Autore dell'articolo (interviste escluse) è Tom Zoth, gestore del blog Hungry Bug Dyner, in cui ha seguito il percorso artistico di questa autrice per circa cinque anni.
La grande eccitazione intorno alla messa in onda di Yuri!!! on Ice rende quasi difficile credere che la regista Sayo Yamamoto sia stata al timone di sole due serie prima d'oggi, ovvero, Michiko e Hatchin, nel 2008, e Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine, del 2012. Ma è stata sempre lei a dirigere alcuni episodi memorabili di Samurai Champloo, Ergo Proxy, Space Dandy, e a prestare a Stocking un paio dei suoi caratteristici occhiali da sole.
coinvolgimento nella serie?
Dopo aver stabilito un proprio filone di eroine, sexy, autoritarie, che non temono di sporcarsi le mani, l'annuncio della sua nuova serie, intitolata Yuri!!! on Ice avrà generato un po' di confusione. Yuri (ユリ) sul ghiaccio? Che razza di strambi contenuti spinti avremmo dovuto aspettarci? Ma a scanso di equivoci, quei katakana recitano Yūri (ユーリ), a intendere il nome di persona che i due protagonisti maschili dell'anime hanno in comune. In un certo senso, una considerevole deviazione rispetto a ciò a cui la Yamamoto ci aveva abituati; ma d’altro canto, la spontanea evoluzione di un’autrice che non ha paura di sperimentare nuovi stili.
Sayo Yamamoto subentra nel mondo degli anime durante i suoi studi all’Università di Arte e Design di Tokyo, dove scopre di essere interessata molto più all’animazione che alle altre discipline. Come progetto studentesco realizza un filmato animato sui samurai, ispirandosi al leggendario Toshirō Mifune, attore chiave in numerosi film di Akira Kurosawa. Debutta nell’industria presso lo studio Madhouse, lavorando al design scenico per la serie TV X/1999 di Yoshiaki Kawajiri, ma è Takeshi Koike ad affidarle un primo incarico importante in cui gettarsi a capofitto: quello di storyboarder per la mini-serie Trava: The First Planet del 2003, sorta di prototipo-prequel del futuro Redline.
Lo stesso anno entra nello staff di Texhnolyze - per la regia di Hiroshi Hamasaki -, dove si occupa parzialmente della direzione episodica e degli storyboard, e dove, soprattutto, dirige la sua prima sigla, quella di chiusura. L’evoluzione artistica della Yamamoto è visibile in particolar modo proprio nelle sigle che ha diretto, e il simbolismo floreale della ending di Texhnolyze ricompare nelle sequenze eseguite per Gokusen (2004), Rozen Maiden: Traumend (2005), e Hanamaru Youchien (2010), per non parlare di Fujiko Mine (2012).
La successiva grande occasione si presenta nel 2004, quando viene invitata a partecipare al nuovo progetto televisivo di Shin'ichirō Watanabe dopo Cowboy Bebop, Samurai Champloo. Come da lei stessa dichiarato, l'impennata nella sua carriera avviene principalmente proprio per merito di Watanabe, ed è grazie a Champloo che si trova a collaborare per la prima volta con lo sceneggiatore Dai Satō, insieme al quale lavorerà ancora su Ergo Proxy e Lupin III. Nell'originaria collaborazione vediamo già emergere i temi che la Yamamoto esplorerà ulteriormente in Michiko e Fujiko. In particolare, il ruolo delle donne e dell'arte nella società, e sovente le circostanze in cui le due si allacciano.
In Orecchie da mercante, il quinto episodio di Samurai Champloo (per l'appunto diretto da Yamamoto e scritto da Satō), delle giovani donne si offrono come modelle per stampe ukiyo-e, finendo coinvolte loro malgrado nelle mire di trafficanti umani. Nella puntata 11, Angelo Caduto, un cavalleresco Jin s'innamora di una donna che è stata venduta alla prostituzione e che si trova ora a fronteggiare i sentimenti contrastanti che tale situazione ha generato nell'uomo. Il duetto Yamamoto-Satō prosegue nell'episodio 18, La via delle lettere e delle arti marziali, dove varie gang di teppisti si scontrano in una sfida a colpi di graffiti: da notare le scene in cui Mugen si cimenta nell'apprendimento della lettura, a dimostrazione della duttilità di un'autrice che si trova a suo agio sia nel gestire momenti comici, sia nel trattare questioni più serie.
