Gli anni ’80 dell’animazione giapponese sono stati anche sinonimo di sogni sportivi, di giovani calciatori che sognavano i mondiali fra acrobazie al limite dell’incredibile, di tenniste innamorate, di studenti del club di baseball che miravano al Koushien, di cuori nella pallavolo.
Il traguardo più ambito, spesso e volentieri (come ad esempio nel caso di Mila e Shiro), erano i giochi olimpici, nella fattispecie le Olimpiadi di Seoul del 1988, dove peraltro i giapponesi si distinsero aggiudicandosi ben quattordici medaglie complessive.
Hikari no densetsu (La leggenda di Hikari) non fa eccezione e ci mostra ancora una volta il sogno di Seoul dei giovani giapponesi, ma stavolta lo sport coinvolto non è la pallavolo, bensì la ginnastica ritmica.
Hikari no densetsu è la storia di Hikari Kamijo, una vivace studentessa con la passione per la ginnastica ritmica. La ragazza sogna di primeggiare in questa disciplina e si allena duramente per realizzare il suo sogno di diventare, in futuro, una campionessa olimpionica.
Accanto a lei, l’ammirata senpai Hazuki Shina, posata stella del club scolastico di ginnastica ritmica e fedele amica e rivale di Hikari, sia sulla pedana sia in amore.
Il cuore di entrambe, infatti, batte per il bel Takaaki Ooishi, loro compagno di scuola, amico e promettente ginnasta, che sembra essere legato sentimentalmente ad ambedue le ragazze.
Il triangolo si complica con l’entrata in scena di Mao Natsukawa, compagno di scuola di Hikari e membro di una promettente rock band, che si dichiara innamorato della ragazza e disposto a farle da personale accompagnatore, realizzando in prima persona le musiche per le sue esibizioni ginniche.
La storia procede seguendo le vicende sportive, quotidiane e sentimentali di questi ragazzi, la loro crescita personale sul piano umano e sentimentale e il raggiungimento dei loro obbiettivi, siano essi legati al campo dello sport, a quello della musica o a qualcosa di più umano e semplice.
Nato dalla matita di Izumi Asou, Hikari no densetsu viene ospitato dal 1985 al 1988 sulle pagine della nota rivista shojo Margaret dell’editore Shueisha (che vanta, fra i suoi molti successi, anche Hana Yori Dango, Versailles no bara e Orpheus). I volumetti che compongono l’opera in totale sono 16.
Hikari no densetsu si fa promotore di uno sport, la ginnastica ritmica, che in quegli anni cominciava ad essere molto popolare in Giappone e nel mondo, grazie alla sua recente inclusione nella rosa degli sport olimpici dopo l’edizione di Los Angeles nel 1984. Grandi aspettative vi erano perciò per le future Olimpiadi di Seoul del 1988, dove una nuova generazione di ginnasti giapponesi avrebbe potuto mietere successi.
La cronaca sportiva ci informa che ciò non avvenne, tuttavia.
A differenza degli atleti specializzati in ginnastica artistica maschile, che ottennero due medaglie di bronzo, le ginnaste di ritmica giapponesi non ricevettero infatti alcun trofeo a Seoul.
Al tempo della pubblicazione di Hikari no densetsu, tuttavia, Seoul era ancora ben lontana e nell’aria vi erano grandi speranze e grandi sogni, come quello di una simpatica ragazzina bionda di diventare una campionessa olimpionica di ginnastica ritmica.
Sogno che non mancò di incantare il pubblico delle lettrici dell’epoca, permettendo così all’autrice di proseguire la storia per ben tre anni.
La vicenda della giovane ginnasta è raccontata in maniera sobria e affascinante, con uno stile di disegno molto raffinato ed elegante, che riesce a rappresentare su carta tutta l’energia e il fascino delle esibizioni di ritmica. Vi è una grandissima attenzione nel rendere la parte sportiva il più realistica possibile, e grande realismo mostrano anche le psicologie dei personaggi.
Fra i diversi temi trattati da Hikari no densetsu, sono da elencare non soltanto l’elemento romantico, con un quadrangolo amoroso avvincente e appassionante, ma anche il perfetto connubio fra sport e musica presentato dalla storia nei personaggi di Hikari e Mao, rispettivamente ginnasta e musicista accompagnatore. Numerosi sono infatti i generi e i brani musicali che fanno la loro comparsa nella storia, così come le citazioni a diversi artisti di tutto il mondo, come la pop star statunitense Cindy Lauper che è fra gli idoli di Hikari, e diversi brani di musica classica e lirica, da “Pierino e il lupo” ad “Andrea Chénier”.
