Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Varie ed eventuali son le commedie sentimentali di cui oggi andiamo a proporre qualche recensione. Doppietta per i manga con Peach Girl di Miwa Ueda e KareKano (Le situazioni di Lui e Lei) di Masami Tsuda. E per finire come anime Honey & Clover 2.

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7.0/10
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Momo è una liceale piuttosto appariscente, che differisce dai classici standard tipici delle ragazze giapponesi, caratterizzate da capelli scuri e pelle chiara. Momo ha infatti la pelle molto scura, che tende ad abbronzarsi facilmente, e i capelli biondi, e per questo suo aspetto viene considerata una ragazza un po' facile e snobbata dalle compagne di classe. Ha una sola amica, Sae, completamente opposta a lei nell'aspetto, che si rivela ben presto essere tutt'altro che la persona dolce e gentile che vuol far credere e ne farà passare di tutti i colori alla protagonista. Ovviamente, come accade spesso nei classici shojo manga, Momo è innamorata segretamente di un ragazzo, Toji, fin dalle medie e, a sua insaputa, ricambiata dallo stesso. Le cose tra i due tuttavia non si riveleranno così semplici come sembra, soprattutto se entra in scena anche un nuovo personaggio, Kairi, che, seppure apparentemente sciocco e superficiale, si rivelerà un prezioso amico e alleato per Momo.

Le premesse, in effetti, non sono troppo esaltanti e la storia si snoda tra equivoci ed eventi più o meno originali o verosimili. Momo, ragazza molto forte all'apparenza, si rivela in realtà una classica eroina da shojo manga, dolce e piuttosto fragile. Ben caratterizzati invece l'amica/nemica Sae e il simpatico Kairi. A tratti davvero irritante è invece Toji, personaggio piatto, banale, tonto e piuttosto passivo, lascia che gli eventi scorrano senza muovere un dito e quelli che apparentemente vengono presentati come gesti d'amore a mio parere sono sintomo esclusivamente di una totale mancanza di spina dorsale.
Il lieto fine era chiaramente previsto, tuttavia è a mio parere piuttosto noioso e scontato, mi aspettavo eventi conclusivi un po' più esaltanti o verosimili.

Punto di forza di questo manga sono senza ombra di dubbio i disegni. Il tratto si trasforma notevolmente con lo scorrere dei volumi. Inizialmente un po' acerbo, diventa sempre più pulito, sicuro e curato.
A parte questo, niente di nuovo sotto al sole, ad ogni modo Peach Girl è una commedia leggera che piacerà sicuramente agli amanti del genere e che si lascia leggere senza troppe pretese. Chi cerca uno shojo innovativo lo eviti, ma se qualcuno è in cerca di una commedia leggera e di un tratto fresco, pulito e moderno, Peach Girl può fare senz'altro al caso suo.



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Un amore nato dalla superbia; un amore nato da un instancabile necessità di apparire diversi da quel che realmente si è; un amore incredibilmente imperfetto di due individui pretenziosamente ineccepibili; un amore che si nutre del bianco e del nero, riuscendo a trovare nel giovare del tempo la dimensione di un equilibrio, seppur inaspettato e trasversale, necessario a consolidare l'unione di due anime: questo è Karekano, una delle più appassionanti storie di crescita amorosa mai prodotte dal sol levante, una pietra miliare dello shojo, genere tanto affascinante quanto pericolosamente tendente al banale e all'insostenibile in numerosissime sue accezioni.

Differentemente dallo shojo tipico, infatti, Karekano non è una storia d'amore romantico, ma una precisa analisi psicologica delle fasi della adolescenza, rappresentate dai personaggi nella loro coralità, così da poter fornire uno spettro di situazioni il più variegato possibile; e altresì proposte tramite il veicolo degli occhi e delle sensazioni di lei, Yukino, nei primi 10 volumi, e di lui, Arima, nei successivi 11. Proprio questa dicotomia nella prospettiva visiva dello scorrere degli eventi permette alla sensei Masami Tsuda, indubbiamente appassionata di psicologia, di alternare nel manga due toni apparentemente inconciliabili: quello comico-demenziale, prevalente nella parte affidata a Yukino (che sarebbe poi anche quella riproposta nell'ottimo Anime), e quello tragico-intimistico così pregnante nella sezione delle vicende famigliari del complessato Arima. Arima che, come i lettori del manga avranno ben intuito, è centrale tanto quanto la controparte femminile, dando così alla narrazione un tono anche maschile, evitando ancora una volta il cadere nel cliché shojo della timida protagonista innamorata, già comunque spazzato via dal personaggio di Yukino, meritevole tra l'altro di aver dato il via ad un personaggio tipo, ripreso ad esempio nel copia-carbone Switch Girl.

