Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[MANGA] Love*Sign (Scadenza: 22/10/2014)
[ANIME] Gochuumon wa usagi desuka? (Scadenza: 26/10/2014)
[MANGA] Odyssey (Scadenza: 9/11/2014)
[ANIME] Hajime no Ippo: Rising (Scadenza: 9/11/2014)
[ANIME] Project A-ko (Scadenza: 9/11/2014)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo ai manga, con Pluto, Meiji - Una restaurazione canina e Mushishi.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Pluto
10.0/10
Ciò che trovo davvero incredibile di Urasawa sensei è il modo in cui riesce di volta in volta a superare i propri limiti, che poi non si discostano di molto dai limiti assoluti del manga. Prendendo ispirazione da un racconto del "dio del fumetto" Tezuka, basato sul personaggio di Tetsuwan Atom, Urasawa ci narra le gesta dei sette robot più potenti del pianeta, incentrando la narrazione principalmente su due di loro: l'ispettore di polizia Gesicht e il robot più forte del mondo Atom. L'autore colloca i fatti qualche anno dopo la fine della guerra contro la Persia.
Tutto ha inizio quando gli Stati Uniti di Tracia inviano degli ispettori per cercare delle fantomatiche armi di distruzione di massa ma, non trovandole, decidono comunque di iniziare il conflitto.
Vi ricorda nulla?
L'intera opera è incentrata sull'uomo, le sue paure, i suoi errori, le sue gioie, i suoi dolori e lo fa mostrandoci la nascita di tali emozioni nei robot. I sentimenti che sbocciano, per la prima volta, "nell'animo" di una macchina diventano per noi illuminanti e la presa di coscienza di quest'ultima diventa la chiave per comprenderli fino in fondo.
Robot che si ritrovano ad essere utilizzati come armi di sterminio contro i propri simili, senza potersi ribellare alla propria natura. Sono stati costruiti per quello scopo e non sono in grado di contravvenire a un ordine, ma ciò non vuol dire che non possano domandarsi se le loro azioni siano giuste o sbagliate.
Urasawa affronta il tema della guerra senza mezze misure, senza compromessi. Non ci viene mostrato nemmeno il più piccolo barlume di una qualche giustizia superiore che giustifichi il conflitto; scopriremo addirittura come un robot possa finire per rifiutare la sua stessa natura di combattente, una volta resosi conto delle proprie azioni.
Altro aspetto degno di nota è la collocazione dei robot all'interno della società descritta dall'autore (non ho letto Tetsuwan Atom ma, conoscendo Tezuka, potrebbe essere frutto del suo genio). Essi hanno la stessa dignità e i medesimi diritti dell'uomo; talvolta assistiamo a vere e proprie manifestazioni d'amore nei loro confronti. Quella meravigliosa convinzione che l'integrazione tra razze sia possibile, fintanto che esiste il rispetto reciproco, persino tra esseri umani e macchine. Ovviamente l'autore non risparmia le critiche a coloro i quali si credono superiori e per questo si arrogano il diritto di disporre dell'esistenza e della vita degli altri.
L'autore affronta poi una gran quantità di tematiche quali l'amore, l'amicizia, la lealtà, la rabbia, la vendetta, la morte, la solitudine; è chiaro come diventi pressoché impossibile approfondire così tante tematiche in questo spazio. L'unica cosa che posso dire è che tutti questi argomenti così rilevanti vengono trattati e analizzati con una delicatezza incredibile. È quasi come se l'autore, nel presentarci la crudeltà dei fatti, ci accarezzasse dolcemente nel tentativo di consolarci. La trama si districa con agilità e prodigioso ritmo, qualità che solo uno sceneggiatore coi fiocchi possiede e riesce a sviluppare.
Molti confondono il ritmo narrativo con la velocità delle azioni, ma non esiste valutazione più errata. Si può ricreare un ritmo vertiginoso anche senza alcuna azione. Bastano uno sguardo, una parola, un gesto, sapientemente concatenati, per premere l'acceleratore della narrazione ed Urasawa, coadiuvato come sempre dal fido Nagasaki, è un maestro nel giocare con tali meccanismi.
Pluto è poesia.
Pervaso di angosciosa tristezza e allo stesso tempo di dolcezza infinita.
Ci troviamo di fronte a qualcosa che trascende l'essenza stessa del fumetto.
I disegni sono meravigliosi e si nota come l'evoluzione stilistica dell'autore non accenni a rallentare; i sentimenti impressi sul volto dei personaggi ne sono una prova inconfutabile. Lo sguardo colmo di tristezza di Atom vi trafiggerà il cuore.
Pluto non è certo un fumetto per tutti. Occorre una buona dose di sensibilità e la voglia di abbandonarsi, lasciandosi guidare attraverso un vortice di emozioni. A chi cerca un semplice passatempo o una storia di pura azione, consiglio di stare alla larga.
Penso che se Tezuka avesse potuto leggere un simile capolavoro, avrebbe davvero compreso quanto immenso sia stato il suo contributo alla causa del manga.
