Welcome to the N.H.K è una di quelle serie di cui intuii il valore casualmente: durante il giornaliero curiosare nel sito notai che la sua trasposizione animata inaspettatamente torreggiava le classifiche degli anime più apprezzati dagli utenti di AnimeClick.it. Ancor oggi, nella classifica generale, fra più di 1500 schede anime, occupa un rispettabilissimo nono posto.
Il titolo è comunque passato quasi inosservato, almeno fino a quando è finito tra le mani di JPop, che ha deciso di portarlo ufficialmente in Italia tramite la sua trasposizione a fumetti.
Welcome to the N.H.K è originariamente un romanzo scritto da Tatsuhiko Takimoto e illustrato da Yoshitoshi ABe pubblicato in Giappone nel 2002. A seguito del suo successo è stato trasposto nel 2004 in un manga, conclusosi con l’ottavo volumetto, e nel 2006 da Gonzo in una serie animata di 24 episodi.
Il manga, disegnato da Kendi Oiwa, autore che forse avrete già avuto modo di conoscere grazie a Goth, e sceneggiato dallo stesso Tatsuhiko Takimoto, narra le vicende di Tatsuhiro Sato, un hikikomori. Con questo termine in Giappone si identificano quei soggetti che sviluppano una vera e propria incapacità a relazionarsi con la società e con il prossimo, che passano la maggior parte della vita rinchiusi in casa isolati e che si dedicano in modo maniacale alle proprie passioni, spesso legate a videogiochi, anime e manga.
Il nostro protagonista sembra essere entrato in una fase terminale, inizia a fare uso di farmaci e sostanze allucinogene e nei suoi deliri ha identificato una vera e propria cospirazione da parte di una fantomatica organizzazione, la N.H.K., che si pone come obiettivo quello di creare hikikomori.
N.H.K. è un marchio molto conosciuto in Giappone: è infatti un emittente che ogni buon appassionato di anime ben conosce in quanto ogni anno trasmette in anteprima diverse serie animate. Sebbene il gioco di parole non sia affatto casuale, per Tatsuhiro N.H.K sarebbe invece l’acronimo di Nihon Hikikomori Kyokai, ovvero un’associazione atta a creare hikikomori. Nel suo delirio crede che tra le sue fila nasconda tre diverse tipologie di personale: i Men in Black, che seguono costantemente la vittima facendo in modo che fallisca in tutti i suoi intenti; delle ragazze estremamente attraenti che hanno il compito di eccitare, creare aspettative irrealizzabili e spezzare il cuore al malcapitato impedendogli di sviluppare una realistica visione dei rapporti con l’altro sesso; delle strane creature simili a goblin che sarebbero a capo dell’organizzazione.
Perso in questa sua follia avrebbe poche speranze se non fosse per una ragazza molto carina, Misaki Nakahara, che si presenta a lui con l’intenzione di farlo uscire e salvarlo dal suo stile di vita distruttivo. Tatsuhiro accetta, ma è molto diffidente nei suoi confronti: non è che faccia parte del complotto della N.H.K.?
Come se non bastasse vengono man mano introdotti altri personaggi, tutti molto particolari e che all’incirca condividono problemi simili a quelli del protagonista.
Era da un po’ che aspettavo l’opportunità di conoscere di persona questo titolo. Pur avendo perso il primo treno, non avendo visto la serie televisiva, ora JPop mi da una seconda possibilità che fortunatamente non mi sono lasciato scappare. I primi due numeri di Welcome to the N.H.K. mi sono decisamente piaciuti, sia artisticamente che, e soprattutto, nei contenuti.
In primis è sorprendente vedere come una piaga seria e drammatica, che sempre più affligge la società giapponese, come quella degli hikikomori, venga raccontata in modo tanto fresco e divertente. Il manga riesce a divertire e ad intrattenere, ma tra una risata e l’altra insinua nella mente del lettore delle riflessioni per nulla ovvie e scontate. Le vicende sono narrate in modo satirico e gli stessi personaggi, con le loro stranezze e i loro eccessi, risultano difficilmente credibili, eppure rappresentano in modo efficace lo stereotipo sul quale sono stati creati. L’autore forma un cast ben bilanciato e offre una trama che, nella sua semplicità, offre mistero, riflessione, divertimento e sentimento. Si intuisce inoltre che, pur essendo tutto buttato sullo scherzo, le tematiche sollevate sono in realtà realistiche e che lo stato di alienazione che affligge i personaggi non è poi così lontano nemmeno dalla nostra cultura dove i media propongono, e spesso cercano imporre, modelli di vita sempre più lontani da quelli che poi si possono realmente riproporre nella vita di tutti giorni.