Durante la produzione di Champloo, il presidente dello studio Manglobe le offre la possibilità di dirigere una serie animata, concedendole libera scelta riguardo il soggetto. Assorbita nella lavorazione di Champloo, per una manciata di anni mette da parte la proposta, finché non compie un viaggio in Brasile con alcune amiche: da questa esperienza trarrà ispirazione, ovviamente, per Michiko e Hatchin, suo debutto alla regia generale di una serie. L'anime segue la tumultuosa Michiko Malandro, scappata di galera, insieme alla piccola orfana Hana Morenos, nella ricerca del padre di ques'ultima. Lungo il tragitto dovranno fare i conti con la legge ma anche con molti uomini pericolosi. Alla sua presentazione, la regista afferma di aver voluto creare un prodotto dedicato specialmente ad un pubblico di donne: «Dato che va in onda a tarda notte, mi piacerebbe che le impiegate, una volta tornate a casa, stanche da lavoro, si godessero la visione bevendosi una birra»
Michiko e Hatchin è un titolo singolare per una serie di motivi: la scelta di attrici cinematografiche (Yōko Maki e Suzuka Ōgo), invece che di doppiatrici professioniste, per i ruoli principali; il fatto che la storia sia ambientata interamente al di fuori del Giappone; la presenza predominante di personaggi di colore; l'affidamento della colonna sonora al musicista brasiliano Alexandre Kassin, piuttosto che a dei rinomati artisti pop giapponesi. Malgrado la trasmissione americana nel blocco Toonami (non dimentichiamo la parentesi italiana nell'MTV Anime Night), l'opera rimane tutt'oggi ingiustamente inosservata, ma basti pensare che molto raramente negli anime si è riscontrata una simile trattazione di argomenti come la povertà, la condizione femminile e la maternità.
Dopo il capitolo Michiko e Hatchin, la Yamamoto si tiene occupata, oltre che nei lavori di storyboarding e di regia per singoli episodi, nella realizzazione di nuove sigle, spesso riprendendo lo stile pop art della intro di Michiko - vedasi in Arakawa Under the Bridge (2010) e Sacred Seven (2011).
Il concepimento de Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine è grossomodo simile a quello di Michiko e Hatchin. La Yamamoto viene interpellata dal produttore Yu Kiyozono, che le lascia piena libertà creativa. La scelta del soggetto ricade su Lupin, con l'intenzione di narrare le origini dell'incontro tra i vari personaggi, facendo di Fujiko il fulcro della serie. Decide inoltre di collaborare ancora con Takeshi Koike e Dai Satō, e di invitare la sceneggiatrice Mari Okada, con la quale confessa di aver sempre voluto lavorare.
Presentatasi, sin già dalla opening, in una veste sensualmente audace, L'opera persegue il non facile scopo di rendere Fujiko, una figura maliziosa, dispettosa e traditrice, l'eroina della storia. E ciò avviene tramite il ribaltamento dei ruoli femminili tradizionali della narrativa gotica. Ne è particolarmente esemplificativo il nono episodio, Amore avvolto nel fumo, in cui Fujiko è intenzionata ad uccidere una ragazza offerta clandestinamente all'asta come un dipinto umano, incarnazione fisica della donna come arte.
S.Yamamoto - Intendi come personaggio? Bella domanda, me lo chiedono spesso. Essendo cresciuta guardando la serie originale di Lupin, quando vedevo Fujiko attendevo sempre con trepidazione il momento in cui si sarebbe spogliata.
Da allora, Sayo Yamamoto continua ad affinare e mettere a punto, di volta in volta, le sue ossessioni artistiche, elaborando ancora alcune opening ed ending memorabili per Psycho-Pass (2012), L'attacco dei giganti (2013) e Shingeki no Bahamut (2014), stavolta sulla scia dello stile "bozzettato" già visto nella intro di Fujiko e in una scena da lei storyboardata in Evangelion 2.0 (2009).
Dunque, come si è passati dalla radicale sensualità di Fujiko Mine, alla disinvolta, elegante, latente tensione omoerotica di Yuri!!! On Ice? Questo mutamento si può avvertire concretamente nel corso di Space Dandy, che attribuisce a lei la direzione di due episodi, la sequenza di chiusura, ed il videoclip per il brano Viva Namida di Yasayuki Okamura. Quest'ultimo esibisce uno stile grafico pop che ricorda parecchio quello adottato nelle opening di Arakawa Under the Bridge.