L'edizione Planet Manga è a mio parere ottima. La carta utilizzata, purtroppo, non è ancora ai livelli di J-Pop o Flashbook, ma comunque molto migliore delle edizioni passate. Sono inoltre state inserite le tavole a colori e il volume si presenta con un bella sovraccoperta. Il problema fondamentale resta sempre lo stesso: il prezzo non giustificato dalla qualità e sempre più alto rispetto alla concorrenza. Panini è un colosso e ci si aspetterebbero prezzi concorrenziali, invece preferisce strizzare per benino noi poveri malcapitati offrendoci oltretutto un servizio raccapricciante.
Tutto ha inizio quando gli Stati Uniti di Tracia inviano degli ispettori per cercare delle fantomatiche armi di distruzione di massa ma, non trovandole, decidono comunque di iniziare il conflitto.
Vi ricorda nulla?
L'intera opera è incentrata sull'uomo, le sue paure, i suoi errori, le sue gioie, i suoi dolori e lo fa mostrandoci la nascita di tali emozioni nei robot. I sentimenti che sbocciano, per la prima volta, "nell'animo" di una macchina diventano per noi illuminanti e la presa di coscienza di quest'ultima diventa la chiave per comprenderli fino in fondo.
Robot che si ritrovano ad essere utilizzati come armi di sterminio contro i propri simili, senza potersi ribellare alla propria natura. Sono stati costruiti per quello scopo e non sono in grado di contravvenire a un ordine, ma ciò non vuol dire che non possano domandarsi se le loro azioni siano giuste o sbagliate.
Urasawa affronta il tema della guerra senza mezze misure, senza compromessi. Non ci viene mostrato nemmeno il più piccolo barlume di una qualche giustizia superiore che giustifichi il conflitto; scopriremo addirittura come un robot possa finire per rifiutare la sua stessa natura di combattente, una volta resosi conto delle proprie azioni.
Altro aspetto degno di nota è la collocazione dei robot all'interno della società descritta dall'autore (non ho letto Tetsuwan Atom ma, conoscendo Tezuka, potrebbe essere frutto del suo genio). Essi hanno la stessa dignità e i medesimi diritti dell'uomo; talvolta assistiamo a vere e proprie manifestazioni d'amore nei loro confronti. Quella meravigliosa convinzione che l'integrazione tra razze sia possibile, fintanto che esiste il rispetto reciproco, persino tra esseri umani e macchine. Ovviamente l'autore non risparmia le critiche a coloro i quali si credono superiori e per questo si arrogano il diritto di disporre dell'esistenza e della vita degli altri.
L'autore affronta poi una gran quantità di tematiche quali l'amore, l'amicizia, la lealtà, la rabbia, la vendetta, la morte, la solitudine; è chiaro come diventi pressoché impossibile approfondire così tante tematiche in questo spazio. L'unica cosa che posso dire è che tutti questi argomenti così rilevanti vengono trattati e analizzati con una delicatezza incredibile. È quasi come se l'autore, nel presentarci la crudeltà dei fatti, ci accarezzasse dolcemente nel tentativo di consolarci. La trama si districa con agilità e prodigioso ritmo, qualità che solo uno sceneggiatore coi fiocchi possiede e riesce a sviluppare.
Molti confondono il ritmo narrativo con la velocità delle azioni, ma non esiste valutazione più errata. Si può ricreare un ritmo vertiginoso anche senza alcuna azione. Bastano uno sguardo, una parola, un gesto, sapientemente concatenati, per premere l'acceleratore della narrazione ed Urasawa, coadiuvato come sempre dal fido Nagasaki, è un maestro nel giocare con tali meccanismi.
Pluto è poesia.
Pervaso di angosciosa tristezza e allo stesso tempo di dolcezza infinita.
Ci troviamo di fronte a qualcosa che trascende l'essenza stessa del fumetto.
I disegni sono meravigliosi e si nota come l'evoluzione stilistica dell'autore non accenni a rallentare; i sentimenti impressi sul volto dei personaggi ne sono una prova inconfutabile. Lo sguardo colmo di tristezza di Atom vi trafiggerà il cuore.
Pluto non è certo un fumetto per tutti. Occorre una buona dose di sensibilità e la voglia di abbandonarsi, lasciandosi guidare attraverso un vortice di emozioni. A chi cerca un semplice passatempo o una storia di pura azione, consiglio di stare alla larga.
Penso che se Tezuka avesse potuto leggere un simile capolavoro, avrebbe davvero compreso quanto immenso sia stato il suo contributo alla causa del manga.
L'edizione Planet Manga è a mio parere ottima. La carta utilizzata, purtroppo, non è ancora ai livelli di J-Pop o Flashbook, ma comunque molto migliore delle edizioni passate. Sono inoltre state inserite le tavole a colori e il volume si presenta con un bella sovraccoperta. Il problema fondamentale resta sempre lo stesso: il prezzo non giustificato dalla qualità e sempre più alto rispetto alla concorrenza. Panini è un colosso e ci si aspetterebbero prezzi concorrenziali, invece preferisce strizzare per benino noi poveri malcapitati offrendoci oltretutto un servizio raccapricciante.
