Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Quest'oggi passiamo in rassegna l'ambientazione scolastica girando in scioltezza da registri più comici ad altri più sentimentali. Selezioniamo allo scopo Azumanga Daioh, Kami nomi zo shiru sekai e Suzuka.

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Ci sono generi come quello della commedia scolastica che puntualmente, e in dosi massicce, si presentano al pubblico ogni anno con decisa insistenza. E' una tipologia di anime che da una parte permette moltissimi sbocchi, se si desidera aggiungere ulteriori elementi, ma dall'altra rischia di ripetersi all'inverosimile, diventando l'ennesimo clone di un clone.
L'argomento di base è sempre lo stesso, la vita scolastica all'interno di un classico liceo giapponese, con tutti i cliché che caratterizzano questo genere di animazione. E diciamocelo, Azumanga Daioh non si discosta minimamente da questa struttura ben collaudata. Ci sono le lezioni, gli esami, i festival sportivi e della cultura, l'Hanami, le vacanze estive. Il tutto però raccontato non attraverso il canonico anno scolastico (ed ecco la prima vera differenza), ma percorrendo gli ultimi tre anni della vita liceale delle nostre eroine.

Di base non esiste una "vera" storia, quelli che ci vengono mostrati sono una serie di eventi quotidiani caratterizzati da una dose di sano e geniale umorismo.
Ed è proprio attraverso queste sfumature, tanto semplici all'apparenza, che Azumanga Daioh mostra la sua originalità. Lo fa proponendoci dei personaggi assolutamente stravaganti e unici, che si differenziano dai soliti stereotipi, grazie a una caratterizzazione ben riuscita e studiata. E anche se inizialmente si avverte un certo senso di disorientamento, vista la carrellata di volti - che sempre inizialmente potranno sembrare molto simili - che ci vengono proposti, basteranno un paio di episodi per entrare da subito nella giusta ottica e in perfetta simbiosi con l'universo di Azumanga Daioh.

Le varie situazioni, anche se, come descritto in precedenza, percorrono gli ultimi tre anni di vita scolastica e quindi il ripetersi di alcuni eventi (Natale, Vacanze, ecc.), riusciranno sempre ad offrire nuovi spunti evitando di riciclarsi.
Ma il vero punto forte di questo anime è la comicità. Credo che mai, o forse quasi mai, come in questo caso ho riso così tanto. La serie mette in scena una tipologia di comicità, concedetemelo, intelligente, che non si adagia sui classici e già visti siparietti, andando a toccare situazioni ben congegnate, che spesso hanno quel tocco surreale che ci porta a vagare senza una vera meta. Alcune scenette risultano tanto idiote e semplici quanto geniali.

Ma tutto questo non basterebbe senza delle fondamenta ben solide, ed è grazie ad un circo di personaggi sapientemente studiati che tutto riesce a collimare alla perfezioni.
Ognuno con le proprie caratteristiche, si andranno a incastrare a questo grande meccanismo, attraverso le loro manie, le paure e le piccole debolezze.
Ci saranno anche alcuni momenti "malinconici", semplici e immediati come tutto il resto.
Non mi dilungherò sull'analisi di ogni personaggio perché risulterebbe sicuramente poco incisiva, ma un nota speciale la riservo a quello che, secondo me, è il vero fulcro - e mi ripeterò, è "geniale" - di Azumanga Daioh: Osaka. E' assolutamente uno dei personaggi più divertenti e folli che abbia mai visto.

Lo stile grafico di questa meravigliosa opera è composto da tratti semplici ed essenziali, che si adagiano comodamente sui fondali pastellati che ricordano un'animazione più vintage.
L'OST è in perfetta simbiosi con tutto il resto, regalandoci sottofondi delicati che ci accompagnano attraverso ogni puntata. Una piccola critica invece va alle due sigle, che non mi hanno colpito particolarmente.
Che dire, se siete alla ricerca di serate spensierate che vi regalino del sano e geniale umorismo - e non solo -, Azumanga Daioh è una visione che non potete perdervi.



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I cosiddetti "gal-games" sono dei videogiochi molto in voga in Giappone. Qui l'eroe di turno non deve sconfiggere draghi leggendari, portare la piccola Afragolese allo scudetto o sventare la minaccia di un attacco terroristico; deve più semplicemente, cercare di conquistare il cuore (e a volte anche le mutandine) della ragazza di turno. Così la ragion d'essere di quest'anime è rispondere a una domanda abbastanza incomprensibile per noi che conosciamo poco questi giochi, ma che immagino possa affascinare gli appassionati giapponesi: può un seduttore di ragazze virtuali sfruttare in prima persona le stesse tecniche e diventare un seduttore anche nel mondo reale?