Per quanto concerne il tratto, invece, non aspettatevi omogeneità: la matita segue le emozioni e delinea due stili diametralmente opposti fra le due parti, l'uno molto più deformed, pieno e rotondeggiante, l'altro più scarno, acuto, elegante. Siamo comunque difronte ad un'ottima prova, considerato lo scopo comunicativo che dietro ad esso si cela.

Passando all'edizione Dynit, essa è quanto mai meritevole di plausi, sopratutto per l'ottima e fedelissima traduzione dei dialoghi, che consente una lettura senza intoppi di un'opera così narrativamente densa; e oltretutto, vanta di un'eccezionale rapporto qualità/prezzo, sia nella prima edizione, sia e sopratutto nell'eccellente Big Love Edition, che a poco meno di 7 euro vanta un numero di pagine che altre case editrici (cof cof Planet Manga) avrebbero sicuramente fatto pagare più di 10 euro.

Per concludere non posso che attribuire ad un simile capolavoro un 10, sperando anche che la media di voti vada alzandosi sempre più, perché se c'è uno shojo che merita di essere fra i primi 10 posti della top 50, questo è senza dubbio il manga in questione.



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Dopo l'ottima impressione destata dalla prima serie di Honey and Clover le aspettative che nutrivo intorno alla seconda erano, ovviamente, altissime. Ero certo che questo anime sarebbe finalmente riuscito a compiere il tanto atteso salto di qualità, imponendosi sulla scena come un prodotto di prima grandezza.
Queste aspettative sono state, ahimè, in gran parte deluse in quanto Honey and Clover 2, a mio avviso, finisce irrimediabilmente per incantarsi come purtroppo accade sempre più spesso ad anime ben congegnati ma per cui non è stata preliminarmente pensata una conclusione degna di questo nome.

Come mi aspettavo l'intento di questa seconda parte è quella di risolvere tutte quelle situazioni rimaste in sospeso in precedenza. Dopo un inizio incoraggiante, però, finisce per avere un'evoluzione del tutto opposta a quella immaginata. I personaggi affrontano il loro passaggio all'età adulta nello stesso modo in cui un anziano affronta il suo pensionamento: sono molto riflessivi ma allo stesso tempo intrisi di un fatalismo che alla lunga diventa abbastanza fastidioso. Alcuni di essi, poi, tendono inspiegabilmente a defilarsi dalla scena e anche quando sono presenti non aggiungono nulla rispetto a quanto erano riusciti a esprimere nella prima serie. Sto parlando, in particolare di Yamada e di Takemoto, che a mio avviso diventano all'interno della trama delle semplici comparse.
L'epilogo scelto per ognuno di essi è poco convincente: nessuno alla fine ottiene quello che vuole, al massimo compie un piccolo passo avanti, ma in genere tende a rassegnarsi e ad adattarsi a ciò che il fato gli manda. Il tutto compreso fra improbabili vendette familiari, incidenti creati ad hoc, voltafaccia improvvisi e scelte di comodo.
A testimonianza del fatto che l'intento è quello di puntare l'attenzione sulle difficoltà del passaggio all'età adulta vi è il fatto che l'aspetto comico-demenziale è qui del quasi del tutto assente, ma ciò non fa altro che rendere il racconto molto più triste.

Ora, in tutta coscienza, non ritengo che tutto ciò sia riuscito trasformare un ottimo format in una schifezza; dico solo che Honey & Clover finisce per perdere punti rispetto alla sua prima edizione in cui davvero i problemi di questi ragazzi li sentivamo un po' nostri e le loro follie erano manifestazione anche di gesti estremi che molti di noi hanno pensato di compiere per poi rinunciare. Adesso non ci si può più riconoscere in loro e se, da un lato, ciò potrebbe insegnare che con la crescita tutte le difficoltà vissute ci trasformano in un "io" diverso da tutti gli altri, dall'altro crea figure abbastanza inverosimili.
Per tutta questa serie di motivi credo che Honey and Clover 2 abbia fatto un piccolo passo indietro rispetto alla sua prima versione. A mio avviso resta un anime degno di lode ma in misura inferiore a quello che avrebbe potuto essere date le premesse. Valutazione, dunque, positiva ma non troppo.