Recensione di Kabutomaru
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L'etichetta Hikari, appartenente alla casa editrice 001 Edizioni, si sta imponendo in un mercato oramai sempre più saturato di manga, molti dei quali di scarsa qualità artistica. Hikari invece decide saggiamente di puntare sulla qualità, scegliendo prodotti interessanti e originali, che poco spazio hanno trovato sino ad oggi in Italia. A tale gruppo possiamo sicuramente inserire "Meiji - Una Rivoluzione Canina", manga sceneggiato da Mamoru Oshii, considerato il miglior regista di film d'animazione (almeno vivente) da parte chi capisce di cinema e disegnato da Testuya Nishio, animatore e character design di fiducia di Oshii. L'opera nonostante presenti un prezzo di 18 euro, viene presentata in un volume dal grande formato con carta bianchissima e spessa, rendendola un'opera degna di essere esposta con orgoglio nella propria libreria.
L'opera autoconclusiva, tratta delle turbolente vicende che hanno accompagnato il Giappone durante il periodo Bakumatsu, gli ultimi anni del periodo Edo che vanno dagli anni 1853-1867, durante i quali cade dopo oltre duecento anni di potere lo shogunato dei Tokugawa, al quale si sostituirà l'imperatore che darà via alla modernizzazione del Giappone conosciuto come "periodo Meiji". I due autori tratteranno tali vicende tramite capitoli autoconclusivi, dove ci faranno conoscere le varie personalità che hanno accompagnato questa transizione, come: Matthew C. Perry, Hanpeita Takechi, Ryoma Sakamoto, Kaishu Katsu, Takamori Saigo, Hirobumi Ito, Toshizo Hijikata. Tali figure non sono tutte di primo rilievo, anzi, alcune di loro sono personalità di non elevata importanza e soprattutto dei perdenti, dei quali la storia ha finito con il dimenticarsene, ma che hanno finito con l'incidere a fondo in quel travagliato periodo storico.
Le varie vicende legate ai personaggi ci sono presentate in modo buffo, caricaturale e con vari interventi da parte degli stessi autori Oshii e Nishio nell'opera, i quali scherzeranno sulle difficoltà che hanno trovato nel redigere i singoli capitoli. Non mancheranno citazioni a svariati manga, anime, opere filmiche e prese in giro raffinate quanto divertenti da parte di Oshii nei confronti di Miyazaki, durante le quali farà emergere il suo lato meno serio e più sbarazzino, finendo con il prendersi anche in giro svariate volte. Interessante l'analisi sui numeri 2 all'ombra dei leader che l'autore pone in essere, poiché afferma esplicitamente di rispecchiarsi in costoro sia per volontà personale e sia perché la gente inesperta di cinema lo colloca sempre dietro ad Hayao Miyazaki. Oshii però è un autore maturo e dopo tanti anni seppur in cuor suo sa che gli è superiore, non ne fa drammi, perché se i numeri uno devono sempre mantenere alte le aspettative del pubblico, ai numeri 2 non bada nessuno e possono fare ciò che vogliono, in tutta libertà poiché nessuno nutre aspettative verso costoro. Quindi non dovrebbe sorprendere a nessuno se Oshii traendo spunto dalla sua passione sfrenata per i cani (da "Patlabor: The Movie", Oshii inserirà sempre un cane nelle sue opere), abbia realizzato un'opera (apparentemente) semplice e leggera.
Interessanti gli editoriali che sono presenti alla fine di ogni capitolo, dove vi sono le interviste ai due autori e che svelano importanti quanto interessanti retroscena per quanto concerne il pensiero che Oshii ha riguardo: la storia (che per lui deve essere trasposta in modo realistico e senza eventi romanzati), la politica, la società, gli USA, la figura del perdente e così via, finendo con il dimostrare come egli sia un autore poliedrico e attento alle dinamiche che muovono il mondo odierno.
Il manga appartiene al genere canino, dove tutti i personaggi sono rappresentati sotto le sembianze di cani, la cui razza è scelta in base al loro comportamento. Il tratto di Nishio è pulito e leggero, senza troppi fronzoli, vista la natura dell'opera. Nonostante l'eccessivo didascalismo di Oshii, il disegnatore Nishio reclama a gran voce con i suoi disegni ampi spazi di libertà dove può ed è grazie alla regia delle sue tavole e al modo buffo con cui raffigura i vari personaggi, fa si che il manga riesca quanto meno a far sorridere il lettore tante volte, azzeccando i tempi comici che in un'opera del genere sono fondamentali. Nonostante ciò, l'autore quando deve raffigurare i personaggi storici nelle loro fattezze originarie, dimostra di saperci fare con le matite.
