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"L'Attacco dei Giganti" è un titolo che è divenuto ben presto un autentico cult riuscendo a conquistarsi un successo meritato e forse inaspettato.
Alla conclusone della programmazione di questa teorica e probabile prima serie, mi sono appassionato a questa opera a tal punto da diventarne un autentico fan, cosa che non mi è accaduta con nessun altro titolo dell'ultimo decennio, fatta eccezione per "HunterxHunter".
Prima di tutto mi sembra giusto partire dalla mente che ha concepito tutto questo: Hajime Isayama, il mangaka. Secondo me, questo genio, ha concepito un manga ottimamente congegnato senza perdersi eccessivamente - quindi non sto dicendo che non vi siano - nei soliti cliché del genere sorprendendo, scioccando e senza dare mai nulla per scontato.
Per quanto poi ci siano evidenti richiami ad altre opere passate, e questo non lo si mette assolutamente in dubbio, non sono comunque d'accordo con chi definisce il presente titolo come un totale plagio, poiché non trovo che l'autore abbia compiuto chissà quale grave peccato nel provare a riutilizzare certe cose (che non dico per non spoilerare) spingendole su altre strade, personalizzandole ed apportando un rinnovamento o un innovazione nel campo - e questo dipende dai punti di vista. Ovviamente i detrattori non mancheranno mai di scoccare frecce dal loro arco per affondare critiche severe con la solita intenzione di sminuire un determinato titolo, ma ciò che conta e valutare ogni cosa con la propria testa, non facendosi influenzare da niente e da nessuno visto poi che ogni parere, incluso il mio, è totalmente soggettivo e non assoluto.

Per riuscire a far ben comprendere il mio personale pensiero su di questa popolare serie, vorrei trattare ogni aspetto di questa trasposizione animata e per farlo partirò dalla storia, il cuore pulsante di ogni opera.
La storia principale, secondo me, si regge su un ottimo plot che fin da subito appare interessante, intrigante, nonché suggestivo. L'uomo non è più all'apice della catena alimentare, poiché ha trovato un nemico naturale ed irrefrenabile che l'ha spinto quasi a l'estinzione: i Titani. Per difendersi da loro, l'uomo ha innalzato delle mastodontiche Mura, dentro alle quali ha vissuto un secolo di prosperità e di pace.
Da questo incipit di partenza si potrebbe ipotizzare, erroneamente, che la storia vada a prendersela comoda riempiendosi di positività e di buonismo, tuttavia la serie sbalordisce partendo in quinta e mettendo subito le cose in chiaro con il primo spettacolare, meraviglioso episodio - specialmente nel livello tecnico - buttando immediatamente giù ogni speranza e sicurezza allo spettatore, spiazzandolo non poco. Con un inizio del genere, alternativo e di sicuro effetto, la serie non può che catturare ed emozionare lo spettatore novizio fin da subito. In seguito si verrà aspirati in un vortice di eventi tragici e drammatici, a momenti incredibilmente epici costituiti da spettacolari colpi di scena; in tutto questo l'autore saprà intrecciare bene il mistero dei Giganti e a tenere alto l'interesse proprio attraverso una trama che sa intrigare fin dal principio.
E i pregi de "L'Attacco dei Giganti", a mio avviso, si trovano proprio nel suo essere innovativo, apparendo come una voce fuori dal coro, uscendo dai classici schemi del genere, attraverso la sua violenza, crudezza e con il suo forte e apprezzabilissimo pessimismo - una qualità, questa, che non si andrà a perdere nel corso dello svolgimento.
Ed è proprio questo grado di interesse, di entusiasmo e di passione ad avermi spinto a divorare più episodi possibili quando ne ho avuta la possibilità e non è una qualità che ho riscontrato in tutte le serie che ho visionato, perciò, una volta che un anime riesce a fare questo, chi se ne importa se sia o meno un plagio - comunque sia, io non lo ritengo tale -, ma l'importante è che sappia intrattenere ed emozionare e "L'Attacco dei Giganti" ci è riuscito alla grande, almeno nei miei confronti.
Ma visto che questa è una recensione, veniamo al ritmo narrativo cosi da levarci subito il "dente marcio", per poi proseguire con altro.
Certamente, mi sembra giusto renderlo noto, questo anime mi ha ampiamente dimostrato di saper possedere, quando vuole per lo meno, un ritmo veramente elevato, incalzante, avvincente e travolgente grazie ai momenti epici, elettrizzanti, adrenalinici, emozionanti e spettacolari che sa generare, ma allo stesso tempo, per allungare evidentemente troppo il brodo, mi sono ritrovato anche con un ritmo delle volte fin troppo rallentato, appesantito da episodi farciti con eccessivi ed esasperati dialoghi e monologhi.
Per questa ragione, circa dall'episodio diciottesimo, ho avvertito un calo narrativo non indifferente nel quale si ritrovano sicuramente degli ottimi momenti - che valgono assolutamente la visione e che non fanno perdere l'interesse generale -, però ve ne sono molti altri poco convincenti e non proprio entusiasmanti. Si tratta, senza alcuna ombra di dubbio, di un calo e di una caduta di stile che non avrei voluto vedere in una serie che ha saputo colpirmi ed appassionarmi in tal modo, denotando una gestione non pienamente riuscita ed ottimale da parte degli sceneggiatori, che hanno mostrato dei chiari limiti di scrittura proprio nell'ultima parte di storia trattata in questa prima serie. Infatti, l'unico vero difetto che ho trovato in questo anime è proprio questo suo rallentamento eccessivo in alcuni punti, concentrati specialmente nell'ultima parte della serie, causati sicuramente anche - e non solo - dall'ovvio, inevitabile avvicinamento del manga.