JPop è tra gli editori italiani che propone il miglior rapporto qualità prezzo. L’edizione, venduta al prezzo di 6 Euro, è infatti supportata da ottimi materiali e da un'altrettanto buona stampa. Tuttavia ho avuto l’impressione che il volumetto risulti più bello da vedere che comodo da leggere: la rilegatura per esempio a volte si mangia parte dei dialoghi e dei disegni.
Adattare questo manga non è certamente un lavoro semplice e si nota lo sforzo nel cercare di far rendere al meglio alcune situazioni difficili da tradurre senza utilizzare lunghe note. Il risultato è in genere buono, anche se alcune scelte potranno ad alcuni sembrare un po’ troppo libere e quindi poco fedeli all'originale.
Welcome to the N.H.K è un’opera originale, intelligente e divertente che assolutamente vi consiglio.
Il titolo è comunque passato quasi inosservato, almeno fino a quando è finito tra le mani di JPop, che ha deciso di portarlo ufficialmente in Italia tramite la sua trasposizione a fumetti.
Welcome to the N.H.K è originariamente un romanzo scritto da Tatsuhiko Takimoto e illustrato da Yoshitoshi ABe pubblicato in Giappone nel 2002. A seguito del suo successo è stato trasposto nel 2004 in un manga, conclusosi con l’ottavo volumetto, e nel 2006 da Gonzo in una serie animata di 24 episodi.
Il manga, disegnato da Kendi Oiwa, autore che forse avrete già avuto modo di conoscere grazie a Goth, e sceneggiato dallo stesso Tatsuhiko Takimoto, narra le vicende di Tatsuhiro Sato, un hikikomori. Con questo termine in Giappone si identificano quei soggetti che sviluppano una vera e propria incapacità a relazionarsi con la società e con il prossimo, che passano la maggior parte della vita rinchiusi in casa isolati e che si dedicano in modo maniacale alle proprie passioni, spesso legate a videogiochi, anime e manga.
Il nostro protagonista sembra essere entrato in una fase terminale, inizia a fare uso di farmaci e sostanze allucinogene e nei suoi deliri ha identificato una vera e propria cospirazione da parte di una fantomatica organizzazione, la N.H.K., che si pone come obiettivo quello di creare hikikomori.
N.H.K. è un marchio molto conosciuto in Giappone: è infatti un emittente che ogni buon appassionato di anime ben conosce in quanto ogni anno trasmette in anteprima diverse serie animate. Sebbene il gioco di parole non sia affatto casuale, per Tatsuhiro N.H.K sarebbe invece l’acronimo di Nihon Hikikomori Kyokai, ovvero un’associazione atta a creare hikikomori. Nel suo delirio crede che tra le sue fila nasconda tre diverse tipologie di personale: i Men in Black, che seguono costantemente la vittima facendo in modo che fallisca in tutti i suoi intenti; delle ragazze estremamente attraenti che hanno il compito di eccitare, creare aspettative irrealizzabili e spezzare il cuore al malcapitato impedendogli di sviluppare una realistica visione dei rapporti con l’altro sesso; delle strane creature simili a goblin che sarebbero a capo dell’organizzazione.
Perso in questa sua follia avrebbe poche speranze se non fosse per una ragazza molto carina, Misaki Nakahara, che si presenta a lui con l’intenzione di farlo uscire e salvarlo dal suo stile di vita distruttivo. Tatsuhiro accetta, ma è molto diffidente nei suoi confronti: non è che faccia parte del complotto della N.H.K.?
Come se non bastasse vengono man mano introdotti altri personaggi, tutti molto particolari e che all’incirca condividono problemi simili a quelli del protagonista.
Era da un po’ che aspettavo l’opportunità di conoscere di persona questo titolo. Pur avendo perso il primo treno, non avendo visto la serie televisiva, ora JPop mi da una seconda possibilità che fortunatamente non mi sono lasciato scappare. I primi due numeri di Welcome to the N.H.K. mi sono decisamente piaciuti, sia artisticamente che, e soprattutto, nei contenuti.
In primis è sorprendente vedere come una piaga seria e drammatica, che sempre più affligge la società giapponese, come quella degli hikikomori, venga raccontata in modo tanto fresco e divertente. Il manga riesce a divertire e ad intrattenere, ma tra una risata e l’altra insinua nella mente del lettore delle riflessioni per nulla ovvie e scontate. Le vicende sono narrate in modo satirico e gli stessi personaggi, con le loro stranezze e i loro eccessi, risultano difficilmente credibili, eppure rappresentano in modo efficace lo stereotipo sul quale sono stati creati. L’autore forma un cast ben bilanciato e offre una trama che, nella sua semplicità, offre mistero, riflessione, divertimento e sentimento. Si intuisce inoltre che, pur essendo tutto buttato sullo scherzo, le tematiche sollevate sono in realtà realistiche e che lo stato di alienazione che affligge i personaggi non è poi così lontano nemmeno dalla nostra cultura dove i media propongono, e spesso cercano imporre, modelli di vita sempre più lontani da quelli che poi si possono realmente riproporre nella vita di tutti giorni.