In sostanza quest'opera è consigliata naturalmente a coloro che seguono con interesse i film di Oshii, poiché potranno scoprire numerosi retroscena alquanto interessanti per quanto concerne il suo pensiero. Non potranno esimersi dal prendere quest'opera, gli appassionati di storia, poiché nonostante l'opera sia caricaturale e comica in certi momenti, comunque c'è dietro un enorme lavoro di documentazione storica, che si nota anche dai copiosi dialoghi che affollano le pagine di questo volume. Certo, un po' di conoscenza personale di questo periodo storico è consigliata, visto che si entra molte volte sin troppo nello specifico e questo al lettore inesperto potrebbe non piacere molto.
Se ne consiglia caldamente l'acquisto per far sì, che Oshii una volta tanto faccia due soldini visto che le sue opere sono quasi sempre dei flop galattici (così poi realizza la guerra canina russo-giapponese se le vendite vanno bene) e per supportare la casa editrice Hikari che merita il sostegno per le interessanti opere che sta pubblicando nel nostro paese.
L'opera autoconclusiva, tratta delle turbolente vicende che hanno accompagnato il Giappone durante il periodo Bakumatsu, gli ultimi anni del periodo Edo che vanno dagli anni 1853-1867, durante i quali cade dopo oltre duecento anni di potere lo shogunato dei Tokugawa, al quale si sostituirà l'imperatore che darà via alla modernizzazione del Giappone conosciuto come "periodo Meiji". I due autori tratteranno tali vicende tramite capitoli autoconclusivi, dove ci faranno conoscere le varie personalità che hanno accompagnato questa transizione, come: Matthew C. Perry, Hanpeita Takechi, Ryoma Sakamoto, Kaishu Katsu, Takamori Saigo, Hirobumi Ito, Toshizo Hijikata. Tali figure non sono tutte di primo rilievo, anzi, alcune di loro sono personalità di non elevata importanza e soprattutto dei perdenti, dei quali la storia ha finito con il dimenticarsene, ma che hanno finito con l'incidere a fondo in quel travagliato periodo storico.
Le varie vicende legate ai personaggi ci sono presentate in modo buffo, caricaturale e con vari interventi da parte degli stessi autori Oshii e Nishio nell'opera, i quali scherzeranno sulle difficoltà che hanno trovato nel redigere i singoli capitoli. Non mancheranno citazioni a svariati manga, anime, opere filmiche e prese in giro raffinate quanto divertenti da parte di Oshii nei confronti di Miyazaki, durante le quali farà emergere il suo lato meno serio e più sbarazzino, finendo con il prendersi anche in giro svariate volte. Interessante l'analisi sui numeri 2 all'ombra dei leader che l'autore pone in essere, poiché afferma esplicitamente di rispecchiarsi in costoro sia per volontà personale e sia perché la gente inesperta di cinema lo colloca sempre dietro ad Hayao Miyazaki. Oshii però è un autore maturo e dopo tanti anni seppur in cuor suo sa che gli è superiore, non ne fa drammi, perché se i numeri uno devono sempre mantenere alte le aspettative del pubblico, ai numeri 2 non bada nessuno e possono fare ciò che vogliono, in tutta libertà poiché nessuno nutre aspettative verso costoro. Quindi non dovrebbe sorprendere a nessuno se Oshii traendo spunto dalla sua passione sfrenata per i cani (da "Patlabor: The Movie", Oshii inserirà sempre un cane nelle sue opere), abbia realizzato un'opera (apparentemente) semplice e leggera.
Interessanti gli editoriali che sono presenti alla fine di ogni capitolo, dove vi sono le interviste ai due autori e che svelano importanti quanto interessanti retroscena per quanto concerne il pensiero che Oshii ha riguardo: la storia (che per lui deve essere trasposta in modo realistico e senza eventi romanzati), la politica, la società, gli USA, la figura del perdente e così via, finendo con il dimostrare come egli sia un autore poliedrico e attento alle dinamiche che muovono il mondo odierno.
Il manga appartiene al genere canino, dove tutti i personaggi sono rappresentati sotto le sembianze di cani, la cui razza è scelta in base al loro comportamento. Il tratto di Nishio è pulito e leggero, senza troppi fronzoli, vista la natura dell'opera. Nonostante l'eccessivo didascalismo di Oshii, il disegnatore Nishio reclama a gran voce con i suoi disegni ampi spazi di libertà dove può ed è grazie alla regia delle sue tavole e al modo buffo con cui raffigura i vari personaggi, fa si che il manga riesca quanto meno a far sorridere il lettore tante volte, azzeccando i tempi comici che in un'opera del genere sono fondamentali. Nonostante ciò, l'autore quando deve raffigurare i personaggi storici nelle loro fattezze originarie, dimostra di saperci fare con le matite.
In sostanza quest'opera è consigliata naturalmente a coloro che seguono con interesse i film di Oshii, poiché potranno scoprire numerosi retroscena alquanto interessanti per quanto concerne il suo pensiero. Non potranno esimersi dal prendere quest'opera, gli appassionati di storia, poiché nonostante l'opera sia caricaturale e comica in certi momenti, comunque c'è dietro un enorme lavoro di documentazione storica, che si nota anche dai copiosi dialoghi che affollano le pagine di questo volume. Certo, un po' di conoscenza personale di questo periodo storico è consigliata, visto che si entra molte volte sin troppo nello specifico e questo al lettore inesperto potrebbe non piacere molto.