Il suo primo episodio di Space Dandy, Alla ricerca del ramen spaziale delle illusioni, baby, contiene proprio ciò che ci si aspetterebbe da chi ha diretto Fujiko: a ruota libera eros, layout appariscenti, Scarlet che ignora le avance di Dandy per poi mettere al tappeto una stanza piena di soldati, shading stilizzato, coloratissima pop art.
Ma è al suo secondo appuntamento che s’intravedono le radici di Yuri!!! On Ice. Si tratta della puntata 20, Rock ‘n’ Roll Dandy, che vede anche l’apporto di Atsushi Kamijo con un chara design dal taglio bishonen (egli tornerà al fianco della Yamamoto per il suo corto dell’Animator Expo). Da evidenziare la palette fredda, lo schema cromatico “slavato”, e il focus sul rapporto bromance tra le nostre due rockstar.
Da qui al cortometraggio Endless Night il passo è breve: ritornano le tonalità bluastre, e i ragazzi carini di Kamijo.
Qualche ultimo ritocco alla formula di Yuri!!! On Ice, lo troviamo anche nel suo video introduttivo per il videogioco Persona 5.
Come già detto, è soprattutto il suo operato in fatto di video brevi come opening ed ending, a fare di Sayo Yamamoto una dei registi più gratificanti da seguire. Pur avendo all'attivo poche serie dirette, come storyboarder ha messo mano a qualsiasi genere di opera, ed ha apposto la sua firma su innumerevoli sigle. Osservando i suoi lavori si può intuire dov'è che ha sperimentato, quali siano i suoi temi e leitmotiv preferiti, in che maniera si stia evolvendo. Prendiamo ad esempio l'effetto carboncino applicato alla sensazionale opening di Lupin III: è nell'episodio 16 di Eureka Seven che se ne serve per la prima volta, per raffigurare un sogno.
S.Yamamoto - In verità sono molto lenta. Le ore di lavoro dipendono da quanto tempo impiego a finirlo, perciò spesso devo fare gli straordinari. A volte mi capita di non poter neanche fare il viaggio di ritorno a casa.
- Creare lo storyboard per una opening/ending implica delle difficoltà esclusive, rispetto ad un normale episodio?
S.Yamamoto - Entrambi i casi comportano delle difficoltà proprie. Per quanto riguarda le sigle, è fondamentale che il loro aspetto visivo abbia qualcosa che catturi l'attenzione. Lo trovo uno dei traguardi più ardui.
In conclusione, cosa ci riserva Yuri!!! On Ice? Sayo Yamamoto ha dichiarato di sentirsi molto portata in ambito comico ed erotico, e non si può certo dire che non lo stia dando a vedere. Ha sempre avuto un debole per le ampie panoramiche che vedono i personaggi spostarsi dagli angoli verso il centro dello schermo, oppure sbucare dall'inquadratura per poi allontanarsi sullo sfondo, e in tal proposito i pattinatori sono un soggetto perfetto da riprodurre in animazione. L’estrema leggiadra di queste figure consente alla regista di farle volteggiare a suo piacimento in qualsiasi punto dello schermo. A parte ciò, comunque, è la sua prima serie a tema sportivo, la prima di cui ha curato anche la scrittura, e la prima in cui i personaggi femminili sono chiaramente in secondo piano.
Anche lo staff che la accompagna è differente dal solito: nessun Dai Satō, Hiroshi Shimizu o Shin'ichirō Watanabe; sia il concept che il chara design originali sono stati ideati insieme alla fumettista Mitsurō Kubo, il cui manga più recente, intitolato Again!! è incentrato sugli ōendan (squadre di cheerleader); il chara riadattato per l’animazione porta la firma di Tadashi Hiramatsu, che ha avuto il medesimo compito nel recente Kiseijū. Hiramatsu è un veterano dell’industria, avendo preso parte a diversi progetti di spicco (Akira, FLCL, Diebuster, Gurren Lagann, KareKano, per citarne alcuni), e il suo contributo come direttore delle animazioni darà senz’altro una marcia in più.
