Non ha di certo peli sulla lingua Vincent Chansard, popolare animatore di Jujutsu Kaisen, Boruto e One Piece. In un’intervista in cui parla delle sue ispirazioni ed esperienze, ha dichiarato infatti di prevedere una morte lenta per l'industria degli anime.
Chansard ha detto che il Giappone si trova in una fase avanzata di capitalismo, ha aggiunto che l'industria degli anime sta aumentando il numero di produzioni a scopo di lucro riducendo al contempo il livello di abilità degli animatori.
Chansard ha affermato: "Conosciamo la soluzione! Conosciamo perfettamente la soluzione! Le due principali soluzioni alla mancanza di lavoratori sono in primo luogo, la rivalutazione salariale per attirare più lavoratori, e in secondo luogo, creare più modi per consentire ai nuovi membri di diventare più qualificati. E quali sono le soluzioni adottate dalle produzioni giapponesi in questo momento? Nessuna! Le soluzioni esistono ma bisogna applicarle”.
Chansard non crede che l'industria giapponese scoppierà o imploderà velocemente, ne delinea piuttosto una morte lenta. "Ti do alcune possibilità. 'Mancanza di lavoratori?' Lo sappiamo. Cosa succederà dopo? Una volta che avranno raggiunto il numero massimo di lavoratori, ne ridurranno le condizioni di lavoro. Quando non puoi avere ulteriori lavoratori, paghi quelli che già hai di meno e ne ottieni un profitto maggiore. Questo è ciò che mi spaventa. Non il fatto che esploderà, ma il fatto che peggioreranno ancora di più le condizioni di lavoro, quando sono già pessime".
Chansard è uno degli animatori più conosciuti sui social media, è particolarmente famoso per il suo lavoro nello scontro tra Luffy e Kaido di One Piece, e per gli anime Boruto e Jujutsu Kaisen. Il suo lavoro ha ricevuto ampi consensi nella recente edizione Blu-ray di uno degli episodi più popolari di Jujutsu Kaisen, "Thunderclap, Part 2" (episodio 41) che ha migliorato nettamente quanto visto nella trasmissione televisiva
In ugual misura è cresciuta anche la notorietà di Chansard per la sua schiettezza nei confronti del settore, e in particolare dello studio MAPPA. Ha fatto scalpore quando ha detto che non avrebbe mai più lavorato con MAPPA, affermando: "Non voglio sostenere un'azienda che ideologicamente non si preoccupa delle condizioni di lavoro".
Fonte consultata:
cbr.com
Chansard ha detto che il Giappone si trova in una fase avanzata di capitalismo, ha aggiunto che l'industria degli anime sta aumentando il numero di produzioni a scopo di lucro riducendo al contempo il livello di abilità degli animatori.
Chansard ha affermato: "Conosciamo la soluzione! Conosciamo perfettamente la soluzione! Le due principali soluzioni alla mancanza di lavoratori sono in primo luogo, la rivalutazione salariale per attirare più lavoratori, e in secondo luogo, creare più modi per consentire ai nuovi membri di diventare più qualificati. E quali sono le soluzioni adottate dalle produzioni giapponesi in questo momento? Nessuna! Le soluzioni esistono ma bisogna applicarle”.
Chansard non crede che l'industria giapponese scoppierà o imploderà velocemente, ne delinea piuttosto una morte lenta. "Ti do alcune possibilità. 'Mancanza di lavoratori?' Lo sappiamo. Cosa succederà dopo? Una volta che avranno raggiunto il numero massimo di lavoratori, ne ridurranno le condizioni di lavoro. Quando non puoi avere ulteriori lavoratori, paghi quelli che già hai di meno e ne ottieni un profitto maggiore. Questo è ciò che mi spaventa. Non il fatto che esploderà, ma il fatto che peggioreranno ancora di più le condizioni di lavoro, quando sono già pessime".
Chansard è uno degli animatori più conosciuti sui social media, è particolarmente famoso per il suo lavoro nello scontro tra Luffy e Kaido di One Piece, e per gli anime Boruto e Jujutsu Kaisen. Il suo lavoro ha ricevuto ampi consensi nella recente edizione Blu-ray di uno degli episodi più popolari di Jujutsu Kaisen, "Thunderclap, Part 2" (episodio 41) che ha migliorato nettamente quanto visto nella trasmissione televisiva
In ugual misura è cresciuta anche la notorietà di Chansard per la sua schiettezza nei confronti del settore, e in particolare dello studio MAPPA. Ha fatto scalpore quando ha detto che non avrebbe mai più lavorato con MAPPA, affermando: "Non voglio sostenere un'azienda che ideologicamente non si preoccupa delle condizioni di lavoro".
Fonte consultata:
cbr.com
Ma un industria non muore mai, si trasforma soltanto.
Purtroppo, raramente si trasforma in modo positivo per i lavoratori.
