Tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, un genere profondamente sulla cresta dell'onda era quello dei picchiaduro a scorrimento, tanto che ne venivano creati ispirandosi a qualunque cosa presente in tv e nei fumetti, dai supereroi (X-Men, ma anche l'Uomo Ragno e i Vendicatori) alle serie animate più in voga (Bucky O'Hare, a sua volta tratto da un fumetto, oppure, sempre parlando di fumetti, Asterix) per passare persino dai film (Hook-Capitan Uncino, esempio tra i più calzanti di quanto la moda fosse diffusa ad ogni genere di media) qualunque plot era buono per mettere su un gruppetto di eroi e portarli a suonarle ad interi eserciti di nemici minori e boss finali di ogni genere.
Parlando di cose sulla cresta dell'onda tra gli anni '80 e i '90, senza dubbio un posto di tutto rispetto se lo meritano le Tartarughe Ninja, al centro dell'attenzione tanto in americana patria quanto qui in Italia, ed era inevitabile che qualcuno sfruttasse le vicende di questo quartetto di guerrieri per creare un beat 'em up che potesse svuotare le tasche dei giovani frequentatori di bar, feste paesane e sale giochi varie.
Onore ed onere toccò a Konami, ed ecco dunque giungere nelle sale giochi questo primo Teenage Mutant Ninja (Hero) Turtles, picchiaduro a scorrimento che offre ad un numero massimo di quattro giocatori (ovvio, ma non tanto per l'epoca) di affrontare il Clan del Piede a suon di monetine e calci volanti.
Piccola rinfrescatina per tutti coloro che non conoscono la storia alla base delle opere basate sui fumetti del Mirage Studios: il sensei Hamato Yoshi viene assassinato dal malvagio Oroku Saki, ed il suo topo (molto intelligente) Splinter finisce nelle fogne di New York.
Questo topo entra in contatto con quattro tartarughe abbandonate e con un liquido misterioso che trasforma tutti e cinque in umanoidi ibridi.
Rinominatili come quattro artisti rinascimentali ed insegnato loro le arti marziali (a sua volta imparate dal padrone Yoshi, detto che era intelligente) Splinter vive tranquillamente con i suoi figli adottivi, finché il quintetto non entra in contatto con April O'Neal, una ragazza umana a dir poco sorpresa da queste cinque strane presenze...
Nella celeberrima versione animata anni '80, Hamato Yoshi ed il ratto erano la stessa entità, semplicemente la trasformazione era inversa (umano che si "rattilizza" grazie al liquido, a causa del prolungato contatto coi topi, così come le tartarughe si umanizzano perché per lungo tempo a contatto con l'umano).
I controlli del gioco, come prevedibile per un arcade, si basano tutti su pochi semplici comandi: oltre al classico movimento, un tasto è adibito agli attacchi ed uno ai salti, con ovvie combinazioni per permettere attacchi volanti, in corsa o prese, oltre alla classica "supermossa" eseguibile premendo il tasto del salto e dell'attacco insieme.
Interessanti varianti nel gameplay sono dovuti alla possibilità di lanciare i vari nemici minori (tutti membri del Clan del Piede, con colorazioni diverse) contro i muri per infliggere danni aggiuntivi e poter interagire con lo scenario in vari modi (lanciando un palo o un cono per il traffico, o rompendo un idrante per far volare acqua sui nemici, per esempio) per poter fare danni extra.
Altro dettaglio che aggiunge pepe alla pizza è il fatto che i nemici siano dotati di numerose armi bianche, da lancio o da fuoco, di diversa gittata e con diversi effetti, che necessitano quindi un differente approccio per evitare danni ingenti e, quindi, il Game Over.
I boss hanno inoltre pattern d'attacco particolari, come spesso accade nel genere, e bisogna impararli per poter rispondere per bene alle loro azioni.
I livelli non si sviluppano, inoltre, solo in orizzontale, ma hanno, di quando in quando, estensioni "verticali", offrendo maggiore profondità agli scenari, ed in un particolare caso si svolgono in maniera piuttosto "alternativa", offrendo una maggiore spettacolarità all'azione.
In giro per i livelli è possibile infine trovare delle pizze, in grado di restituire tutta l'energia alla tartaruga che vi mette le zampe sopra.
