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10.0/10
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Non ho veramente potuto esimermi dal recensire quest'opera, che secondo il mio punto di vista è una delle più belle che io abbia letto; non so se qualcuno ha mai provato felicità e ammirazione del momento in cui legge un fumetto, ecco a me è capitato con Hikaru No Go (e con pochi altri).
Forse questo entusiasmo è dato dal fatto che non mi aspettavo un granché; ho faticato ad avere tutti e 23 i volumi, aspettando di iniziare la lettura solo a raccolta finita, e mi sono anche chiesto più volte se ne poteva valere la pena. Letto il primo volume sono rimasto curioso e soddisfatto, ma andando avanti mi ha preso una vera e propria smania di continuare a leggere, a volte fino a tarda notte!

Vediamo un po' la trama: Hikaru Shindo è un simpatico ragazzino che frequenta la sesta elementare, sempre allegro e spensierato, non ha molta attinenza con lo studio. Ecco che un giorno Hikaru, sbirciando nella soffitta del nonno, scopre un vecchio Goban (scacchiera del Go) insanguinato, ma capisce che solo lui può vedere quella macchia di sangue; da questo Goban spunterà uno spettro millenario, Sai, un antico maestro di Go dell'era Edo, addirittura insegnante dell'imperatore. Sai non è riuscito a raggiungere il Nirvana dato che non era riuscito a raggiungere la perfezione nel gioco, e quindi utilizzava il corpo di ragazzi prescelti per continuare a giocare e migliorarsi. Sai rimarrà quindi vicino ad Hikaru, chiedendo insistentemente che questo gli faccia giocare delle partire per lui (dato che è un fantasma e da solo non può certo giocare).
Hikaru inizialmente non è molto intenzionato ad assecondare Sai, ma la passione dello spettro, le molte partite che giocheranno e la determinazione dei suoi avversari, porteranno Hikaru ad appassionarsi al Go, e quindi a voler diventare anch'esso un grande giocatore.

L'evoluzione di Hikaru nei 23 volumi è una delle qualità più eccezionali del manga in questione; finito il ventitreesimo volume sono andato a recuperare il primo ed è stato veramente incredibile. È come percorrere anni della vita di una persona, talmente ben rappresentata da sembrare vera. Il gioco del Go risulta ai miei occhi, ora come ora, una intricatissima passione, alla quale in fondo mi sono avvicinato sbirciando su internet, interessato a capirci ancora di più quando leggevo il fumetto (sia chiaro: il manga si apprezza anche se non si conosce nulla, o quasi, del Go).

Tutto questo è rappresentato dai magici disegni del maestro Obata, che adoro: oltre al carattere anche il disegno si evolve, dando alla fine delle espressioni e delle sfumature ad Hikaru che ne rilevano la raggiunta maturità.
Ottimo disegno, ottima trama, ottimi dialoghi, ottimi personaggi, direi proprio un ottimo manga! Non riesco veramente a capire come possa aver avuto così poca diffusione.
Unico difetto: non l'avrei interrotto al 23, c'era modo di allungare la storia. E adesso a me mancano le partite di Go!

Chiudo con un estrapolato dal manga:
"Bimbo: Nonno, qual'è il gioco più complesso creato dall'uomo?
Nonno: Gli scacchi.
Bimbo: E il Go?
Nonno: Il Go non l'hanno creato gli uomini"