Onestamente non si capisce a cosa sta facendo riferimento. Cbr non è un grande fonte da cui riportare le notizie, oltre a scrivere articoli click bait riporta le informazioni in modo abbastanza raffazzonato
Meglio se pensa al suo lavoro, che l'economia non è proprio per lui...
Poi vi voglio far notare che per pagare di più gli animatori anche gli studi devono guadagnare di più (nel senso che siamo noi a dover pagare di più), ma qui ogni volta che aumentano i prezzi degli abbonamenti la gente è in rivolta
Si viene ancora pagati per cut dove non c'è quasi mai differenza tra un cut della madonna e un cut blando.
Non si sta investendo sulle maestranze (qua KyoAni insegna, letteralmente) quindi una volta che gli animatori attuali moriranno, le loro tecniche moriranno con loro (in Italia abbiamo lo stesso problema nella sartoria di alto livello).
La roba che c'è poca gente e la si paga ancora di meno è una cappellata di chi non capisce una minchia di lavoro industriale.
C'è troppa offerta, semmai! Hai tizi delle filippine che paghi due banane; i cinesi che con le paghe da fame non si lamentano; i coreani che stanno sempre sotto i giapponesi ma sono più competenti dei cinesi; da un 5-7 anni gente a cazzo occidentale che lavora e paghi praticamente con la fama di lavorare su Jujutsu Kaisen o l'anime faigo del momento.
Non penso bisogna dire l'ovvio ma non ci sono mai stati così tanti soldi in mano alle produzioni, NON è un problema di soldi ma di chi si fotte tutto e lascia niente.
Per quanto riguarda queste dichiarazioni, nulla di nuovo. Come detto da altri lui è un semplice animatore freelence, quindi la sua parola vale il giusto, ma alla fine sono le solite cose che vengono ripetute da anni. Per quanto riguarda la paga non so se sia un errore di traduzione, ma c'è da dire che questa industria funziona in modo molto strano. Banalmente, se ci fossero meno animatori, i restanti dovrebbero comunque lavorare di più, e non non è detto che aumentarebbero le paghe.
L'industria degli anime si è già modificata alcune volte nel corso dei decenni.
In futuro probabilmente avremo più anime simili che si assomigliano l'uno con l'altro(già oggi in certi generi di anime sta accadendo questa cosa) e meno anime originali, bisognerà semplicemente fare una scrematura e scegliere le poche serie di qualità nel calderone degli anime tutti simili tra loro.
Non e' una cosa cosi in la nel futuro, basta dare un occhiata nel catalogi crunciroll per vedere anime letteralmente identici per trama , e con chara design piattissimi, ed animazioni da presentazione Powerpoint
Che gli studi di animazioni lavorino su commissione non fa alcuna differenza.
Se gli studi chiedono più soldi al produttore allora il produttore chiede più soldi al distributore per le licenze e il distributore ovviamente i soldi poi li chiede a noi.
Funziona tutto a cascata e nessuno di loro decide di beccarselo pagando più soldi per lo stesso prodotto e chiedendone gli stessi al suo cliente
sì, solo nel mondo dei sogni esiste una redistribuzione del genere.
Purtroppo qualsiasi aumento di denaro rimane sempre nei piani alti, ogni settore per produrre di più finisce con l'abbassare la qualità dei prodotti e lo stile di vita dei propri dipendenti.
Non lo percepisci nella vita reale?
Paghi le robe sempre di più ma la gente, pure la stessa che ti offre il prodotto che stai comprando "é povera" quanto te?
Se vuoi puoi pure continuare con le tue teorie da quattro soldi e pensare che funzioni così, ma non significa che sia così davvero...
Esiste una cosa chiamata CONCORRENZA.
La situazione che descrivi tu sarebbe possibile solo se ci fosse un unico studio di animazione. Nella realtà se c'è uno studio che chiede 100 per dividere 50 tra tutti i dipendenti e 50 per chi dirige lo studio, allora ce n'è sicuramente un altro che "si accontenta" di chiederne 49 per se e 50 per tutti gli altri dipendenti (e se non c'è già esce fuori nel giri di due minuti, ma nel caso specifico degli anime, ci sono già). Poi si continua così via via fino a quando si arriva al punto che di meno non possono chiedere.
Ed è così che funziona e per essere precisi tutti gli stati hanno anche enti che si occupano proprio di verificare che sia così e siccome non mi risulta che l'antitrust giapponese sia mai intervenuta per rimediare al monopolio degli studi di animazione, ne tantomeno per si è mai sentito parlare da parte loro del cartello degli anime e siccome se dovessi giocarmi il mio centesimo direi che tu non lavori all'antitrust giapponese, direi che le stai semplicemente sparando come ti passano per la testa pensando siano vere (non lo sono).
Ora sicuramente mi lasci il meno perché ti ho criticato le teorie economiche dell'università di reddit...