Detto questo, siamo ansiosi di scoprire come la crescita artistica della Yamamoto proseguirà, in che misura proverà a sperimentare, e fino a che punto farà sviluppare lo stilema narrativo del ritorno sulle scene tipico del genere spokon.
Fonti consultate:
Crunchyroll.com
fandompost.com
liheliso.org
Mi sono segnata anche un paio di titoli che non conoscevo, primo fra tutti Michiko e Hatchin.
Grazie.
Brava, non te ne pentirai
Io la seguo da quando uscì La donna chiamata Fujiko Mine, rimasi affascinato di fronte alla ricercatezza artistica dell'opera (già giunta alla maturità), e a seguito di ciò ho approfondito l'enorme - ma spesso oscuro - lavoro che ha svolto su sigle ed episodi singoli. La Yamamoto fondamentalmente è un'esteta dotata di un grande talento registico, e trovo che dia il meglio di sé proprio su produzioni che le permettano di far risplendere il proprio stile senza compromessi - come può essere appunto una sigla o un corto.
E l'ennesimo grazie a 'sto punto va a Takeshi Koike per averla scoperta, cosa che non sapevo
Dato che ti piace Mitchiko e Hatchin, ti sei indignato nella stessa maniera per il bacio esplico tra due donne che c'è in un episodio?
Devo dire di aver apprezzato anche molti dei suoi lavori sulle sigle (alcune non sapevo che fossero sue, ma col senno di poi devo ammettere che in effetti era il suo stile).
Ha ragione da vendere nel dire che "è fondamentale che il loro aspetto visivo abbia qualcosa che catturi l'attenzione. Lo trovo uno dei traguardi più ardui."
E lei ha sempre fatto un buon lavoro.
Trovo piuttosto ironico (e decisamente triste) che la parte emotivamente più importante dell'ultimo episodio fosse quella centrale (dove Yuri era sopraffatto dall'ansia, e la sua reazione è stata molto intensa e verosimile) e poi alla fine vengono ricordati solo quei 10 secondi sul finale (dove non succede quasi nulla di che, a parte un certo velo di ambiguità).
Purtroppo in giro per la rete si parla solo di quello, mentre le parti importanti dello show erano altre.
Poi per carità sono la prima che spera che sviluppino una relazione seria tra Yuri e Victor (cosa questa che resta a prescindere un'utopia in quanto non è l'oggetto principale della trama). Ma ciò che voglio sottolineare è che, dimenticando per un momento il fanservice pro-fujoshi, sono felicissima che stiano facendo uno spokon serio su uno sport che amo tantissimo (come non ricordare i pomeriggi su TeleMontecarlo a seguire i mondiali in particolare con Midori Ito).
In quanto alla Yamamoto Mitchiko e Hatchin dovrei rivederlo perché lo ricordo ben poco (vidi solo la prima tv su MTV) ma sinceramente non mi entusiasmò granché nonostante le tematiche adulte (temo perché non riuscivo a familiarizzare con le due protagoniste). Discorso diverso per Mine Fujiko che mi è piaciuto sia artisticamente che per il tono adulto/dark.
All'epoca vidi Michiko e Hatchin e pur non essendo per niente il mio genere, ne ho un bel ricordo. Interessante questa cosa di lei che ama le inquadrature ampie e panoramiche dal fondo al centro e viceversa, in effetti un anime sul pattinaggio non può che farla gongolare da questo punto di vista ^^
Una volta tanto un titolo si mantiene sul difficile binario di accontentare un po' tutti, invece di prendersela perchè " e' mainstream...piace alle fuggiocose (come le chiamate voi io nn me lo ricordo mai) " divertiamoci e chiudiamo un occhio davanti allo svizzero che viene sul ghiaccio o ai due protagonisti che eccedono in diverse parti.
Davvero ricco di spunti (e fonti ) che mi andrò a spulciare in un secondo momento, su una Yamamoto che ammetto mi è sempre risultata difficile da inquadrare, pur incontrandola ricorrentemente negli staff di numerose produzioni (e adesso corro a recuperare il sin troppo rimandato Michiko e Hatchin, che dalla descrizione fornita è assolutamente pane per i miei denti).
