Tra i molti mangaka ospiti al Japan Expo si trovava un personaggio abbastanza noto: Kouta Hirano, conosciuto a livello internazionale per il suo manga Hellsing, ma anche per il più recente Drifters, del quale è stato presentato l'adattamento anime, andato in onda per la prima volta ad ottobre.
Anche se è rimasto per poco tempo al salone, l'artista ha concesso alcune sessioni di autografi, in cui ha cercato di accontentare i suoi fan facendo dei disegni e offrendo dei piccoli regali a ognuno di loro, al punto che le sue presentazioni sono finite per durare più del previsto!
Secondo la stampa Hirano è stato gentile e disponibile, e ha risposto con un sorriso a tutte le domande. Eccovi un resoconto dell'intervista fatta da Manga-news.
Signor Kouta Hirano, grazie per aver accettato di essere intervistato. Un elemento ben presente sia in Hellsing che in Drifters e che colpisce i lettori è il fatto che voi siate interamente libero e che possiate fare ciò che volete. Com' è arrivato a questa libertà di espressione? In quanto artista, crede le sia fondamentale questa libertà?
Io creo a seconda dei miei desideri, delle mie idee, esattamente come voglio. Non seguo alcuna regola e lascio libera la mia immaginazione senza limitarmi o scoraggiarmi.
Il suo editore non le pone dei limiti?
(Hirano sembra molto divertito da questa domanda): la mia casa editrice, Shounen Gahosha, è una delle poche in Giappone a dare molta libertà agli autori.
Non mi hanno mai posto limiti e penso che sia lo stesso per gli altri autori, soprattutto per una rivista sulla quale le mie serie vengono pubblicate a puntate (N.d.R.: la rivista Young King Ours alla quale dobbiamo, fra gli altri titoli, Sun-Ken Rock, Samidare, Kiss my ass, Excel saga, ...). Per un mangaka come me che ha un universo così... atipico, è qualcosa di veramente importante.
Penso che la maggior parte delle altre case editrici non agisca allo stesso modo e gestisca le cose in maniera differente. Secondo me, se andassi a dire a un'altra casa editrice che creerò un manga dove alcuni nazisti fanno esplodere Londra, l'idea non sarebbe ben accetta (ride).
Sia Hellsing che Drifters contengono parecchi riferimenti e personaggi storici, ma soprattutto riferimenti mitologici e degli accenni alla cultura pop (che siano manga, opere d'animazione, ...). Quindi si percepisce anche una grande cultura dentro questi due manga dai toni forti. Come ci siete riuscito?
Ullallà, questo è complicato (ride). Non mi considero una persona così acculturata, sono semplicemente un otaku! Tutti questi riferimenti provengono da ciò che vedo e leggo per passione. E comunque non
faccio alcuna ricerca specifica.
Hellsing, il vostro primo successo mondiale, sembrava all'inizio una storia breve dal nome di "La leggenda del cacciatore di vampiri"con una tendenza erotica. Cosa vi ha spinto a riprendere in mano le basi di questa storia per creare il manga di successo che tutti conosciamo?
Si legge ovunque che il nome originale era "La leggenda del cacciatore di vampiri", ma si tratta di un errore, il titolo era già Hellsing.
È vero che moltissime persone considerano questa storia come appartenente al genere erotico/hentai, ma la mia intenzione non era quella di creare un manga di questo genere, volevo solo creare una storia d'azione un po' osé. In seguito mi sono detto "perché non togliere il lato osé e continuare a mostrare questo strano universo concentrandosi di più sull'azione?" Ed ecco com'è nata la serie di Hellsing.
Bisogna dire che agli esordi di Hellsing, in vista di quest'universo atipico, si è voluta testare la reazione dei lettori, ed è per questo che l'inizio della serie può sembrare un po' confuso. In seguito alla reazione per la maggior parte positiva del pubblico Hellsing divenne una vera e propria serie.
Tutto questo per dire che, a proposito del considerare questa storia come appartenente al genere erotico/hentai, non era assolutamente mia intenzione creare un manga di questo genere. Per via di questo considero la serie un po' disastrosa.
Inoltre quando si parla di hentai in Giappone si scivola molto nel grado di perversità.
Come vi è venuta l'idea così divertente di Drifters? O semplicemente vi piace coinvolgere personaggi storici e creature fantasy che combattono l'uno contro l'altro?
Mi ha ispirato molto l'opera Sengoku Jieitai. In origine era un romanzo di Ryou Hanmura, che in seguito divenne un film e un manga. Sono queste due versioni che mi hanno dato l'idea per l'universo di Drifters.
(N.d.R.: il film è conosciuto in Italia col titolo G.I. Samurai, realizzato nel 1979 ed ha come protagonista Sonny Chiba. Il film ha avuto un seguito, Samurai Commando: mission 1549. (entrambi i manga sono inediti in Italia).
