Ringraziamo Lelouch vi Britannia di CODE GEASS ITALIA per questa esauriente disamina, vi avvisiamo anche che tutto quello che sarà scritto da ora in poi è da considerarsi SPOILER per chi non ha visto la serie
 
L'annuncio del sequel (non sappiamo ancora se serie o film) di Code Geass all'evento per il decimo anniversario di "Code Geass: Lelouch of the Rebellion" del 27 novembre scorso ha provocato un certo scompiglio tra i fan. Più precisamente il suo titolo, "Code Geass: Fukkatsu no Lelouch" (Code Geass: Lelouch della Rinascita) assieme alle dichiarazioni rilasciate all'evento stesso ha lasciato intendere chiaramente che Lelouch vi Britannia, il protagonista delle precedenti stagioni della serie principale di Code Geass, tornerà in azione e ricoprirà ancora il ruolo assolutamente centrale che ha avuto in precedenza.

Ciò ha avuto conseguenze prevedibili in un fandom ormai diviso tra chi, alla luce del finale della seconda stagione, pensava che Lelouch fosse effettivamente morto e chi, sulla scia degli inidizi lasciati volutamente ed ambiguamente dagli autori, riteneva che Lelouch fosse sopravvissuto in qualche modo allo Zero Requiem, il suo piano finale attuato con l'aiuto di Suzaku: l'annuncio della terza serie (o di un film) con Lelouch come protagonista è praticamente una dimostrazione del fatto che sia ancora vivo e vegeto.

Ma com'è possibile questo, considerando che per il suo stesso volere era stato colpito di fronte a tutti da una stilettata al cuore dalla spada di Suzaku nei panni di Zero, realizzando il suo piano per la pace mondiale?
E come si coniuga la sua "rinascita" con gli ideali, la psicologia e il comportamento del personaggio?

Cerchiamo di rispondere a queste domande procedendo con ordine.
Le questioni che vanno chiarite alla luce dell'annuncio di un seguito di Code Geass sono essenzialmente tre: quella del Code di Lelouch, quella dell'intenzionalità della sua morte e quella della sua ragione per portare a termine lo Zero Requiem, che sono strettamente collegate.

Prima dell'annuncio, non vi era modo di determinare in modo definitivo se Lelouch fosse davvero morto o se fosse vivo. Sebbene vi fossero indizi in entrambi i sensi, nemmeno l'autore si era espresso in modo del tutto chiaro, nonostante le varie domande a riguardo postegli in diverse interviste ufficiali.
Dopo l'annuncio, è praticamente certo che sia in qualche modo sopravvissuto allo Zero Requiem, essendo la terza serie ambientata pochi anni dopo la fine della seconda stagione ("Code Geass: Lelouch of the Rebellion R2", d'ora in poi semplicemente "R2") e avendo lo stesso Lelouch come protagonista.
Cerchiamo dunque di capire come ciò sia possibile, e come il fatto che sia vivo non intacca minimamente né la sua coerenza come personaggio né il valore del finale della R2, a patto che gli autori decidano di impostare la nuova serie in totale congruenza con la caratterizzazione dei personaggi e con gli eventi delle due stagioni precedenti.

1. La questione del Code

La teoria per la quale Lelouch avrebbe ottenuto il Code da Charles vi Britannia dopo aver usato il Geass sull'Inconscio Collettivo nella Spada di Akasha facendo così svanire il padre nel mondo di C (come si vede nell'episodio 21 della R2) è sempre stata tenuta in considerazione dai fan, i quali hanno pensato che - come noto -, attivandosi dopo la prima morte, avrebbe permesso a Lelouch di sopravvivere al colpo di spada che Suzaku gli ha inferto in diretta mondiale.
La teoria può benissimo essere verosimile perché la Spada di Akasha è un sistema appositamente creato per l'uso e il trasferimento dei Code, anche tra due individui che non hanno stretto un patto (come nel caso di Lelouch con C.C. e di Charles con V.V.), dato che Charles nell'episodio 15 della R2 ha tentato di prendere il Code di C.C. promettendole di realizzare il suo apparente desiderio di morte, ed è comunque meno improbabile del fatto che il Geass di Lelouch abbia funzionato con un'entità metafisica come l'Inconscio Collettivo, cosa effettivamente accaduta nel primo dei due episodi citati. Questa interpretazione può essere avvalorata dal fatto che Nunnally, stringendo la mano ad un Lelouch morente, sembra poter vedere i suoi ricordi allo stesso modo in cui Lelouch vede quelli di C.C. (come accade per ben due volte nella prima stagione), tramite i quali capisce il piano del fratello e di Suzaku. Altri indizi appositamente lasciati dagli autori per dare l'impressione che sia sopravvissuto si ritrovano non solo nell'ultima frase pronunciata da C.C., ma anche nella presenza della gru rosa sul carro apparso a fine seconda stagione, probabilmente la stessa gru che Nunnally aveva fatto per Lelouch.
Ad ogni modo, a rigor di logica adesso Lelouch dovrebbe possedere sia il Code che il Geass, avendo ricevuto il primo non dall'individuo con cui aveva stretto il patto ricevendo il Geass, ma da un altro possessore di Code, dando un senso più compiuto al titolo stesso del franchise di Code Geass.
 