Passando a Yuri on Ice, ammetto di nutrire anche io qualche perplessità a riguardo. Non c'entra nè la "tensione omoerotica" (che sto trovando coinvolgente, e la cui evoluzione è uno dei punti di forza dell'anime), nè la qualità talvolta altalenante dell'animazione (sulla quale posso tranquillamente soprassedere).
Probabilmente, dovessi puntare il dito, non mi convince la caratterizzazione eccessivamente grottesca e/o caricaturale di alcuni personaggi secondari (gli altri pattinatori, nello specifico), e la gestione dei tempi in alcuni episodi.
Detto questo, rimane un gran bell'anime, e se è vero che si tratta di una serie Acchiappa-Fujoshi (rientra perfettamente nella categoria), è anche vero che sta pescando ben al di fuori del proprio target di riferimento, come mi pare testimoni la sua popolarità, e per meriti oggettivi (tra i quali una opening che è finita dritta dritta nella top ten delle mie preferite di sempre... seriamente, potrei guardarla in loop per ore senza stancarmi...)
Mi dispiace che tu in giro abbia visto solo quello, ti assicuro che di belle analisi sulla parte del crollo di Yuuri ce ne sono in giro, ne ho letta più di una (e senza andarle a cercare per mari e per monti, segno che non sono così di nicchia neanche fra il pubblico femminile, anzi). Figurati che per me la parte più emotiva ed importante è stato il monologo di Yuuri durante l'esibizione, dove critica Victor e si mette in gioco lasciando uscire il suo vero io dopo lo sfogo...
Detto questo, anche quegli ultimi 10 secondi sono tutt'altro che trascurabili, proprio perchè confermano la tendenza della regista ad approcciarsi a temi 'complessi' in un modo originale e fuori dai generi specifici con cui l'anime è etichettato (la "tensione omoerotica" non è per niente implicita o ambigua, al contrario di altri spokon che puntano sulla fantasia delle fujoshi - mettetelo a confronto con Free!, per citarne uno -, ma allo stesso tempo è ben lontana da quella 'eccessiva'/idealizzata/improvvisa di molti manga BL o yaoi). Alla fine questo omoerotismo altro non è che una parte dello stesso erotismo che la stessa Yamamoto ha fatto suo cavallo di battaglia; il tutto senza tralasciare lo sport e i personaggi: Yuuri su tutti è incredibilmente ben scritto, molto realistico, pieno di difetti, pregi e contraddizioni, molto umano. Personalmente lo trovo un approccio 'paritario' e complesso che mi aspetterei più da un libro o da una serie TV, quindi mi fa davvero molto piacere vederlo in un anime.
Dal punto di vista stilistico penso che la mano allenata alle OP/ED della Yamamoto si sia vista molto bene durante l'esibizione del pattinatore cinese... sembrava davvero qualcosa degno di una OP, magnifica l'atmosfera e i contrasti. Non sapevo fosse sua la ED dei Giganti, artisticamente è una delle mie preferite
Bellissimo profilo e articolo comunque! Non sono brava a seguire lo staff tecnico negli anime, ma la Yamamoto sembra davvero una donna intelligente, come ho scritto sopra ha un approccio al prodotto che trovo molto interessante. Ricordo di avere seguito Michiko e Hatchin a pezzi e bocconi ai tempi di MTV, dovrei riguardarmelo ora per poterlo apprezzare davvero ^^; Spero comunque continui così, ha un'originalità personale che di sicuro può dare ancora tantissimo.
Non mi sono indignato, ovviamente, così come non mi sono indignato con Yuri. Visto che sono stato subito equivocato, è bene che metta in chiaro una cosa: non ho assolutamente nulla contro l'argomento omosessualità, anzi; il problema è come la cosa viene trattata.
Già prima della messa in onda avevo più di un sentore che la serie sarebbe andata a parare sul discorso gay (altrimenti perché scegliere proprio il pattinaggio artistico come sport?) e vista la regista, ero molto interessato a vedere come avrebbe affrontato la questione.
Tuttavia, come per tutte le storie che hanno a che fare con la sfera affettiva e amorosa, da parte dell'autore è richiesta una dose di delicatezza e sensibilità ben superiore alla norma, altrimenti è molto facile cadere nel ridicolo o nello stereotipo.