Visivamente il gioco è coloratissimo (nonostante l'ambientazione prevalentemente metropolitana possa sembrare sinonimo di grigiore), con personaggi colorati e ben caratterizzati ed animati, e scenari particolareggiati e dotati, in alcuni frangenti, anche di "accessori" scenici in grado di strappare qualche risata o comunque d'intrattenere per alcuni istanti il giocatore.
Il design di buoni e cattivi si allinea a quello della storica serie animata anni '80, come prevedibile, rendendolo in maniera estremamente fedele: è una fortuna che il team di sviluppo sia riuscito a tradurre in pixel il carisma e l'energia folle e scanzonata delle Tartarughe Ninja, portando i conoscitori del franchise ad apprezzare ancora di più l'esperienza di gioco proprio grazie a quei piccoli tocchi di classe tanto semplici quanto efficaci nelle animazioni e nelle espressioni facciali dei personaggi (pur essendo i volti inevitabilmente abbastanza piccoli).
Al carisma dei personaggi si aggiunge quello, molto forte soprattutto nel periodo di uscita del gioco, dell'ambientazione, una New York urbana, fatta di edifici fatiscenti, strade sporche e mal frequentate (ninja robot, eh cavoli), fognature con leggendari coccodrilli albini, parcheggi pericolosi ed, in generale, tanto tanto asfalto e luci al neon.
Come Final Fight insegna, l'ambientazione perfetta per un picchiaduro a scorrimento, considerato poi che è anche (in gran parte) l'ambientazione originale delle vicende delle quattro tartarughe tutte identiche d'aspetto, tutte ninja.
Molto apprezzabili anche le scenette d'intermezzo, composte da grandi immagini "statiche" ma che cambiano a seconda delle tartarughe in uso e del loro numero.
Il gioco si apre, sonoramente, molto bene, con la storica sigla americana della serie anni '80, che accompagnerà anche l'azione all'interno in una versione strumentale digitalizzata.
Da versioni hard rock ad altre più "old style rock & roll", passando per remix elettronici ed hip-hop, il tema principale "muterà" aspetto diverse volte nel corso dei vari livelli, sempre ben amalgamandosi con gli stilemi musicali di quegli anni, riuscendo a trasportare ancora di più le menti e i cuori dei giocatori all'interno dell'epoca in cui è nato: come un punto fisso nel tempo, fresco e vintage al tempo stesso.
Ma non solo di main theme vive il gioco, sono presenti anche brani originali con semplici rimandi alla sigla o completamente nuovi, sempre sullo stile che più caratterizza le Tartarughe Ninja e la loro "epoca d'oro".
Digitalizzate sono anche le voci, molto presenti con brevi frasi per dare maggiore enfasi a parte delle vicende narrate su schermo, ovviamente in lingua inglese.
Il tutto è accompagnato da classici effetti sonori tipici di un picchiaduro a scorrimento, quindi rumori di botte, tagli, duri impatti sul metallo ed affini.
E' fuori da ogni dubbio che, per l'anno in cui uscì questo cabinato, il livello sonoro sia incredibilmente elevato, confermando la cura estetica da parte del team di sviluppo.
Composto da un numero compreso tra gli otto e i dieci livelli a seconda della versione, il gioco ha una longevità media per il genere, breve se si tiene conto solamente del numero di ore necessarie per concluderlo, ma questo è inevitabile visto che va affrontato dall'inizio alla fine in una "tirata" unica.
La parte del leone la fa l'intensità dell'azione, che rende l'esperienza concitata e frenetica, complice anche un livello di difficoltà piuttosto elevato e, nel caso in cui la versione a cui si gioca non sia provvista della possibilità d'impostare vite infinite, il sempre presente rischio di Game Over.
Dato il buon compromesso tra lunghezza cronologica ed intensità dell'azione il gioco è ampiamente rigiocabile, e se si ama il genere (o i personaggi protagonisti) sarà molto probabile che venga voglia di riprenderlo in mano per una partita, soprattutto se si può contare su qualche amico per mettere in piedi un quartetto con tutti i crismi.
Non si tratta dunque di un'esperienza lunga di per sé (come sempre nel genere dei picchiaduro a scorrimento) ma di un "evergreen" (dato anche il colore dei protagonisti), in grado di tornare alla ribalta ogni volta che vuole, anche a distanza di molti anni.
