Recensione
Tokyo Magnitude 8.0
7.0/10
Il terremoto. Un fenomeno devastante della natura che in Giappone conoscono bene e che qui in Italia porta subito alla mente la tragedia dell'Aquila dell'anno scorso. Protagonista di questa serie è proprio il terremoto, un forte sisma che colpisce Tokyo distruggendo parte della città, seminando morte e sconvolgendo la vita di molte persone. L'idea di partenza è molto interessante e il film offre una descrizione piuttosto realistica della situazione provocata da una scossa di tale intensità. La ricostruzione-distruzione di Tokyo, con sfondi ben dettagliati, è una delle cose migliori della serie. Mentre il character design è davvero semplice.
La vicenda si concentra su Mirai e Yuuki, sorella e fratello, e il loro ritorno a casa (che si trova dall'altra parte di Tokyo rispetto a Odaiba, dove sono andati a vedere una mostra di robot) attraverso la città sconvolta dai danni del terremoto, senza mezzi di comunicazione e di trasporto. Un viaggio in cui sono accompagnati da una adulta, Mari, con la quale instaureranno un forte rapporto. Questo ritornare a casa, in mezzo alle difficoltà, mi ha ricordato (alla lontanissima) "I guerrieri della notte", per quella scansione temporale (nel film più serrata perché si svolgeva in una notte, nell'anime invece nell'arco di qualche giorno). C'è anche un altro film che la visione di questa serie mi ha riportato alla mente (sempre alla lontana) dopo aver concluso gli 11 episodi: "Il sesto senso". Ma non posso dire altro per non rischiare di spoilerare.
Tra realismo e racconto di formazione (la crescita di Mirai) un anime scorre senza sussulti (qualcuno si potrebbe annoiare) fino a un finale dal forte impatto emotivo. Molto interessante il modo di mostrare l'elaborazione del lutto giapponese, più "sobria" della nostra.
Nel complesso un anime non eccezionale, ma che vale senz'altro una visione. Voto 7,5.
La vicenda si concentra su Mirai e Yuuki, sorella e fratello, e il loro ritorno a casa (che si trova dall'altra parte di Tokyo rispetto a Odaiba, dove sono andati a vedere una mostra di robot) attraverso la città sconvolta dai danni del terremoto, senza mezzi di comunicazione e di trasporto. Un viaggio in cui sono accompagnati da una adulta, Mari, con la quale instaureranno un forte rapporto. Questo ritornare a casa, in mezzo alle difficoltà, mi ha ricordato (alla lontanissima) "I guerrieri della notte", per quella scansione temporale (nel film più serrata perché si svolgeva in una notte, nell'anime invece nell'arco di qualche giorno). C'è anche un altro film che la visione di questa serie mi ha riportato alla mente (sempre alla lontana) dopo aver concluso gli 11 episodi: "Il sesto senso". Ma non posso dire altro per non rischiare di spoilerare.
Tra realismo e racconto di formazione (la crescita di Mirai) un anime scorre senza sussulti (qualcuno si potrebbe annoiare) fino a un finale dal forte impatto emotivo. Molto interessante il modo di mostrare l'elaborazione del lutto giapponese, più "sobria" della nostra.
Nel complesso un anime non eccezionale, ma che vale senz'altro una visione. Voto 7,5.