2. L'intenzionalità della morte

Quello che è molto meno noto tra i fan, è che risulta altamente improbabile che Lelouch abbia "preso" il Code da Charles intenzionalmente, non avendo alcuna informazione sull'effettivo funzionamento della Spada di Akasha né dei principi metafisici che regolano il mondo di C e il suo rapporto col mondo "terreno". Dunque Lelouch, uccidendo Charles tramite gli dei (l'Inconscio Collettivo), ha finito per ricevere il suo Code, che si è attivato dopo la sua prima morte - almeno, questa sarebbe la spiegazione più rigorosa e sensata che giustifichi il fatto che sia vivo.
Che Lelouch si fosse accorto di averlo ricevuto e che abbia "inscenato" la propria morte è quasi impossibile, e lo vediamo dalle sue azioni: non vi è nulla che lo lasci pensare, ma al contempo è chiaro come invece stia agendo senza esserne consapevole. Il fatto che C.C., che sarebbe la persona più indicata ad accorgersene possedendo un Code, pianga alla morte di Lelouch è un enorme indizio a favore di ciò. Se gli autori facessero sì che nella nuova serie si scopra che Lelouch ha inscenato la propria morte, sarebbe non tanto un insulto al suo personaggio (pur essendo poco probabile, avrebbe potuto anche ingannare Suzaku, considerando il loro rapporto di nemici-amici fatto di continui tradimenti), quanto una notevole forzatura a livello narrativo.
Come abbiamo appena detto, Lelouch aveva con ogni probabilità deciso di morire con lo Zero Requiem.
Quindi non ha inscenato la propria morte e non ha voluto lasciare tutto a Suzaku per andarsene in campagna con C.C., come l'ultima scena sembra ambiguamente suggerire.
 
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3. La ragione di Lelouch per attuare lo Zero Requiem

E qui veniamo ad uno dei punti più importanti e stranamente meno capiti, nonostante la precisa caratterizzazione del personaggio di Lelouch in quanto a valori morali, comportamento e psicologia sottesa e la scena nella quale Lelouch parla a Suzaku della sua decisione nella stanza del trono, nel finale dell'ultimo episodio della R2.
Lelouch ha deciso di sacrificarsi per realizzare il suo ideale nel mondo, per regalare all'umanità un pianeta finalmente privo di conflitti dove la giustizia può regnare, testualmente per «dare a tutti un mondo di pace».

Chi pensa a Lelouch come a un pentito in depressione che vuole uccidersi solo per "redimere se stesso" dal "male" che ha compiuto (come se non lo avesse ritenuto necessario e comunque machiavellianamante giustificato, data la situazione) semplicemente dimostra di non aver afferrato affatto l'essenza del personaggio, dei suoi valori e della sua psicologia: si è spesso dispiaciuto per le circostanze che hanno portato alla perdita di alcune persone a lui care, ma non si è mai pentito delle idee sostenute né del percorso che ha intrapreso.
Si rattrista e si dispiace ma non è mai andato lontanamente vicino al pentimento vero e proprio, al massimo si pone delle domande o ha dei dubbi momentanei, che tuttavia si esauriscono quando comprende di dover andare avanti per la strada che ha scelto, e la tematica della redenzione - precisando comunque che, ancora testualmente, la sua espiazione «si compie andando avanti» - nel suo caso rimane del tutto in secondo piano rispetto alla volontà di creare un mondo gentile per Nunnally e per tutta l'umanità. Se si fraintende questo punto, si finisce per scambiare il pensiero di Lelouch per quello di Suzaku, nel quale il tema dell'espiazione personale è invece centrale fin dall'inizio.
E non è un caso che, anche per questo motivo, i due si siano scontrati ideologicamente per quasi tutta la serie.
 
