Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Nella rubrica di oggi toni da commedia con registri anche demenziali o satirici: Anime Tenchou, Hetalia Axis Power, Gokusen.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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8.0/10
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"Anime Tenchou" è un tanto breve quanto intenso spot pubblicitario per la Animate, famosa ditta giapponese che si occupa della distribuzione di manga, anime e relativo merchandise. Prodotto nel 2002 dal celebre studio Gainax, questo OAV può vantare nel proprio staff di realizzazione due nomi di grande rilievo quali Hideaki Anno e Hiroyiuki Imaishi, che hanno occupato rispettivamente il ruolo di regista esecutivo e direttore delle animazioni. Entrambi i colleghi hanno influenzato in maniera importante la personalità di questo spot; Imaishi in particolare la fa da padrone, conferendo un ritmo frenetico e incalzante al susseguirsi delle scene con la consueta esuberanza delle sue animazioni: guardando Anime Tenchou non aspettatevi qualcosa di pacato o tantomeno retorico, bensì una sarabanda vitale e coloratissima, che assume toni più calmi sono nel finale, nel quale viene esplicato il messaggio pubblicitario vero e proprio.
Anche Anno dà un notevole contributo, confermando una volta per tutte, in perfetta sintonia con l'oggetto pubblicizzato dal filmato, la sua sfrenata vena citazionistica, tanto che "Anime Tenchou" può essere considerato, al pari dell'esordio animato dell'embrione dello staff Gainax, i due "Daicon Opening Animations", un compendio e allo stesso tempo una presentazione della cultura otaku, ricco di riferimenti anche non immediati a numerose opere e personaggi.

Sebbene in cortometraggio possa sembrare una semplice accozzaglia di scene d'azione, in realtà possiede un filo narrativo, comunque semplicissimo e immediato, e quasi del tutto assorbito dall'impatto grafico esplosivo. Degno di nota è il character design di Kazuhiko Shimamoto, creatore originale del protagonista dello spot, ruvido, enfatico e dal grande fascino retrò; allo stesso modo risultano molto interessanti le sequenze realizzate in tecnica mista, dove i personaggi si muovono in un ambiente ripreso dal vivo, cosa che non capita spesso di vedere nell'animazione giapponese.
"Anime Tenchou" è una produzione certo non impegnativa, ma allo stesso modo estremamente coinvolgente e realizzata con cura, che mi sento di consigliare a tutti, anche in virtù della breve durata: due minuti di travolgente animazione che resiste anche a visioni ripetute.



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Probabilmente 'Hetalia Axis Powers' è uno degli anime più demenziali che io abbia mai visto in quattro anni di vita da appassionata di manga e anime. Cosa mi spinge a dare un voto così elevato a una serie tanto amata dai fan quanto discussa dai critici? La comicità. E' difatti questo l'elemento principale, la chiave con cui bisogna guardare ogni singolo episodio di questa serie, e cercare di non dare troppo peso agli stereotipi usati per la creazione dei protagonisti.
Sono una persona molto musona e seria, e quest'anime è stato l'unico che in tutta la mia vita sia riuscito a farmi piangere dal ridere. Le vicende trattano fatti storici realmente avvenuti, rivisti in chiave comico-demenziale, aventi per protagonisti le nazioni incarnate in esseri umani, con i propri pregi e difetti. Si assiste quindi a una vera e propria interpretazione del mondo, degli stati, nei loro comportamenti dovuti anche al loro carattere e alle loro abitudini, dando alla serie un filo logico sensato e ben fatto. Sebbene si salti continuamente da un periodo storico all'altro, le vicende degli episodi (episodi molto brevi, di soli cinque minuti, scelta a parer mio azzeccata in quanto un'eccessiva durata potrebbe stancare) si seguono senza un singolo intoppo, e a causa della loro elevata comicità rimangono facilmente impresse nella mente.

