Recensione
Recensione di Doppelgänger
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Warning: giudicare il film senza fare rivelazioni sulla trama è impossibile. <b>Pur evitando di svelare alcunché sul finale, già descrivere il setting iniziale è un bello spoiler</b>, visto che da questo film le differenze con la serie diventano incommensurabili. Siete avvisati.
Fuoriuscito dal nucleo dello 01, Shinji si risveglia di quattordici anni avanti nel futuro, a bordo di una nave volante comandata da Misato. Questa lo informerà di essere passata a un'organizzazione rivale alla Nerv, intenta a ostacolare i suoi piani riguardo il progetto per il perfezionamento dell'uomo.
Assieme a lei vi sono Asuka e Mari, ma Shinji non avrà che una domanda: sarà riuscito a salvare Rei?
Finalmente il progetto Rebuild entra nel vivo, mostrando veramente dove la Gainax voglia andare a parare con questa roba, oltre ovviamente a succhiare i soldi del biglietto a frotte di orientali - e lasciatemelo dire, beati loro.
Il setting nel futuro è di per sé qualcosa di estremamente piazzante per un fan del marchio che conosce a menadito tutto di questo universo. E quello che sarebbe il punto di forza del film si rivela anzi esserne il punto debole.
Di ciò che è successo nel corso di quei quattordici anni non ci viene detto praticamente nulla, ma è un qualcosa che va oltre la classicità cui Evangelion ci ha abituati: qui si parla di veri e proprio buchi narrativi. Eviterò di fare riferimenti precisi a queste mancanze, ma vi assicuro che fioccheranno tanti bei punti interrogativi durante la visione.
Queste mancanze si riflettono anche sui personaggi secondari. Non parlo tanto di quelli nuovi introdotti, messi lì giusto per riempire lo sfondo (e sinceramente i loro dialoghi sono un po' stereotipati, cosa che da Evangelion non mi aspetterei mai e poi mai), quanto piuttosto di quelli che conosciamo tutti. Il pochissimo spazio dato a Misato, Asuka, Ritsuko, Gendo e così via, lascia veramente l'amaro in bocca perché lo spettatore non è messo al corrente di cosa abbiano passato i personaggi per giungere a quel punto - cambiamenti visibili soprattutto in Asuka, non più la solita ragazzina in cerca di attenzioni, ma una rabbiosa "adulta".
Tutte queste problematiche vanno a braccetto con quello che è il vero focus del film, ossia il duetto Shinji-Kaworu; ciò che è veramente il film, e questo lo fa non dico bene, ma perfettamente! L'immedesimazione con Shinji è forse anche superiore a quanto (forse) avrebbero voluto i realizzatori, visto che lui, come noi, si chiederà costantemente cosa sia successo in quel buco narrativo che lo separa dagli ultimi ricordi che possiede, oltre che interrogarsi costantemente su quali siano le sue responsabilità in tutto ciò.
Questo senso di spaesamento si sposa perfettamente con alcuni degli ambienti più evocativi mai visti finora nella serie, a tratti forse anche disturbanti. La desolazione, il degrado, una vastità che sa di vuoto e l'onnipresente silenzio, interrotto solamente dalle note suonate al piano da Kaworu. Nella descrizione del suo ruolo la Gainax forse si è adagiata un po' troppo sulla memoria regressa dei fan hardcore, visto che sembra poggiarsi eccessivamente sul fatto che già lo conoscano, rendendolo di difficile comprensione per i neofiti. Ma come ho detto, è il suo rapporto con Shinji a dare al film il vero motivo d'esistere, mostrando alcune delle scene più delicate di sempre - le suonate al pianoforte sono alienanti.
Il ritmo altalenante del film e i suddetti buchi sembrano supportare le voci di un radicale cambiamento di sceneggiatura a metà lavorazione, cosa testimoniata dal fatto che nessuna delle scene presenti nell'anteprima alla fine di "You Can (Not) Advance" siano comparse qui. Fortunatamente, queste mancanze, oltre che dal personaggio di Kaworu, sono ampiamente ammortizzate dalle scene d'azione, che definire sopra le righe sarebbe poco. In particolare lo scontro finale è talmente esagerato da risultare difficile da seguire.
Giudicare questo film è più difficile di quanto non si creda. Lo spettacolo c'è, ma spinge ulteriormente avanti le capacità deduttive di chiunque voglia raccapezzarcisi del tutto. Se non altro, esso lascia con un insaziabile desiderio di vedere la futura parte quarta, e stavolta è davvero impossibile provare a figurarsi cosa potrebbe accadere.
