Recensione
Owarimonogatari
8.0/10
“Owarimonogatari” è un anime di dodici episodi prodotto nel 2015 dallo studio Shaft e tratto dai volumi 15 e 16 della light novel “Monogatari”, scritta da Nisio Isin e illustrata da Vofan.
La settima stagione dedicata a Koyomi Araragi e alle “anomalie” si inaugura con una puntata della durata di circa tre quarti d’ora. Sarà possibile sostenerne la visione, visto il rinomato marchio di fabbrica dell’opera? Certo che sì, perché i dialoghi “stile Monogatari” non annoiano e non deludono quasi mai. Dopo uno splendido inizio, caratterizzato da una regia come sempre ispiratissima e da un certo livello di suspense, la serie procede con altri due archi molto simili, i quali si propongono di raccontare alcuni antefatti che ci immergono nel passato di Koyomi e della new entry Sodachi Oikura. Anche in questo caso ci troviamo dinanzi a una narrazione che riesce a tenere alto il livello di attenzione dello spettatore, grazie alla magistrale interpretazione di alcuni doppiatori e ai consueti colpi di scena. La carica emotiva di alcuni passaggi si fa spesso sentire, soprattutto per le tematiche molto forti, trattate come sempre con discorsi e ragionamenti particolari, e i risvolti agrodolci che lasciano un po’ di amaro in bocca.
Gli ultimi sei episodi, appartenenti all’arco “Shinobu Mail”, si collocano invece su un piano differente, sia per la disposizione temporale che per gli argomenti affrontati. Le puntate, infatti, vanno a colmare il vuoto tra “Shinobu Time” e “Tsubasa Tiger”: le informazioni ricevute, oltre a lasciare di stucco per quelle che credevamo fossero solo coincidenze, si incastrano perfettamente tra le vicende a cui avevamo già assistito e riprendono una serie di elementi lasciati in sospeso (a cui magari non avevamo fatto neanche tanta attenzione). Peccato per gli occasionali discorsi inopportuni - che il più delle volte vedono come protagonista Suruga - che di tanto in tanto si ripresentano nelle varie “Monogatari series”.
Ottima anche stavolta l’introspezione psicologica sui personaggi. In precedenza avevo lodato il fatto che avessero messo in luce, nel corso di vari archi, aspetti sempre nuovi della personalità di Tsubasa: adesso tocca a Koyomi, del quale verranno a galla diverse e interessanti caratteristiche, dirette conseguenze di ciò che gli è accaduto in passato. Altra grande protagonista è la sopracitata Sodachi, la quale ci viene presentata non per mezzo di un’anomalia, ma utilizzando un metodo leggermente differente e altrettanto efficace. Non si può non citare, infine, l’inquietante Ougi Oshino, avvolta ancora da un certo alone di mistero.
Passando al lato tecnico, rincontriamo un character design e delle animazioni buoni ma non eccelsi, accompagnati da sfondi singolari accuratamente realizzati. Tra le OST si individuano alcuni brani abbastanza commoventi (si vedano le scene degli ultimi due episodi con protagonista Shinobu); belle tutte e tre le opening, l’ultima in particolare.
In conclusione, “Owarimonogatari” non sfigura dinanzi alle opere prodotte in precedenza. La settima stagione mantiene tutti i punti di forza della serie originale, introducendo comunque qualche novità, e presenta, seppur in quantità minime, i soliti punti di debolezza. Voto: 8.
La settima stagione dedicata a Koyomi Araragi e alle “anomalie” si inaugura con una puntata della durata di circa tre quarti d’ora. Sarà possibile sostenerne la visione, visto il rinomato marchio di fabbrica dell’opera? Certo che sì, perché i dialoghi “stile Monogatari” non annoiano e non deludono quasi mai. Dopo uno splendido inizio, caratterizzato da una regia come sempre ispiratissima e da un certo livello di suspense, la serie procede con altri due archi molto simili, i quali si propongono di raccontare alcuni antefatti che ci immergono nel passato di Koyomi e della new entry Sodachi Oikura. Anche in questo caso ci troviamo dinanzi a una narrazione che riesce a tenere alto il livello di attenzione dello spettatore, grazie alla magistrale interpretazione di alcuni doppiatori e ai consueti colpi di scena. La carica emotiva di alcuni passaggi si fa spesso sentire, soprattutto per le tematiche molto forti, trattate come sempre con discorsi e ragionamenti particolari, e i risvolti agrodolci che lasciano un po’ di amaro in bocca.
Gli ultimi sei episodi, appartenenti all’arco “Shinobu Mail”, si collocano invece su un piano differente, sia per la disposizione temporale che per gli argomenti affrontati. Le puntate, infatti, vanno a colmare il vuoto tra “Shinobu Time” e “Tsubasa Tiger”: le informazioni ricevute, oltre a lasciare di stucco per quelle che credevamo fossero solo coincidenze, si incastrano perfettamente tra le vicende a cui avevamo già assistito e riprendono una serie di elementi lasciati in sospeso (a cui magari non avevamo fatto neanche tanta attenzione). Peccato per gli occasionali discorsi inopportuni - che il più delle volte vedono come protagonista Suruga - che di tanto in tanto si ripresentano nelle varie “Monogatari series”.
Ottima anche stavolta l’introspezione psicologica sui personaggi. In precedenza avevo lodato il fatto che avessero messo in luce, nel corso di vari archi, aspetti sempre nuovi della personalità di Tsubasa: adesso tocca a Koyomi, del quale verranno a galla diverse e interessanti caratteristiche, dirette conseguenze di ciò che gli è accaduto in passato. Altra grande protagonista è la sopracitata Sodachi, la quale ci viene presentata non per mezzo di un’anomalia, ma utilizzando un metodo leggermente differente e altrettanto efficace. Non si può non citare, infine, l’inquietante Ougi Oshino, avvolta ancora da un certo alone di mistero.
Passando al lato tecnico, rincontriamo un character design e delle animazioni buoni ma non eccelsi, accompagnati da sfondi singolari accuratamente realizzati. Tra le OST si individuano alcuni brani abbastanza commoventi (si vedano le scene degli ultimi due episodi con protagonista Shinobu); belle tutte e tre le opening, l’ultima in particolare.
In conclusione, “Owarimonogatari” non sfigura dinanzi alle opere prodotte in precedenza. La settima stagione mantiene tutti i punti di forza della serie originale, introducendo comunque qualche novità, e presenta, seppur in quantità minime, i soliti punti di debolezza. Voto: 8.