Recensione
La principessa mononoke
10.0/10
Amore, amore, amore. "La Principessa Mononoke" è un tale capolavoro che non si può che amare. A mio parere, l'opera migliore dello Studio Ghibli insieme a "Il mio vicino Totoro" e "Only yesterday". Tre film cosi diversi che racchiudono in loro la grandezza della fabbrica di sogni giapponese. Fuori categoria: da patrimonio dell'UNESCO.
Il Miyazaki più particolare, più ambizios ci racconta a modo suo l'eterna lotta tra uomo e natura. Senza schierarsi nitidamente dalla parte dell'ambiente e regalandoci uno dei personaggi non protagonisti migliori della storia dell'animazione: Eboshi.
Lei, la padrona della città del ferro, che per alcuni è la "cattivona" di turno (prendo in prestito l'aggettivo usato da un bambino durante una visione pubblica a cui ho assistito) bisogna ricordare che libera dalla schiavitù le donne e tratta con dignità i lebbrosi. Rappresenta l'uomo moderno - e qui è mitico Miyazaki a scegliere una donna e per giunta nel medioevo, seppur fantastico - che cerca di sfruttare le risorse naturali per il benessere della sua gente. Lei libera, emancipata - non ha marito - che usa armi maschili. Lei che se ne infischia delle credenze, della religione ed è pronta a sfidare un dio.
"La Principessa Mononoke" è un film che deve la sua grandezza alla caratterizzazione dei personaggi, a cominciare da Eboshi appunto, ma anche all'epica grandiosa che si respira nelle oltre due ore di durata del lungometraggio. Un'epica che, messa da parte nelle altre opere di Miyazaki per lasciar spazio a storie più singolari, spesso di formazione, trova alimento nella meravigliosa musica dell'immenso Joe Hisaishi che si sposa benissimo, come sempre, alle immagini.
Immagini che lasciano il segno. Che sono straordinarie, per fare un esempio, nella descrizione della foresta. Un'animazione di livello super come dimostrano le scene di azione, di movimento.
Ma al di là delle cose più tecniche quel che conta sono le emozioni che lascia la visione di "La Principessa Mononoke". Emozioni anche forti, dure. Perché c'è la guerra a sfondo di tutto. E se il tema non è nuovo per Miyazaki, bisogna considerare che qui la guerra c'è veramente. Con scene non adattissime ai più piccoli. C'è la morte sempre dietro l'angolo. Con il buono Ashitaka che anche lui uccide. Che fa saltare teste con arco e frecce. C'è odio, vendetta. Tante cose per un film straordinario. Grande cinema.
Da vedere e rivedere, rivedere, rivedere, rivedere... e rivedere ancora.
Il Miyazaki più particolare, più ambizios ci racconta a modo suo l'eterna lotta tra uomo e natura. Senza schierarsi nitidamente dalla parte dell'ambiente e regalandoci uno dei personaggi non protagonisti migliori della storia dell'animazione: Eboshi.
Lei, la padrona della città del ferro, che per alcuni è la "cattivona" di turno (prendo in prestito l'aggettivo usato da un bambino durante una visione pubblica a cui ho assistito) bisogna ricordare che libera dalla schiavitù le donne e tratta con dignità i lebbrosi. Rappresenta l'uomo moderno - e qui è mitico Miyazaki a scegliere una donna e per giunta nel medioevo, seppur fantastico - che cerca di sfruttare le risorse naturali per il benessere della sua gente. Lei libera, emancipata - non ha marito - che usa armi maschili. Lei che se ne infischia delle credenze, della religione ed è pronta a sfidare un dio.
"La Principessa Mononoke" è un film che deve la sua grandezza alla caratterizzazione dei personaggi, a cominciare da Eboshi appunto, ma anche all'epica grandiosa che si respira nelle oltre due ore di durata del lungometraggio. Un'epica che, messa da parte nelle altre opere di Miyazaki per lasciar spazio a storie più singolari, spesso di formazione, trova alimento nella meravigliosa musica dell'immenso Joe Hisaishi che si sposa benissimo, come sempre, alle immagini.
Immagini che lasciano il segno. Che sono straordinarie, per fare un esempio, nella descrizione della foresta. Un'animazione di livello super come dimostrano le scene di azione, di movimento.
Ma al di là delle cose più tecniche quel che conta sono le emozioni che lascia la visione di "La Principessa Mononoke". Emozioni anche forti, dure. Perché c'è la guerra a sfondo di tutto. E se il tema non è nuovo per Miyazaki, bisogna considerare che qui la guerra c'è veramente. Con scene non adattissime ai più piccoli. C'è la morte sempre dietro l'angolo. Con il buono Ashitaka che anche lui uccide. Che fa saltare teste con arco e frecce. C'è odio, vendetta. Tante cose per un film straordinario. Grande cinema.
Da vedere e rivedere, rivedere, rivedere, rivedere... e rivedere ancora.