Se ne consiglia caldamente l'acquisto per far sì, che Oshii una volta tanto faccia due soldini visto che le sue opere sono quasi sempre dei flop galattici (così poi realizza la guerra canina russo-giapponese se le vendite vanno bene) e per supportare la casa editrice Hikari che merita il sostegno per le interessanti opere che sta pubblicando nel nostro paese.
Mushishi
10.0/10
"Girl, it's a hard, hard world,
If it gets you down.
Dreams often fade and die
In a bad bad world.
I'll take you where real animals are playing
And people are real people not just playing
It's a quiet, quiet life
By a dirty old shack
That we called our home
I want to be back there
Among the cats and dogs
And the pigs and the goats
On Animal Farm
My animal home
The Kinks - Animal Farm"
SOGGETTIVAMENTE PARLANDO
Vivendo vicino al bosco ho la fortuna di poter prendere quando mi pare e addentrarmi per i suoi sentieri. Parto dalla fila di case ai piedi della montagna e mano a mano che mi allontano il silenzio si fa sempre più fitto, la mente comincia a trovare il suo respiro. Purtroppo nelle pieghe di quel silenzio trovano spesso posto le preoccupazioni e le ansie; trovano lo spazio che molte volte non gli si può concedere e prendono il sopravvento. Al che mi distraggo, testa bassa, occhi su di me e pedalare. Così passo oltre i gelsi e i formicai, le betulle e le volpi, i rospi sul ciglio della strada e le lucciole quando tira a far scuro. Ci sono volte invece in cui la mente è sgombra e mi ricordo di osservare, mi rendo conto della bellezza di quello che mi circonda, sento i profumi e i rumori dei micro mondi sparsi per quella piccola cosa che chiamiamo realtà. Leggere Mushishi è questo, è trovare il tempo per fermarsi ad osservare i germogli, gli insetti che brulicano sul terreno oppure per accucciarsi ad osservare in silenzio il comportamento degli animali. Fermarsi e ricordare quanto si è piccoli e quante sono le cose che non notiamo che ci sfuggono continuamente, quanto la natura sia più maestosa di noi e quanto ci possa influenzare.
Questa premessa per darvi un'idea di quanto questo fumetto sia atipico, non solo il tema trattato non è dei più "esplosivi" per così dire, ma manca quasi completamente di trama orizzontale ed è quindi composto per lo più da storie autoconclusive. Piccole, splendide favole che sembrano uscite direttamente dalla bocca della montagna. L'ispirazione a creare un fumetto così particolare è maturata - per quanto si capisce dalle pagine extra - proprio dall'amore dell'autrice per i monti e per la natura, oltre che dai racconti d'altri tempi tramandati dai nonni e - soprattutto - dalla spiccata sensibilità dell'autrice stessa. Basti leggere le sue riflessioni per capire quale profondo legame la leghi ai paesaggi di montagna, ai boschi e ai laghi oppure alle sue adorate terrazze di riso. Attrazione e tanto, tanto rispetto oltre che tonnellate di curiosità e pazienza.
Del resto si parla di ciò che di più antico c'è all'universo, ovverosia l'universo stesso. La "vena di luce", la tela su cui tutto è scritto e da cui tutto è stato generato. I racconti della Urushibara sono permeati di questa antichità, della magia del Cosmo e della Terra e dei suo moti e si fanno ora filosofici, ora fantasiosi, ora meditabondi, ora malinconici, talvolta crudeli come la natura stessa sa essere. Questo è un aspetto chiave del fumetto, il suo saper disegnare la bellezza così come la crudeltà rendendoli parte di uno schema più grande, uno schema armonioso e innocente che è proprio di quel mondo incosciente. Nessun eccesso e nessuna sbavatura, nessun buono e nessun cattivo, tutto va semplicemente come deve andare; un disegno in divenire da miliardi di anni che - per fortuna - sfugge al nostro controllo.
Similmente i Mushi che Ginko incontra sulla sua strada seguono le proprie regole e mettono in atto il proprio essere, a volte in maniera innocua, altre volte provocando perdite o sofferenze. Essi sono entità invisibili agli occhi dei più, emanazioni della natura capaci di influenzare in maniera profonda le vite degli uomini fino a portali a sottostare alle loro leggi. L'unica possibilità per liberarsi dal loro influsso è affidarsi ai Mushishi di passaggio, studiosi della natura e delle sue manifestazioni che conoscono i comportamenti e le meccaniche degli spiriti. A volte essi riescono a migliorare la situazione, altre volte, purtroppo niente si può fare contro l'incombere degli eventi.