Il character design è perfetto. Ogni nazione ha un pregio e un difetto contrastanti, rendendo così ogni paese più umano di quanto si possa pensare, rendendo un concetto complesso come quello di 'stato' il più simile possibile a noi semplici persone. Lo stile grafico dell'anime si sviluppa a poco a poco. La differenza tra i primi e gli ultimi episodi è, ad esempio, la marcatura del tratto grafico e un uso di colori meno sbiaditi e più uniformi, il che dà un aspetto più fine e preciso alla grafica. Tornando al character design, è inutile dire che questa serie è un covo di bishonen, cosa che ha scatenato le yaoiste più sfegatate risvegliandole dal loro letargo. Non vedo 'Hetalia' in chiave yaoista, e secondo me un buon punto a favore di quest'anime è che la sua visione può rendere contento sia un semplice fan sia una fan yaoista, allo stesso identico modo. Con il passare del tempo e dei brevi episodi, ci si sofferma più sul lato emotivo e caratteriale degli stati, dando spazio alle riflessioni, sebbene anche queste siano velate da una sottilissima e sempre percepibile ironia.

Il doppiaggio è superbo, così come la scelta dei doppiatori molto azzeccata per ogni singolo paese, e le doti dei più o meno conosciuti seiyuu sono notevoli. La colonna sonora è molto adatta a seconda delle circostanze e dell'atmosfera che si percepisce nelle varie vicende, da quelle più demenziali a quelle più cupe e seriose, se non malinconiche.
Consiglio 'Hetalia' a chi cerca una serie che si guardano e apprezzano in poco tempo, e a chi soprattutto sta cercando una serie con cui passare il tempo spensieratamente ridendo alle situazioni demenziali esposte nella storia, senza però togliere spazio alle riflessioni.



4.0/10
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Se 2Gokusen" può essere considerato una sorta di GTO al femminile, credo che sia la versione peggio riuscita.
Tratto dall'omonimo manga di Kozueko Morimoto, l'anime racconta l'esperienza d'insegnante di matematica in una scuola maschile della protagonista Kumiko Yamaguchi, che in realtà è l'erede di una potente famiglia della Yakuza. L'"Ojou", così come viene chiamata dai suoi subordinati, a dispetto del suo ruolo, decide di realizzare il suo sogno d'insegnare e cerca a tutti i costi di nascondere alla sua classe la sua vera identità, dando vita a una serie di gag più o meno divertenti.

Sinceramente questo prodotto mi ha delusa. Kumiko è un personaggio certamente interessante e in un certo senso fuori dal comune: è volitiva, un'ottima combattente e molto coraggiosa, insomma ha una personalità brillante degna di una protagonista. Tuttavia, a parte questo aspetto, la storia è di una monotonia frustrante e puntata dopo puntata ci si annoia a vedere bene o male la struttura narrativa ripetuta all'infinito, fino ad arrivare alla conclusione e a rimanere notevolmente delusi.
C'è una profusione di combattimenti, di risse e di scontri tra gli studenti del liceo che rispecchiano la fedeltà al genere. E in tutte queste circostanze estreme solo Kumiko riesce a mettere le cose a posto, proteggendo così i suoi pupilli e dando loro la possibilità di stare tranquilli e di comportarsi da bravi studenti. Ovviamente le modalità utilizzate da Kumiko sono tipiche dell'ambiente al quale appartiene, che essenzialmente si basano sulla violenza e sulla legge del più forte e che non hanno alcun effetto educativo sui suoi studenti, a mio avviso.

In loro non avviene una crescita, piuttosto trovano un sostegno in un personaggio forte come lei, che potrebbe avere tutti i tratti della super-eroina dalle qualità straordinarie, e una certa protezione. Infatti Kumiko non si fa mancare neanche dei lati positivi; per esempio si mostra saggia, magnanima e altruista con coloro che sono sfortunati e allo stesso tempo sprona chi le sta accanto a non gettare la spugna e subire le avversità senza lottare.
Onestamente una "oujo", che per proprio egoismo decide di farsi strada a modo suo nel mondo dell'insegnamento e che porta con sé un approccio alla vita e schemi di pensiero che afferiscono al mondo della criminalità organizzata come lei, non può essere considerata un'eroina a tutto tondo.

Credo che il suo modo di agire e la sua apparente indole buona siano l'espressione in realtà di una natura ambiziosa e che in fondo non gliene importi nulla dei ragazzi, che sono come delle cavie. Il suo scopo è proseguire nella sua carriera ottenendo dei buoni risultati, che piaccia o no ai suoi studenti.
Naturalmente tutto questo è ciò che emerge a mio avviso dall'anime e chiarisco che non ho visto né il drama e né letto il manga, che probabilmente saranno molto più curati e più ricchi di sfumature tali da potere chiarire meglio la trama e il suo vero senso. Per quanto mi riguarda, l'anime è deludente e noioso e non ne raccomando la visione.