza di azione, guardatelo: troverete una delle storie più belle degli ultimi anni.