Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi serie d'azione, con il manga Mai la ragazza psichica e gli anime [K] anime project e Toriko: 3D Kaimaku! Gourmet Adventure!!.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Attenzione, possibili spoiler

Quando mi trovo di fronte a opere come "Mai la ragazza psichica" non posso fare a meno di provare imbarazzo per tutte le persone coinvolte nella loro realizzazione, al punto che recensirle diventa quasi una forma di accanimento terapeutico. Se adesso sto scrivendo queste righe è perché ritengo che siffatto pastrocchio si sarebbe potuto evitare con piccoli e semplici accorgimenti che dovrebbero essere alla portata di qualsiasi autore e che invece Kazuya Kudo parrebbe non aver mai sentito nominare, manco fosse uno dei lamantini a cui, secondo "South Park", dobbiamo le gag de "I Griffin". Solo che "I Griffin" si ripropone di far ridere, mentre questo manga no.

Mai Kuju è una "normale ragazza psichica" dei giorni nostri, che si diverte a utilizzare i propri poteri per rompere la monotonia della sua vita da adolescente tutta casa, amiche e scuola. Quando una sera a cena racconta al padre Shuichi dello strano test di intelligenza a cui è stata sottoposta e degli uomini che l'hanno seguita quello stesso pomeriggio, quest'ultimo capisce subito che i due fatti sono collegati e che occorre impedire a chiunque si celi dietro a questa congiura di sfruttare le sue straordinarie capacità per il proprio tornaconto. A Mai, ignara di tutto, non pare vero che il suo adorato papà abbia deciso improvvisamente di portarla in vacanza; ben presto, tuttavia, scoprirà di essere finita nel mirino della Wisdom Alliance, una potentissima, misteriosa organizzazione che mira a fare di lei e degli altri esper di tutto il mondo la progenie di una nuova razza illuminata.

Non ho i poteri di Mai, ma posso assicurarvi che la maggior parte delle vostre domande riguardo alla trama ha come risposta "perché sì" o "va' a capire". Perché Shuichi è sicurissimo che dietro a tutto vi sia la Wisdom Alliance, di cui peraltro conosce vita, morte e miracoli senza apparente motivo? Perché sì. Perché quest'ultima si riunisce in un tetro castello sul Massiccio del Giura che ricorda il Quartier Generale del Partito Repubblicano di Springfield quando potrebbe usufruire dell'anonimato molto chic di un grattacielo newyorkese? E perché pur essendo così influente da fare da tramite nelle più delicate faccende di politica estera non riesce a catturare una ragazzina che invece di usare i suoi poteri per salvarsi fa fare tutto al padre "babbano" - ma profondo conoscitore delle arti marziali, comprese quelle cadute in disuso da secoli - e ai vari amici incontrati lungo la strada? Va' a capire. E ancora: se questo è un manga di esper cosa c'entrano i mutanti, ivi presenti nella persona (?) di Tsukiro, lo yeti/bodyguard/spaventapasseri da passeggio sul libro paga di un'agenzia affiliata alla W.A.?
Potrei andare avanti così per un pezzo, ma mi pare di aver reso l'idea. Tra sequenze convulse, botte da orbi, occasioni sprecate, "narm" che si taglia a fette (ovvero scene drammatiche rese in maniera tale da risultare involontariamente ridicole), odiosissimi "info-rigurgiti", buchi narrativi e quello che dev'essere uno dei finali più tirati via della storia, più che una sceneggiatura quella di Kudo sembra un retino da pesca per bambini dalle maglie ormai ridotte a un colabrodo, buono a raccogliere soltanto alghe e rifiuti di vario genere.

Con simili premesse è lecito presumere che anche la psicologia dei personaggi lasci piuttosto a desiderare, difatti la maggior parte di loro è tristemente non pervenuta; Mai, invece, così idealista ed ingenua da sconfinare talvolta nell'imbecillità, viene calata a forza in un ruolo da Mary Sue che non le appartiene. Tra gli antagonisti - tre dei quali addirittura introdotti nell'ultimo volume con le conseguenze che potete immaginare - si distingue soltanto Turm Garten, enfant terrible della Germania dell'Est che, al contrario della nostra eroina, non si fa il minimo scrupolo nel servirsi dei propri poteri per scopi puramente personali.

