Recensione
Osama Game The Animation
3.0/10
Recensione di LaMacchiaNera
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Esistono fondamentalmente due tipi di survival game: quelli classici in cui un gruppo di partecipanti da un minimo di due a un massimo di qualche decina sono più o meno costretti a partecipare a una o più prove dove chi perde muore, e alla fine almeno una persona sopravvive e può tornare alla sua vecchia vita, o a una migliore, se c'era in palio qualcosa, dopodiché c'è "Ousama Game".
In "Ousama Game" le più basilari regole del survival game vengono mandate affan... cubo, trasformando la fondamentale regola "almeno uno deve avere la possibilità di sopravvivere" in "una volta morti tutti, l'ultimo rimasto può scegliere se morire oppure giocare a un altro survival game dopo qualche mese". Non ha alcun senso parlare di sopravvivenza, se tanto alla fine devono morire tutti!
In pratica, "Ousama Game" non è un vero survival game!
La migliore descrizione che si può fare del protagonista?
Nobuaki è un rimbambito che non riesce a salvare neanche un gattino, ma rimorchia come un cane alfa in calore. No, davvero, nel corso di tutto l'anime avrà sì e no promesso a una quindicina di persone che le avrebbe salvate, ma alla fine sono tutte quante morte. In compenso, però, il nostro eroe da discount, fa colpo su un'infinità di personaggi femminili! Si sono innamorati di lui: Chiemi, Nami, Riona, addirittura Natsuko, e forse anche Teruaki che è un uomo. Puntualmente, i personaggi, illuminati dalle sue parole, decidono di dare le loro vite per lui, e io mi chiedo: «Ma vale davvero la pena morire per questo povero idiota?»
Riflettiamoci su, il self-insert dell'autore fa sostanzialmente una cosa, quando non piange, ovvero un mucchio di discorsi banali per cui una caterva di personaggi pende dalle sue labbra, al punto che decidono di dare la loro vita per lui, anche se Nobuaki è contrariato - sapete, no, lui è l'eroe, inoltre è un magnete per ragazze, tanto che alla fine riesce ad attirare nel suo campo attrattivo pure la cattiva. Mi chiedo se il vero Nobuaki Kanazawa non abbia qualche megalomania tipo Adriano Celentano, ma non vorrei iniziare a insultare e fare diagnosi a persone reali, quindi torniamo all'anime.
In tutto questo il protagonista si ostina a portare avanti le sue tesi sull'unione, l'amicizia e la collaborazione, ma mi chiedo: «Quanto è sensato farli in un survival-game come "Ousama Game"?» "Ousama Game" è uno dei giochi da survival horror più letali e spietati mai comparsi nel mondo anime, e forse delle arti in generale; ha un tasso di letalità che si aggira attorno al 98%, e nello specifico cresce con il numero di partecipanti fino oltre il 99,99%, se arriva a inglobare un intero villaggio, ma non finisce qui, perché chi vince spesso ne esce così devastato psicologicamente, da non poter continuare a vivere normalmente. Vedi Nobuaki, che all'inizio dell'anime era depresso, vedi Natsuko, che è diventata una completa psicopatica, o suo padre che si è suicidato. In ogni caso, meglio lui che Natsuko!
Altro problema è il cast. Troppo, troppo, troppo vasto!
Si sta parlando di trentadue personaggi per il primo gioco in linea temporale e trentaquattro per il secondo. Arrivando a un totale di sessantacinque personaggi che non troveranno mai un vero sviluppo, visto che all'inizio fanno un bel massacrone, dove sopravvivono solo i personaggi principali e qualche macchietta sacrificabile da usare al momento opportuno per gli episodi successivi. Nuovi personaggi saltano fuori a cavolo, e tu non puoi fare a meno di chiederti: «Ma questo chi diavolo è? Mi sono perso qualcosa?» Purtroppo la risposta è no! Compaiono come se li conoscessi da una vita, fanno quello che devono per un episodio, poi muoiono e di loro non se ne riparlerà mai più! Pretendendo inoltre che tu empatizzi con loro; per esempio, nell'episodio di Nami, "Miss Tocco il Re" alla fine racconta di aver sempre amato Nobuaki, vorrebbe essere un momento tenero, ma non lo è. Non ho motivi per affezionarmi a lei, non conosco la sua storia, non l'ho mai vista prima e in più l'anime rincara la dose con un bel «Non dimenticherò mai i bei momenti trascorsi assieme!» Ma quali bei momenti, se l'unica occasione in cui abbiamo visto Nami è stato quando ha ordinato a sé stessa di toccare il Re, con le conseguenze di imporsi un ordine così stupido?