Sebbene non raggiungerà mai la risonanza di molte altre, anche in virtù del particolare tema trattato, l’opera di Izumi Asou avrà un buon seguito nel corso degli anni, che la confermerà come uno dei capolavori dello shojo manga sportivo, le garantirà un discreto successo di vendite e una prestigiosa ristampa in otto volumi e in formato più grande uscita nel 2000, casualmente anche questo anno di Olimpiadi, quelle di Sydney dove il Giappone conquista 18 medaglie.
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Il traguardo più ambito, spesso e volentieri (come ad esempio nel caso di Mila e Shiro), erano i giochi olimpici, nella fattispecie le Olimpiadi di Seoul del 1988, dove peraltro i giapponesi si distinsero aggiudicandosi ben quattordici medaglie complessive.
Hikari no densetsu (La leggenda di Hikari) non fa eccezione e ci mostra ancora una volta il sogno di Seoul dei giovani giapponesi, ma stavolta lo sport coinvolto non è la pallavolo, bensì la ginnastica ritmica.
Hikari no densetsu è la storia di Hikari Kamijo, una vivace studentessa con la passione per la ginnastica ritmica. La ragazza sogna di primeggiare in questa disciplina e si allena duramente per realizzare il suo sogno di diventare, in futuro, una campionessa olimpionica.
Accanto a lei, l’ammirata senpai Hazuki Shina, posata stella del club scolastico di ginnastica ritmica e fedele amica e rivale di Hikari, sia sulla pedana sia in amore.
Il cuore di entrambe, infatti, batte per il bel Takaaki Ooishi, loro compagno di scuola, amico e promettente ginnasta, che sembra essere legato sentimentalmente ad ambedue le ragazze.
Il triangolo si complica con l’entrata in scena di Mao Natsukawa, compagno di scuola di Hikari e membro di una promettente rock band, che si dichiara innamorato della ragazza e disposto a farle da personale accompagnatore, realizzando in prima persona le musiche per le sue esibizioni ginniche.
La storia procede seguendo le vicende sportive, quotidiane e sentimentali di questi ragazzi, la loro crescita personale sul piano umano e sentimentale e il raggiungimento dei loro obbiettivi, siano essi legati al campo dello sport, a quello della musica o a qualcosa di più umano e semplice.
Nato dalla matita di Izumi Asou, Hikari no densetsu viene ospitato dal 1985 al 1988 sulle pagine della nota rivista shojo Margaret dell’editore Shueisha (che vanta, fra i suoi molti successi, anche Hana Yori Dango, Versailles no bara e Orpheus). I volumetti che compongono l’opera in totale sono 16.
Hikari no densetsu si fa promotore di uno sport, la ginnastica ritmica, che in quegli anni cominciava ad essere molto popolare in Giappone e nel mondo, grazie alla sua recente inclusione nella rosa degli sport olimpici dopo l’edizione di Los Angeles nel 1984. Grandi aspettative vi erano perciò per le future Olimpiadi di Seoul del 1988, dove una nuova generazione di ginnasti giapponesi avrebbe potuto mietere successi.
La cronaca sportiva ci informa che ciò non avvenne, tuttavia.
A differenza degli atleti specializzati in ginnastica artistica maschile, che ottennero due medaglie di bronzo, le ginnaste di ritmica giapponesi non ricevettero infatti alcun trofeo a Seoul.
Al tempo della pubblicazione di Hikari no densetsu, tuttavia, Seoul era ancora ben lontana e nell’aria vi erano grandi speranze e grandi sogni, come quello di una simpatica ragazzina bionda di diventare una campionessa olimpionica di ginnastica ritmica.
Sogno che non mancò di incantare il pubblico delle lettrici dell’epoca, permettendo così all’autrice di proseguire la storia per ben tre anni.
La vicenda della giovane ginnasta è raccontata in maniera sobria e affascinante, con uno stile di disegno molto raffinato ed elegante, che riesce a rappresentare su carta tutta l’energia e il fascino delle esibizioni di ritmica. Vi è una grandissima attenzione nel rendere la parte sportiva il più realistica possibile, e grande realismo mostrano anche le psicologie dei personaggi.