Ed è qui che casca l'asino. È inutile girarci attorno, Yuri on Ice tratta il tema dell'amore tra due uomini senza la minima grazia, nel modo più palese, sfacciato e... beh, da yaoi immaginabile. Basta osservare la scena del primo incontro tra i due amanti per capirlo. Un autore più dignitoso e onesto avrebbe reso la cosa in modo ben più delicato; che ne so, un dialogo ambiguo, un incrocio di sguardi, una gestualità appena accennata, almeno all'inizio.
Come lo rende yuri on ice? Così:
Il deuteragonista mette immediatamente in mostra la mercanzia al protagonista (e alle avide spettatrici), e in tre secondi capisci subito senza alcuna ambiguità che Victor è il "seme" che punta dritto dritto al culetto dell'"uke" Yuri. E questo non è fanservice acchiappa-fujoshi per voi? Suvvia, siate sincere.
E il problema è che questa banalità non è frutto dell'inesperienza di Sayo Yamamoto; ha già ampiamente dimostrato di saper trattare l'argomento amoroso con tutte le accortezze del caso in Michiko & Hatchin (specialmente l'episodio 7) quindi il taglio pruriginoso di Yuri on Ice è senza ombra di dubbio una sua scelta consapevole, al fine di attirare una certa fett(on)a di pubblico femminile e nient'altro.
Sayo Yamamoto sa perfettamente cosa sta facendo, e perché lo sta facendo; e visto l'enorme successo che sta riscuotendo l'anime (Si parla di prenotazioni di dvd tipo il doppio di UtaPri, non so se rendo l'idea) evidentemente ha ragione. Ma è indubbio che per ottenere tutto questo abbia venduto una buona parte della propria anima artistica al dio denaro. Non c'è niente di male, eh, ma mi aspettavo di più da una Autrice con la A maiuscola come lei.
P.s. prima di rispondermi che l'omosessualità è solo secondaria e il fulcro è lo sport... siate serie, dai. Non ci credete neanche voi
Su questo non sono del tutto d'accordo. La parte sportiva è buona, e ha ancora margini di crescita.
Posso invece essere più d'accordo sul fatto che lo sport qui viene trattato con una certa componente prevalentemente estetica (il fulcro negli ultimi ep era tutto sulle esibizioni, mentre non c'era molto riguardo alla "preparazione", che è elemento tipico degli spokon).
Ma se fosse davvero un anime da 13 episodi, purtroppo li ci sarebbe poco da fare.
Qui invece sono decisamente più d'accordo, visto che la platealità di Viktor è troppo teatrale per essere "vera". Quest'anime non vuole trattare l'omosessualità in se (e anzi, non mi sorprenderebbe se fra i due pg non succedesse mai nulla di importante).
Quindi è piuttosto ovvio che tali scelte siano state perpetrate per intercettare una ben precisa fetta di pubblico.
Però, come ha scritto Metal nell'articolo, a questo giro lavora con collaboratori diversi. Un anime è un progetto corale, e la Yamamoto non è ancora una personalità così affermata da poter influenzare l'intero andamento di un progetto con la sua sola presenza (come invece potrebbero farlo nomi come Watanabe e il compianto Kon)
Beh, ma qui si è occupata di regia. sceneggiatura, soggetto (insieme a Mitsuro Kubo) e composizione della serie... è indubbiamente l'anime più "suo" tra tutti quelli che ha diretto finora.
Quello è vero. Probabilmente ha ricevuto pressioni dalla produzione per avere qualcosa di "vendibile" (ed è evidente che, visto l'aumento di reverse-harem e spokon più o meno ambigui, volessero puntare a un determinato settore in espansione).
A me poi non sembra che tutti i teatrini fra i due personaggi fossero dichiaratemene creati per mirare ai fan dello yaoi, visto che alcuni di essi (specialmente quelli col deformed o simili) avevano più un accento verso un certo tipo di comicità (che hai già detto di non apprezzare molto).
Ma è indubbio che in altre parti abbia volutamente calato la mano.
Poi io non trovo che sia un difetto l'aver abbracciato un progetto volto a un obiettivo ambizioso dal punto di vista economico (specialmente se questo le aprirà porte in futuro), e per ora trovo che l'opera sia ancora soddisfacente. Però è anche vero che, molto probabilmente, senza alcuni exploit del genere avremmo un prodotto superiore a quello che ci troviamo di fronte.