JPop è tra gli editori italiani che propone il miglior rapporto qualità prezzo. L’edizione, venduta al prezzo di 6 Euro, è infatti supportata da ottimi materiali e da un'altrettanto buona stampa. Tuttavia ho avuto l’impressione che il volumetto risulti più bello da vedere che comodo da leggere: la rilegatura per esempio a volte si mangia parte dei dialoghi e dei disegni.
Adattare questo manga non è certamente un lavoro semplice e si nota lo sforzo nel cercare di far rendere al meglio alcune situazioni difficili da tradurre senza utilizzare lunghe note. Il risultato è in genere buono, anche se alcune scelte potranno ad alcuni sembrare un po’ troppo libere e quindi poco fedeli all'originale.
Welcome to the N.H.K è un’opera originale, intelligente e divertente che assolutamente vi consiglio.
I primi due volumetti li ho divorati, attendo con ansia gli altri!
@Hadesama
L'edizione italiana è curatissima ed è estremamente fedele all'originale, quindi sì: 8 volumi!
Ciao!
Ho visto l'anime prima di iniziare a leggere il manga e, pur essendomi piaciuto molto, come impatto è sicuramente inferiore, nel manga è tutto molto più amplificato e crudo (le allucinazioni, i tentativi di suicidio)
Molto consigliato a tutti, sia a chi non lo conosce e sta cercando qualcosa di veramente interessante, divertente e profondo nello stesso tempo: sia a chi ha già visto l'anime.
Anche a chi quest'ultimo non lo ha apprezzato, magari perchè troppo lento e diluito, in quanto il ritmo narrativo del manga è strettamente serrato, quindi risulta molto più coinvolgente.
L'edizione italiana poi rende perfettamente onore all'opera, d'altronde è marchio JPOP.
Staremo a vedere.
Decisamente non per tutti, ma se volete divertirti di gusto e al tempo stesso riflettere sui difetti della nostra società (cosa che dovremmo fare tutti), questo è un manga che è impossibile non consigliare.
poi con i commenti favorevoli scritti qui come si fa a non prendere qst opera
La chiederò al mio negoziante di fiducia
In alcuni momenti, ho avuto l'impressione di essere un po' hikikomori anch'io e credo che, tutto sommato, ci sia un po' di hikikomori in tutti noi.
Consiglio vivamente questo manga/anime.
Se è bello anche solo la metà di quel che sembra faccio un'affare... e poi è jpop, garanzia di qualità (mica parliamo della Planet).
Grazie a tutti.
Un piccolo rimprovero agli utenti che hanno postato commenti in questa pagina: come mai la metà di voi ha letto il manga ma nessuno si è ancora preso la briga di recensirlo? Cattivelli, correte a rimediare!
il fatto della rilegatura non l'ho notato, anzi mi sembra che sia una delle poche serie in cui non bisogna aprire più di tanto il volumetto per leggere globalmente lo stampato..questo mi pare più un problema della planeta...
Sicuramente la migliore novità dell'ultimo anno.
D'accordo con Kxe50, bella colonna sonora, si adatta alla perfezione alle situazioni descritte.
@ oberon: Concordo con te per il fatto che il manga è SEMPRE migliore dell'anime (almeno secondo il mio punto di vista). Non sono d'accordo con te per il fatto della recensione; personalmente (soprattutto per un'opera come questa che è in soli otto volumi) preferisco aspettare di leggerla tutta e poi fare una recensione più affidabile e globale, ma poi ognuno ha il suo metodo d'agire.
Comunque lo comprerò subito e, dopo aver letto tutta la serie, mi guarderò pure l'anime. Per l'edizione mi posso fidare, visto che è Jpop (anche se un po' costosa).
E' davvero affascinante, situazioni notevolmente esasperate e gag comiche davvero simpatiche, con una buona analisi psicologica del protagonista..
Davvero un manga ben fatto, poi si conclude in 8 volumi, ha un' ottima edizione, che altro si può volere di più!!!
Passerò subito alla lettura del secondo volume!
Impossibile non identificarsi con i protagonisti,quindi si finisce per ridere dei propri difetti e contemporaneamente ci si sente sollevati perchè evidentemente non si è gli unici ad averli.
Insomma,la classica opera che ti lascia dentro qualcosa a fine lettura: straconsigliata!!
Aspetto con ansia i restanti volumi per leggermelo per bene tutto d'un fiato.
Quando ho visto il primo volume in fumetteria ero strafelice e già pronta a prendermelo, ma quando ho visto il prezzo... Zetsuboushita!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.