Fra i diversi temi trattati da Hikari no densetsu, sono da elencare non soltanto l’elemento romantico, con un quadrangolo amoroso avvincente e appassionante, ma anche il perfetto connubio fra sport e musica presentato dalla storia nei personaggi di Hikari e Mao, rispettivamente ginnasta e musicista accompagnatore. Numerosi sono infatti i generi e i brani musicali che fanno la loro comparsa nella storia, così come le citazioni a diversi artisti di tutto il mondo, come la pop star statunitense Cindy Lauper che è fra gli idoli di Hikari, e diversi brani di musica classica e lirica, da “Pierino e il lupo” ad “Andrea Chénier”.
Sebbene non raggiungerà mai la risonanza di molte altre, anche in virtù del particolare tema trattato, l’opera di Izumi Asou avrà un buon seguito nel corso degli anni, che la confermerà come uno dei capolavori dello shojo manga sportivo, le garantirà un discreto successo di vendite e una prestigiosa ristampa in otto volumi e in formato più grande uscita nel 2000, casualmente anche questo anno di Olimpiadi, quelle di Sydney dove il Giappone conquista 18 medaglie.
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Sarà che la ginnastica non era uno sport che m'interessava e quindi lo seguivo superficialmente come una sorta di passatempo, non saprei proprio
Lo consiglio a tutti sia ragazze che ragazzi
La serie televisiva mi piaceva molto, anche se rimasi un po' delusa per il finale lasciato in sospeso; tuttavia, grazie al manga ho potuto apprezzare ancora di più questa bella storia.
L'anime lo vidi alla prima messa in onda e in repliche successive, e non ne avevo quasi memoria sino a questa primavera quando l'ho visto su Cooltoon e apprezzato abbastanza, se non fosse per il finale non finale molto deludente.
Ho deciso parallelamente di recuperare il manga e l'ho adorato come pochi altri: disegnato con una cura immensa e appassionante come pochi.
Io di ginnastica ritmica non sapevo nulla, ma guardavo quelle esibizioni con gli occhi luccicanti!
Un ottimo manga, davvero.
Hilary è una serie carinissima, che ho avuto il piacere di rivedere giusto poco tempo fa!Tuttora Takaaki mi sta antipatico a differenza di Mao: il classico.. io le muoio dietro e lei manco mi vede...mi fa una tenerezza
Chiaro che Mao è meglio! Nell'anime ha quella bell'aria da rocker bello e maledetto anni '80 in stile Beehive, mentre nel manga sono riusciti a dargli un ruolo eccezionale, il suo rapporto con Hikari è qualcosa di meraviglioso...
Fermo restando che Ooishi non mi dispiace e che, poverino, non ha mai fatto niente di male!
Questo significa che non state leggendo l'approfondimento completo! Bambini cattivi!
Opera indubbiamente consigliatissima, comunque. Azzardo che è uno dei migliori shojo manga che ho letto e non mi dispiacerebbe affatto leggere altre opere della stessa autrice, anche se penso che sia una cosa molto difficile dato che lo stesso manga di Hikari non vendette tantissimo ai tempi della pubblicazione italiana.
L' ho rivista di recente su Cooltoon e l' ho trovata proprio godibile.
Certo c' è qualche puntata tamarro-citazionistica come l' atleta credo russa che arriva e invece di pensare ad allenarsi, fa come Audrey Hepburn in "Vacanze romane" e cioè se ne va in giro a combinare anche qualche casino. XD
POi vabbè, visto che abbiamo una spernazionale che in questi anni ci ha regalato molte soddisfazioni (che furto di Pechino sic!), l' interesse c' era e c' è di più! XD
supernazionale
"su una rete locale"
Uhm, è vero! C' è di mezzo la Primetime come per "Alpene rose", passata anch' essa di recente su delle reti locali. Però Mediaset l' ha trasmessa per su Boing di recente come scritto sopra. Bah! Valli a capire come funzionano questi diritti televisivi delle serie animate.
A proposito delle musiche, chissà se esiste una registrazione italiana di questa canzone ,che Enzo Draghi canta nella serie più volte <object width="480" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/Qk8DRFUm5ZE&hl=it_IT&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/Qk8DRFUm5ZE&hl=it_IT&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object>
Dispiace solo che la storia non segua quella del manga e si interrompa con un finale poco soddisfacente, altrimenti sarebbe venuto fuori un capolavoro, ma anche così è piuttosto godibile.
La canzone citata da Ryogo, "Kaze no partner", è stupenda e si sente diverse volte in sottofondo alle scene di vita quotidiana dei personaggi con un ottimo effetto. Nella nostra versione è stata ricantata in italiano e rendeva benissimo, anche se purtroppo non se ne trovano tracce in giro (dovete guardarvi gli episodi e beccarla), a differenza della versione italiana della sigla originale, che invece si trova sul tubo.
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