Qui non sono del tutto d'accordo io invece eheh
A me più che altro sembra che Victor sia uno di quei personaggi appunto alla Fujiko, sicuro di sé, ben conscio della sua sensualità e dell'effetto che ha sugli altri. Se la sua platealità è troppo eccessiva, come dovrebbe essere quella di Fujiko?? Oppure per lei questo discorso non vale perché è donna? Ecco, mi sembra che invece Yuri on Ice si concentri sul potere della sensualità come espressione di sé a prescindere dal genere - come ben sottolineano sia Victor che Yuuri con il discorso del costume, o come mostrano (in modo ben più ridicolo, questo sì) Georgi ed ex-fidanzata o, soprattutto, Christophe (...che spero la smetta al più presto, sta diventando un po' troppo D:). Non a caso Yuuri si esibisce su 'Eros', e sempre non a caso lo fa avendo ben in mente il potere della sua sensualità 'più femminile'. Mi sembra che questo aspetto possa essere del tutto in linea con i leitmotiv dei lavori precedenti.
Ma infatti non è secondaria, al contrario! Il bello è che si tratta di una serie che riesce a trattare l'una senza escludere l'altro e viceversa, come invece succede nella maggior parte degli spokon da una parte e dei BL/yaoi dall'altra. Ad esempio, se come suggerivo lo confrontiamo con Free!, dove la parte di sport e MOLTO in secondo piano rispetto all'aspetto fanservice/bromance senza nessuna intenzione di creare qualcosa di concreto... beh, YOI è un prodotto totalmente diverso e ben più complesso.
Per il resto quoto Sailortenshi, perciò mi fermo.
A me personalmente ha dato più fastidio il fanservice gratuito di Hibike! Euphonium o il miele delle orsacchiotte lesbiche che tutte le chiappe al vento di questa serie. Se c'è contenuto ci può pure essere apparenza.
Fujiko è una ladra che usa il suo fascino come arma. È logica la nudità ed il suo essere provocante e andare a letto con questo e quello è in linea con il personaggio. A cosa serve invece tutto l'omo erotismo in un anime sportivo quando questo non è il fulcro dell'opera? Avrei capito se questo fosse stato un anime che seriamente mette la relazione in primo piano ma no, è solo mero fanservice completamente inutile al fine dell'anime se non quello di attirare le ragazzine come api sul miele.
Vero che è tutto sommato coerente al suo ruolo, ma non mi pare un personaggio così ben caratterizzato.
Alla fine, per stare il più possibile sul generale, si sa solo che è un tipo espansivo ed estroverso, e che (molto probabilmente) voleva sperimentare un nuovo rapporto con lo sport che praticava.
Però, se paragonato a Yuri, sbiadisce al confronto.
Questo ovviamente non esclude che in futuro la sua personalità verrà indagata con la giusta perizia (anzi... spero vivamente che sia così, perché sarebbe una mancanza notevole non approfondire).
Spero che non ci si limiti al "è straniero" per giustificare il suo modo di essere, perché sarebbe troppo una trivialità da stereotipo giapponese.
Serve perché YOI non è un mero anime sportivo, ma la storia della crescita di Yuri come persona. Una crescita che si riflette in campo artistico, sportivo, e anche nella sfera personale. Una persona non è solo lavoro o solo amore, può essere benissimo le due cose assieme. Non vedo perché una storia DEVE per forza incentrarsi su un solo aspetto e ignorare tutto il resto. Sarebbe come a dire che Evangelion doveva focalizzarsi solo sulle battaglie con i mecha e ignorare tutto il lato psicologico della crescita di Shinji perché, ohibò, "nei generi c'è scritto che è un mecha!!!". E potrei fare tanti altri esempi del genere...
Personalmente, come hanno già detto altri utenti, non mi sembra proprio che la relazione tra Victor e Yuri sia semplice fanservice. Ho sperato in qualcosa di più serio sin dai primi episodi e penso che l'ultimo uscito abbia confermato la mia idea. Non per gli ultimi dieci secondi, ma neanche solo per la parte centrale. Direi una somma del tutto, mi è sembrato un vero è proprio crescendo di emozioni che si è liberato nel momento in cui Yuri inizia a pattinare, poi non so, è un mio parere.
Non nego che un po' di perplessità me l'hanno lasciata alcuni atteggiamenti (lo svizzero è un filino esagerato xD), ma niente ha minato, secondo me, la qualità del tutto.