Trovo sia un modo estremamente fantasioso ed efficace di rappresentare l'azione della natura stessa sull'uomo e le interazioni che necessariamente si vengono a creare. La contrapposizione fra questi eventi irreversibili e la nostra impotenza, i nostri affetti e la nostra solitudine dà vita a quel velo di poesia che ricopre tutte le bellissime storie uscite dal pennino della Urushibara. Storie che sono alla portata di tutti, scritte in un lessico semplice, essenziale, perfino un bambino potrebbe leggerle tutte eppure restano così profonde, così intrise di malinconia e significato che potrebbero essere coinvolgenti a qualsiasi età e comunque offrire degli ottimi spunti di riflessione.
OGGETTIVAMENTE PARLANDO
La prima cosa che si nota prendendo in mano i volumetti di Mushishi sono le splendide copertine acquerellate in carta ruvida, che lasciano già trasparire il tratto dolce e in qualche modo grezzo dell'autrice. Come molti hanno già detto non sembrano molto resistenti ma sono fedeli alle originali e trovo che esaltino le colorazioni utilizzate. La ruvidità inoltre aggiunge una leggera sensazione tattile, sembra quasi di toccare gli splendidi scenari sfumati dagli acquerelli. All'interno dei volumi ci sono alcune pagine colorate con la stessa tecnica e solitamente sono usate per aprire i racconti. Il prezzo è forse leggermente esagerato rispetto al valore dell'edizione ma poco importa, vista la qualità dei contenuti questo Mushishi lo avrei letto volentieri anche sugli involucri delle caramelle.
I disegni sono perfetti per l'opera, volutamente ruvidi ma in grado di rappresentare splendidamente gli scenari naturali che abbondano nelle vignette. Specialmente nel volume pilota si nota molto come l'autrice non sia propriamente navigata ma nell'ottica favolistica dei racconti questa sua caratteristica si rivela un pregio anziché un difetto, le linee grezze e tremolanti ben si sposano con l'atmosfera sognante del fumetto e con gli scenari e le genti umili che lo popolano. Contadini, capanne, fiumi e soprattutto fiori, alberi e panorami. Un immaginario agreste che risulta in disegni semplici ma al contempo molto poetici.
L'autrice è stata abile a gestire i tempi e i dialoghi con una regia asciutta e fantasiosa arricchita da un' impostazione delle vignette che offre varie trovate originali e riuscite. I dialoghi sono delle perle di misura, mai invadenti o eccessivi e mai gratuiti, lasciano spesso spazio al silenzio e ai paesaggi o alle espressioni dei tantissimi personaggi che abbiamo modo di conoscere. I comprimari sono tutti caratterizzati divinamente ed è impressionante quanto la Urushibara riesca a trasmettere su una persona e sui suoi trascorsi con una manciata di pagine. La loro sofferenza, la loro felicità e i loro sentimenti sono sussurrati dai gesti e dagli sguardi, dai loro ricordi visto che sono sempre le immagini stesse a parlare. Ginko poi è a mio parere un personaggio fenomenale, vi lascio il gusto di scoprirlo nei capitoli in cui si indaga il suo passato e le scelte che lo hanno portato a essere il Mushishi gentile.
Gli extra del fumetto non sono esagerati ma molto significativi. Il più delle volte si tratta dei racconti e delle riflessioni che hanno ispirato ogni singola favola ed è molto bello constatare come le idee alla base di ciò che abbiamo letti siano così semplici eppure così profonde.
CONCLUSIONE
Questo fumetto è stato una lettura a dir poco toccante che mi resterà addosso per un bel po', probabilmente per sempre. Lo consiglierei a chiunque sulla faccia della terra ma visto il ritmo disteso e la sua natura episodica mi sento di sconsigliarlo - a malincuore - a tutte le persone che cercano una trama complessa e monolitica e a tutti quelli che mal sopportano più di due vignette con soli sguardi di fila, in Mushishi troverete pagine e pagine senza balloon e l'espressività dei personaggi è spesso tutto quello che c'è da vedere. A tutti gli altri non posso che consigliare di cuore quest'opera, trovatevi un posticino dove sentite bene il silenzio e seguite pure Ginko nel suo favoloso viaggio lontano dai neon e dagli schiamazzi, sulle montagne e sui prati avvolti dagli spiriti della natura. Quando lo saluterete al vostro ritorno avrete voglia di partire ma anche di ritornare.
If it gets you down.
Dreams often fade and die
In a bad bad world.
