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Prima di iniziare questa recensione, ci sono delle doverose premesse che mi sento di fare.
Per quanto mi sia sempre piaciuto scrivere, è la prima volta che mi imbatto nella stesura di una recensione, anche perché è da poco che mi sono avvicinata all’universo degli anime e dei manga. Ho scelto di analizzare un’opera che recentemente ho visionato al cinema e che nonostante il gran successo che ha riscontrato a me non è piaciuta granché.

Il tema principale, a parer mio strategicamente trattato, è un argomento molto in voga nell’ultimo periodo: il bullismo. I personaggi di questa storia sono degli adolescenti che vedremo crescere dalla tenera età delle elementari fino alle superiori. I protagonisti sono Shoya, un maschiaccio ribelle, che cerca di nascondere la sua fragilità nelle vesti del capetto della classe e che attraverso i suoi atteggiamenti scanzonati prende di mira i più deboli; è il caso della dolce Shoko, una ragazzina gentile e timida, timidezza dovuta alla paura di essere esclusa a causa della sua diversità. Infatti Shoko è sordomuta.
La scelta dell’autore nel portare sul grande schermo una ragazza sulla quale grava il peso di una problematica simile mirava senza dubbio all’ulteriore sensibilizzazione del pubblico all’ascolto. La prima cosa che ho notato informandomi sul film prima di vederlo è stata la sua durata: ben 130 minuti. Mi domandavo quali altri temi sarebbero stati trattati in quest’opera: il valore dell’amicizia, il pentimento che porta Shoya a riflettere nel corso degli anni, a tal punto che per lui diviene unico obiettivo riparare al grande errore commesso precedentemente, anche se ciò significa rischiare e perdere la vita, pur di salvarla a coloro ai quali, in passato, la si è rovinata. Tuttavia, l'atteggiamento di Shoya, nonostante gli errori commessi, l’ho trovato un tantino esagerato, e ha fatto sì che non venissi coinvolta empaticamente nelle vicende trattate, che ho trovato talvolta forzate e poco credibili.

Il comparto sonoro è ciò che mi ha colpito di più: dolci e toccanti melodie che accompagnano in maniera più che adeguata tutte le scene clou, portando lo spettatore a riflettere e ad immedesimarsi ancora di più negli eventi talvolta drammatici, talvolta risolutivi. I disegni sono sullo standard, né sfigurano né fanno gridare al miracolo.

"La forma della voce" tratta temi importanti, anche se non sempre nel modo più appropriato. Il successo di questa pellicola ha creato in me aspettative che non sono state pienamente soddisfatte, ma nello stesso tempo reputo la storia originale e innovativa, in quanto non mi era mai capitato di visionare un anime trattante argomenti analoghi. Avrei preferito dei risvolti più risolutivi nel finale, che invece appare speranzoso e poco incisivo, quindi, sommando aspetti negativi e positivi, non mi sento di assegnare un voto più alto di 7,5.