Il fine ultimo dei personaggi dovrebbe essere la loro sopravvivenza, ma sembrano non vedere l'ora di morire tra pessime decisioni, reazioni umane idiote e suicidi! Due volte il Re dà ordine di darsi un ordine, e come usano questa possibilità? Dandosi ordini assurdi e difficili da realizzare. Great Job!
La questione Natsuko: ma siamo seri? Possibile che lei ammette fin da subito e senza giri di parole di essere disposta a tutto pur di vincere, ma nessuno faccia mai nulla per neutralizzarla, addirittura si fanno rubare i cellulari? Addirittura la sua amica sceglie di mettersi in pericolo, per provare che è una brava persona? Davvero l'unico con un briciolo di intelligenza è stato il parrucchiere gay?
Un'altra cosa che rende i personaggi degli idioti totali è il fatto che a nessuno di loro venga mai in mente di chiamare aiuto o di dire la cosa a qualcuno lì vicino. Insomma, c'è un killer completamente privo di morale che li sta uccidendo tutti; possibile che nessuno fa nulla? Anzi, possibile che in una classe delle superiori inizino a morire tutti nei modi più atroci e grotteschi e nessuno di loro, dirigenti scolastici e servizi di pubblica sicurezza in primis, abbia anche solo pensato di domandarsi cosa diavolo stia succedendo? I servizi pubblici esistono solo per fare il minimo indispensabile, come trasportare, mentre il personale medico di un ospedale si vede arrivare due ragazzini con le ossa fratturate e non si prende nemmeno la briga di chieder loro come sia potuto accadere.
La cosa raggiunge l'apice negli ultimi episodi, quando i partecipanti al King's Game sembra siano gli unici esseri umani vivi sulla Terra; la maggior parte delle scene si svolgono all'aperto, ma non si vede nessuno, né una macchina che passa né uno che cammina di lì e li incontra per caso. Alla fine viene da chiedersi se il Re non stia facendo bene a eliminarli tutti, per liberare il mondo dalla loro stupidità.
Altro problema ancora è la timeline, la storia parte letteralmente dalla metà, per poi tornare all'inizio e spiegare tutto. Questa cosa non ha senso, e rovina la già debole narrazione, perché, facendo così, lo spettatore sa fin da subito che quelli del primo gioco sono tutti morti, e quindi non ha hype, sapendo già che tutto ciò che faranno e tutte le decisioni che prenderanno per i primi sei episodi si riveleranno fallimentari.
Esistono fondamentalmente due tipi di survival game: quelli classici in cui un gruppo di partecipanti da un minimo di due a un massimo di qualche decina sono più o meno costretti a partecipare a una o più prove dove chi perde muore, e alla fine almeno una persona sopravvive e può tornare alla sua vecchia vita, o a una migliore, se c'era in palio qualcosa, dopodiché c'è "Ousama Game".
In "Ousama Game" le più basilari regole del survival game vengono mandate affan... cubo, trasformando la fondamentale regola "almeno uno deve avere la possibilità di sopravvivere" in "una volta morti tutti, l'ultimo rimasto può scegliere se morire oppure giocare a un altro survival game dopo qualche mese". Non ha alcun senso parlare di sopravvivenza, se tanto alla fine devono morire tutti!
In pratica, "Ousama Game" non è un vero survival game!
La migliore descrizione che si può fare del protagonista?
Nobuaki è un rimbambito che non riesce a salvare neanche un gattino, ma rimorchia come un cane alfa in calore. No, davvero, nel corso di tutto l'anime avrà sì e no promesso a una quindicina di persone che le avrebbe salvate, ma alla fine sono tutte quante morte. In compenso, però, il nostro eroe da discount, fa colpo su un'infinità di personaggi femminili! Si sono innamorati di lui: Chiemi, Nami, Riona, addirittura Natsuko, e forse anche Teruaki che è un uomo. Puntualmente, i personaggi, illuminati dalle sue parole, decidono di dare le loro vite per lui, e io mi chiedo: «Ma vale davvero la pena morire per questo povero idiota?»
Riflettiamoci su, il self-insert dell'autore fa sostanzialmente una cosa, quando non piange, ovvero un mucchio di discorsi banali per cui una caterva di personaggi pende dalle sue labbra, al punto che decidono di dare la loro vita per lui, anche se Nobuaki è contrariato - sapete, no, lui è l'eroe, inoltre è un magnete per ragazze, tanto che alla fine riesce ad attirare nel suo campo attrattivo pure la cattiva. Mi chiedo se il vero Nobuaki Kanazawa non abbia qualche megalomania tipo Adriano Celentano, ma non vorrei iniziare a insultare e fare diagnosi a persone reali, quindi torniamo all'anime.