I'll take you where real animals are playing
And people are real people not just playing
It's a quiet, quiet life
By a dirty old shack
That we called our home
I want to be back there
Among the cats and dogs
And the pigs and the goats
On Animal Farm
My animal home
The Kinks - Animal Farm"
SOGGETTIVAMENTE PARLANDO
Vivendo vicino al bosco ho la fortuna di poter prendere quando mi pare e addentrarmi per i suoi sentieri. Parto dalla fila di case ai piedi della montagna e mano a mano che mi allontano il silenzio si fa sempre più fitto, la mente comincia a trovare il suo respiro. Purtroppo nelle pieghe di quel silenzio trovano spesso posto le preoccupazioni e le ansie; trovano lo spazio che molte volte non gli si può concedere e prendono il sopravvento. Al che mi distraggo, testa bassa, occhi su di me e pedalare. Così passo oltre i gelsi e i formicai, le betulle e le volpi, i rospi sul ciglio della strada e le lucciole quando tira a far scuro. Ci sono volte invece in cui la mente è sgombra e mi ricordo di osservare, mi rendo conto della bellezza di quello che mi circonda, sento i profumi e i rumori dei micro mondi sparsi per quella piccola cosa che chiamiamo realtà. Leggere Mushishi è questo, è trovare il tempo per fermarsi ad osservare i germogli, gli insetti che brulicano sul terreno oppure per accucciarsi ad osservare in silenzio il comportamento degli animali. Fermarsi e ricordare quanto si è piccoli e quante sono le cose che non notiamo che ci sfuggono continuamente, quanto la natura sia più maestosa di noi e quanto ci possa influenzare.
Questa premessa per darvi un'idea di quanto questo fumetto sia atipico, non solo il tema trattato non è dei più "esplosivi" per così dire, ma manca quasi completamente di trama orizzontale ed è quindi composto per lo più da storie autoconclusive. Piccole, splendide favole che sembrano uscite direttamente dalla bocca della montagna. L'ispirazione a creare un fumetto così particolare è maturata - per quanto si capisce dalle pagine extra - proprio dall'amore dell'autrice per i monti e per la natura, oltre che dai racconti d'altri tempi tramandati dai nonni e - soprattutto - dalla spiccata sensibilità dell'autrice stessa. Basti leggere le sue riflessioni per capire quale profondo legame la leghi ai paesaggi di montagna, ai boschi e ai laghi oppure alle sue adorate terrazze di riso. Attrazione e tanto, tanto rispetto oltre che tonnellate di curiosità e pazienza.
Del resto si parla di ciò che di più antico c'è all'universo, ovverosia l'universo stesso. La "vena di luce", la tela su cui tutto è scritto e da cui tutto è stato generato. I racconti della Urushibara sono permeati di questa antichità, della magia del Cosmo e della Terra e dei suo moti e si fanno ora filosofici, ora fantasiosi, ora meditabondi, ora malinconici, talvolta crudeli come la natura stessa sa essere. Questo è un aspetto chiave del fumetto, il suo saper disegnare la bellezza così come la crudeltà rendendoli parte di uno schema più grande, uno schema armonioso e innocente che è proprio di quel mondo incosciente. Nessun eccesso e nessuna sbavatura, nessun buono e nessun cattivo, tutto va semplicemente come deve andare; un disegno in divenire da miliardi di anni che - per fortuna - sfugge al nostro controllo.
Similmente i Mushi che Ginko incontra sulla sua strada seguono le proprie regole e mettono in atto il proprio essere, a volte in maniera innocua, altre volte provocando perdite o sofferenze. Essi sono entità invisibili agli occhi dei più, emanazioni della natura capaci di influenzare in maniera profonda le vite degli uomini fino a portali a sottostare alle loro leggi. L'unica possibilità per liberarsi dal loro influsso è affidarsi ai Mushishi di passaggio, studiosi della natura e delle sue manifestazioni che conoscono i comportamenti e le meccaniche degli spiriti. A volte essi riescono a migliorare la situazione, altre volte, purtroppo niente si può fare contro l'incombere degli eventi.
Trovo sia un modo estremamente fantasioso ed efficace di rappresentare l'azione della natura stessa sull'uomo e le interazioni che necessariamente si vengono a creare. La contrapposizione fra questi eventi irreversibili e la nostra impotenza, i nostri affetti e la nostra solitudine dà vita a quel velo di poesia che ricopre tutte le bellissime storie uscite dal pennino della Urushibara. Storie che sono alla portata di tutti, scritte in un lessico semplice, essenziale, perfino un bambino potrebbe leggerle tutte eppure restano così profonde, così intrise di malinconia e significato che potrebbero essere coinvolgenti a qualsiasi età e comunque offrire degli ottimi spunti di riflessione.
OGGETTIVAMENTE PARLANDO
La prima cosa che si nota prendendo in mano i volumetti di Mushishi sono le splendide copertine acquerellate in carta ruvida, che lasciano già trasparire il tratto dolce e in qualche modo grezzo dell'autrice. Come molti hanno già detto non sembrano molto resistenti ma sono fedeli alle originali e trovo che esaltino le colorazioni utilizzate. La ruvidità inoltre aggiunge una leggera sensazione tattile, sembra quasi di toccare gli splendidi scenari sfumati dagli acquerelli. All'interno dei volumi ci sono alcune pagine colorate con la stessa tecnica e solitamente sono usate per aprire i racconti. Il prezzo è forse leggermente esagerato rispetto al valore dell'edizione ma poco importa, vista la qualità dei contenuti questo Mushishi lo avrei letto volentieri anche sugli involucri delle caramelle.