Certo qualcosa tiene ancora, in particolare le serie storiche che evidentemente fanno grossi numeri grazie ai fan preesistenti e ovviamente grazie alle idee originali dell'epoca, ma tutto il resto?
cioè in questa stagione cosa c'è di davvero indimenticabile? francamente nulla.
Clickbait.
Se uno studio deve andare al ribasso per accaparrarsi il lavoro come dovrebbe fare a chiedere più soldi ai produttori? È proprio perché esiste la concorrenza che non possono farlo.
Sul discorso... non mi piace per ragioni diverse dalle sue. Si concentrano nel produrre molte serie povere, similari e dimenticabili, in realtà ne dovrebbero produrre di meno, ma quelle che toglierebbero sarebbero proprio quelle innovative, intelligenti e creative, tra i due scelgo il male minore.
Questo modo di fare sicuramente ti fa prendere rischi di molto inferiori dal creare un qualcosa dal nulla ma anche gli introiti saranno ovviamente molto piu' bassi.
Se c’è dietro un regista e uno sceneggiatore che ci sanno fare e chi gli sta intorno ha le capacità, il tempo e i mezzi adatti va benissimo e molte opere originali si sono rivelate capolavori rimasti nella storia, ma allo stesso tempo ce ne sono un maggior numero che avevano buone idee che si sono andate a rovinare per mancanza di tempo, problemi di produzione e quant’altro. Gli anime (o per lo meno le serie anime) hanno troppe incognite per essere un “veicolo” affidabile per una storia originale a parer mio.
Il fatto è che in generale secondo me andrebbe fatta meno roba punto, non c’è bisogno di 20 isekai harem a stagione dove 18 di questi finiranno nel dimenticatoio dopo neanche un anno. Concentrarsi su meno opere di qualità che hanno più probabilità di diventare brand famosi anche all’estero secondo me taglierebbe molto di più le spese che gli introiti.
Ma immagino che se continuano a sfornarne una ragione ci sarà e forse sto sottovalutando i soldi di semplice trasmissione + bluray in patria e simulcast all’estero.
Il fatto è che praticamente tutti quegli harem isekai vengono da serie di light novels che hanno all'attivo tipo 15-25 volumi. Vuol dire che è roba che vende sul serio! Evidentemente un mercato consistente ce l'hanno. Stessa cosa per gli otome, le romcom e altri generi frequenti (qualcuno direbbe "abusati").
Anche perché, se davvero vendessero così tanto, come mai un buon tre quarti di queste non va mai oltre la prima stagione (spesso di un solo cour)?
Realisticamente, penso che sia quella la direzione che stanno prendendo le aziende.
Una tristezza, perché, l'IA di per sé può rivelarsi un meraviglioso attrezzo se affidata in buone mani. In un mondo perfetto ed utopico, immaginiamo quante belle cose si potrebbero fare investendo sia in lavoratori creativi che nell'IA e affidando quest'ultima ai veri artisti per velocizzare la realizzazione delle proprie opere.....
Partiamo proprio dal grezzume becerissimo.
1) Nuova Jumpata che vende madonne
2) Produttore Tizio propone lo studio dove lavora e cerca di ottenere tempi ampi e buoni slot tv.
3) Si forma la produzione: Shueisha o :chi ha la IP:, canale TV, produttore di azienda del merchandising, produttore di azienda della musica, produttore di licenza di diritti fuori il Giappone
4) Se lo studio NON ha potere nella produzione prende SOLO la commessa per il lavoro svolto, che l'anime diventi il nuovo Dragon Ball o floppi ammerda; gli studi che c'hanno potere cercano di autoprodursi gli anime per avere una fetta maggiore di guadagni (BONES, KyoAni, Ufotable, Trigger etc.)
Ora entra George Wada. Assicura alla produzione tempi che non hanno un cazzo di senso e prezzi per commesse aggressivissimi.
Di fatto, pur con commesse più basse ma producendo più anime per stagione a fine anno si ha un fatturato maggiore.
George Wada ha inventato la corsa dei ratti nel settore degli anime industriali, si produce sempre di più e sempre di più appaltando il grosso della produzione anime all'estero.
Oggi, in media, un animatore giapponese guadagna meno che negli anni 80, perché il costo della vita in Giappone è salito.
"Si producono troppi anime adattamenti di Light Novel, tutti anime isekai uguali e roba che sembra identica a sé stessa".
Sì, vero. Perché 'sta merdaccia vende il giusto e si produce al risparmissimo. Oggi, 2024, nessun produttore avrebbe le palle di lanciare una nuova IP come Madoka Magica, che vende ancora oggi vagoni interi di merchandise ma è vista come un salto carpiato nel vuoto pneumatico.
La crisi degli anime è anche questo, nell'essere così sotto scopa che quasi nessuno si può permettere anime originali che vadano male.
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