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Una storia che non ha nulla a che vedere con tutto ciò che di commerciale evoca in genere la parola "vampiro".
Un modo di narrare innovativo che non si preoccupa tanto di costruire una trama logica, né di dare un senso compiuto alla storia. Se nelle storie comuni dei vampiri, quelle che, per capirci, puntano tutto sul senso di solitudine di queste creature, la trama rimane pur sempre ancorata ad un punto di vista certo e obiettivo (quello del lettore), qui il lettore stesso è coinvolto in una dimensione spazio temporale completamente sfasata, in cui il passato e il presente si intrecciano in un'atmosfera davvero suggestiva e irreale, intrisa di una profonda malinconia che arriva a sfiorare la poesia.
Non spaventatevi! Non c'è nulla di ermetico. Infatti le varie storie in cui sono coinvolti i due protagonisti sono perfettamente comprensibili (anche se a volte un po' intricate).
I disegni sono un po' retrò, ma comunque bellissimi, perfettamente intonati al carattere dell'opera. Il tratto della Hagio è delicatissimo e leggero e credo che sia apprezzabile anche da chi non è amante dello stile anni'70-'80.