Come si poteva fare per impedire al manga di prendere una simile piega? Innanzitutto sarebbe stata auspicabile una gestione più funzionale del ritmo da imporre alla storia, che parte di gran carriera senza neppure sapere dov'è diretta per poi trascinarsi fino alla fine giocando a campana tra un cratere e l'altro. Dopodiché si sarebbe potuto rendere la sceneggiatura più interessante grazie a un miglior utilizzo del mostrato e del raccontato e di tecniche narrative quali l'analessi e la prolessi, in modo da garantire una tensione costante.

A fronte di un simile guazzabuglio un Ryoichi Ikegami ancora implume fa del suo meglio per distogliere l'attenzione del lettore dalla farraginosità del concept, cercando di comprarselo a suon di bei paesaggi e di fanservice; inutile dire che non attacca. Le tavole, inoltre, risultano molto mal costruite, circostanza che non aiuta di certo a capire cosa sta succedendo. Poi analizzi il tutto con calma e ti rendi conto che si tratta dell'ennesima fuga con tanto di scazzottata alla Bud Spencer e Terence Hill e che, non essendo un esper, devi accontentarti di esprimere il tuo disappunto per mezzo di inusuali e pittoreschi epiteti inventati sul momento o di una recensione. Per tutti questi motivi il mio voto è 5, con un calcio nel sedere come unica buonuscita.



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"[K]" è l'ennesima occasione sprecata in questo 2012. Pubblicizzato e pompato all'inverosimile prima dell'uscita, anche grazie ad un cast di doppiatori giapponesi di grandissimo spicco, ha tradito le aspettative di molti, me compresa.
Non è facile neanche raccontare la trama di "[K]" in modo convincente, perché non c'è molto da dire. In un Giappone simile a quello attuale, ma apparentemente in un futuro non troppo lontano, esistono sette "re". Ognuno di loro ha poteri particolari ed è identificato da un colore preciso, tranne uno, il "re senza colore". Tale re uccide senza motivo uno degli uomini di Mikoto, il "re rosso", che comincia a cercarlo con Homra, l'insieme dei suoi sottoposti, per vendicarsi. A contrapporsi a Homra vi è il "re blu" con i suoi sottoposti, Scepter4. In mezzo a questa sfida si colloca Shiro, un ragazzino identico al "re senza colore", che vive pacificamente col suo gatto frequentando una tecnologica scuola situata su un'isola. Shiro dovrà fuggire da Homra, che vuole ucciderlo, e dall'unico sottoposto del precedente re senza colore, Kuro.
Il problema di "[K]" è che tutto è solo accennato. Nulla di preciso viene detto su cosa siano i "re", da dove derivino i loro poteri e quali limiti abbiano. In un risibile flashback ci vengono date briciole di trama su come questi poteri si siano creati, ma nulla di certo. I rapporti fra i vari personaggi sono anche essi solo accennati. Il re rosso e il re blu paiono essere amici-nemici, ma non viene mai neanche accennato come siano arrivati a tale rapporto. Il re rosso pare avere grossi problemi coi suoi poteri, ma il perché non viene mai spiegato. Anche i rapporti fra i vari membri di Homra e di Scepter4 sono solamente accennati, in molte sotto trame lanciate in faccia allo spettatore per morire subito dopo.
Il ritmo della trama è eccessivamente lento per i primi sette/otto episodi, poi accelera con rivelazioni brusche e di scarso mordente che non riescono a convincere appieno.
Accennato è anche lo sviluppo dei vari personaggi. Le loro azioni, a parte forse un rarissimo caso, risultano difficili da comprendere, perché il background che le ha indotte resta fumoso. Persino il protagonista non gode di un approfondimento psicologico sensato: non matura nonostante la sua vita venga sconvolta.
[K] è un anime che abbonda nel fanservice, sia per gli uomini che per le donne: vi sono poche donne, ma gli sceneggiatori non lesinano certo nel mostrarci le loro curve. Allo stesso modo, i protagonisti sono tutti per lo più bei ragazzi, e non mancano velatissime inquadrature che strizzano l'occhio allo shonen-ai. Il fanservice, se ben dosato, non è necessariamente un male, ma qui tutto viene annegato in esso, a discapito di elementi ben più importanti come una trama coerente e uno sviluppo psicologico sensato dei personaggi.