Soprattutto se si ha vissuto il periodo di maggior splendore del genere, la seconda metà degli anni '80 e la prima dei '90, se si ha provato sulla propria pelle l'atmosfera dei bar, delle sale giochi, l'acquisto dei gettoni, il "cameratismo" o la "rivalità" che nasceva con gli sconosciuti che si posizionavano al nostro fianco o la prevista cooperazione/ sfida tra amici, con la radio che passava i classici del periodo, i bar che vendevano prodotti ormai spariti dal mercato o quasi, era una sorta di rito, quello dei cabinati, che ora può vivere, per la maggior parte, solo nell'intimità delle proprie case, con porting ed adattamenti vari, magari più comodi, magari più economici ma "diversi".
O per chi quell'epoca non l'ha vissuta ma la vuole "studiare" per capirne il fascino, e anche in questo caso, Teenage Mutant Ninja Turtles è un ottimo libro di testo.
Giocare a Teenage Mutant Ninja Turtles è un po' come fare un vero e proprio viaggio nel tempo, visto che si tratta di un gioco basato su un franchise estremamente rappresentativo della sua epoca ed appartenente ad uno dei generi più in voga della sua epoca.
Come già accennato in precedenza, è una sorta di frammento di pop culture cristallizzato, un mix di elementi strettamente legati all'epoca a cui appartengono eppure che risultano efficaci ancora oggi, per chi non c'era ma soprattutto per chi c'era e magari, all'originale cabinato, ha anche giocato in una di quelle sale giochi, in uno di quei bar dove la gente entra dentro, consuma e poi va, a meno che non sia nell'età e nella mentalità giuste per infilare una magica monetina in un ancor più magico "scatolone del divertimento" in grado di fargli vivere avventure lontane, impossibili per un uomo qualsiasi ma non per quattro tartarughe mutanti ninja.
La reperibilità di questo gioco è un po' problematica, essendo disponibile solo in un porting per Nes, ZX Spectrum, Amiga, Amstrad CPC, Atari ST, PC e Commodore 64.
Una versione con l'audio parzialmente castrato è sbloccabile in Teenage Mutant Ninja Turtles 2: Battle Nexus per Playstation 2, X-Box, GameCube e Windows, risultando anche più bella del gioco che la ospita, ma è necessario giocarlo quasi tutto per poterla sbloccare.
Una versione per X-Box Live Arcade è stata disponibile per breve tempo, ma poi rimossa.
Infatti mi sembrava strano, su animeclick si parla di film americani? Quando, dove e perché?
Che problema? Ho detto semplicemente che mi sembrava volessero parlare del nuovo film sulle tartarughe ninja (quello con Megan Fox).
Non sapendo l'esistenza di questo gioco, leggendo il titolo mi ha fatto subito pensare al nuovo film sulle tartarughe ninja chiamato "teenage mutant ninja turtles".
Se noti, hanno lo stesso titolo.
Tutto qui, non credo di aver detto:"Ho problemi con la news".
Il mio commento era "sarcastico".
Volevo sottolineare, di come il film sulle tartarughe ninja sia molto più conosciuto del gioco.....tutto qui.
Esempio:
Digimon è un brand che comprende serie animate,film e giochi.
Se su animeclick uscisse una news sul primo gioco dei Digimon (che era una specie di tamagotchi e che non mi ricordo il nome).
Chi leggerebbe la news (la maggior parte di noi) penserebbe al gioco dei digimon su gameboy e non all'altro, perché non è conosciuto come quello su game boy.
Col mio commento "sarcastico" volevo far notare, di come il film sia più importante del gioco per questo brand, tutto qui.
Cioè... sempre uguale come gameplay, sempre Konami e quindi cambia poco, ma il fatto di poter lanciare gli altri giocatori contro i nemici e creare delle super combo lo rese più apprezzabile, almeno tra me e i miei amici.
Cambiano gli anni e i secoli, ma anche ora si affrontano eserciti in compagnia... basta chiamare la Koei a fare la sua versione Musou e il gioco è fatto
In tempi recenti, se non erro, l'ho rigiocato con il MAME
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