Affrontato questo aspetto critico, vorrei trattare altri aspetti, positivi in tal caso, iniziando proprio dai personaggi. Devo dire che ho molto apprezzato i personaggi de "L'Attacco dei Giganti" per il loro essere umani ed anche per l'importanza che, almeno quelli principali, hanno avuto all'interno della storia - a differenza di altre opere in cui invece certi personaggi sono messi li giusto per fare numero.
Credo non si possa negare che un essere umano sia in realtà un essere cinico, egoista, ricolmo di limiti, di difetti e che teme tutto ciò che a lui è ignoto, ed ecco che, proprio su questa linea sempre pessimistica dell'autore - quasi a seguire il pessimismo umano del noto Go Nagai -, mi sono ritrovato dinanzi a personaggi che, durante lo svolgimento dei fatti, sono andati fuori di testa; che vomitavano per la paura viscerale; che abbandonavano i propri compagni per tenersi cara la pelle ragionando egoisticamente e guardando solo al proprio profitto e alla propria sopravvivenza a discapito della vita di moltissimi altri. Trovo questo aspetto della serie un vero e grande pregio che la differenzia dal classico Shounen buonista e mieloso a cui siamo ampiamente stati abituati per anni.
Ma che anime sarebbe senza, appunto, i mostruosi e letali Giganti "zombificati"? Questi strani e misteriosi esseri saranno veramente un punto di forza della storia dal momento che tutto ruoterà intorno ad essi e alla minaccia che rappresentano per il genere umano. Infatti, la potenza della narrazione si ritrova proprio in questi misteriosi e temuti esseri e non si potrà fare a meno di scervellarsi sulle loro origini domandandoci chi siano e cosa vogliono realmente dagli "umani dietro le Mura". Ma se credete che il tutto verrà chiarito ad ogni risposta, vi sbagliate di grosso. Non appena si entrerà a conoscenza su di una certa cosa sul loro conto subito giungeranno altre domande che vi spingeranno a continuare la visione, instaurandovi il seme del dubbio.
Anche l'ambientazione, in cui i personaggi si muoveranno, la trovo ottimale. L'autore ha, difatti, saputo ben strutturare questo suo medioevale mondo creando, all'interno delle vasti ed immense Mura, una vera e propria civiltà suddivisa in varie etnie - e per questo non assisteremo a un "giappo-centrismo" etnico - dove la monarchia è la forma principale di Governo. Anche il mondo militare da lui ideato mi piace molto, specialmente per la particolare divisione nei tre grandi corpi speciali aventi ognuno una precisa è specifica mansione.
Un'altra cosa che mi ha colpito, collegata sempre al corpo militare, è l'invenzione ingegnosa del dispositivo della cosiddetta "Manovra Tridimensionale", utilizzato dai soldati come unica vera arma per combattere ed uccidere i letali e pericolosissimi Giganti. Questo dispositivo non solo lo trovo molto originale e ottimamente descritto in ogni sua parte e componente, ma permette anche delle sequenze d'azione mai viste prima ed un modo di combattere inedito, sofisticato e personale dove conterà molto sia l'abilità fisica del singolo che anche l'appoggio del gruppo dando vita ad interessanti strategie e tatticismi militari vari.
Non vorrei comunque dimenticare, prima di passare oltre, le tematiche affrontate dall'autore. A parte il sopra-citato pessimismo che impregnerà la serie fino all'ultimo episodio, vi sono anche certe altre cose di non poco conto. Ad esempio, giusto per citarne alcune: la voglia di riscatto e di rivalsa, il rinunciare alla propria umanità per combattere i mostri - un tema già affrontato nel capolavoro "Devilman", sempre di Go Nagai -, la manifestazione della paura verso l'ignoto attraverso queste creature derivateci dalla mitologia e dal folklore, possedere il coraggio di sacrificare qualcosa per riuscire a raggiungere delle vittorie e, in alcuni punti della visione, si affronterà persino la paranoia generata dall'incapacità di non saper distinguere il reale dalla finzione quasi come nel famosissimo capolavoro cinematografico fantascientifico "La Cosa" del 1982 di John Carpenter. Secondo me, questo titolo soddisfa anche su questo importante aspetto senza dare alcun dolcetto, ma sempre e solo amarezza sfociata dalla dura realtà e crudeltà della vita.

