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È passato parecchio tempo dall'ultima volta che avevo visto un "Monogatari". Dato che "Nisemonogatari" mi aveva lasciato deluso nel complesso, avevo messo la serie sullo scaffale, e solo recentemente ho deciso di riprenderla su consiglio di alcune persone.
Mi dispiace solo che devo dividere la recensione in tre parti, perché questo sito fa lo stesso con i film.

"Kizumonogatari", prequel di "Bakemonogatari", ci racconta di come Koyomi Araragi, il protagonista, ha incontrato la vampira Shinobu e di come è diventato una creatura della notte. Opera del 2016, a differenza delle altre serie, "Kizumonogatari" arriva sul grande schermo sotto forma di tre diversi film, di cui il primo ci serve come introduzione generale al tutto. Araragi, di ritorno a casa dopo un salto in libreria, si ritrova alla stazione ferroviaria, dove fa una macabra scoperta: stesa in una pozza di sangue e con braccia e gambe mozzate, si trova un'affascinante e bionda donna, la quale in fin di vita gli chiede un servigio: la sua vita in cambio di quella di Araragi. Il protagonista inizialmente scappa in preda al panico, ma, mosso a pietà dal suo buon cuore, decide di sacrificarsi per questa donna. Tuttavia, risvegliatosi, Araragi scopre di essere stranamente ancora in vita e che la donna, chiamata Kissshot, si è trasformata in una bambina, optando di non succhiare tutto il suo sangue per non ucciderlo, ma finendo per trasformare lui stesso in un vampiro.

Questa serie di film, come già detto, funge da introduzione a tutto il ciclo della prima stagione di "Monogatari", ossia "Bakemonogatari", "Nisemonogatari" e "Nekomonogatari", di come Araragi è diventato un essere sovrannaturale e di come ha incontrato personaggi come Hanekawa o Oshino. Lo stile di scrittura rimane lo stesso delle opere dello stesso ciclo: confusionario nelle tempistiche, ma una confusione inaspettatamente gestita abbastanza bene, non risultando né pesante da digerire né da seguire, molto meglio di come ha fatto "Nisemonogatari". Nello specifico, questo primo film non è altro che una gigantesca introduzione al tutto, e la cosa si sente a livello di scrittura: l'andatura è molto lenta. Come abituati in precedenza, il focus principale di tutto sono i dialoghi, ma a questi si aggiunge un qualcosa che davvero raggiunge picchi incredibili: il lato tecnico. Lo stile di disegno e le animazioni devono essere fra i migliori che io abbia mai visto, e lo dico sul serio, la qualità è davvero stellare su questo frangente. Abbiamo il suggestivo miscuglio di immagini del mondo reale quasi digitalizzate sapientemente unito a uno stile anime delicato e dai colori surreali, soprattutto nelle scene della stazione. Le animazioni sono perfette e scorrono davvero come l'acqua. Ho adorato anche l'effetto visivo che hanno saputo dare al mare. Davvero, uno stile magnifico che bisogna solo vedere per credere. Lato sonoro come al solito buono, ma nulla di assurdo come invece è il lato visivo.

Non posso dire molto senza 'spoilerare' i film successivi, ma come introduzione al tutto questo qui è ottimo, con l'unico difetto di avere un ritmo un po' lento. Ovviamente, consigliata la visione.