Poi sarà anche presto per parlare, la serie non è conclusa, ma non mi sembra che lo scopo di quelli "ammiccamenti" sia il accattivarsi il pubblico delle fujoshi (che poi lo faccia è un altro discorso, ma dove ci sono due protagonisti maschili, lì ci sono pure loro, sempre e comunque).
In ogni caso, visto che sto apprezzando "Yuri!! On Ice", penso che mi recupererò anche "Michiko e Hitachin" che non conoscevo.
esatto, a me da più fastidio lo yuri mascherato della seconda stagione di Eufonio ma lì è tutto più accettato perchè sono ragazze.
Purtroppo la seconda stagione di Euphonium ha problemi ben peggiori dello yuri mascherato
(che peraltro c'è davvero)
Wow complimenti davvero per questo commento >_>
Senza quotare tutto il tuo post, te ne intendi qualcosa di pattinaggio artistico? No, perché mi stai dicendo che questo non è un anime sportivo... e io ti rispondo che è talmente tecnico nella terminologia e nella rappresentazione dello sport, che se uno non conosce le basi, non ci può capire molto, neanche con i piccoli accenni che il protagonista fa in ogni episodio.
Detto questo, definirlo uno sport "da gay" denota quanto tu sia ignorante...
perché ovviamente esistono gli sport per gay e gli sport per etero (se non si capisce sto facendo del sarcasmo).
Che non ti piaccia il genere lo capisco, che tu preferisca altri lavori della mastra Yamamoto anche, ma che tu venga a dirmi che questo non è un anime sportivo, solo perché di pattinaggio non ne capisci un "H", proprio no.
Ti consiglio di andarti a leggere questo articolo
http://europe.newsweek.com/frozen-closet-245138?rm=eu
E questa analisi di un fan, sul perché questa serie piace
http://soomin-e.tumblr.com/post/153393888155/why-i-love-yuri-on-ice
Sono in inglese
...che poi, se si parla di fan service fuori luogo, a malincuore, devo ammettere che i momenti peggiori personalmente li ho riscontrati in Flip Flappers...
verissimo magari fosse solo quello...
cmq poi mi rendo conto che certe cose giustamente a me non piacciono perchè sono un maschio adulto ed europeo per giunta. Alla fine bisogna vedere il target per cui è stata commissionata l'opera e lì si vede come ognuno la tratta cercando comunque di metterci del suo.
In Yuri già a partire dalla Opening vediamo la mano della regista secondo me.
Sicuramente in futuro la vedremo di nuovo anche in opere piu' impegnate e destinate ad un fruitore più adulto.
D'altronde se certi registi si buttano sul crowfunding è proprii per cercare di realizzare le loro idee lontane dai vincoli di chi ti paga per avere un determinato prodotto
buono a sapersi, così me la salto e resto con il buon ricordo della prima stagione (come Free! del resto). Il resto l'ha detto *Tati* al posto mio.
Tornando IT: della Yamamoto credo di aver visto solo Fujiko Mine, che non mi era piaciuto per demeriti della sceneggiatrice (Mari Okada, una che non riesce a scrivere un personaggio con una psicologia credibile neanche bendata e con la mano sinistra). Credo che il meglio riesca a darlo negli storyboard delle Op/ed, infatti quelle di shingeki e Fujiko hanno una ricercatezza artistica rara. Notare che ha messo il pattinaggio artistico anche nella opening di Persona 5, le deve piacere assai XD
E Endless Night è bellissimo in tal senso. Sì la maestra Yamamoto è una grande fan del pattinaggio artistico, quando può va a vedersi le competizioni.
Il vero video inizia ai min 1:19
Un grazie anche a M3tal che ha adocchiato questo articolo e ne ha curato la traduzione.
Sto adorando Yuri on Ice; è da pochissimo che ho iniziato a vedere anime sportivi e questo mi sta emozionando tantissimo. Le sequenze di pattinaggio le guardo due volte: la prima cerco di captare quel che posso, concentrandomi sui sottotitoli, la seconda guardo solo le immagini. Il fatto che non si sia affrontato il discorso delle esibizioni in coppia mi fa sperare in una seconda stagione, anche se... essendo basato sulla crescita personale del protagonista, ci starebbe bene che si concluda con questa sola.
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