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Altra interpretazione erronea viene spesso attribuita alla frase: «Può sparare solo chi è pronto a ricevere il proiettile», la quale non significa che chi commette un crimine deve poi necessariamente pentirsi e convertirsi alla "santità" accettando una pena, rappresentando invece la spinta titanica che porta un individuo a lottare e a combattere per i propri ideali, per i propri cari, per la propria comunità o per l'umanità stessa a costo di rischiare continuamente la vita, come Lelouch fa fin dall'inizio.

Lungi dal costituire un elemento di "pentimento per i propri peccati" (reali o presunti), il suo sacrificio può essere interpretato coerentemente col suo personaggio solamente come il raggiungimento della fase finale del suo percorso esistenziale e morale, che lo porta allo stesso tempo alla nemesi derivata dal possedere ed usare il Geass - prescritta dalla stessa C.C. al momento del patto - e alla catarsi (da intendersi non nel senso aristotelico, ma in quello etimologico e tragico del termine) che gli permette, tramite l'accettazione di una punizione imposta a se stesso e da se stesso, di cessare di essere semplice uomo e diventare un eroe.
Come avviene per l'"Edipo Re" di Sofocle e per i classici di Eschilo ed Euripide, nonché per molte altre opere prodotte nel periodo dello Sturm und Drang e del romanticismo europeo, la storia di Lelouch segue tutti i tòpoi letterari della tragedia greca, come vediamo di seguito:

-L'hamartia, che indica l'errore che porta gradualmente l'eroe tragico alla sua rovina: in questo caso è la tendenza di Lelouch a mentire, ingannare ed usare qualsiasi mezzo per raggiungere il suo fine, ma soprattutto e in prima istanza quello di usare il Geass, che lo porta prima alla perdita di Euphemia, poi di Shirley, poi di Rolo e infine dello stesso Ordine dei Cavalieri Neri - come predetto al momento in cui Lelouch ha stretto il patto, il potere del Geass conduce quasi sempre ad una vita solitaria.

–L'hýbris, ovvero la tracotanza, l'orgoglio, l'arroganza: quella che caratterizza il personaggio di Lelouch in tutta la serie, ma che in questo caso non porta - come nel canone delle tragedie greche - alla punizione divina, dato che Lelouch riesce ad imporre il suo volere persino agli dei stessi (usando il Geass sull'Inconscio Collettivo).

–L'anagnorisis, cioè il riconoscimento, il momento in cui l'eroe tragico scopre definitivamente la sua identità: avviene quando Lelouch si confronta con gli ideali del padre Charles e riconosce di desiderare un futuro migliore per tutta l'umanità, giungendo ad affermare di "conoscere finalmente il vero se stesso".

–La peripéteia, ovvero il rovesciamento improvviso dell'eroe nel suo opposto: Lelouch che diventa imperatore di Britannia e nemico del mondo intero.

–La nemesis, ovvero la "distribuzione del fato", la giustizia compensatrice e riparatrice: le tormentose conseguenze che affliggono Lelouch derivate dall'aver manipolato, ingannato e imposto il suo Geass sugli altri.

–Infine, la catharsis, ovvero la purificazione e la redenzione finale: Lelouch che decide di concentrare tutto l'odio della Terra su di sé e sacrificare la propria vita per la creazione di un mondo guidato secondo giustizia.

Alla luce di quanto detto, sarebbe dunque corretto chiamare le cose col loro nome: Lelouch è un eroe tragico, non un martire.
 



Comprendendo ciò, si capisce anche come in fondo il fatto che sia vivo o morto è del tutto secondario e poco rilevante: ciò che importa è la sua morte simbolica e pubblica, quella dell'imperatore Lelouch vi Britannia per il mondo, non la scomparsa fisica della persona Lelouch.
Quindi il sequel, se fosse almeno al livello delle prime due serie e coerente con esse in base a queste premesse, non contraddirebbe né la storia, né il finale, né la caratterizzazione dei personaggi: non ci resta che attendere e ben sperare in una sua riuscita.