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8.0/10
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Di che materiale e' fatto lo strato che separa il limbo tra realta' e fantasia? Cosa e' destinato a trovare un uomo che viaggia nella sottile dimensione che esiste dal fantastico e irreale? Queste sono le prime domande affiorate nella mia mente dopo la visione di Mushishi.

I Mushi, veri protagonisti della serie, non sono altro che manifestazioni dell'irrealta' del mondo. Se durante la serie i personaggi manifesteranno nei confronti dei Mushi un rapporto simile a quello tra uomo-divinita' o (spesso da parte di Ginko, il protagonista) simile a un superficiale approccio scientifico nei confronti di qualcosa di misterioso, la loro esistenza tuttavia non verra' mai chiarificata e ne' chiarita.

Di Mushi ne esistono a migliaia, tanti quanti i misteri del mondo. C'e' quello che si ciba dei rumori del mondo penetrando nelle orecchie degli ospiti a mo' di parassita, quello che si ciba di sogni umani, quello che sovrasta una montagna sotto fattezze di un mostro enorme, quello che incarna l'emozione dell'arcobaleno... Dire esattamente cosa sia un Mushi e' complicato, perche' piu' che "creature viventi" sono misteri incarnati, esseri che camminano in quello strato del mondo tra sogno, realta', fantasia e scienza.

Ginko e' un Mushishi viaggiatore, ovvero un profondo esperto di queste creature misteriose. I Mushi, alcuni, li chiamano divinita', per altri sono solo mostri da abbattere, per altri ancora fonte di sofferenza e di dolore.
Tuttavia dagli indizi lasciateci nella serie Ginko e' un Mushishi atipico. A differenza di molti suoi colleghi, egli non viaggia per uccidere i Mushi: Ginko e' semplicemente un viaggiatore maledetto dai capelli bianchi e dall'occhio color smeraldo.

La serie animata di Mushishi e' sicuramente qualcosa di atipico, vuoi per la struttura ad episodica che riesce tuttavia ad emozionare e a farci rimanere affezionati anche a personaggi che vivono nell'arco di una ventina di minuti di narrazione, o vuoi per la grandiosa tematica di fondo e per la delicata profondita' che ci viene presentata episodio dopo episodio.

L'atipicita' la si riscontra subito in Ginko: la storia parrebbe ambientarsi in un Giappone preindustrializzato, eppure Ginko e' un viaggiatore dai vestiti stranamente troppo moderni e occidentali, per un uomo di quel tempo immaginario e misterioso. Proprio quasi come se Yuki Urushibara, l'autore originale del manga, ci dicesse: "quest'uomo cammina nella stessa non-realta' dei Mushi." Lui non e' parte di questo mondo, eppure interagisce sia con il mondo dei Mushi che quello degli uomini.
Ginko non puo' restare nel mondo dei Mushi, perche' non e' umano.
Eppure quel mondo viene attratto da lui, come se volesse prenderlo a se.
Ma non puo' nemmeno rimanere nel mondo degli uomini, poiche' attrae i Mushi stessi a causa della sua 'maledizione'. Ed e' per questo motivo che continua a camminare, senza fissa dimora, di passo in passo, camminare su diecimila migliaia, osservando la vita degli altri e raccogliendo le sue storie personali dei Mushi.

Mushishi e' infatti una serie animata dal sapore amaro e malinconico, sospesa tra il tema del viaggio e degli insoluti interrogativi delle emozioni umane. Numerosi episodi infondono una malinconica pace che lascia spesso l'amaro in bocca; la cosa che piu' colpisce di questa serie e' il naturale equilibrio su cui si regge il tutto, nonchè le curiose idee sulla caratterizzazione dei Mushi, veri e propri personaggi, protagonisti e antagonisti dell'anime al tempo stesso.

Le musiche firmate da Toshio Masuda (Naruto) sono il miglior lavoro del compositore. Delicate, non troppo intense (come potrebbero essere per esempio quelle di Joe Hisaishi, emozioni simili a una doccia calda sul cuore), rispecchiano perfettamente l'equilibrio dell'anime e sono usate in modo superbo pressoche' in qualunque situazione.

L'unica critica che si potrebbe muovere alla serie animata e' un certo calo qualitativo che si nota in alcuni episodi, e non solo a livello di animazioni o grafico, ma anche a certe ridondanti storie che terminano con l'essere un po' piu' pesanti delle altre e a provocare un leggero innalzamento del livello di noia. Tuttavia si tratta un problemino da poco, considerando l'elevata emozione che Mushishi trasmette in generale.

In definitiva Mushishi e' una serie grandiosa per chi ha intenzione di afferrarla con il cuore colmo e la mente libera da ogni pensiero. L'impressione e l'immagine mentale che restera' impressa al termine della serie e' quella di un'opera che scorre nel fiume del tempo senza mai fermarsi, una serie le cui emozioni continuano a camminare anche dopo la scritta fne, convergendo nel limbo dove vivono le creature eteree ed irreali, verso la strada dove la pacifica malinconia e l'amarezza convergono. Questo e' il mio Mushishi.