Fuoriuscito dal nucleo dello 01, Shinji si risveglia di quattordici anni avanti nel futuro, a bordo di una nave volante comandata da Misato. Questa lo informerà di essere passata a un'organizzazione rivale alla Nerv, intenta a ostacolare i suoi piani riguardo il progetto per il perfezionamento dell'uomo.
Assieme a lei vi sono Asuka e Mari, ma Shinji non avrà che una domanda: sarà riuscito a salvare Rei?
Finalmente il progetto Rebuild entra nel vivo, mostrando veramente dove la Gainax voglia andare a parare con questa roba, oltre ovviamente a succhiare i soldi del biglietto a frotte di orientali - e lasciatemelo dire, beati loro.
Il setting nel futuro è di per sé qualcosa di estremamente piazzante per un fan del marchio che conosce a menadito tutto di questo universo. E quello che sarebbe il punto di forza del film si rivela anzi esserne il punto debole.
Di ciò che è successo nel corso di quei quattordici anni non ci viene detto praticamente nulla, ma è un qualcosa che va oltre la classicità cui Evangelion ci ha abituati: qui si parla di veri e proprio buchi narrativi. Eviterò di fare riferimenti precisi a queste mancanze, ma vi assicuro che fioccheranno tanti bei punti interrogativi durante la visione.
Queste mancanze si riflettono anche sui personaggi secondari. Non parlo tanto di quelli nuovi introdotti, messi lì giusto per riempire lo sfondo (e sinceramente i loro dialoghi sono un po' stereotipati, cosa che da Evangelion non mi aspetterei mai e poi mai), quanto piuttosto di quelli che conosciamo tutti. Il pochissimo spazio dato a Misato, Asuka, Ritsuko, Gendo e così via, lascia veramente l'amaro in bocca perché lo spettatore non è messo al corrente di cosa abbiano passato i personaggi per giungere a quel punto - cambiamenti visibili soprattutto in Asuka, non più la solita ragazzina in cerca di attenzioni, ma una rabbiosa "adulta".
Tutte queste problematiche vanno a braccetto con quello che è il vero focus del film, ossia il duetto Shinji-Kaworu; ciò che è veramente il film, e questo lo fa non dico bene, ma perfettamente! L'immedesimazione con Shinji è forse anche superiore a quanto (forse) avrebbero voluto i realizzatori, visto che lui, come noi, si chiederà costantemente cosa sia successo in quel buco narrativo che lo separa dagli ultimi ricordi che possiede, oltre che interrogarsi costantemente su quali siano le sue responsabilità in tutto ciò.
Questo senso di spaesamento si sposa perfettamente con alcuni degli ambienti più evocativi mai visti finora nella serie, a tratti forse anche disturbanti. La desolazione, il degrado, una vastità che sa di vuoto e l'onnipresente silenzio, interrotto solamente dalle note suonate al piano da Kaworu. Nella descrizione del suo ruolo la Gainax forse si è adagiata un po' troppo sulla memoria regressa dei fan hardcore, visto che sembra poggiarsi eccessivamente sul fatto che già lo conoscano, rendendolo di difficile comprensione per i neofiti. Ma come ho detto, è il suo rapporto con Shinji a dare al film il vero motivo d'esistere, mostrando alcune delle scene più delicate di sempre - le suonate al pianoforte sono alienanti.
Il ritmo altalenante del film e i suddetti buchi sembrano supportare le voci di un radicale cambiamento di sceneggiatura a metà lavorazione, cosa testimoniata dal fatto che nessuna delle scene presenti nell'anteprima alla fine di "You Can (Not) Advance" siano comparse qui. Fortunatamente, queste mancanze, oltre che dal personaggio di Kaworu, sono ampiamente ammortizzate dalle scene d'azione, che definire sopra le righe sarebbe poco. In particolare lo scontro finale è talmente esagerato da risultare difficile da seguire.
Giudicare questo film è più difficile di quanto non si creda. Lo spettacolo c'è, ma spinge ulteriormente avanti le capacità deduttive di chiunque voglia raccapezzarcisi del tutto. Se non altro, esso lascia con un insaziabile desiderio di vedere la futura parte quarta, e stavolta è davvero impossibile provare a figurarsi cosa potrebbe accadere.