Dal punto di vista tecnico invece non posso lamentarmi: le animazioni sono abbastanza curate e viene adottato uno schema cromatico sicuramente interessante, anche se così particolare che non a tutti potrà piacere. La colonna sonora pure è ottima, con brani orecchiabili e che riescono a volte a risollevare leggermente la scarsità di contenuti. Il doppiaggio Giapponese vanta nomi di altissimo livello, che eseguono il loro lavoro in modo egregio.

In definitiva, "[K]" è l'ennesima scatola decorata ma vuota al suo interno, tutto fumo e niente arrosto. Essendo parte di un progetto più ampio non mi aspettavo una spiegazione esauriente di tutto l'apparentemente complesso universo in cui la trama è ambientata, ma così si dà davvero troppo poco allo spettatore. Alla fine della visione di "[K]" non resta nulla di particolare, tutto scade nella noia.
Voto finale 5, solo grazie al comparto tecnico. Per il resto è solo noioso.



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"Toriko 3D: Kaimatsu! Gourmet Adventure!!" è il primo film cinematografico tratto dal manga di Mitsutoshi Shimabukuro ed è uscito nel 2011 in coppia a "One Piece 3D: Mugiwara Chase", formando un'unica pellicola.
Peck è un ragazzino che vive in un villaggio sperduto tra le montagne e cerca disperatamente Toriko, uno dei fornitori di alimenti di lusso più famoso del mondo. Il ragazzino è in viaggio perché la sua gente è costantemente sotto l'attacco di un Gerold, un gigantesco uccello a cinque teste che saccheggia ogni genere di viveri e mette in pericolo le vite degli abitanti del villaggio. Cercando Toriko, il giovane spera che gli possa dare una mano ad abbatterlo, in modo tale da liberare una volta per tutte la popolazione e tornare a vivere in pace come è sempre avvenuto. Dopo una lunga ricerca, Peck riesce a trovare il fornitore, che, senza pensarci su, gli offre il suo supporto, e assieme partono alla volta della montagna per confrontarsi con il titanico volatile.

Il debutto di Toriko al cinema è avvenuto molto sottotono, proponendo una vicenda sciapa e con poco mordente. Per la durata di neanche un'ora il film risulta più un episodio speciale che un vero e proprio adattamento cinematografico, sicuramente complice l'accoppiata col film di One Piece che ha ridotto così maggiormente lo spazio per entrambi. La qualità della vicenda è sufficiente ma rimane un prodotto 'for fan only', con una sequenza di eventi che serve giusto a presentare l'universo di Toriko, il protagonista, brevemente le sue tecniche più essenziali e la classica storia del ragazzino bisognoso di aiuto che affiancherà il protagonista nelle peripezie che man mano prenderanno piede, il tutto costellato dal prevedibile happy ending.
La qualità delle animazioni è buona, non eccezionale, ma più che sufficiente, contando che comunque si tratta sempre di un prodotto destinato al cinema e non di uno special o un OAV. Stesso discorso per il character design, che si mantiene a un livello molto gradevole e fedele al manga originale. Le musiche invece si attestano mediocri e poco memorabili, senza nessuno spicco di rilievo.

In conclusione "Toriko 3D: Kaimaku! Gourmet Adventure!!" è un prodotto senza infamia e senza lode, fa il suo dovere senza la benché minima traccia di un impegno maggiore e risulta essere un filler ancor più banale e trascurabile dei classici film tratti da shonen manga di maggior successo. I fan della serie potranno trascorrere quaranta minuti in maniera spensierata e leggera, godendosi un'avventura genuina e senza pretese, ma non lo consiglio a coloro che si avvicinano alla serie per la prima volta: non conoscendo il titolo interessato potrebbero annoiarsi e allontanarsi definitivamente da questa serie.