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Pensare di condensare in una recensione cosa è stato, cos'è e cosa rappresenterà in futuro Neon Genesis Evangelion è quasi impossibile, perché talmente vaste sono le tematiche e gli spunti, talmente bella è l'opera, che le mie parole forse non le renderanno mai giustizia; ma per chi ha amato e ama quest'anime, è un dovere provaci almeno un po'.
Neon Genesis Evangelion nasce come anime nel 1995 e si compone in totale di 26 episodi, a cui si sono aggiunti successivamente due film a completarne la storia. Pronti via veniamo catapultati in un mondo dove Angeli spaventosi attaccano una città e il protagonista, Shinji Ikari (appena arrivato per rincontrare il padre che lo aveva abbandonato anni prima), viene in pratica costretto a salire su un gigantesco "robot", per difendere la città stessa. E ovviamente, le cose si mettono subito male per lui…
Se l'inizio sintetizzato può sembrare comune a molte altre opere, NGE è in realtà profondamente diverso fin da subito: il protagonista non è un eroe che senza timore si accinge a diventare "salvatore della città", ma un ragazzo introverso che, quando può, fugge dalle cose spiacevoli, rifugiandosi in se stesso; rimane allibito dalla richiesta di salire a bordo dell'unità Evangelion 01 (il nome del robot) e si convince a farlo solo dopo aver visto chi avrebbe dovuto sostituire, una ragazza in fin di vita. E' un personaggio che lascia che la vita scorra senza porre domande, senza avvicinarsi agli altri, subendone le decisioni, perché "se va bene a tutti, va bene anche a me", perché così non è doloroso. Nel corso degli episodi assistiamo però ad tutta una serie di cambiamenti, che portano ad una comprensione di se come Io, come individuo facente parte di un ambiente, vivo.
Come risulta chiaro, ciò che rende quest'anime un capolavoro, tra le tante cose, sono i personaggi che lo compongono, tutti così reali e al tempo stesso estremi, forti all'apparenza ma tutti fragili e preda del loro passato e presente. La loro caratterizzazione raggiunge vette altissime, tanto da renderli indelebili nella mente dello spettatore anche se presenti un solo episodio. Senza voler fare una trattazione di ognuno di loro, c'è da dire che alcuni di loro hanno avuto un enorme impatto nell'influenzare i futuri personaggi di molte serie, come ad esempio Rei Ayanami: questa enigmatica ragazza è in grado di calamitare l'attenzione dello spettatore pur senza dire mai quasi nulla, mentre il mistero dietro di lei l'accompagna quasi costantemente: essa rappresenta, alla perfezione, il concetto di "bambola", un oggetto ad uso e consumo di qualcuno, non un essere umano; ed in effetti è proprio la "non umanità" ciò che si percepisce subito appena la vediamo letteralmente apparire. La sua crescita è rappresentata proprio da un diventare sempre più umana, ma a piccolo passi, con piccoli gesti e parole, spinta dal particolare legame con Shinji, un legame indecifrabile per lei. Rei è qualcuno che cerca di dare un senso alla propria identità, di riempire il vuoto che sente dentro di lei, di capire perché è viva. Descrivere alla fine Rei è praticamente impossibile, afferrare il suo personaggio è come cercare di afferrare qualcosa di etereo, che rimarrà per noi sempre indecifrabile, come i suoi monologhi, quelli che più di tutti descrivono veramente chi è.
Parlando della trama, questo è un anime mecha e come tale non mancano certo i combattimenti, realizzati ottimamente nonostante alcuni grossi problemi di budget verso la fine. Gli Angeli sono qualcosa di molto particolare per modo di agire e combattere, oltre che per struttura. La trama è un forte condensato di mistero e analisi psicologiche, con i personaggi intenti nelle loro battaglie e crescite personali durante gli episodi. Su questi non si può non menzionare una colonna sonora di altissimo livello, con parti memorabili e indimenticabili, come "Mother is the First Other" o "Thanatos". Anno, il regista, dirige il tutto magistralmente regalandoci ad ogni episodio un condensato di 20 minuti circa di emozioni forti e riflessioni. Il finale della serie (benchè in realtà quello vero è presente nel film "The End of Evangelion") non chiude la vicenda ma la crescita Shinji Ikari, arrivato allo stato finale del processo di maturazione.
Ci sarebbe ancora molto da scrivere e da trattare, talmente tante cose da poter scrivere un libro. Quello che ci rimane è un opera che anche a distanza di anni affascina e fa riflettere, ponendo temi e spingendoci a darci delle risposte, perché ognuno può interpretare a suo modo l'opera ed avere la sua crescita. Evangelion è un opera dove nulla è per caso e tutto ha un perché, dove tutti possono sentirsi Shinji, Rei, Misato, Asuka ecc., davvero una delle opere maestre della storia dell'animazione giapponese.