I disegni sono perfetti per l'opera, volutamente ruvidi ma in grado di rappresentare splendidamente gli scenari naturali che abbondano nelle vignette. Specialmente nel volume pilota si nota molto come l'autrice non sia propriamente navigata ma nell'ottica favolistica dei racconti questa sua caratteristica si rivela un pregio anziché un difetto, le linee grezze e tremolanti ben si sposano con l'atmosfera sognante del fumetto e con gli scenari e le genti umili che lo popolano. Contadini, capanne, fiumi e soprattutto fiori, alberi e panorami. Un immaginario agreste che risulta in disegni semplici ma al contempo molto poetici.
L'autrice è stata abile a gestire i tempi e i dialoghi con una regia asciutta e fantasiosa arricchita da un' impostazione delle vignette che offre varie trovate originali e riuscite. I dialoghi sono delle perle di misura, mai invadenti o eccessivi e mai gratuiti, lasciano spesso spazio al silenzio e ai paesaggi o alle espressioni dei tantissimi personaggi che abbiamo modo di conoscere. I comprimari sono tutti caratterizzati divinamente ed è impressionante quanto la Urushibara riesca a trasmettere su una persona e sui suoi trascorsi con una manciata di pagine. La loro sofferenza, la loro felicità e i loro sentimenti sono sussurrati dai gesti e dagli sguardi, dai loro ricordi visto che sono sempre le immagini stesse a parlare. Ginko poi è a mio parere un personaggio fenomenale, vi lascio il gusto di scoprirlo nei capitoli in cui si indaga il suo passato e le scelte che lo hanno portato a essere il Mushishi gentile.
Gli extra del fumetto non sono esagerati ma molto significativi. Il più delle volte si tratta dei racconti e delle riflessioni che hanno ispirato ogni singola favola ed è molto bello constatare come le idee alla base di ciò che abbiamo letti siano così semplici eppure così profonde.
CONCLUSIONE
Questo fumetto è stato una lettura a dir poco toccante che mi resterà addosso per un bel po', probabilmente per sempre. Lo consiglierei a chiunque sulla faccia della terra ma visto il ritmo disteso e la sua natura episodica mi sento di sconsigliarlo - a malincuore - a tutte le persone che cercano una trama complessa e monolitica e a tutti quelli che mal sopportano più di due vignette con soli sguardi di fila, in Mushishi troverete pagine e pagine senza balloon e l'espressività dei personaggi è spesso tutto quello che c'è da vedere. A tutti gli altri non posso che consigliare di cuore quest'opera, trovatevi un posticino dove sentite bene il silenzio e seguite pure Ginko nel suo favoloso viaggio lontano dai neon e dagli schiamazzi, sulle montagne e sui prati avvolti dagli spiriti della natura. Quando lo saluterete al vostro ritorno avrete voglia di partire ma anche di ritornare.
Devo recuperare assolutamente i volumetti, magari una bella prima serie.
In giro è praticamente introvabile.
E comunque Urasawa è veramente eccezionale. Trovo che i suoi disegni sia letteralmente reali. Le espressioni, i tratti, la gestualità dei personaggi. Fantastico.
Grazie recensori!
Ringrazio il mod che ha giudicato idonea per la pubblicazione tale opera.
Comunque sia è un'opera che risulterà a molti indigesta per via della quantità di nozioni e per via della molta verbosità (Oshii non si smentisce mai). E' per lo più rivolto anche a coloro che vogliono come me approfondire il pensiero dell'autore visto che nel nostro paese c'è ben poco con cui farlo (specialmente a livello di saggistica, c'è solo un libro "Lo Spirito del Guscio").
Compratelo in massa gente, così ci becchiamo anche la guerra canina Russo-Giapponese e approfondiamo ancor di più il pensiero di quest'autore.
Non vi aspettate il capolavoro, perché neanche Oshii in partenza voleva realizzarlo, ma è un manga dove emerge il suo lato "cazzaro".
Ho letto Pluto e Mushihi, però commenterò domani mattina più approfonditamente.
Atom, comunque, ha scritto una grande eresia, l' edizione della Planet è piuttosto oscena.
Il mio primo e unico 10, secondo me se lo merita. È un'opera talmente universale e intensa che non mi sentivo di fare altrimenti. Ancora oggi non sarei in grado di trovare un difetto, personalmente.
Pluto l'ho letto e mi piaciuto assai, anche se forse fra i manga di Urasawa è quello che mi ha coinvolto un po' meno. Credo perchè in parte lo sentivo vincolato al materiale di partenza, e il che è tutt'altro che un difetto.
Il volume di Oshii sull'era Meiji lo leggerò sicuramente quando recupererò le opere di Oshii (solitamente vado un autore alla volta)
Complimenti agli altri recensori!
Pluto della trinità dei thriller di Urasawa è il peggiore, nel senso che non è una brutta opera, ma mostra il fianco in talune scelte. Il finale è chiuso, ma comunque da la sensazione che manchi qualcosa. Un voto sul 7,5-8 credo mi attesterei.
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