Tutto questo viene abbellito da una regia ottima ed efficace, da animazioni molto curate (fatta eccezione di alcuni episodi localizzati nella parte finale della serie) e da OST stratosferiche composte da un Hiroyuki Sawano in grandissima forma, il quale, a mio personale giudizio, ha offerto una colonna sonora cinematografica davvero lodevole e degna di nota, che mi ha molto colpito. Le opening e le ending le ho anch'esse trovate davvero ottime ed adrenaliniche, hanno davvero saputo caratterizzare la serie in maniera efficacie.
Inoltre le molte sequenze di azione sono state veramente una goduria per gli ogni - almeno quando il livello tecnico era al top - grazie anche al continuo utilizzo della 3-D graphic e CGI ben dosata che mi hanno offerto un'esperienza visiva e di coinvolgimento molto elevata, unica e moderna. Complimenti agli animatori e specialmente alla regia che ha saputo dare il massimo nei momenti importanti.
Il chara-design, che nel manga era grezzo, sproporzionato e non sempre curato, qui mi ha fatto gioire. Ho trovato il design dei personaggi originale e ben caratterizzato, anche se si deve ammettere che l'aspetto dei Giganti riusciva ad essere maggiormente inquietante nella versione cartacea.
Insomma, un livello tecnico che promuovo, pur se delle volte ha mostrato delle fastidiose e inaspettate, brutte cadute.

Venendo alle conclusioni finali di questa mia recensione, confesso che questa serie è stata un'autentica rivelazione, una visione palpitante e avvincente. "L'Attacco dei Giganti" mi è piaciuto davvero molto anche per la sua unicità, ma sfortunatamente ha conosciuto un calo, ad un certo punto, che non gli ha permesso di coinvolgermi ed entusiasmarmi a pieno come aveva fatto nei primi 17 episodi, come già detto in precedenza. In pratica, ci sono state delle evidenti incertezze dettate forse dall'ingenuità che, purtroppo, mi portano ad una valutazione finale non piena.

Consigliato a tutti gli amanti di animazione nipponica, d'azione e di horror-splatter e anche a chi si è stufato di vedere sempre serie ricolme di infinite gag comiche e fan-service, anche se, e bene sottolinearlo, questo è uno di quei titoli che, lo si può dire tranquillamente, o piace o non piace. Aspetto il sequel, sperando che arrivi.