Il 28 settembre è uscito il primo volume di Otoko Juku Gaiden: Kurenai Onna Juku!, manga di Michi Saitou basato su Sakigake! Otoko Juku di Akira Miyashita, che è serializzato su Goraku Egg, rivista online della casa editrice Nihon Bungeisha, da gennaio.
Dal manga anni '80 (attualmente in corso con la sua terza serie su Manga Goraku della Nihon Bungeisha) sono stati tratti numerosi spin off dedicati a questo o a quel personaggio, ma Kurenai Onna Juku è particolare, in quanto non è curato dall'autore originale ed è una sorta di riscrittura "al femminile" della storia.
Trent'anni dopo la Terza Guerra Mondiale, il Giappone soffre ingenti danni da parte della "Bomba degli uomini", una bomba che ha reso impossibilitata a combattere la maggior parte degli uomini giapponesi.
A quanto pare, nemmeno un'arma così temibile è riuscita a danneggiare l'immarcescibile Heihachi Edajima, che ha dunque istituito una scuola femminile dove addestra al combattimento le giovani donne del Giappone.
La protagonista della storia è Momoko Tsurugi, discendente di Momotarou (protagonista della prima serie del manga), ma vi è anche una discendente del rissoso Genji Togashi, Motoko, che condivide con l'eroe della prima serie cicatrice e berretto.
La prima serie di Otoko Juku è stata pubblicata in Italia da Star Comics col titolo Classe di ferro, in un'edizione di lusso che raccoglie in 20 volumoni i 34 originali. Attualmente, il maestro Miyashita è al lavoro sulla terza, Goku! Otoko Juku, e su uno spin off dedicato al personaggio di Omito Date.
Fonte consultata:
Anime News Network
Dal manga anni '80 (attualmente in corso con la sua terza serie su Manga Goraku della Nihon Bungeisha) sono stati tratti numerosi spin off dedicati a questo o a quel personaggio, ma Kurenai Onna Juku è particolare, in quanto non è curato dall'autore originale ed è una sorta di riscrittura "al femminile" della storia.
Trent'anni dopo la Terza Guerra Mondiale, il Giappone soffre ingenti danni da parte della "Bomba degli uomini", una bomba che ha reso impossibilitata a combattere la maggior parte degli uomini giapponesi.
A quanto pare, nemmeno un'arma così temibile è riuscita a danneggiare l'immarcescibile Heihachi Edajima, che ha dunque istituito una scuola femminile dove addestra al combattimento le giovani donne del Giappone.
La protagonista della storia è Momoko Tsurugi, discendente di Momotarou (protagonista della prima serie del manga), ma vi è anche una discendente del rissoso Genji Togashi, Motoko, che condivide con l'eroe della prima serie cicatrice e berretto.
La prima serie di Otoko Juku è stata pubblicata in Italia da Star Comics col titolo Classe di ferro, in un'edizione di lusso che raccoglie in 20 volumoni i 34 originali. Attualmente, il maestro Miyashita è al lavoro sulla terza, Goku! Otoko Juku, e su uno spin off dedicato al personaggio di Omito Date.
Fonte consultata:
Anime News Network
Impossibile conciliare "Otoko Juku" "femminile" e "tratto realistico", avremmo avuto un manga pieno di culturiste, di pochissima attrattiva
Se vuoi un tratto e delle storie più conformi alla prima versione ci sono già i seguiti, prequel e spin off ufficiali firmati dall'autore Akira Miyashita, che hanno una forte continuità di temi, personaggi e disegni col manga originale.
@kotaro
Mi sarei aspettato da te qualche pesante offesa...
Ma quali donne culturiste? Semplicemente le facevano fisicamente come modelle, come quelle disegnate di solito nei grandi manga dal tratto realistico (Tetsuo Hara e Tsukasa Hojo docet) con un tratto curato e particolareggiato.
Basta col moe!
E il manga originale sta là, non viene intaccato da nulla.
che sia una cosa che faccia trend non vuol dire che bisogna diventare tutti un branco di capre e subirci ciò che passa il convento nipponico sempre più svuotato di idee innovative ed originali.
inoltre se proprio devono fare quest'operazione commerciale accontentando i fanatici del girl power (non mi stupirei anche di operazioni ecchi al suo interno visto i tempi che corrono) che almeno utilizzino una grafica consona come ho spiegato nell'ultimo post a kotaro.
Una versione al femminile mi lascia un pò perplesso, di primo acchito; ma pensando alla "demenzialità semiseria" dell'originale, e guardando ad opere più recenti (Kill la Kill, inutile girarci intorno), potrebbe venire fuori qualcosa di paragonabile all'originale.
Ma tanto è inutil pensarci, in Italia lo vedremo col binocolo. Oddio, magari ci scappa una traduzione amatoriale così, en passant; in quel caso, lo leggerei sicuro!
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