In tutto questo il protagonista si ostina a portare avanti le sue tesi sull'unione, l'amicizia e la collaborazione, ma mi chiedo: «Quanto è sensato farli in un survival-game come "Ousama Game"?» "Ousama Game" è uno dei giochi da survival horror più letali e spietati mai comparsi nel mondo anime, e forse delle arti in generale; ha un tasso di letalità che si aggira attorno al 98%, e nello specifico cresce con il numero di partecipanti fino oltre il 99,99%, se arriva a inglobare un intero villaggio, ma non finisce qui, perché chi vince spesso ne esce così devastato psicologicamente, da non poter continuare a vivere normalmente. Vedi Nobuaki, che all'inizio dell'anime era depresso, vedi Natsuko, che è diventata una completa psicopatica, o suo padre che si è suicidato. In ogni caso, meglio lui che Natsuko!
Altro problema è il cast. Troppo, troppo, troppo vasto!
Si sta parlando di trentadue personaggi per il primo gioco in linea temporale e trentaquattro per il secondo. Arrivando a un totale di sessantacinque personaggi che non troveranno mai un vero sviluppo, visto che all'inizio fanno un bel massacrone, dove sopravvivono solo i personaggi principali e qualche macchietta sacrificabile da usare al momento opportuno per gli episodi successivi. Nuovi personaggi saltano fuori a cavolo, e tu non puoi fare a meno di chiederti: «Ma questo chi diavolo è? Mi sono perso qualcosa?» Purtroppo la risposta è no! Compaiono come se li conoscessi da una vita, fanno quello che devono per un episodio, poi muoiono e di loro non se ne riparlerà mai più! Pretendendo inoltre che tu empatizzi con loro; per esempio, nell'episodio di Nami, "Miss Tocco il Re" alla fine racconta di aver sempre amato Nobuaki, vorrebbe essere un momento tenero, ma non lo è. Non ho motivi per affezionarmi a lei, non conosco la sua storia, non l'ho mai vista prima e in più l'anime rincara la dose con un bel «Non dimenticherò mai i bei momenti trascorsi assieme!» Ma quali bei momenti, se l'unica occasione in cui abbiamo visto Nami è stato quando ha ordinato a sé stessa di toccare il Re, con le conseguenze di imporsi un ordine così stupido?
Il fine ultimo dei personaggi dovrebbe essere la loro sopravvivenza, ma sembrano non vedere l'ora di morire tra pessime decisioni, reazioni umane idiote e suicidi! Due volte il Re dà ordine di darsi un ordine, e come usano questa possibilità? Dandosi ordini assurdi e difficili da realizzare. Great Job!
La questione Natsuko: ma siamo seri? Possibile che lei ammette fin da subito e senza giri di parole di essere disposta a tutto pur di vincere, ma nessuno faccia mai nulla per neutralizzarla, addirittura si fanno rubare i cellulari? Addirittura la sua amica sceglie di mettersi in pericolo, per provare che è una brava persona? Davvero l'unico con un briciolo di intelligenza è stato il parrucchiere gay?
Un'altra cosa che rende i personaggi degli idioti totali è il fatto che a nessuno di loro venga mai in mente di chiamare aiuto o di dire la cosa a qualcuno lì vicino. Insomma, c'è un killer completamente privo di morale che li sta uccidendo tutti; possibile che nessuno fa nulla? Anzi, possibile che in una classe delle superiori inizino a morire tutti nei modi più atroci e grotteschi e nessuno di loro, dirigenti scolastici e servizi di pubblica sicurezza in primis, abbia anche solo pensato di domandarsi cosa diavolo stia succedendo? I servizi pubblici esistono solo per fare il minimo indispensabile, come trasportare, mentre il personale medico di un ospedale si vede arrivare due ragazzini con le ossa fratturate e non si prende nemmeno la briga di chieder loro come sia potuto accadere.
La cosa raggiunge l'apice negli ultimi episodi, quando i partecipanti al King's Game sembra siano gli unici esseri umani vivi sulla Terra; la maggior parte delle scene si svolgono all'aperto, ma non si vede nessuno, né una macchina che passa né uno che cammina di lì e li incontra per caso. Alla fine viene da chiedersi se il Re non stia facendo bene a eliminarli tutti, per liberare il mondo dalla loro stupidità.
Altro problema ancora è la timeline, la storia parte letteralmente dalla metà, per poi tornare all'inizio e spiegare tutto. Questa cosa non ha senso, e rovina la già debole narrazione, perché, facendo così, lo spettatore sa fin da subito che quelli del primo gioco sono tutti morti, e quindi non ha hype, sapendo già che tutto ciò che faranno e tutte le decisioni che prenderanno per i primi sei episodi si riveleranno fallimentari.