Fra tutti i manga, quali sono gli autori o i titoli che vi sono piaciuti maggiormente?
Senza dubbio Akira di Katsuhiro Otomo, che venero come se fosse una religione. Anche L'Immortale di Hiroaki Samura mi è piaciuto davvero molto.
C'è anche un altro manga in corso di pubblicazione del quale non perderò nemmeno un capitolo: Hyouge Mono di Yoshihiro Yamada (manga inedito in Italia).
Parlando del cinema, sappiamo che ne siete un appassionato, vero?
Sono un vero amante dei film d'azione di John Woo, e mi è piaciuto molto Deadpool.
Tornando a Drifters, chi è che più attira il suo interesse in questa ripresa dei personaggi storici, e che quindi hanno già una propria storia?
È proprio il fatto che ognuno abbia già la sua storia! Il fatto che ognuno provenga da paesi ed epoche differenti mi permette di fantasticare e farli interagire in maniera originale, proprio perché alcuni personaggi conoscono cose che altri non possono sapere a causa dell'epoca e del Paese dal quale provengono.
Parlando dell'anime di Drifters che avete presentato, che ruolo avrete? Supervisionerete il progetto? O lascerete tutto in mano ai creatori dell'anime?
Non faccio chissà cosa: dò conferme o qualche consiglio... Altrimenti li lascio fare. Spesso convalido tutto senza problemi. Ma non mi limito a questo: a volte lo staff dell'anime mi fa delle domande su certi elementi, e io gli devo fornire delle spiegazioni più precise e complete.
Sono comunque soddisfatto del risultato! A differenza della prima versione animata di Hellsing, che non mi era piaciuta per niente. Invece la serie OAV Hellsing Ultimate mi è piaciuta, e sono felice di aver ritrovato parte dello staff degli OAV anche per Drifters.
Chi ha letto il manga Highschool of the Dead potrà confermare che c'è un personaggio col vostro nome che vi somiglia molto, che sia nell'aspetto o per le sue passioni.
È un particolare dell'autore Shouji Satou, che non mi aveva detto nulla! Forse lo sapete già, ma all'origine di HotD c'è una storia di Daisuke Satou, una persona che conosco bene e mi ha chiesto consiglio per un adattamento manga. Non credevo di essere portato per disegnare zombie e così gli ho consigliato di rivolgersi a Shouji Satou, che pensavo fosse invece molto bravo. Sembra che la cosa abbia fatto talmente piacere a Satou che ha deciso di inserirmi nel manga senza dirmelo (ride).
Intervista realizzata da Koiwai. Si ringraziano Kouta Hirano, il suo interprete e Japan Expo per aver permesso questo incontro.
Dédicace Kohta Hirano, Japan Expo 2016 di manganewstv
Fonte consultata:
manga-news
Una parte però non mi è chiara. Questa:
Ricordo di aver letto che i due autori erano fratelli. Il cognome è uguale. Se è vero, serviva l'intervento di Hirano per farli lavorare insieme?
Non sono stato neanche fan del suo disegno, ma alla lunga per me è stata una questione di abituarsi (cosa che era avvenuta leggendo Saint Seiya per la prima volta, contrapposto al character design dell'anime dalla quale provenivo).
Si può anche dire che siano serie scialbe o semplicemente blasfeme, quantomeno quest'ultimo aggettivo valente per Hellsing, però a mio avviso sta anche proprio in questo la loro originalità ed interesse, anche perchè per l'appunto come si legge sopra, Hirano ha praticamente tutta la libertà che vuole nell'inserire cose "scomode", scusando il termine.
Ma che, t'ha ucciso il gatto Hirano?
E' talmente eccessivo il tuo commento che m'è venuto da ridere, pensa te!
Nah, semplicemente Hirano è un autore di confine, un borderliner, per usare un termine esotico, sia per stile che per contenuti. Lo ha ammesso stesso lui nell'intervista: se avesse lavorato per un'altra casa editrice i suoi lavori sarebbero stati sicuramente diversi.
A me personalmente piace sia nello stile grafico che in quello in quello narrativo, ma è un dato di fatto che si tratta di un autore da "dentro o fuori": o lo si ama o lo si odia, niente vie di mezzo.
Si, siamo ancora lontani dalla conclusione (anche se sono usciti solo 5 volumi c'è abbastanza materiale per almeno 24 episodi) e la storia solo ora sta decollando, come da stile dell'autore.
C'è tantissima carne a cuocere, 10 volumi è il minimo sindacale per come ha impostato la trama.
L'idea alla base di Drifters forse non è così originale, ma il risultato finale è più che valido!
Bisognerebbe saper distinguere opere di puro intrattenimento tra quelle più impegnate, non credi?
PS: se fossi in Giappone, non mi perderei un numero di Young King Ours.
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