Il protagonista di Kami nomi zo shiru sekai è, dunque, un otaku ossessionato per l'appunto dai gal-games. Keima risulta essere talmente bravo da essersi meritato il titolo di "Dio della conquista"; e qualcuno deve averlo preso davvero sul serio in quanto dall'inferno (!) viene spedita una strana ragazza con il compito di agganciarlo e usare le sue presunte doti per sedurre delle innocenti fanciulle nel cui cuore alberga uno spirito infernale fuggito dagli inferi. L'unico modo per catturare questi spiriti, infatti, è fare innamorare le ragazze che lo ospitano del nostro eroe occhialuto; se ciò accade il demone verrà espulso per poi essere rinchiuso in una classicissima bottiglia.
Le fondamenta della trama sono, di per sé, abbastanza ridicole. Tuttavia ciò non deve portare a essere prevenuti a priori, in quanto molti anime hanno dimostrato che da una trama molto sciocca possono nascere degli autentici gioiellini. Dopo la visione dei primi episodi ero convinto che anche questo titolo avrebbe seguito questa giusta direzione: una serie di mini-storie divertentissime e allo stesso tempo capaci di suscitare emozioni in chi le guarda.

Peccato, però, che alla lunga tali caratteristiche vengano meno, il tutto, anzi, sprofonda nella noia e riappare prepotente il senso di ridicolo cui accennavo sopra.
Sulla base di queste motivazioni la mia valutazione andrà in controtendenza rispetto alle altre e assumerà toni decisamente negativi. La comicità che avrebbe dovuto caratterizzare quest'anime dura sì e no tre episodi dopodiché si assiste a un rapido declino della vena comica dei protagonisti, il tutto a danno della qualità complessiva dell'anime. Le mini-storie contengono qualche piccolo spunto interessante ma niente di più; come se non bastasse queste ultime vengono continuamente intervallate da noiosissimi episodi in cui vengono descritte le abitudini e le manie di Keima di cui, francamente, non importa niente a nessuno.
Insomma, più che un piccolo gioiellino quest'anime si è rivelato essere una piccola delusione. Date le buone premesse si sarebbe potuto fare sicuramente meglio, magari ripensando certe scelte e puntando su una comicità più semplice e meno maniacale. Sarà per la prossima volta.



6.0/10
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Non so se consigliare o meno questo anime, se proprio siete incuriositi consiglio il manga perché merita sicuramente di più già solo per i disegni. Si ha infatti l'impressione che sia una serie a basso costo con animazioni spesso poco dettagliate, molto statiche e da disegni spesso sproporzionati, intervallate da qualche scena topica dove finalmente si riesce a godere sufficientemente dell'aspetto grafico.
Da notare anche il fatto che ci sia soltanto UNA sigla di apertura e che le sigle di chiusura (due) sono quanto di meno impegnativo si possa pretendere da una produzione animata (sebbene tutte e tre le tracce siano godibili).

Per quanto riguarda la trama, non c'è niente di eccezionale, ripercorre quanto di più stravisto con una linearità sconcertante prendendo spunto qua e là da altre produzioni molto più elaborate, Touch e Maison Ikkoku in primis; inoltre, già dai primi episodi sembra di assistere ad un classico Eroge Videogame con presentazione di varie donne che circonderanno il protagonista e i comprimari maschi del tutto ininfluenti ai fini della storia. Le psicologie dei personaggi sono poco delineate sebbene siano supportate da fiumi di parole ed esternazioni dei propri sentimenti, ma che non vanno al di là del "mi piaci", "ti odio", "baka".

L'ambientazione sportiva è inizialmente molto azzeccata ed è stato il motore che mi ha fatto interessare all'opera; inizialmente è ben affrontata, peccato che dopo i primi episodi divenga un mero pretesto per portare avanti linee narrative già cominciate mentre la storia prende una piega più sentimentale e alla fine si ha la sensazione che la serie non sia né carne né pesce.

Seppur ci vengano risparmiati i dettagli cliché della vita scolastica (San Valentino, la serata in kimono, le vacanze estive al mare), vengono invece continuamente riproposte cene fuori e sbronzate in stanza con una frequenza quasi imbarazzante. Da sottolineare una ridondanza dei temi affrontati, i dialoghi vanno a parare sempre nella stessa direzione e ciò non dà freschezza alle vicende, che sono sempre le solite: litigio - scuse - litigio.

Molti difetti, quindi, ma è da apprezzare il fatto che la storia voglia essere "credibile" ed è l'aspetto che mi allontana dal dare dare l'insufficienza e che rende un po' più profonda la narrazione. I comportamenti dei protagonisti sono logici e molto vicini a un atteggiamento normale, nessun piagnucolio o uscite senza senso o grida indiscriminate quindi, e la novità mi ha davvero fatto piacere, ma c'è poca sostanza.
Dopo qualche emozione nei primi episodi, da meta serie, sebbene avvengano fatti un po' inaspettati e ci siano un altro paio di episodi godibili, l'anime non riesce a decollare, anzi si affossa in una serie di eventi che dire "prevedibili" è poco - proprio per l'obbligo di restare entro certi paletti di una storia già scritta.

Detto tutto questo, lo charme di Suzuka è tale - per motivi che trascendono ogni logica, probabilmente per gusti personali dei quali non ne sono cosciente, per me è stupenda - che mi sono trovato a vedermi tutta la serie, non detestandola, ma con nel cuore il sentimento che l'autore non sia stato capace (magari anche per problemi di marketing) di tirare fuori qualcosa di buono da un punto di partenza e un'idea ottima, abbassandosi a racimolare situazioni abusate e neanche ben proposte.